#storie d’epoca
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"Il Castello di Dragonwyck" di Anya Seton: Un romanzo tra mistero, amore e oscure verità. Recensione di Alessandria today
Un viaggio gotico nel cuore della Hudson Valley. Il romanzo "Il Castello di Dragonwyck" di Anya Seton è un’opera che cattura il lettore con la sua atmosfera gotica, i personaggi complessi e un’ambientazione che mescola romanticismo e mistero.
Un viaggio gotico nel cuore della Hudson Valley.Il romanzo “Il Castello di Dragonwyck” di Anya Seton è un’opera che cattura il lettore con la sua atmosfera gotica, i personaggi complessi e un’ambientazione che mescola romanticismo e mistero. Pubblicato per la prima volta nel 1944, questo classico della letteratura americana continua a incantare per la sua profondità narrativa e per il suo…
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Le cento città
Ognuno ha le sue prigioni, mentali, fisiche. Ognuno ci convive. Ma quando le pareti cominciano a restringersi, le facce diventano anonime. Quando lo specchio comincia a darti del tu, quando i marciapiedi ti provocano vertigini e la strada sembra il tuo tappeto rosso, metti insieme il tuo bagaglio. Riempilo di ricordi, speranze, parole, storie vissute e storie da vivere; riempilo di emozioni, musiche, liti, illusioni d’epoca, domande e risposte. Trovati un amico e comincia la condivisione, l’esplorazione. Vai a caso, lascia le tue lacrime sul cuscino, incontrati con la vita, scontrati con il dolore, ruba l’amore. Non avere una meta ma cento, prova a ritornare perché il ritorno dà senso al viaggio. Pensa a Polifemo e alla sua solitudine e rispetta la solitudine altrui. Gira intorno al mondo, non girare con lui. Affrancati da te stesso e dall’attesa. Per amare la vita bisogna tradire le aspettative. Guardati intorno e guardati da chi si professa libero. Il sapore della libertà è la paura. Solo chi ha paura della libertà ha il coraggio di inseguirla.
-Vincenzo Costantino Chinaski-
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Cosa vi piace fare con la vostra Fiat 500 d'epoca?
La Fiat 500 d'epoca rappresenta un'icona senza tempo, un simbolo di stile e semplicità che continua a conquistare appassionati di ogni generazione. Guidare una Cinquecento d'epoca è molto più di un semplice spostamento: è un'esperienza che unisce il piacere della guida retrò al fascino di un design intramontabile. Che si tratti di partecipare a raduni di auto storiche, esplorare strade panoramiche, personalizzarla con dettagli unici o semplicemente godersi il suono del suo motore inconfondibile, la Fiat 500 d'epoca offre infinite possibilità per vivere momenti speciali e creare ricordi indimenticabili.
Esplorare Strade Panoramiche e Borghi Storici
C’è qualcosa di magico nel mettersi al volante di una Fiat 500 d’epoca, un’auto che non è solo un mezzo di trasporto, ma un vero e proprio scrigno di emozioni. Ogni curva del suo design, ogni ruggito del motore, ogni dettaglio del suo interno racconta una storia, una storia che si intreccia con la nostra voglia di esplorare, di scoprire, di vivere. E quale modo migliore per celebrare questa piccola meraviglia su quattro ruote se non percorrendo strade panoramiche e visitando borghi storici, dove il tempo sembra essersi fermato?
Immaginate una mattina d’estate, il sole che accarezza dolcemente la carrozzeria lucida della vostra Cinquecento. Salite a bordo, aprite i finestrini e lasciate che l’aria fresca vi avvolga. Il motore si accende con quel suono inconfondibile, un mix di nostalgia e promessa di avventura. La strada davanti a voi si snoda tra colline verdi, campi di grano dorato e vigneti che si estendono a perdita d’occhio. Ogni chilometro percorso sembra un invito a rallentare, a godersi il viaggio, a lasciarsi incantare dalla bellezza che vi circonda.
Mentre guidate, la Cinquecento diventa una compagna di viaggio, quasi un’estensione del vostro spirito. La sua semplicità vi riporta a un’epoca in cui la vita era meno frenetica, in cui ogni momento aveva un sapore più intenso. E così, seguendo il ritmo del motore, vi ritrovate a scoprire strade secondarie, quelle che spesso sfuggono agli itinerari turistici. Sono strade che si arrampicano su colline, attraversano boschi ombrosi e si aprono improvvisamente su panorami mozzafiato. Ogni curva è una sorpresa, ogni rettilineo un invito a sognare.
Immagini fornite da GetYourGuide - E poi ci sono i borghi. Piccoli gioielli incastonati nel cuore dell’Italia, dove le pietre delle case raccontano storie di secoli passati. Arrivare in un borgo storico con la vostra Fiat 500 d'epoca è come fare un salto indietro nel tempo. Le stradine strette, le piazze accoglienti, le botteghe artigiane sembrano fatte apposta per accogliere un’auto così iconica. Parcheggiate in un angolo tranquillo e lasciate che il vostro cinquino diventi parte del paesaggio, quasi fosse sempre appartenuta a quel luogo.
Immagine da We Like Tuscany ( link su immagine) Passeggiare per le vie di un borgo, magari con il profumo del pane appena sfornato che si mescola all’aria, è un’esperienza che tocca il cuore. Ogni dettaglio, ogni scorcio, ogni sorriso degli abitanti sembra amplificato dalla consapevolezza di essere arrivati lì con un’auto che è simbolo di autenticità e passione. E quando è il momento di ripartire, la vostra Cinquecento vi aspetta, pronta a condurvi verso nuove scoperte.
Immagine da We Like Tuscany ( link su immagine) Il viaggio continua, e con esso cresce l’amore per questa piccola grande auto. Ogni strada percorsa, ogni borgo visitato diventa un ricordo prezioso, un tassello di un mosaico fatto di emozioni e bellezza. E così, mentre il sole tramonta e il cielo si tinge di colori caldi, vi rendete conto che non è solo la destinazione a contare, ma il viaggio stesso. Un viaggio che, a bordo della vostra Fiat 500 d’epoca, diventa poesia in movimento.
