#secessione
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PRIMA PAGINA Il Quotidiano Del Sud di Oggi lunedì, 11 novembre 2024
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Usa, prove di secessione
Alla fine il caos creato dalle avide élite nordamericane si sta riversando all’interno: volevano mettere in crisi la Russia, papparsi l’Asia con il contorno del resto del mondo e invece stanno perdendo gli Usa che sono entrati in una fase di potenziale conflitto civile. Tutti ormai sanno che il Texas si è ribellate alle politiche dell’amministrazione Biden, ma sarebbe più esatto dire…
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Charles Rennie Mackintosh, Stylized tulips, textile design. Art Nouveau. 1915.
Modern style (British Art Nouveau style).
#charles rennie mackintosh#1915#textile design#art nouveau#textile#stylized tulips#mackintosh#art nouveau textile#art nouveau design#tulips#Symbolism#Secessionism#modern style
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Some years ago I was planning as student work a documentary of Tampere's old Jugendstil (related to Art Nouveau/Secessionism) buildings of the late 19th and early 20th century, many of them sadly demolished now. (As there was too much else to do those days, I had to put the planned documentary project on the back burner, hopefully to be retrieved in some form one day...) The corner of Hämeenkatu and Kauppakatu, 1912. From the left: the House of Kansallispankki (built 1904-16) and the House of Blom (built 1907, demolished 1955), both by architect Birger Federley (1874-1935). Photographer unknown, the image in public domain (as far as I know).
#Tampere#1912#Jugendstil#architecture#BirgerFederley#early20thcentury#Finland#ArtNouveau#TampereJugend#Secessionism#photographs#Hämeenkatu#Kauppakatu
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to all the people who like the starks (excluding the tully-starks who are perfect since all of the relevant quirks come the lady of our lord catelyn) would you really want to support a lombardo? 🤨.......think about it 🙌🏻
#.text#norther separatism is an equally lame secessione padana tbh 🙌🏻#theon sardo tenuto in ostaggio nella capitale del fatturare per l'inverno
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“ Il giorno prima, i combattimenti erano stati saltuari e senza esito. Nei punti di scontro il fumo della battaglia era rimasto sospeso tra gli alberi sotto forma di cortine azzurre finché non furono dissolte dal cadere della pioggia. Nella terra ammollata le ruote dei cannoni e dei carri di munizioni tagliavano profondi solchi irregolari, e i movimenti della fanteria sembravano impediti dal fango che si attaccava alle scarpe dei soldati quando, con le divise inzuppate e i fucili malamente protetti dalle mantelline dei cappotti, si trascinavano di qua e di là in linee sinuose per la foresta gocciolante e il campo allagato. Ufficiali a cavallo, col volto che spuntava sotto il cappuccio di tela gommata luccicante come un elmo nero, si facevano strada, isolatamente o a gruppetti casuali, andando avanti e indietro apparentemente senza meta e senza ricevere attenzione da nessuno tranne che dai colleghi. Qua e là qualche morto col vestito sporco di terra, la faccia nascosta da una coperta o all'aria, gialla e terrea sotto la pioggia, aggiungeva la sua influenza demoralizzante a quella degli altri squallidi elementi della scena e intensificava la desolazione generale con un particolare effetto depressivo. Erano molto ripugnanti, questi relitti d'uomini, niente affatto eroici, e nessuno sentiva il contagio del loro patriottico esempio. Morto sul campo dell'onore, sí; ma il campo dell'onore era tanto bagnato! Fa una certa differenza. La battaglia campale che tutti s'erano aspettata, non c'era stata; nessuno dei piccoli vantaggi derivati, ora a questa, ora all'altra parte, in scontri accidentali e isolati, avevano avuto seguito. Attacchi portati senza convinzione provocavano una resistenza ottusa che si accontentava di respingerli. Gli ordini venivano eseguiti con fedeltà meccanica, nessuno faceva niente di piú del suo dovere. — L'esercito è codardo oggi, — disse il generale Cameron, comandante della brigata federale, al suo aiutante maggiore. — L'esercito ha freddo, — rispose l'ufficiale al quale erano state rivolte quelle parole, — e poi... certo, non ha voglia di finire come quello lí. E indicò uno dei cadaveri che giaceva in una pozzanghera; il fango schizzato dagli zoccoli dei cavalli e dalle ruote dei cannoni gli aveva inzaccherato la faccia e i vestiti. Anche le armi da fuoco sembravano contagiate da questa neghittosità militare. Il crepitio dei fucili suonava apatico e poco convincente. Non aveva senso e non destava quasi attenzione né ansia da parte degli altri reparti non direttamente impegnati nella sparatoria e delle riserve in attesa. Uditi da vicino, gli scoppi dei cannoni erano fiacchi in volume e timbro: mancavano di mordente e di risonanza. Sembrava che i pezzi sparassero a salve con cariche ridotte. E cosi la futile giornata si trascinò alla sua tetra fine. Segui una notte di disagio, poi una giornata d'apprensione. “
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Brano tratto dal racconto Un tipo d’ufficiale raccolto in:
Ambrose Bierce, Storie di soldati, traduzione di Antonio Meo, nota introduttiva di Francesco Binni, Einaudi (collana Centopagine n° 41, collezione di narratori diretta da Italo Calvino), 1976; pp. 132-133.
