#sono una barzelletta
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maledetto il giorno in cui cercando di scaricare ill3galm3nt3 illustrator per l'ennesima volta e, perdendo la pazienza, ho cliccato la qualunque e adesso è da venerdì che c'è qualcuno che mi ha fregato le password dei social e usa i miei profili per seguire in massa pagine filippine
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durante la giornata per la consapevolezza sull'autismo facciamo tutti i progressisti e mandiamo in onda servizi condiscendenti strappalacrime ma nessuno si fa problemi a definire greta thumberg "malata" o "rit4rdata" o a minacciarla letteralmente di morte in televisione.
#non ho mai sentito UNA singola persona criticare greta thumberg in maniera adeguata e pertinente#tutta la campagna di odio mediatico contro di lei è DA SEMPRE solo una questione di odio verso gli autistici e la comunità disabile#il 99% delle critiche sono solo insulti abilisti sessisti o una retorica anticomunista completamente fuori contesto#il suo attivismo potrà anche essere criticabile sotto alcuni aspetti ma nessuno di essi viene mai affrontato#anche ora per la sua dichiarazione di supporto alla palestina.#gente che le da della nazista come se le persone autistiche e disabili non fossero tra le prime ad essere perseguitate#in italia soprattutto c'è una campagna d'odio terrificante. minacce di morte insulti rape jokes e via discorrendo#da persona afab e autistica se qualcuno fa commenti su greta io *non mi sento al sicuro in sua presenza*#perché TUTTO ciò che dicono su di lei è letteralmente solo abilismo e misoginia. e non è un'esagerazione#gli allistici mi fanno venire da vomitare gli italiani mi fanno venire da vomitare fate tutti schifo ipocriti di merda#mi vergogno di essere italiano#fuga di cervelli assolutamente basata non vedo l'ora di contribuire e mandare a fanculo questa barzelletta di paese porca la madonna#autismo#italian politics#actually autistic#rant
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Ti mandavano al confino se eri nemico del fascismo, o anche solo poco amico. Spesso bastava non esserne entusiasta. Ti mandavano al confino perché al dopolavoro qualcuno ti aveva sentito raccontare una barzelletta sul duce, ne giravano di formidabili, non raccontarle sarebbe stato un peccato, ma più facevano ridere, più raccontarle era peccato. Le dittature sono permalose.
La macchina del vento, Wu Ming1
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A Parigi un teatro gestito da varie associazioni ultra-progressiste, resosi noto per aver messo in scena spettacoli "eccentrici" e "radicali", ha deciso di farsi pubblicità invitando in sala 250 immigrati africani per assistere gratuitamente a uno spettacolo.
Fatalmente, a cinque settimane di distanza, il teatro è finito in bancarotta perché i suddetti ospiti non se ne sono mai andati e hanno fatto del teatro uno spazio in cui accamparsi a tempo indeterminato.
No, non è una barzelletta: è il 2025.
👉 Segui PRO ITALIA 🇮🇹
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Io mi ricordo, quando t’ho vista la prima volta
Eri giovanissima, infagottata dentro una tuta da benzinaia, con dei guanti di pelle a dita scoperte e un cappellaccio di lana calato sulla fronte. Soffrivi il freddo, ma il tuo sorriso riscaldava tutto, nel raggio di due metri. Ero arrivato in paese da poco, per il mio nuovo lavoro nella vicina città e stavo ricreando la mia piccola rete di conoscenze e posti utili. Quella routine che man mano poi chiamiamo “casa” lontani da casa.
Ho preso a servirmi da te. Eri la tuttofare di quella piccola pompa di benzina, che gestivi assieme a tuo padre. Un uomo saggio e sereno, con cui parlavamo di calcio e imprecavamo contro il governo. Mettevo solo dieci euro di benzina, per passare di nuovo da te al più presto. L’avevi capito e mi sorridevi, complice. Noi uomini siamo furbi stupidi. Eri lusingata, da questo fatto.
E regolarmente ridendo mi chiedevi: “ma perché non metti trenta euro?" E io: “perché così la macchina è più leggera e consuma di meno: ma tu che lavori con le macchine, non guardi la formula uno?” così mi guadagnavo il ”ma vattene, va'!” quotidiano, detto con un sorriso che avrebbe fermato un esercito. Poi papà è morto e tu sei rimasta sola: facevi di tutto, con competenza, pazienza e stringendo i denti.
