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#sgombrare la mente
mynameis-gloria · 1 year
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Svegliarsi alle otto e trenta anche la domenica mattina, ancor prima della sveglia, ieri sera ho preferito andare a letto rassegnata a quello che era decisamente un sabato no. Caffè, fette biscottate e burro d'arachidi, scarpette e felpa in vita pronta per una corsetta, che poi si è trasformata in mezza camminata, ho cambiato pure giro, avevo bisogno di stimoli nuovi, di addentrarmi nel fittobosco (idea non molto geniale essendo giorno di caccia) ma per la mia testa ed il mio corpo è stato decisamente un toccasana. Tornata a casa ho svolto pure gli esercizi. Per pranzo mi attende un super risotto ai funghi. Questa domenica ha un buon sapore
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tulipanico · 2 years
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Mentre passeggiavo sotto una pioggia fina fina, ho pensato che non esistesse al mondo nulla di più bello di Torino d'autiunno. Ora, credo che il mondo ne sia pieno, di bellezza, che domani penserò meraviglioso chissà cos'altro, perchè lo sguardo si rinnova, non ne è mai sazio. Ma gli alberi, con le foglie baciate dai colori del sole, sembrano cantare melodie dolcissime, abbastanza forti da sgombrare la mente; una luce liquida e densa abbraccia ogni cosa, e quasi mi sento parte di quella luce mentre l'aria gelida mi pizzica le guance. C'è un sacco d'amore, in giro, mi chiedo se sia davvero possibile non amare immersi qui.
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lunamagicablu · 2 years
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“Camminare è un modo magnifico di sgombrare la mente senza tentare di sgombrarla. Non dici: “Ora sto per praticare la meditazione!” o “Ora mi accingo a non pensare!”. Ti limiti a camminare e, mentre ti concentri sul camminare, gioia e consapevolezza arrivano naturalmente.”
Thich Nhat Hanh 
art by CHRIS DUNN 
*************************“
Walking is a great way to clear your mind without trying to clear it. You don't say, "Now I'm going to practice meditation!" or "Now I'm going to not think!". You just walk, and as you focus on walking, joy and awareness come naturally.”
Thich Nhat Hanh
art by CHRIS DUNN
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umi-no-onnanoko · 1 year
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So che potrebbe non apparire invitante, ma questa torta magica al caffè è stata una rivelazione: morbida e buona.
Cucinare rimane sempre un buon modo per sgombrare la mente e rilassarmi.
-umi-no-onnanoko (@umi-no-onnanoko / 19.05.23)
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enkeynetwork · 9 months
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lettieriletti · 1 year
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Berserk 82
LE ULTIME PAGINE REALIZZATE DIRETTAMENTE DAL MAESTRO MIURA Caska è tornata in sé, ma ancora non sa gestire le emozioni che Gatsu le scatena. Il Guerriero Nero cerca di sgombrare la mente nell’unico modo che conosce: brandendo l’immensa spada. Durante uno dei suoi allenamenti, compare il misterioso Cavaliere del Teschio!
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copihueart · 1 year
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PENSIERO DEL GIORNO
Viviamo in una società in cui la Menzogna è diventata verità; sono i mezzi di comunicazione di massa che amplificando le notizie e schierandosi non forniscono più una infomazione veritiera ma molto opinabile, cio pone il problema di sviluppare una coscienza critica individuale che ci permetta di saper discernere ed individuare quel fondo di verità che ci è necessario per capire e accrescere la conoscenza; per fare questo bisogna entrare dentro il nostro ESSERE e eliminare i condizionamenti della mente, le stratificazioni ideologiche, l'acculturamento storico che ci portiamo dentro così da essere liberi. Per essere liberi bisogna sgombrare la mente da tutti i preconcetti che abbiamo accumulato negli anni. Immaginare che la mente sia come una scimmia che vaga di ramo in ramo fino a fermarla in un punto remoto della coscienza e annullarne la dipendenza. Ci vuole esercizio e costanza, e sopra tutto accettazione del presente e degli avvenimenti che ci coinvolgono.
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sgomberimilano2 · 2 years
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Una guida allo sgombero della casa
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Svuota cantina milano
Potresti avere un numero qualsiasi di ragioni per sgomberare una casa. Forse ti stai trasferendo all'estero e desideri ricominciare da capo nella tua nuova casa. Forse una persona cara è morta e sei rimasto a gestire la sua proprietà. Qualunque sia il motivo, questa guida ti aiuterà a superare il processo nel modo più efficiente e indolore possibile.
Svuota cantina milano
È molto utile avere più persone che ti aiutano con il processo, in particolare se c'è molto da chiarire. Le mani extra ti aiuteranno a spostare i mobili e a superare grandi quantità di spazzatura e disordine. Potrebbe anche essere utile avere qualcuno lì come conforto, se stai sgombrando la casa di una persona cara, poiché questo può essere piuttosto emotivo.
