#ti ho voluto bene
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Nino
Nel palazzo dove ho abitato per tanti anni c’era un coinquilino che aveva lavorato per anni anche in ospedale come una sorta di factotum. Spesso anche mia madre si faceva aiutare da lui per riparare tubi, lavandini, lavatrice.
Mi faceva ridere sempre con quel suo umorismo sarcastico e un po’ burbero. Aveva sempre la battuta pronta e la sigaretta in mano.
Aveva due figli, due gemelli, più giovani di me di un anno. Andrea era costretto su una sedia a rotelle e ogni tanto lo portavo in giro per il quartiere. Il fratello Gianluca invece è stato uno dei miei primi amici più stretti.
Nino portava sempre Andrea in giro per centri di riabilitazione ma non è mai riuscito ad alzarsi da quella sedia. Il padre è sempre stato con lui, una presenza costante e sicura. Ho sempre pensato che anche a causa del dolore per la disabilità del figlio lui fosse così sarcastico e pungente nella sua ironia.
Una volta mi ricordo che era venuto a sistemare la lavatrice che non scaricava bene l’acqua. Aveva trovato, dopo diverse imprecazioni e qualche bestemmia, la causa del problema: una moneta da 50 lire finita nel filtro lasciata nella tasca di chissà quale indumento.
Un’altra volta ci aveva sistemato una tapparella e quando l’ho incontrato la sera per chiedergli come era andata mi aveva risposto: «Gliel’ho rimollate tre quattro madonne, ma pare che ora vada», oppure mi vedeva tornare a casa a ora di cena e mi diceva: «Sei tornato eh? Inizia a formicolarti il pancino, vero?» sempre col suo sorriso beffardo.
Ironico e generoso, sempre pronto a salire da noi appena mia madre diceva di avere un problema domestico.
Nino se n’è andato il 14 febbraio, il giorno di San Valentino. Leggendo il suo necrologio mi accorgo che aveva 83 anni ormai. L’ultima volta che l’ho visto stava caricando in auto il figlio Andrea. Era magro ma quella volta mi era parso ancora più magro.
Mi chiedo che ne sarà del figlio adesso che lui non c’è più. Il primo pensiero è stato quello: chi porterà il figlio in questi centri di riabilitazione.
Dopo questo però mi è venuto un altro pensiero, è un altro pezzo della mia vita che se ne va, un altro pezzo di quella che è stata la mia giovinezza tra infanzia e adolescenza.
Improvvisamente mi rendo conto del tempo che è passato e mi sento malinconico.
#Nino#fai buon viaggio#che la terra ti sia lieve#sei stato un buon amico#ti ho voluto bene#un pezzo di me
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#buona vita#buonavita#marcomengoni#mengoni#voglio#atlantico#marco mengoni#duemilavolte#hola#le cose che non ho#mengonilive#non passerai#atlantico on tour#pazzamusica#materia prisma#materia#pazza musica#materia pelle#materia terra#prisma#cambia un uomo#un’altra storia#duevite#duemila volte#due vite#tutti i miei ricordi#ti ho voluto bene veramente#lecosechenonho#l'essenziale#la valle dei re
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Non esiste un luogo dove non mi torni in mente.
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It is time to listen to Miele and sob uncontrollably.
#DOVE TU MI HAI VOLUTO BENE#DOVE IO TI HO VOLUTO BENE#beablabbers#gdkckskcnslcna#having all the complicated mediterranean feelings
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ERA UNA FAMIGLIA NORMALE DI GRAN LAVORATORI
E tutte le volte mi viene da dire 'E allora pensa se era una famiglia strana di gente che non aveva voglia di fare un cazzo'... ma poi correggo i miei pensieri ingiusti e mi risovviene quella frase di Bocca con cui commentava la visita a un'operosa cittadina del Nord Italia:
«Fare soldi, per fare soldi, per fare soldi: se esistono altre prospettive, chiedo scusa, non le ho viste»
E penso a quelle migliaia di persone giovani, di cui ogni tanto qualcuna 'normale' sbrocca e fa una strage in famiglia, senza saper dare un perché che accontenti una società normale di gran lavoratori.
'I genitori gli hanno dato tutto e loro li hanno uccisi!'
Da genitore posso dire che già è difficile fare qualcosa di giusto per i propri figli, figuriamoci dar loro TUTTO... o forse si riferiscono ai bisogni basilari - casa, cibo, riscaldamento, soldi - moltiplicati all'eccesso per poi poter dire 'Non gli ho fatto mancare nulla!'
E no... se ti ritrovi la parte sbagliata di un coltello nel fegato e all'altra estremità c'è quello a cui non hai mai fatto mancare nulla, forse due domandine te le dovevi fare per tempo e non ora che ti si annebbia la vista per lo shock da ipovolemia emorragica.