Olio, acqua, pressione, rabbocchi. Ma un sorriso l’avevi per tutti. E tutti t’adoravano. Il fruttivendolo lì vicino, vecchio amico di papà, uno che t’ha vista crescere, ogni mattina ti portava il caffè. Rigorosamente fatto nel suo retrobottega con la napoletana.
La panettiera, tua amica, solo di qualche anno più grande di te, alle dieci ti portava un bel trancio di pizza e t’aggiornava sui pettegolezzi. Servizio completo: due euro. Prezzo quasi simbolico. Tutto in pace, fino a quando le nuove norme, il piano regolatore e la sopraggiunta illegalità delle piccole pompe in città non t’hanno costretta a chiudere l’esercizio. Un lunedì sono venuto a far benzina e... semplicemente non c’eri più!
Ero sinceramente disperato e mi sarei preso a schiaffi, per non aver avuto mai il coraggio di chiederti di uscire con me. Mi mancavano da morire lo scambio di battute quotidiano, la barzelletta che ti raccontavo, che tu ascoltavi con gli occhi attentissimi e la tua esplosione di gioia finale genuina, la risata fragorosa e il solito congedo finale: “quanto sei scemo!” che per me equivaleva a una carezza sul cuore.
Quando ormai m’ero rassegnato, pur non smettendo di pensare a te ogni giorno, t’ho ritrovata per caso dal dentista: su una rivista di moda! Bella come il sole, agghindata solo con intimo e accessori. Eri tu! Eri proprio tu! Non ci potevo credere! Sono rimasto imbambolato a guardarti, a bocca aperta. Una vera dea. Senza troppe speranze, ho scritto un’e-mail alla redazione del giornale, vantando una parentela inesistente e chiedendo che in qualche modo te la girassero. Se non a te, almeno all’agenzia o al fotografo degli scatti, al produttore dell’intimo.
Era un vero e proprio biglietto della lotteria. Un messaggio in bottiglia. Poi dice che i miracoli non succedono: dopo una settimana circa m’hai scritto! Mi hai detto che eri contentissima di avermi ritrovato, che un po’ avevi addirittura nostalgia del vecchio lavoro, soprattutto per i contatti umani e che tenevi particolarmente a me. Perché anche se, da bravo tricheco imbranato, non t’avevo mai confessato il mio sincero interesse per te, tu l’avevi capito da subito e non aspettavi altro che ti invitassi. Mi sarei preso a schiaffi appena letta l’e-mail!
Non ho perso tempo: t’ho chiesto il numero di telefono, ci siamo sentiti e con piacere ho constatato che il tuo dialetto è bello vivo. Anzi: forse proprio per non rompere con le tue radici, con me usi più il dialetto che l’italiano! Mi hai parlato a lungo delle difficoltà economiche dopo la perdita dell’unica fonte di introito, della solitudine in casa, delle preghiere a Dio perché ti facesse trovare un lavoro, delle foto che già avevi inviato, nei mesi che precedevano la chiusura della pompa, a varie agenzie, su suggerimento e presentazione di una tua ex compagna di scuola, ora fotografa professionista.
Della fiducia incrollabile che da sempre hai in te stessa, del fatto che eri sicurissima che qualcuno t’avrebbe offerto un’occasione. Poi mi hai parlato della gioia nell’aver trovato questo lavoro, dove tutti ti vogliono bene, anche se parlare di denaro... è volgare e vivete in quattro in un miniappartamento che sembra un campo di battaglia! E per quanto mi riguarda... adesso eccomi qua: sono su un volo Palermo-Milano, con l’unico obiettivo di aspettarti puntuale stasera alle sette, sotto l’agenzia dove lavori, per portarti a cena e gustarmi le stupende fossette sulle guance, acchiappabaci che ti si formano quando ridi.
Per farti morire di risate allora ho preparato una ventina di barzellette e aneddoti locali vari. T’aggiornerò sui pettegolezzi del quartiere, farò per te le imitazioni dei soggetti che ben conosci in paese. E poi, se Dio m’aiuterà, voglio vedere e adorare finalmente il resto del tuo corpo stupendo. Il viso e il tuo carattere meraviglioso, solare, positivo e bello li conosco già molto bene: sono la cosa che amo di più, di te. M’hai catturato. Scema che non sei altro!
