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primepaginequotidiani · 9 months ago
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PRIMA PAGINA La Repubblica di Oggi venerdì, 26 luglio 2024
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Strumentazioni:
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Se non fosse palesemente ammuffita questa collana sull'astronomia del 1984 me la terrei volentieri e invece appena la finirò di consultare proverò a venderla al mercatino... Intanto mi faccio una cultura e prendo appunti 🪐
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mebtlog · 1 year ago
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ZEYNEPMETİN - PLATİN
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Rigenera la Tua Bellezza con il Trapianto di Capelli in Turchia: Zeynep Metin
Nel mondo della bellezza e del benessere, il trapianto di capelli turchia una soluzione innovativa per coloro che desiderano riguadagnare fiducia e vitalità. In Turchia, il trapianto di capelli è diventato una pratica rinomata, grazie ai suoi elevati standard di qualità e alla sua esperienza medica avanzata. In questo contesto, lo Studio Zeynep Metin si distingue come una destinazione di eccellenza per il trapianto di capelli, offrendo soluzioni personalizzate e risultati duraturi.
Esperienza e Professionalità:
Lo Studio Zeynep Metin vanta un team di esperti chirurghi e tecnici altamente qualificati, dedicati a fornire trattamenti di trapianto di capelli di altissima qualità. Con anni di esperienza nel settore e una vasta conoscenza delle più recenti tecniche e tecnologie, lo studio offre un approccio personalizzato a ogni paziente, garantendo risultati naturali e soddisfacenti.
Tecnologie All'avanguardia:
Lo Studio Zeynep metin si impegna a utilizzare solo le più avanzate tecnologie e strumentazioni nel campo del trapianto di capelli. Dalle tecniche di trapianto FUE (Follicular Unit Extraction) alle innovazioni nel campo della rigenerazione cellulare, lo studio adotta approcci all'avanguardia per garantire trattamenti sicuri, efficaci e confortevoli.
Accoglienza e Cura Personalizzata:
Presso lo Studio Zeynep Metin, ogni paziente è accolto con calore e attenzione, ricevendo un trattamento personalizzato e una cura individuale. Dal primo consulto alla fase post-operatoria, lo studio si impegna a fornire un'assistenza completa e un supporto costante, garantendo un'esperienza piacevole e soddisfacente per ogni paziente.
Se stai cercando una soluzione affidabile e professionale per il trapianto di capelli in Turchia, lo Studio Zeynep Metin rappresenta la scelta ideale. Con il suo team esperto, le tecnologie all'avanguardia e l'approccio personalizzato, lo studio offre risultati eccellenti e un'esperienza senza pari per ogni paziente. Scopri di più sul trapianto di capelli in Turchia presso lo Studio Zeynep Metin visitando il loro sito web all'indirizzo ZeynepMetin.com/it/ e prendi il primo passo verso una nuova fiducia e bellezza.
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palmiz · 5 months ago
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La realtà è questa :
"CONVERSANDO DI SCIE (su Trento Strana, pagina Fb di qui, finche’ non ci buttano fuori...)
Primo interlocutore:
“ok, e le tue osservazioni hanno un qualche fondamento scientifico?
Non dico un dottorato in fisica o in ingegneria aerospaziale, ma quantomeno sono supportate da fonti certificate?”
“Ti invito a dare una vigorosa rispolverata a cosa sia il METODO SCIENTIFICO.
L'OSSERVAZIONE (documentata fotograficamente nel caso specifico) sta a monte di qualsiasi certificazione. E' la BASE del percorso di conoscenza scientifica.
A seguire (se possibile) c'e' la misura (per dettagliare ed approfondire l'analisi) che pero' richiede strumentazioni alla portata soltanto della Casta Scientifica e quindi condizionata. Se vedo che una biglia rotola non ho bisogno che Galileo Galilei mi certifichi che la biglia rotola. Se vedo che una mela cade non ho bisogno che Isaac Newton mi certifichi che la mela cade. Se vedo che il cielo da due anni e' in queste condizioni e non lo e' mai stato prima non ho bisogno che qualcuno me lo certifichi!