Pulizia della casa passo dopo passo
Prima ancora di iniziare a sgomberare una casa, dovresti avere in mente un piano. Ci vorrà molto più tempo se vaghi da una stanza all'altra, facendo un po' di qua e un po' di là. Un piano chiaro ti aiuterà a muoverti in modo mirato nell'appartamento e ad affrontare ogni spazio da solo.
Dovrai anche pianificare il tuo tempo. Mentre ogni casa è diversa, puoi stimare mezza giornata per stanza con due persone che ci lavorano. Questo ti darà una buona stima del tempo e preverrà la frustrazione quando le cose vanno più lentamente di quanto desideri.
Fase uno: raccogliere le provviste
Avrai bisogno di alcuni rifornimenti per superare la pulizia della casa in modo efficiente.
Fase due: separa il buono dal cattivo
Lavorerai in ogni stanza per separare la spazzatura dagli oggetti che valgono ancora qualcosa. Ci saranno essenzialmente quattro categorie, tenere, vendere, donare e spazzatura. Vuoi attenerti a queste quattro semplici idee, in modo da poter passare attraverso tutti gli oggetti della casa il più rapidamente possibile. Anche se ti senti emotivo, può essere utile ridurre tutto a una di quelle categorie.
Fase tre: rimuovere la spazzatura
Dopo aver classificato tutto in casa, puoi esaminare ed eliminare tutto ciò che è spazzatura. A seconda di quanto hai, potrebbe valere la pena noleggiare un cassone per venire a casa in modo da poter eliminare tutto in una volta.
Fase quattro: raccogli i like con i like
Ora puoi iniziare a spostare gli oggetti che vengono donati in una zona della casa e le cose da vendere in un'altra. Infine, anche gli oggetti che prevedi di conservare dovrebbero essere raccolti insieme.
Fase cinque: sgombrare la casa
Una volta che i traslocatori hanno rimosso tutto in casa, dovresti dedicare un minuto a tornare indietro per assicurarti di non aver perso nulla. A volte, gli oggetti verranno rivelati quando i mobili vengono spostati o quando le immagini vengono rimosse. Passa attraverso armadi e altri cassetti incorporati, ecc. per assicurarti di non aver lasciato nulla dietro.
Fase sei: dona e vendi
Potrebbe essere necessario assumere traslocatori di mobili per donare determinati articoli, ma spesso puoi vendere direttamente da casa. Puoi invitare le persone a unirsi a te per una casa aperta e organizzarla semplicemente come una vendita immobiliare, oppure puoi scattare foto di ogni oggetto ed elencarlo online.
Prenotazione di traslochi di mobili
Potresti avere dei mobili della casa che vorresti tenere, o forse donare. Può essere un grosso lavoro spostare mobili di grandi dimensioni, in particolare se sono antichi e solidi. Non solo avrai bisogno di aiuto per spostare gli oggetti, ma avrai anche bisogno di un camion abbastanza grande da gestire tutto ciò di cui hai bisogno per spostarti.
Di solito è più semplice assumere traslocatori di mobili e fargli fare il lavoro pesante per te. Le aziende di traslochi possono facilmente portare i mobili ovunque tu voglia. Se hai intenzione di donare, dovresti verificare se il centro di donazione può ritirare gli articoli o se devono essere portati.
Assumere un servizio di sgombero domestico
Può essere molto difficile liberare una casa da soli. Alcuni sono più difficili di altri. Se stai ancora piangendo la morte di un genitore, ad esempio, può essere molto doloroso esaminare le sue cose. Se stai eliminando una situazione di accaparramento, a volte potrebbe diventare completamente travolgente. Queste sono situazioni di sgombero domestico in cui potresti voler avere un aiuto extra.
Una società di sdoganamento può lavorare con te per passare attraverso la casa e sistemare tutto il più rapidamente possibile. Potrebbero anche avere un servizio da asporto, dove ricicleranno o porteranno via la spazzatura per te. Ottieni citazioni in movimento per spostare tutto e solo per eliminare la spazzatura.
Avere esperti che lavorano al tuo fianco in modo amichevole e professionale può rendere molto più facile lo sgombero della casa. Lo fanno regolarmente, quindi hanno familiarità con gli aspetti emotivi di condurre questo tipo di lavoro. Troverai più semplice lavorare con un team che controlla ogni cosa prima di separarla. È qui che può essere utile avere gli adesivi a punti in modo che tu possa semplicemente spostarti in casa e contrassegnare tutto e il team di rimozione verrà dopo di te e sistemerà tutto per te.
Lo sgombero della casa può essere abbastanza semplice se stai ripulendo la casa di un minimalista, ma nella maggior parte dei casi avrai un bel po' di disordine da rimuovere. Ci saranno molte decisioni da prendere, quindi assicurati di essere preparato mentalmente e tieni vicino un amico confortante.
