#sembra pine
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In the shadow of the Sembra Pine - Väinö Rouvinen , 1982.
Finnish, b. 1932 -
Aquatint , 43 × 53 cm.
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Meet Me At Midnight | Traduzione in ITALIANO
Meet Me At Midnight | Traduzione in ITALIANO https://ift.tt/BgoykGx by Lunaa_slytherin Quando Hermione Granger viene accidentalmente tagliata da un vecchio cimelio della famiglia Malfoy, una lama matrimoniale, un'antica magia sembra pensare che sia promessa sposa all'ultimo erede Malfoy e inizia a trascinarla nel letto di Draco ogni notte, a mezzanotte. NOTE: Questa storia non mi appartiene, è una traduzione ufficiale e autorizzata dall'autrice forawhile. Words: 8262, Chapters: 1/14, Language: Italiano Fandoms: Harry Potter - J. K. Rowling Rating: Explicit Warnings: No Archive Warnings Apply Categories: F/M, M/M Characters: Hermione Granger, Draco Malfoy, Harry Potter, Theodore Nott, Cormac McLaggen Relationships: Hermione Granger/Draco Malfoy, Theodore Nott/Harry Potter Additional Tags: dramione - Freeform, Draco Malfoy & Harry Potter Friendship, Hermione Granger/Draco Malfoy Smut, Dirty Talk, Co-workers, Mutual Pining, Explicit Sexual Content, fast sexual burn slow emotional burn, Auror Draco Malfoy, Banter, Accidental Marriage, Idiots in Love, POV Draco Malfoy, POV Hermione Granger, Adult Hermione Granger, Adult Draco Malfoy, Angst and Fluff and Smut, Mystery, Dark Magic, Nottpott via AO3 works tagged 'Hermione Granger/Draco Malfoy' https://ift.tt/LrjsyVa November 20, 2024 at 09:28AM
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OASI DEL GELSONMINETO
Oggi abbiamo visitato il paradiso. Abbiamo lasciato Siracusa scendendo verso sud. Volevamo trovare una di quelle lunghe spiagge dalla sabbia rosa e il mare di un azzurro trasparente. Superiamo Fontane Bianche e scendiamo ancora più a sud. Ad un certo punto lungo la strada vediamo dei turisti con ombrelloni e asciugamani scendere da una strada laterale bianchissima. Ci fermiamo anche noi parcheggiando a lato della candida strada. Un sentiero ci porta verso una stradina sterrata che passando sotto la statale, immette in campi vastissimi che ospitano piccoli ulivi e sono circondati da alti pini o grandi acacie che ne segnano il bordo. Camminiamo per quasi dieci minuti e malgeado i filari di ulivi e le recinsioni, sembra di camminare in una savana. Si sentono solo le cicale qualche uccello che chiama di albero in albero ed il ento che smuove le cime delle acacie. Un lungo sentiero porta in prossimità della spiaggia nascosta da delle siepi di alberelli e di pini messi sul limitare a proteggere i terreni retrostanti dove venivano coltivati filari di profumati gelsomini. La spiaggia è di sabbia finissima ricolma di detriti di alberi portati dal mare e l’acqua è caldissima. La piccola baia è delimitata da due promontori. Quello a sinistra ha sulla punta un bunker della seconda guerra mondiale, quello a destra degrada lentamente verso il mare. Vedo che su quest’ultimo che molti bagnanti salgono scomparendo nella fitta macchia fatta da palme e cespugli di oleandri e alberelli di yuka. Li seguo per curiosità e inaspettatamente vi trovo un sentiero che costeggia un muro di pietre a secco , passa sulla cima del promontorio e quindi ne mostra l’altro lato, quello non visibile dalla spiaggia. Arrivato su quel lato ho una visione incredibile, dove la scogliera scende scoscesa e frastagliata in un mare color smeraldo dalla perfetta trasparenza. Si sente solo il mare entrare e uscire dalle grotte che ha scavato alla base della scogliera ed il vento urtare la roccia frastagliata e disperdersi tra la fitta vegetazione. Niente di umano appare tra gli scogli o lungo il sentiero. Non vi è plastica vetro o avanzi umani di una qualsiasi civiltà, esiste solo il vento, il mare ed il sole così come era dall’inizio dei tempi. Resto incantato ad ascoltare parlarsi il mare e il vento ed il mio stupore diventa una tangibile emozione, si cristallizza in un prezioso, unico ricordo. Questa è la Sicilia che mi brucia nel cuore, questa l’origine di ogni bellezza che riconosco, questo il senso di ogni verso che vorrei scrivere. Questo è il mio paradiso.
Today we visited paradise. We left Syracuse going south. We wanted to find one of those long beaches with pink sand and a transparent blue sea. We pass Fontane Bianche and go further south. At one point along the way we see tourists with umbrellas and towels coming down froma white street. We also stop by parking at the side of the white road. A path takes us towards a dirt road which, passing under the Provence road, leads into vast fields that host small olive trees and are surrounded by tall pines or large acacias that mark the border. We walk for almost ten minutes and past the rows of olive trees and the fences, it feels like walking in a savannah. You can only hear the cicadas, some birds calling from tree to tree and the sound that moves the tops of the acacias. A long path leads near the beach hidden by hedges of small trees and pines placed on the edge to protect the lands behind where rows of fragrant jasmine were grown. The beach is of very fine sand filled with debris from trees brought in by the sea and the sea water is very warm. The small bay is bordered by two promontories. The one on the left has a World War II bunker at its tip, the one on the right slopes slowly towards the sea. I see that on the latter many bathers go up disappearing into the thick scrub made up of palm trees and oleander bushes and yuka trees. I follow them out of curiosity and unexpectedly find a path that runs along a dry stone wall, passes on the top of the promontory and then shows the other side, the one not visible from the beach. Arriving on that side, I have an incredible vision, where the cliff drops steeply and jagged into an emerald sea with perfect transparency. You can only hear the sea flowing in and out of the caves it has dug at the base of the cliff and the wind hitting the jagged rock and dispersing among the dense vegetation. Nothing human appears between the rocks or along the path. There is no glass plastic or human remains of any civilization, there is only the wind, the sea and the sun as it was from the beginning of time. I am enchanted listening to the sea and the wind talking to each other and my amazement becomes a tangible emotion, it crystallizes in a precious, unique memory. This is Sicily that burns in my heart, this is the origin of every beauty I recognize, this is the meaning of every verse I would like to write. This is my paradise.
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Oregon e altre cose
è un sacco di tempo che non scrivo qualcosa sul blog. Ho pubblicato delle foto che mi piacevano un botto ma non ho scritto niente, questo perché di base sono stato via tanto e sto scrivendo parecchio per lavoro quindi ho poco tempo per pensare. Comunque ci sono delle cose che mi preoccupano e mi fanno ragionare su chi sono e chi voglio essere e così via. La prima cosa è il viaggio in Oregon di settembre. In tutta onestà non ho la minima idea se riuscirò ad andarci, ho pensato a un paio di alternative ma la verità è che nessuna mi convince davvero. Mi sono accorto che negli ultimi due anni andare in America è stato, tra le altre cose, anche il termometro di ciò che sto facendo nella vita, equazione semplice: finché riesco ad andare in America allora sto facendo qualcosa di interessante. Oltre a questo, continuo ad avere una voglia assurda di tornare di là, penso che l'America possa essere tante cose, ma direi che per me è soprattutto uno stato fisico e mentale. L'America è un mood e non mi interessa davvero andare in un posto piuttosto che in un altro e forse nemmeno fare una gara più di un'altra, nel senso: sì, ma il punto è soprattutto l'America, il resto è in più. Un'altra cosa che non mi piace granché di me di questo periodo è che ho invidiato davvero molto chi ci è stato ultimamente e l'invidia è una cosa di cui non bisogna andare fieri, ma forse deriva dalla mia frustrazione di non poterci andare con la stessa semplicità e spensieratezza con cui ci vanno tutti. Per me andare in America è soprattutto la fine di un processo lungo mesi in cui mando email, faccio incontri di lavoro e perdo ore a scrivere e a disfare presentazioni. Penso però che sia anche per questo che poi, quando ci sono, me la godo così tanto. A livello razionale non penso ci sia davvero nulla da invidiare a nessuno, sono molto fortunato ad esserci stato due volte e ad aver prodotto due lavori, però sotto sotto ogni volta ci soffro un po'. Mi vergogno un po' a scriverlo ma è la verità ed è una cazzata vergognarsi della verità, più che altro vale la pena provare a cambiarla. In generale comunque ho un po' messo la testa sotto la sabbia e mi sono interessato di altri argomenti ultimamente, anche dal punto di vista lavorativo, e quindi ho scoperto tante storie vicine che mi hanno appassionato e che hanno un po' indebolito l'equazione lavoro=andare in America. Adesso sto scrivendo tanto di Italia e mi è quasi tornata la voglia di riprovare a iscrivermi alla Lavaredo l'anno prossimo, sempre che non venga preso altrove. Ah, già, l'altrove. Ho pensato che ci sono due tipi di gare: le gare che vuoi fare, e le gare che devi fare. Penso davvero che ci siano delle gare che non possono mancare nel curriculum di un ultrarunner e Western States è una di queste. Purtroppo è diventata sempre di più una gara che devo fare e ha smesso di essere sempre di più una gara che in fondo, sotto sotto, voglio fare. Tutta la merda che ci sta costruendo attorno Hoka-UTMB sta rovinando l'evento. Non so se sia soltanto la comunicazione e magari là è rimasto lo stesso, ma la comunicazione è una cosa dannatamente importante e WS sembra davvero cambiata. Continuerò a sognarla portandomi dietro questa specie di amaro in bocca che non mi piace. Questa gente sta intaccando e modificando i sogni delle persone e lo trovo deplorevole. Non ho ancora capito cosa mi attrae di Pine To Palm devo essere sincero, resta il fatto che è una delle uniche cose che mi attraggono, spero davvero di andare là a correre. Forse solo di vedere una partita all'Oracle Stadium a SF.