A distanza di decine di anni ricordo ancora le parole di un docente che davanti a noi studenti disse ai suoi colleghi 'Ok il programma che deve andare avanti ma tutte le volte che ci voltiamo per non ascoltare i loro bisogni è un calcio in culo con cui li facciamo crescere soli e rabbiosi'.
Fu in quel momento che decisi quale tipo di adulto sarei voluto diventare.
E ora sono una persona abbastanza vecchia, le mie figlie sono grandi e se non mi hanno accoltellato prima non credo che oramai lo faranno adesso, sono dolente per la solitudine a cui molti sono condannati pur seduti al caldo con molti parenti davanti a una tavola imbandita e vorrei fare qualcosa di più che non incazzarmi per la furba tendenziosità dei titoli di giornale con cui ci si chiede 'Ma cosa gli sarà preso a quel figlio? Cosa sarà passato in mente a quella figlia?'
Nulla.
E a volte è proprio il nulla che ti divora da dentro.
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Vi penso... e per quanto possa valere, vi voglio bene.
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Quanto mi piace
Mi fai sentire un oggetto, un pezzo di carne. Un tuo attrezzo, un cucciolo di donna che hai contribuito ad allevare e svezzare solo per ricavarne in futuro del piacere sessuale. Un investimento erotico ed emotivo, il tuo. Forse inizialmente la tua attenzione era solo per mia madre, una donna bellissima ancora oggi a cinquant’anni. M’hai accolta in Italia con lei quando siamo venute dalla Romania, diversi anni fa. Devo riconoscere che sei stato sempre generosissimo. Mamma continua a esserti utile, in casa. Pulisce, cucina, fa la spesa. Ma non la scopi più tanto, da quando hai scoperto che la figlia è più “sfiziosa” come dici tu. Hai iniziato da poco, da quando un mese fa t’ho detto che m’ero fidanzata. Hai voluto sapere cosa mi facesse il mio ragazzo: dovevo dirti tutto. Poi, giorno dopo giorno, con la scusa di insegnarmi le cose dell’amore, m’hai chiesto di fare sempre di più. E io ci stavo: quanto mi piaceva, ricevere finalmente le tue attenzioni di uomo maturo.
Non ero più la ragazzina rompiscatole. M’hai incatenata, ho dovuto indossare solo per i tuoi occhi dell’intimo sexy, poi delle cinghie che mi bloccavano, la gag-ball in bocca. M’hai legata in mille maniere. M'hai abituata al collare e a camminare a quattro zampe, come una tua troia al guinzaglio. Alla fine, dopo una decina di giorni non hai più resistito e un pomeriggio hai alzato il tiro. M’hai ordinato di spogliarmi tutta nuda, m’hai presa, buttata sul letto e m’hai direttamente sverginata. Ero impaurita, terrorizzata. Non ero preparata. Si, confesso di essere stata molto maliziosa a mia volta e di averti stuzzicato a lungo. Forse sono stata anche un po' una maliziosa puttanella: t’avevo svelato, fatto leccare ed esplorare tutto il mio corpo. Anche se giovanissima, sapevo bene che così facendo sarebbe presto arrivato il momento di farmi scopare da te. Mia madre, molto pragmatica e capendo ciò che stava accadendo, m’aveva istruita di non contrariarti e di compiacerti sempre.
Ero anche un po’ curiosa, francamente. Sentivo che il sesso stava diventando concreto, che presto sarei diventata una vera donna. Completa. Desiderata. Quanto me lo sognavo un vero uomo, un maschio che non desiderava altro che infilare l'uccello nella mia passera, nel mio culo. Da succhiare e divertirmici come una vera puttana, finalmente! Da gustare quando sborra, socchiudendo gli occhi per il piacere puro provato nell'inghiottire. Da sentirlo che vibra di piacere mentre eiacula nel mio corpo il suo prezioso nettare. Si: una donna vera! Così d'improvviso ti sei deciso e m’hai presa. Senza alcuna delicatezza. Un toro infuriato, sembravi. Volevi mangiarmi, mentre mi scopavi. Urlavo. Non ti volevo con così tanta violenza. Avrei apprezzato un approccio più dolce. Mamma è accorsa, ma le hai detto senza mezzi termini che se non se ne fosse andata subito in cucina avresti buttato fuori entrambe. E lei è uscita dalla stanza in lacrime.
Aveva il sangue agli occhi. T’avrei ucciso. L’hai annientata in un sol colpo: come donna e come madre. Intanto mi stantuffavi dentro senza pietà, con la tua tipica prepotenza maschile, grufolando e godendo in modo animale. Violandomi la fica con l'uccello e l'ano con le dita, a sfregio. Per rendermi totalmente tua. Mi hai letteralmente sfondato la fica e il posteriore. Uno, due, tre dita e infine tutto il pugno nel culo. Dio, che male! Un dolore acuto in tutta la zona, dall’inguine all’ano; una pena che pian piano col tempo poi s’è stemperata e trasformata in dolcissima schiavitù al tuo cazzo. E alle tue mani. Mi sono accorta da subito che comunque essere scopata mi piaceva. Oh, quanto mi piaceva! Non contento, dopo avermi usata per una buona mezz’ora, tranne una pausa brevissima in cui io piangevo calde lacrime, comunque sorridendo tra me e me, senza pietà d’un tratto m’hai presa, hai aperto la mia bocca con forza e mi hai ficcato l’uccello fino in gola.