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autolesionistra · 3 years
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"To', sei il figlio di Joe Davis, vero?" "Sì," annuiva il conducente. "E com'è che ti sei messo a fare questo lavoro, a danno dei tuoi?" "Tre dollari al giorno. Non ne potevo più, sgobbare tutto il giorno per un tozzo di pane. Ho moglie e bambini e si deve pur mangiare. Tre dollari al giorno, e tutti i giorni..." "Già, ma pei tuoi tre dollari al giorno quindici o venti famiglie non hanno neppure il pane. Un centinaio di persone sul lastrico, vagabonde, pei tuoi tre dollari al giorno. Ti pare giusto?" "Come posso pensare agli altri! Io penso ai bambini miei. Tre dollari al giorno, tutti i giorni. I tempi cambiano, caro voi, non ve n'accorgete? La terra non rende più al giorno d'oggi, a meno che se n'abbia duemila, cinquemila, diecimila acri, e la trattrice. Ai pesci piccoli come noi non rende più. Non vi dà retta nessuno, oggi, se non siete un industriale d'automobili o la società telefonica. Eh, oggi è così, non c'è niente da fare. Provate anche voi a fare tre dollari al giorno, in qualche altro posto. E' l'unica." "E' proprio buffo," rifletteva il mezzadro. "Se uno possiede un pezzettino di terra, egli è tutt'uno con la sua terra, ne è parte integrante. Se la terra che possiede può girarsela tutta e toccarla e causargli preoccupazioni se il tempo si mette al brutto e farlo felice quando arriva la pioggia, pure egli è tutt'uno con la sua terra e insomma si sente un signore per il fatto che quella terra è sua. E anche se l'annata non è buona, si sente un signore lo stesso. E' così." "Ma prendete ora," proseguiva il mezzadro, "uno che abbia una proprietà che non vede neanche, o perché non riesce a trovare il tempo di andarla a vedere o perché non può andarci a risiedere, ecco che allora quell'uomo è schiavo della sua proprietà. Non può fare né pensare quello che vorrebbe. La proprietà è il vero padrone, è più forte dell'uomo. E lui si sente un poveraccio, non un signore. Solo i suoi possedimenti sono importanti mentre lui ne è solo lo schiavo. Non è vero anche questo?" Il conducente scartocciava i formaggini, buttava via la stagnola e continuava a mangiucchiare. "Son cambiati i tempi, non lo vedete? A ragionar così, i marmocchi restano a pancia vuota. Fatevi i vostri tre dollari al giorno, e pensate a sfamare i bambini vostri. Quelli degli altri non vi riguardano. Continuate pure a ragionare così e vedrete che non li farete mai tre dollari al giorno. Non troverete nessuno che ve li darà, fintanto che continuerete a preoccuparvi di tutto fuorché di quei tre dollari al giorno." "Un centinaio di creature sul lastrico pei tuoi tre dollari al giorno. Ma mi dici dove s'ha da andare?" "Ora che mi viene in mente," diceva il conducente, "sbrigatevi a sgombrare, sapete. Oggi stesso comincio a passarvi sull'aia." "Il pozzo me l'hai già distrutto stamattina." "Eh, lo so; dovevo tener la linea retta. E per la stessa ragione oggi devo passarvi sull'aia. Bisogna andare diritti. Oh, sentite, visto che conoscete Joe Davis, il mio vecchio, ho l'ordine, se ho da fare con una famiglia che non vuol sgombrare, ho l'ordine di non aver riguardi nemmeno per la casa, v'avverto. Son baracche di legno che basta toccarle, con la trattrice, per mandarle all'aria. Ci danno perfino un premio, in questi casi: due dollari di supplemento. Dei miei bambini, il più piccolo non ha ancora mai posseduto un paio di scarpe." "La casa? Ma l'ho fabbricata io con le mie mani. Io l'ho costruita, usando dei vecchi chiodi per fissare le tavole, legando i travetti alle longherine con del di ferro da imballaggio. E' mia. Provati a toccarla... Sto dietro alle finestre col fucile. Fa' tanto di avvicinarti e t'ammazzo come un cane." "Ma non son io, io non posso far niente, io perdo il posto se non eseguo gli ordini. Del resto, cosa credete di risolvere ammazzando me? Vi impiccheranno, certo, ma prima ancora d'impiccarvi ne manderanno un altro qui, con la trattrice, a buttarvi giù la casa. Come vedete, è inutile ammazzare me." "Vedo," mormorava il mezzadro. "Ma questi ordini chi te li dà? Vuol dire che andrò a scovare lui. E' lui che ammazzo." "Non volete proprio capire: anche lui riceve degli ordini dalla banca. La banca gli dice: Sbatti fuori quella gente o ci rimetti il posto." "Ma ci sarà pure un presidente, una direzione; io prendo il fucile e vado alla banca a fare una carneficina." Diceva il conducente: "Anche la banca, da quello che so io, riceve ordini, dall'Est. Gli ordini dicono: O ci mostrate degli utili, o vi mettiamo in liquidazione." "Da chi si deve andare allora? Ci sarà pure un responsabile da far fuori. Io non ho nessuna intenzione di crepare di fame senza ammazzare chi mi assassina." "Non so cosa dirvi. Forse non esiste un responsabile da poter far fuori. Forse non ci sono neppure degli uomini a capo della faccenda. Probabile che, come dite voi, responsabile di tutto è la proprietà. Comunque, io v'ho detto i miei ordini." "Devo pensarci," diceva il mezzadro, "tutti noi dobbiamo pensarci. Ci dev'essere un modo per risolvere questa faccenda! Non è come il fulmine, come il terremoto; è un sistema che l'ha fatto qualcuno, degli uomini come me e te, e dunque si può trovare il modo di correggerlo..."