RDA
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Questo Unifil è una barzelletta in mezzo ad una tragedia
....in pratica dovrebbero garantire la pace...invece si devono rifugiare nei bunker per non essere colpiti
.....quindi sono pacificatori in tempo di pace
....che in tempo di guerra devono mettersi al riparo
....M'ha 🤔
Per me sono spese militari inutili
...che servirebbero benissimo per altre
..emergenze
Vedi cibo e tutto il resto.
🇺🇲🇮🇱🇪🇺...nà barzelletta pazzesca
Che dire
..fredDURA
.. è difficile SOPPORTARE PER QUELLO CHE SI VEDE E CHE ..SAPPIAMO
#politica#italia#guerra#forzaemila#palestina libera#europa#free gaza#free palestine#palestine#youtube#libanon
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L'AUTONOMIA CON IL CULO DEGLI ALTRI
In una intervista al Corriere Graziano Delrio racconta che nel 2016, quando era ministro delle infrastrutture disse a Zaia che il progetto della Pedemontana non stava in piedi. Come noi diciamo da anni, avevano gonfiato i flussi di traffico. In poche parole se tu prevedi il passaggio del doppio delle vetture al giorno rispetto alla realtà l'opera non sta in piedi. L' aveva segnalato un rapporto di Cassa depositi e prestiti e uno studio di Jp Morgan. Non occorre una laurea a Cambridge, basta saper fare due più due. Delrio suggerì a Zaia di cambiare il progetto. Zaia decise di andare avanti da solo. Lui sa come si fa. Così abbiamo distrutto il territorio, abbiamo consumato suolo in una Regione ridotta ad una colata di cemento e dobbiamo pagare 300 milioni all'anno al Consorzio.
Da anni è tutta una foto di inaugurazioni di tratti dell'autostrada divina, della panacea di tutti i mali, del miracolo zaiano. Una autostrada inaugurata infinite volte. Non si trovano più nastri da tagliare. La stampa genuflessa esalta il Doge. Lui sorride, sardonico, esulta, spesso assieme al compare Salvini. Il gatto e la volpe. O forse il gatto e il somaro, perché uno che fa queste cagate non è di sicuro una volpe. Eppure in molti lo diciamo da anni. Lo abbiamo continuato a ripetere. Il buco, il disastro della finanza pubblica non era prevedibile, era previsto. Abbiamo assistito anche alla tragedia comica, di Zaia, il grande amministratore, che invitava i veneti ad essere solidali, ad usare la Pedemontana. Una barzelletta davvero bizzarra. Vuoi essere buono oggi? Ti senti fedele agli oppressi? Senti una autentica empatia per gli ultimi? Fatti un giro nella Pedemontana. Dal Vangelo secondo Zaia, il vangelo dell'asfalto.
Adesso i nodi sono venuti al pettine. La realtà ha squarciato il velo della propaganda. I conti non tornano, i conti scoppiano. Era scritto. Cosa fa Zaia? Va a Roma chiedendo che l'opera venga nazionalizzata.
Ricapitolando: la Regione fa un'opera che non regge, lo Stato con il ministro Delrio dice a Zaia di cambiare progetto o di andare avanti da solo. Zaia si prende la responsabilità di andare avanti e fallisce. E adesso, a fallimento appurato, certo, indubitabile, chiede a Roma di ripagare i suoi danni. È proprio un bravo amministratore. Mi prendo la responsabilità di fare pagare agli altri i miei vergognosi errori. Autonomia è una parola molto bella. Deriva dal greco e significa "essere legislatori di sé stessi". Questa però è l'autonomia dei leghisti, l'autonomia con il culo degli altri.
Carlo Cunegato, Facebook
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Ma che bella idea.. (del cazzo)!
Quindi ricapitolando per andare in nave in Giappone da Busan.
DUE ORE DI TRENO VELOCE PER RAGGIUNGERE BUSAN DA SEOUL.
RICHIESTA DI ESSERE AL TERMINAL DIVERSE ORE PRIMA DELL'IMBARCO CHE AVVERRÀ ALLE 7:40PM.
PER POI SALPARE ALLE 22:30PM.
ARRIVANDO A FUKUOKA ATTORNO ALLE 5:30AM MA SENZA POTER SBARCARE CHE L'UFFICIO IMMIGRAZIONE E DOGANE APRE ALLE 7:30AM
Si dirà, almeno l'esperienza della traversata nello Stretto di Corea, su una nave giapponese con standard giapponesi..