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Don't Worry Darling: Viviamo nel migliore dei mondi possibili?
Di cosa parla Don't Worry Darling? Siamo negli anni '50 in una piccola città residenziale, Victory, dove i vetri sono pulitissimi, i vestiti impeccabili e le case arredate in modo da ostentare benessere. E in effetti i suoi abitanti vivono per questo: gli uomini lavorano tutti per Victory Project, azienda che sviluppa materiali destinati a cambiare il mondo. O almeno è quello che dice a tutti i suoi dipendenti Frank (Chris Pine), capo della società. Tra le coppie che vivono a Victory ci sono Alice (Florence Pugh) e Jack (Harry Styles): senza figli, innamoratissimi e perennemente attratti l'uno dall'altra.
Don't Worry Darling: Florence Pugh durante una scena
Ogni giorno, dopo aver fatto colazione insieme, preparata rigorosamente da Alice, Jack sparisce insieme agli altri uomini nel deserto. Alla donna non resta quindi che pulire la casa, fare la spesa, e rendersi bella per quando il marito varcherà di nuovo la soglia. Nel 2024 una vita del genere non può che far pensare all'Inferno. Anche la più scintillante delle prigioni a un certo punto diventa stretta. E Alice effettivamente comincia a pensare che forse qualcosa non quadra. Che ci sia forse del marcio dietro tutto quel lusso? Farsi troppe domande a volte è pericoloso, eppure lei continua a farle. A cosa sta lavorando davvero Victory Project? Dove vanno tutti gli uomini?
Don't Worry Darling e il grande debito nei confronti di altri film
Don't Worry Darling: Olivia Wilde durante una scena del film
Costato 20 milioni di dollari, un budget abbastanza modesto per una produzione americana, Don't Worry Darling è comunque un passo ambizioso per Olivia Wilde regista: il suo esordio, Booksmart (ribattezzato in italiano con l'infelice La rivincita delle sfigate), era infatti un progetto molto più piccolo, ben accolto dalla critica. Alla seconda prova invece le ambizioni si sono impennate: scene oniriche, scene di lotta, set che diventano dei labirinti, inseguimenti in macchina. Tutto è più complesso. E Wilde non se la cava male, giocando con le simmetrie, creando anche immagini che rimangono impresse. Purtroppo però le fonti di ispirazione sono moltissime, forse troppe, e a chi un pò di cinema lo mastica risultano fastidiosamente evidenti. C'è un po' di tutto: La fabbrica delle mogli, The Thruman Show, Black Mirror, Matrix, Thelma e Louise… E purtroppo, l'unica idea davvero originale del film, quella più interessante (che non vi svelo per non rovinarvi la sorpresa), non viene sviluppata. Alla fine di Don't Worry Darling rimane un senso di incompiuto, come se la parte importante della storia dovesse ancora cominciare. Un peccato.
Meno male che c'è Florence Pugh
Per Don't Worry Darling è una fortuna che la protagonista sia Florence Pugh. L'attrice carica su di sé l'intera responsabilità del film, diventandone la forza trainante. Ormai lo ha dimostrato più volte: non soltanto buca lo schermo, ma possiede un carisma in grado di dare maggior fascino a qualsiasi progetto in cui è coinvolta. Lo stesso non si può dire di Styles, che, senza una direzione precisa, sembra un po' perso.
Don't Worry Darling: Harry Styles in una scena del film
Conclusioni
In conclusione Don't Worry Darling, il secondo film da regista di Olivia Wilde ha grandi ambizioni, ma non riesce a mantenere quanto promesso. Costato 20 milioni di dollari, usa bene costumi e scenografie, ma non riesce a incidere quanto potrebbe. L'immaginario è debitore di tanti altri film e serie precedenti e la parte davvero interessante e originale della storia viene appena accennata, senza essere approfondita. La forza trainante del film è Florence Pugh, che, ancora una volta dimostra di essere una delle attrici contemporanee più interessanti e brave.
👍🏻
L'interpretazione di Florence Pugh.
L'uso di costumi e scenografie.
👎🏻
Il film impiega troppo tempo per arrivare alla svolta.
La parte più interessante e originale della storia non viene approfondita.
L'immaginario del film è debitore di moltissimi altri film e serie tv.
#recensione#review#don't worry darling#florence pugh#harry styles#olivia wilde#chris pine#movie review#recensione film
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A sembra pine (or some other ’exotic’ pine) in Vasaparken in Stockholm. The other pine next to it I remember photographing last year or the year before, but probably not this one…
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Convinzioni illusorie
La verità è che io mi sono creato delle convinzioni. E uniformo certi miei comportamenti in base a esse. Una di dette convinzioni è: in un film d’azione deve esserci azione, possibilmente fin dall’inizio. Non pretendo accadano sconquassi ogni tre secondi. Però un po’ di ritmo sarebbe richiesto, ecco. Non mi sembra sia chiedere l’impossibile oppure l’improbabile. The contractor, pellicola di quest’anno, è stata spacciata per film d’azione. La cadenza narrativa, però, è fiacca. Succede qualcosa - nulla di trascendentale: una sparatoria - dopo ben 43 minuti. Per vedere le cose muoversi nuovamente, tocca aspettare fino al minuto numero 61 A me sinceramente sembra pochino, su un’ora e 43 di pellicola. La storia non è che sia granché: un militare viene congedato da un nuovo comandante stronzo; siccome lui e la sua famiglia sono privi di soldi, accetta di finire in un’agenzia di mercenari. Gli affidano subito una missione. Una di quelle che all’inizio sembrano una cosa poi si rivelano essere ben altro. Inutile vada avanti. Si può ben immaginare dove andrei a parare. A me spiace, perché la presenza di Chris Pine (il nuovo comandante cinematografico dell’Enterprise) e Kiefer Sutherland potevano preludere a qualcosa di decente. Invece non preludono a un cazzo.
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Sto traducendo le poesie di Blok che amico russo mi ha mandato e sulla copertina compare già in una citazione la parola тоскуя, da тосковать
Тоска (toská, con la prima o atona che va letta quindi come una a) è una parola russa intraducibile, mi sembra di aver letto da qualche parte. Provando a digitare su google тоска значение, per averne il significato, compare "Душевная тревога, соединённая с грустью и скукой", un'angoscia dell'anima collegata, connessa, che ha a che fare con la tristezza, la noia forse, o la mancanza di qualcosa. Ho provato a tradurre la parola in italiano e in inglese e nel primo caso тоска è tradotta con desiderio, nostalgia, tristezza, angoscia, noia anche; in inglese longing, yearning, homesickness, boredom, melancholy. Il verbo тосковать è reso in inglese con to yern for, to long for something, pining for, with longing
E ora sono davvero davvero davvero curiosissima di tradurre e capire a fondo l'intera raccolta, anche perché Blok è argomento d'esame a gennaio
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Cosa dice la scienza sugli incendi in Australia?
Dieci punti spiegati da un ricercatore forestale (me).
1) Quanto territorio è in fiamme?
Gli incendi hanno percorso a oggi circa 9 milioni di ettari di territorio - una superficie doppia a quella degli incendi del 2019 in Siberia e in Amazzonia combinati, e pari ai quattro quinti di tutte le foreste italiane. In sole quattro annate negli ultimi 50 anni la superficie bruciata in Australia ha superato un milione di ettari, e oggi ha quasi raggiunto il triplo della seconda annata più drammatica (il 1974 con 3.5 milioni di ettari percorsi). Non siamo che all'inizio dell'estate (le stagioni infatti in Australia sono spostate di sei mesi rispetto alle nostre, quindi ora è come se fosse l'inizio di luglio), perciò queste cifre saliranno ancora, potenzialmente fino a 15 milioni di ettari percorsi dal fuoco. L'Australia è grande 769 milioni di ettari, quindi non possiamo dire che stia "bruciando un continente". Per contro, l'area coperta da "foreste" (vedi sotto) è 134 milioni di ettari, quindi ne potrebbe bruciare oltre il 10%. Per confronto, nel 2017 le fiamme percorsero circa il 2% delle foreste italiane (0.2 milioni di ettari su 11), peraltro senza distruggerle permanentemente come spesso di crede.
2) Quale vegetazione sta bruciando?
Si tratta soprattutto di foreste di eucalipto e del "bush", una savana arida con alberi sparsi, fatta soprattutto di erbe e arbusti e simile alla macchia mediterranea. Si tratta di una vegetazione che è nata per bruciare: il clima dell'Australia centrale è stato molto arido negli ultimi 100 milioni di anni (da quando l'Australia ha compiuto il suo viaggio dall'Antartide alla posizione che occupa attualmente), e gli incendi causati dai fulmini sono stati così frequenti da costringere le piante a evolversi per superarli nel migliore dei modi: lasciarsi bruciare! Il fuoco infatti, se da un lato distrugge la vegetazione esistente, dall'altro apre nuovi spazi perché le piante si possano riprodurre e rinnovare. Molte specie del bush contengono oli e resine molto infiammabili, in modo da bruciare per bene e con fiamme molto intense quando arriva il fuoco. Poiché i semi di queste specie sono quasi completamente impermeabili al fuoco, questo stratagemma è l'unico modo per "battere" la vegetazione concorrente e riprodursi con successo sfruttando le condizioni ambientali avverse a proprio vantaggio. Tuttavia, questa volta le condizioni di siccità sono così estreme che sono in fiamme anche ecosistemi forestali tradizionalmente più umidi e raramente interessati dal fuoco.
3) Cosa ha causato le accensioni?