(da Furore di John Steinbeck, 1939) (ottant’anni e non sentirli)
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Buonanotte a chi, per stanchezza, per malinconia, per noia, per nostalgia, stasera piu' che mai, vorrebbe rinchiudersi nella fantasia, per uscirne il piu' tardi possibile. Un luogo magico dove sgombrare la mente dai pensieri e dalle preoccupazioni. Dove lasciar riposare il cuore. Dove far sgorgare le emozioni senza che nessuno abbia da criticarle. Dove perdersi ad aspettare un'alba. Dove dipingere un nuovo tramonto. Dove ascoltare solamente le nostre sensazioni. Dove lasciarsi accarezzare solo da una brezza gentile, ed abbracciare da una solitudine decisa da noi. Buonanotte a chi prova a cancellare, per qualche momento, la realtà antipatica che ci circonda. E si trincera nei suoi desideri per far pace con se stesso. Oriana Mantovani
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theangeloflucifer · 4 years
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26.
Era la prima gara da sola.
Avevamo sempre condiviso tutto. Pre e post gara.
Eravamo sempre stati li ad assistere uno alle competizioni dell’altro.
E stavolta invece, ero da sola.
O meglio, senza lui.
La mia famiglia al completo aveva deciso di venire ad assistere alla gara, come sempre. Avevo 19 anni, eppure non mancavano mai ai miei impegni agonistici. Ed io, nonostante fossi cresciuta mi emozionavo ancora come una bambina quando mi voltavo e vedevo i miei genitori che attendevano la chiamata della mia categoria, per vedermi combattere.
Era passato qualche mese dalla mia ultima gara, un campionato regionale fallito miseramente, e questo mi metteva non poca agitazione.
Dicono che gli atleti debbano avere la memoria a breve termine ed è vero. Se volessero tenere a mente tutti i fallimenti, nessuno riuscirebbe ad avere la giusta dose di tranquillità per affrontare una competizione. Sapevo sarebbe stata una gara stressante dal punto di vista emotivo. Era una gara non affollatissima; non c’era un numero eccessivo di atlete nella mia categoria, ma la difficoltà non consisteva in questo.
Era una fredda domenica di febbraio, il palazzetto era affollato e rumoroso.
Mi spostai in un angolo della warm up area, per riscaldarmi. Kimono bianco, protezioni, ultima stretta alla cintura, un ultimo sguardo alla  coda ed ero pronta. Avevo bisogno di quei pochi minuti per potermi allontanare da tutto, liberare la mente, e non pensare. Il segreto era proprio questo; sgombrare la mente da tutto.
Se la mente è affollata da altri pensieri o preoccupazioni, non riesci a pensare, e se non ci riesci sicuramente ti mancherà la lucidità per affrontare l’incontro. Il karate, e in particolare la specialità del kumite (combattimento) è uno sport situazionale, quindi ad ogni tuo errore, o distrazione ti ritroverai un avversario che ne approfitterà.
Spostamenti veloci, tecniche precise, controllate, e pulite.
Gestire lo spazio, i tempi, e dosare le energie.
Procedevo così, incontro dopo incontro mentre cercavo di essere concentrata e attenta a tutto.
Giunsi in finale, e quasi non mi sembrava vero.
Ad un passo dalla fine.
Massima attenzione, fase di studio, finte veloci, tecniche sicure, gestire il vantaggio.
Il fischio dell’arbitro, le bandierine che si alzato. Un sorriso spontaneo.
Dopo mesi di incertezza, e dopo aver raggiunto il fondo, quando ormai ero sul punto di mollare, è arrivata quella medaglia d’oro.
Subito dopo che mi è stata assegnata la vittoria, ho guardato  verso gli spalti.
Mio padre con il suo pollice all’insù, mia madre con il suo sorriso e gli occhi lucidi.
Li guardavo, stanca e felice.
In quel momento mi resi conto di non essere sola.
Non si è mai soli quando si viaggia con i propri sogni, e una famiglia splendida come la mia.
In quel momento, mi sentii profondamente grata per tutto ciò che avevo. Quei piccoli attimi, avevano un valore inestimabile.