Altra cosa e' formulare delle spiegazioni. Se lo faccio specifico con chiarezza che non sto piu' facendo osservazioni ma che sto facendo ipotesi.
La "cultura della certificazione" e' il capolavoro del Sistema di Potere che VUOLE TOGLIERCI PERSINO IL DIRITTO DI AUTOCERTIFICARE LE EVIDENZE.
In questo modo la realta' che dovremmo accettare sara' quella costruita artificialmente e messa davanti ai nostri occhi dal nuovo Clero degli Esperti”.
Federico
Vogliono creare automi che non si fidino neppure piu’ dei propri occhi.
Neuro/invertebrati belanti che abbiano bisogno che gli si confermino le Evidenze, che gli si certifichi l’Ovvio!
Se un giorno vedrai un Sole verde esso non sara’ davvero verde finche’ la Casta degli Esperti non te lo confermera’.
Esattamente quel che ha fatto la Corte Costituzionale ��interpretando” la Carta come doveva essere interpretata..."
Federico per gli Argonauti
p.s Per la cronaca il post da cui il dialogo sopra e’ stato appena rimosso!
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diceriadelluntore · 2 years ago
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Storia Di Musica #292 - The Jesus And Mary Chain, Psychocandy, 1985
La Scozia è patria di cose meravigliose: il single malt, il tweed, il mostro di Lochness e nella Glasgow enigmatica e pazza degli anni '80 di un duo di fratelli che mettono su una band che, nel modo apparentemente più facile del mondo, cambia in parte la storia del rock. William e Jim Reid sono dell'East Kilbride, la periferia desolata della città, ma sanno suonare di base la chitarra. Sono di poche parole, ma un giorno William, leggenda vuole mentre legge un annuncio sulla confezione del latte (usanza molto comune nei paesi anglosassoni) metta insieme, senza un motivo apparente, le parole Jesus, Mary e Chain: The Jesus And Mary Chain. Non c'è nessuna correlazione religiosa o ideologica, e dopo un po' di tentennamenti, riconoscono che suona bene e non ha nessun riferimento ad altre band. Poche settimane dopo trovano un batterista, Murray Dalglish e un bassista, Douglas Hart. Autoproducono il primo brano, Upside Down, che racchiude tutta la pazzia semplice ma destabilizzante della loro musica: pochi accordi semplicissimi, testi basici e spesso no-sense, ma costruiti su un muro di effetti di chitarra, tra fuzz, distorsioni, feedback che le rende stranianti ma straordinariamente affascinanti. E poi aggiungono le loro esibizioni: sin dai primi concerti, brevissimi (a volte un quarto d'ora appena) dove al pubblico, all'inizio poche decine di spettatori, viene sparata in faccia una montagna di suono distorto, a tratti disturbante, che copre le poche parole dei loro testi. A ciò si aggiunge lo spirito selvaggio dei fratelli Reid, che suonano spalle agli spettatori, e che spesso sfasciano gli strumenti a fine esibizione. Tutto questo rende i loro concerti i luoghi perfetti per una rissa, e a tal riguardo "memorabile" il loro concerto del il 15 marzo 1985, durante l'esibizione al North London Polytechnic, crisi fomentata anche dall'esibizione del gruppo precedente, i Meat Whiplash, i quali non contenti del "calore umano" degli spettatori lanciarono una bottiglia tra il pubblico: mentre salivano sul palco i nostri, la rissa era già cominciata, in un locale molto sovraffollato rispetto alla capienza ufficiale, con risultato finale che la strumentazioni del locale fu distrutta dagli esagitati, 4 feriti, 60 contusi, centinaia di denunce e la stampa che garrula scrisse che la band poteva cambiare nome in The Jesus And Mary Chain Riot. Prima di quella esibizioni, con il fiuto dell'esperto, erano già stati messi sotto contratto da Alan McGee, il fondatore dell'etichetta Creation, e specialista nel trovare nuovi talenti musicali. McGee nel 1984 ripubblica Upside Down, con b side Vegetable Man (una cover di Syd Barret) che va nella leggendaria classifica di John Peel sui 50 brani più interessanti dell'anno, la Festive Fifthy, al numero 37. I nostri di fatto inventano il noisy pop. Rivoltando un motivetto alla Ramones con sullo sfondo, come i leggendari muri sonori spectioriani, fischi artificiali, distorsioni, feedback. Psychocandy, nel 1985, prodotto dalla stessa band, ne è l'apoteosi. Una volta lessi, non ricordo più dove, che questo disco era una combinazione perfetta tra dolcezza e dolore, come se un miele all'inizio dolce dia emorragie ai padiglioni auricolari. Unendo in un mondo parallelo il punk, che già sembrava morto, con la musica industriale degli Einstürzende Neubauten, il pop più leggero, con la decadenza drammatica e la potenza dei Velvet Undergound e degli Stooges, il disco è una pietra miliare di 38 minuti.
