Tumgik
#senso comune
nonesuchrecords · 1 month
Text
youtube
“Senso Comune," a new track from Caroline Shaw's original score for Ken Burns's new two-part documentary, LEONARDO da VINCI, is out now. The album, with new compositions by Shaw and performances by Attacca Quartet, Sō Percussion, Roomful of Teeth, and John Patitucci, is due October 25; the documentary airs on November 18 and 19 on PBS.
0 notes
pensierodelgiornoblog · 4 months
Text
Tumblr media
"Il buonsenso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune.”– Alessandro Manzoni
0 notes
misswarmnights · 11 months
Text
The fabulous Dagmar Lassander in 'Il comune senso del pudore alberto sordi' 1976.
Tumblr media Tumblr media
0 notes
pruiti · 2 years
Text
#Buccinasco: A.A.A. SENSO CIVICO CERCASI. ASTENERSI PERDI TEMPO
Buccinasco Italia – c’è una cosa che mi irrita parecchio, mentre prima riuscivo ad ignorarla senza troppi problemi, adesso no, deve essere lo stress da Pubblico Amministratore visto che mi occupo di questo Comune per la maggior parte del mio tempo-vita. (more…) “”
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
kon-igi · 6 months
Text
LA FESTA DEL PAPÀ È DIVISIVA
Ma oramai non credo che esistano argomenti di condivisione comune sui quali poter fare affermazioni nette e aspettarsi che tutti siano d'accordo.
Il cielo è blu? Ma va'... il cielo è celeste! No, guarda che è nero ed è un fenomeno di rifrazione dei raggi solari sull'atmosfera. Ti sbagli, è giallo! Sì, però togliti quel sacchetto dell'Esselunga dalla testa. Basta! Il cielo è marrone con radici che penzolano. Zitto tu che sei morto!
La scelta del giorno della festa del papà, poi, coincide con quel santo del calendario che credo abbia avuto il peggiore martirio fra tutti, cornuto, mazziato e ringrazia pure. Cioè, come papà sfigato il primo posto se lo prende di sicuro Darth Vader ma perlomeno aveva una spada laser e il suo arco di redenzione è stato più appassionante.
Insomma, la festa del papà è divisiva per due ragioni, una sociale e l'altra personale.
Da una parte, è una ghiotta occasione perché alcuni frignino che non esistono più i papà di una volta, tutti pipa e cinghiate, e che anzi, se andiamo avanti così non esisterano più nemmeno gli uomini, dall'altra è che al netto di tutto, i padri molte volte più che festeggiati spesso vanno perdonati.
Adesso come adesso, i papà sul mercato sono figli o nipoti del patriarcato, nel senso che difficilmente non avranno assorbito per osmosi familiare e sociale l'idea di quello che deve essere il ruolo di un genitore maschio all'interno della famiglia.
In sintesi il pater familias.
[maledetto genitivo ellenico ma sono cose mie]
Quando io e la mia compagna dobbiamo fare cose importanti che implichini decisioni tecniche, burocratiche, meccaniche, matematiche o notarili, il mio gesto preferito è questo
Tumblr media
perché tutte le volte il venditore di auto parla rivolgendosi a me che distinguo le macchine solo per il colore, l'avvocato quando io risolverei tutto con il trial by combat e la commercialista dove io opterei per il baratto.
Io sarei il pater familias, quindi automaticamente il detentore delle decisioni familiari e è invece è la mia compagna quella che prende le migliori, senza spargimenti di sangue o una pila di conchiglie che l'enel non accetta come forma di pagamento.
Sì, vabbè... non sa accendere la motosega o da che parte si impugna un coltello da lanciare e se proprio dobbiamo dirla tutta non riesce neanche ad accendere il fuoco nel camino (cosa che le rimprovero sempre ricordandole che erano le vestali ad accudire il Fuoco Sacro del focolare domestico). Poi però c'è quell'altra che disegna tubi e motori idraulici usando termini strani tipo 'valvola di massima' o 'dislocamento positivo' e quell'altra ancora che snocciola a memoria le caratteristiche di ogni macchina o moto e parla per due ore di maderizzazione e di vendemmia in neve carbonica.