A momenti vomitavo. All’inizio quindi ho faticato ad accoglierti e mi venivano i conati, di continuo. Però almeno per questo hai avuto tanta pazienza, nel farmi adattare al supplizio. Lì ho capito quanto mi convenisse imparare a succhiartelo con cura e quanto mi piacesse essere dominata e usata da un maschio. In particolare da te. Ti amavo. Si: ti amavo e ti volevo. Ho imparato presto a lavorarti il cazzo dolcemente, a succhiarlo, a farti sborrare e a ingoiare. La natura è perfetta. Amo moltissimo leccarti l’asta e le palle con la massima passione. Eri sorpreso inizialmente da tanta spontanea dedizione. Si: da subito m’avevi finalmente domata. Ero diventata tua. Quando nella mia impegnativa iniziazione finalmente mi hai sborrato l’ultima volta in bocca t’ho ingoiato rapida e golosa, dopodiché ho atteso il tuo rilassamento nella mia gola; quindi t’ho sorriso e baciato in bocca: a lungo e con tanto amore.
T’ho sussurrato all’orecchio il mio ringraziamento per il fatto di avermi fatta diventare una donna. Poi, mamma con la sua saggezza infinita m’ha comunque consolata. Dicendo che in breve mi sarei abituata. E aveva ragione: ho scoperto che posso essere santa fuori e puttana con te. Al mio ragazzo non concedo che toccatine sul seno; se mi gira, gli faccio infilare le dita nei miei slip. Lo masturbo, lo faccio venire nelle mie mani. Ma null’altro, per adesso. Faccio pratica con te: sto imparando a prendere tutto il tuo uccello fino alla radice e a ingoiare quando sborri senza lamentele. Il giorno del suo compleanno gli farò provare il paradiso. Spero non si domandi dove io abbia imparato a fare dei pompini in modo così divino. Intanto la notte nel letto matrimoniale tu ormai vuoi sempre e solo me. Mamma dorme in camera mia. Quanto mi piace sentire le tue mani che mi cercano, mi frugano, mi palpano ovunque.
Mi desideri. Mi vuoi da impazzire. Ti piace la mia carne giovane e soda. I miei seni sono la tua ossessione. I miei capezzoli la tua droga. Si, certo: ogni tanto scopi anche mamma. Devi pur darle un contentino. Lei capisce e accetta, al fine di non perderti. E io devo assistere! Glielo hai chiesto in modo molto determinato e lei ha dovuto dire che per lei andava bene, che ormai ero una femmina fatta e adulta. Inoltre, ha affermato che io avrei avuto da imparare, da lei: solo guardando come fotte una donna di cinquant'anni comunque si impara molto. All’inizio era imbarazzatissima, povera donna. Arrossiva tutta. Poi però s’è sbloccata. Cazzarola: non avrei mai immaginato che mia madre fosse così porca ed esperta! Ti trattiene e ti stimola, ti dice che glielo devi dare tutto. Poi ti succhia il cazzo come una disperata e quando stai per venire, come si usa dalle nostre parti, ti infila una carota o una zucchina nel culo e tu perdi ogni ragione e vieni; ti fa urlare, dal piacere!
E ogni tanto la umili, la degradi e inseme a noi due le fai fare pure una cosa a tre! Ma... a lei piace un sacco! Che vera puttana, mia madre! Solo guardandola al lavoro e tenendo a mente i trucchi che adopera, capisco meglio come farti godere di più e come acquisire su di te sempre più potere. Perché inizio a realizzare solo adesso che ormai sei totalmente innamorato. Del mio culo, della mia fica e dei miei seni piccoli, sodi e giovani. Usando la mia bocca, ottengo ciò che voglio, da te. E mia madre intanto è ogni giorno sempre più serena. Finalmente.
“Sai, tesoruccio: in centro ho visto una mansardina per me che mi piacerebbe tanto tu acquistassi. Mi tornerebbe molto utile come punto d’appoggio, sia quando vado a scuola che quando sono in giro a far compere col mio ragazzo...”
Ripeto: ottengo ciò che voglio, da te!