[Edizione originale: Tales of Soldiers and Civilians, San Francisco: E.L.G. Steele, 1891]
#Storie di soldati#letture#leggere#Ambrose Bierce#sacrificio#Guerra di secessione americana#Antonio Meo#orrore#pietà#Guerra civile americana#pacifismo#XIX secolo#Italo Calvino#Storia degli Stati Uniti d'America#Francesco Binni#nonviolenza#letteratura americana#antimilitarismo#forze armate#narrativa#raccolte di racconti#abolizionismo#schiavismo#abolizionisti#citazioni letterarie#racconti brevi#schiavitù#Storia degli USA#Stati Confederati d'America#libri
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Nightmare blunt rotation
#smoking that shit that made secessionism scandal#this doesn't deserve an irish history tag#jory.txt
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La Guerra di Secessione Americana
Incredibile come noi italiani sappiamo parlare della Guerra di Secessione Americana molto più delle nostre Guerre di Indipendenza. Sappiamo cosa successe a Gettysburg, ma accidenti se sappiamo spendere una parola su Solferino o Curtatone e Montanara! Colpa della nostra atavica avversione per l’ora di storia a scuola, o colpa di Hollywood e delle sue megaproduzioni? Ovviamente di entrambe, ma…
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Gustav Klimt: Oro e Sensualità nell'Art Nouveau
Gustav Klimt è famoso per “Il bacio”, un dipinto del 1907. Mostra due figure che si abbracciano, con corpi uniti da un arazzo d’oro. Questo lavoro è un simbolo dell’Art Nouveau e dell’arte austriaca. Klimt amava dipingere il corpo femminile, esplorando l’erotismo. Nonostante le critiche, ha seguito la sua visione artistica. Ha avuto successo e guadagnato denaro fino alla sua morte, all’età di 56…
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Mandami una cartolina da Vienna
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Otto Wagner -P.S.K. Wien
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Partiti e movimenti: lettera di una Sezione ANPI
Ai responsabili napoletani di UP, PD, 5Stelle, Pap, demA, Rifondazione Comunista, PCI, Partito del Sud, Sinistra Italiana, Sinistra Anticapitalista, Cobas e altri movimenti La sezione napoletana “Lenuccia” dell’ANPI, critica il bilancio della recente commemorazione all’insurrezione di Napoli del settembre 1943, ritenendolo estremamente negativo. Abbiamo visto all’opera figure istituzionali e non…
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#5Stelle#Autonomia defferenziata#Cobas#DemA#Isabella Rauti#Meloni#Pap#Partito del Sud#Pci#Pd#Rifondazione Comunista#Secessione dei Ricchi#sezione napoletana “Lenuccia” dell’ANPI#Sinistra Anticapitalista#Sinistra Italiana#UP
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Asians of Russia: "Without Independence, Nations Perish"
The Asians of Russia team at an anti-war congress in Berlin, most of them wearing sweatshirts identifying them as “non-Russians.” Photo: asiansofrussia (Instagram) Pyl spoke with Asians of Russia cofounder Vasily Matenov about how the campaign has been helping people despite hounding from the Russian Interior Ministry, and why the residents of Russia’s ethnic republics are the most vulnerable to…
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#Asians of Russia (grassroots campaign)#Buryats#Dmitry Trapeznikov#Elista#ethnic minorities in Russia#ethnic republics#Kalmykia#military mobilization#Pyl (online media outlet)#Russian anti-war movement#secessionism in Russia#Tuvans#Vasily Matenov
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Senza ironia alcuna avrei preferito la secessione a questa roba, perché io col cazzo che voglio condividere lo status d'italiana con gente che ci teneva proprio a togliere servizi necessari per la sopravvivenza al Mezzogiorno
Mi dispiace per voi del nord Italia che non siete d'accordo con questa porcata e tra le varie generalizzazioni ci andate di mezzo, ma purtroppo dovete capire che a me della locomotiva d'Italia attualmente non frega un cazzo e nel mio mondo ideale la Padania sarebbe una grande palude abitata da rospi e salamandre. Milano, Brescia, Torino, Lodi, Pordenone, no frega niente, spazio vitale tolto alle ranocchie che sarebbero state vicine di casa più gradevoli dei leghisti
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Alfred Stieglitz
Camera Work: A Photographic Quarterly
New York: Alfred Stieglitz, 1903-1917. A set of 50 volumes, including Numbers 1-49/50 (1903-1917), a Special Steichen Supplement (April 1906), bound later, and two Special Numbers (August 1912 and June 1913). 558 illustrations in photogravure, halftone, color halftone, collotype and letterpress. Numbers 1-49/50 and both Special Numbers with original gray covers. Accompanied by the pamphlet, Photo-Secessionism and Its Opponents/ Another Letter-The Sixth published by Stieglitz in 1910.