Questo per dire che i ruoli sono solo ruoli ed è solo questione di abitudine... le abitudini cambiano e ci si abitua al nuovo.
Quindi buona festa a quella persona alla quale dovrebbe essere solo chiesto, dopo la fornitura di migliaia di gameti scodinzolanti, di amare in modo vasto e profondo chi non ha mai chiesto di essere portato su questa spaventosa e bella terra, ricordando che amore non è mai possesso, conferma od orgoglio.
L'amore per i propri figli è essere partecipe della gioia che abbiamo insegnato loro a conquistarsi da soli.
E per concludere, si può essere padre amorevole pure senza aver mai partecipato con un singolo spermatozoo.
68 notes · View notes
crazy-so-na-sega · 5 months
Text
10 MOTIVI PER CUI L'OMS VA FERMATA
1) L'OMS non serve A NULLA. Aveva un senso nel 1948 quando le informazioni sulle epidemie arrivavano con il telegrafo. Ora siamo in infodemia. Durante il covid l'OMS non ha fornito una singola informazione utile. Se non serve a quello evidentemente la sua reale funzione ora è un'altra.
2) L'OMS per pagare le sue ENORMI spese è in modo sostanziale pagata da privati. Tra essi i principali contributori sono la Bill Gates foundation, case farmaceutiche e associazioni pro diffusione vaccini, a loro volta pagate dai medesimi, come GAVI alliance.
3) A Maggio l'OMS cercherà di forzare tutti gli stati membri a firmare il cosiddetto "Trattato pandemico", una specie di MES DELLA MALATTIA, che garantirà ampi poteri all'organizzazione.
4) Se non riuscirà a compiere la forzatura del trattato pandemico, l'OMS tenterà di introdurre le stesse cessioni di sovranità via cambiamenti del "Regolamento Sanitario Internazionale", introdotto anni fa e già in vigore.
5) Un terzo del bilancio dell'OMS, oltre un miliardo di dollari, va negli stipendi del personale OMS sparso in sedi faraoniche in tutto il mondo. Lo stipendio MEDIO di chi lavora all'OMS, compresi i fattorini, è 120mila euro COMPLETAMENTE ESENTASSE.
6) Un altro terzo abbondante del bilancio OMS va in consulenze, strumento del tutto opaco per pagare a discrezione persone e organizzazioni in tutto il mondo.
7) La spesa in viaggi in giro per il mondo a carico dell'OMS è 160 milioni. I benefit futuri del personale sono un valore non desumibile dal bilancio, però la semplice oscillazione attuariale indica una cifra enorme.
8) La spesa TOTALE OMS per medicine e apparecchiature mediche in Africa è di soli 45 milioni. Tutta questa organizzazione enorme per una cifra minore del bilancio del comune di Urbino? Meno dei semplici costi di viaggio allocati a OMS Africa (53 milioni).
9) Il direttore OMS, l'Etiope di un partito comunista nazionalista, Tedros Ghebreyesus, mentre era ministro della sanità in Etiopia ha intessuto relazioni con la fondazione Bill Gates venendo nominato nel board di GAVI, the vaccine alliance, finanziatori complessivamente dell'OMS per quasi un miliardo.
10) L'Italia contribuisce in modo diretto e indiretto allo stipendificio OMS per circa 100 milioni l'anno.
Sarebbe il caso di smettere di pagare questi signori, magari allocando la cifra al nostro sistema sanitario nazionale. E' poco ma servirà sicuramente di più rispetto a quanto serve buttarli nella fornace OMS. Nel frattempo si deve ASSOLUTAMENTE non firmare il trattato pandemico e rifiutare ogni cambiamento al regolamento sanitario internazionale. Ho già provveduto insieme ad altri amici di maggioranza ad allertare il Governo per evitare il rischio di arrivare impreparati alla scadenza.