Partecipare a Raduni e Eventi di Auto d'Epoca
C’è qualcosa di magico nel mettersi al volante di una Fiat 500 d’epoca. Ogni curva, ogni chilometro percorso sembra raccontare una storia, un frammento di un passato che non smette mai di affascinare. Per molti appassionati, possedere una 500 non è solo una questione di motori o di design, ma un vero e proprio viaggio nel tempo, un legame emotivo con un’epoca in cui la semplicità e la bellezza andavano di pari passo. E quale modo migliore per celebrare questa connessione se non partecipando a raduni e eventi dedicati alle auto d’epoca? È qui che la passione si trasforma in condivisione, dove ogni dettaglio della propria vettura diventa un motivo di orgoglio e ogni incontro un’occasione per creare ricordi indimenticabili.
Partecipare a un raduno con la propria Fiat 500 è un’esperienza che va oltre il semplice esibire un’auto. È un momento di incontro tra persone che condividono lo stesso amore per il passato, per la meccanica e per il design senza tempo. Arrivare al punto di ritrovo, magari dopo aver percorso strade panoramiche che sembrano fatte apposta per le Fiat 500 d'epoca, è già di per sé un’emozione. Si scende dall’auto, si osservano le altre vetture, ognuna con la sua personalità, i suoi colori, i suoi dettagli unici. E poi ci sono le storie: quelle raccontate dai proprietari, che parlano di restauri pazienti, di viaggi indimenticabili, di ricordi di famiglia legati a quel piccolo gioiello su quattro ruote.
Ma i raduni non sono solo un’occasione per ammirare le auto. Sono anche un momento di festa, di celebrazione. Spesso, questi eventi sono accompagnati da sfilate, concorsi di eleganza e persino piccole gare amichevoli. È impossibile non lasciarsi coinvolgere dall’atmosfera gioiosa che si respira, dal suono dei motori che si accendono all’unisono, dal profumo di benzina che si mescola con quello dell’aria fresca. Ogni dettaglio contribuisce a creare un’esperienza che rimane impressa nella memoria, un ricordo che si aggiunge alla lunga lista di momenti speciali vissuti con la propria 500.
E poi c’è il piacere di scoprire nuovi luoghi. Molti raduni si svolgono in località pittoresche, borghi antichi o lungo strade panoramiche che sembrano fatte apposta per essere percorse a bordo di una Fiat 500. È come se il paesaggio stesso si adattasse alla vettura, creando un’armonia perfetta tra passato e presente. Ogni curva, ogni sosta diventa un’occasione per scattare una foto, per fermarsi a contemplare la bellezza del momento. E quando si è in compagnia di altri appassionati, tutto diventa ancora più speciale. Si ride, si scherza, si condividono consigli e aneddoti, creando legami che spesso durano ben oltre la durata dell’evento. Alla fine della giornata, quando si torna a casa con il cuore pieno di emozioni e la mente colma di ricordi, si capisce che partecipare a un raduno non è solo un passatempo, ma una celebrazione della vita stessa. È un modo per onorare il passato, per vivere il presente e per sognare il futuro. E tutto questo grazie a una piccola, grande auto che continua a far innamorare generazioni di appassionati.
Personalizzare e Restaurare la Fiat 500 per Renderla Unica
Possedere una fiat 500 d'epoca è come custodire un piccolo pezzo di storia, un gioiello che racconta di un’Italia che sognava, che si reinventava, che trovava la bellezza nelle cose semplici. Ma ciò che rende davvero speciale questa piccola icona non è solo il suo design senza tempo o il suo motore che ronza come un’ape laboriosa; è il legame personale che si crea con essa, un legame che si rafforza ogni volta che decidiamo di personalizzarla o restaurarla per renderla unica, proprio come noi.
Restaurare una vecchia Cinquecento è un viaggio nel passato, un atto d’amore che richiede pazienza, dedizione e un pizzico di creatività. Ogni graffio sulla carrozzeria, ogni vite arrugginita, ogni dettaglio consumato dal tempo racconta una storia, e il nostro compito è quello di onorarla, riportandola alla sua antica gloria. Ma non si tratta solo di riparare ciò che è rotto; è un’opportunità per aggiungere un tocco personale, per trasformare questa piccola auto in un’estensione della nostra personalità. Alcuni scelgono di mantenere la sua autenticità, cercando pezzi originali con la stessa cura con cui si cerca un tesoro nascosto. Altri, invece, osano di più, aggiungendo dettagli moderni o colori audaci che la rendono unica nel suo genere.
La scelta del colore, ad esempio, è uno dei momenti più emozionanti. C’è chi opta per il classico bianco o azzurro pastello, tonalità che evocano la dolcezza degli anni ’60, e chi invece si lascia ispirare da tinte più vivaci, come il rosso fuoco o il giallo sole, per far risaltare la personalità frizzante della propria 500. Ogni pennellata di vernice è come un battito del cuore, un segno tangibile del nostro amore per questa piccola meraviglia su quattro ruote.
Ma non è solo l’esterno a meritare attenzione. L’interno della Fiat 500 è un mondo a sé, un luogo dove i ricordi prendono forma. Restaurare i sedili, scegliere i tessuti, aggiungere dettagli come un volante in bachelite o una radio vintage, è come arredare una piccola casa su ruote. Ogni scelta riflette il nostro stile, il nostro modo di vedere il mondo. E poi c’è il motore, il cuore pulsante della nostra 500. Sentirlo ruggire di nuovo dopo mesi di lavoro è una sensazione indescrivibile, un momento che ci ricorda perché abbiamo intrapreso questo viaggio. In fondo, ciò che rende speciale una Fiat 500 d’epoca non è solo la sua bellezza o la sua storia, ma il fatto che ci permette di esprimere chi siamo, di trasformare un’auto in un’opera d’arte, in un simbolo del nostro amore per le cose belle della vita. E ogni volta che la guardiamo, ogni volta che la guidiamo, ci ricorda che, a volte, le cose più piccole sono quelle che ci regalano le emozioni più grandi.