A competizione conclusa mi fu detto “ è tutta questione di testa. E’ stata una gara ragionata, e hai gestito bene. Sei stata bravissima.”
Era vero; tutto parte dalla testa, e quando non sei tranquillo non è possibile raggiungere nessun grande traguardo.
Il giorno dopo ero ancora incredula. Da tempo non mi capitava di emozionarmi così tanto per una vittoria, ed era proprio quello che mi serviva.
Trascorsi giorni a rigirarmi quella medaglia tra le mani, felice e soddisfatta.
Il primo test dell’anno era andato davvero bene, il che significava che la nuova preparazione cominciava a dare i suoi frutti. Ero nella giusta direzione.
Quel 2018 cominciava con il piede giusto, stavo mantenedo la promessa di far luccicare quell’anno. Non sapevo che quello però sarebbe stato solo l’inizio.
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susieporta · 4 years
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"...Non è vero che... essere felici è difficile
Essere felici è difficile tanto quanto essere un uomo o una donna. Lo sei già. Non c'è alcuno sforzo da fare, se non quello di mettersi in testa di non farne. Ma come è possibile diventare ciò che si è già?
Molto semplice: non devi fare altro che abbandonare la tua falsa identità. Infatti anche in questo preciso momento hai la felicità a portata di mano, ma guardi altrove e non la vedi.
Come mai allora si dice che sia così difficile raggiungerla? Perché partiamo dall'errata convinzione che la felicità arrivi dall'esterno, dalle relazioni, dagli oggetti. Invece proviene dall'interno, ed è come una corrente misteriosa di cui non conosciamo né l'origine né la direzione.
Ma non importa: basta assecondarla. Non dobbiamo possederla, è semmai lei a possedere noi!
Ma che cos'è la felicità? La felicità è la "signora del nulla", una delle più potenti sostanze dell'anima. Per questo tutte le volte che pensi: "Io non sono nessuno, non ho niente da dirmi", la stai invitando ad attraversarti. E lei non potrà fare altro che accettare.
Felicità è mistero. Appartiene infatti all'ignoto, alle radici che attingono al profondo.
Felicità è un eterno presente. Non rimugina sul passato e non programma il futuro, ma vive appieno l'attimo.
Felicità è semplicità. Ci sono piccole cose che cambiano la vita: camminare nel vuoto, fare l'amore con naturalezza, impastare il pane.
Felicità è libertà. Se ha una ragione concreta è poca cosa, ma se arriva senza motivo allora è un lampo dell'eterno.
Felicità è autenticità. Esistono cose che solo tu sai fare e che ti vengono naturali. In quelle riesci a essere veramente te stesso.
Felicità è sorpresa. Giunge all'improvviso e senza motivo. Come una farfalla, si lascia prendere se non cerchi di catturarla.
Felicità è istinto. Il tuo lato antico emerge per guidarti sul sentiero tracciato per te.
Felicità è silenzio. Solo nel silenzio puoi ascoltare la voce che proviene dal profondo, dalla tua interiorità.
Felicità è affidarsi. Esiste una forza che ti ha creato e continua anche ora a rigenerarti. Come non fidarti?
Che cosa non è la felicità?
Non è razionalità. Il pensiero vive in superficie, non ti caratterizza nel profondo ed è sensibile ai turbamenti che provengono dall'esterno: basta un cattivo pensiero per rovinare una giornata.
Non è causalità. Non stai male per la fine di una storia d'amore, ma perché l'hai trasformata in un alibi. L'anima, invece, ha altre regole.
Non è identificazione. L'estraneità è la migliore terapia: niente di ciò che appartiene alla dimensione visibile può crearti un disagio duraturo. "Il vero valore di un uomo si determina esaminando in quale misura e in che senso egli è giunto a liberarsi dall'io" diceva Albert Einstein.
Non è perfezione. Devi rispettare la tua rabbia, le tue paure, la tua indole, le tue imperfezioni, che sono ciò che ti caratterizza pienamente.
Non è progetto. Non devi cambiare le cose, ma percepire, cedere e aspettare qualcosa che non sai cos'è.
Non è recita. Non sei il personaggio che hai imparato a memoria.
Non è legge. È nei gesti non convenzionali che emerge il tuo vero carattere.
Non è chiacchiera. Le parole inutili ti trascinano verso l'inautenticità e l'infelicità.
Non è sicurezza. La felicità appartiene agli uomini che non hanno certezze e sboccia nella spontaneità.
Non è unilateralità. Spesso e volentieri la parte più vera di te sta proprio nel lato che non stai esprimendo e che lotta per venire alla luce.
Non è protagonismo. Non sei tu a dover stabilire la rotta, ma la tua anima.
Ogni stagione ha la sua felicità.
La felicità, infine, segue il ritmo delle stagioni della vita, che si avvicendano a volte tutte nello stesso giorno, addirittura nella stessa ora, pur avendo ciascuna un periodo di massimo splendore.