Fonti: Bilancio OMS:
https://who.int/publications/i/item/A76-17… Bozza testo trattato pandemico
https://apps.who.int/gb/inb/pdf_files/inb4/A_INB4_3-en.pdf… Alcune delle modifiche proposte al Regolamento Sanitario Internazionale
https://apps.who.int/gb/wgihr/pdf_files/wgihr1/WGIHR_Compilation-en.pdf… Un articolo ben scritto sui finanziatori OMS
https://ilbolive.unipd.it/it/news/chi-finanzia-lorganizzazione-mondiale-sanita… Un'intervista su OMS del celebre chirurgo Roy de Vita. Primario dell'Istituto dei tumori "Regina Elena" di Roma.
https://ilgiornale.it/news/politica/giusto-tagliare-i-finanziamenti-alloms-pi-utile-sostenere-i-2275818.html… Un'inchiesta di "Politico" sull'influenza di Bill Gates su OMS e risposta internazionale al covid.
------
62 notes · View notes
falcemartello · 4 months
Text
Tumblr media
"Se sei fissato con la privacy hai qualcosa da nascondere".
Smantelliamo una volta per tutte questo luogo comune.
La domanda è viziata all'origine, perché parte da un assioma materialistico della privacy. Ricordiamo che non siamo più nell'era industriale ma nell'era digitale.
Ricercare privacy nell'era digitale non è nascondersi, ma proteggere la propria libertà di pensiero da ingerenze altrui.
Nel mondo materiale c'è una netta separazione tra pensiero e azione, anche a livello temporale. È molto complesso immaginare che qualcuno possa desumere il nostro pensiero e abitudini osservando alcune azioni materiali che compiamo, come ad esempio spendere del denaro contante al bar.
Servirebbero tecnologie avanzate, osservazioni continuative di ampia durata e profondità per poter anche solo per tentare di farlo. Il mondo materiale è estremamente più lento del digitale, ma non solo.
La realtà digitale poggia su sistemi informatici che per il loro stesso funzionamento registrano ogni azione e interazione col sistema stesso. Ciò significa che ogni azione, anche la più piccola - o addirittura una intenzione di azione, come soffermarsi per qualche millisecondo in più su un banner pubblicitario, viene registrata.
Tutto lascia una traccia. Queste possono essere poi facilmente aggregate nel tempo e analizzate. Ne consegue che chiunque abbia le capacità tecniche di farlo, acquisisce un potere quasi divino che gli permette di inferire con altissima probabilità statistica il pensiero e le prossime azioni di ognuno di noi.
Sì - chi nasconde le proprie azioni nel mondo materiale ha qualcosa da nascondere. Vuoi per pudore, timidezza, o perché sta facendo qualcosa che immagina possa avere conseguenze sulla sua vita.
Nella realtà digitale TUTTO può avere conseguenze sulla nostra vita. Anche l'azione più banale del mondo verrà aggregata insieme ad altre mille azioni, sia nostre che delle persone con cui abbiamo una relazione di qualche tipo, con il preciso scopo di impattare la nostra vita.
Lo ripeto: anche soffermarsi per qualche millesimo di secondo su un contenuto online può avere conseguenze nel corso del tempo. Soffermarsi per due minuti davanti a un cartello pubblicitario in piazza non avrà invece alcuna conseguenza, mai.
Ergo, la privacy nel regno digitale non viene ricercata per nascondere azioni peccaminose o illegali, ma per proteggere la nostra più intima libertà di pensiero e di autodeterminazione. È una necessità dettata dalla natura stessa del digitale.
Finché non si capisce questa fondamentale differenza ontologica si farà sempre l'errore di ripetere frasi fatte che non hanno senso nell'era digitale.
(Matte Galt)
42 notes · View notes
ross-nekochan · 1 month
Text
Tumblr media Tumblr media
Ora che sono in ferie voglio parlare di una cosa di cui volevo parlare già da settimane, ma la vita di merda che faccio non me lo aveva permesso.
Allò, settimane fa per la prima volta dato che mi ero depilata le cosce mi sono messa in casa non solo in cannottiera, ma anche in pantaloncini. Passa un giorno e mi ritrovo la mail nella foto.