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Giornata Memoria:Fondazione Banco di Napoli,percorso documentale
In occasione della Giornata delle Memoria, la Fondazione Banco di Napoli, da domani, 26 gennaio a sabato, 27 gennaio, mette in mostra quotidiani d’epoca e documenti sulle leggi razziali, raccolti dai giovani volontari, che prestano servizio civile universale a Palazzo Ricca. All’interno del Museo ilCartastorie sono esposte le pagine dei quotidiani storici e le carte con le storie degli…
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Pigmalione al Teatro Sociale Rovigo in Veneto, stagione lirica 2023.24
Pigmalione al Teatro Sociale Rovigo in Veneto, stagione lirica 2023.24 PERSONAGGI E INTERPRETI Pigmalione Bruno Taddia Eburnea Silvia Frigato Isifile Marina De Liso Laurindo Antonio Giovannini Elviro Nicolò Balducci attore Giulio Canestrelli maestro concertatore e direttore d’orchestra Federico Guglielmo regia Federico Bertolani assistente alla regia Chiara Villa scene Matteo Corsi* costumi Eleonora Nascimbeni* L’Arte dell’Arco su strumenti d’epoca in collaborazione con la classe di violino barocco del conservatorio Statale di Musica Francesco Venezze di Rovigo Clavicembalo Roberto Loreggian * vincitori del 1° Concorso di scenografia Gabbris Ferrari Nuovo allestimento del Teatro Sociale di Rovigo Realizzazione scene e costumi laboratori scenografici e sartoriali del Teatro Sociale di Rovigo durata 2 h e 30 min Nuovo appuntamento con la Stagione Lirica del Teatro Sociale di Rovigo. Giovedì 30 novembre alle 20.30 andrà in scena Pigmalione, opera composta nel 1714 proprio per la città di Rovigo e in particolare per il Teatro Manfredini. La prima edizione e ricostruzione in tempi moderni vede la regia di Federico Bertolani, già direttore di scena dell’Arena di Verona oltre che regista cresciuto professionalmente a Rovigo. L’opera, come sottolinea Edoardo Bottacin, direttore artistico del Teatro Sociale, rappresenta, inoltre, la chiusura del primo concorso di scenografia e costumi Gabbris Ferrari, indetto proprio dal Teatro Sociale in quanto lo scenografo e il costumista, rispettivamente Matteo Corsi ed Eleonora Nascimbeni, ne sono i vincitori. Nel cast, guidati dalla prestigiosa bacchetta di Federico Guglielmo, alcune delle voci più rappresentative del repertorio barocco di oggi: Silvia Frigato e Marina De Liso affiancate da Bruno Taddia nel ruolo di Pigmalione e i controtenori Niccolò Balducci, già vincitore del celebre concorso P. A. Cesti di Innsbruck, e Antonio Giovannini. L'opera verrà presentata nell'ambito di “Rovigocittàchelegge”, lunedì 27 novembre alle 18 al Ridotto del Teatro Sociale e andrà in replica domenica 3 dicembre alle 16. Ma in programma ci sono diversi eventi collaterali. Di seguito tutte le iniziative: LE STORIE DIETRO LA STORIA sabato 25 novembre 2023 ore 10.30 ACCADEMIA DEI CONCORDI Conferenza Un'opera per Rovigo: il Pigmalione di Ristori Relatori Federico Giglielmo, Bernardo Ticci, Marco Schiavon e Adriano Mazzetti durata della conferenza 1 h evento ad ingresso gratuito UN GELATO ALL'OPERA domenica 26 novembre 2023 GELATERIA GODOT DEGUSTAZIONE DEL GUSTO PIGMALIONE, PANNA E LIMONE!!!! Dal Maestro Gelataio Elio: "il primo “ingrediente” su cui lavorare, è stato il colore del gusto. Il bianco della statua e la sua liscia superficie mi ha fatto decidere che non doveva essere un gelato variegato. La giovane fioraia l’ho associata alla panna ricca di vita e buonumore. Il "professore/attore" interpretato dal limone che ci fa allappare e modulare la bocca che nella cucina esalta, “cuoce”, accompagna, arricchisce molte preparazioni sia dolci che salate quindi in finale anche un po' di rima... il pigmalione panna e limone!" ROVIGOCITTA'CHELEGGE PRESENTAZIONE DELL'OPERA PIGMALIONE lunedì 27 novembre 2023 ore 18.00 RIDOTTO DEL TEATRO SOCIALE PIGMALIONE dramma per musica in due atti musica di G.A. Ristori libretto di F. Passarini La presentazione vedrà relatori il direttore artistico del Teatro Sociale di Rovigo, il regista, lo scenografo, il direttore d’orchestra e la partecipazione di due allieve di canto di Marina De Liso del conservatorio “ G. Frescobaldi” di Ferrara Interpreti: Soprano Elena Pinna Contralto Ester Ferraro Programma Aria Isifile: Ricorda all’idol mio ( ester) Aria Eburnea : T’annodo a questo petto Duetto: Siete pur fortunate durata della presentazione 1 h evento ad ingresso gratuito LE PIACE...? A TU PER TU CON I GRANDI INTERPRETI DELLA LIRICA domenica 3 dicembre 2023 ore 11.00 RIDOTTO DEL TEATRO SOCIALE Il Ridotto del teatro trasformato in un salotto per accogliere alcuni tra gli interpreti più acclamati del panorama lirico internazionale che si raccontano senza filtri con Elena Filini, giornalista e critico musicale. Sarà questa l'occasione straordinaria di incontrare il mezzosoprano rodigino Marina De Liso, interprete di Isifile in Pigmalione. A fine incontro il pubblico è invitato ad un aperitivo da Borsari durata della presentazione 1 h evento ad ingresso gratuito PIGMALIONE RO 1714 riflessioni per una messinscena di Federico Bertolani TEATRO MANFREDINI FIERA DELL’AUTUNNO 1714 MUSICHE GIOVANNI ALBERTO RISTORI POESIE FRANCESCO PASSERINI L’idea è quella di ricreare idealmente, con gli strumenti oggi a nostra disposizione, lo spettacolo e il presumibile evento mondano che nell’ottobre del 1714 hanno avuto luogo a Rovigo per il debutto della nuova opera di Giovanni Alberto Ristori. Ancora all’inizio del Settecento debutti come questi esprimevano in pieno la concezione del teatro in epoca Barocca sia in palcoscenico che in platea e in ultima analisi nella città; scene magiche, costumi preziosi, interpreti “divini” e pubblico trepidante davano la possibilità ai cittadini di vivere una serata unica. Per omaggiare la lunga tradizione del teatro musicale a Rovigo e per aiutare lo spettatore moderno ad entrare in queste due storie si è deciso, tramite un gioco squisitamente metateatrale, di inserire un sesto personaggio: l’allora podestà della città a cui il Passerini dedica un’accoratissima lettera nel frontespizio del libretto. Rispetto al Passerini possiamo pensare che