RDA
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Ho passato tanto tempo a chiedermi come mai te ne fossi andato senza trovare risposta. Ho vagato per tanti posti, sperando invano di incontrarti, immaginandoti al mio fianco a ridere insieme di quanto sia stupido amarsi e non cercarsi. Ho ritrovato la serenità e raggiunto traguardi, ma non ho mai smesso di pensarti. Spesso mi chiedo se senti ancora ciò che sento io, se ti manco, se mi pensi, ma sono tutte domande a cui non trovo risposta. È che non ho il coraggio di salutarti figuriamoci di chiederti se quando guardi le stelle ancora un po’ mi pensi. Ho perso il conto delle volte in cui avrei voluto correre tra le tue braccia per spezzare il filo del destino che probabilmente ci tiene lontani, ma se non fossimo destinati a stare insieme sarebbe tutto inutile e continuerei a vivere nel rimorso di ciò che un tempo eravamo e ora non siamo più perché era tutto sbagliato ma io non ero mai stata così bene. Mi ferisce guardarti perché vorrei solo baciarti e distolgo lo sguardo perché un po’ mi ci perdo nei tuoi occhi e potrei scoppiare in lacrime ma non voglio mostrarmi debole, quando tu mi hai insegnata a essere forte. Eppure miei pensieri ci stai davvero così bene, forse ancora di più al mio fianco ma oramai la mia mano ha sfiorata quella di qualcun altro e il tuo cuore ha provato nuove emozioni. Forse è tutto cosi inutile e resterai solo un ricordo ed il mio più grande rimorso, di non averti detto di amarti quando ne avevo l’opportunità, e di non aver trovato un altro modo per farlo.
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2024 - Sintesi
- Per la prima volta ho iniziato l'anno con un cauto pessimismo e un'adeguata presa di coscienza del fatto che non sono proprio nessuno. Era dal 2004 che non accadeva una cosa del genere.
- Il primo trimestre mi ha fatto ricredere sulle mie posizioni iniziali. Forse ero stato ottimista.
- Il secondo trimestre, quello della pagella di metà anno, ha confermato le aspettative basse, terra terra come alcune persone che t'incantano, poi ti portano al guinzaglio come in cagnolino a una mostra canina e alla fine spariscono.
- Non ho baciato. Si lo so, lo so lo scrivo tutti gli anni. Però escludendo figli e baci di circostanza, io, quei bei baci da limone duro me li sogno ancora.
- "Ho tagliato rami secchi", quante volte l'ho scritto. Bene, sappiate che mi sono specializzato nella capitozzatura. Rami stronzi, foglie ipocrite e germogli di narcisisti. Zac!
- Ho ascoltato tanto, anche quest'anno. Mi chiedo se imploderò per questo, dovrei forse filtrare di più. Però ci sono esperienze di vita che mi arricchiscono tantissimo.
- Ho deluso una persona. Si anche quest'anno. Ma c'è una novità: 'mporta nulla!
- Ho guadagnato la stima di molte persone, questo mi preoccupa seriamente, dovrò impegnarmi molto per non perdere questa stima.
- Ho visto i miei figli crescere, non in altezza, ma in personalità. Sono orgoglioso, ma tanto tanto.
- Ho letto. Ma non quanto avrei dovuto, potuto e voluto... è tutto un uto, come 'mbuto.
- Ho vissuto giorni interi in sospensione, come se fossi appeso a fili invisibili e a metà tra la terra e il cielo.
- Ho accettato richieste d'amicizia, ho scoperto persone meravigliose.
- Questa volta ho bannato io, le persone troppo "intraprendenti", senza rispettare la mia volontà.
- L'Ansia è diventata la mia compagna di vita, mi ha chiesto se la sposerò e se poi la porterò in viaggio di nozze.
- Ho imparato che come non si finisce mai d'imparare nella vita, se stai attento e ti metti in discussione, non finirai mai d'imparare su te stesso.
- Ho scoperto di reggere bene l'alcol, poco le persone senza spirito.
- Anche nel 2024 non ho seguito nessun influencer, anzi, mi sono defollowato da pagine e gruppi che non reputavo più interessanti.
- Non ho guardato per tutto l'anno neanche un telegiornale. No, non è vero. Una volta casualmente mi è partito sotto il naso un telegiornale. Sono andato nel panico.
- Il 2024 ha visto l'arrivo in casa di un gatto rosso, l'ho chiamato Leo. Anche se lui dice di chiamarsi Bucefalo. Non credevo, dopo l'inspiegabile perdita del mio gatto rosso Alvin, che un altro gatto rosso riuscisse con il suo carattere tenerone ad accucciarsi nel mio cuore. Di fianco ad Alvin.
- Ho assistito alla rivincita di chi aveva subito millemila angherie, ho capito quanto la tenacia a volte ripaghi. Alcuni lo chiamano karma. Io lo chiamo coraggio e forza.
- Ho aiutato. Come ho potuto. Lo faccio sempre.
- Ho abbracciato i miei figli dalla gioia per i traguardi da loro raggiunti. Sono incredibili. Qualcuno si stupirebbe che siano figli miei.
- Ho visto tante volte mia madre piangere, ma le ho sentito dire con leggerezza molte frasi che feriscono.