Come ben sappiamo, qui a Tokyo non è che si muore di caldo, PEGGIO, quindi un giorno di questi mi vesto come in foto a dx in ufficio (che è come mi vestirei in Italia in un giorno normale) e nello stesso giorno inoltrano una mail per dire di rispettare il "business dress code" aziendale che è letteralmente "business casual", pure se non si capisce né che cazzo sia né il perché, dato che non ci sono clienti e siamo solo tra di noi, ma okay.
Mo, premettendo che quando ho lavorato a Napoli, ci andavo in PANTALONCINI (ovviamente non quelli di jeans, ma un tipo più carini e "formali" insomma), qua invece così non va bene perché la maglia ha una stampa + i pantacollant sono considerati il demonio.
Tutti sono sempre a lodare i giapponesi perché sono un popolo omogeneo, che dà la prevalenza al gruppo piuttosto che all'individuo, ma non sono omogenei e uniti perché ci sono nati, sono omogenei perché sei LETTERALMENTE FORZATO (nelle maniere più passivo-aggressive possibili) a omologarti. E questo vale con i vestiti, vale con il peso (perché se pensate che sono tutti secchi di natura, beh col cazzo) e con mille altre cose.
Ora è vero che questa prevalenza dell'interesse di gruppo in alcune cose funziona ed è il motivo per cui noi della cultura euroamericana li ammiriamo, ma voi sareste disposti a rinunciare alla vostra libertà pure sulle piccole cose pur di accontentare l'interesse generale?
Per continuare con l'esempio dei vestiti, loro si vestono così:
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
A maniche lunghe (anche con 50°C), con diversi strani addosso spesso inutili (perché sono ossessionati dai tumori alla pelle); le donne o tutte fate dei fiori con i tacchi tutte pronte (e io col cazzo che le imito) o come fossero state cacciate via di casa (e io col cazzo pt.2). Ma tutti hanno un comun denominatore: colori scuri o neutri (nero, grigio, bianco) o pastello, senza chissà quale fantasia o stampa particolare.
Se non segui l'omologazione, spicchi, ti si vede o ti senti in qualche modo osservato. E questo è già lo standard ad essere euroamericano in mezzo ad asiatici, figuriamoci se ti vesti seguendo le tue regole e non le loro.
Uno poi dirà "vabbè sono cose da poco, ci si abitua" e lo capisco, ma non funziona così. Anzi, sono le piccole cose che, accumulandosi, diventano le più pesanti da sopportare.
Oppure i weaboo del cazzo direbbero che "bisogna rispettare la loro cultura e rispettare le loro regole" (cit.), ma loro quella degli altri quando letteralmente non fa male e non cambia un cazzo a nessuno perché non la rispettano?
Questo non è un paese libero, non puoi MAI fare come vuoi, ci sono sempre regole da rispettare, ma fossero regole con un senso uno capirebbe, invece sono regole inutili che letteralmente mìnano la libertà di espressione individuale a livelli base. Invece qua niente o fai la pecora in mezzo al gregge oppure pecora ti ci fanno diventare, perché altrimenti sei, di nuovo, il gaijin di merda che vuole fare di testa sua.
E sapete cosa fanno i gaijin quando hanno le palle piene di ste stronzate? Fanno i gaijin di merda e le regole senza senso le mandano a fanculo.
30 notes · View notes
zmarylou · 3 months
Text
Tumblr media
→ THE BECKETT FAMILY;
Dhalia Beckett:
Dhalia, uma aeromoça dedicada, certa vez capturou o olhar de um piloto famoso durante uma de suas viagens. Esse piloto, que mais tarde foi revelado como ninguém menos que Zeus, o rei dos deuses, ficou encantado pela beleza e pelo espírito livre de Dhalia. Seu caso romântico durou cerca de um ano, um período marcado por paixão e segredos, até que Zeus, como de costume, partiu, deixando Dhalia com um vazio que jamais seria preenchido.
