Tumgik
#serena balivo
stranotizie · 10 months
Link
Caterina Balivo ieri ha pubblicato su Instagram un Reel ironico in cui commenta con delle espressioni facciali commenti denigratori o provocatori che ha ricevuto sui social. Fra i tanti anche il “Serena Bortone dove sei?“. Anche in questo caso la sua espressione è stata ironica e suggerisce come interpretazione un “mah, boh!“. L’allusione è ovviamente alla chiusura di Oggi è Un Altro Giorno, il quotidiano che Serena Bortone ha realizzato per Rai1 per tre edizioni dal 2020 al 2023, per far spazio a La Volta Buona di Caterina Balivo. Una decisione che non è stata presa dalle conduttrici che in questo caso sono state semplicemente delle pedine nelle mani del direttore dell’intrattenimento di rete che ha così deciso. Serena Bortone, il suo commento sul ritorno di Caterina Balivo Il passaggio di conduttrici in quella fascia oraria su Rai1 è stato commentato anche dalla stessa Bortone su Vanity Fair. “Quella del primo pomeriggio era la fascia più difficile di Rai 1, il maggiore risultato raggiunto era il 12% di share negli ultimi dieci anni  No siamo stati premiati, arrivando al 16% di share. E abbiamo fatto vendere tanti libri. Perché ci hanno chiuso? Sono certa che il nuovo direttore del day time presenterà al pubblico un programma che farà ascolti ancora più alti, con ospiti ancora più autorevoli“. Caterina Balivo, per i più pignoli, non ha “rubato” il posto a Serena Bortone, ma se lo è semplicemente “ripreso”. Prima dell’arrivo di Oggi è Un Altro Giorno, infatti, in quella fascia oraria c’era proprio Caterina con il suo Vieni Da Me. “Certi amori non finiscono, ma fanno dei giri immensi e poi ritornano! Sono tornata e si parte, prima però voglio dirvi una cosa. Quando mi hanno raccontato il progetto di questo programma, l’idea che c’è dietro, mi sono presa del tempo per decidere. E alla fine ho accettato e sapete perché? Perché ho capito che questa trasmissione vuole raccontare tutte le volte che la vita vi ha sorpreso, tutte le volte che la vita vi ha meravigliato”. Fonte
0 notes
lamilanomagazine · 2 years
Text
Bologna, arriva "Danzando con il mostro" all'Arena del Sole
Tumblr media
Bologna, arriva "Danzando con il mostro" all'Arena del Sole. Dall’8 al 20 novembre arriva in scena al Teatro Arena del Sole di Bologna Danzando con il mostro, nuovo spettacolo di Serena Balivo e Mariano Dammacco, duo che da anni porta sul palcoscenico i chiaroscuri dell’animo umano attraverso una drammaturgia originale, al quale si aggiunge uno degli attori e autori più interessanti del panorama italiano, Roberto Latini, e con lui i suoi più stretti collaboratori, Max Mugnai alle luci e Gianluca Misiti alle musiche. Il testo dello spettacolo è pubblicato nella collana Linea, edita da Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale e Luca Sossella editore, all’interno del volume Danzando con l’umano, che raccoglie cinque drammaturgie di Mariano Dammacco, composte negli anni di collaborazione con l’attrice Serena Balivo. Per l’occasione mercoledì 9 novembre alle ore 19.00, il foyer del terzo piano dell’Arena del Sole accoglie la presentazione al pubblico di Linea, insieme al direttore Valter Malosti, all’editore Luca Sossella e alcuni degli autori pubblicati nel 2022. Danzando con il mostro è uno spettacolo dalle tinte gotiche, "una visione notturna – scrive Dammacco – forse un’allucinazione; forse siamo nella mente di un individuo, dinnanzi al suo match con se stesso". Gli artisti si confrontano con il "mostruoso", quando questo irrompe nelle vite, nelle relazioni e nella quotidianità. In scena un’alta torre con un orologio, in cui si percepisce una presenza. Davanti, un pavimento rosso sul quale vivono un uomo e una donna, forse due emanazioni della mente della creatura. Vestono abiti eleganti, da gran galà, circondati da preziosi bicchieri. Forse sono stati invitati a un ricevimento, forse sono loro gli ospiti d’onore, o forse l’ospite d’onore è il tormento, il mostro che li ha invitati a danzare insieme a lui. Linea è la collana di nuova drammaturgia pubblicata da Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale e Luca Sossella editore, da quest’anno in una veste rinnovata e più ricca. La presentazione è organizzata in occasione della seconda replica di Danzando con il mostro di Serena Balivo, Mariano Dammacco e Roberto Latini, in scena nella Sala Thierry Salmon del Teatro Arena del Sole dall’8 al 20 novembre 2022, ultimo testo pubblicato all’interno del volume Danzando con l’umano, che raccoglie cinque drammaturgie di Dammacco, composte negli anni di collaborazione con l’attrice Serena Balivo: L’inferno e la fanciulla, Esilio, La buona educazione, Spezzato è il cuore della bellezza (Premio Ubu 2021) e Danzando con il mostro (questi ultimi due pubblicati ora per la prima volta). All’incontro intervengono il direttore di ERT Valter