#soffocamento
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C’è una poesia di Jane Kenyon che amo. Sono tre strofe, dieci versi in tutto, piuttosto cupi. La poesia si intitola Nella casa di cura; nel testo paragona la vecchiaia a un cavallo selvaggio che corre tracciando cerchi sempre più piccoli, fino a quando i cerchi scompaiono. Da adolescente, avevo l’impressione che questa poesia rappresentasse in modo perfetto la sensazione di soffocamento della mia infanzia, la terra desolata e impervia di cerchi sempre più stretti in cui abitavo. A volte mi sentivo come se vivessi in un mondo mio, al di fuori del mondo esterno, senza una vera relazione con nessuno o con qualsiasi cosa, come se le imbracature invisibili che legavano gli esseri umani a ciò che li circondava si fossero, nel mio caso, disfatte. Ero abituato a vivere disancorato, a calarmi senza corda né ancora in una realtà che si restringeva. Tutto ciò che sapevo era che stavo guardando la notte in arrivo, da solo, aspettando diligentemente come il cavallo di Kenyon, di essere recuperato da qualche forza, qualsiasi forza, che potesse reinserirmi nella mia stessa vita.
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L’apparato respiratorio di un bimbo, dopo l’autopsia. Nella trachea, proprio a livello della biforcazione nei bronchi destro e sinistro, c’è bloccata un’arachide (vedi freccia) che è finita accidentalmente nelle vie repiratorie, causando il soffocamento e la morte del bambino.
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Mistero sulla morte del ragazzo disabile trovato sul suo letto mentre la madre era in vacanza, i magistrati cercano ancora risposte. #carnate #omicidiocolposo #badante #gravipatologie #carabinieri #figliodisabile #mortepersoffocamento #causenaturali #mortoragazodisabile, #misterosullamorte #fabriziosbardella
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OGGI COME ALLORA
Che il fascismo sia tornato è innegabile e chi dice il contrario o è fascista o mente. Nessuno ti picchierá per strada se non ti togli il cappello al passaggio di una divisa, né ti costringerà a bere intrugli nauseabondi (almeno per ora), ma le manovre del governo non sono più soltanto caratterizzate da tagli all'istruzione, alla sanità e alla cultura, ma sono apertamente indirizzate alla repressione e al soffocamento del dissenso. Iniziano a essere minate le libertà fondamentali: gli scioperi vengono vietati, gli antiabortisti entrano nei consultorio, le università vengono militarizzate, l'informazione è censurata o manipolata al fine di creare consenso. Se non ti allinei vieni licenziato, multato, arrestato, picchiato. A suon di leggi, decreti e ordinanze aumentano le restrizioni e il controllo per darci la sensazione di sentirci in pericolo e farci credere di aver bisogno di protezione dal nemico di turno: lo straniero, la femminista, l'ecologista, il "comunista". Ci vogliono buoni e servili per sfruttarci come hanno sempre tentato di fare. Questo 2024 non è così distante dagli anni '20 del secolo scorso, ma oggi come allora i fuochi di Resistenza esistono e riprendono vigore. Gli studenti che scendono in piazza a schivare i manganelli dimostrano di conoscere la storia meglio di chi li vuole zittire. Che fare, dunque? La verità è che il fascismo c'è sempre stato, oggi sta soltanto prendendosi il palcoscenico, ma se lo spettacolo, pagato da noi, è di bassa qualità, lo spettatore ha il diritto di fischiare, alzarsi e buttare gli attori principali giù da palco.
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Ci vediamo domani?
Affitto un Airbnb e ti aspetto sdraiata sul letto con la testa che pende oltre il bordo
Indosserò la maschera così non potrò guardarti e anche la bocca di silicone, che mi costringerà a tenerla aperta in quella immobilità così innaturale
Entrerai e non saprò nemmeno se sarai solo, se sarai davvero tu.
Sentirò la cerniera abbassarsi, il fruscio dei vestiti e piano piano la pressione del tuo cazzo contro le labbra finte
Mi piscerai in bocca dopo ever bevuto tanta acqua per tutta la mattina, saprà solo di te.. È il nostro modo di portarci rispetto.
Berrò, il resto colerà via e a quel punto, cingendomi la gola con le mani, affonderai il cazzo nella profondità del mio essere
Avanti e indietro, godendo della mia resistenza al soffocamento
Mi sborrerai in gola, a tratti con forza, senza remore
Resisterò fino a svenire se è questo che vorrai
Andrai via e non avrò mai la certezza che fossi tu, che tu non abbia mandato quel tuo amico... Quello là che ti ha confessato di non aver mai scopato un culo!
Povero. Forse ti aveva confessato di non aver neanche mai scopato una gola.
Sei così generoso, Oreste mio?
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La lotta interna non è sempre visibile, ma è reale e merita attenzione.