Mesmo com o fim do relacionamento, Dhalia nunca conseguiu esquecer Zeus. Havia uma parte dela que sempre o amaria, um sentimento que a acompanharia pelo resto da vida. Tentou retomar a rotina com o marido, um homem que a amava profundamente e que estava disposto a perdoar suas ausências emocionais. No entanto, essa tentativa de normalidade foi abalada quando Dhalia recebeu a notícia devastadora de que estava grávida, sabendo que a criança não era do seu marido.
Mary-Louise, ou Mimi, como era carinhosamente chamada pela família, nasceu como um lembrete constante do romance proibido de Dhalia. Apesar de seu marido não saber que não era o pai da criança, Dhalia não conseguiu evitar que a presença de Mary-Louise reacendesse as memórias do único homem que realmente amara. Como resultado, Mary-Louise se tornou o bode expiatório de sua mãe, uma figura que, embora amada por outros, era um constante lembrete da culpa e das emoções conflitantes que Dhalia carregava. Crescer sob essa sombra foi um desafio. Mary-Louise se viu em uma posição complexa, tentando constantemente buscar a aprovação e o amor de sua mãe, ao mesmo tempo em que lidava com a rejeição e a culpa que não eram suas.
Hector Beckett(padrasto):
Hector Beckett, um renomado advogado no Arkansas, sempre sentiu o peso de manter o status e a reputação associados ao seu nome. Oriundo de uma família tradicional e bem-sucedida, ele sabia que suas ações e escolhas seriam constantemente escrutinadas pela sociedade e pelos seus próprios padrões elevados. Esse senso de responsabilidade e a busca incessante por excelência foram pilares que moldaram sua carreira e sua vida pessoal.
Em sua relação com Dhalia, Hector inicialmente acreditava que o amor e a estabilidade que oferecia seriam suficientes para construir um futuro sólido juntos. No entanto, a pressão e o peso das expectativas externas, somados à natureza exigente de suas carreiras, começaram a desgastar o casamento. Em um ponto crítico de sua vida, Hector percebeu que estava à beira de perder tudo o que amava. Foi então que tomou a decisão mais significativa de sua existência: abdicou de suas ambições e focou seus esforços em reconquistar o coração de sua esposa, Dhalia, determinado a reconstruir seu relacionamento.
Dessa tentativa de reconciliação nasceu Mary-Louise, ou Mimi, como era carinhosamente chamada pela família. Hector acreditava genuinamente que a menina era fruto do amor renovado entre ele e Dhalia. Desde o primeiro suspiro de Mary-Louise, Hector sentiu uma ligação profunda e inquebrantável com ela. Para ele, Mimi não era apenas uma filha; ela era a razão pela qual ele encontrou forças para enfrentar desafios pessoais e profissionais. Ele jurou que protegeria a menina com todas as suas forças, independentemente das circunstâncias. Essa determinação se traduziu em uma luta constante para garantir o bem-estar e a felicidade de Mary-Louise, mesmo que isso significasse confrontar Dhalia, que, em seus momentos mais sombrios, via a criança como um lembrete do amor perdido por Zeus. Sua dedicação ia além das obrigações comuns de um pai; ele investiu emocionalmente em sua filha, garantindo que ela se sentisse amada e valorizada, mesmo quando a dinâmica familiar se tornava difícil.
Matthew, Michael e Martin Beckett:
Michael e Martin Beckett, os gêmeos, nasceram quatro anos depois de Mary-Louise, e desde cedo tornaram-se figuras marcantes na dinâmica familiar. Eles eram conhecidos por sua energia inigualável e por uma disposição natural para travessuras e aventuras. A conexão entre os dois era evidente em todos os aspectos de suas vidas; eles compartilhavam um vínculo que transcendia a mera fraternidade, parecendo muitas vezes dois lados da mesma moeda.
Apesar da diferença de idade, os gêmeos desenvolveram uma relação única com Mary-Louise. Desde pequenos, Martin e Michael tinham uma inclinação peculiar para se meter em encrenca, e muitas vezes encontravam em sua irmã mais velha a vítima perfeita para culpar. Se um vaso era quebrado ou um brinquedo estava misteriosamente desaparecido, a responsabilidade frequentemente recaía sobre Mary, que, em diversas ocasiões, se viu injustamente acusada das peripécias dos irmãos mais novos.