All'inverno corrisponde la felicità della tristezza, del nucleo, dell'essenziale, quando i fronzoli e l'inutile vengono abbandonati per lasciare spazio a nuove potenziali capacità. La primavera è contraddistinta dalla felicità dell'esplosione vitale, in cui il seme vede per la prima volta il visibile, e tutto è scoperta, novità ed emozione.
Durante l'estate puoi invece raccogliere la felicità del frutto, quando ogni elemento arriva al giusto grado di maturazione e di compimento.
Nell'autunno, infine, assapori la felicità del tramonto e delle preoccupazioni che svaniscono all'orizzonte, facendo posto alla saggezza.
Non esistono stagioni prive di felicità.
Non è vero che... ti conosci e sai cosa è meglio per te
È vero esattamente il contrario: stai male appunto perché pensi di conoscerti, ma non ti conosci affatto. Tratteggi un ritratto di te stesso, lo appendi alla parete della tua mente e poi pretendi di assomigliarci e, dato che non ci riesci, soffri.
Per star bene dobbiamo disidentificarci di continuo, ovvero prendere le distanze dalle etichette che imprudentemente ci appiccichiamo addosso. Non siamo un prodotto sullo scaffale di un supermercato! Nessuno schema preconfezionato può rendere conto delle sfumature della nostra personalità.
Ogniqualvolta ci identifichiamo con un difetto, una singola caratteristica, un pregio, un impulso, ciò che facciamo è limitarci, consegnando noi stessi all'inautenticità. Tutte le volte che sosteniamo: "Io sono un indeciso", oppure "Io sono un rabbioso", diventiamo di conseguenza indecisi o rabbiosi. Ci autocondanniamo alla prigionia.
Se invece, nelle identiche condizioni, affermassimo: "Sono in un momento di indecisione" o "Sono attraversato da un impulso di rabbia", la questione cambierebbe completamente. È grazie a una percezione più consapevole di ciò che proviamo che possiamo distinguere noi stessi dalle emozioni che viviamo.
Ci ammaliamo perché ci lasciamo assorbire da identità che non ci appartengono. In realtà il cervello ci riplasma di continuo. Ogni immagine di noi stessi che ci costruiamo è immediatamente superata, oltre che fallace.
Stiamo male proprio perché instauriamo un rapporto sbagliato con noi stessi. Se neghiamo la nostra natura pur di aderire a un modello, se ci analizziamo senza requie al microscopio dei sentimenti, se non scopriamo la nostra tendenza più intima, allora per noi non c'è libertà, non c'è salute, non c'è gioia di vivere. Dopo un po' proviamo nausea per ciò che siamo e ci sentiamo in qualche modo stranieri, estranei a noi stessi.
Quante volte siamo stati veramente noi stessi? Quante volte abbiamo preso decisioni che non fossero condizionate dalla nostra storia, dalla famiglia, dalle circostanze, dalle mode, dalla mentalità corrente, dalle cose che avevamo imparato? Quante volte abbiamo compiuto un atto scaturito liberamente dalla nostra profondità autentica? Ha scritto Oscar Wilde: "Lo scopo della vita è l'autosviluppo. Sviluppare pienamente la nostra individualità, ecco la missione che ciascuno di noi deve compiere".
Siamo noi stessi quando non avvertiamo la fatica, nelle cose che ci vengono naturali, in ciò che riusciamo a fare senza averlo imparato, nelle azioni spontanee. Allora, e solo allora, possiamo stare bene.
Non è vero che... non sei mai felice
Ti definisci infelice e sei convinto di esserlo sempre. Sei ossessionato dalla tristezza e la vedi ovunque. Ti senti in qualche modo responsabile, colpevole del tuo stato, e questo non fa che peggiorare la tua sofferenza.
Durante gli sprazzi di serenità temi ansiosamente il ritorno della tristezza e così ti rovini anche la felicità del momento. Infine, spesso e volentieri ti ritieni un fallito a causa della distanza incolmabile fra il ritratto di te stesso che ti sei dipinto e il modello di felicità proposto dall'esterno, tra quello che credi di essere e quello che vorresti essere.
La tristezza, in verità, non è un lato di te. Non sei tu a essere triste: al contrario, è la tristezza ad affacciarsi in te per svolgere la sua funzione!
Non rendere permanente un'identità che non ha fondamento reale, non definirti una volta per tutte triste, permaloso, irascibile: questi stati d'animo sono semplici ospiti che arrivano da un altro mondo. Riconoscendoli per quello che sono, li rendi visibili e li collochi nella giusta dimensione: come una pianta esposta al sole germoglia, così uno stato d'animo illuminato dal tuo sguardo matura e dà frutto.
La tristezza, inoltre, non è sempre la stessa: tutte le volte che arriva è un sentimento nuovo. Di quale tristezza parli? Di quella senza fondo? Di quella nostalgica? Di quella mista a gioia? Ogni volta è diversa; se ti sembra sempre la medesima, è perché ti sei assuefatto a emozioni abitudinarie.