Il disegno rappresenta l'ansia. Le linee disordinate e intrecciate, specialmente attorno al busto e alle mani che sembrano stringere qualcosa vicino al cuore, trasmettono un senso di soffocamento o confusione interiore. L'assenza di un volto definito aggiunge un senso di alienazione o di perdita dell'identità, elementi spesso associati all'ansia. Il modo in cui le mani sembrano cercare di trattenere qualcosa, forse emozioni o pensieri, evoca una lotta interna intensa.
10 ottobre si celebra la Giornata mondiale della salute mentale.
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@esthergravityfalls made me think of this, so have the Loumand fight adapted into Italian by me
L: "Cosa? Cosa?"
A: "È giorno!"
L: "E allora? Me la passavo-"
A: "Con un ragazzo. Te la spassavi con un ragazzo. Ero a casa a girarmi i pollici sul divano."
L: "Ti ho chiesto di unirti a noi."
A: "La notte è passata, la stanza è un casino e ora sono qui, a pulire con straccio e stupidità."
L: "La stanza si è sporcata, e allora? La pulisco."
A: "No, la pulisco io. Tu fai i casini e io li pulisco. Segnamolo sul calendario, allineiamolo con Orsa Maggiore, il triannuale "vaffanculo, ora trovami" di Louis, con scuse a seguire."
L: "Scusa!"
A: "Ti rifugi nelle braccia di delinquenti e malcapitati e ragazzini distrutti, va bene."
L: "Ah, il va bene che non sembra bene."
A: "Ma rivelare la nostra natura a un reporter che hai incontrato in un bar 10 ore fa... E se avesse pubblicato?"
L: "Mi stavo divertendo, stavo per chiudere la faccenda quando..."
A: "Saresti svenuto sul pavimento di fianco a lui, Louis. Stordito dalle droghe che gli hai dato."
L: "Oh, che noia! Sei noioso. Scolorito, insipido. Settimane noiose, mesi noiosi, un noioso del cazzo!"
A: "Ecco le droghe, dalle zanne giù per la gola fino al cuore, le dita tremanti, i piedi..."
L: "Soffocamento dal cuscino più morbido e beige. Le 10 ore che ho passato con quel ragazzo sono state più interessanti, più affascinanti, di decenni con te! Oh eccolo! Lo sguardo mezzo vacuo, mezzo apocalittico. Ma cosa significa oggi, eh? Mi vuole leccare le scarpe o tagliarmi le mani? Stasera c'è il gremlin o la crocerossina?"
A: "Okay. Okay, forse. Ma sono noioso come il blaterare registrato sulle cassette magnetiche del tuo affascinante ragazzo? Oh, oh, è così difficile essere me!"
L: "Mi giravo i pollici sul divano?"
A: "È così difficile uccidere gli umani,sento i loro sentimenti mentre li prosciugo! Tutti quelli che conosco mi fanno dei torti!"
L: "OK, OK, svegliamo il ragazzo e proviamo con te. Sono il vampiro Armand e il mio papà vampiro mi ha addestrato ad essere una puttanella!"
A: "Mio fratello, si è gettato dal tetto! Mia sorella mi ha sepolto vivo!"
L: "Ma i vampiri che hanno ucciso mio papà mi hanno fatto pretendere di non avere il cazzo per 240 anni."
A: "Mia figlia era mia sorella, era il mio soprammobile. Non mi guardava gentilmente. Lestat, Lestat, Lestat, Lestat"
L: "Ho parlato male di lui tutto il tempo! E allora?"
A: "IL NOME! Il nome, muto nella nostra casa da 23 anni, detto di nuovo e di nuovo finché non mi pulsava in testa come un martello."
L: "I nostri problemi non riguardano lui!"
A: "E tu usavi il suo nome solo come copertura, ma poi si tornava sempre a lui!"
L: "L'ho amata!"
A: "Ma lei non amava te! Non come lui, non come me."
L: "Lo so. Lo so! Grazie, grazie per averlo detto."
A few observations
- boy, do they say a lot in 2 minutes
- some things have been changed, such as picking lint off the sofa and idk what Armand meant by "wallowing fingers" at a certain point
- rewatching this scene never gets old
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La mia psicologa mi ha spiegato che: nelle persone che soffrono d'ansia, quando questa si manifesta come un dolore al petto o sensazione di soffocamento, solitamente è dovuta a dei traumi legati all'implorare di essere amati e al non sentirsi ascoltati. II tuo corpo registra il dolore emotivo come dolore fisico intrappolato dentro di te.