In AUstralia, metà delle accensioni sono causate da fulmini, e metà dall'uomo per cause sia colpose che dolose (in Italia invece il 95% è di cause antropiche, prevalentemente colpose). Gli incendi più grandi tendono tuttavia a essere causati dai fulmini, perché interessano le aree più remote e disabitate, dove è meno probabile che arrivino le attività umane (con la possibile eccezione degli incidenti alle linee elettriche, che sono state responsabili anche dei devastanti incendi in California del 2017 e 2019). Secondo Ross Bradstock, dell'Università di Wollongong, un singolo incendio causato da fulmine (il Gospers Mountain Fire) ha già percorso da ottobre a oggi oltre 500 000 ettari di bush, e potrebbe essere il più grande incendio mai registrato nel mondo in tempi storici.
4) Cosa sta causando il propagarsi delle fiamme?
Il 2019 è stato in Australia l'anno più caldo e più secco mai registrato dal 1900 a oggi. Nell'ultimo anno le temperature medie sono state 1.5 gradi più alte rispetto alla media 1961-1990, le massime oltre 2 °C in più, ed è mancato oltre un terzo della pioggia che solitamente cade sul continente. Un'ondata d calore terrestre e marina ha fatto registrare nel Paese temperature record a dicembre (42 °C di media nazionale, con punte di 49), mentre la siccità si protrae ormai da ben due anni. Quando l'aria è calda e secca, la vegetazione evapora rapidamente acqua e si dissecca. Più la siccità è prolungata, più grandi sono le dimensioni delle parti vegetali che si seccano. Quando anche le parti più grandi (fusti e rami) perdono acqua, cosa che avviene molto raramente, gli incendi possono durare più a lungo proprio come in un caminetto, i "pezzi" piccoli sono quelli che fanno accendere il fuoco, e quelli grandi sono quelli che bruciano per più tempo. I combustibili forestali vengono infatti classificati come "combustibili da un'ora", "da dieci ore", "da cento" o "da mille ore" a seconda della loro dimensione e di quanto a lungo possono sostenere una combustione. Quello che diffonde le fiamme, invece, è il vento, che spinge l'aria calda generata dalla fiamma sulle piante vicine. Normalmente, gli incendi più vasti si verificano infatti in giornate molto ventose. Incendi molto grandi e intensi sono addirittura in grado di crearsi il vento da soli: l'aria calda sale così rapidamente da lasciare un "vuoto": per riempirlo, accorre violentemente altra aria dalle zone circostanti. Il risultato è una firestorm, il "vento di fuoco", con il quale l'incendio si auto-sostiene fino all'esaurimento del combustibile disponibile.
5) Come mai gli incendi non si riescono a spegnere?
Per estinguere un incendio è necessario eliminare il combustibile. L'acqua e il ritardante lanciati dai mezzi aerei possono solo rallentare la combustione (raffreddando il combustibile o ritardando chimicamente la reazione di combustione), ma per eliminare il combustibile servono le squadre di terra. Incendi di chioma intensi come quelli che si stanno sviluppando in Australia possono generare fiamme alte decine metri, procedere a velocità superiori a dieci chilometri orari (la velocità di corsa di un uomo medio) e produrre un'energia di centomila watt per metro lineare di fronte. Le squadre di terra non possono operare in sicurezza già con intensità di 4000 kW per metro (25 volte inferiore a quella degli incendi più intensi).
6) Quali sono gli effetti degli incendi?
Il bush Australiano è un ambiente che desidera bruciare con tutte le sue forze, e bruciando migliora il suo stato di salute e la sua biodiversità - con i suoi tempi, rigenerandosi nel corso di anni o decenni. Anche gli animali conoscono il pericolo e sanno rispondere: la stima di mezzo miliardo di animali coinvolti (o addirittura un miliardo) rilanciata dai media è una stima grossolana e un po' allarmista, che considera ad esempio anche gli uccelli - che ovviamente possono volare e allontanarsi dall'area (https://www.bbc.com/news/50986293). Chiaramente, gli animali più piccoli possono effettivamente non riuscire a fuggire, e questi habitat saranno radicalmente modificati per molti anni a venire - molti animali on troveranno più condizioni idonee, molti altri invece ne troveranno addirittura di migliori. E' un fenomeno noto in Australia quello per cui alcuni falchi sono in grado di trasportare rametti ardenti per propagare attivamente gli incendi su nuove aree, liberando così la visuale su nuovi territori di caccia (https://bioone.org/journals/journal-of-ethnobiology/volume-37/issue-4/0278-0771-37.4.700/Intentional-Fire-Spreading-by-Firehawk-Raptors-in-Northern-Australia/10.2993/0278-0771-37.4.700.short). Gli incendi invece possono creare forti minacce alle specie rare di piante (come il Pino di Wollemi: https://www.abc.net.au/radio/programs/pm/fears-for-worlds-only-wild-wollemi-pines-in-bushfires/11823740) e sono soprattutto molto problematici per l'uomo: già 25 vittime per un totale di 800 morti dal 1967 a oggi, il fumo che rende l'aria pericolosa da respirare, proprietà e attività distrutte per miliardi di dollari di danni. In più, gli incendi rischiano di rendere a loro volta ancora più grave la crisi climatica sia a livello globale, contribuendo all'aumento della CO2 atmosferica, che locale, depositando i loro residui sui ghiacciai neozelandesi che, resi così più scuri, rischiano di fondersi con maggiore rapidità.
7) Cosa c'entra il cambiamento climatico?
La straordinaria siccità australiana è stata generata da una rara combinazione di fattori. Normalmente il primo anello della catena è El Nino, un riscaldamento periodico del Pacifico meridionale che causa grandi cambiamenti nella meteorologia della Terra, ma quest'anno El Nino non è attivo. Si è invece verificato con una intensità senza precedenti un altro fenomeno climatico, il Dipolo dell'Oceano Indiano (IOD) - una configurazione che porta aria umida sulle coste Africane e aria secca su quelle Australiane. E' dimostrato che il riscaldamento globale può triplicare la frequenza di eventi estremi nell'IOD (https://www.nature.com/articles/nature13327.epdf). A questo si è sovrapposto, a settembre 2019, un evento di riscaldamento improvviso della stratosfera (oltre 40 gradi di aumento) nella zona Antartica, anch'esso straordinario, per cause "naturali", che ha portato ulteriore aria calda e secca sull'Australia. Il terzo fenomeno è stato uno spostamento verso nord dei venti occidentali (o anti-alisei), i venti che soffiano costantemente da ovest a est tra 30 e 60 gradi di latitudine sui mari dei due emisferi terrestri. Lo spostamento verso nord degli anti-alisei (Southern Annular Mode) porta aria secca e calda sull'Australia, e sembra venga favorito sia dal climate change che, pensate un po', dal buco dell'ozono (https://www.nature.com/articles/ngeo1296). Il cambiamento climatico quindi c'entra eccome, sia nella sua azione diretta (l'aria Australiana si è riscaldata mediamente di almeno un grado nell'ultimo secolo) sia indirettamente attraverso le sue influenze sulle grandi strutture meteorologiche dell'emisfero sud.
8) Cosa c'entra la politica australiana?
Molte critiche si sono concentrate sul governo Australiano, responsabile di non impegnarsi abbastanza per raggiungere i già modesti impegni (riduzione delle emissioni del 28% dal 2005 al 2030) che il Paese aveva contratto volontariamente agli accordi a Parigi. Il problema principale è che l'economia dell'Australia è fortemente basata sull'estrazione e l'esportazione di carbone (soprattutto verso Giappone - 40% dell'export -, Cina e India), un combustibile fossile la cui estrazione non è compatibile con il raggiungimento degli obiettivi di Parigi per contenere il riscaldamento della Terra al di sotto di 1.5 °C rispetto all'epoca preindustriale. L'industria del carbone impiega quasi 40 000 lavoratori australiani ed è fortemente sussidiata dal governo. L'attuale governo conservatore, come in altre parti del mondo, è tendenzialmente restio a decarbonizzare l'economia nazionale. Tuttavia non occorre confondersi:ogni nazione è connessa a ogni altra. Gli incendi in Australia non sono solo responsabilità del PM Morrison o di chi l'ha eletto, ma di tutte le attività che nel mondo continuano a contribuire all'aumento della CO2 atmosferica - produzione e consumo di energia (30%), trasporti (25%), agricoltura e allevamento (20%), riscaldamento e raffrescamento domestico (15%) e deforestazione (10%) - tutte cose di cui sei responsabile anche tu che leggi, e anche io che scrivo (sì, anche la deforestazione tropicale).
9) Si poteva prevedere o evitare?
Tutti gli ultimi report dell'IPCC concordano nel segnalare un aumento del pericolo incendi in Australia a causa del cambiamento climatico, con grado di probabilità "virtualmente certo". Anche l'arrivo di configurazioni meteorologiche di grande pericolosità è monitorato e conosciuto con un buon anticipo. Gli allarmi sono stati diramati e le evacuazioni correttamente effettuate, a quanto mi è dato di sapere. Ma la sfida dei servizi di lotta agli incendi, valida anche in Italia, è come mantenere operativo un sistema che ha bisogno di attivarsi su vastissima scala solo una volta ogni decennio. L'altro strumento per evitare gli incendi è la prevenzione, che viene svolta su grandi estensioni con la tecnica del "fuoco prescritto", che elimina il combustibile utilizzando una fiamma bassa e scientificamente progettata (un tipo di intervento approvato anche da molti ecologisti australiani, e praticato da quarantamila anni dalle popolazioni aborigene). Nel 2018-2019 sono stati soggetti a questo trattamento 140 000 ettari di territorio, la cui applicazione è però severamente limitata dalla mancanza di fondi e, sempre lui, dal cambiamento climatico, che riduce il numero di giorni con condizioni meteorologiche idonee ad effettuarlo. C'è da dire che l'intensità della siccità e degli incendi in corso avrebbe messo probabilmente in difficoltà anche i servizi e le comunità più preparate.
10) Cosa possiamo fare?