Il disco sfoderò tre singoli: Never Understand, singolo dell'anno 1985 per il New Musical Express, che è la canzone definitiva su cosa si possa fare con i feedback; You Trip Me Up, con meraviglioso video musicale filmato nell'Algarve portoghese, è invece una cascata di distorsioni; Just Like Honey è l'archetipo della loro musica, una ballata conturbante (I'll be your plastic toy\For you\Eating up the scum\Is the hardest thing for\Me to do\Just like honey) con la seconda voce di Karen Parker, rimane una delle ballate degli anni '80, e fu usata con successo da Sofia Coppola nel finale di Lost In Translation, e successivamente in altri film, serie tv, pubblicità. Taste The Floor, le incredibili It's So Hard (dalle atmosfere Joy Division), In A Hole (apocalittica), la desolante Inside Me stridono quando si danno alle ballate pop, nelle splendide The Hardest Walk e nell'altrettanto magica Sowing Seeds oppure nel quasi omaggio alle canzoni-racconti di Lou Reed nella magica Cut Dead. Alla batteria, al posto di Dalglish, secondo la leggenda suonando in piedi come Mo Tucker dei VU, c'è Bobby Gillespie, affascinato dalla formula magica dei fratelli Reid, che però se ne andrà subito, a fondare un'altra perla della musica di quegli anni, i Primal Scream.
Ritorneranno, dopo la furia nichilista, nel 1987. con Darklands. Il rumore, che molti ascoltando Psychocandy pensavano fosse dovuto ad un vinile danneggiato, o alla puntina del giradischi difettosa, se ne è andato, e rimane l'atmosfera di pop decadente di base: il cambio è quasi storico, ma la classe dei fratelli rimane in acquerelli malinconici di cieli primaverili (April Skies), nella gioia quando piove che a Glasgow dovrebbe essere diffusa (Happy When It Rains, singolo di successo). Darklands va meglio in classifica di Psychocandy, che rimane nel cuore dei fan e sarà il seme da cui, qualche anno dopo, nascerà un altro fiore meraviglioso e rumoroso, lo shoegaze dei My Bloody Valentine di Kevin Shields (altra scoperta di McGee). Diventeranno entrambi un simbolo di una gioventù alienata e ribelle, che ne cantava miserie e splendori, in una sorta di tentativo di comunicare la dolcezza impacchettata nel filo spinato. Un disco da ascoltare per capire un periodo, e una parte di quello che succederà dopo.
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crazy-so-na-sega · 2 years ago
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Il primo “pilastro” riguarda la trasformazione fisica degli ambienti di apprendimento (100.000 aule) grazie a una forzata iniezione di tecnologia di ultima generazione: device informatici personalizzati, schermi multifunzione, intelligenza artificiale, realtà aumentata, stampanti 3D, ecc. È il cespite più consistente dell’iniziativa: circa i ¾ degli investimenti previsti. Entro Natale 2022 tutte le scuole sono state “caldamente invitate” dal Ministero a fare incetta di strumentazioni high tech per il massimo degli stanziamenti virtuali disponibili (cioè a contribuire sconsideratamente al Debito pubblico), indipendentemente dalle dotazioni pregresse, dalla reale capacità di fruizione delle nuove, dalla loro utilità per il tipo di scuola, ecc. Il resto dei finanziamenti servirà per “smontare” le aule tradizionali e riqualificarne l’apertura al mondo attraverso banchi a rotelle, aule-laboratorio, ambienti virtuali, ecc. L’approccio generale sarà work based learning e gli spazi scolastici dovranno essere disegnati “come un continuum fra la scuola e il mondo del lavoro”.