al podestà Girolamo Trevisan suscitasse più curiosità e interesse il giovanissimo e talentuoso Giovanni Alberto Ristori reduce dei due fortunati debutti Veneziani e Padovani; del resto, il musicista dopo il nostro Pigmalione, sarà protagonista di una brillante carriera internazionale di cui rimane ben poco dopo il bombardamento nel 1945 di Dresda, sua città d’elezione. Sarà proprio questo personaggio ad introdurci al sogno e malinconicamente a farcelo abbandonare quando al termine dello spettacolo assisterà al disfacimento perpetuo dell’illusione magica del teatro. Venendo al Pigmalione, l’opera è di fatto pienamente calata nell’epoca in cui nasce; infatti, se l’aspetto musicale aderisce a pieno allo stile barocco e ne rispecchia tutti i canoni formali e stilistici, l’aspetto scenico e drammaturgico non è da meno. In particolare, l’ambientazione dell’opera, tipicamente bucolica, sposa la passione dell’élite culturale di quegli anni per i luoghi esotici, fantastici e appunto bucolici. Le scene e i costumi dovrebbero fare riferimento all’estetica e alla tecnica barocca del fare teatro, cercare la “meraviglia” e tramite essa creare lo “stupore” nello spettatore. Macchine sceniche, escamotage teatrali che a noi oggi possono apparire superati, ci aiuteranno a dar vita ad uno spettacolo, che lungi dall’essere una pedissequa e folklorica operazione di recupero, ci faccia immergere in una serata magica. Uno spettacolo in linea con l’estetica barocca dell’epoca ci permette inoltre di omaggiare Gabbris Ferrari alla cui memoria è dedicato il concorso per la realizzazione di scene e costumi; il suo Teatro infatti, era sì basato sulla tecnica e sull’artigianalità, ma a queste si aggiungeva sempre la sua “magica” poetica. BOTTEGHINO Telefono 0425 25614 E-mail [email protected] ORARI DI APERTURA 9.00-13.00 / 15.30-19.30 Giorni di spettacolo mattutini 8.30/13.00 - 15.30/19.30 matinée 9.00/13.00 -15.00/19.30 serali 9.00-13.00 / 15.30-22.30 Giorno di chiusura: domenica, aperto nei giorni di spettacolo domenicale con chiusura il lunedì successivo La Stagione 23.24 del Teatro Sociale di Rovigo è sostenuta da: Ministero alla Cultura, Regione del Veneto, Comune di Rovigo. Partner: Arteven, Conservatorio Statale di Musica “Francesco Venezze” di Rovigo, Associazione Musicale Venezze di Rovigo, Compagnia Fabula Saltica, MusikDrama, Filarmonica Arturo Toscanini, Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, Orchestra di Padova e del Veneto, I Virtuosi della Rotonda, Teatro La Fenice di Venezia, I Solisti Veneti, Ente Rovigo Festival, Rovigo Jazz Club, Accademia dei Concordi, Associazione Dante Alighieri. Sponsor: Camera di Commercio di Venezia Rovigo, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Banca del Monte di Rovigo, Fondazione Rovigo Cultura, Adriatic Lng, Banca del Veneto Centrale, Asm Set, Irsap, Coldiretti. Technical partner Play Piano pianoforti, Pasticceria Borsari, Gelateria Godot. Media partner La Piazza.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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La bomba al Wow di Milano
Fino al 28 gennaio 2024 al Wow di Milano con la mostra La bomba il protagonista è il fascino dell’apocalisse nucleare, tra fumetto, illustrazione e cartoons. Fin dal 1945, la bomba atomica è entrata nell’immaginario, infatti tantissime opere, dal fumetto al cinema, hanno raccontato cosa succederebbe in un conflitto nucleare, oltre a un futuro in cui l’energia atomica avrebbe potuto migliorare la vita di tutti o hanno rivelato i retroscena di alcuni episodi fondamentali della storia del secolo scorso. Il percorso espositivo è scandito da pannelli di approfondimento sulle tappe storiche fondamentali dell’energia nucleare e della bomba atomica, seguite da approfondimenti tra tavole originali, pagine a fumetti, manifesti cinematografici, riviste, giornali e oggettistica. L’atomo e l’energia nucleare sono al centro di due importanti storie a fumetti statunitensi, Nel mondo degli atomi con Brick Bradford, in cui l’eroe e i suoi amici vengono miniaturizzati per un viaggio all’interno della struttura della materia, e Il mistero dell’Uomo Nuvola, un’avventura di Topolino dove uno scienziato in grado di imbrigliare la potenza dell’atomo decide di distaccarsi dal resto dell’umanità, spaventato dagli utilizzi della sua scoperta. Il contributo italiano alle scoperte fondamentali della fisica nucleare viene raccontato nel film I ragazzi di via Panisperna (1988), alla mostra con il manifesto cinematografico, che prende il nome dalla via in cui si trovava l’Istituto di Fisica a Roma, coordinato da Enrico Fermi e di cui faceva parte anche Ettore Majorana, che scompare misteriosamente nel 1938, la cui vita è raccontata nel volume a fumetti Il segreto di Majorana di Francesca Riccioni e Silvia Rocchi, in mostra con alcune tavole. Il Progetto Manhattan è narrato con grande attenzione ai dettagli nel volume a fumetti La bomba di Didier Alcante, Laurent-Frédéric Bollée e Denis Rodier de lo scoppio di Hiroshima dal punto di vista giapponese si trovano nel manga Gen di Hiroshima di Keiji Nakazawa, accanto a importanti testimonianze d’epoca, come il numero della rivista Time edito dopo la resa del Giappone e i numeri di Oggi su Hiroshima e gli esperimenti di Bikini. La tragedia di Hiroshima è lo spunto anche di una storia di Martin Mystère, Le mille gru di Hiroshima di Andrea Cavaletto e Fabio Piacentini, con una selezione di tavole digitali. Nel lungo periodo della Guerra Fredda l’energia nucleare e la bomba atomica sono raccontate nei fumetti, sia ipotizzando cosa succederebbe in caso di una guerra atomica sia mostrando un atomo amico e umanizzato. Da questo punto di vista sono emblematici Atomino Bip Bip, amico di Topolino creato da Romano Scarpa nel 1959, in mostra con illustrazioni, studi e una tavola della celebre storia Topolino e il Bip Bip-15 (1960), e Atomino, creato nel 1963 da Marcello Argilli e Vinicio Berti per il settimanale a fumetti Il Pioniere, oltre a molti popolari protagonisti alle prese con armi nucleari, come il tarzanide Akim, la perfida Satanik e il simpatico Kolosso. Uno spazio