- Ho ancora caparbiamente sognato. Ma ho imparato a sedarmi per ridurre la fuoriuscita di questi sogni.
- Sto scrivendo questo post sulle note di Tunnel of Love dei Dire Straits.
- Anche quest'anno ho sentito dei "tranquillo, mi farò sentire io", m'immagino queste persone lavorare con turni di 36 ore un giorno si e l'altro anche nelle acciaierie siberiane. Sicuro, molto impegnate.
- Ho imparato che anche le cose belle devono finire, per poterne cominciare di migliori. Lo confermo anche quest'anno.
- Ho compreso tantissimo quanto la fiducia sia un bene prezioso da preservare.
- Ho imparato che tutti dovremmo avere e provare l'amore, corrisposto, con un cuore impegnato nell'amare il mondo sarebbe libero da tiranni e gente crudele.
- Credo che la prima cosa che farò nel 2025 sarà quella di guardare il cielo e sorridere.
- Sono rimasto colpito da come alcune persone si mettano in ridicolo, con la presunzione di essere dei fighi stellari.
- Ho visto gente cattiva morire per malattie, non ho mai visto in queste persone un segno di pentimento di quello che hanno fatto. Alcune hanno infierito su altre persone fino all'ultimo. Che possano trovare la serenità in un'altra dimensione.
- La gnagna non è più un obiettivo, ma un dolce ricordo. Amen.
- Ho ascoltato tantissima musica anche questo 2024.
- Per la prima volta ho avuto delle perplessità sul fatto di come esterno i miei pensieri intimi, pubblicamente sui social, più di una persona mi ha chiesto perché. Mi sono sentito uno scemo.
- A volte ho avuto il dubbio di essere trattato da Gesù come se al posto di Giuda, nell'orto del Getsemani, ci fossi stato io.
- Ho abbracciato nuovi ideali.
- Mi sono accorto, a distanza di anni, che Freddie Mercury nel video di I Want to Break Free sia un figo pazzesco. Non so, mi è venuto in mente questo.
- E niente, quel "grumo" a me pronunciato mi manca ma non le manco più io.
- Anche quest'anno mi vorrò bene l'anno prossimo.
- Passerò il Capodanno non da solo ma in solitaria.
Ora.
Ringrazio tutti, ma proprio tutti quelli che mi leggono. Anche quelli che vengono a curiosare, a ridere di me, grazie davvero. Mi siete d'aiuto per comprendere come non mi devo comportare. Per chi mi trova un pochino leggibile e quanto meno simpatico grazie, mi fate sentire meno solo.
Per chi mi ha dimostrato vicinanza spero con tutto me stesso che possiate vivere, vivere a pieni polmoni e con serenità. Non smettete mai di crederci, anche se sembrerà durissima, sono proprio queste prove che danno coraggio e tempra per diventare invincibili.
Buon 2025. Con affetto, me.
#libero de mente#capodanno#buon anno#2024#2025#auguri#ultimo dell'anno#frase#pensiero#vita#racconto#pensieri
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Cara Audrey,
Di tanto in tanto avrei voluto scriverti una lettera ma sapevo che per te capire le mie parole era una cosa impossibile. Tu eri piu' interessata ai gesti, ti lasciavi guidare dall'istinto, sapevi regalare compagnia e affetto, questo sapevi fare e lo facevi meravigliosamente bene. Era bello tenerti tra le braccia, stringere il tuo corpo morbido e profumato. Era bello uscire insieme, camminarti accanto e vedere tanta gente che ti guardava e faceva mille apprezzamenti. Per me sei stata come un'aliena venuta da un altro mondo per regalare attimi continui di grande felicita'. Ricordo come adesso quella prima volta che ti ho vista sulla porta di casa. Mi hai guardato con quei due occhioni neri meta' spaesati e meta' sorridenti, con quel musetto piccolo, tutta scodinzolante come solo chi e' riconoscente sa fare. Sei entrata, hai girato tutte le stanze e poi ti sei sdraiata su un tappeto, un modo originale per dire: "questa sara' casa mia, qui staro' bene". Spero che in tutti questi anni per te sia stato proprio cosi. Da parte mia posso solo dirti grazie per tutto cio' che hai saputo regalarmi. Grazie per tutte le volte che sei stata la mia ombra, per tutto l'amore che m'hai regalato stando in silenzio. Le parole tra noi non sono mai state necessarie, importanti, i gesti invece si, quelli erano importanti. Quel musetto posato sulla mia coscia, quella lingua sempre fuori a leccarmi la mano, quelle continue giravolte per dirmi che avevi bisogno di coccole o di qualche ghiottoneria che ti rendesse felice. Siamo stati amici, complici, sei stata una che m'ha fatto capire tante cose, mi hai regalato la consapevolezza di amare chi sa dare tanto senza chiedere niente in cambio. Adesso te ne sei andata sul ponte dell'arcobaleno, forse perche' avevi capito che quello che hai regalato non verra' dimenticato. Ecco, oggi quella lettera te la posso scrivere. Posso scriverla per dirti grazie di tutto, cagnolina mia.