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quando senti quel peso astratto sul petto, non c’è, non esiste, pero ti da un senso di soffocamento e disagio che quasi ti si rallenta il battito del cuore e la leggerezza di respirare
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Quella sensazione di soffocamento prima di piangere
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Tanta, tantissima paura di non riuscire a stare dietro a tutto ciò che voglio fare in questo momento e nel prossimo futuro. Rimugino su tutte le cose che sono da iniziare o da continuare e c'è un senso quasi di soffocamento. Un forte desiderio di poter avere molto più tempo, una giornata che non finisca in ventiquattro ore. Posso solo accettare di non dover per forza essere costantemente impeccabile. E dovrei bere anche molta più acqua.
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Se hai mai vissuto una rottura che ha stravolto il tuo mondo, probabilmente sai cosa significano disperazione, odio, vendetta, sensazione di soffocamento. Prova, essere meraviglioso, a non far sentire a chi ti ama quello che hai provato tu.
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I tremori continui, questa sensazione costante di soffocamento, sono chiari segni dell’ansia che sta peggiorando ed io non so piú come tenerla sotto controllo.
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Dimmelo tu cos'è
Ho leccato la tua foto l'altra notte
quella del tuo cazzo
puoi crederci eh! mi sono ridotta a questo
ho chiuso gli occhi e mi sono trovata catapultata con la testa tra le tue gambe:
le tue mani che mi pressano la nuca e la schiacciano, la gola dolorante e il gusto del tuo sperma
la vivida sensazione di soffocamento, la percezione che solo così posso pensarmi viva, invasa dalla consapevolezza che potrei anche sostituire l'ossigeno con il tuo seme biancastro
pensa... saresti tu a tenermi in vita,
lo fai gia'?
vivo per te, senza di te?
spesso immagino di diventare fluida tra le tue mani, come uno slimer onnivoro mi appiccico ai tuoi arti,
inizio dai polsi e ti invado
poi inizio la trasformazione in metallo liquido
piano piano ricopro il tuo corpo e in una sorta di rigida imbalsamazione ti inglobo in me, ti accolgo
che importa se smetti di respirare..se muori in me
mentre la mia fica continua a colare al pensiero di essere tua, e tu mio
non è spaventoso?
e come si chiama questo?
troppo frustrante? troppo fisico? totale, malato, doloroso
cos'è? COSACAZZOÉ?
non è AMORE, lo so
ma dimmi come cazzo si chiama TUTTO QUESTO , dagli un merdoso nome o impazzirò
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Tre di Spade.
"La proiezione sull'Altro: la trappola del Riconoscimento".
Il compito del mese di Maggio è accompagnarci alla frattura con la nostra profonda "Ferita del Riconoscimento".
Essere stati "ignorati" o "svalutati", "boicottati" o "abusati" all'interno del percorso di crescita, tra le mura di casa, nei luoghi più intimi ed emozionali, nelle relazioni primarie, può generare schemi di profonda disfunzione e colpa.
Il dolore non passa solo.
Si deposita nelle memorie cellulari e si riattiva ad ogni simbolo o associazione con l'Evento traumatico, sia esso breve ed estemporaneo o reiterato nel tempo.
Il tempo non sistema le cose. Le complica.
E' per questo che non basta affidarsi alla parte Divina per compiere quel passaggio così strettamente Umano.
Siamo tutti chiamati ora a rivedere amorevolmente i nostri automatismi di manifestazione della sofferenza.
Tutta la rabbia, la violenza, il malessere che si stanno scatenando all'interno dei Sistemi di Relazione, sono frutto di un passaggio delicato della "Coscienza", sempre meno "presidiata" e sempre più libera di esprimere il proprio vissuto.
I terremoti Energetici di questi ultimi anni hanno assediato le fondamenta di tutti gli edifici, anche quelli apparentemente solidi, rendendone evidenti le infiltrazioni di umidità e il marciume del basamento, producendo irreparabili crolli, riducendo in macerie interi caseggiati.
E molti, invece di ristrutturare alla base la loro casa distrutta, ci hanno "messo la pezza", restando però nella costante sensazione che, un'ulteriore potente scossa, potrebbe davvero essere la definitiva per loro.
L'Evoluzione è un processo legato all'Umiltà.
L'Umano si rende strumento di se stesso.
E accoglie con coraggio e resilienza la Verità, che di volta in volta si palesa di fronte a sé.
Si affida al Viaggio. Sa che il percorso sarà accidentato, sa che dovrà distruggere una ad una ogni illusione, ogni contraddizione, ogni trigger interiore.
Ma non si abbatte, non si demotiva, non si appoggia pesantemente sulle schiene degli altri.
E' la sua Casa a necessitare di restauro. E' il suo Giardino interiore che va bonificato a fondo. Sono i suoi "Mostri" da sconfiggere.
Ed è l'unico che può affrontare il suo percorso trasformativo. Nessun altro lo potrà fare al suo posto.
