#scappo per tornare
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Se oggi scappi, domani avrai bisogno di ancora più coraggio.
-Takao-
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scrivania, computer, ora mi concentro, lavoro, fa freddo, mi faccio un tè arancia e zenzero, ho voglia di cioccolato, ho voglia di aver voglia di una scopata animale. di riuscire a farla, almeno le voglie, le attese, i dubbi, sto tornando invisibile, lo sento. le mie vecchie foto, com'ero bella quando ero felice. la paura, la senti la paura? zitta, cazzo, zitta i pensieri che tornano a boicottarmi. basta poco. idiota, che bella figura da scema prima. quando imparerai a stare zitta? devi stare zitta taci, sulle soglie del bosco non odo... non ascolto, lei viene qui per dirmi che le hanno trovato ancora "qualcosa", ma io stacco il cervello, volo via. sento "ago aspirato" e poi non sento più nulla, scusatemi, devo tornare a lavorare lavorare il mio tè, il mio computer, la mia scrivania tutto il mondo reale fuori, tutto il mio mondo dentro la mia testa stai tornando invisibile, non scappare, non scappo sono qui, però da sola
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Amica mia, é tutto iniziato a Parigi, anche se ci conoscevamo già da quando eravamo piccole. La nostra amicizia é nata dall'altra parte del mondo, in mezzo alla foresta. Io in uno dei momenti più confusi e tristi, tu di ritorno da un'esperienza meravigliosa ma confusa quanto me. Mi sei stata accanto fin da subito, ho trovato una compagna di viaggio, un'amica leale, la ragazza che anche nei momenti più duri mi è stata accanto in silenzio, senza guidicarmi anche quando le mie scelte erano più che discutibili. Ricordo ancora quando eravamo ad Ohrid e sono scoppiata a piangere, non mi hai detto nulla, mi hai solo abbracciata e mi sei stata accanto. Non sono una persona semplice, anzi, ma te ne sei sempre sbattuta perché le persone non complicate sono noiose cit. Forse in realtà siamo più simili di quanto pensassi o di quanto avrei mai potuto immaginare. Tu scappi da qualcosa di più grande di te, io scappo da altro, ma alla fine stiamo solo entrambe cercando il nostro posto nel mondo. Viaggiare insieme ci ha aiutate ad alleviare questo nostro dolore, che c'è per quanto non ne parliamo quasi mai. Ho fatto le peggio cazzate con te. Da quando mi sono buttata in un lago in Macedonia con 4 gradi, quando ho sboccato l'anima in un campo, a quando ci siamo fatte tutta Roma in bici alle 4 di notte sotto la pioggia per tornare a casa e prendere un pullman per scendere a Napoli la notte di Capodanno, e ti ricordi le nottate nelle capanne ai Caraibi? O le passeggiate sulle statali croate alle 3 e potrei elencarne mille. Tra poco inizia una nuova storia amica mia, Oslo. Chi se lo sarebbe mai aspettato eh? Almeno hai scelto una meta in cui non siamo mai state ahah. Faccio fatica ad esprimere ciò che sento per gli altri e spesso anche a dimostrarlo, ma ti voglio un bene dell'anima e non posso far altro che augurarti il meglio, una vita meravigliosa e si, ora ci vedremo tra Torino, Roma, Oslo e qualche parte in Europa, ma resterai sempre il mio braccio destro e non mancherò di chiamarti quando dovrò fare qualche cazzata delle mie. Chissà, magari un giorno ti raggiungerò definitivamente.
Ricordati della nostra canzone, a dondolarci sulle amache a Guadalupa.
Lulla
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Tutte le cose che mi dovrebbero servire da agevolazione mi stressano, mi fanno stare peggio di come vorrei, sono preoccupazioni in più e non sfoghi. Io mi detesto molto spesso, ma cerco di far vedere solo il lato bello di me perchè quello brutto già è nella coscienza di chi guarda. Ma come faccio a continuare a vivere nella non accettazione di me? Come faccio a continuare ad andare avanti con questa infelicità addosso che mi segue ogni istante anche quando gli altri in me vedono felicità? Perché trasmetto così tanta felicità e energia se dentro di me vedo solo arido deserto? E l’amore? Non l’accetto mai, come i complimenti. Perchè non credo alle parole della gente quando mi dice qualcosa di positivo? Perchè mi giudico così tanto da non avere più pensieri, forze, energie per avere degli obiettivi e raggiungerli? Perchè credo così poco in me stessa, anche se so che posso fare qualsiasi cosa, posso stravolgere il mondo, la mia vita, tutto ciò che conosco se solo mi connettessi di più a me?
Faccio tutte domande, ma le risposte? Le ho dentro di me, ma non oso riportarle, non voglio sembrare così patetica. Ma io sono fragile, sono molto fragile, ma non traspare, mi copro della forza che ho costruito per non mostrare la mia fragilità. E se venissi distrutta? Nessuno sarà al mio fianco per aiutarmi a ripararmi. Nessuno. Sono sola. Così la mia fragilità non può esistere, è rinchiusa in una cassaforte, nel tesoriere dei pirati, non può essere aperta finché qualcuno non la scopre. Ma come farà qualcuno a trovarla se non ho mai fatto una mappa? Se non dò mai degli indizi? Come farò a mostrarmi al mondo senza quella parte di me che è la mia essenza? Sarebbe un mostrarsi fasullo. Ma a chi mi devo mostrare? Io non ne ho idea. Al mondo? Ma chi è il mondo? A una persona in particolare? Ma chi è questa persona? Ma chi sono io? Cosa voglio? Il combattimento è acceso tra le necessità del mondo e la mia necessità di solitudine per ritrovarmi e poi mostrarmi al mondo. Che sono venuta a fare qui se lo scopo che pensavo di avere è svanito? Se l’unica certezza che ho da quando sono nata è svanita? Non sono un personaggio secondario che non ha né arte né parte forse.. questo è quello che ho sempre pensato. Chi sono io per parlare? Per esprimermi? Per dire ciò che penso? Con quale egocentrismo potrei mai portare me stessa nel mondo? Tirar fuori ciò che ho dentro? Il mio mondo… quel bel mondo che dentro di me è tutto una favola non può coesistere col mondo esterno fatto solo di materialità. Come faccio a far uscire qualcosa che in questo mondo sembra non aver senso? Come può uscire se non ha un contenitore, una casa, in cui essere riposto e tornare quando è stanco? Non posso lasciarlo vagare a casaccio con la possibilità che lo smarrisca e lo perda per sempre. Sono così strana… all’esterno è come se dovessi sempre fare la cosa perfetta, dentro di me c’è il caos.