Malosti e l’editore Luca Sossella, con alcuni artisti di recente pubblicazione - Serena Balivo, Mariano Dammacco e Roberto Latini, Alessandro Berti, Lisa Ferlazzo Natoli e Maddalena Parise della compagnia lacasadargilla– insieme ad altre figure che hanno contribuito ai volumi, come Gerardo Guccini, Rossella Menna e Gaia Raffiotta. Modera Sergio Lo Gatto, l’ingresso è libero. Linea nasce nel gennaio 2018 dal desiderio di ERT / Teatro Nazionale di accompagnare e registrare i segni delle scritture contemporanee per il teatro, intercettando e pubblicando i testi di nuova drammaturgia più interessanti, legati alle produzioni ERT o ai grandi spettacoli internazionali che attraversano le città di Modena, Bologna, Cesena, Castelfranco e Vignola. Un’azione che rispecchia e rafforza il ruolo di Emilia Romagna Teatro in quanto teatro pubblico con la realizzazione di un contenuto editoriale di approfondimento intorno al lavoro degli artisti e di alcuni spettacoli, per dare vita anche a raccolte di testi di un singolo autore. La collana Linea, giunta a 35 volumi, ora rinnova la sua veste grafica e il lavoro sui contenuti. Con la direzione di Valter Malosti e la curatela di Sergio Lo Gatto e Debora Pietrobono, al testo drammaturgico, che resta il cuore di questo progetto editoriale, si affiancano materiali come appunti per la messinscena, immagini, disegni e conversazioni con gli artisti, nel tentativo di allacciare un doppio nodo che lega la pagina scritta al mondo della scena. I libri pubblicati nel 2022 nella collana Linea di ERT / Teatro Nazionale e Luca Sossella editore a cura di Sergio Lo Gatto e Debora Pietrobono: Angélica Liddell, Non devi far altro che morire nell'arena, traduzione di Silvia Lavina Alessandro Berti, Bugie bianche (Black Dick, Negri senza memoria, Blind Love), con un’introduzione di Rossella Menna Maddalena Parise/lacasadargilla e Fabrizio Sinisi, Il Ministero della Solitudine, con testi della compagnia di Marta Ciappina e Fabrizio Sinisi Mariano Dammacco, Danzando con l'umano. Cinque drammaturgie (L’inferno e la fanciulla, Esilio, La buona educazione, Spezzato è il cuore della bellezza, Danzando con il mostro), con conversazioni a cura di Gerardo Guccini e testi di Serena Balivo e Roberto Latini. Teatro Arena del Sole, via Indipendenza 44 – Bologna Prezzi dei biglietti: da 7 € a 15 € esclusa prevendita Biglietteria: dal martedì al sabato dalle ore 11.00 alle 14.00 e dalle 16.30 alle 19.00 Tel. 051 2910910 - [email protected] | bologna.emiliaromagnateatro.com... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
assowebtv · 2 years
Text
BOLOGNA: "CULTURALMENTE" IN PIAZZA LUCIO DALLA
BOLOGNA: “CULTURALMENTE” IN PIAZZA LUCIO DALLA
In Piazza Lucio Dalla dall’8 settembre al 15 ottobre, la rassegna di performance, spettacoli, letture, musica, dibattiti, approfondimenti promossa da Comune e Fondazione per l’Innovazione Urbana per Bologna Estate, si snoda attorno al tema del comporre memoria Sarà Piazza Lucio Dalla a ospitare Culturalmente – per la memoria, il nuovo progetto di Bologna Estate 2022 dedicato al tema del comporre…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
sguardimora · 5 years
Text
Piccola Compagnia Dammacco #Finestre
Conversazione con Mariano Dammacco al quale si uniscono in un secondo momento Serena Balivo e Roberto Marinelli. 
Tumblr media
Come nasce questo nuovo progetto “Finestre” che ha portato all’apertura della compagnia verso nuovi artisti? Mariano: Dall’inizio della collaborazione tra Serena Balivo e il sottoscritto, intorno al 2009, una sorta di preistoria della Compagnia, sono trascorsi dieci anni. In questi anni di lavoro, che sono per noi il tempo della scoperta e dell’impostazione di una pratica e di una poetica, è nata la Trilogia della fine del mondo. L’inferno e la Fanciulla, Esilio e La buona educazione rappresentano il percorso di formazione della Piccola Compagnia Dammacco: nel tempo intercorso tra questi spettacoli si è affinata una capacità di intenderci tra Serena e il sottoscritto e si è definito uno scenario poetico e grammaticale. Dopo dieci anni abbiamo sentito la necessità di aprire, appunto, le finestre e cambiare l’aria, abbiamo voluto aprirci all’esterno, abbiamo voluto allargare il gruppo di lavoro. Crediamo che il teatro sia un percorso di pluralità - oggi per motivi economici accade meno - e di artisti che negli anni si confermano come compagni di strada. Mentre noi ragionavamo su questo bisogno di aprire le finestre, circa un anno fa, proprio qui all’Arboreto abbiamo incontrato Fabio Biondi e Gerardo Guccini, che sorvegliano il nostro percorso, e riflettendo insieme sui buoni esiti della trasmissione di un sapere tecnico e poetico da Mariano a Serena, ci siamo detti che sarebbe stato interessante riattivare un percorso pedagogico di Mariano attraverso l’incontro con altri attori. Così è nato il progetto “Finestre”.