Ridurre le nostre emissioni con comportamenti collettivi e ad alto impatto. Sforzarci di vedere l'impronta del climate change e delle nostre produzioni e (soprattutto) dei nostri consumi in quello che sta succedendo, senza farci distrarre dai poveri koala che bruciano e senza pacificare la coscienza con un semplice versamento in denaro che non risolve il problema alla radice. Per chi vive a contatto con un bosco, informarsi sul pericolo di incendio e sulle pratiche di autoprotezione necessarie a minimizzare il rischio alla vostra proprietà: gli incendi colpiranno di nuovo anche in Italia, con sempre più intensità, e possibilmente in luoghi in cui non ve li aspettereste. Sapersi proteggere è estremamente importante.
Fonti:
Sintesi sul New York Times - https://www.nytimes.com/2020/01/01/world/australia/fires.html
Clima in australia - https://www.abc.net.au/news/2020-01-02/2019-was-australias-hottest-and-driest-year-on-record/11837312
Foreste australiane: https://www.agriculture.gov.au/abares/forestsaustralia/australias-forests
Firestorm: https://scijinks.gov/firestorm/
Indian Ocean Dipole: https://www.abc.net.au/news/2019-05-16/positive-indian-ocean-dipole-bad-news-for-drought-crippled-areas/11120566
Riscaldamento globale e IOD: https://www.nature.com/articles/nature13327.epdf
Sudden Stratospheric Warming: https://www.abc.net.au/news/2019-09-06/rare-weather-event-over-antarctica-drives-hot-outlook/11481498
Southern Annular Mode: https://www.abc.net.au/news/2018-08-14/southern-annular-mode-and-how-it-affects-our-weather/10106134
Climate change e cambiamenti meteorologici in Australia: https://www.cawcr.gov.au/projects/Climatechange/impact/science/climate-variability/
Stima degli animali colpiti dagli incendi: https://www.bbc.com/news/50986293
Politiche climatiche in Australia: https://www.bbc.com/news/world-australia-50869565
Prevenzione incendi in Australia: https://www.theguardian.com/australia-news/2020/jan/05/explainer-how-effective-is-bushfire-hazard-reduction-on-australias-fires
Giorgio Vacchiano - fb
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Una passeggiata
Flash Fic (per la terza serata di rewatch)
Parole: 1305
No beta, we die like men
Fandom: Sanremo RPF
Ship: Anacore, mentioned Fasmann
Avvertimenti: Utilizzo esagerato della parola “bro”, pining, Rancore fa l’occhiolino, everyone is smitten, everyone is soft.
Note autore: Non l’ho riletta perché ero di fretta quindi ci sarà sicuramente qualche refuso… Perdonatemi
Marco non dovrebbe star andando nel panico in questo momento. È un adulto, è capace di gestire le sue emozioni. Più o meno. La rabbia è più semplice da gestire, a quella è abituato, ma quando si tratta di altro diventa più difficile. Continua a rileggere e rileggere il messaggio che gli è arrivato, ormai da più di dieci minuti.
Da Tarek: Ti va di fare un giro? Ho finito le prove e da quello che mi hai detto anche tu… Possiamo scaricare un po’ di stress… Se non sei troppo stanco
Troppo stanco? Assolutamente no. Può anche aver dormito un totale di tre ore in tre giorni, ma non è troppo stanco per Tarek. Solo che non ha la più pallida idea di come rispondere. Letteralmente: non sa che parole usare. Sta lì e fissa il telefono sperando che il messaggio di risposta si digiti da solo. Inizia a passeggiare avanti ed indietro per la stanza grugnendo dalla frustrazione. Alla fine si butta sul letto della sua camera ed afferra il telefono chiudendo il più velocemente possibile la chat con Rancore per non dover vedere ancora il suo messaggio o, ad essere onesti, la sua foto profilo. Perché ovviamente è il tipo che mette le foto profilo tutte fighe con tanto di eyeliner. Dio, quanto gli sta bene l’eyeliner.
Anastasio si affretta ad aprire la chat con Leo per mandargli un messaggio.
Da Anastasio: Oh. Bro. Tarek mi ha chiesto di fare un giro con lui. Tipo adesso. Bro, che faccio?
…
Da Leo: OH BRO. COME CHE FAI? GLI DICI DI Sì! TI METTI QUALCOSA DI FIGO E VAI E POI MI FAI FARE DA TESTIMONE AL MATRIMONIO
…
Da Anastasio: OKAY HO CAPITO BRO, SEI UNO SHIPPER PERÒ NON È A QUELLO CHE MI RIFERIVO ECCHECAZZZO! NON SO COME RISPONDERGLI, BRO.
Da Leo: Aaaaahhhhh. Eh, va beh, dillo prima. Che ne dici di “Sì, mi sembra un’ottima idea. Ci becchiamo nella hall dell’albergo”. Suona bene?
Da Anastasio: … Sì… Grande Leo, mi hai salvato
Da Leo: Di nulla, Marco. ORA CORRI DAL TUO PRINCIPE! (metti una camicia ti prego, non una felpa. Quella con gli schizzi rossi o quel che è, è figa.)
Da Anastasio: Grazie, bro. (metto la camicia, ma tu prometti che fai qualcosa con Fasma)
Da Leo: IO VORREI MA LUI NON SI RENDE CONTO DI NIENTE, BRO.
Da Anastasio: NIENTE SCUSE, BRO.
Da Leo: K, ti voglio bene.
Da Anastasio: Pure io.
Anastasio prende un respiro profondo e riapre la chat con Rancore per digitare il messaggio suggerito da Leo. Appena inviato resta nel panico per qualche istante contemplando l’idea di eliminarlo subito, ma la risposta di Tarek arriva quasi subito, dandogli a malapena il tempo di pensarci.
Da Tarek: Tra dieci minuti va bene?
Dieci minuti. Solo dieci minuti. Cioè non che debba fare tanto, deve mettersi una camicia, ma ha anche bisogno di prepararsi psicologicamente e dieci minuti di certo non bastano.
Da Anastasio: Sì, certo. Ci vediamo tra dieci minuti.
Marco si sente un po’ morire dentro. Lascia che la sensazione di panico lo colpisca un’ultima volta e poi si lascia spingere dalla fretta per cambiarsi velocemente e dirigersi verso la hall. Cioè più che altro corre verso la hall. Perché sì dovrebbe arrivare là in dieci minuti, ma se ce ne mette cinque non fa male a nessuno.
Quando Anastasio arriva, Rancore è già lì, seduto con una posa stranamente composta su una delle poltrone più vicine all’uscita. Appena nota Marco si alza in piedi e si avvicina abbozzando un sorriso «Sei in anticipo.» commenta. Anastasio cerca di dissimulare «Beh, anche tu.» dice a bassa voce e Rancore si lascia sfuggire un altro sorriso «Sono io che ti ho rivolto l’invito, è normale che sia in anticipo. Mi aspettavo da te almeno cinque minuti di elegante ritardo.» dice facendogli un occhiolino mentre si avvia fuori dalla porta. L’occhiolino. Meraviglioso. Anastasio si riprende dal suo momentaneo stato di trance e corre fuori per raggiungere Rancore.
I due iniziano a passeggiare prima per le strade di Sanremo, poi si dirigono verso il lungomare. Anastasio resta ad ascoltare Rancore che gli parla di come sono andare le prove e delle sue aspettative per le prossime serate, ma non dice quasi una parola. Ad un certo punto Tarek si ferma ed abbassa lo sguardo «Scusami, Anastasio… Ho parlato un po’ troppo… Dimmi se ti sto dando fastidio, eh… Non ti ho dato neanche il tempo di dire due parole…» cerca di scusarsi e subito Anastasio si affretta a fermarlo «No, no, no… Non è un problema, anzi, io ti ascolto volentieri… Ma, posso chiederti una cosa?» dice alzando la testa per guardare Rancore negli occhi, ma si pente quasi subito della sua decisione perché non riesce a reggere il suo sguardo e finisce per fissare un punto indefinito oltre la sua spalla «Certo, Anastasio. Puoi chiedermi tutto quello che vuoi…» lo rassicura Rancore mentre lo invita con un gesto a sedersi su una delle panchine del lungomare «Intanto puoi chiamarmi Marco… E poi… Volevosapereperchémihaiinvitato?» sputa fuori tutto d’un fiato e Tarek gli sorride ancora, avvicinandosi un po’ per sussurrargli «Beh, perché mi piaci ed avevo voglia di passare un po’ di tempo con te, Marco.» fa una piccola pausa prima di dire il suo nome per enfatizzarlo più che può e Anastasio teme di essere diventato rosso. Ah ah ah che ironia. «Ok.» riesce a dire con voce strozzata sforzandosi di dissimulare con un sorriso.