Ma le mie emozioni dove sono? Dov’è quell’amore di cui tutti parlano dentro di me? Non lo so. Ho provato a cercarlo senza riuscire a trovarlo. A volte ho pensato di averlo provato, ma non è così. E soprattutto mai mi sono immaginata che potesse sovrastare la mia mente. Forse ancora ho questa convinzione, ma non ne sono sicura al 100%, la convinzione di non poter provare delle emozioni che non siano pilotate dalla mente. La mia mente mi dice: “quello è un bel ragazzo, interessante”, così provo attrazione, voglia di conoscere quella persona, esserne ossessionata interamente, ma senza mai fare un passo, dire qualcosa, far capire che mi piace o che ho bisogno di lui. Niente. E se lui si fa avanti io mi impaurisco e scappo, lo allontano, come se quello che ho provato io o che ha provato lui non sia mai esistito e che sarebbe impossibile che possa mai esistere. 
Come si fa a cambiare questa parte così mentale? Questi schemi si ripetono. Devo andare alla fonte? Ma qual è la fonte? Per me è stato un crescendo di tante piccole cose insieme. Come faccio a disattivarle tutte? Perchè la mia testa continua a borbottare? Perché arrivano di continuo pensieri che mi distruggono? Sto provando a ridimensionare il peso di quei pensieri, con molta fatica.
Come faccio a cancellare la mente se è proprio quella la mia culla, il luogo in cui mi identifico, la parte di me che mi fa sembrare come gli altri, l’unico posto in cui non mi sembro così pazza in fondo? Perché il mio ragionamento logico mi fa sembrare umana, ma io non sono così.
Io non sono logica. Io sono solo un vento che tira, una leggera brezza che ti carezza la guancia, che non è invadente o forte, sono solo una delicata parentesi, un attimo breve dell’esistenza altrui, non sono nient’altro che niente, ma mi sento parte del tutto. Il sapere di essere niente e nessuno mi fa vivere la vita come se io non esistessi, ma il mio ego fatica ad accettarlo. Anche io vorrei essere vista in realtà, ma fatico ad accettare questa cosa perché mi sembra un terribile difetto cercare la visibilità. In realtà ho scoperto che una caratteristica dell’uomo e dell’animale il voler essere considerato. Perché io non posso permetterlo, a differenza degli altri? Perché non posso permettermi di vedermi io stessa? Perché vorrei essere vista dagli altri quando faccio di tutto per nascondermi? Questa mia dualità mi fa soffrire, vorrei che fosse un gioco divertente, ma se vengo trovata scappo di nuovo in un posto che è ancora più difficile da scovare. Anche da me stessa. Anche io non mi ritrovo. Così faccio il robot, almeno ho una scusa per vivere ancora, senza sentirmi troppo in colpa per gli altri, ma avendo questo alone di senso di colpa nei confronti di me stessa che mi mangia viva dentro. È giusto vivermi così? È ingiusto nei confronti di me stessa, ma nei confronti dell’universo? Alcuni dicono che se tratti male te stesso è come se trattassi male un altro essere, anche se fai di tutto per gli altri. Io cerco di non schiacciare neanche una formica per terra in ogni istante della mia vita, ma allo stesso tempo mi flagello, mi uccido sempre di più, sento di non voler più vivere con me stessa, come se avessi una colpa originaria che non mi permette di vivere. Perché io sono meno degna di vivere di altri? Perché non accetto che agli altri sia applicata la legge del più forte e a me invece possono essere afflitte tutte le regole che in realtà sono ingiuste rispetto a quello che ho fatto? Perché mi sento sempre un bluff? Che ho fatto di male per sentirmi di meritare il peggio, quando la vita mi dà il meglio per come mi comporto con gli altri? Perché mi merito di avere il meglio, è vero visto da un occhio esterno, ma allora perché io riesco solo a sentire di non meritarmi di avere fortuna o di avere la felicità e l’abbondanza? Proprio per il non accettare quello che mi dà l’universo mi sento in colpa, ma allo stesso tempo combatto col mio non essere degna e me ne vergogno, mi sento in debito con l’universo per questo, infatti sto cercando di cambiare questa cosa dentro me, di sentirmi degna di vivere, di essere felice, di avere abbondanza e di ricevere AMORE, anche da me stessa. Voglio cambiare lo schema sociale che dice che sono felice solo se ho l’altro, ma portare nella mia vita l’altro per condividere la mia felicità interiore con lui e viceversa. Voglio condividere amore e felicità con l’altro, non voglio caricare qualcun altro del mio compito di trovare la mia felicità e la mia passione. Perché dentro di me è pieno di passione, di fuoco, ma ho chiuso tutto dentro una scatola isolata e ricoperta di ghiaccio, così da apparire fredda, cioè il contrario di ciò che sono. Di nuovo mi nascondo. Come faccio a far uscire la passione se c’è sempre la razionalità in mezzo che mi tiene attagliata a ciò che gli altri si aspettano da me o a ciò che moralmente è giusto?