Si può dire che la tua scrittura è incarnata sulla figura attoriale di Serena. Come nasce questo cortocircuito tra le immagini del reale tradotte dalle tue parole e il lavoro d’attrice di Serena e come ora affronterete questo tipo di lavoro con gli altri attori? Mariano: Prima di iniziare il lavoro con un nuovo gruppo di attori racconto sempre il nostro percorso. Se io e Serena in dieci anni siamo riusciti a fare quattro spettacoli, è probabile che siamo riusciti a comprenderci e a lavorare insieme. Per fare ciò abbiamo creato un percorso fatto di numerosi esercizi e parole d’ordine, un bagaglio di anni di pratiche sceniche, di principi comuni. Quello che racconto è che ora è venuto il momento di capire se anche altri attori si attivano per far partire un percorso di ricerca grazie alla nostra pratica. In queste residenze sto provando a riassumere il processo pedagogico mettendo in ordine quello che abbiamo fatto per dieci anni per offrirlo ad altri e non si tratta più del mio sapere offerto a Serena, si tratta di un sapere nuovo e dotato di una lingua pedagogica, si tratta di un modo di procedere di Dammacco e Balivo e non più soltanto di Dammacco. I primi due passaggi di “Finestre” sono stati di grande conforto poiché i gruppi di attori sono riusciti ad attivarsi: le cose accadono, l’efficacia dei percorsi scenici riesce ad esserci. Partendo dall’offerta e dalla condivisione di questi programmi di lavoro, il gioco sarà quello di attivare, come processi di lavoro, come poetica, come modo di spendersi in scena e come attitudine mentale, gli altri attori “alla maniera Piccola Compagnia Dammacco”. Molti sono giovani o giovanissimi ma ci onoriamo di avere con noi artisti come l’attore Roberto Marinelli e l’attrice Ksenija Martinovic. Roberto ha compiuto i quarant’anni e ha tutta una vita di lavoro d’attore e ha mostrato un’apertura mentale, una tale vitalità, una vera domanda sul suo mestiere e sul senso del teatro e si è offerto con una tale apertura, entusiasmo e verità che sta viaggiando con noi in un modo tale che sembra già della compagnia. La stessa cosa sta accadendo con Ksenija Martinovic. Nella Trilogia la nostra drammaturgia guarda al mondo, attraverso una lente distorcente che sono i personaggi di Serena. Ora il gioco si complica perché finalmente rapportandomi con attori diversi nascono conflitti drammaturgici diversi quindi ora la mia costruzione drammaturgica non sarà più solo legata al ritratto di un personaggio ma necessiterà anche della relazione tra loro. La particolarità è che sto producendo soprattutto drammaturgia fisica e non testuale: abbiamo solo qualche battuta che usiamo quando ci serve per attivare il corpo in altro modo. Serena ha un piccolo racconto che ha composto a Pistoia, che io sto iniziando a curare, e usiamo questo come testo di scena. La pagina scritta sembra mostrarsi un nemico dell’attore.
In che senso il testo è nemico dell’attore? Mariano: Partirei da tre livelli di sguardo e di studio. Il primo parte dall’osservazione di attori in formazione o incontrati negli anni. C’è la sensazione che un’intera pagina scritta data a un attore giovane come strumento di indagine e come territorio di ricerca per poi attivarlo, diventi ingombrante. Una pagina scritta da restituire in scena passa attraverso il fare la memoria in maniera che sia veramente utile per una libera ricerca e per agire sulla scena con gli spettatori. È quella memoria che in compagnia chiamiamo “memoria a menadito”: Serena in venti minuti può dirti a memoria il testo di uno spettacolo che dura un’ora e un quarto. Se tu sai un testo del genere così bene a livello testuale, tanto da poterlo dire così velocemente, sei padrone di un testo. Ma quando si lavora questo accade raramente. Un po’ perché siamo nei laboratori e, per quanto io consegni i testi con un mese di anticipo rispetto alle giornate di lavoro, abbiamo poco tempo, un po’ per difficolta e percorsi di formazione diversi certe volte il testo diventa un ingombro che porta dei rischi. Il primo è l’intellettualizzazione del lavoro e lo spegnersi del corpo. Il secondo è il rischio di un’attivazione dell’attore tutta spesa a cercare di ricordarsi il testo e di ricostruirlo parola per parola. Il terzo è la pronuncia goffa di parole imparate a memoria, non comprese e non digerite. Questo è stato uno spunto di ragionamento.  Una seconda riflessione riguarda la nostra pratica di costruzione in scena del testo: noi attiviamo la ricerca di un pensiero corrispondente al testo, alle immagini, al racconto e non la ricostruzione della memoria delle parole. Se, ad esempio, ho un racconto breve io posso comporlo in cinque punti di schema: un preambolo, un racconto, l’azione, l’apice e la conclusione. È chiaro che io invece di dare il racconto in toto compongo i versi di ogni sezione con l’attore così che può succedere che lui ogni volta cambi le parole, ma innanzitutto sa qual è il discorso che deve offrire allo spettatore o ai partner sul palco. Così l’attore e il suo discorso possono avere senso. Si parte da uno schema-canovaccio dentro al quale stare, poi si vanno a precisare le immagini e lentamente si arriva ad avere anche la scelta maniacale di ogni singola parola, di ogni virgola, di ogni respiro. Piano piano si stringe il campo sempre più sui dettagli con l’attore che è attore-autore della sua ricerca, delle sue forme, delle sue voci ma è anche un po’ coautore della ricerca drammaturgica. Tra i nostri spettacoli credo non ce ne sia uno che non abbia parole composte da Serena Balivo perché mentre agiva con un testo sono nate battute che erano così coerenti e giuste che sono state assunte nel testo definitivo. Terza riflessione: un percorso a partire dal corpo dell’attore, da un carattere fisico sembra riuscire non solo a non mettere in difficoltà l’attore ma ad attivarlo alla ricerca di una coerenza rispetto a come un corpo si muove, alla voce che emerge e al dire quei pensieri. In questo modo sembra esserci più organicità: l’attore è presente, il lavoro è preciso, c’è vita. Libero dalla pagina l’attore in ricerca sembra più vivo.