@ilpianistasultetto
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Oggi mi sono sentita implodere il mondo dentro, ho avuto la certezza di non avere più un posto nel mondo. Quando anche le persone più vicine, più care, si comportano in modo omertoso e ti mentono, che speranza ci può essere nel mondo, nelle persone esterne, in tutto quello che può succederti. Le persone a cui ho voluto più bene mi hanno e mi stanno svuotando di tutto, con i loro comportamenti mi hanno insegnato a non avere fiducia in me e di conseguenza nemmeno negli altri. E ora sono solo in balia di pensieri che vorrebbero vedermi andare lontano da tutto e da tutti e vivere in tutt'altra parte del mondo e dimenticare tutto quello che mi fa male o il non esistere proprio più.
-laragazzadagliocchitristi
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Hai deciso tu per entrambi
Ti conosco da tempo. Siamo sempre stati buoni amici. Si, certo, confesso: ci ho pensato anche io. Spesso. Sei sempre stata bella, molto. Poi, io sono un uomo e ogni uomo quando incontra una donna non ha gli occhi: ha una macchina per la TAC. E se gli piace, poi invariabilmente sogna di averla. Per almeno qualche secondo. Anche se in realtà vorrebbe averla sotto di sé magari per ore. Questo è un dogma. Chi lo nega, mente. Fidati! E se poi lei gli fa capire che ci sta, lui inizia la corte e si va avanti veloce fino a finire a letto. Il prima possibile. Tu un paio di mesi fa, dopo anni di nostra serena consuetudine - eravamo leali compagni di scuola prima e d’università poi - hai deciso di aprire i cancelli della tentazione.
Praticamente, dall’inizio della tua separazione col tuo ex marito t'ho dato la spalla sicura e forte su cui piangere; t’ho supportata per il divorzio e t'ho fatto da confidente-aiutante-autista per risolverti tutti i problemi logistici: la casa, la spartizione, gli avvocati eccetera. Quella sera benedetta, nel pub dove eravamo andati per rilassarci finalmente un attimo, mi guardavi finalmente come non ci fossero stati altri uomini nel locale. Ammiccavi, sbattevi gli occhi di continuo e alzavi verso di me la spalla nuda. Dito in bocca, da scolaretta innocente e viziata. Non ci potevo credere! Non esiste donna più sexy di quella che ti faccia capire molto chiaramente che è disponibile, che ti vuole.
Parlando di te poi, il cuore mi batteva a mille. Ti desidero in segreto da sempre. Anche quando facevo l’amore con la mia ex moglie, non facevo altro che pensarti. D’improvviso, hai trovato una scusa con gli altri amici e sei venuta via con me; m’hai chiesto d’accompagnarti a casa. Non che loro non abbiano capito cosa stesse succedendo. Ma anche ‘sticazzi: io ti volevo da impazzire. E tu altrettanto, m’era evidente. Fanculo i pettegolezzi. Io sono un musicista e a casa tua hai voluto che ti suonassi qualcosa, mentre ti mettevi comoda; poi d’un tratto sei arrivata. Con un balzo aggraziato ti sei seduta sul piano mezza nuda e ti sei offerta al mio sguardo: eri un capolavoro di femminilità ed eros.
Sprigionavi il profumo naturale del desiderio di donna. Poi ti sei inginocchiata e hai voluto che ti legassi: mi hai confessato, rossa in viso e imbarazzata, che sessualmente tu cerchi l’uomo che domina, quello forte, sicuro di sé. Uno duro, che ti impartisca ordini secchi e ti imponga di soddisfarlo appieno. Adori essere punita, frustata, sculacciata e umiliata. Ti vesti e profumi come una dea solo per lui. Quindi, ti piace essere degradata, spogliata e ridotta a umile servitrice ai suoi piedi. Una pantera fiera ma domata. Malgrado tutto, resti sempre un’anima sofferta ma bellissima. Sei una sottomessa. Non l'avrei mai immaginato: sempre sicura di te, intelligente, orgogliosa.
M’hai aperto un mondo che neppure sapevo esistesse. Perché dei gusti sessuali e delle preferenze personali semplicemente non si parla mai; non sta bene. Ognuno ha la sua dose di pudore o la vergogna di mostrare la propria fragilità emotiva, il lato dove potrebbe essere ferito. Però è innegabile che ognuno abbia i suoi desideri e le sue sacrosante, legittime preferenze. Alla fine, dopo quasi un decennio, il divorzio con il tuo ex è arrivato inevitabile, perché - ti sei sfogata con me per la prima volta a riguardo - lui sessualmente parlando è come te, cioè un passivo totale e avrebbe voluto che tu lo dominassi. In sostanza, dopo anni di rapporti sessuali pro-forma e sempre più rari, di insoddisfazioni reciproche, in pratica eravate diventati come fratello e sorella.