Il mio problema più grande adesso penso sia proprio la razionalità che mi fa dire: “non lo faccio, non lo dico, non lo scrivo, non lo mostro”. Così chiudo tutto dentro me e si trasforma in una nube scura nel petto che mi avvolge gli organi vitali e non permettere loro di esistere in completa salute. A volte provo a dirmi: “stai zitto Bruno!” Come il film Disney “Luca”, mi viene da ridere quando lo faccio, ma a volte sembra funzionare per pochi secondi. Passati quelli, tutto torna come prima.
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Sto ascoltando questa canzone proprio ora , mi si spezza il cuore piu di qualsiasi altra cosa al mondo , mi si spezza con tutto quello che abbiamo passato assieme e nemmeno immagini la sofferenza di non poter scegliere quando tornare , se tornare e farsi mille viaggi mentali sul perchè tutto questo succeda. Perche un amore cosi grande , cosi puro e profondo come quello che ho nei tuoi confronti non puo essere visto per quello che è.. mi lacera sapere che piangi , che ti domandi del perche si da tutto per finire cosi , se l'amore è un sentimento che vale la pena veramente vivere e quanto dolore e gioia puo portare con se.. pero se ti dovessi rispondere io ti direi che sicuramente vale la pena e ne varra sempre avere tutto questo , il desiderio che tu possa stare sempre bene , che ti goda quello che di piu bello ha da offrire la vita.. io sono una piccola parte di quello che di bello c'è qui fuori e molte volte lo vedo che sono strano , che ti spengo e che non so per quale motivo ti arrabbi cosi tanto con me.. cerco sempre di fare quello che riesco e quello che ho sempre fatto per te pero non ho mai accettato di essere offeso e di subire certe cose dalla persona che amo perche io per te non potrei mai riservare questo , ho timore che se tornassi sarei freddo , che ti recherei altro dolore e questo non lo voglio.. vorrei solo che mi ricordassi per quello che di BELLISSIMO abbiamo passato , QUEL INFINITO DENTRO AL CUORE! ti giuro su tutto che ti ho dato TUTTO quello che ho , tutto il tempo , che se sapessi che cosa sono con tutti capiresti che sei l'unica persona al mondo che mi faceva quel effetto da brividi , quel effetto da voler stare sempre assieme a te anche se non facevamo la stessa cosa , anche se ho sbagliato tantissimo , anche se l'amore è amare tutto quello che è l'altra persona io ti ho amata e ti amo. Spero che questa canzone non la dimentichi mai , che non dimentichi niente , che non sei triste , che non piangerai piu , che tutto questo possa essere solo un bellissimo sogno .. grazie ancora per quella playlist bellissima , quel tesoro che non potra mai cancellarsi , quelle musiche che mi hai dedicato e che mi hanno sempre riempito il cuore per quello che sei!! non so se è un addio , non so se è un arrivederci , non so se ci sentiremo in questi giorni , non so niente di niente pero a guardarti cosi piccola che metti l'immagine su discord , che aggiungi canzoni alla playlist mi fa sentire un qualcosa dentro che ti giuro mi fa venire da piangere ed i brividi in tutto il corpo , se solo sapessi tutto questo .. se solo sapessi quello che sei per me .. vorrei tanto essere felice e con te l'avevo trovata la felicita!
mi piace il nome : chifuyu loves you , chifuyu will always love you.
questo sentimento lo hai anche tu , ne sono sicuro .. chissa.. perche facciamo questo.. scappo a lavoro , con le lacrime a gli occhi , al cuore , a quello che di piu bello mi ricorda te
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ieri notte ho fatto dei sogni che mi hanno inquietato parecchio, ecco cosa ricordo:
mi trovo in un locale fatiscente con due amici in piazza dei martiri, qualcuno fa una battuta sul fatto che i martiri saremo noi
sono in un palazzo e una coppia di vicini vuole a tutti i costi invitarmi a pranzo da loro, mangiamo insieme e qualcosa non va in questi vicini, non ricordo cosa, ma scappo a gambe levate giù dalle scale
mi ritrovo con bionda davanti ad un ex manicomio, sono molto spaventata e le chiedo di andare via, ci teniamo per mano e scappiamo. Peccato che torniamo sempre al punto di partenza, siamo bloccate e senza vie d'uscita. Bionda scherzando dice 'mi sa che ci tocca fare un giro turistico per l'ospedale. Una porta si apre e compare un bimbo che allunga la mano, della serie vi guido io. 'Ho vissuto lì dentro e non ci voglio tornare' ecco cosa pensavo io terrorizzata
lavoro alla reception con un ragazzo, c'è un'ascensore, le persone che salgono non tornano più. Il ragazzo che lavora con me penso di conoscerlo, prende l'ascensore perché vuole vedere che fine fanno le persone che scompaiono. 'sei scemo' gli dico io, non ci penso proprio a prenderlo, però sono curiosa, forse salgo.