Rispetto alle tematiche ti chiederei cosa resta dopo la fine del mondo? Mariano: Dopo la fine del mondo c’è l’Amore. Durante la Trilogia ci è stato detto che era chiaro lo spirito costruttivo e politico del progetto: una fine del mondo per rassegnarci in senso costruttivo guardando i momenti critici che vive l’essere umano oggi per condividerli attraverso il teatro, la poesia, l’umorismo per uscire dalla visione pronti a essere costruttori di una realtà positiva. L’altro passo è l’amore: qui sta l’essenza dell’umano e del disumano, del politico e dell’esistenziale. La questione principale sarà la relazione e le difficoltà che si nascondono oggi nell’aprirsi all’altro.
Si parla molto di comunità in ambiente teatrale ma non si dice come mantenerle in vita, in questo senso ti chiederei riferendomi alla comunità compagnia di teatro, come si è compagni di lavoro in una compagnia e quali sono le difficoltà in Italia? Mariano: È necessario preservare l’igiene nelle relazioni e mantenere vivo l’eros del creare: continuare a intrigarsi ed essere curiosi. L’eros si mantiene conservando la sorpresa per non cadere nella noia del già noto. L’igiene delle relazioni sta nel tenere lontana l’eccesso di confidenza durante il lavoro per alimentare la complicità e la prossimità e orientarsi verso un obiettivo comune. Mantenendo le due coordinate crediamo di essere riusciti a conservare viva la forza creativa della compagnia. Per quanto riguarda lo stare insieme come compagnia e la necessità di confrontarci con altri attori e attrici, grande sostegno l’abbiamo avuto da Gerardo Guccini che ci conforta rispetto all’idea che uno degli elementi centrali dell’esperienza teatrale possa e forse dovrebbe essere l’esperienza di compagnia. In questi anni la mancanza di formazioni più ampie di artisti è anche dovuta alla mancanza di economie utili a sostenerle. Le compagnie che negli anni sedimentano lo stesso nucleo artistico sono poche però, a me pare si veda la differenza. È più complesso riconoscere un’identità ad una ricerca che cambia continuamente i suoi interpreti o agli attori che si prestano a scritture presso gruppi diversi.
Tumblr media
Entrano in teatro Serena e Roberto e si aggiungono alla conversazione…
Ho in alcuni momenti la sensazione di tendenza al “reality” anche nel teatro, mi spiego meglio c’è la necessità costante di aprire ogni momento del percorso creativo alla visione e alla discussione in pubblico. Ti chiederei se per voi è utile per una formazione dello spettatore e se è utile al vostro percorso come artisti questa continua apertura in creazione… Mariano: Per noi incontrare lo spettatore è utile a vedere se un attore con il quale lavoriamo da alcuni giorni, al momento in cui va in scena, tende a proteggersi e getta la nostra semina, la nega e torna a lavorare in scena come avrebbe fatto prima di incontrarci, o se invece prova a fare una raccolta della semina delle giornate di laboratorio, ad agire in scena secondo i principi di lavoro della Compagnia, se ha davvero fiducia o se fa ammutinamento. Inoltre noi lavoriamo senza quarta parete e dopo dieci giorni di lavoro rivolti a una platea vuota l’ingresso degli spettatori non può mancare. Questo è lo spirito con cui incontriamo gli spettatori in queste occasioni, e per quanto riguarda gli spettatori, questi restano in silenzio al buio e non vengono coinvolti, non vengono resi protagonisti. Serena: Trovo che nella pratica di formazione del pubblico ci sia l’intento di provare a riavvicinare gli spettatori al teatro e al suo linguaggio. E questo è un bene. E’ un’azione spesso portata avanti dai critici che così, oltre che fornire il loro contributo ai percorsi degli artisti, possono cercare un dialogo anche con gli spettatori. E’ un bene, a patto che lo spettatore non creda, dopo tre giorni di laboratorio sullo sguardo critico, di essere divenuto a sua volta un critico ma che intenda che i nuovi strumenti acquisiti possono servirgli invece per essere uno spettatore più sensibile e godersi gli spettacoli non correndo il rischio che una eccessiva attenzione ad analisi e codici gli impediscano di essere l’altra metà dell’evento teatrale, ovvero lo portino a non compiere l’azione giusta quando si è spettatori: un ascolto attivo e non un giudizio.