La tristezza, infine, perdura solo perché tieni gli occhi fissi sul modello di perfezione: ti aggrappi alle lancette dell'orologio e le immobilizzi. È come se bloccassi la digestione: invece, se permetti alla tristezza di transitare, la digerisci rapidamente, ricavandone energie indispensabili alla tua vita.
Non è vero che... per giungere al benessere è necessario un lungo percorso
C'è una meta, ma non una via; ciò che chiamiamo via è in realtà un indugiare"; così scrisse Franz Kafka, l'autore della celebre Metamorfosi.
Con la scusa che per trovare il benessere occorre percorrere una via lunga e faticosa, rinviamo di giorno in giorno il momento della partenza: temporeggiamo all'infinito, ci impantaniamo e sprofondiamo in una situazione di stallo. In realtà, ogni momento è buono per prendere in mano la propria vita.
Non c'è nessun percorso e nessun lavoro da fare. Se si lavora per stare meglio, si finisce con lo stare peggio. Occorre infatti sfatare il mito che più si fatica e meglio è. Bastano poche e semplici azioni per cambiare la tua condizione.
Per prima cosa devi sgombrare la mente per percepire che sei qui e non hai niente da dirti. Non pensare a tragitti avventurosi o a sforzi titanici. Ci sono forze nascoste che ne sanno più di te e soprattutto sanno cosa fare di te.
Perditi dunque nell'attesa e affidati a queste forze. Qualcosa ti sta creando a tua insaputa nel migliore modo possibile. Il seme possiede dentro di sé tutta l'energia e la conoscenza che occorrono alla tua realizzazione. Per arrivare al fiore bisogna non intervenire e abbandonarsi.
In secondo luogo devi mutare i tuoi orizzonti temporali. Il passato è morto e il futuro non c'è ancora. Se rimani nel presente, le cose vanno a posto da sole. Se invece il passato ti trattiene e il futuro ti tormenta, allora il presente inesorabilmente ti sfugge.
Ernest Hemingway diceva che "oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno. Ma quello che accadrà in tutti i giorni che verranno dipende da quello che farai tu oggi". È questo il momento di cambiare sguardo.
Infine, non dimenticare mai che ciascuno di noi è un individuo unico e nel contempo cosmico, e pertanto partecipa alle vicende del cosmo come parte di un tutto. Qualcosa sta creando te e nello stesso tempo crea il mondo con le stesse sostanze che abitano dentro di te. Come non fidarsi?"
RAFFAELE MORELLI - Breve corso di felicità" (Mondadori - 2018)
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lunamagicablu · 3 years
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“Camminare è un modo magnifico di sgombrare la mente senza tentare di sgombrarla. Non dici: «Ora sto per praticare la meditazione!» o «Ora mi accingo a non pensare!». Ti limiti a camminare e, mentre ti concentri sul camminare, gioia e consapevolezza arrivano naturalmente.”
THICH NHAT HANH
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“Walking is a wonderful way to clear the mind without trying to clear it. You don't say, "Now I'm going to practice meditation!" or "Now I am going to not think!" You just walk, and as you focus on walking, joy and awareness come naturally. "
THICH NHAT HANH
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weirdesplinder · 4 years
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Fierce heart di Tara Gray
Anche se cerco di evitarlo non so come finisco sempre per imbarcarmi in serie ancora in corso che si vanno a sommare a quelle che già seguo e poi finisco per perdere il filo e dimenticarmi di seguire tutte le nuove uscite....e quindi eccomi oggi a parlarvi della nuova serie che ho inziato. Era da tantissimo che non leggevo un fantasy quest'anno non avevo la concentrazione necessaria per farlo, per imparare le regole di un nuovo mondo e conoscere miriadi di personaggi ecc...ma quando sono stata attirata da Fierce heart di Tara Gray mi è stato subito chiaro che si trattava di un libro molto semplice di un'autrice non famosa perciò ho creduto di essere in grado di gestirlo. E non mi sbagliavo è estremamente semplice e si legge in una giornata se avete un poco di tempo libero.
Questo è uno di quei libri che so che a me piacciono ma che alla maggior parte della gente probabilmente non piaceranno perché non succede quasi niente ma è un niente che a me rilassa e ogni tanto un libro così semplice e basico a me serve.Tipo come un sorbetto tra un romanzo e l'altro per sgombrare la mente.
