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Schadows Shadow - Eine Ausstellung im Stadtmuseum - präsentiert in Kooperation mit „Da sind sie ja! unsere Künstler in ihren Straßen Vernissage am 09.12.2022. Bis 08.01.2023 Foto 1: Wilhelm Schadow: Sophie von Schadow, 1833, Privatbesitz Foto 2: Anita, Foto: Eva Sauer 2022 . . . @stadtmuseumduesseldorf #wilhelmvonschadow #vonschadow #wilhelmschadow #düsseldorfermalerschule #düsseldorfschool #stadtmuseumdüsseldorf #museumspädagogik #kunstundkinder #kinderundkunst #dusseldorf #duesseldorf #stadtmuseumduesseldorf #stadtmuseumdüsseldorf #ausstellung #kunstindüsseldorf #SchadowsShadow #DasindsiejaunsereKünstlerinihrenStraßen #tableauxvivants #schadowstraße #malerschule #kunstakademiedüsseldorf #kunstakademie #schadow #kunst #malerei #religion #katholizismus #düsseldorf #ddorf (hier: Stadtmuseum Düsseldorf) https://www.instagram.com/p/Cl5wN2QIhVW/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Tableaux Vivants Through Ryan Schude's Narrative Lens
Tableaux Vivants, translated from French as "living pictures," stand as captivating narratives frozen in time. Renowned photographer Ryan Schude adeptly employs this art form, weaving intricate tales within single images. Each tableau invites viewers to unravel the subtle motivations behind the characters' actions, often leaving them to address ambiguous scenarios.
Plaskett Ridge, 2014
Summer Camp, with Lauren Randolph, 2012
Vous, with Lauren Randolph, 2012
Red House, with Justin Bettman, 2012
In Schude's compositions, every detail is meticulously crafted, from the elaborate set designs to the carefully chosen costumes and lighting. Each element plays a pivotal role in constructing narratives that transcend the confines of the frame, inviting viewers into a world where stories unfold with depth and emotion.
Toaster, 2010
After Party, 2010
Carol Lynn Black, 2009
Promised Land, 2010
Inspired by his personal experiences, Schude's photographs delve into the complexities of familial dynamics. These images center around Nicole, Ryan's sister, as she navigates the challenges of single motherhood following her divorce. Blurring the lines between fiction and reality, these works encapsulate semi-fictional, semi-real stories, marking the beginning of this creative journey for Ryan.
At The Inn, 2011
Pond, 2009
Nest, 2009
Treehouse, 2014
Through his use of tableaux vivants, Schude invites viewers into a realm where the visual narrative reigns supreme. Each photograph serves as a testament to the enduring power of storytelling through imagery, captivating audiences with its richness and depth. As Schude continues to explore the boundaries of this art form, his work stands as a poignant reminder of the timeless allure of narrative photography with the unlikely use of tableaux vivants.
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🔸 Caption: “Reconciliation” ca. 1891, Ann Arbor, MI. Via the Library of Congress. In the nineteenth century in Britain and the United States, tableaux vivants (“living pictures”) were the wildly popular form of pageantry and theatre wherein all sorts of folks dressed up as figures from art and literature — and by “dress up,” I mean mostly undress — on the stage or at house parties. In James H. Head’s Home Pastimes: or tableaux vivants, published in the U.S. in 1860, he writes loftily, “Art should not be confined entirely to the studio of the artist. Her presence should embellish every home; her spirit should animate every mind.” Tableaux were supposed to allow mass access to high culture; therefore, middle-class young women, usually the most policed for propriety, could make a claim to virtue while also performing seduction. #tableauxvivants #victorianchaps #oldphoto #goodolddays #vintage #portrait #victorian #retro #1890s #fashion #beauty #nostalgia #pastlives #history https://www.instagram.com/p/CkSxPaDgO5_/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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L’arte dei tableaux vivants. Luigi Ontani e il kitsch che diventa sublime.
Tenere un blog aperto in questi giorni è diventata cosa difficile. Dopo l’euforia dei primi quindici giorni, non so cosa sia successo... Probabilmente, quella che doveva essere una settimana di relax è diventato un mese di inferno. Lontani da tutto e da tutti, l’unico contatto con il mondo esterno è dato dai social network. I cari vecchi social, luogo di ingegno e di tuttologia. Tra una lite e l’altra, teorie complottiste e generi diversi di argomenti, ho notato, però una cosa molto particolare. Sono in molti quelli che si adoperano nella pratica dei tableaux vivants. Sono certo che molti si staranno chiedendo, “che diavolo fanno questi sui social? Quale pratica oscura e malsana sarà mai questa?” In realtà con il termine francese tableaux vivants si indicano i “quadri viventi”, o, in arte, descrive uno o più attori o modelli d'artista opportunamente mascherati a rappresentare una scena come in un quadro vivente.Per tutta la durata della "visione", le persone non parlano e non si muovono. L'approccio si sposa così con le forme d'arte del palcoscenico con quelli di pittura o della fotografia. Il più recente periodo di massimo splendore del tableau vivant è stato il XIX secolo. Insomma è l’arte visiva che si fa spettacolo.