Proprio con in mente la qualità giapponese il sottoscritto aveva preso una cabina notte in prima classe (ma è uno sballo! Cit.) da 4 persone in stile giapponese con futon annessi e connessi.
La realtà: la nave è vecchia. Gli interni sono vecchi. I bagni - in comune - sono vecchi. Solo il lenzuolino e la federa del cuscino sono lavati il resto è sporco e macchiato. Il cibo del ristorante di bordo ha pessime recensioni quindi tutti comprano dal mini kombini di bordo o dai distributori automatici. Ci sono una cinquantina di carrelli e messaggi attaccati un po' a cazzo ovunque con il nastro adesivo.
Praticamente un gemellaggio con i servizi di navigazione per le grandi isole in Italia.
La cosa più assurda però resta che dopo aver dormito essenzialmente su un pavimento ci siamo svegliati bene. Sarà stato il medicinale contro il mal di mare? La posizione? O è semplicemente il Giappone ad avere proprietà curative basta arrivarci?
Non lo sapremo mai. Per il resto Giappone mio come ti ho lasciato ti trovo, parafrasando non ricordo quale comico sei "La maggior ragione a sostegno sull'uso delle armi nucleari". Questo naturalmente se ci limitiamo a una visione superficiale stile barzelletta sul turismo di Pennac.
A parte la sorpresa di aver trovato i maggiori templi chiusi a Fukuoka (perché? Boh) e il non esser riusciti a condividere un taxi con le due ragazze italiane, o l'aver dovuto camminare al buio totale sotto una statua del Buddha.. l'esperienza giapponese è stata esattamente come me la ricordassi.
Pulizia, educazione, qualità, ordine, gentilezza. Per dire il centro commerciale della stazione di Fukuoka è come Harrods ma senza la boria e i prezzi da ricconi sauditi.
A Kyoto siamo finiti in un quartiere pieno di hotel così che incontriamo più occidentali che altri.
E devo ammettere che fa strano perché allontanarsi dalla nostra dimensione emiliana, italiana, europea sta aiutando.
Cerco di non aprire le notifiche e gli aggiornamenti delle notizie dal mondo.
Certo farlo da un appartamento grande la somma di tutti quelli avuti in Giappone (che botta di cù) fin'ora aiuta.
Bonus domanda a la "Il giovane Holden" ma come farà lo spruzzino del bidet automatico a sapere sempre esattamente dove si trova il bùs?
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Sa murta .
( non è una barzelletta è la verità)Cosa ci fanno un sardo , una siciliana e una crotonese dentro un boschetto sacro ad Hera ?
Aspettano che "sa murta" matura per fare il liquore !!
Il mirto è una pianta molto tipica della Sardegna ma che era dedicata alla dea Hera e quindi è pieno di mirto qui in Calabria.
Per noi la mitologia e il politeismo non sono mai finiti ma il liquore dura sempre troppo poco!
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🇺🇸 TUCKER CARLSON: "VOLEVO INTERVISTARE PUTIN, IL GOVERNO MI HA BLOCCATO"
"Ho provato a intervistare Vladimir Putin e il governo degli Stati Uniti mi ha fermato. Ora, riflettete per un minuto. A proposito, nessuno mi ha difeso. Non credo che ci sia stato qualcuno nei mezzi di informazione che abbia detto: “Aspetta un attimo. Può anche non piacermi quest’uomo, ma ha il diritto di intervistare chiunque voglia, e noi abbiamo il diritto di sentire cosa dice Putin”. Non ti è permesso ascoltare la voce di Putin. Perché perché? Non c'è stato alcun voto a riguardo. Nessuno me lo ha chiesto. Ho 54 anni. Ho pagato le tasse e ho rispettato la legge.