durante i sogni la sensazione è quella di un dejavu, come fossero ricordi
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02/09
Non sono arrabbiata o triste ma sono ormai in questa continua fase di amarezza dove mi trovo ogni volta che succede qualcosa per cui dovrei arrabbiarmi. Io non sopporto quando le persone mi devono andare contro senza voler manco fare caso alle parole che escono dalla mia bocca e alle mie opinioni per egocentrismo, non sopporto quando mi si urla contro in generale e manco quando succede qualcosa e la risposta deve essere un modo per colpevolizzarmi o mettermi a disagio facendo notare quanto la cosa che io abbia fatto sia sbagliata, stupida o qualsiasi altra cosa solo perché per quella singola persona è così. Il mio pensiero critico non è mai valutato e 3/4 delle volte viene scambiato per un pensiero invidioso e non oggettivo solo perché magari si parla di situazioni in cui io non mi sono trovata, evidentemente non posso avere un’opinione, a quanto pare non posso giudicare una cosa sbagliata finché non la vivo (che poi comunque posso pure sbagliarla ma posso cambiare idea o farla facendo una minchiata consapevolmente). Se ho un’opinione che non va bene allora sono io che non ho capito poi, bah. Poi comunque mi sento sola e isolata, non coinvolta e non indispensabile, non cercata e non pensata. Certo mia mamma mi pensa presumo ma non è quello che intendo. Mi sento a disagio a tornare a Milano perché negli ultimi mesi mi sono sentita completamente isolata dalle ragazze che facevano “”comunella”””” perché avevano gli stessi ritmi e perchè quella fa finta di niente anche quando non è d’accordo con un comportamento (e poi dice a me), a me ha annoiato stare sempre sola e quando mi rapporto sentirmi un alieno qualsiasi cosa io faccia, dica o pensi, ma quanto deve durare ancora questa storia. Sono arrivata pure a pensare che forse dato che tutti si chiudono e vivono in simbiosi con i fidanzati rendendosene i tappetini forse a sto punto devo rinunciare e trovarmi un fidanzato pure io, perché evidentemente è l’unica cosa che posso fare a quanto pare per avere un contatto umano e un interesse da qualcuno, ma manco questo sono capace a fare perché chi mi vuole fondamentalmente? Che appena uno ci prova scappo e non porto a termine niente perché ho così tanta ansia di entrare in un vortice di rincoglionimento da relazione che manco mi ci voglio avvicinare. A parte la mia paura delle relazioni comunque non mi è mai capitato da quando stavo con quello a 15 anni, per cui annientato il problema alla base. Comunque fatto sta che sono apatica e per i cazzi miei e sento che mi sto chiudendo di nuovo anche se in modo diverso rispetto a quando mi è capitato post covid, questo mi mette tristezza ma che ci posso fare. Comunque io sono troppo autonoma per stare con una persona dato che tutti oggi vivono i fidanzamenti come il diventare un’unica mente e testa
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Perseguitata da un'impronta sull'armadio, ''sbunda'' è il detto e sbunda l'ordine: perentorio, introvabile, insensibile. Ho empatizzato nuovamente senza porre freno, io che mi calo nell'altrui io che non ha più alcuna vivacità. Mia madre e mia zia hanno sempre parlato di quella sedia a rotelle come di uno strumento diabolico. Se vedo rotelle, scappo. Dove trovo bruttezza, proteggo. Proteggo e così salvo la mia anima d'infanzia che chiamava aiuto nel segno della repulsione per il malato, per il triste e il doloroso. Dolore che provo io adesso, in una fine senza fine, già prevista, già incartata. Natale è quasi arrivato. Non mi divertono i pini e le luci nemmeno. I negozi di mobili non saranno attraversati. Certo, non si parla di eterotopia. Ti squarcerò un'arteria per vedere se vivi. Io non immaginavo si potesse vivere senza di me. Io stessa senza me non vivo, e non ci sono da secoli. Solo due volte ricordo bene mia madre e mio padre che litigavano: una di queste era dovuta al fatto che il mio buon padre aveva un'immagine di Mussolini nel portafoglio. Mia madre diceva ''dovresti tenerti le foto di tua moglie e tua figlia''. Sentii una voce acida, limone amarissimo, sentii segreti di un mondo politico mai svelato. Nessuna concessione, nessuna rivelazione, mio padre non parlò mai di alcun suo credo. Escluso dalla famiglia, stava rintanato. Ed io e mia madre comandavamo a suon di bacchette, sotterfugi, patetismi. Non litigarono mai più. Mi sento come se tutto si fosse rotto. Ho rotto i vetri, ho rotto gli specchietti, ho rotto la fortuna, rotto la ruota, ruota che gira, ruota che sogni, ruota che preghi, ruota che indugi. Non posso tornare.