Roberto, cosa ha significato all’interno del tuo percorso d’attore questa esperienza con la Piccola Compagnia Dammacco? Roberto: Il lavoro sul corpo dell’attore in questo gruppo è centrale. Mariano e Serena si sono trovati e riconosciuti in questo linguaggio. Linguaggio nel quale anch'io oggi mi riconosco in quanto, nella maniera più dolce e sensata, scardina qualsiasi tipo di reticenza e di freno nella ricezione del metodo di lavoro e fa della diversità di esperienza lavorativa un punto di forza. Con Mariano all’esterno e Serena in scena ti senti tutelato, pronto ad accettare la loro visione. È una ricerca che nobilita il corpo/voce dell'attore. Lo spinge a tessere una drammaturgia fisica che letta  dall’occhio magistrale di Mariano, genera emozione. Pian piano senti che prendi forma e acquisisci senso. Un altro aspetto molto importante è il rigore. Quel giusto senso di igiene professionale, di immersione che Mariano e Serena richiedono per affrontare il lavoro e che poi inseriscono nel macro contenitore che è il gioco. Aprire le finestre significa far entrare quel germe sano che apre a nuovi scenari.
E per te Serena cosa porta l’incontro con altri attori? Serena: L’apertura ad altri attori è fondamentale perché permette di rilanciare una modalità compositiva che con il mio solo corpo d’attrice non era possibile indagare. “Finestre” non è solo aprirsi a nuovi incontri tra artisti, ma anche fornire all’autore e regista Mariano più strumenti, più corpi, più voci, più sguardi per mettere in azione una scrittura drammaturgica e scenica che solo con me non può avere a disposizione. In dieci anni, abbiamo fondato una pratica di lavoro e ora il tentativo è quello di condividere con altri corpi attorali questa nostro modo di lavorare in scena. In tal modo, Mariano può tradurre le sue visioni, può trovare parole e dare forma a strutture drammaturgiche e sceniche nella relazione tra più corpi.
*immagini scattate durante la prova aperta in teatro avvenuta domenica 12 maggio I love you but I don’t want to e durante la prima residenza. 
0 notes
persinsala · 4 years
Text
Almeno nevicasse, Spezzato è il cuore della bellezza, Isadora Duncan, Stay Hungry / Kilowatt 2020
Almeno nevicasse, Spezzato è il cuore della bellezza, Isadora Duncan, Stay Hungry / Kilowatt 2020
Tra ospiti internazionali e dal territorio, tra impegno sociale, intrattenimento e storia dell’arte, Kilowatt chiude il suo festival ai tempi della pandemia. (more…)
View On WordPress
0 notes
Text
Ne ho pieni i polmoni
Tumblr media
Nel mese di novembre, in occasione del “Mese di sensibilizzazione mondiale del tumore al Polmone” parte la nuova campagna di comunicazione di WALCE Onlus, (Women Against Lung Cancer in Europe – Donne contro il tumore al polmone in Europa), associazione nata per informare, sostenere e supportare pazienti e familiari nella lotta contro il tumore al polmone. Un appuntamento importante con il quale ogni anno si vuole rinnovare e alzare sempre più l’attenzione su una delle neoplasie più diffuse e temibili che rappresenta, infatti, il secondo tumore più frequente negli uomini (14%) e  il terzo nelle donne (7%), nonché la prima causa di morte per cancro negli uomini e la seconda nelle donne (AIOM. Linee Guida: neoplasie del polmone. Edizione 2020). Una patologia con un impatto decisamente importante, come confermano i numeri: in Italia nel 2020 sono stati registrati circa 41.000 nuovi casi di tumore al polmone, di cui 13.300 nuove diagnosi nelle donne e 27.550 negli uomini. Se da un lato il sesso maschile mostra una più alta possibilità di sviluppare questo tumore nell’arco della vita (1:10 rispetto a 1:35 nelle donne), dall’altro lato emerge come questo sia in crescita nella popolazione femminile (+3,4%, a fronte di un calo nella popolazione maschile -6,2%) (AIOM. Linee Guida: neoplasie del polmone. Edizione 2020).  Nonostante queste evidenze, le informazioni e la conoscenza di questa malattia sono lacunose o distorte da pregiudizi o stigmatizzazioni. Rispetto ad altre neoplasie, infatti, si parla poco di tumore al polmone. Forse per la paura che c’è nei confronti di quello che è considerato il “Big Killer”, un tumore che non lascia scampo, con una prognosi particolarmente infausta. In aggiunta a questo, il tumore al polmone viene spesso stigmatizzato come il tumore dei “fumatori”, con un conseguente senso di colpevolizzazione per chi ne viene colpito. In conclusione: del tumore al polmone si parla ancora poco e non sempre correttamente. Ecco perché si rende necessario, ogni anno, tornare a sollevare l’attenzione con campagne di informazione e sensibilizzazione sui diversi temi inerenti a questa malattia. È da queste considerazioni che nasce la nuova campagna di WALCE Onlus “Ne ho pieni i polmoni”: un claim di grande impatto per arrivare in modo forte, diretto e immediato al cuore del problema e far sì che le persone possano informarsi e rapportarsi in modo corretto con la patologia. “Ne ho pieni i polmoni” punta, infatti, a sensibilizzare e informare giovani e adulti su diversi aspetti relativi alla diagnosi e al trattamento del tumore al polmone e nel mese di novembre sarà visibile sui canali social di WALCE Onlus, Instagram e Facebook, con una pianificazione media ad hoc. A supportare la campagna di sensibilizzazione, a partire dalla prima settimana di novembre alcuni personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo: Milena Baldassarri, Caterina Balivo, Cristina