particolare è dedicato a due personaggi che prendono vita proprio da una bomba, Godzilla e l’Incredibile Hulk. Godzilla, che nel 2024 festeggia 70 anni, è in mostra alcune tavole realizzate dal disegnatore Alberto Ponticelli per la miniserie Godzilla: Gangsters & Goliaths e per l’Incredibile Hulk sono esposti i più bei poster e gadget d’epoca insieme a spettacolari tavole dei grandi autori del personaggio, come Mark Bagley, Rick Leonardi, Alan Kupperberg. In mostra c’è anche una tavola di Watchmen, il capolavoro di Alan Moore e Dave Gibbons che vede tra i protagonisti Dottor Manhattan, un fisico nucleare che acquisisce immensi poteri dopo un esperimento di fisica subatomica. Il tema dei rischi che comportano le armi atomiche e l’energia nucleare è al centro anche di due storie di Diabolik, La luce del male (1998), in cui il Re del terrore aiuta un vecchio amico colpito dalle radiazioni degli esperimenti atomici su un’isola tropicale, e Incubo atomico (2007), dove Diabolik sventa la minaccia di un gruppo di terroristi. Il fiorente filone post-atomico vede gli autori immaginare come sarebbe il mondo dopo la catastrofe, come nel giapponese Ken il guerriero, serie manga molto amata, che nel 2023 festeggia quarant’anni di pubblicazioni. Tra supereroi atomici e dopobomba comici e tragici, la Bomba è una costante narrativa e la satira ha avuto un ruolo prezioso dove, oltre agli ipotetici effetti di una bomba atomica su Milano o altre città, contrasta i sogni di militari e dittatori con il dito sul bottone rosso. Giornali e documenti d’epoca completano la visione storica dalla percezione collettiva della Bomba, oltre che nella musica e nelle altre arti, modificando il costume. Read the full article
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Ronchetti Bralla Franca, C'era una volta il contrabbando. Storie e storie dello "sfroso romantico" tra Lario e Ceresio, Lariologo, 2023. Indice del libro
Sei racconti di contrabbando accompagnati da una approfondita ricerca storia, dalle testimonianze dirette dei protagonisti e da una ricca selezione di immagini d’epoca scheda dell’editore: https://www.lariologo.it/novita/cera-una-volta-il-contrabbando/ Una consuetudine, tra fatica e avventura, che nei paesi di confine ha costituito spesso la sola possibilità di sopravvivenza: il contrabbando, lo…
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Un’occasione per conoscere, o riscoprire, un territorio simbolo dell’ospitalità italiana celebre nel mondo.
“Sorrento. Storie, persone, cultura”, è il titolo della guida che la Repubblica dedica alla terra delle sirene e che sarà presentata questa sera, alle ore 19, al chiostro di San Francesco, con il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, il direttore delle Guide, Giuseppe Cerasa, Alfonso Iaccarino, amministratore delegato della Fondazione Sorrento, l'attrice Veronica Maya, Sandro Fiorentino, direttore del Museobottega della Tarsialignea e lo chef stellato Giuseppe Aversa.
Oltre 280 pagine, con decine di interviste a celebrità dello spettacolo, da Renzo Arbore ad Edoardo Bennato ad Alessandro Siani, ritratti di personalità come l’armatore Gianluigi Aponte.
E poi aneddoti, storie e curiosità, percorsi tra cultura ed ambiente, indirizzi su artigianato e prodotti tipici, consigli su dove mangiare, comprare e dormire a Sorrento, ricette d'autore, foto d’epoca.
Non mancate!
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I LUOGHI DELL'ANIMA
Vagando con la nostra anima, la strada ci conduce in uno dei borghi più belli e suggestivi d'Italia. Fa parte di quei luoghi sconosciuti ai più, ma proprio perciò, non essendo sotto "le lenti" del turismo di massa, ancora intatti nella loro bellezza, nella loro essenzialità ma soprattutto con una natura ancora "selvaggia" ma ricca di panorami unici: questa è Pieve Santo Stefano, paese per il quale vi rimando qui sotto alle descrizioni tratte dal sito:
La Città del diario
Nell’alta Valle del Tevere, ai confini orientali della provincia di Arezzo, ad un passo dall’Umbria e dalla Romagna c’è Pieve Santo Stefano, la Città del Diario.
Di origini antichissime – vi sono tracce che risalgono al Neolitico e agli insediamenti romani – questo paese è oggi la terra della memoria ritrovata.
Nel Medioevo il territorio di Pieve Santo Stefano fu dominato dai Fiorentini e dai Tarlati. Nel Rinascimento grazie a Lorenzo il Magnifico la città arrivò al suo massimo splendore. Di quest’epoca sono le opere dei Della Robbia – come la bella terracotta invetriata che raffigura Gesù e la samaritana al pozzo, che si può ammirare all’interno del Palazzo comunale – di Piero della Francesca e del Ghirlandaio.
Ma è la storia più recente che segna il paese con due tragici eventi e lo porta a diventare la Città del Diario. Nel 1855 una grande alluvione inondò il paese distruggendo gli archivi e le opere d’arte più preziose della città risalenti al Rinascimento. Nel 1944 le truppe tedesche in ritirata devastarono Pieve Santo Stefano, minando e distruggendo l’intero centro abitato. Un paese mutilato, un enorme cumulo di macerie dove si salvarono solo parte del Palazzo Pretorio e le chiese.
Ma Pieve e la sua gente sono forti e come fenici sono rinati dalle proprie ceneri. Hanno ricostruito velocemente il paese, per poi prendersi cura della propria storia, lavorando per ricucire lo strappo nella propria memoria.
Nel 1984, da un’idea di Saverio Tutino, noto giornalista e scrittore, nasce l’Archivio Diaristico Nazionale, per custodire le storie degli “italiani gente comune”. Le nostre storie nei diari, nelle memorie e negli epistolari finora lasciati chiusi in un cassetto. Negli anni prende vita anche il Piccolo museo del diario,
l’attrazione più importante e intensa del paese che ha vinto il premio come museo più interattivo d’Italia. Il Piccolo museo, interattivo e multimediale, è un museo narrante che dà voce e vita alle storie dell’Archivio dei Diari e del suo Premio Pieve, il festival della memoria autobiografica popolare inedita che ogni terzo fine settimana di settembre torna ad animare il paese con eventi e personaggi della cultura italiana e internazionale.