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Associo Roma a cose brutte, ma non posso andarmene Ho demoni e il volto distrutto, e non so liberarmene Se salgo sulla metro, lascio un posto vuoto anche per te Magari torni e ci incontriamo, e tu ti siedi accanto a me
E non ti voglio se non sei convinta di volermi bene E, sai, non serve dirci che ci amiamo per restare insieme Poi continuo a non capirci proprio un cazzo della vita E che se fossi qui con me, forse non sarebbe in salita
Non sarebbe in salita Non sarebbe in salita Ed ora sei sparita
Pillole, pillole, prendo pillole per stare calma Non mi fido più di nessun'altra Tengo paranoie nella tasca E giro Termini aspettando te
Piccole, piccole, siamo piccole dentro la stanza Sento qualche cosa che mi manca È da quando tu mi hai detto, "Basta" Che giro Termini aspettando te
Cammino in tutti i luoghi in cui noi due spesso andavamo insieme Vorrei tornare all'anno scorso e chiuderlo in tante catene Vorrei scappare dal dolore come scappo dalla scuola E se tu torni qui da me, forse mi sento meno sola
E non ti voglio se non sei convinta di volermi bene Però ti voglio perché senza te io bene non ci sto Poi continuo a non capirci proprio un cazzo della vita E che se fossi qui con me, forse non sarebbe in salita
Non sarebbe in salita Non sarebbe in salita Ed ora sei sparita
Pillole, pillole, prendo pillole per stare calma Non mi fido più di nessun'altra Tengo paranoie nella tasca E giro Termini aspettando te
Piccole, piccole, siamo piccole dentro la stanza Sento qualche cosa che mi manca È da quando tu mi hai detto, "Basta" Che giro Termini aspettando te
E poi ti cerco, ma sono sola Con le paure sparse fra le lenzuola E scrivo una strofa, voglio una storia Che mi faccia scordar di te
Ma più ti penso e meno ci riesco E più ti penso e meno penso a me A come stare bene, a come stare bene Senza di te
Pillole, pillole, prendo pillole per stare calma Non mi fido più di nessun'altra Tengo paranoie nella tasca E giro Termini aspettando te
Piccole, piccole, siamo piccole dentro la stanza Sento qualche cosa che mi manca È da quando tu mi hai detto, "Basta" Che giro Termini aspettando te
Ariete
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Sono triste, terribilmente triste. Da tre giorni faccio fatica a trattenere le lacrime, quando sono in giro non vedo l'ora di tornare a casa per poter scoppiare senza dover dare spiegazioni a nessuno, perché tanto è inutile. Però che peso, che fatica sopportare tutto e fingere che vada tutto bene. Non so più chi sono, non mi riconosco più. Tempo fa mi ripetevo che non mi sarei mai fermata, non finché non avrei ottenuto ciò che più volevo. E ora mi guardo, mi sono arresa. Sto accettando questo perché non so cos'altro fare, o meglio, so cosa vorrei fare, ma non posso mollare tutto proprio ora, non dopo tutti i sacrifici. Eppure io sono infelice ed è l'unica costante della mia vita. Scappo da tutto e tutti, ma la tristezza non mi molla manco per sbaglio
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Non trovo più piacere per molte cose. Uscire il sabato sera è diventato un rituale che non mi soddisfa più. Non ne trovo il senso, lo scopo finale. Ogni volta esco convinta che ci sarà una svolta nella mia vita, che qualche sguardo distratto di qualche sconosciuto possa distrarmi dalle mie pene quotidiane. Pura illusione. Quando parte il campanello d'allarme il mio intero corpo va in tilt. Non ci sono più. Il mio corpo è lì, ma la mia mente vaga tra l'oscurità e i meandri più tortuosi della mia esistenza. Si fa strada tra pensieri ossessivi e la paura folle di morire da un momento all'altro. Il cuore continua a battere sempre più forte e penso insistentemente a quel battito irregolare che più lo ascolto e più fa i capricci. Cosa è? È un infarto? Sto per svenire? È miocardite? È quella malattia che ho letto quel giorno e che mi ha fatto salire l'ansia? Ossessione. Cesso di essere lì nel tavolo con i miei amici, non bevo, non rido, non parlo. Penso solo che vorrei tornare a casa. Quanto mi sento al sicuro nel letto con i cani che mi stanno vicini e mi fanno sentire amata. La fuori non c'è amore per me eppure lo cerco così tanto. Devo disocciarmi dalla realtà ogni tanto perché non riesco ad affrontarla. Scappo in continuazione da queste sensazioni che mi soffocano e non mi fanno vivere. Quanto ho perso anche oggi per la crisi di panico. Ho perso l'occasione di entrare in un posto nuovo e di farmi notare da persone del posto. Magari ho perso l'occasione di trovare l'amore. Continuo a perdere tutto per la paura. Come posso continuare a vivere con gli attacchi di panico? Si può guarire del tutto? Perché io sono stanca di sopravvivere, vorrei vivere senza tutta questa paura che mi accompagna.
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“ Samar continuava a parlare con quel suo strano fervore: - Ascolta, tu non ascolti, dobbiamo spiegare che la nostra causa è giusta, bisogna che rendiamo pubbliche le pratiche dei fascisti, gli omicidi, gli stupri, le ruberie, i transfert, le case distrutte. Il cinema di denuncia, è questo il suo ruolo. Rendere di pubblico dominio. Bisogna... - Ma anche noi... Le ho detto che anche noi commettiamo degli errori, che anche noi ammazziamo, anche noi... - Non è vero, quel che dici non è vero. - Giuro che è vero! Damour. Noi a Damour... - Non parlare di Damour! Ti sei dimenticato del quartiere dei mattatoi, di Karantina, di Na'aba, di Tell al-Za'atar? - Compagna, non parlarmi con questo tono! Sta' calma, sto solo dicendo la verità! - No, non è la verità, la verità dev'essere al servizio della rivoluzione, questi sono discorsi che turbano i nostri militanti. - La verità è al servizio della verità. Ascolta. - Ascolta tu. La guerra è guerra. - Lo so, giuro che lo so, si fanno errori in tutte le guerre, la cosa fondamentale è la questione politica, però commettiamo anche noi degli errori. - No, tu la fai troppo grossa, come fa un combattente come te a parlare in questo modo? - Giuro, sorella, io queste cose le, so. Eppure combatto e continuerò a combattere. Sí insomma, tutto questo non c'entra. Però è la verità. Io rimango, dove vuoi che vada? Alla fine di quella conversazione, Samar mi ha consigliato di tornare all'università. Ma che università e università, come faccio a studiare? L'occhio sano non è mica sano, quando leggo per un po' mi diventa rosso e mi piglia un dolore insopportabile, all'università non posso tornare e un altro mestiere non lo so fare. E poi non voglio. Come posso dimenticare? Metà dei miei amici sono morti martiri, come faccio? Li lascio nella tomba e scappo via, come ho fatto con Samíh? No. Si è alzata, il cameriere ha portato il conto. Voleva pagare lei, non gliel'ho permesso. ���
Elias Khuri, Facce bianche, traduzione dall'arabo di Elisabetta Bartuli, Einaudi (collana L'Arcipelago n° 126), 2007¹; pp. 185-186.