la Scuola sarà svilita a componente della riforma del lavoro, sollevando le aziende dall’onere di selezionare e formare il proprio personale. La riforma introduce infatti nella Scuola superiore di primo e secondo grado due nuove figure di insegnanti (la seconda grande novità): il docente Orientatore e il docente Tutor. Con compiti, l’uno, di aiutare lo studente nella scelta precoce della futura professione e, l’altro, di consigliarlo nei percorsi di apprendimento liberi ad essa più adeguati. Nella nuova Scuola, infatti, non tutti studieranno ancora le stesse materie o nello stesso modo, ma ciascuno studente seguirà un iter di apprendimento personalizzato volto a fargli conseguire le conoscenze e le abilità specifiche per la sua futura professione.
La difesa del merito – di studenti e insegnanti – è in effetti il terzo pilastro della riforma, come del resto propagandisticamente annunciato dal Governo Meloni fin dal nuovo nome del Ministero dell’Istruzione, divenuto pure “del Merito”. Si tratta della pretesa non nuova di misurare la capacità didattica dei docenti, fingendo di non sapere che ad insegnare si arriva vincendo concorsi per titoli ed esami. In realtà, è fin troppo chiaro quale siano le vere finalità di questo sbandierato progetto di valorizzazione del merito. In primo luogo, acquisire un’arma di ricatto contro quella libertà professionale dei docenti (art. 33 Cost.), che nel quadro attuale costituisce un ostacolo insormontabile alla rimodulazione indotta del loro insegnamento. Alla condizione di assoggettamento etico e professionale degli insegnanti cui mira la riforma si arriverà probabilmente correlando al merito lo stipendio, il punteggio interno alla scuola e quello esterno per i trasferimenti. In secondo luogo, spingere gli insegnanti a divenire organici alla riforma stessa: con quelli “contrastivi” relegati in fondo alla graduatoria, essere docenti “meritevoli” significherà né più né meno che assecondare in modo acritico la visione sociopedagogica che essa sottende.
Le finalità umanistiche e “liberali” dei tradizionali curricoli scolastici lasceranno il posto a quelle utilitaristiche della formazione tecnologica, funzionale alla creazione di un vasto proletariato di nuova concezione. Anche gli insegnanti dovranno adeguarsi ai tempi, adattando la loro didattica agli strumenti e alle finalità delle nuove onnipresenti tecnologie informatiche, secondo i voleri insindacabili dell’UE (vedi Quadro di riferimento europeo per le competenze digitali dei docenti, il “DigCompEdu”). Inseriti in un sistema europeo di riconoscimento delle competenze digitali, saranno valutati (e domani stipendiati) secondo una precisa scala di bravura, con tanto di titolo distintivo: A1) Novizio; A2) Esploratore; B1) Sperimentatore; B2) Esperto; C1) Leader; C2) Pioniere. In altre parole, non saranno più riconosciuti come professionisti tutti ugualmente “sapienti” nelle loro rispettive materie, ma incardinati in una gerarchia di valore (e di diritti) di natura prettamente tecnica, che confonde i fini del loro lavoro con gli strumenti utilizzati per conseguirli. Ci chiediamo: valeva la pena percorrere tutto il cerchio dell’ideale democratico per tornare al “MinCulPop”, ai Balilla e ai Lupetti da cui proveniamo?  –  E allora vogliamo pure i Colonnelli!
-Marco Bonsanto, insegnante di Storia e Filosofia
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p.s: testata che si dichiara "ostinatamente laica, dissidente e di sinistra". Lo sconquasso basilare, eppure silenzio.