Each Volume approximately 12 1/2 x 9 1/8 x 1/2 in. (31.8 x 23.2 x 1.3 cm). Plates various dimensions
#Alfred Stieglitz#Camera Work: A Photographic Quarterly#art books#books#journals#photography journals
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“ Nella gola, dove a malapena ci stava un cannone, erano ammucchiati i resti di non meno di quattro. Essi avevano notato soltanto il momento in cui era stato ridotto al silenzio l'ultimo pezzo messo fuori uso; non era stato sostituito rapidamente per mancanza di uomini. I rottami erano disseminati sui due lati della strada; in mezzo ad essi gli uomini avevano trovato il modo di tenere aperto un passaggio per il quale ora stava facendo fuoco il quinto pezzo. Uomini? Sembravano demoni d'inferno! Erano tutti senza berretto, denudati sino alla cintola, le loro carni fumanti, nere per le macchie di polvere e gli spruzzi di sangue. Lavoravano come pazzi con calcatoio, cartocci, leva e cordoncino. Mettevano le spalle gonfie e le mani sanguinanti contro le ruote ad ogni rinculo e sollevavano il pesante cannone per rimetterlo in batteria. Non c'erano comandi; in quel terribile ambiente di schianti di bombe, scoppi di granate, frammenti di ferro sibilanti e schegge di legno che volavano per aria, non si sarebbe potuto udire la voce di nessuno. Gli ufficiali, se erano ufficiali, non si distinguevano dai soldati; lavoravano tutti insieme — ognuno finché durava — guidati dall'occhio. Passata la spugna, il cannone veniva caricato; appena caricato, era puntato e sparato. Il colonnello osservò qualcosa di nuovo per la sua esperienza militare, qualcosa di orribile, contro natura: il cannone sanguinava dalla volata! Per la temporanea mancanza d'acqua, l'uomo addetto alla spugna l'aveva immersa in una pozza di sangue dei suoi compagni. In tutto questo lavoro non c'erano scontri; il dovere del momento era ovvio. Quando uno cadeva, un altro, che aveva l'aspetto un po' piú pulito, sembrava scaturire dalla terra sulle orme del morto, per cadere a sua volta.
Con i cannoni distrutti giacevano gli uomini distrutti, accanto ai rottami, sotto e sopra di essi; e dietro, giú per la discesa, quei feriti che potevano muoversi, si trascinavano sulle mani e sulle ginocchia. Il colonnello — per pietà aveva fatto fare dietrofront alla sua cavalcata — dovette passare col cavallo sopra quelli che erano già morti per non schiacciare gli altri che erano ancora parzialmente vivi. In quell'inferno persistette ad andare; si portò di fianco al cannone e, nel fumo della ultima scarica, toccò sulla guancia l'uomo che impugnava il calcatoio, il quale subito stramazzò credendosi colpito a morte. Un demonio dannato sette volte saltò avanti a prendere il posto del caduto, ma indugiò e levò gli occhi all'ufficiale che era a cavallo con uno sguardo spettrale, i denti che lampeggiavano tra le labbra nere, gli occhi fieri e dilatati che ardevano come brace sotto la fronte insanguinata. Il colonnello fece un gesto imperioso e indicò la retroguardia. Quel demonio s'inchinò in segno d'obbedienza. Era il capitano Coulter. Quando il colonnello fece segno di arrestare l'azione, simultaneamente sul campo cadde il silenzio. Il fiume di proiettili non si rovesciò piú in quella gola della morte perché il nemico cessò di far fuoco. Erano ore che il grosso dell'esercito si era allontanato, e il comandante della retroguardia, il quale aveva tenuto a lungo la sua pericolosa posizione nella speranza di ridurre al silenzio l'artiglieria federale, proprio in quel momento aveva fatto cessare la propria. “
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Brano tratto dal racconto Il fatto della Tacca di Coulter raccolto in:
Ambrose Bierce, Storie di soldati, traduzione di Antonio Meo, nota introduttiva di Francesco Binni, Einaudi (collana Centopagine n° 41, collezione di narratori diretta da Italo Calvino), 1976; pp. 83-84.
[Edizione originale: Tales of Soldiers and Civilians, San Francisco: E.L.G. Steele, 1891]
#Storie di soldati#letture#leggere#sacrificio#Ambrose Bierce#Guerra di secessione americana#Antonio Meo#orrore#libri#Guerra civile americana#pacifismo#XIX secolo#Italo Calvino#Storia degli Stati Uniti d'America#Francesco Binni#nonviolenza#letteratura americana#antimilitarismo#forze armate#narrativa#raccolte di racconti#abolizionismo#schiavismo#abolizionisti#citazioni letterarie#racconti brevi#schiavitù#Storia degli USA#Stati Confederati d'America#afroamericani
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