La trama è semplicissima. Una principessa umana sposa un principe elfo per creare un alleanza tra i loro due regni che anche se non sono piu in guerra tra loro da circa venti anni non sono proprio amici amici. Lei è solare e decisa a essere felice in questo matrimonio combinato, lui è ugualmente deciso a sacrificarsi per il suo popolo e visto che già ha un sacco di difetti per gli elfi sposare un umana non gli cambierà certo la vita in peggio anzi magari a lei piacerà più che non al suo popolo...perciò abbiamo due persone già decise a far funzionare il matrimonio entrambe belle brave buone e si innamorano quasi subito. Niente conflitti giusto solo un poco di incomprensioni ma nulla di grave, verso la fine i troll nemici di entrambi i regni creano problemi ma di nuovo nulla di grave e il libro si chiude senza finale in attesa del libro due che ho già iniziato....Una storia semplice romantica carina e piacevole che a me è piaciuta molto. Cetor il libro ha un sacco di difetti formali a partire dal linguaggio troppo semplice per tutti questi personaggi reali, ai dialoghi troppo scarsi, è quasi tutto un monologo....ma non mi aspettavo di più da quest'autrice e la trama è talmente rilassante che leggero volentieri il libro due e forse anche il tre...il quattro non so se ci sarà e non so se lo leggero il mio cervello aveva bisogno di una pausa ma non così lunga. Una frase che mi è particolarmente piaciuta del romanzo è questa: entrambi abbiamo deciso di amarci dal giorno in cui ci siamo sposati. L'amore è una scelta e noi l'abbiamo fatta e mantenuta da quel giorno. (libera traduzione fatta da me dal-inglese originale)
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ohmarlenita · 5 years
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oggi ho fatto esperienza di cosa voglia dire davvero essere nient’altro che dei grossi mammiferi. la pratica yoga che sto facendo si chiude spesso con savasana, la posizione del cadavere. è un momento affascinante: la posizione consiste nel distendersi supini e annullare qualsiasi atto di volontà, lasciar andare tutti i muscoli e sgombrare la mente. occhi chiusi, palme delle mani rivolte verso l’alto, alluci che ricadono mollemente verso l’esterno, lingua staccata dal palato, ci si concentra sul peso del proprio corpo e su tutti i punti di contatto che esso ha col pavimento, sullo sprofondare sottoterra. ebbene nel mentre, qualcuno che doveva lasciare il corso prima del dovuto si è alzato ed è venuto a posare il tappetino accanto a dov’ero io. non appena ho percepito una presenza, dei rumori e del movimento al confine del mio spazio vitale, per quanto sapessi perfettamente che era del tutto innocua, il mio corpo prima in stato di rilassamento totale ha cominciato a ribellarsi, le palpebre a tremarmi, l’addome a tirare, il respiro involontariamente ad agitarsi. ho dovuto combattere ostinatamente contro la voglia di aprire gli occhi e di tirarmi su. perché un animale vulnerabile è un animale morto, e questo il nostro corpo lo sa, anche senza che lo sappiamo noi.
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poesiauncazzo · 5 years
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Tènere tenerezza
Prima di scriverlo, m’è toccato persino pensarlo: Se non ci salverà la tenerezza cos'altro potrà farlo? Un attimo: vero, qui nulla ci salva nessuno si salva e nessuno salva nessuno. Ma parliamo di una salvezza che non si chiama cura di tutti mali e neppure si chiama vittoria contro ogni paura o un concetto persino più coglione come, non so, “mettere le ali”. Questa è la storia del trovare un cornicione sotto il quale bagnarsi ma soltanto per metà. La storia del salvarsi nel senso di resistere di non cedere ai piagnistei o alle malattie mentali ripararsi ad altre tempeste sotto altre piogge torrenziali dalle ire funeste degli dei dall'elemosina della pietà celeste dal potere temporale i suoi strali. Da tutto ciò non la durezza che alla lunga aggrava il danno: come il fluoro che ispessisce il dente anno dopo anno col batterio che scava più a fondo come un bruco o un tarlo fino a rendere il buco una galleria e irritare il nervo fino a snervarlo e portarlo all’isteria. O come l'igiene che diventa ossessione col cloro che non lascia più niente neanche un germe con cui familiarizzare da bambini, a ricreazione così che da adulti non ci possa ammazzare non serve a niente è come sparare con un cannone a una formica, come coprire d’insulti una cellula tumorale.
Non è che sia l’aspetto fra tutti il più importante; ma se fosse una colonna portante nella casa che porta il mio nome? se fosse una mia certezza fra le poche che tengo stretto? Emerge e non so come, ma emerge; e non è un difetto ché tra l’essere teneri e l’essere molli ci passa la differenza che passa tra il volare e l’essere polli. Ma una carezza data, una carezza apprezzata vale come cento ricevute e allora la dolcezza riconosciuta da chi la riconosce prima che da un test che dura un'ora è una nuova consapevolezza  una rima di doppie zeta è una meta esser tenero, certo ma fermo come il mio palmo rilassato e aperto come sopra un pianoforte che si lascia suonare sopra una tempia a scaldare un mal di testa per farlo evaporare. Piano e adagio, adesso dolce a liberare il capo dalla cavezza a sgombrare quel cielo cupo che è una mente piena di nuvole con la quietezza. Forte, adesso ché la dolcezza è melassa senza fermezza vuota come una favola senza morale
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