Dois anos após o nascimento dos gêmeos, a família Beckett deu as boas-vindas a Matthew. Diferente dos travessos Martin e Michael, Matthew desde cedo mostrou uma natureza mais calma, dócil e contemplativa. Ele não apenas se destacava por sua diferença de temperamento, mas também por uma proximidade especial com Mary-Louise. Em uma casa onde as travessuras dos gêmeos muitas vezes monopolizavam a atenção, Matthew encontrou em sua irmã mais velha uma aliada e uma confidente.
Matthew e Mary desenvolveram uma amizade profunda e significativa. Enquanto os gêmeos eram os reis da confusão, Matthew era a presença tranquilizadora que Mary podia recorrer em momentos de turbulência. Ele era o único, além de Hector, que oferecia um espaço seguro e compreensivo dentro da família, proporcionando a Mary um refúgio onde ela podia ser ela mesma sem o medo constante de julgamentos ou repreensões.
Zeus:
Desde pequena, Mary sentia uma conexão inexplicável com uma presença que a acompanhava em seus sonhos e a envolvia em momentos de prece e contemplação. Essa presença era reconfortante e poderosa, e ela a identificava com a figura de um deus protetor, alguém em quem podia confiar plenamente.
Em tenra idade, Mary-Louise ouvia uma voz em seus sonhos, uma voz que era ao mesmo tempo paternal e autoritária. Essa voz a guiava, a aconselhava e lhe oferecia um sentimento de segurança que transcendia a realidade cotidiana. Para a pequena Mary, essa voz era uma manifestação divina, a voz de um deus benevolente que a protegia e a amava incondicionalmente. Não era raro que, após um sonho particularmente vívido, ela acordasse com uma sensação de paz e uma certeza inabalável de que estava sendo cuidada por uma força maior.
Além dos sonhos, Mary frequentemente sentia um pressentimento na base do pescoço, uma sensação que ela só conseguia descrever como uma espécie de alerta divino. Esse pressentimento era particularmente forte em momentos de crise ou perigo, funcionando como um aviso de que algo significativo estava prestes a acontecer. Mary sempre acreditou que essa sensação era uma forma de comunicação de seu pai divino, uma maneira de ele se fazer presente em sua vida de uma forma tangível.
Um dos momentos mais impactantes de sua vida foi a queda do avião em que estava quando criança. Durante os minutos angustiantes em que o avião perdia altitude, Mary-Louise, aterrorizada e sem saber o que fazer, instintivamente rezou para a voz que a acompanhava nos sonhos. Implorou por proteção e, de maneira quase milagrosa, sentiu como se estivesse sendo amparada pelo próprio céu. A brisa que a envolveu e a suavidade com que foi levada de volta à segurança reforçaram sua fé de que essa presença era real e poderosa.
Não muito tempo depois, a verdade sobre sua origem finalmente veio à tona. Mary descobriu que o deus que ela venerava e a quem se sentia profundamente conectada era, na verdade, Zeus, o pai de todos os deuses. A conexão que sentia fazia agora todo o sentido, e a figura de Zeus, antes um enigma, tornou-se uma presença ainda mais poderosa e significativa em sua vida.
Hoje, Mary-Louise mantém uma relação profunda e significativa com Zeus. Ela confia nele com todo o coração e se dedica incansavelmente a honrá-lo e a não decepcioná-lo. Zeus continua a ser uma figura central em sua vida, uma presença que ela reverencia e a quem se sente eternamente grata. Para Mary, cada desafio e cada conquista são uma oportunidade de demonstrar sua lealdade e devoção ao pai, a quem ela considera a fonte de sua força e propósito.