Anastasio riesce alla fine a dire qualche parola, commenta le prove e le esibizioni degli altri, poi esprime le sue speranze per il suo amico Leo. «Insomma Leo è bravo, se non arriva in finale tra i giovani mi incazzo davvero… E poi vabbè spero che riesca nel suo tentativo di conquista perché si merita davvero anche quello…» dice ad un certo punto e Rancore interviene «Sembra che tu sia davvero legato a Leo… È bello da sentire… Ma, se posso permettermi di chiedere, cosa intendi per conquista?» dice incuriosito voltandosi per guardare Anastasio in faccia, ma lui continua a spostare lo sguardo da altre parti. «Ecco… Non posso proprio dire perché non è giusto, ma… Ha una grossa cotta per qualcuno…» esita per un attimo Anastasio e sente Rancore sussurrare “Non è l’unico…” prima che possa continuare «Io ho provato un po’ ad aiutarlo… Ma davvero non credo di dare buoni consigli perché sono in una situazione simile e la sto gestendo da frana… Insomma, a volte mi sembra di essere ancora un ragazzino cazzo.» conclude lanciando ogni tanto qualche occhiata a Rancore. «Ah quindi hai una cotta per qualcuno…» dice Tarek con un piccolo sorriso «E non me ne hai parlato, Marco? Capisco che non sono come Leo Gassmann, ma se posso mi sento un po’ offeso…» aggiunge subito dopo. Anastasio si blocca per un attimo «Ecco… No… È che… Io…» cerca di giustificarsi invano e Tarek ridacchia «Ti sto solo stuzzicando, Marco… Capisco perché tu non me ne abbia parlato… In fondo nemmeno io ti sono venuto a parlare dei miei “problemi di cuore”, quindi… Nessun problema davvero.» Anastasio sembra rilassarsi per un secondo poi si irrigidisce di botto con un’improvvisa realizzazione «”Problemi di cuore”? Tu?» commenta confuso con un filo di voce. Rancore si alza in piedi, imitato da Anastasio ed inizia ad incamminarsi di nuovo verso l’albergo «È un ottimo discorso per un’altra occasione… Adesso devo rientrare… Ma mi ha fatto piacere passare del tempo con te.» risponde Rancore mentre Anastasio lo guarda spaesato. Tarek gli prende il mento tra indice e pollice e gli lascia un bacio su una guancia «In fondo come ho detto prima, Marco, mi piaci.» sussurra facendo un occhiolino prima di allontanarsi. Anastasio resta fermo immobile per minuti interi troppo confuso per elaborare quanto appena successo. Sa solo che adesso è sicuramente diventato rosso.
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Tutto quello che succede a Ibiza (non) rimane a Ibiza - Seconda Parte
UPDATE 2021: visto che è passato quasi un anno dalla pubblicazione della mia prima fanfiction, ho deciso di darle una sistemata per riproporla a chi ancora non l’ha letta o a chi ai tempi piacque e vuole rileggerla… Perché oltre a Sanremo, anche Ibiza è Ibiza!
Come ho promesso in questo post, da brava tassorosso mantengo la mia promessa ed ecco qui la seconda parte!
Parole: 3527
Fandom: Sanremo RPF (ancora non ci credo che ho scritto una scena d’amore con gli Amadello protagonisti... Come farò adesso a guardarli?)
Amadello nel 1990 a Ibiza 3 giorni dopo l’evento al KU club, a little angst, internalised homophobia, risoluzione di una lunga slow burn e di un mutual pining, first time (in una maniera non scontata... Leggete e vedrete), Fiore ha un kink per i cowboy, Ama molto più intraprendente di quello che sembra, evoluzione della nose thing ( Do I regret it? Yes. Would I do it again? Probably)
Buona lettura!
(PER CHI AVESSE PERSO LA PRIMA PARTE)
Sono passati tre giorni dalla serata al KU. Tre giorni da quando Amedeo è salito sul cubo e si è ritrovato a ballare con due ballerini nudi superdotati che hanno cercato di coinvolgerlo in un balletto troppo os�� per il bravo ragazzo di Verona - se non fosse stato ‘salvato’ in tempo sarebbe rimasto bloccato lì, troppo impegnato a guardarli ballare per cercare una via di fuga -. Tre giorni da quando Rosario ha raccontato l'aneddoto a tutta la troupe di 'Deejay Television’, omettendo ovviamente quanto è successo nella loro camera d'albergo. Tre giorni da quando Rosario e Amedeo si comportano come al solito, parlando e scherzando normalmente, come se si fossero messi d'accordo per fingere che non si siano baciati e che se non fossero stati interrotti, chissà se sarebbero andati oltre. Nessuno sembra notare niente di insolito nella loro dinamica, sia quando registrano le puntate sia quando le telecamere sono spente. E invece…
Amedeo è abituato a nascondere i suoi sentimenti, anche se questi tre giorni sono stati più faticosi del solito. Crede di aver indugiato qualche secondo di troppo sulle labbra di Ciuri - di nuovo quel maledetto soprannome - e a mordersi le sue come se abbia sviluppato un tic, quando invece vuole solo riassaporare le ultime tracce di un sapore che non sa quando e se potrà nuovamente assaggiare. Sono tre notti che non fa che ripensare a quel bacio, a come è stato avere tra le mani la nuca e i capelli di Rosario e alla sensazione di calore che gli hanno lasciato le sue mani sulle spalle... E soprattutto è difficile evitare di guardarlo più del dovuto quando il caldo costringe il suo amico a mettere in mostra il suo corpo perfetto da bronzo di Riace, che vorrebbe tanto onorare in maniera per nulla religiosa. È come se quel bacio avesse risvegliato di colpo tutto il desiderio che ha faticato a contenere nel corso della loro amicizia e il fatto che nessuno ne sia al corrente non l'aiuta: lo carica di adrenalina e di agitazione, come quella volta in cui aveva preso di nascosto la macchina dei suoi per andare a Venezia con la sua prima fidanzata, tornando prima che se ne potessero accorgere. Solo che se con lei si era lasciato e non aveva più avuto l'occasione di correre un rischio del genere, quel bacio potrebbe essere il primo di una lunga serie. E lui che pensava che a 28 anni avrebbe smesso di comportarsi come l'adolescente insicuro che cerca di nascondere quella strana attrazione che prova sia per le ragazze che per i ragazzi... Con la differenza che se non saprà mai se qualche suo vecchio amico o compagno di scuola abbia mai provato qualcosa per lui, ha almeno la conferma da parte di Ciuri, cioè Rosario. Che chiamarlo con quel vezzeggiativo gli abbia portato inconsapevolmente fortuna?
Rosario d'altra parte si sente un disastro ambulante, ma è molto bravo a nasconderlo. Non smette di colpo di essere fisico con il suo amico, è abbastanza sveglio da sapere che creerebbe sospetti, ma cerca di limitarsi per poi allontanarsi subito come se avesse appena toccato qualcosa che scotta. Effetto collaterale del bacio o no, ma Amedeo non è mai stato così caliente, come dicono a Ibiza, come in questi tre giorni. E poi, non è tanto la paura di indugiare su quel corpo atletico che farebbe di lui un cowboy perfetto - deve darci un taglio con queste fantasie - o l'essere stati quasi scoperti, quanto il fatto che il suo Ama potrebbe avergli fatto capire che apprezzerebbe. Non l'ha spinto via insultandolo con quegli epiteti che temono tutti i ragazzi, ha ricambiato il bacio: questo significa che provi qualcosa per lui? ... No, non può essere. Dev'essere stato per forza l'alcool a farlo comportare in quel modo: per tre giorni Amedeo gli ha sempre parlato leggermente imbarazzato e Rosario è certissimo si tratti dell'imbarazzo post sbornia, quello che ti fa pentire delle minchiate che hai fatto anche se te ne ricordi solo la metà. È esattamente come dopo il veglione di Capodanno, quando si era scusato mille volte per avergli messo in bocca una fetta di panettone nel bel mezzo del suo numero. Ma sta di fatto che se Amedeo ha risposto al suo bacio è stato perché è una brava persona, che non voleva peggiorare ulteriormente la situazione e nonostante l'imbarazzo, adesso fa finta di niente perché l'ultima cosa che vuole è mettere a disagio il suo migliore amico. È così o si sta sbagliando? No, è così.
Quella sera sono soli in camera. Leonardo è appena uscito per andare a trovare la sua ballerina, Rosario si è chiuso in bagno a prepararsi e fa di tutto per allungare ogni suo gesto pur di rimandare il momento in cui si troverà da solo con Amedeo. Ha voglia di ballare e dimenticarsi tutta questa faccenda per qualche ora, se trova qualcuno per fargli compagnia anche meglio. Fortuna che questa sera Amedeo non sarà con lui: deve chiamare i suoi che è una settimana che non lo sentono e la cosa non potrebbe capitare più a proposito. Peccato ignori che Amedeo comincia a non poter più sopportare tutta quella tensione tra di loro e sa che per darci un taglio dovrà affrontare l'elefante nella stanza. Così, mentre l'amico è in bagno, inizia a studiarsi un discorso e i suoi timori iniziano a venire a galla: e se si rivelasse tutto un gigantesco malinteso? E se ricevesse il più grande due di picche della sua vita? Sta iniziando a valutare se parlare o meno, quando Rosario finalmente esce dal bagno e il cervello smette di funzionargli per qualche secondo. Ha addosso la sua camicia migliore, ma ha deciso di tenerla sbottonata in prossimità dei polsi, conferendogli un aspetto che combinato con il codino sembra uscito da una sua vecchia fantasia a sfondo piratesco.
"Che te ne pare?" gli chiede come ogni sera mentre fa un giro su stesso per mettersi completamente in mostra.
“Ti strapperei la camicia a morsi” è tentato di rispondergli Amedeo, ma si trattiene e lo sostituisce con un più contenuto ed eterosessuale: “Niente male”, ma non appena l'amico fa per incamminarsi verso la porta, capisce che è la sua ultima occasione.
“Rosario, dobbiamo parlare… Di quello che è successo l'altra sera…”
Rosario si pietrifica. Non l'ha chiamato Fiore, Saru o Ciuri, il suo soprannome preferito, ma col suo nome di battesimo. Inizia a sudare freddo, ma cerca di mantenere al massimo la calma.
"Mi dispiace per averti baciato, Ama..."
"... No, non ti dispiacere..."
"... Non volevo: alcool, l'adrenalina, l'immagine di te con..."
"... Va tutto bene, non dirò niente di quello che è successo!"
"Perfetto, perché non voglio che le nostre carriere siano interrotte per questo..."
"... Non saranno interrotte... Ciò che succede a Ibiza rimane a Ibiza!"
"... Esatto, ciò che succede a Ibiza rimane a Ibiza!"