Da gennaio ad aprile, nel teatro di Pieve, si tiene una stagione di musica classica, lirica, jazz e modern art denominata Pieve Classica che è diventata ormai un punto di riferimento nel panorama musicale italiano.
Nel mese di maggio la Pro Loco di Pieve organizza la Sagra del Prugnolo e le Giornate del Pastore, durante le quali si possono degustare prelibatezze tipiche combinate con il prugnolo, il cosiddetto tartufo dei funghi, come ad esempio il raviolo pievano.
Per gli amanti dello sport, imperdibile il doppio appuntamento con Lo Spino. Il primo, tra la fine di maggio e i primi di giugno, è una gara di campionato italiano di velocità in salita per auto storiche, mentre il secondo, nella quarta settimana di settembre, per moto d’epoca e moderne, è una gara valida per il campionato italiano ed europeo di velocità in salita.
Durante la prima quindicina di agosto, il borgo si trasforma nel villaggio turistico di Pieve Village, con una serie nutrita di eventi che scandiscono le giornate, proprio come in un villaggio vacanze, tra musica, balli, giochi ed esibizioni esilaranti.
Nei giorni 07 e 08 settembre si celebra la Festa della Madonna dei Lumi, la più antica ricorrenza tradizionale di Pieve, nata durante l’epidemia di peste che colpì il paese nel 1631 come voto del paese alla Santa Vergine. Per l’occasione, il borgo si accende di elaborati giochi di luci dall’effetto spettacolare e si disputa il Palio dei Lumi, che si chiude con la sfida del Calcio in costume, una lotta all’ultimo sangue tra i quattro rioni di Pieve che ricorda molto il Calcio Storico fiorentino.
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Chi ama la Fiat 500 d’epoca alzi la mano!
Siamo alla fine del 2024 e sappiamo che molti di voi hanno passato l'anno scorso a godersi la libertà e l'avventura a bordo della propria Fiat 500 d’epoca. Vogliamo sapere di più sui vostri viaggi e sulle esperienze che avete vissuto insieme alla vostra amata Cinquecento.
Vi invitiamo a condividere con noi le vostre storie e le vostre foto dei viaggi del 2024. Che sia stata una gita al mare, un'avventura in montagna o una semplice passeggiata in campagna, siamo certi che ogni viaggio abbia portato con sé emozioni uniche e indimenticabili.
Vogliamo creare un collage di storie e immagini che possano ispirare e coinvolgere tutti gli appassionati di cinquecento. Inviateci le vostre esperienze, raccontateci delle vostre avventure e condividete con noi la passione per questa iconica autovettura italiana. Le storie che riceveremo saranno pubblicate sul nostro sito web, per farle leggere agli altri appassionati e per diffondere la bellezza e il fascino della Fiat 500 d'epoca. Non vediamo l'ora di leggere i vostri racconti e di immergerci nelle vostre avventure a bordo di questa piccola ma straordinaria auto.
Grazie per la vostra partecipazione e per la condivisione delle vostre esperienze. Insieme possiamo celebrare la magia della Cinquecento e creare un legame unico tra tutti gli amanti di questa iconica automobile. Buon viaggio a tutti e continuate a guidare con passione e entusiasmo la vostra Fiat 500 d'epoca! [email protected]
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Jey - Fuori il videoclip di “Morfeo”
Anteprima nazionale per il visual firmato dal regista Giovanni Bufalini
Di fronte all’idea, per celebrare il legame con la sorella Celeste, di creare un video di forte impatto per un brano che rispecchiasse il loro vissuto di questi ultimi anni, Jey ha scelto di elaborare il suo ultimo singolo “Morfeo”. L’artista canta da 17 anni, i suoi primi palchi sono state le panchine del parco, seduta a gambe incrociate intonando i versi di Noemi e Giorgia, perché nei loro ritornelli c’era sempre qualcosa di magico. Col tempo ha avuto l’onore di specializzarsi col Maestro Jose Carreras e cantando come soprano per il grande Maestro Riccardo Muti.
Jey riporta in questo progetto una serie di riflessioni personali e versi scritti dalla sorella Celeste nel singolo che darà il via al suo futuro album (in versione poli strumentale in via di stesura) legati al conflitto interiore in cui ci troviamo quando la vita ci mette alla prova aprendo le porte a storie d’amore, o meglio chiamarle sfide speciali, tra noi stessi e l’altro che ci accompagna. Questo brano ha unito l’artista a Celeste in un’unica via, dalle difficoltà affrontate in passato alle condizioni comuni di questo presente così nostalgico.
L’artista racconta
“Morfeo” è un singolo che parla di una crescita personale, di un rapporto condiviso estremamente intimo e privato, talmente potente da riuscire a cambiare tutte le carte in tavola in una relazione vissuta troppo presto, o forse parzialmente incompresa tra una “bella” e una “bestia’’. Un rapporto tanto forte quanto amaro, ma profondamente dolce nella sua impronta che non sarà mai dimenticata. Ho voluto un video come concetto Visual rispecchiando un po’ il senso della cartolina ricordo, come le vecchie immagini studiate ad hoc dal regista Giovanni Bufalini, (che ringrazio infinitamente per aver creduto nel mio progetto) per immortalare e rivivere momenti d’amore sincero, che la nostra memoria spesso nasconde per sopravvivenza. Sono riportati diversi elementi a me stretti per creare questo contorno e mettere in risalto certe parole attraverso i suoni gentilmente accompagnati dalle scenografie d’epoca del cinema americano ed italiano anni ’30,’40 e ’50 e da simboli della natura per evocare il nostro sentimento. Il progetto visual accompagna questa tematica delicata ed introversa liberando segnali forti ed incisivi di tutta la nostra passione.
“Vorrei diffondere un messaggio a tutte le mie fan: nell’amore l'incontro è più forte di ogni distacco che subiamo. Ognuno nasconde una propria luce. Dobbiamo solo scoprire l'arte che risiede in noi e in chi è al nostro fianco e trovare il coraggio di tirarla fuori accettando le perdite e le sconfitte, scoprendo finalmente la versione migliore di noi stessi.” Jey
Il Visual di “Morfeo” riflette sul concetto del brano musicale, nell’unione delle due sorelle Jey e Celeste in un’unica via. Unisce la sfera colorata dell’immaginario visivo moderno con le citazioni del grande cinema Romantico degli anni ’50. Dalle difficoltà affrontate in passato alle condizioni comuni di questo presente così nostalgico, la tematica del “doppio”, nella dimensione onirica dell’amore, è più forte di ogni distacco che subiamo e ci dà il coraggio di accettare perdite e sconfitte, scoprendo finalmente la versione migliore di noi stessi. Un Visual Videoclip per la regia di Giovanni Bufalini, con il montaggio creativo di Simone Serafini, in un frullato proteico pop psichedelico assai nutriente per l’anima. Un ringraziamento particolare per la riuscita di questo progetto a mia sorella Celeste, Mei, Giulio Berghella e Cristiano Romanelli della Dcod Communication.