22 notes · View notes
donaruz · 3 months
Text
Tumblr media
Ho sognato il mio dolore
Era bellissimo
Aveva il volto di un angelo
Caduto dal cielo
Un dio
Dei piaceri terreni
La vita come un luogo comune
Mi attendeva
E lui mi rapiva
Cantando una vecchia canzone
Come un serpente
Abile tentatore
Era così rassicurante
E al tempo stesso inquietante
Mi sono svegliata
Per nulla cambiata
Ma folgorata
Nel mezzo della vita
A dover scegliere
Tra il dolore e la gioia infinita
Metà l' ho già spesa
Tra senso di colpa e paura
L' altra metà voglio viverla a colori
Godere a piene mani
Tuffarmi in questo mare di pesci
Senza cani
Nuotare con le sirene
Con la pace nel cuore
Tra l'amore e il bene
Non aspettarmi alzato mio dolore
Tanto amato
e tanto odiato
Che la tua bambina stasera non tornerà
Ha scelto di disobbedire
Qualsiasi cosa voglia dire
Ha scelto l' amore
La felicità
E no, da te, non tornerà
Silvia Canonico 🖋
19 notes · View notes
blogitalianissimo · 3 months
Note
A sto punto la secessione ha quasi più senso! Io magari ne so poco perché sono (maledetta) Toscana, ma dimmi che cazzo se ne fa il sud di uno stato che prende soldi e risorse senza restituire un cazzo in termini di servizi e infrastrutture.
Non si può parlare di Italia se poi ognuno fa per sé e fanculo i poveri
La secessione non si fa perché con uno Stato a parte il meridionale non è detto che scelga di rovinarsi la vita in un appartamento di 50 mq a 800 euro al mese nel comune di Brembate di sopra, con uno stipendio che non copre manco i costi che dovrà affrontare per giunta, a questo punto estero per estero ci si sposta in Germania
E al nord, anche se vanno ruttando stronzate sul lavoro arrubbato, hanno un grosso bisogno della forza lavoro del Mezzogiorno, l'autonomia accelera semplicemente il processo di desertificazione del sud
20 notes · View notes
fuoridalcloro · 7 months
Text
“Viviamo nel tempo; il tempo ci forgia e ci contiene, eppure non ho mai avuto la sensazione di capirlo fino in fondo. Non mi riferisco alle varie teorie su curvature e accelerazioni né all'eventuale esistenza di dimensioni parallele in un altrove qualsiasi. No, sto parlando del tempo comune, quotidiano, quello che orologi e cronometri ci assicurano scorra regolarmente: tic tac, tic tac. Esiste al mondo una cosa più ragionevole di una lancetta dei secondi? Ma a insegnarci la malleabilità del tempo basta un piccolissimo dolore, il minimo piacere. Certe emozioni lo accelerano, altre lo rallentano; ogni tanto sembra sparire fino a che in effetti sparisce sul serio e non si presenta mai più.”
Julian Barnes - Il senso di una fine
28 notes · View notes
francescosatanassi · 9 months
Text
Tumblr media
I cartelli che vietano di sedersi sui gradini del centro e lo stop al consumo di alcolici e analcolici in vetro e lattina sono apparsi a Forlì e con le loro le multe. Se invece di attendere alle Poste scelgo di sedermi fuori con un’aranciata sono 150 euro. Eccitatissimo il vicesindaco Mezzacapo, lo stesso che a pochi giorni dall’anniversario della Liberazione della città ha pubblicato un video di Mussolini che inaugura il monumento in p.zzale della vittoria tra le grida “Duce! Duce!” Agghiacciante ma non mi stupisco, mentre le bombe al fosforo sfiguravano i palestinesi, l’assessora Cintorino pubblicava la bandiera di Israele definendola “l’unica democrazia del Medio Oriente.” Oggi Forlì è una città in mano a un gruppo di razzisti che nulla ha fatto per il bene della comunità, che vuol farci credere di essere in pericolo a causa dell’uomo nero “scaldapanchine”, per offrirci una falsa soluzione con telecamere e ordinanze repressive. Intanto i poveri restano poveri e i fasci restano fasci. Ma l’importante è spendere, così pare, 700.000 euro per le luminarie di Natale. Ci hanno detto che quei soldi non avrebbero avuto senso per le famiglie alluvionate. In fondo, queste chiedevano solo di essere ascoltate dopo una gestione fallimentare dell’emergenza, dove il sindaco Zattini, mentre i nostri scarponi erano ancora umidi, propose di dare alle banche i soldi raccolti dalle donazioni. E mentre i forlivesi si radunavano davanti al municipio senza che nessuno, in tre mesi, decidesse di ascoltarli, il profilo ufficiale del Comune pubblicava la ricetta del fricò alla romagnola. Non scherzo, a volte penso di essere in un film di Fellini. E invece.. dopo la promessa di scendere in piazza a fianco degli alluvionati, alla prima manifestazione, Zattini era impegnato a consegnare a un arrotino la targa per i 100 anni di attività. Mi raccomando, se passate da queste parti nascondete le lattine di Pepsi e non stancatevi troppo per non rischiare di dovervi riposare su un gradino. Però tranqui, presto piazza Saffi sarà aperta alle auto e basteranno pochi passi per vedere l’unica cosa che oggi regna a Forlì: un grande e imbarazzante disagio (ma illuminato da Dio! Viva le luminarie!)