Silenzio. I due si guardano come se aspettassero la parola che li sblocchi dalla loro situazione di stallo. "Allora... Vado! A dopo" e chiude la porta senza guardarlo in faccia. Ecco, aveva ragione: ha risposto al bacio solo perché gli vuole troppo bene per ferire il suo amor proprio con un rifiuto esplicito. Rosario prende a incamminarsi nella zona dei locali, ma senza il sorriso che di solito lo accompagna in questo percorso. La prossima volta che si fa guidare dal momento spera che lo colpisca un fulmine appena in tempo.
Amedeo gira per la cittadina, chiama i suoi, li tranquillizza su come sta andando l'estate - mentendo spudoratamente -, poi dà un'occhiata al mare e pensa a perché, da quando sono arrivati, nessuno ha ancora proposto di fare un bagno notturno. Così corre in albergo, dove si cambia per indossare il costume, prende il materassino e l'asciugamano e si dirige verso il sentiero in mezzo alle rocce che conduce alla spiaggetta isolata dietro l'edificio. Sistema le sue cose ai piedi della gigantesca roccia che la sovrasta, sperando che nessun granchio sia sveglio, ma, prima di entrare nel Mediterraneo, non può fare a meno di ripensare alla conversazione avuta col suo amico. Perché non gli ha detto la verità sul bacio? E poi, cos'era quella brutta rivisitazione della frase di Las Vegas che gli è uscita? La verità è che è solo un codardo: aveva l'occasione della vita e l'ha buttata come fosse carta straccia… Ma l'ha fatto anche per una ragione intelligente: come potrebbe mai avere successo se venisse fuori la sua bisessualità? Però è stato Rosario a tirar fuori la questione: che brutto ipocrita, prima lo bacia dandogli una conferma della quale aveva solo osato sperare per poi far finta di niente e rimangiarsi tutto; lui almeno ha avuto il coraggio di affrontare la cosa, figurati se l'avesse fatto Rosario, figurati se fosse uscito allo scoperto e avesse fatto qualcosa che gli altri non approverebbero in toto…
"Ama?"
Parli del diavolo... Amedeo si gira e si ritrova il suo amico che si sta dirigendo verso di lui.
"Non eri a ballare?" gli chiede con un tono indifferente, che nasconda in parte la rabbia che prova nei suoi confronti, in parte l'imbarazzo del trovarsi in boxer in sua presenza.
"Sì, ma la musica era una lagna e mentre uscivo ho incrociato la Marta, la costumista: mi ha detto che c'era una festa giù in città e stavo venendo a recuperarti quando..."
"... Non me ne frega niente della festa..." dice con una durezza nella voce che mai avrebbe pensato di usare con il suo amico.
"... Vedo, stai aspettando qualcuno?" gli chiede Rosario come se niente fosse.
"No, non sto aspettando nessuno" risponde Amedeo alzandosi, di colpo mandando al diavolo ogni imbarazzo: "Anzi, stavo cercando di capire perché una persona dovrebbe baciarne un'altra e poi far finta di niente perché 'così le nostre carriere future non saranno interrotte'!"
L'ha fatto, ha lanciato la bomba. Ora tocca a Rosario contrattaccare.
"Scusa, ma non sei stato tu a dire 'quello che succede a Ibiza rimane a Ibiza'?"
"L'ho detto perché volevo toglierti dall'imbarazzo!"
"E perché non mi hai fermato e adesso mi stai urlando contro?"
"Perché quando mi hai baciato, io quasi non ci credevo che l'avessi fatto, perché mai avrei pensato di suscitare il tuo interesse!"
E in quel momento Rosario scoppia a ridere. A crepapelle, una di quelle risate che non si esauriscono in una manciata di secondi, ma anzi continua. Amedeo lo guarda. Non sa che in quel momento tutta l’ansia e la paura provata dal suo amico se n’è andata via per lasciar posto ad una felicità che solo poche volte ha provato nella sua vita.
"Ama... Io pensavo che avessi risposto al bacio solo perché temevi di deludermi!"
Stavolta anche ad Amedeo viene da ridere e quella risata ha il potere di cacciare tutte le nubi che gli avevano oscurato il cuore, facendolo sentire più leggero. Così leggero che stavolta è lui a mettere le mani sulle spalle del suo Ciuri e a baciarlo come lui ha fatto tre giorni prima. E Rosario ricambia cercandolo con ancora più passione, sicuro che l'ultima cosa che riceverà sarà un rifiuto.
"Sarei salito sul cubo a cacciare quei ballerini solo per ballare con te, Ama!"
"Io ero salito sul cubo per farti ingelosire!" gli dice ridendo Amedeo. Rosario fa un sorriso malizioso mentre lo accarezza dalle spalle per tutte le braccia.
"Ama, tu sembri tanto un santarellino e invece..."
"... Le brutte compagnie, Ciuri, le brutte compagnie..."
"... Non smettere mai di chiamarmi in quel modo!"
"Ciuri, Ciuri, Ciuri..." comincia allora Amedeo, mentre Rosario comincia a baciarlo sulla mandibola, sul collo e sul petto, come se quel soprannome lo eccitasse ogni volta che lo pronuncia, come effettivamente avviene. Rosario sta ringraziando il cielo di essersi distratto momentaneamente da Paloma tre giorni prima quando, mentre recupera tutto il contatto di cui si è privato in questi giorni, sente qualcosa che gli fa affluire subito il sangue al cervello - e altrove -.
"Ama... Hai con te una pistola o sei felice di avermi qui?"
Amedeo abbassa lo sguardo, sicuro di stare andando a fuoco, anche se immediatamente scopre di avere anche lui un asso nella manica: "Potrei farti la stessa domanda..."
Rosario ride, ma poi gli prende il viso tra le mani accarezzandolo languidamente: “… Ma sei tu quello che sa andare a cavallo e potrebbe essere un ottimo cowboy: non hai idea di quante volte ti ho immaginato in questa maniera…” sussurra mentre fa scivolare una mano lungo i fianchi e gli abbassa i boxer per poter toccare quella parte del corpo che richiede il suo contatto con più urgenza. Amedeo si morde le labbra mentre cerca un appoggio con la schiena alla superficie rocciosa, che però gli ricorda che sono all'aperto, in una spiaggetta sì isolata, dove potrebbero essere visti potenzialmente da chiunque, quando il movimento di mano del suo amico si ferma e lo fa pentire di essersi lasciato distrarre.
"Ripensandoci, adesso sono un po' stanco, forse dovrei appoggiarmi un attimo..."
E prima che Amedeo possa domandarsi che senso ha fare ora la gag del naso che fa sempre ridere tutti quelli della squadra, Rosario si mette in ginocchio di fronte a lui: “Avrei dovuto immaginarlo che alla misura del naso…” ma si interrompe per iniziare a dargli piacere con la bocca. Amedeo non sa se lo eccita maggiormente vedere Ciuri in quella posizione o sentire il calore della sua bocca, il contatto minimo coi denti e i movimenti della lingua attraverso il suo sesso. Allunga titubante le mani sulla sua testa, cercando di guidare il ritmo sperando di non metterlo troppo a disagio, ma se c'è una cosa a cui Rosario non sa resistere quando è impegnato in quell'attività è sentirsi le mani tra i capelli come se fosse la cosa più importante al mondo. Poi le mani sono quelle del suo Ama e gli provocano un roco gemito di piacere che gli fanno subito aumentare l'intensità della fellatio che gli sta facendo. Come aveva immaginato, Ama è discreto anche mentre sta ricevendo piacere e questo spinge il lato competitivo del suo carattere a darsi da fare per fargli raggiungere il punto di non ritorno, il momento in cui metterà da parte ogni controllo…
“Ciuri… Rosario…” e prima che possa chiamarlo in altro modo, Rosario si allontana e si gode lo spettacolo dell'ora ai suo ex migliore amico venire e adagiarsi subito dopo sulla parete rocciosa come se fosse stato appena prosciugato.
“Grazie…” mormora leggermente imbarazzato. In fondo è nudo su una spiaggia a Ibiza e ha appena ricevuto il migliore dei pompini dall'ultima persona che avrebbe pensato avrebbe potuto farglielo, anche se era l'unica da cui l'avrebbe desiderato.
“Non c'è di che” gli risponde Rosario rialzandosi, quando Amedeo si chiede perché abbia ancora tutti i vestiti addosso. Una volta ripreso completamente fiato, si avvicina per baciarlo e inizia a sbottonargli la camicia per depositare una serie di baci su quel corpo così a lungo desiderato. Rosario si scioglie come burro sotto la sua bocca e le sue carezze e Ama sente tornare il proprio vigore mentre gli sfila lentamente i vestiti lasciandolo solo in boxer: l'occhio gli cade prima sulla dimostrazione che quanto ha appena ricevuto sia stato apprezzato e poi sul materassino di cui fino a qualche momento prima si era completamente dimenticato. Decide di farlo sdraiare lì, quando una domanda comincia ad attanargliarlo.
"Ciuri?" gli sussurra mentre sono avvinghiati l'uno all'altro.
"Mi piace quando mi chiami così..." gli risponde con un sorriso beato che fa tentennare ancora Amedeo dal fare la sua domanda.
"Questa per te... Non è la prima volta?"
Rosario abbassa momentaneamente lo sguardo per poi risollevarlo con quel sorriso che sa sciogliere il suo Ama.
"No, ma... Ho abbastanza esperienza da renderla speciale per te!"
Amedeo si sente il cuore a mille e il basso ventre in fiamme e decide che se si sono spinti fino a questo punto, niente potrà far più paura.
"Perché se per te nulla di tutto questo è nuovo... Volevo chiederti se..."
"... Tranquillo Ama, non faremo niente che tu non voglia fare!"
"No, è che... Ecco vorrei..."
Non è mai stato bravo a comunicare i suoi desideri, ma con Rosario sente che potrebbe essere diverso perché sa che non lo giudicherebbe.
"... Avere un rapporto completo con te... Ma da attivo... Se non è un problema per te!"