E se ad un certo punto del Viaggio, si è scelto di percorrere la scorciatoia, si mollano gli ormeggi e si decreta "ho già fatto troppo, è tutto inutile, io sono fatto così, sono gli altri che non mi capiscono e non mi accettano per quello che sono", sarà naturale incappare nella solita "risoluzione infantilizzata".
Dove la Struttura immatura necessita costantemente di attenzione, di riconoscimento e premi di partecipazione.
Nessuno ci darà il premio o "la pacchetta sulla spalla" quando avremo compiuto i nostri faticosi passi.
Saremo noi ad omaggiarci con Gratitudine e tanta Gioia. A festeggiare con un sorriso l'ennesimo tassello d'Amore che abbiamo aggiunto al nostro "edificio emotivo".
E mattone dopo mattone, fatica dopo fatica, piano piano vedremo la nostra Nuova Casa Interiore prendere forma.
Sentiremo il Cuore pulsare nuovamente di Vita, irradiare quella sua sconfinata potenza e trasparente purezza in ogni istante ed in ogni respiro del nostro procedere.
Non soffermiamoci nella solita "zona di sconforto", di immobilismo e di "vittimismo".
C'è tanto da smaltire.
Ora più che mai.
Bisogna trovare il coraggio di osservare il "Passato devitalizzato" che torna. Ci dobbiamo stare.
Nessuna fuga, nessuna scorciatoia, nessun premio.
Si resta. Si affronta. Si elabora. E poi si espelle via!
Se lo tratteniamo finirà per intasare il Sistema e ci porterà ad una lenta agonia di "morte" per soffocamento o asfissia.
Lasciamo che i dolori del Passato si trattengano solo il tempo necessario per preparare l'espulsione finale.
Non identifichiamoci con le nostre Ferite. Non partiamo a razzo con gli automatismi che proiettano questi informi cumuli di tossine in transito.
Restiamo concentrati, consapevoli, presenti e partecipativi.
E smettiamola di giocare alla Ferita del Riconoscimento con gli altri! Di voler a tutti i costi attirare l'attenzione del "genitore" di turno. Di agganciare dinamiche infantilizzate di confronto, di invidia, di competizione, di pietismo o, peggio ancora, di vendetta.
Siamo adulti.
Curiamo il nostro Giardino. E smettiamola di ficcare il naso nel Giardino altrui.
Restiamo Radicati a noi stessi, presenti e orientati.
Si tratta di Noi. Della nostra Vita. Delle nostre Emozioni e Disfunzioni. Della nostra Responsabilità su noi stessi. Delle nostre scelte di Guarigione.
L'Altro non c'entra. Mai.
Ricordiamocelo sempre.
E proseguiamo con tanta Fede, Impegno e Dedizione nel nostro straordinario Cammino Evolutivo.
Mirtilla Esmeralda
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Amuleto - Roberto Bolano
"...E allora (in un determinato momento di quell’istante che è davvero esistito, non posso certo averlo sognato) il professor López Azcárate aprì la bocca. Aprì la bocca come se gli mancasse l’aria, come se quel corridoio della facoltà di colpo fosse entrato in una dimensione sconosciuta, e disse qualcosa riguardo all’Arte di amare, di Ovidio, qualcosa che colse di sorpresa Bonifaz Ñuño, che sembrò interessare oltremodo Monterroso e che i giovani poeti o studenti non capirono, e neppure io. Poi diventò rosso, come se il senso di soffocamento risultasse francamente insopportabile, e qualche lacrima, non molte, cinque o sei, gli scivolò lungo le guance fino a restare impigliata nei baffi, un paio di baffi neri che cominciavano a imbiancare alle punte e al centro e gli conferivano un’aria che mi era sempre sembrata molto strana, come una zebra o qualcosa del genere, un paio di baffi neri che, comunque, non avrebbero dovuto essere lì, che chiedevano a gran voce un rasoio, un paio di forbici, e facevano sì che se uno avesse guardato in viso López Azcarate per troppo tempo, avrebbe compreso senza il minimo dubbio che si trattava di un’anomalia e che con quell’anomalia sul viso (con quell’anomalia volontaria sul viso) le cose inevitabilmente sarebbero andate a finire male.
Una settimana dopo López Azcarate si impiccò a un albero e la notizia corse per la facoltà veloce come un animale terrorizzato. Una notizia che mi fece diventare piccola piccola quando la ricevetti, battevo i denti e allo stesso tempo ero meravigliata perché la notizia, non c’è dubbio, era brutta, pessima, ma allo stesso tempo era anche fantastica, era come se la realtà ti dicesse all’orecchio: guarda che sono ancora capace di fare grandi cose, sono ancora capace di sorprenderti, stupida, e di sorprendere anche tutti gli altri, guarda che sono ancora capace di muovere cielo e terra per amore..."
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