Chirichella, Francesca Dallapè, Aurora Galli, Serena Garitta, Manuela Giugliano, Mike Maric, Simone Nolasco, Giorgia Palmas, Federica Panicucci, Giulia Pauselli, Massimiliano Rosolino. Con una sfida social “a pieni polmoni”, cercheranno di leggere tutto d’un fiato un testo con alcuni dei luoghi comuni e falsi miti più diffusi sul tumore al polmone, per alzare l’attenzione su questa neoplasia tanto diffusa ma poco conosciuta. Inoltre ”A pieni polmoni” intende raggiungere i medici di medicina generale con podcast dedicati pubblicati durante il mese di novembre e fruibili sulle principali piattaforme di streaming (Spotify, Google Podcasts, Apple Podcasts...). Una serie in 6 episodi, con l’obiettivo di aumentare l’awareness sulla patologia, favorire una corretta identificazione dei sintomi e aumentare il referral sullo specialista.La campagna di WALCE Onlus ha ottenuto infatti il patrocinio e il supporto di SIMG (Società Italiana di Medicina Generale).“S.I.M.G. – Società Italiana di Medicina Generale è onorata di aderire alla Campagna sul Tumore al Polmone promossa anche quest’anno da WALCE, perché è proprio il medico “di famiglia” che riveste il ruolo di primo riferimento per il paziente e per la sua famiglia” - afferma il Dr. Maurizio Cancian, referente nazionale dell’area progettuale oncologia della SIMG “E’ dal medico generale che devono partire le prime raccomandazioni ai pazienti: la nocività del fumo in primis. E’ il medico di base che deve invitare i propri pazienti, se fumatori a smettere, consapevole però, che il tumore del polmone non colpisce solo chi fuma.” aggiunge Cancian “Il medico di famiglia ha il delicato e fondamentale compito di essere vicino al proprio paziente che si ammala di tumore al polmone, rassicurandolo in merito alle sempre più numerose nuove terapie che hanno dimostrato una certa efficacia e affiancandolo in tutto il percorso diagnostico e terapeutico”.Oltre a SIMG la Campagna è sostenuta dal contributo incondizionato di aziende farmaceutiche quali AstraZeneca, Amgen, BMS, GSK, MSD, Pfizer, Novartis, Takeda, Roche, BeiGene, e da Medtronic, azienda leader di HealthCare Technology, tutte impegnate nella ricerca in area oncologica. “In Italia i numeri del tumore ai polmoni sottolineano l’importanza e l’impellenza di una continua e pressante informazione su questa patologia. I pazienti, che ancora faticano a fare squadra aderendo ad Associazioni e gruppi, devono essere invece raggiunti da informazioni sempre più accurate e corrette. Se da un lato crescono le diagnosi, crescono anche le terapie mirate. Basta quindi a inutili resistenze o reticenze a unirsi, a rivolgersi alle Associazioni. Essere protagonisti, al di là di pregiudizi e superficiali stigmatizzazioni.”– afferma la Prof.ssa Silvia Novello, presidente di WALCE, Professore Ordinario di Oncologia Medica all’Università di Torino e responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Oncologia Polmonare dell’A.O.U. San Luigi di Orbassano (TO) “Se è vero che ancora oggi l’85% dei casi di tumore del polmone interessa i tabagisti, è pur vero anche che non sono solo questi i pazienti a rischio in quanto il 20% circa delle malattie che noi vediamo, vengono diagnosticate in persone che non hanno mai fumato. L’introduzione dell’immunoterapia e dei farmaci a bersaglio molecolare ha trovato terreno fertile in oncologia polmonare: questo significa per i pazienti guadagnare in quantità e qualità di vita”Un impegno che si concentra nel mese di novembre, mese di sensibilizzazione sul tumore ai polmoni, ma che si rinnova nel corso dell’anno grazie alle diverse attività supportate da WALCE Onlus. “Questa campagna è molto importante per noi di WALCE Onlus che ogni giorno ci impegniamo perché vengano date informazioni sempre più adeguate e aggiornate in merito a questo temibile tumore”- conclude la Prof.ssa Novello - “sia per ciò che riguarda la diagnosi, sia per le possibilità terapeutiche. Sensibilizzare su questa patologia non rappresenta solo un vantaggio per i pazienti e i loro famigliari, ma per tutta la comunità”. Read the full article
0 notes
candidoblog · 3 years
Text
Serena Bortone, Oggi è un altro (bel) giorno!
Serena Bortone, Oggi è un altro (bel) giorno!
La stagione televisiva si avvia alla conclusione e vorrei soffermarmi su un personaggio tv in particolare: Serena Bortone. La conduttrice romana, proveniente da Agorà su Rai3, quest’anno ha dovuto confrontarsi con il pomeriggio quotidiano di Rai1, lasciato in eredità da Caterina Balivo. Il suo nuovo programma, Oggi è un altro giorno, partito in sordina a settembre, è cresciuto piano piano,…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
sciscianonotizie · 7 years
Photo
Tumblr media
Al Nostos Teatro va in scena "Esilio" con Mariano Dammacco e Serena Balivo, premio Ubu 2017 come attrice under 35 http://ilmonito.it/index.php/magazine/4340-al-nostos-teatro-va-in-scena-esilio-con-mariano-dammacco-e-serena-balivo-premio-ubu-2017-come-attrice-under-35?utm_source=dlvr.it&utm_medium=tumblr
0 notes
Text
PICCOLA COMPAGNIA DAMMACCO | Finestre | Residenze Artistiche
youtube
Mariano Dammacco e Serena Balivo ci raccontano la tappa di FINISTRE in Corte Ospitale. Un percorso di condivisione delle proprie pratiche di lavoro attraverso momenti di laboratorio, laboratorio inteso come luogo e tempo di condivisione dei processi creativi della Compagnia, come momento di studio e di incontro. Grazie a tutti i ragazzi che hanno partecipato!