Hai scoperto per caso che lui aveva trovato una dominatrice al di fuori del matrimonio. E tu questa menzogna continua e disonesta, una vera e propria mortificazione dell’anima, non l’hai sopportata più. Quindi eccomi qui: nel mio nuovissimo ruolo di macho dominante. Ci sto prendendo grande gusto: quale uomo, con i coglioni gonfi e il testosterone a mille, non desidera una bellissima schiava pronta a soddisfarlo e che non si lamenti mai!?! Sei mia: e ancora non ci credo. Ti tratto come mi pare e piace. Non che sia un sadico, un violento o un tiranno, per carità. Ma a te piace sentire la briglia tirata. Ci godi.
E tu con me sei sempre contenta: perché ogni mia attenzione nei tuoi confronti, positiva o negativa che sia, è comunque un segno del nostro comune coinvolgimento. Un ulteriore trattino d’amore che si aggiunge alla lunga teoria di cose che ormai ci accomunano e ci legano in modo crescente. E che mi stanno facendo innamorare di te ogni giorno di più. Adesso vieni qui e abbeverati, come ogni sera. Godi e fammi godere. Succhiami con grande impegno, puttana ignobile. Ti adoro.
RDA
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Pensi mi vada bene una situazione del genere? Mi dico che dovrei lasciarti perdere, dovrei provare a dimenticarti. Chiudere tutti i ricordi in un cassetto e non aprirlo più, nemmeno per sbaglio, nemmeno in quelle notti troppo piene di nostalgia. Ma come si fa a dimenticare? Mi è rimasto l'affetto, capisci? Ed è un grosso problema. Per me, ovviamente. Perché tu sei andato avanti, hai voltato pagina, o almeno è questa l'impressione che vuoi darmi. Non siamo tutti uguali. Uno dei due soffrirà di più, tratterrà di più, metterà per primo il bene dell'altro, anche quando quest'ultimo non ci sarà più. Sai cosa mi fa più male? Il fatto che non ci parleremo più. Troppo spesso un addio significa anche questo. Tanto, troppo silenzio, con l'unica persona a cui vorresti raccontare tutto. Ti ho sempre voluto bene. Avevi un universo dentro di te che mi ha fatto innamorare. Parlare con te voleva dire sentirsi capiti dopo tanto tempo. Ora che è tutto finito, ora che questo dolore è diventato reale, concreto, posso dire che mi manca ciò che ho lasciato indietro. Con questo non voglio dire che non sarò più felice senza di te. Mi aspetto altro. So per certo che sarà diverso, e che tra le varie sfumature io ti cercherò sempre ma non ti troverò.
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Ho capito che dimenticare una persona e smettere di amarla sono due cose diverse.
Ti ho dimenticato perché non rincorro il tuo ricordo anche quando fugge via da me, perché lascio andare ciò che c'è stato senza sentire il peso di ciò che non è andato come avrei voluto.
Ti ho dimenticato perché ti penso raramente, quando piove specialmente
ma in verità quasi mai
e non mi coglie più una nostalgia improvvisa tutte le volte che mi accorgo che non ci sei
tranne qualche volta che mi metto a pensare che qualcuno può essere tutto ciò che hai e poi ad un tratto sparire
e non c'è niente che tu possa fare
ecco, in quel caso tremo un po'.
Ti ho dimenticato perché vedo altre persone senza vederti dentro di loro, perché se inciampo per sbaglio su una nostra foto nella galleria del cellulare mi vien solo da pensare che è proprio bello l'amore, prima di sapere che ti farà male
e quasi sorrido, piuttosto che diventare triste
quasi ti ringrazio
per tutto ciò che mi hai dato senza chiedere niente in cambio.
Ti ho dimenticato perché se mi ritorni in mente non sono senza fiato,
perché quando parlo di te non ho più mal di stomaco
e perché sto bene così
ma credo che dimenticare qualcuno e smettere di amare siano due cose profondamente diverse
perché io t'ho dimenticato nel senso che non fai più parte della mia vita e l'ho accettato,
ma amo ancora te tipo nella parte più profonda di me, dove nessuno può guardare e manco io, alla fine
dove mi manchi sempre
dove esisti solo tu
però non fai più male.
Marzia Sicignano
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C’è un momento in cui il silenzio non è solo una scelta, ma una necessità. È quel punto in cui le parole non bastano più, in cui ogni spiegazione sembra inutile, in cui ogni tentativo di aggiustare qualcosa che si è spezzato finisce per fare più male che bene. Sto in silenzio, ma non perché sono debole. Non perché mi manchi il coraggio di dire quello che penso. Sto in silenzio perché dentro di me c’è un caos che non posso più ignorare, e l’unico modo per non affondare è smettere di cercare negli altri ciò che non troverò mai.