[1ª Edizione originale: الوجوه البيضاء, (Wujuh al-bayda), editore Dar Al Adab, Beirut, 1981]
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GOOD EVENING!
BUONA SERATA!
Guarda "MEDLEY AL PIANO ELETTRICO (MEDLEY ASSOLO LIVE VERSION)" su YouTube
youtube
Quando è tardi è qui a casa mia
Lei non chiama più...
È un Natale da buttare via
Lei non viene più...
Guardo il telefono e penso a lei
Vetri appannati son gli occhi miei...
Quanta neve sta venendo giù
Chi la fermerà...
La candela è ancora accesa,
Presto si consumerà...
Dio, tu stai nascendo e muoio io,
Tu che faresti al posto mio,
Ora che perdo pure lei,
Ho dato un calcio ai sogni miei!
Dio, ma che Natale è questo il mio,
Campane a festa anche per me, anche per me, anche per me,
Se tu mi senti ma perché non fai tornare chi non c'è...!
Quanta neve sta venendo giù,
Piangerà con me.
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Giorni di neve
Una camera calda di odori
Le scale di corsa
Una lacrima in tasca
Due occhi smaniosi
Non cerchi i ragazzi ma non giochi più
Giorni di neve
Un'amica a due ruote
Scontrosa e selvaggia
Le scapole in fuori
Annusi la vita
Con l'anima in mano
E scopri che hai un corpo anche tu
E nel buio stringi la tua disperata tenerezza
No, non le togliete l'allegria
E quando vuole piangere
Non le aprite quei pugni chiusi
Non la cacciate via
Non le dovete prendere
La libertà e la fantasia
Datele un amore felice o infelice
Ma che sia amore....
Chiudi a chiave la porta
mi fai un poco pena
un ceffone sul viso
a letto senza cena
quel rossetto a tuo padre
non è andato giù...
E ti bruciano ancora
quelle cinque dita
mentre asciughi gli occhi
ma non sei pentita
"babbo me la paghi
domani scappo via..."
Ti avvicini allo specchio
sfili via la gonna
mica male le gambe
sembri già una donna
un bottone e poi un altro
e la camicia... e voilà
vola sopra il comò...
E le scarpe più o meno
la stessa fine
quelle calze pian piano
come hai visto al cine
poi ti alzi in piedi
e quel che avevi non l'hai più...
Guardi in giù
se il tuo seno è un po' di più
se è un po' cresciuto...
tiri su i tuoi capelli
fai le facce strane
come in un film muto
sarà peccato... giuro
non lo faccio più...
caro Gesù Giuseppe e Maria
siate la salvezza dell'anima mia...
Sirene di navi urlavano al vento
La radio passava le pubblicità
Le labbra accostate ancora una volta
Ed una carezza ancora
Un filo di sole entrò nella stanza
Sulla poltrona I nostri paltò
Parole inghiottite e sguardi bambini
E come poterti dire che tu eri
Più del vino più del pane più
Della pelle delle ossa più
Più dei sassi più dell'erba più
Più di tanto più di tutto più
Piu del porto piu dei tetti più
Dell'inverno dell'estate più
Dei cavalli del cortile più
Un po' di più...
Chissà se mi pensi
Seduta sul letto
E se tieni stretto
Quel tuo vecchio orsacchiotto
E gli parli di me
E smorzi la luce
Ma non trovi più pace
E ti domandi perché
Chissà se mi cerchi
Lì sotto al cuscino
Se mi hai trovato carino
Se mi vuoi lì vicino
Se mi vuoi lì con te
E fra le lenzuola
Tu ti senti più sola
E ti domandi perché
Ma chissà se è proprio vero
Che tu stai pensando a me
O se cerchi qualcun altro col pensiero
Ma chissà se nel tuo cuore
Ci sta un posto anche per me
E se c'è tu non tenerlo più nascosto
Più nascosto...
Puoi darmi un grammo d'aria fina
La nostalgia di un luna park
Una nota blues persa in un cortile
Le storie dell'ultimo tram
Puoi darmi un briciolo d'autunno
Le voci di una birreria
La fotografia di quei tuoi segreti
Un goccio di curiosità
Od un vetrino blu
Per colorare il cielo
Puoi darmi un'isola
Per i pensieri miei
O una girandola
Che non si fermi mai
No tu non puoi non puoi
Non dire che ce la farai
Ma resta qui se puoi
Sì, tu lo puoi.
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Mi sento sola,sola come quando in mezzo a tutto il polo tu mi hai guardata dritta negli occhi e mi hai detto "amo lei" poi ti sei voltato e te ne sei andato come se non fossi nulla.
Ho ripensato alla scala a chiocciola,al tuo angolo con le lucine ed il letto troppo piccolo per due.
Mi dispiace non perdonare fino in fondo. Mi dispiace da morire perché guardo l*I che c'è la mette tutta ed io mi rendo conto di aver messo la retro.
Mi rendo conto che purtroppo mi hai insegnato a non fidarmi nemmeno del luccichio negli occhi.
Mi dispiace,mi dispiace da morire se mi sei rimasto incastrato nel cuore e ricordo come fosse ieri quando in quella chiamata mi hai lasciata in sospeso a gambe incrociate sul tavolo della cucina ed il giorno dopo ti sei presentato con la registrazione della canzone che ti avevo cantato con il nome di "amore mio".