Un progetto di PiccolaCompagnia Dammacco con la collaborazione di Teatro di Dioniso L'arboreto - Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna Il Funaro Centro Culturale, Associazione Franco
0 notes
peintraytb · 6 years
Video
youtube
Serena Rossi torna a Detto Fatto al posto di Caterina Balivo? Parla l’attrice - https://youtu.be/j4PRrX7f-qs
0 notes
senzalinea-blog · 7 years
Text
Al Nostos Teatro va in scena “Esilio”, secondo passo della "Trilogia della Fine del Mondo"
Al Nostos Teatro va in scena “Esilio”, secondo passo della “Trilogia della Fine del Mondo”
Al Nostos Teatro ancora un Premio Ubu: venerdì 2 febbraio alle ore 21 va in scena “Esilio” con Mariano Dammacco (che firma anche la regia e la drammaturgia) e Serena Balivo, vincitrice nel 2017 nella categoria under 35.
“Esilio” rappresenta una riflessione sul nostro presente. Surreale con tratti ricchi di humour, come la vita di tutti, descrive l’esistenza in una forma trasfigurata che ne…
View On WordPress
0 notes
appnewsdotbe-blog · 7 years
Text
Caterina Balivo back to work after maternity
Caterina Balivo back to work after maternity
Caterina Balivo on October 2, back at work after maternity leave. The audience of “Said and Done” greeted Serena Rossi, who replaced it for a month, and now can see it again in the container in the afternoon of Raidue.
Catrina Bailiff ready to join in the studies of ‘That time’
Catherine, after motherhood, is back towork. Cora was born on the 16th of August and the blackberry presenter already…
View On WordPress
0 notes
sguardimora · 5 years
Text
03/05/2019 - 12/05/2019 #FINESTRE
Inizia oggi la seconda residenza creativa per la ricerca e la produzione del nuovo spettacolo di Piccola Compagnia Dammacco.
Tumblr media
In questa seconda tappa a L’arboreto, la compagnia apre agli spettatori il proprio percorso di ricerca e composizione condiviso in quattro diversi laboratori con circa quaranta tra attrici e attori provenienti da tutta Italia, ovvero il percorso del progetto Finestre. Domenica 12 maggio è prevista la prova aperta I love you and I don’t want to / Appunti di scena seguita da incontri con la compagnia e buffet. 
0 notes
persinsala · 7 years
Text
Kilowatt tutto l'anno. V edizione
Kilowatt tutto l’anno. V edizione
Riprende sabato 23 settembre, presso il Teatro alla Misericordia, la quinta edizione di Kilowatt tutto l’anno, promosso dall’associazione CapoTrave/Kilowatt diretta dal regista e drammaturgo Luca Ricci, realizzata in collaborazione con il Comune di Sansepolcro (Ar), con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, della Regione Toscana e di Aboca. (more…)
View On WordPress
0 notes
sciscianonotizie · 7 years
Photo
Tumblr media
Al Nostos Teatro va in scena "Esilio" con Mariano Dammacco e Serena Balivo, premio Ubu 2017 come attrice under 35 http://dlvr.it/QDGg0j
0 notes
lamilanomagazine · 2 years
Text
Bari, stagione teatrale "Altri Mondi": focus su Mariano Dammaco
Tumblr media
Bari, stagione teatrale "Altri Mondi": focus su Mariano Dammaco. La stagione teatrale "Altri Mondi" del Comune di Bari, realizzata in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese, dedica un focus all’attore e drammaturgo pugliese Mariano Dammacco. "Siamo felici di ospitare nella stagione comunale due spettacoli di Mariano Dammacco che a Bari è nato e cresciuto, muovendo i primi passi artistici all’inizio degli anni ‘90 con uno spettacolo, “Sonia la rossa”, che lo ha fatto conoscere e apprezzare in tutta Italia come giovanissima promessa del teatro contemporaneo - commenta l’assessora alle Culture Ines Pierucci - Promessa poi mantenuta, sebbene Dammacco abbia lasciato Bari e la Puglia da molti anni portando la sua esperienza e la sua ricerca in giro per l’Italia. Questi due appuntamenti al teatro Piccinni hanno dunque un sapore particolare, quello di un ritorno e di un riconoscimento doveroso della sua città, alla quale è rimasto profondamente legato. Spezzato è il cuore della bellezza è reduce da una lunga tournee e da un grande successo di pubblico, mentre Danzando con il mostro arriva sul palcoscenico del Piccinni in prima nazionale, e segna l’incontro artistico tra Dammacco, la bravissimi Serena Balivo, che da dieci anni dà corpo e voce alla sua poetica, e uno dei più grandi attori e performer italiani, Roberto Latini. Proprio in occasione della replica del 6 novembre di Danzando con il mostro, daremo il via alla sperimentazione del progetto per i più piccoli Portami con te, che consentirà agli adulti di assistere allo spettacolo del mentre i loro bambini saranno impegnati in un laboratorio a tema nella sala Massari di Palazzo di Città, un progetto di cui siamo molto orgogliosi". Dal 29 al 30 ottobre arriva al teatro Piccinni di Bari, per la prima volta, lo spettacolo "Spezzato è il cuore della bellezza" (ideazione, drammaturgia e regia Mariano Dammacco, con Serena Balivo e Erica Galante) che è valso a Dammacco il Premio Ubu 2020-2021 nella categoria