Instagram: https://www.instagram.com/_jey5_/
Spotify:https://open.spotify.com/artist/3wjvl6XjjkT9HsdhvgYJeR?si=NldtbEWGRHKgXFViKGty8Q&nd=1
YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCI3DZO2LuwP3HX0CDM5Ttgg
TikTok: https://www.tiktok.com/@_jey5_
DCOD Communication - Ufficio stampa musicale nazionale
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[ad_1] Highlights from this week’s top news stories on luxury and global real estate, art, collectibles, and home. Dorado, Puerto Rico | Puerto Rico Sotheby’s International Realty If it sells for its asking price, the house will be the priciest ever to trade in the U.S. territory. A $44.95 Million Home Lists in Puerto Rico, as Property Prices There Reach New Heights – The Wall Street Journal Inside A $23 Million Hawaiian Home With High-Fashion Touches And Immaculate Views – Forbes Jim Carrey Lists L.A. Home of 30 Years for $28.9 Million – The Wall Street Journal A Tiny Skyscraper Lists for $1.5M in a Japanese Forest – Dwell La Villa D’Epoca in Vendita Nel Cuore Della Milano Più Moderna – Elle Decor Don Chapell home in Sarasota, Florida – Architectural Digest On the Market: A Seaside Midcentury, a Palm Springs Retreat, and More Great Homes for Sale This Week – Dwell Hot property: five homes for sale in Boston – Financial Times In the Same Family for Four Generations, a Waterfront Rhode Island Mansion Has Sold for $15 Million – Mansion Global Real estate in Asia: 5 top property trends to watch in 2023 – Tatler $1.9 Million Homes in Arizona, Florida and Massachusetts – The New York Times Texas Ranch With Hundreds of Exotic Animals Lists for $60 Million – The Wall Street Journal Mohamed Abdel Wahab’s Former Cairo Villa Lists for $7 Million – Mansion Global CEO Philip White: Sotheby’s ‘has always operated from a position of strength’ – Real Estate News Today’ Co-Anchor Savannah Guthrie Lists New York Condo for $7.1 Million – The Wall Street Journal Joan Didion’s Apartment Is for Sale – Curbed Peek Inside the Colorful NYC Loft That’s Home to the Owner of Cubbyhole – Apartment Therapy An Equestrian’s Dream in Wellington’s Palm Beach Point – Behind the Hedges $1.6 Million Homes in California – The New York Times Forget Florida—South Carolina Low Country Is the Top U.S. Luxury-Home Market – Mansion Global One-Floor Living on a Lovely Pond: Falmouth Contemporary Home for Sale at $1.1M – Cape Cod Times $1.6M Texas Hotel Is Looking for a Buyer To Check In – Realtor.com [ad_2] Source link
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Sagre, castelli e castagne: le esperienze d’Autunno nella Svizzera italiana
Sagre, castelli e castagne: le esperienze d’Autunno nella Svizzera italiana. Anche se l’estate è giunta al termine non bisogna dimenticare che l’autunno ha in serbo fantastiche opportunità. Per accogliere la nuova stagione il Canton Ticino ha creato un ricco palinsesto che solleverà l’animo di grandi e piccini attraverso la riscoperta di storie, sapori e tradizioni di un’insospettabile Svizzera italiana. Il programma che vi proponiamo oggi avrà inizio questo week end e vi terrà compagnia fino alla metà di ottobre con sagre, mercatini e giornate culturali. Rispetto agli anni passati inoltre, varcare il confine svizzero sarà ancora più semplice. Dal 1° agosto 2023 su Vignetteswitzerland.com è disponibile la nuova versione digitale del famoso bollino autostradale che permette di viaggiare indisturbati su tutte le strade svizzere e attraversare alcuni dei più importanti trafori. 1. Festa d’Autunno di Lugano Il primo evento che vogliamo segnalarvi si terrà il week end dal 29 settembre al 1° ottobre, sulla splendida cornice del lago di Lugano. Le vie del centro città ospiteranno colorate bancarelle di ogni sorta: dalle classiche bancarelle gastronomiche degli alpigiani, al mercatino merceologico con prodotti di artigianato locale e, per gli amanti del vintage, ci sarà persino un mercatino con oggetti retrò e da collezionismo. Disseminati lungo le varie piazze invece attendono i grottini, le cantine dove degustare i vini e i piatti tipici ticinesi, come il formaggio d’Alpe Ticinese DOP/AOP stagionato 13 mesi e altre categorie di prodotti dall’artigianato, alla moda, al design, al turismo, il tutto Made in Ticino. Ma non è finita qui. Nelle giornate di sabato e domenica la Lugano Region offrirà delle visite guidate gratuite alla scoperta del centro città accompagnando i più curiosi da esperte guide locali. Solo nella giornata di domenica invece è prevista la sfilata dei trattori d’epoca, il concerto della Filarmonica di Lugano e per i più piccini il Ludobus, una ludoteca itinerante dove sperimentare con giocattoli di legno artigianali. 2. Sagra della castagna Bruzella Fra il lago di Lugano e il Lago di Como si trova la casa del re dell’autunno: la castagna. L’area geografica della Valle di Muggio è l’habitat perfetto per il castagno che qui è anche chiamato l’albero del pane, perché per secoli è stato l’alimento base della popolazione. I suoi frutti veniva usati per l’alimentazione, il suo legno per costruire case e recinzioni, le sue foglie per fare da letto agli animali nelle stalle. Con le castagne però si può ottenere molto di più e l’8 ottobre a Bruzella, il comune che quest’anno ospiterà la famosa sagra della castagna, dove oltre a fare incetta di prodotti derivati da questo alimento come: caldarroste, marmellate, birra, pasta, mobilio e addirittura prodotti di bellezza. In più sarà possibile imparare qualcosa di più sulle antiche tecniche di lavorazione della castagna, come le grà, le tipiche casette dove si facevano essiccare per ottenere la farina. 3. Rassegna d’Autunno di Bellinzona Sabato 14 e domenica 15 ottobre il centro storico di Bellinzona, ospiterà un ricco mercato gastronomico con i prodotti freschi del Canton Ticino. È proprio questo il periodo dell’anno in cui gli alpigiani scendono a valle portando con sé il bestiame e i saporiti formaggi di mucca, di capra delle Alpi confezionati durante i mesi estivi. Il protagonista di questo mercato autunnale è sicuramente il formaggio ma troverete anche: vino, miele, pane, cioccolato, castagne e salumi. Oltre ad avere l’occasione di conoscere e acquistare direttamente dai produttori locali a prezzi convenienti, ci saranno anche le immancabili degustazioni, come quella di vini. Per i più piccoli non temete, anche loro avranno modo di divertirsi al grande parco divertimenti allestito per l’occasione con raccontastorie, gonfiabili e trucca bimbi. Insomma, questo mercato autunnale è sicuramente un buon modo per accogliere la nuova stagione e un’occasione per provare nuovi sapori. 