48 notes · View notes
swingtoscano · 1 year
Text
Quando desideri con tutto il cuore che qualcuno ti ami, dentro ti si radica una follia che toglie ogni senso agli alberi, all'acqua e alla terra.
E per te non esiste più nulla, eccetto quell'insistente, profondo, amaro bisogno. Ed è un sentimento comune a tutti, dalla nascita alla morte.
Denton Welch
42 notes · View notes
pruiti · 2 years
Text
Buccinasco : Nuovi spazi di sosta e sensi unici per migliorare la circolazione
Da mercoledì 22 febbraio, in via sperimentale, cambia la viabilità nelle vie G. Carducci, C. Porta, Gorizia e Siena. Si raccomanda la massima attenzione alla nuova segnaletica (more…) “”
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
schizografia · 10 days
Text
Scienza e felicità
Malgrado l’utilità che crediamo di trarne, le scienze non possono farci felici, perché l’uomo è un essere parlante, che ha bisogno di esprimere in parole gioia e dolore, piacere e afflizione, mentre la scienza ha in ultima analisi di mira un essere muto, che sia possibile conoscere numero et mensura, come tutti gli oggetti del mondo. Le lingue naturali che gli uomini parlano sono al limite un ostacolo alla conoscenza e, in quanto tali, devono essere formalizzate e corrette, eliminando come “poetiche” quelle ridondanze a cui invece innanzitutto badiamo quando esprimiamo i nostri desideri e i nostri pensieri, i nostri affetti come le nostre avversioni.
Proprio in quanto si rivolge a un uomo muto, la scienza non può mai produrre un’etica. Che scienziati illustri abbiano compiuto senza alcuno scrupolo nell’interesse della scienza esperimenti sui corpi dei deportati nei Lager o dei condannati nelle carceri americane non dovrebbe in questo senso sorprenderci. La scienza si fonda infatti sulla possibilità di separare a tutti i livelli la vita biologica di un essere vivente dalla sua vita di relazione, la muta vita vegetativa che l’uomo ha in comune con le piante dalla sua esistenza spirituale di essere parlante. È bene ricordarlo, oggi che gli uomini sembrano aver messo da parte tutto ciò in cui credevano, per affidare alla scienza un’aspettativa di felicità che non potrà che essere delusa e tradita. Come gli anni recenti hanno mostrato al di là di ogni dubbio, uomini che guardano alla propria vita con gli occhi del loro medico sono per questo disposti a rinunciare alle loro più elementari libertà politiche e ad assoggettarsi senza limiti ai poteri che li governano. La felicità non può mai essere separata dalle semplici, trite parole che ci scambiamo, dal grido e dal riso di gioia né dalla commozione che ci fa piangere, non sappiamo se di pena o diletto. Lasciamo gli scienziati al silenzio e alla solitudine dei numeri, vegliamo lucidamente a che non invadano l’ambito dell’etica e della politica, che è il solo che possa veramente appagarci.
Giorgio Agamben, 8 settembre 2024
8 notes · View notes