Rosario scoppia a ridere, ma non è una risata di scherno, quanto più suscitata dalla tenerezza. Si sporge verso il suo Ama per tranquillizzarlo ulteriormente con un bacio appassionato, per poi alzarsi, infilarsi i pantaloni e fargli la richiesta di aspettarlo lì che fa una corsa in camera per recuperare tutto l'occorrente. Amedeo per un attimo pensa che lo lascerà li ad aspettare tutta la notte, o peggio chiamerà qualcuno della troupe per fargli uno scherzo, ma dev'essere il suo giorno fortunato perché Rosario torna quasi subito consegnandoli due oggetti tra le mani.
"Ok i preservativi, ma questo cos'è?" chiede osservando una minuscola bottiglietta di plastica con un liquido dorato al suo interno.
“Per rendere meno fastidioso quello che faremo: ho provato una volta senza e non è molto piacevole!” gli risponde Rosario scoppiando a ridere quando vede la faccia di Amedeo non appena si accorge che mentre studiava la bottiglietta si è sistemato a quattro zampe sul materassino senza niente addosso, facendogli capire immediatamente lo scopo del liquido al suo interno. Ma per tutta la durata di quel preliminare obbligato, l'imbarazzo si fa da parte per lasciare spazio ai peggiori doppi sensi che vengono in mente ai due e che li fanno ridere di gusto, distraendo in parte l'imbarazzo e l'eccitazione nel toccare uno e nell'essere toccato l'altro in modo così intimo. Nessuno ha mai riso tanto in una situazione del genere, ma la cosa non risulta assolutamente strana, così come il ritrovarsi all'improvviso in questa situazione: o forse è il fatto di essere con la persona che più apprezzano e con cui non hanno paura di essere pienamente sé stessi a fare di quel momento la naturale conseguenza del loro rapporto. Al termine dell'operazione, Amedeo mette da parte la bottiglietta e fa per girare Rosario.
"Voglio guardarti negli occhi... Si può?"
"Certo che sì può... E poi anch'io voglio guardarti!"
Peccato che Amedeo, una volta messo il profilattico, non abbia idea di come iniziare e di fronte alla sua impacciataggine, Rosario inizia a baciarlo e a stringerlo a sé, lasciando che il resto venga da sé.
“Comunque anche tu non sei messo male, anzi!” gli sussurra Amedeo nell'orecchio mentre lo tocca dove prima non ha avuto il coraggio di farlo. Rosario vorrebbe ridere, ma dalla sua bocca esce un mezzo gemito di piacere e per ricambiare il favore, fa lo stesso con Amedeo, sfiorando appena quella parte che per conoscere meglio dovrà aspettare che i ruoli si ribaltino.
"Ciuri!" squittisce prevedibilmente lui.
"Tanto prima o poi ti toccherà!"
I due scoppiano a ridere nuovamente e la risata evolve in un bacio che li porta a congiungersi e nel giro di qualche spinta i due trovano il proprio ritmo. Amedeo non si è mai stato così bene, sentendo dentro di sé una scarica di adrenalina e di pace ad ogni spinta e domandandosi perché questa sensazione sia sempre stata definita sbagliata: Rosario invece, ad ogni spinta risponde con movimenti di bacino che mano a mano tradiscono la fame crescente nei confronti del suo Ama, reazione che non riesce a controllare completamente, così come non riesce a impedirsi di graffiargli la schiena quando sente arrivare le ondate di piacere leggermente più forti. Man mano che si avvicinano al momento desiderato, i due si scambiano un sorriso d'intesa perché il fiato corto renderebbe impossibile qualsiasi tipo di bacio e quando finalmente arriva l'orgasmo, è così intenso per entrambi che devono staccarsi l’uno dall’altro per poter riprendere fiato.
"Allora... Quello che succede a Ibiza rimane a Ibiza?"
Amedeo si volta a guardare Rosario che lo sta già guardando in attesa delle parole che determineranno il suo destino.
"Spero proprio di no!"
Rosario reagisce come se avesse appena segnato la sua squadra preferita per poi prendergli la mano e alzarsi di scatto, costringendo Amedeo a fare altrettanto.
"Che fai?"
"Bé, siccome conviene a entrambi una doccia, pensavo di approfittarne per fare prima un bagno di mezzanotte!"
"Nudi?" chiede Amedeo imbarazzato come se niente fosse appena successo tra loro.
"Perché no? Siamo a Ibiza, quando ci ricapiterà un'occasione del genere?"
E corre via verso il mare tuffandosi immediatamente e riemergendo subito dopo.
"Non sai cosa ti perdi!"
Amedeo controlla prima che non ci sia nessuno e poi lo segue, anche perché coi capelli lunghi bagnati, Rosario sembra una sirena e si sa, al canto delle sirene è impossibile resistere. In fondo, nessuno va mai in quella spiaggetta, perché dovrebbero venirci proprio stasera? Ma soprattutto stanotte non vuole pensare a nient'altro se non quello che è appena successo tra lui e il suo Ciuri: se quello è l'inizio della loro storia, chissà cosa li attenderà in seguito.
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È sconcertante che un film ambientato negli anni '80, alimentato com'erano da cocaina e materiali sintetici Day-Glo, abbia come tonalità dominante il colore beige. Il colore e l'ombra vengono svuotati da quasi ogni scena, lasciando una terra desolata e piatta di dialoghi noiosi e poche emozioni (sebbene Pascal faccia del suo meglio per masticare tutto lo scenario lasciato intatto da Gadot, che sembra non occupare mai lo stesso spazio del altri attori). Chiaramente questo schema di colori è intenzionale: un montaggio laborioso e poco divertente di Pine in diversi abiti anni '80 finisce in lui vestito con toni chiari della terra, mentre Pascal ha i capelli tinti di biondo sporco e indossa un completo beige. È come andare in spiaggia e guardare la sabbia. L'inseguimento in autostrada, ambientato in un deserto mediorientale (forse semplicemente per ricordare alla gente il passato dell'esercito israeliano di Gadot?) È così monocromatico che rende vibrante il finale grigio come l'acqua dei piatti di Endgame. Ma ancora peggio è l'azione stessa, che sembra assolutamente senza peso e senza attrito: le acrobazie non emozionano perché nulla di tangibile tocca effettivamente qualcos'altro. Diana corre intorno, sopra e attraverso le cose senza sostanza, il suo lazo si espande a qualsiasi lunghezza richieda l'effetto, una linea dorata sullo schermo di un computer, a un certo punto si contrae attorno a un fulmine, la cui fisica impossibile sarebbe bella se fosse non incarnava così bene il nulla appariscente delle acrobazie del film. È tutto così noioso.
E poi c'è il sottotesto del film, che alla fine di questo terribile anno di politica è difficile da interpretare come qualcosa di diverso dal sinistro liberale. Wonder Woman 1984 parla dell'abbandono della speranza, dei pericoli di desiderare che le cose siano migliori di come sono. Caritatevolmente, potrebbe essere letto come un inno al pragmatismo Obama, che non ci sono scorciatoie nella vita e che il cambiamento richiede un duro lavoro che si manifesta nell'affrontare le dure verità e scegliere di fare molto poco al riguardo. È difficile realizzare un film fantasy di supereroi su come le cose migliori non siano possibili, quindi immagino che questo sia una sorta di risultato (e forse in mani più sovversive questa idea si collegherebbe in qualche modo all'anno scelto per il titolo del film: la storia di un totalitarismo liberale in cui si concede l'illusione della libertà in cambio dell'eliminazione dell'immaginazione). In un certo senso, ammiro la perversità di fare un film di ritorno al passato degli anni '80 senza usare la musica degli anni '80 e l'audacia di fare un film di supereroi che solo Amy Klobuchar potrebbe amare. Monster Hunter, d'altra parte, ha ben poco in termini di sottotesto politico al di fuori di un vago ideale di persone di mondi diversi che si uniscono per, beh, cacciare mostri. Milla Jovovich guida una squadra di Army Rangers in una missione di ricerca e soccorso per alcuni altri soldati dispersi in un deserto specificato solo da longitudine e latitudine (PWSA adora le sue mappe) ma girato in Sud Africa. Si perdono in una strana tempesta di sabbia e fulmini e finiscono per essere trasportati in un nuovo mondo pieno di mostri giganti, che li attaccano quasi immediatamente e alla fine spazzano via tutti tranne Milla. Viene salvata / catturata da Tony Jaa, apparentemente un nativo di questo mondo, ei due lavorano insieme per superare le bestie giganti che bloccano la loro strada verso una misteriosa torre che potrebbe mandare Milla a casa e unire Tony ai suoi amici e alla sua famiglia.
Come tutto il lavoro di Anderson, Monster Hunter è ben strutturato e pieno di omaggi cinematografici. Le scene di apertura del legame con l'esercito potrebbero venire da qualsiasi film di guerra realizzato negli ultimi 70 anni, delicati ribbing e caricamenti di armi intesi a stabilire il carattere e il cameratismo in previsione della perdita di vite a venire. È qui che la sdolcinatezza del dialogo di PWSA brilla davvero, anche se per una volta il suo terribile senso dell'umorismo ha avuto conseguenze reali poiché uno dei suoi sciocchi giochi di parole è stato preso come un insulto razzista dall'intera nazione cinese, uccidendo il botteghino del film in questo paese e, di conseguenza, probabilmente ogni speranza di un sequel in quello che avrebbe potuto essere un franchise promettente (la battuta offensiva è stata tagliata dal film e non era nello screener che ho visto). La genericità di questa apertura è, per i fan di PWSA, parte del suo fascino: è uno dei pochi registi di Hollywood oggi che crede davvero nel potere dei cliché. È ciò che rende i suoi film così rinfrescanti: non un accenno di ipocrisia nel campo di zucche di PWSA, né cinismo né sorrisetto disprezzo per il suo soggetto o pubblico.