Mi hai fatto provare l'amore di una favola ma tutto è precipitato in un enorme buco nero e mi odio tanto.
Mi odio tantissimo perché da ciò che hai fatto non so più fidarmi,non ci riesco più al cento per cento.
Da quando te ne sei andato ho paura di fidarmi,di perdonare,di amare.
Forse avrei dovuto lasciare andare prima,perché infondo lo sapevo che mi sarei trovata incastrata in questa situazione.
Vorrei solo amarl* come merita. Vorrei sognare tutto ciò che sognavo prima ma in fondo mi conosci,sai che se non mi si coglie al volo scappo e con me le emozioni che provo.
Mi odio,tanto e vorrei solo perdonare quel bacio di sfuggita ma non sapere cosa sia davvero successo,cosa ha provato davvero è un continuo logorio.
Io so di averl* fatto male a modo mio,forse facendo di peggio ma mi conosci,so essere spietata.
Vorrei poter tornare indietro,recuperare la fiducia,recuperare la tenerezza.
Vorrei tornare indietro e stringerti un po' più forte,dirti,urlarti che ho bisogno di qualcuno che mi capisca come mi capisci tu perché nessuno più mi ha capito così. Nessuno più ha saputo salvarmi così.
Mi hai insegnato a salvarmi da sola,a tenere duro da sola ma sono esausta,sempre di più. Ogni giorno diventa più difficile,non faccio altro che proteggermi da tutto e tutti e non abbasso mai la Guardia perché quando lo faccio mi trovo pugnalata e sanguino,sanguino e sanguino ancora e non ne posso più.
Sono ingiusta,privo della libertà e ne sono consapevole ma ferirmi comporta questo. Fiducia in caduta rapida ogni secondo sbagliato che non tornerà mai più come prima.
Non ho più trovato qualcuno a cui far vedere quella parte di me che ora esce solo a piccoli frammenti di colore. Mi manca,mi manca fottutamente tanto.
Mi mancano i colori,mi manca essere sincera.
Vedo tutto nero e sto andando giù.
Caduta libera verso il nulla.
Il buio,di nuovo.
Il buio.
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^ prima parte
[segue]
Le opzioni a mia disposizione sono le seguenti:
Rivestire l'erede, pagare e tornare a casa senza finire il pranzo .
Rivestire l'erede, mangiare nervosamente ignorando il suo disagio e la puzza proveniente dal pannolino e tornare a casa.
Rivestire l'erede dopo averlo lavato e pulito mettendo il pantalone a pelle per poi contare i secondi fino alla prima pipì.
Iniziarlo alla dottrina naturista tornando a tavola con lui mezzo nudo e fare finta di niente.
Guadagnare tempo costruendo un pannolino d'emergenza utilizzando l'assorbente con le ali, molta carta e moltissima fantasia.
Opto per l'ultima opzione.
Tolto il pannolino e appallottolatolo alla velocità della luce per scagliarlo nel cestino, tiro senza nemmeno troppa forza il doccino dal lavandino per disabili. Il doccino esce di mezzo centimetro, si stacca dal tubo il quale rientra all'interno del rubinetto tipo murena tra gli scogli, lasciandomi con un bambino sporco di cacca in una mano e la testa ossidata di un doccino nell'altra.
Apro di poco il rubinetto per provare ad avere dell'acqua per lavarlo oltre le salviette umidificate ed ecco che un getto sotto pressione mi 'piscia' una gamba dei pantaloni.
Cerco negli angoli del soffitto la madonna e/o una videocamera per capire se sono o meno vittima di una candid camera.
Lavo alla meglio il pupo sotto un flebile getto d'acqua tiepidina.
Una volta asciugato apro l'assorbente e cerco di capire se la parte adesiva vada messa sulla pelle col rischio di fargli una ceretta o sui pantaloni garantendo almeno un poco di assorbenza (?)
In quel momento entra mia moglie.
La conversazione spazia dal sorpreso, al divertito, allinquistorio fino a giungere al grottesco.
Conveniamo che andrò con una gamba bagnata a mangiare il primo che è già freddo nel mio piatto al tavolo e poi farò gli otto chilometri che ci separano dal più vicino supermercato per andare a comprare dei pannolini.
Mangio il primo ormai a temperatura ambiente inghiottendo bocconi come uno a cui stanno per mettere una fuoco acceso sotto la sedia.
Mia moglie torna col bimbo che ride e ha i pantaloni pieni di carta che gli conferiscono una forma peraidale.
Scappo a comprare i pannolini, arrivo col fiatone, sudato e il primo ancora bloccato nell'esofago.
La commessa mi vede con tanto di gamba del pantalone ancora umida e mi indirizza alla corsia dei pannolini.
La signora con la spesa all'unica cassa aperta mi lascia passare davanti.
Chi mi avesse visto correre nel parcheggio del supermercato in quelle condizioni con un pacco di pannolini sottobraccio forse avrebbe intuito la situazione.
Ritorno al ristorante e trovo mia moglie in bagno pronta al cambio tipo pit-stop di formula 1.
L'emergenza è cessata.
Chiediamo il conto per un pranzo di cui abbiamo realmente gustato solo gli antipasti.
Ci regalano due cioccolatini prima di salutarci.
Arrivederci.