Sono un cittadino americano. Sono un americano molto più leale di, ad esempio, Joe Biden o Kamala Harris, che non sono nemmeno cresciuti in questo paese; lei è cresciuta in Canada. E vengono a spiegarmi che cosa significa essere un americano leale? Non mi interessa nemmeno, a questo punto. Non mi interessa nemmeno. Quando David Frum [uno scrittore dello staff della rivista The Atlantic] dal Canada mi dice che sono un americano sleale, deve essere una barzelletta. E non mi interessa più cosa pensano, in realtà. E non mi deve importare. Quindi non lo faccio". (Fonte: Weltwoche, settimanale svizzero)
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La libertà di stampa esiste, ma funziona a senso unico ⛔
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Mattina partita scoppiettante! Ieri le persone per cui lavoro hanno notato che non esiste più il loro canale youtube (che hanno momentaneamente (?) rimosso dopo che ho preso il virus che è entrato in qualunque account a fare danni :F) quindi oggi ho fatto finta di gnente sulla mia colpevolezza ma ho fatto finta di scoprire le mail dove yt avvisa di tutto e spiegato cos'è successo e mi sto pure prendendo i complimenti e i grazie perché senza di me non l'avrebbero mai capito A PROPOSITO C'È SALVEZZA? QUALCUN SA SE ME LO RI ATTIVERANNO? POSSO FARE QUALCOSA?
Poi stanno venendo dei muratori a cui avevo chiesto un minimo di preavviso e loro hanno preso alla lettera la cosa e quindi il preavviso è stato di ben 4 ore! Ho sistemato la casa alla bene e meglio e il mio cervello malato però non può concepire di far entrare persone in casa senza che questa sia perfettamente linda allora ho detto dai faccio girare anche un po' di palo santo e quindi adesso ho i muratori che sono imminenti col gatto fatto come una pigna perché il palo santo lo droga ed è qui a sfattare di brutto
dovrei iniziare l'hashtag #barzelletta
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Posso dire che a me dei fake non interessa molto? Nel senso che siamo su Tumblr e con questa consapevolezza parto già con l’idea che non cerco niente e che la gente potrebbe fregarti ed essere momentanea. Non chiedo mai foto a ragazzi proprio perché restando tutto in rete a me piace anche crearmi le mie fantasie. Quindi quello su cui faccio affidamento è il modo di ragionare e di parlare di una persona, se mi ci trovo, se mi piace farci quattro chiacchiere ogni tanto. Pure se mi eccitano dei suoi ragionamenti o discorsi sul sesso. Poi muore lì e sono felice così. La cosa che proprio faccio fatica a capire e tollerare, e lo so perché ho un mainblog e un sideblog, sono quei ragazzi che da una parte ti dicono piacere Pasquale e dall’altra parte piacere Antonio. Che dico un nome non sarà sicuramente importante ma almeno sii coerente. Inventa un nome se proprio devi ma tienilo, altrimenti poi mi si secca la vagina e anche il piacere di parlare per perdere del tempo si trasforma in barzelletta.
Probabilmente top 1 anon che abbiano mai scritto qualcosa su questa pagina, per me ancora meglio avere zero interazioni con la gente che c'è qui sopra
#i segreti di tumblr italia#isegretiditum6lritalia#anon ask#tumblr italia#domande anonime#segreti#segreto#italia#italy#made in italy
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c'è una pagina in questo libro che sto studiando sulla figura della donna nella bibbia perché proprio parte dal principio per capire perché le autobiografie delle donne non sono mai state incluse nel canone e sempre denigrate o dimenticate o neglected e questa storiella religiosa sembra una barzelletta ma la verità è che non fa ridere perché la nostra società è stata costruita su queste assurdità immonde e noi ancora ci stupiamo per le cose che succedono. dopo faccio una foto e la posto perché veramente sarebbe bello riderne ma non si può non si può non si può
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Nobody Wants This: Kristen Bell, Adam Brody e una serie perfetta per i millennial
Cosa succede se una podcaster sul sesso incontra un rabbino? Non è l'inizio di una barzelletta ma l'incipit di un perfetto comfort show. In streaming su Netflix.
Ci sono serie, strombazzate o meno che siano, che nascono attraverso l'unione dell'algoritmo per colpire il proprio target di riferimento, magari puntando su star conosciute e molto amate e su un plot già visto ma sempre funzionale, soprattutto se legato al genere di appartenenza. Tuttavia, non è detto che questa commistione di elementi faccia centro. Per fortuna non è questo il caso se pensiamo a Nobody Wants This, la serie Netflix originale pensata appositamente per i millennial in cerca dell'anima gemella (e non solo), in cui tutto è davvero al posto giusto.