Mi sono sempre definita forte, quella che c’era per tutti, che trovava una soluzione anche quando sembrava impossibile. Quella che dava tutto senza chiedere nulla in cambio, che metteva il cuore davanti a ogni cosa. Eppure, eccomi qui, con un vuoto dentro che non so più colmare, con un silenzio che pesa più di qualsiasi parola non detta.
Non è facile accettare che le persone a cui tenevi di più possano essere quelle che ti deludono nel modo più profondo. Non è facile realizzare che chi pensavi fosse un porto sicuro era, in realtà, una tempesta mascherata da calma. Le delusioni non arrivano mai da chi non conta niente per te. Arrivano da chi hai lasciato entrare nel cuore, da chi credevi fosse diverso.
Sto in silenzio perché non ho più energie per spiegare, per giustificare, per lottare contro un muro di indifferenza. Non voglio più cercare attenzioni da chi non ha mai davvero voluto esserci, né provare a far capire il mio dolore a chi non lo ha mai preso sul serio. Il silenzio è il mio modo di proteggermi, di mettere un confine tra me e chi non merita più di attraversarlo.
Ci sono state notti in cui mi sono chiesta cosa avessi sbagliato. Dove fosse il problema. Se ero io quella “troppo sensibile”, “troppo esigente”, o semplicemente “troppo”. Mi sono data mille colpe, ho cercato di cambiare, di migliorarmi, di adattarmi a persone che non avrebbero mai fatto lo stesso per me. E sai cosa ho capito? Che il problema non ero io. Era il fatto che cercavo in loro qualcosa che non potevano darmi.
Le amicizie vere, quelle che ti toccano l’anima, non ti fanno sentire un peso, non ti fanno dubitare del tuo valore. Non ti fanno sentire sola, anche quando sei circondata da gente. Ma io mi sono sentita così, troppe volte. Ho provato a ignorarlo, a fingere che non fosse importante, ma la verità è che non riesco più a far finta di niente.
Sto in silenzio perché non so più chi ho accanto, chi è lì per davvero e chi è lì solo per convenienza o abitudine. Non so più distinguere chi mi ama da chi mi tollera. E questo dubbio mi uccide. Mi spegne. Mi fa sentire come se stessi vivendo in un loop infinito, in cui do tutto e ricevo solo briciole in cambio.
E sì, mi allontano. Mi allontano non perché non mi importi, ma perché mi importa troppo. Mi allontano perché non so più come gestire tutto questo, perché il peso di questa delusione è troppo grande da portare da sola. Mi allontano perché ho bisogno di spazio, di tempo, di silenzio per ritrovare me stessa, per capire chi merita davvero di stare nella mia vita.
Non è rabbia quella che provo, né rancore. È qualcosa di molto più profondo, più silenzioso. È rassegnazione. È la consapevolezza che alcune persone non cambieranno mai, che non importa quanto tu le ami o quanto tu ti impegni per loro: non saranno mai in grado di darti ciò di cui hai bisogno.
E io non voglio più accontentarmi. Non voglio più scusare comportamenti che mi fanno male, né accettare mezze verità o promesse vuote. Ma, allo stesso tempo, non so nemmeno più fidarmi. Ogni parola sembra vuota, ogni gesto sembra avere un secondo fine.
Mi guardo intorno e vedo solo ombre. Ombre di quello che pensavo fosse vero, di quello che pensavo fosse importante. Mi chiedo se riuscirò mai a fidarmi di nuovo, se ci sarà mai qualcuno che non mi faccia sentire così. Ma la verità è che non lo so.
Non riesco a vedere una via d’uscita da questo dolore. Non riesco a immaginare un futuro in cui il peso di queste delusioni non mi segua come un’ombra. E forse, per ora, va bene così. Forse il silenzio è l’unico rifugio che mi resta. Ma non chiedetemi di fidarmi di nuovo. Non chiedetemi di aprire il cuore a qualcun altro. Perché quel cuore, ora, è stanco. E non so se sarà mai più lo stesso.
Anonimo🖤
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Mi sento spaesata e angosciata. Chi ti pensa durante le festività ti fa capire chi ti vuole bene davvero e chi no.
Sembra una cosa da niente ma non ricevere spontaneamente auguri mi ha fatta sentire una nullità. Mi illudo che mi vogliano bene ma poi mi rendo conto che non è così, sono invisibile.
Adesso che sto cercando di essere brutalmente onesta con me stessa mi sento fredda, come se fosse arrivata una ventata gelida invernale in fondo al mio cuore. Se ci sono o meno alle persone non importa, non ho lasciato nulla evidentemente a chi ho voluto bene. E io che invece non dimentico mai niente di nessuno...
È un periodo davvero buio e difficile della mia vita, stanno riemergendo troppe paranoie che pensavo di aver lasciato perdere anni fa ma che ora mi stanno colpendo duramente. Come se fosse tutto vero.
Sto male, tanto male.
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