4. Giornata dei castelli svizzeri Da segnare sul calendario è anche l’8° edizione della giornata dei castelli svizzeri, un evento dedicato a grandi e piccini per riscoprire le antiche dimore di re, principesse e cavalieri. Il tema di quest’anno sarà “animali ed esseri mitologici” e i castelli aderenti all’iniziativa hanno già in serbo curiose attività ispirate all’argomento come: conferenze di cryptozoologia, presentazione di manuali di dragonologia e araldica medievale ma, anche cacce al tesoro, racconti, leggende e laboratori dove fabbricare maschere e trucchi ispirati ai più bizzarri animali fantastici. L’evento si terrà l’1 ottobre e per quanto riguarda il Canton Ticino aderiranno le tre fortezze di Bellinzona: il castello di Sasso Corbaro, Montebello e Castelgrande.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Una storia al futuro al Mauto di Torino
Collocata nello spazio dell’area mostre temporanee del Mauto di Torino, la mostra Una storia al futuro, aperta fino all’8 ottobre, racconta i 90 anni del museo, il suo ruolo e i legami con il contesto automobilistico torinese, attraverso quattro sezioni e una serie di materiali provenienti dalla collezione e dal Centro di Documentazione. L’obiettivo è creare un percorso di approfondimento all’esposizione permanente, mettendo in luce le storie dei protagonisti e i momenti che hanno segnato l’evoluzione dell’automobile e del museo tra passato e futuro. Le relazioni intessute da Carlo Biscaretti, fondatore del Museo, con diverse figure di rilievo nel mondo automobilistico, sono il punto di partenza della mostra e costituiscono il nucleo della prima sezione, con la Panhard & Levassor del 1894, vettura esposta alla Mostra retrospettiva sulle automobili d’epoca, organizzata da Carlo Biscaretti in occasione del Salone di Milano del 1933, primo atto della fondazione del Museo, la voiturette Leon Bollée 3 HP, uno dei primi modelli posseduti da Cesare Goria Gatti, tra i fondatori della Fiat e dell’Automobil Club di Torino, che ebbe per primo l’idea del Museo con Roberto Biscaretti di Ruffia, padre di Carlo, la Fiat 18/24 HP, donata al Museo da Carlo Biscaretti, la Fiat 16/20 HP, donata da Sofia Cacherano di Bricherasio, collezionista e sorella di Emanuele, il conte tra i primi a credere nella nascita della Fiat e la figura di Vincenzo Lancia, collaudatore e pilota della Fiat, del quale è esposta la Lancia Lambda Weymann. A rappresentare l’automobile come progetto c’è la storia della creazione della Itala 11, un prototipo innovativo dell’azienda torinese guidata da Giulio Cesare Cappa, che ebbe un ruolo di primo piano anche con altri due marchi torinesi, l’Aquila Italiana e la Fiat. Lo stretto nesso tra l’automobile, il Museo e Torino dove, fin dal 1900, ha sede il prestigioso Salone dell’Automobile, trova la sua espressione nel racconto di Luigi Bertazzini che testimonia l’evoluzione dell’automobile dagli anni Cinquanta agli anni Settanta e la trasformazione urbana della città, con lo sviluppo industriale che ne modifica il volto. La seconda sezione si focalizza sull’architettura, dal progetto di Amedeo Albertini, al rinnovamento architettonico ed espositivo compiuto negli anni Duemila, un punto di svolta che inaugura un nuovo corso del Museo. La terza sezione parte dall’eredità lasciata da Carlo Biscaretti al Museo che consente, dagli anni Sessanta, di instaurare una rete di rapporti con musei internazionali, collezionisti e associazioni di settore, in un momento storico in cui l’automobile d’epoca ebbe un ruolo sempre più importante. In questi anni compaiono anche i primi manuali sul restauro del veicolo, con protagoniste importanti vetture restaurate, come l’Alfa Romeo 8c 2300, che alla bellezza delle forme di un design ricercato unisce una storia motoristica, molto ambita dal mercato collezionistico. La quarta sezione è dedicata al Centro di Restauro, nato dall’esigenza di superare la criticità tra conservazione e funzionalità dell’automobile, come con il progetto della Carrozza Bordino, protagonista nei prossimi anni di un caso studio di restauro di uno dei primi mezzi a motore realizzati in Italia, oggi protagonista di un’installazione multimediale che porterà i visitatori a rivivere lo spirito della Torino di metà Ottocento. Read the full article
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In the antique shop scene when Andrey and Goncharov are racketeering the owner of the Mercato d’Epoca, Andrey destroys an expensive piece of merchandise at Goncharov’s behest in order to intimidate the shop owner into paying into their racket and establishing the Russian mafia’s foothold over the neighborhood. The antique smashed by Andrey is actually a late Roman water clock, which is a careful allusion to the heavy themes of water (with small fish in meals, home aquariums, and motifs on certain paintings often serving as a device to mirror Goncharov’s helplessness against the things he obsesses over keeping control of), timekeeping implements (often ominously framed in the background of shots as a way of conveying to the viewer the constant, dull angst that plagues Goncharov’s mind as he desperately tries to deny to himself the fact that for all his money and power, he can’t forestall time’s effects on him and his legacy), and Goncharov losing himself as the story progresses, mirrored in the way water clocks steadily drain hour after hour until the dripping stops and the water has reached the bottom. In the same way, Goncharov slowly spirals downwards into himself, falling victim to the slow draining not of water, but of purpose and confidence.
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