Nobody Wants This: l'ABC della commedia romantica
Bell e Brody, adorabili tanto da soli quanto insieme
Partendo dalle basi, la serie Netflix è una romcom abbastanza classica negli archetipi e negli stilemi, ma attualizzata ai giorni nostri, oltre le dating app e il successo dei podcast. Kristen Bell, l'ex Veronica Mars, è Joanne, appunto una podcaster insieme alla sorella minore Morgan (Justine Lupe): utilizzando i propri battibecchi e confronti quotidiani, parlano della difficoltà delle relazioni 4.0, mettendosi a nudo con le proprie disavventure per parlare di amore e sesso ma soprattutto di empowerment e indipendenza delle due parti all'interno di un rapporto.
Le due sorelle funzionano bene insieme
Adam Brody, l'ex Seth Cohen di The O.C. - quindi gli autori, Erin Foster in primis, hanno utilizzato due amori adolescenziali dei millennial non a caso - è Noah, un rabbino in erba, che proviene da una famiglia ebrea, molto credente e molto praticante, tanto che qualsiasi relazione con qualcuno al di fuori della cerchia non viene vista di buon occhio. Entrambe le famiglie sono un po' ingombranti ed entrambi hanno una spalla su cui piangere: Noah infatti è pappa e ciccia col fratello più grande e sposato, Sasha (l'altissimo Timothy Simons di Veep) con un'ebrea maniaca del controllo. Tutti ingredienti perfetti per una partenza col botto, che per fortuna non si affievolisce col passare delle puntate.
È tutta questione di chimica nella serie Netflix
Kristen Bell e Adam Brody sono meravigliosi, da soli e insieme, e fin dal primo minuto reggono benissimo la scena e la storia d'amore nascente tra i due protagonisti, che non potrebbero essere più diversi. Lei schietta, forse fin troppo, e fisiologicamente predisposta all'incasinare le cose; lui timido e metodico (ma molto più sicuro di sé di Seth) eppure curioso di cosa c'è fuori dal proprio orticello. Lei agnostica, lui credente. Non dovrebbero stare insieme, eppure non riusciamo a non tifare per loro, al volersi scoprire pezzo dopo pezzo quando nessuno intorno a loro crede in quella relazione. Si troveranno così ad affrontare argomenti seri come la religione, sempre attraverso l'umorismo.
Gli opposti si attraggono nella serie Netflix
Tra cliché e stereotipi tipici del genere, a colpire non è solo quanto i due funzionino insieme (non era scontato) ma soprattutto le battute al vetriolo che si lanciano continuamente, facendoci sognare e credere che si abbia quasi sempre la risposta pronta a tutto, e facendoci ridere per davvero (altro elemento per nulla scontato). Nobody Wants This prende quindi il meglio dal talento dei propri protagonisti per farcire una torta che abbia tanti gusti ben amalgamati tra loro. A partire dalla scrittura fino alla messa in scena, colorata di una fotografia luminosa e raggiante che per una volta utilizza il sole di Los Angeles invece che la più tipica New York.
Più della somma delle proprie parti
Anche i comprimari funzionano!
Non funzionano però solo i due protagonisti, altrimenti la ricetta del comfort show per questi primi freddi non sarebbe stata completa. Justine Lupe e Timothy Simons sono due ottime spalle che danno il prezioso contributo sia insieme ai propri fratelli sullo schermo sia tra di loro, creando situazioni tragicomiche. Anche il resto del cast forse un ensemble divertente e sopra le righe, mettendo in piedi una storia, pur ingenua in alcuni sviluppi, che è esattamente quello di cui avevamo bisogno per iniziare la nuova stagione televisiva in streaming. Complice anche la durata perfetta delle puntate: dieci episodi da 20-25 minuti, ricordando a Netflix che non c'è bisogno di fare le comedy oltre la mezz'ora, anche se non vi sono inserzioni pubblicitarie di mezzo. La riuscita è la stessa, anzi è migliore.
Conclusioni
In conclusione Nobody Wants This è il perfetto comfort show da divano e copertina, che va giù come una buona tazza di cioccolata calda aromatizzata alla cannella o a ciò che più preferite, senza bisogno di festività di mezzo e anzi ambientata nell’assolata California. Kristen Bell e Adam Brody sono pazzeschi insieme e, forse un po’ a sorpresa, lo sono anche i comprimari rendendo questa romcom dei tempi moderni proprio ciò il dottore ha ordinato per il cambio di stagione. Una commedia romantica cinica sotto mentite spoglie, in realtà dolcissima.