Quella che oggi è diventata una sorta di moda che è esplosa sui social e che coinvolge tutti, anche solo per un momento di svago, in realtà è stata una delle massime forme espressive di uno dei più grandi artisti del ‘900, vale a dire quel mostro sacro di Luigi Ontani.
Classe 1943, Ontani è un artista assolutamente poliedrico, (viene infatti classificato come pittore, scultore e fotografo), nonché uno dei massimi esponenti della body art italiana.
Dopo aver studiato all'Accademia di belle arti di Bologna inizia la carriera artistica negli anni settanta, cominciando a farsi notare per i suoi "tableaux vivants". In pratica delle performance filmate e fotografate, in cui Ontani si presenta mascherato in vari modi: da Pinocchio a Dante, da San Sebastiano a Bacco. È una pratica di azionismo che sfiora il kitsch, e mette il narcisismo personale ad un livello superiore. Nel corso della sua lunga attività Ontani ha espresso la sua creatività e poetica attraverso l'uso di molte tecniche assai eterogenee tra loro: dagli oggetti pleonastici (1965-69) elementi in scagliola alla "stanza delle similitudini" costituita da elementi ritagliati in cartone ondulato. Ha spesso anticipato l'uso di tecniche in seguito adottate da altri artisti, i primi video super 8 in bianco e nero sono stati girati dal 1969 al 1972. Con l'opera "Ange Infidele" del 1968 Ontani inizia il suo approccio con la fotografia. Fin dall'inizio le opere fotografiche si contraddistinguono per alcuni elementi caratteristici: il soggetto è sempre l'artista che ricorre al proprio corpo e al proprio volto per impersonificare temi storici, mitologici, letterari e popolari; il formato scelto solitamente è quello della miniatura o della gigantografia, e ogni opera è considerata unica. dalla fine degli anni sessanta si susseguono "Teofania" 1969, "Fantome", "San Sebastiano nel bosco di calvenzano, d'apres Guido Reni", "Tentazione", "Meditazione, d'apres de la Tour", "Bacchino" (1970) tell il giovane, "Raffaello" "Dante" "Pinocchio" (1972), Lapsus Lupus e il dittico "EvAdamo" (1973) "Leda e il Cigno" (1974), i grilli e i tappeti volanti cui seguiranno altri apres, il primo ciclo indiano "En route vers l'Inde, d'apres Pierre Loti". Le prime opere fotografiche anticipano un fenomeno che vedrà diffusione a partire dagli anni ottanta. Contemporaneamente alle prime opere fotografiche Ontani comincia ad eseguire i primi "Tableaux vivant"; al 1969 al 1989 l'artista ha realizzato circa 30 tableaux vivant anche in questo caso anticipando le cosiddette installazioni multimediali, molto diffuse a partire dagli anni novanta, che si basano sulla commistione di varie tecnologie.
Con lo stesso atteggiamento ha realizzato opere di cartapesta, vetro, il legno (numerosissime le maschere realizzate soprattutto a Bali in legno di Pule), più raramente è ricorso al bronzo, al marmo e alla stoffa mentre molto cospicua è la sua opera in ceramica frutto del sodalizio soprattutto con la Bottega Gatti di Faenza e con Venera Finocchiaro a Roma e il laboratorio terraviva di Vietri, particolarmente rinomate le maschere pineali, le "Ermestetiche" e le ultime grandi opere quali "GaneshaMusa", "NapoleonCentaurOntano". Molto interessante la sperimentazione con la tecnica del mosaico elaborata con il mosaicista Costantino Buccolieri nell'esecuzione del grande pannello musivo presso la Stazione Materdei della Metropolitana di Napoli. In tutte queste circostanze Ontani ricorre alla tecnica non come un fine in sé, ma in quanto occasione per sperimentare nuove possibilità e formulare nuove variazioni sui temi e i soggetti che più gli interessano: il proprio viaggio "transtorico" attraverso il mito, la maschera, il simbolo e la rappresentazione iconografica. Ha esposto nei principali musei e gallerie del mondo dal Guggenheim al Centre Pompidou, dal Frankfurt Kustverein al Reina Sofia,ha partecipato ad un numero impressionante di biennali da Venezia a Sidney a Lione. Recentemente ha avuto due retrospettive al Ps1/MoMA di New York (2001) e allo SMAK di Ghent (2003-2004). Numerosissimi i libri d'artista e le monografie tra cui "Luigi Ontani. OntanElegia" Allemandi 2004 a cura di Alessandra Galasso e Giulio di Gropello. Nel 2018, la Galleria Giovanni Bonelli di Pietrasanta, in Toscana, presenta una retrospettiva di 30 opere dell’artista di Vergato.
Ontani ha prestato un volto e un corpo (i suoi) a personaggi che spesso appartengono al mito, alle favole, al folklore. Sono figure senza tempo, senza luogo e senza fisionomia e a volte anche senza sesso. Ontani ne ha indossato la maschera, ne ha ripercorso la storia, ha conferito loro sostanza e, quando è stato necessario, ha dato unità agli opposti sovrapponendoli o compenetrandoli.