Nuovo testo italiano/scrittura drammaturgica. Dal 3 al 6 novembre Dammacco e Balivo saranno di nuovo in scena, assieme a Roberto Latini, in prima nazionale a Bari con "Danzando con il mostro", sempre al teatro Piccinni. "Spezzato è il cuore della bellezza" racconta la storia di un cosiddetto triangolo amoroso, lui, lei, l’altra e, tramite i frammenti e le immagini di questa storia, offre allo spettatore uno sguardo sull’Amore nelle sue pieghe dolorose e tormentate, attraverso la convivenza di tragedia e umorismo. In scena, Serena Balivo dà corpo e voce alle due donne protagoniste della storia e accanto a lei appare, agita da Erica Galante, la figura muta dell’uomo al centro del triangolo amoroso in uno scenario onirico. Il lavoro di creazione della compagnia è partito da alcune domande sull’amore e su come questo sentimento, fondamentale nella vita umana, possa trasformarsi, degenerare, tradire i desideri e le aspettative di chi lo vive. In scena sabato 29 ottobre alle ore 21 e domenica 30 ottobre alle ore 18, biglietti a partire da 8 euro. "Danzando con il mostro" è uno spettacolo in prima nazionale di e con Serena Balivo, Mariano Dammacco, Roberto Latini, drammaturgia di Mariano Dammacco e musiche di Gianluca Misiti, coproduzione Infinito/ ERT, Teatro Nazionale / Compagnia Lombardi-Tiezzi. "Ho scelto di provare a porre lo sguardo sul tormento, in particolare su di un preciso tipo di tormento, un tormento che può capitare di esperire a un essere umano “fortunato”, un individuo che viva in condizioni dignitose, che non conosca la schiavitù o la guerra o la malattia, il tormento di un individuo che in teoria ha tutto per “essere felice”, che ha tutto per vivere bene la propria esistenza, insomma un cosiddetto essere umano libero, magari di quell’Occidente di cui facciamo parte: il tormento che una persona può dare a se stessa e da se stessa subire. Cosa succede quando siamo schiavi di noi stessi? In guerra con noi stessi? Cosa succede quando ad ammalarsi è la relazione con noi stessi e, di conseguenza, quella con gli altri? Può capitare di vivere un tormento estremamente doloroso, un tormento profondo e alienante, che spesso fa fatica a suscitare compassione negli altri, un tormento che può diventare insopportabile. Ho pensato a questa condizione come a una danza costante con qualcosa di invisibile, che fa paura (ma che magari vuole dirci qualcosa), una danza con qualcosa di mostruoso e ho cominciato a mettere nero su bianco alcune immagini in forma di parole, poi le ho condivise con Serena Balivo (come faccio da un decennio) e, per la prima volta, con Roberto Latini. Insieme, sulla scena, abbiamo lavorato alla scelta di alcune di queste immagini, a come ricomporle nella relazione tra loro, alla loro successione per poi giungere alla composizione di una drammaturgia di scena che le contenesse e alla creazione dello spettacolo Danzando con il mostro". (M. Dammacco) Danzando con il mostro è una visione notturna, forse un’allucinazione: forse siamo nella mente di un individuo, dinanzi al suo match con se stesso. In scena una sorta di torre con in alto un orologio, o una gabbia, o una finestra, dove percepiamo la presenza di qualcuno. Dinanzi a questa torre, su un pavimento rosso, vivono due figure, un uomo e una donna, forse due emanazioni della mente della creatura nella torre. Vestono abiti eleganti, da gran galà, circondati da bicchieri non meno eleganti. Forse sono stati invitati a un ricevimento, forse sono loro gli ospiti d’onore, o forse l’ospite d’onore è il tormento, il mostro che li ha invitati a danzare insieme a lui. Lo spettacolo è in scena al teatro Piccinni 3 (ore 19.30), 4 e 5 (ore 21), 6 novembre (ore 18), biglietti a partire da 15 euro. Formazione del pubblico Mariano Dammacco la mattina del 29 ottobre è tornato nella sua scuola:  al liceo Flacco di Bari per incontrare gli studenti e raccontargli il suo percorso artistico, oltre che gli spettacoli in scena a Bari. Il primo incontro di "Dentro la scena", la rassegna con i protagonisti della stagione che si terrà il sabato mattina al Teatro Piccinni con il critico e scrittore Giancarlo Visitilli, a cura di Cooperativa i bambini di Truffaut, sarà proprio dedicato a "Danzando con il mostro", appuntamento il 5 novembre alle ore 11, con Latini, Dammacco e Balivo sul tema "Straordinario l’ordinario, interviene Clarissa Veronico" (Ingresso libero con prenotazione obbligatoria su Eventbrite ). Portami con te – laboratorio per bambini Il 6 novembre parte anche il nuovo laboratorio per bambini "Portami con te", i genitori potranno finalmente andare a teatro accompagnati dai loro bambini, che durante lo spettacolo saranno impegnati in un laboratorio di letture ad alta voce e animazione di teatro di figure, a cura di Spine Book Store e Antonia D’Amore, età dai 5 anni (ore 17.30 sala Massari del Comune di Bari, prenotazioni entro mercoledì 2 novembre a [email protected]).... Read the full article
0 notes