👍🏻
Kristen Bell e Adam Brody sono il sogno di ogni millennial insieme… e funzionano!
Anche Justine Lupe e Timothy Simons sono fantastici, così come il resto del cast.
La scrittura di Erin Foster: non ci si emoziona solo, si ride anche!
La durata breve degli episodi: evviva!
👎🏻
C’è qualche cliché nella caratterizzazione e nello sviluppo, ma fa parte del gioco.
C’è forse qualche ingenuità nella risoluzione degli eventi, ma serve a dare speranza.
#nobody wants this#kristen bell#adam brody#netflix#netflix series#netflix italia#recensione#series review#review
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Oggi day off, nonché anche compleanno di papà. Mattinata in palestra, pranzo dell'ultimo minuto con P al sushi, in cui dire no ad un amica era scortese, soprattutto dopo 3 settimane di assenza e in cui un momento per noi alla fine ce lo meritavamo anche per recuperare la quotidianità in chiacchiere e racconti, ma che mi ha mandato poi in crisi per tutta la giornata, con tanto di lacrime e cattivi pensieri già nello spogliatoio a fine allenamento. Ed una volta arrivata a casa e sistemato, mi son messa a letto, piena e gonfia da questo pranzetto, accorgendomi che proprio oggi è pure la giornata del fiocchetto lilla e tutto questo mi è sembrata una grande ed immensa barzelletta, nulla per caso insomma!
Mi sono poi addormentata, un po' per la stanchezza ed un po' in vista del weekend full lavorativo, al risveglio ero ancora piena, così da mangiarmi giusto due foglie di insalata per cena e festeggiare mio padre con una fettina della sua torta richiesta rigorosamente con tanta pasta frolla. Ed ora sono qui, a letto, che volevo scrivere due paroline riguardo questa giornata, perché scrivere aiuta sempre e perché dicono che parlarne fa bene ed anzi si deve. E per come son fatta a volte penso proprio il contrario, che parlarne peggiori le cose, che faccia sentire ancora più pazzi, pronti ad essere giudicati, con quel dito puntato ed i commenti di chi non riesce a capire e comprendere. Ed anche chi ti vuole bene a volte non comprende, ed a volte ci provi a parlare, a tirar fuori l'argomento, a far capire che andare a pranzo fuori è un fottuto problema, soprattutto se prima ti sei allenata, se ci sono altri pasti liberi in programma, se non ti vedi, se se se..ma le frasi che senti ripeterti son sempre le stesse, chi fa battute, chi la mette sul ridere e scherza, chi prova a "consolare" ma fa solo peggio e non è nemmeno colpa loro. La colpa sai bene di chi è, di cos'è e tutto questo ti manda ancora più in tilt. Così si finisce per fingere che sia tutto a posto, lo si mette da parte e si fa passare un altra giornata
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È tutto finito, compagni
Non ci siamo solo noi pasciuti occidentali al mondo, e per occidente intendo il concetto politico prima ancora che geografico, eppure pensiamo di avere la prelazione sulla volontà di tutto il resto del pianeta in virtù delle nostre conoscenze avanzate, del nostro sistema economico, dei nostri progrediti sistemi politici, e riteniamo arretrati tutti gli altri luoghi del pianeta che non adottano i nostri standard. Questa indiscutibile volontà di condurre tutto agli standard occidentali è una volontà ipocrita perché il benessere dell'occidente implica la povertà del mondo che ne resta fuori, per cui i grandi proclami di sviluppo globale accompagnati dalle rituali fotografie in giacca e cravatta davanti a fondali di cartone sono solo un esca per i fessi. La catena di produzione degli oggetti di consumo implica un'originaria base di manovalanza a basso costo che si accontenta di quel poco che riesce a guadagnare in rapporto all'economia del luogo, che deve rimanere depressa, differenziata rispetto alle economie avanzate e quindi in grado di sostenere il costo della vita di un esercito di lavoratori sottopagati, mentre noi in occidente continuiamo a stanziare incentivi per un'industria senza più operai (i sindacati sono diventati una barzelletta). Non c'è più nessuno che ascolta le ragioni dei miserabili del mondo, le sinistre occidentali ormai perse in battaglie sui pronomi e sulle domeniche in bicicletta, è tutto finito, compagni, il capitale ha vinto, vince sempre.
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