Gladioli tentazioni (1972) è uno dei primi tableau vivant realizzato dall’artista, una stampa fotografica a colori a grandezza naturale. Sono gli anni in cui Ontani inizia il suo viaggio metaforico all’interno di tutte le identità possibili, confrontandosi principalmente con una serie di referenti cari alla mitologia e alla storia dell’arte, come i famosi d’après da Guido Reni (San Sebastiano, Ippomeneo, San Giovannino). Il titolo dell’opera, gioca con la simbologia legata al gladiolo, fiore il cui nome deriva dal latino gladiolum, “piccola spada”, per la morfologia delle sue foglie, sottili e allungate, somigliante all’arma utilizzata dai legionari romani: il “gladio”. È probabilmente per assonanza con l’etimologia, che regalare fiori di gladiolo equivale a dichiarare di essere stati colpiti, sebbene in maniera ambivalente: feriti oppure trafitti al cuore da un’insopprimibile infatuazione. Ed è a quest’ultima accezione che l’artista sembra voler ironicamente alludere, emergendo dall’oscurità, bloccato in una posizione di contrappunto, le pudenda occultate da un fascio di gladioli, pronto ad essere brandito, per mostrare l’artista, finalmente, in tutta la sua eroica nudità. L’opera è la prima di Ontani con cui sono entrato in contatto ed è presente nella collezione del museo MADRE di Napoli.
Altra opera che ho avuto modo di vedere più volte al MUSMA di Matera, che però non fa parte dei tableaux vivants ma di fortissimo impatto, ovvero IndiSiam OrientAle, del 2007. L’opera rientra nel ciclo degli oggetti pleonastici. Un paio di scarpette in ceramica policroma con oro zecchino tipico della produzione artistica di Luigi Ontani. Come si evince dal titolo si tratta di un paio di scarpette di foggia orientale abbondantemente dorate e con riportato il volto di Ontani sul gambetto.
Il genio di Luigi Ontani, in conclusione, si è rivelato utilissimo come passatempo per questa quarantena. Credo sia doveroso affermare, anche in questo caso, che siamo tutti un po ontani, e nello stesso tempo tutti in debito con lui.
Valerio Vitale
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This is ART.
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@fondazionediana "Grande successo ad Aversa per i #tableauxvivants di #caravaggio la Compagnia #ludovicarambelli #malatheatre incanta oltre 600 persone" l'articolo completo su: https://goo.gl/Vpxhrx (em Vila São Luís) https://www.instagram.com/p/CTZ4xS2HUjw/?utm_medium=tumblr
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Continuum #timespace #continuum #tunnel #pavilion #autumnvibes🍁 #foliage #framing #harmonics #perspective #tableauxvivants (at Palatul Stirbey Buftea) https://www.instagram.com/p/CGf6K8RJIZ2/?igshid=1psr3oz9cug88
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Things I know would look dreamy on me. #tableauxvivants #leatherbunny #nudecolours https://www.instagram.com/p/CASGzYDnKKA/?igshid=1beme0i8kfut1
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myself with Anggy @maisonanggyhaif image of my photo performance produced for the 500th Birthday of the german rennaissance painter Lucas Cranach for the country of Saxony-Anhalt. The tableaux vivant inspired by Lucas Cranachs painting is a mixtures between the Old and the Modern, the Past and the Future , rennaissance and Fashion of today transported by the modern technics of life performance , photo and film. the question is :who is in the image Hercules and who is Omphale??? #lucascranach #genderequality #genderroles #luthergedenkstaetten #dubistfrei #manonbursian #wittenberg #venicebiennale #tableauxvivants #artandfashion you can see more under http://www.irisbrosch-art.com/#/hercules/ https://www.instagram.com/p/B490RK-IpAP/?igshid=16kwiibdzh7j
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This past weekend I was fortunate enough to have a showing at the Dr. Phillips Center, with an amazing group of people. We worked on American Gothic and I couldn't be happier with the end result. All the long hours stretching such a large canvas, painting the canvas, helping with costuming, building set dressings were all worth it in he end! The performance came out amazingly, I'm so proud of all of our hard work. #drphillipsperformingartscenter #tableaux #ucfcelebratesthearts #ucf #art #artmajor #performance #tableauxvivants #groupproject #mylife (at Dr. Phillips Center for the Performing Arts)
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Adad Hannah gets people to pose, riffing on canonical artworks in surprising ways. The endurance of holding a pose often plays a part. In this piece, he plays with Muybridge’s famous photographs capturing motion (a precursor to movies). Amusingly, there are figures wearing black, holding up the main participants here— so the can make movement into a static pose! Cracks me up. • • #exhibitions #contemporaryart #tableauxvivant #muybridge #photography #canadianart #adadhannah (at Kitchener-Waterloo Art Gallery) https://www.instagram.com/p/B5x0vFugAkn/?igshid=1l388olbv7jmx
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