Le scene dell'esercito sono seguite da una terrificante sequenza sotterranea (un altro segno distintivo del PWSA: ha suggerito che la sua paura / attrazione per gli spazi ristretti ha qualcosa a che fare con la sua giovinezza nel paese delle miniere di carbone) che ricorda al meglio gli alieni. Poi il film si assesta per una lunga sezione centrale che mi ha ricordato niente di meno che un remake del grande film del 1968 di John Boorman Hell in the Pacific, ma con Jovovich e Jaa nei ruoli di Lee Marvin e Toshiro Mifune.
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Il male: Ho sentito che c'era una mancanza di montaggio in questo film e questo ha ostacolato la narrazione. C'erano momenti in cui le scene sembravano mancare e automaticamente spingeva i personaggi in avanti senza alcune transizioni naturali. È come se stessi guardando un film e premendo accidentalmente il pulsante di avanzamento veloce, il film passa a una nuova scena. Continui a chiederti: "Aspetta ... quando si è trasformato Cheetah?" o "Perché questa persona si comporta improvvisamente male?" Nonostante fosse un film che durava già 2,5 ore, sono rimasto sorpreso dal fatto che alcuni di quei momenti siano stati brevi. Inoltre, Patty Jenkins ha scelto di utilizzare effetti più pratici rispetto agli effetti speciali CGI. In alcune scene, questo finisce per funzionare per il bene della cinematografia. In quella stessa scena, tuttavia, ci sono momenti in cui Wonder Woman e le sue abilità sembrano un po 'fumettistiche. Penso solo che forse un diverso team di SFX o un coreografo di stunt potrebbero aver lavorato su alcuni punti del film. Sembrava un dare e avere, in cui avremmo ottenuto una sequenza d'azione davvero fantastica e poi un breve momento di qualcosa di strano allo stesso tempo. Infine, mentre è vero che l'obiettivo di affrontare alcuni problemi è stato raggiunto in Wonder Woman 1984, credo anche che l'esecuzione a volte sia stata piuttosto imbarazzante. Come accennato prima, è bello quando temi come l'amore o la verità vengono usati per aiutare a sviluppare un personaggio. Tuttavia, diventa un po 'di cattivo gusto il modo in cui questi temi si manifestano, per così dire, in questo film. Ricorda la visione di un cartone animato per bambini e, indipendentemente dalle probabilità, prevarrà il "potere dell'amicizia". La fine del film sembrava strana e molto comoda per come finisce tutto. Potrebbe funzionare se fosse un cartone animato del sabato mattina, ma non così tanto in questo film più maturo. Il verdetto: Wonder Woman del 1984 è ciò che un film di Superman può solo sperare di essere. Ritrae un supereroe che è sfidato, stratificato, imperfetto, identificabile e tuttavia rimane un faro di speranza a cui tutti aspirano. Penso che sia una sequenza eccezionale basata principalmente sul mostrarci il prossimo passo nell'evoluzione di Wonder Woman. Questo è essenzialmente ciò che vogliamo che le stringhe facciano; per far progredire il personaggio principale.
Questo film ha dei difetti che possono sembrare un po 'stravaganti. La maggior parte di questi fallimenti può probabilmente essere perdonata, ma è difficile ignorarli completamente. Pensando al primo film di Wonder Woman, quel film è iniziato molto bene ed è andato in pezzi nel terzo atto finale con i temi di cattivo gusto (ad esempio: il potere dell'amore) e il fischio CGI. Questo film non si rompe necessariamente alla fine, ma sparge le macchie ovunque. Inoltre, per i curiosi, Wonder Woman 1984 non sembra seguire nulla di Batman V Superman o Justice League. Potrebbe essere meglio trattarlo semplicemente come il tuo franchise che sta aprendo la sua strada. In breve, consiglierei di guardare Wonder Woman 1984 nei cinema (se sono aperti e sicuri nella tua zona) o nel comfort di casa tua su HBO Max. Poiché questo film è stato girato con l'intenzione di essere visto sul grande schermo, io Consiglio di provare a vederlo sullo schermo più grande possibile. Tuttavia, c'è un piccolo vantaggio nel guardarlo a casa perché puoi sempre avere le tue aspettative un po 'più basse e questo può permetterti di goderti di più il film. Ad ogni modo, dai un'occhiata a Wonder Woman 1984 quando puoi. Wonder Woman 1984 è un sequel di supereroi ben prodotto che continua la storia della lotta di Diana Prince per migliorare l'umanità. Il film di Patty Jenkins migliora il suo blockbuster originale del 2017 e offre un'avventura divertente e ricca di azione. È un po 'complicato, dura 2 ore e mezza, ma c'è molto divertimento. Spostare l'azione dal 1918 al 1984 conferisce a questo protagonista di Gal Gadot una freschezza che poche sequenze possono ottenere. Diana de Gadot sta ora lavorando allo Smithsonian Institute di Washington DC, ancora in lutto per la perdita di Steve Trevor a causa di Chris Pine. Diana sta lavorando al fianco della geek geek di Kristen Wiig Barbara Ann Minerva quando una misteriosa e magica pietra che esaudisce i desideri arriva al museo. In poco tempo, Diana vuole il ritorno di Steve e Barbara chiede di essere più simile a Diana. Questi desideri sono stati esauditi, ma a peggiorare le cose è Maxwell Lord di Pedro Pascal, un uomo d'affari / personalità della TV Trump che vuole diventare la pietra dei desideri per abitare il suo potere. Suggerimento: caos internazionale. Chiaramente ispirato al tono e alla vivacità di Superman di Richard Donner, Wonder Woman 1984 si apre con due pezzi definiti energici e ben messi in scena. La prima mostra la giovane Diana (Lilly Aspell) che partecipa a una competizione olimpica di atletica leggera a Themyscira e la seconda vede Galdot Woman's Wonder impedire una rapina in un centro commerciale. Dimostrano che Jenkins ha grande fiducia nel fornire un'azione epica e dimostra ancora una volta che Gal Gadot è nato per interpretare Wonder Woman.
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Chapters: 1/1 Fandom: Festival di Sanremo RPF, Music RPF Rating: Teen And Up Audiences Warnings: No Archive Warnings Apply Relationships: Achille Lauro | Lauro De Marinis/ Boss Doms | Edoardo Manozzi, Achille Lauro/Boss Doms Characters: Achille Lauro | Lauro De Marinis, Boss Doms | Edoardo Manozzi, Boss Doms Additional Tags: Pining, Language, Dirty Thoughts, first kiss(es), Not Actually Unrequited Love, Unresolved Romantic Tension Summary:
«Come fai a essere così sicuro?» mormora, un filo di voce che non ne vuole sapere di uscire più forte, più decisa. Certe volte gli sembra che tutto il coraggio, tutta l’incoscienza del mondo, non possano bastargli per arrivare dove vuole.
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Tre volte che Edo e Lauro si sono baciati (per la prima volta).
#ehm#ci son cascata di nuovo#prima o poi nelle mie ff succederà qualcosa di concreto giuro#boss doms#achille lauro#lauro de marinis#bossille#domille
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So che è una domanda stramba: conosci la ship che esisteva di Zachary Quinto e Chris Pine? Si chiamava "Pinto" Te lo chiedo perché, osservando quello che succede ora con Timmy e Armie, mi sembra di avere dei dèjá vu. Anche se al tempo la situazione fosse ben diversa per Zac e Chris, trovo che le modalità dei pubblicisti e agenti siano rimaste le stesse da 11 anni, arcaiche quasi
Ciao! Conosco i due attori e che Zachary ha fatto coming out ma non sapevo della ship o delle similitudini. Purtroppo, sembra un disco rotto. Ci libereremo mai di tutto questo finto perbenismo? La gente non vuole vedere matrimoni perfetti, ma persone reali, persone che si amano davvero.
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Francesco De Gregori || Generale || Italian lyrics + English translation
Generale, dietro la collina General, sir, behind the hill Ci sta la notte, crucca e assassina, Hides the murderous German night, E in mezzo al prato c'è una contadina And in the middle of the meadow, there's a peasant woman Curva sul tramonto, sembra una bambina Hunched over, facing the sunset, she looks like a child Di cinquant'anni e di cinque figli A child of fifty years and with five sons Venuti al mondo come conigli Who came to the world like rabbits would Partiti al mondo come soldati Who left to go into the world as soldiers E non ancora tornati And haven't come back yet
Generale, dietro la stazione General, sir, behind the station Lo vedi il treno che portava al sole? Can you see the train that led to the sun? Non fa più fermate, neanche per pisciare It doesn't make stops, not even to let you take a piss Si va dritti a casa senza più pensare We'll go straight home and never again think Che la guerra è bella anche se fa male That war is beautiful even though it hurts Che torneremo ancora a cantare That we'll be back and sing once again E a farci fare l'amore And make love to L'amore dalle infermiere Love to the nurses
Generale, la guerra è finita General, sir, the war is over Il nemico è scappato, è vinto, è battuto The enemy has fled, it's been beaten, defeated Dietro la collina non c'è più nessuno There's no one left behind the hill Solo aghi di pino, e silenzio, e funghi Just pine needles, and silence, and mushrooms Buoni da mangiare, buoni da seccare Good eating mushrooms to dry Da farci il sugo quando viene Natale To use to make gravy when it's Christmas time Quando i bambini piangono When children cry E a dormire non ci vogliono andare And don't want to go to bed
Generale, queste cinque stelle General, sir, these five stars Queste cinque lacrime sulla mia pelle These five tears on my skin Che senso hanno, dentro al rumore What are they worth, in all the noise Di questo treno, che è mezzo vuoto Of this train, a train that's half empty E mezzo pieno, e va veloce verso il ritorno? And half full, going fast towards our return? Tra due minuti, è quasi giorno, è quasi casa In two minutes, it's almost daylight, it's almost home È quasi amore It's almost love
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