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pier-carlo-universe · 6 days ago
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Logista Pharma: accordo con Copag SpA per potenziare l’attività di distribuzione farmaceutica nel settore ospedaliero
La partnership consolida la gestione di tutti i servizi di trasporto, distribuzione e consegna di farmaci, dispositivi medici e strumentazioni per sala operatoria alle strutture ospedaliere in Italia Roma, 3 aprile 2025  Logista, uno dei principali operatori logistici europei, rafforza la sua posizione nella distribuzione farmaceutica ospedaliera grazie alla partnership tra Copag e Logista…
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enkeynetwork · 1 month ago
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montagne-paesi-news · 1 month ago
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lospeakerscorner · 2 months ago
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Da Galilei a Darwin
Si discute, in forma divulgativa, delle grandi scoperte della scienza partendo da Galileo Galilei e Charles Darwin Come ha avuto inizio la grande avventura scientifica moderna relativa alla scoperta e allo studio dei corpi celesti e del cosmo? Come le strumentazioni di secoli fa siano i progenitori delle innovative tecnologie con cui oggi si osserva lo spazio? Questi i temi al centro…
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strepitio · 3 months ago
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musica da un'altra stanza
Un volo a trela cautela solida e puramente anagrafica un affronto al gelo e alla stanchezzapronunciato con l’equilibrio della pianta che io sonoovunque vi sia necessità.Radicata e salda.C’è un reparto della mia vitastrettamente analogico,dove impero al netto delle strumentazioni,strumentale al direzionamento dei miei passi.Nevica debolmente sul paesaggio scarico di coloricon le vaste porzioni di…
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gianlucacrugnola · 6 months ago
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The Replacements - Let It Be
Minneapolis a metà anni ottanta è una fucina di suoni ispirati, contaminati dal punk soprattutto nell’attitudine e le strumentazioni. La scena hardcore nel Minnesota annovera band seminali per quella che da lì a poco sarà la nuova versione della musica alternativa, Hüsker Dü, Soul Asylum e The Replacements di Paul Westerberg a loro volta influenzati dal rock del passato, in particolare…
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lenereidi · 7 months ago
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L’anima è la nostra vera natura, come essere spirituale che fa esperienza della vita attraverso un corpo. Quindi la dimensione fisica che possiamo percepire con i cinque sensi è solo una delle dimensioni di un universo multidimensionale, affiancata da altre dimensioni invisibili e non percepibili dai sensi, eppure importanti e influenti sulla nostra vita.
La stessa fisica quantistica riconosce l’esistenza di un lato invisibile del mondo, quindi non percepibile dai nostri sensi fisici e non rilevabile né misurabile dalle strumentazioni in nostro possesso. Esistono innumerevoli entità energetiche che non hanno massa fisica, eppure hanno vita propria e non sono soggette alle leggi della fisica ordinaria e ai limiti di spazio-tempo.
Del resto i nostri sensi sono capaci di percepire solo una parte limitata della realtà che li circonda e confinata alle quattro dimensioni di spazio, altezza, larghezza e tempo, ossia il contesto in cui l’energia si manifesta attraverso un corpo fisico.
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sardies · 7 months ago
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A Ozieri strumentazioni di ultima generazione per la lotta alle patologie neoplastiche
Da sinistra il dottor Giuseppe Carta, direttore SC chirurgia Ozieri, e il dottor Giuseppe Cherchi, dirigente medico della stessa SC Sassari. L’ospedale civile “Antonio Segni” di Ozieri è stato arricchito in questi giorni di un ecografo di ultimissima generazione, caratterizzato dalla presenza di una sonda endocavitaria ad indirizzo proctologico, capace di acquisire immagini bi e tridimensionali,…
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carmenvicinanza · 8 months ago
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Suzanne Ciani
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Suzanne Ciani, musicista e compositrice è una vera pioniera della musica elettronica.
Prima donna a usare il sintetizzatore, è stata la prima sound designer nel mondo delle pubblicità (suo il celebre suono della bottiglietta di Coca Cola che viene aperta e versata in un bicchiere) e anche la prima a comporre una colonna sonora per Hollywood, nel 1981. 
La sua è stata la prima voce femminile ascoltata in un gioco di flipper, lo Xenon, di cui ha realizzato gli effetti sonori.
Ha pubblicato oltre 20 album da solista, è stata nominata cinque volte ai Grammy Award e vinto diversi premi tra cui il Golden Globe. 
Nata in Indiana il 4 giugno 1946, ha iniziato a suonare il pianoforte e solfeggiare da autodidatta a soli sei anni.