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Ciao,
Questa è la lettera che non leggerai mai, con tutti i sentimenti che provo per te ma che ho paura di esternarti. Sei riuscito a scombussolarmi la testa in 3 minuti quando ti ho scritto, continuavo a ripetere che ha questo ragazzo? È il classico faccino da stronzo che non deve chiedere niente ma infondo é buono come il pane. Sarà l’ennesima fregatura mi ripetevo ma non riuscivo ad appenderti chiamami stupida, ma non ci sono mai riuscita a dire appendo quel ragazzo e ne ho appensi non sai quanti ma tu mi incuriosivi e io vado a braccetto con la curiosità, il culmine è arrivato probabilmente quando mi hai detto che avevi la casa nel mio paese li non ho capito proprio niente, la sera stessa eri su, peccato che io ero giù se no avrei fatto il giro del paese fiutando dove potevi abitare, e si ero così curiosa che non mi era mai capitata questa curiosità dopo 3 giorni, anzi di solito io scappo, ma tu mi tenevi stretta ero imprigionata dalla mia curiosità e voglia di sapere di te. Poi passavano i giorni ma non mi sono mai stancata di parlare con te, fino al giorno che ci siamo visti, li è stato strano, c’era caldo ero vestita pochissimo, mi ricordo che c’era un ragazzo dall’altra parte della strada, non sapevo da dove saresti arrivato, poi ho sentito dei passi da dietro, e mi sono girata di scatto, stranamente ho pensato “ma davvero finiró a letto con un figo del genere?” E poi niente siamo saliti a casa tua, mi hai fatto vedere tutta la tua umile casa, mi ricordo tutto come se ci fossi entrata 100 volte la dentro, poi d’improvviso mi hai preso e abbracciato da dietro e iniziato a baciarmi la guancia sinistra, la tua barba ruvida, la riconoscerei tra tante. Poco passa e finiamo a letto, tutto naturale non so neanche cosa sia partito prima, forse la mia maglia o i miei pantaloncini, non lo so, poco importa nessuna stoffa ci poteva più dividere stavamo per unirci, bhe era “amore?” O “sesso?” Per me era amore era quel mix di sentimenti che solo tu sei riuscìto a sconvolgere, era quella cosa che non mi sono mai chiesto quando finirà, con gli altri me lo sono sempre chiesta,
quindi potrò mai dire che Simone è sbagliato? No Simone è l’unica cosa giusta che ho fatto in vita mia, e lo ripeterò in continuo.
Poi pensavo sinceramente mi salutassi quando ci siamo vestiti, e invece no mi hai scombussolato ogni cavolo di sentimento facendolo diventare ancora più positivo, mi hai portato nel parchetto sotto casa che può sembrare una cazzata, ma quello è il tuo quartiere li ci sarai sicuramente cresciuto e penso che ne sarai legato a quel posto, chissà magari un giorno ti ricorderai passando di li di quel mezzogiorno, dove ci siamo parlati come se ci conoscessimo da tanto, poi ci siamo salutati, sono tornata a casa ti giuro non capivo più niente avevo la testa a quel momento non capivo che mi dicessero i miei ero terribilmente felice, neanche quando sono tornata a casa dal mio ex ero cosi, anzi non si può proprio paragonare. Il giorno dopo però non mi scrissi e tutto il senso di sbaglio è salito a galla mi dissi ho sbagliato tutto, voleva solo quello è ora è sparito, brava Valentina mi complimento con te. Ma il giorno dopo come sempre mi hai stupito, tipico di te, incasinarmi la testa. Passano i giorni e parliamo come se nulla fosse un giorno ci siamo caduti a parlare dei ragazzi con cui sono finita a letto e io dissi “solo con uno tornerei a letto e di sicuro non è il mio ex” e tu te ne saltano fuori con “fortunato lui” quanto ti avrei picchiato, avrei voluto che mi dicessi anche io ci sarei tornato a letto con te, ma non saresti stato tu se avresti detto una frase del genere, quindi sono stata al tuo gioco, come molte altre volte del resto ormai.
Passano i giorni e parliamo parliamo per poi rivederci stavolta la sera, se il mezzogiorno é stato speciale, questa sera la definirei magica.
Parto da casa per le 21 stranamente mamma non mi ha fatto storie nonostante fosse giovedì, appuntamento sempre sotto casa tua alle 21:30, 21:28 ti scrivo che sono arrivata, e tu rispondi subito “arrivo” e dopo neanche 5 minuti sei li sempre nello stessa posizione della prima volta, forse un po’ più vestiti in effetti inizia a far freddo, io ero al telefono con una amica, mi disse che si sentiva che avevo qualcosa di speciale nella voce, questa cosa non me la disse mai nessuno bei confronti di altri ragazzi, anche perché
sono sempre stata abbastanza razionale, ma con te? Non ci riesco ci credi più mi chiedo di esserlo più non lo sono e più sono felice di non esserlo.
Entriamo in casa tua e niente ti tengo stretto perche non c’è la luce non si sa mai che cado, poi come tuo solito mi abbracci da dietro ci credi che ho ancora quella sensazione del tuo corpo dietro di me?! Eppure é così poi mi giro e ci baciamo e i vestiti volano un’altra volta non ricordo la seguenza ero troppo concentrata a viverti e tutto naturale venne fino a rivestirci, questa volta credevo proprio di tornare a casa così con gli ormoni sballati ma mi hai stupito un altra volta
Tu mi stupisci sempre
Mi hai portato a far il giro del tuo quartiere, già lo conoscevo questo quartiere da piccola avevo un’amica cara che viveva li ed ero un giorno alla settimana li in giro, eppure c’ero già stata in giro di notte in quel quartiere ma non me lo ricordavo così bello, può l’aria dell’amore far vedere tutto con altri occhi? Penso di si.
Mi sono innamorata di te, del quartiere di tutto e stavolta penso di essere proprio fregata
Non posso immaginare un futuro senza di te, è davvero così grave come suona questa cosa?!
Ti....
Tua vale.
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