Si è laureata al Wellesley College, dove è nato il suo interesse per la tecnologia. Ha conseguito un Master in Composizione musicale presso l’Università della California, Berkeley.
In quegli anni non veniva insegnata la musica elettronica e, andando a ricercare strumentazioni negli studi di registrazione, ha avuto modo di conoscere Don Buchla, uno dei fondatori della musica elettronica, con cui ha iniziato a lavorare saldando sintetizzatori. Ha trascorso i successivi dieci anni a esplorarne le possibilità e costruendone uno con diverse parti assemblate che ha chiamato Buchla, in onore del suo maestro.
Mentre provava a lavorare come ingegnera del suono, obiettivo praticamente irraggiungibile per una donna all’inizio degli anni Settanta, si è fatta un nome come compositrice di spot pubblicitari, il primo incarico è stato per Macy’s nel 1969. Successivamente ha realizzato installazioni sonore per mostre e spettacoli di danza, registrando pezzi sperimentali nel suo studio nel garage di casa.
Il suo album di esordio è stato Voices of Packaged Souls, del 1970, in collaborazione con lo scultore Harold Paris.
Nel 1974 è andata a vivere a New York, dove, in situazioni precarie e poco retribuite, collaborava con altre band e realizzava performance artistiche. Prima di vincere una borsa di studio del National Endowment for the Arts, era ospitata a casa di amici, ha dormito anche sul pavimento dello studio di registrazione di Philip Glass.
Col suo fedele strumento ha creato gli effetti sonori per Star Wars and Other Galactic Funk, versione disco della colonna sonora di Star Wars Episodio IV: Una nuova speranza, composto le colonne sonore del film sperimentale Rainbow’s Children del 1975 e i temi della Columbia Pictures��e della Columbia Pictures Television del 1976.
Con la sua società Ciani/Music ha prodotto un’infinità di jingle pubblicitari per colossi come Coca Cola, American Express, General Electric e Atari.
Ha dovuto sgomitare per affermarsi come musicista in un genere considerato ad appannaggio maschile. Una donna e un synth insieme rappresentavano una strana coppia. Si è così prodotta da sola il suo primo disco, Seven Waves che in Giappone, primo paese in cui è uscito, ha raggiunto il primo posto in classifica.
Il suo secondo album, del 1986 è stato The Velocity of Love. Due anni dopo, con Neverland, ha ottenuto la prima nomination ai Grammy Award.
Ha anche inciso un disco di musica classica, dal titolo Pianissimo, che è stato il suo album più venduto.
Nel 1992 le è stato diagnosticato un cancro al seno e ha deciso di trasferirsi in California, dove si è curata e si è appieno alla sua passione per la musica elettronica, abbandonando gli impegni da sound designer. Lì ha creato la sua  casa discografica, la Seventh Wave, con la quale ha pubblicato i suoi dischi.
Sulla sua vita e lavoro è stato girato il documentario A Life in Waves, del 2017.
Recentemente il suo lavoro è stato riscoperto e ha ricominciato a girare il mondo col suo Buchla, tra concerti di improvvisazione elettronica e pubblicazioni recenti e d’archivio.
Le sue esibizioni sono caratterizzate da elettricità, tridimensionalità e movimento. Tra onde trasmesse e percezioni condivise, una musicista e la sua macchina, esplicano forme d’arte ibride esplorate in una carriera lunghissima, densa di snodi, intuizioni e voli dell’anima.
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Ogni edificio con un sistema elettrico è soggetto al rischio di cortocircuiti. Per ridurre al minimo tale pericolo e garantire la sicurezza da scosse elettriche e incendi, è essenziale affidarsi a un pronto intervento di un elettricista autorizzato. La cambia del salvavita, la revisione dell’impianto elettrico civile, e la manutenzione degli impianti industriali sono tra i principali servizi offerti da noi. In caso di emergenza come un cortocircuito, i nostri tecnici qualificati sono pronti ad intervenire velocemente, individuando le anomalie e procedendo con le riparazioni necessarie. Utilizziamo strumentazioni avanzate, pezzi di ricambio di qualità e operiamo nel rispetto delle normative vigenti.
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