#guerra civile libanese
Explore tagged Tumblr posts
Text
“ Era il 1973, c'era la guerra, la gente faceva capannello attorno alla radio. Ascoltavano Radio Cairo, ancora increduli che l'esercito egiziano potesse attraversare il canale di Suez, che gli arabi potessero vincere contro Israele. Stava in piedi assieme ad altre persone, Zayn 'Alúl, davanti alla bottega di Abu Khalíl, sorseggiando tè e facendo quattro chiacchiére. A un certo punto le chiacchiere avevano preso un'altra piega, si erano trasformate in una discussione a proposito dei fatti della Bank of America. Era successo che alcuni elementi della polizia libanese avevano fatto irruzione nella banca, ucciso due degli uomini che l'avevano occupata, arrestato gli altri due e liberato gli ostaggi. Con il risultato che la banca non aveva scucito un petacchino per lo sforzo bellico arabo, scopo ultimo dell'operazione, stando alle condizioni dettate dal capo del commando, poi abbattuto. - È stato un errore, - diceva Abu Khalíl, - la guerra è in Israele, a che pro occupare una banca qui? - La banca è americana, gli americani sono Israele. Sí insomma, lí e qui è la stessa identica guerra, - aveva ribattuto uno dei ragazzi che facevano ressa attorno alla bottega.
Abu Khalíl aveva preso in mano il giornale e si era avvicinato alla luce che usciva da dentro il negozio. - Date retta a me, ragazzi, è stato un errore. 'Ali Shu'ayb ha preso in ostaggio e poi ammazzato un americano che non c'entrava niente. Leggeva, Abu Khalíl: - «L'americano John Conrad Maxwell è stato assassinato da 'Ali Shu'ayb. Quest'ultimo, ricorrendo a uno degli ostaggi perché non in grado di esprimersi in inglese, ha comunicato a Maxwell di aver deciso di ucciderlo poiché la dilazione concessa alle autorità era scaduta. L'americano ha implorato per la propria vita, ma 'Ali Shu'ayb gli ha sparato alla schiena. L'americano, supino al suolo, ha urlato e supplicato, ma 'Ali Shu'ayb, coadiuvato da un altro componente del commando, presumibilmente Jihàd As'ad, lo ha preso a calci e ha nuovamente fatto fuoco, colpendolo al ventre e togliendogli la vita». - Ma vi sembra possibile, ragazzi? Non son cose che si fanno, - aveva concluso Abu Khalíl: - E poi il problema è con Israele, la guerra è li. È stato un errore. - Tutte balle, - aveva esclamato Zayn 'Alúl, - sono tutte balle. “
Elias Khuri, Facce bianche, traduzione dall'arabo di Elisabetta Bartuli, Einaudi (collana L'Arcipelago n° 126), 2007¹; pp. 133-134.
[1ª Edizione originale: الوجوه البيضاء, (Wujuh al-bayda), editore Dar Al Adab, Beirut, 1981]
#Elias Khuri#Facce bianche#letture#leggere#libri#narrativa#guerra civile libanese#Libano#Levante#Beirut#Medioriente#citazioni letterarie#conflitti#letteratura araba#società libanese#letteratura libanese#società arabe#Vicino Oriente#settarismo#Elisabetta Bartuli#romanzo#romanzi#Medio Oriente#Israele#confessionalismo#Siria#Palestina#questione palestinese#guerra dello Yom Kippur#guerra del Ramadan
7 notes
·
View notes
Text
📷 Luchadores cristianos libaneses saliendo de una iglesia ortodoxa durante la guerra civil de los años 70.
► Samurái de Occidente:
13 notes
·
View notes
Text
⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Bashir Gemayel è nato il 10 novembre 1947 in una rispettabile famiglia libanese di cultura francese, in un Paese allora conosciuto come “la Svizzera del Medio Oriente”.
Dopo un’ardua formazione, seguita da studi di successo in legge e scienze politiche, divenne avvocato. Tuttavia, non avrebbe mai esercitato quella professione: il suo gusto per l’azione e il suo carisma – infatti – lo resero presto una figura di spicco nella guerra civile del 1975, che lo vide impegnato – sul fronte nazionalista e cristiano-maronita – contro le milizie palestinesi e l’esercito siriano.
Come capo militare delle Falangi libanesi e poi delle Forze libanesi, Béchir Gemayel era apprezzato dai suoi uomini per la sua fede profonda e per il suo discernimento. Morì in un attentato il 14 settembre 1982, proprio quando era stato eletto Presidente della Repubblica. Questo libro – inedito e ricco di dettagli – racconta la vita e il pensiero di uno dei protagonisti della storia libanese e mediorientale.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
9 notes
·
View notes
Text
Êxodo de Libaneses para a Síria Aumenta com Intensificação de Ataques Israelenses
A escalada dos ataques aéreos israelenses sobre o Líbano levou à fuga em massa de cerca de 100 mil pessoas para a Síria, de acordo com a Agência da ONU para Refugiados (ACNUR). A situação, que começou há uma semana, quando Israel expandiu suas operações militares, tem gerado preocupações tanto pela intensidade dos bombardeios quanto pela capacidade da Síria, já devastada por uma guerra civil de…
0 notes
Text
Eyes on the world #205
Una settimana piuttosto intensa, costellata da un caldo atroce.
Si parte dalle ultime da Gaza, passando per Regno Unito e Bangladesh (che condividono una situazione piuttosto caotica), per il – preoccupante? - crollo delle borse mondiali e infine per la strampalata fuga di Charles Puigdemont e gli ultimi risultati delle Olimpiadi di Parigi. Non manca niente (forse), persino qualche breve.
Partiamo subito subito 👇
🇮🇱 ISRAELE-HAMAS: IPOTESI ESCALATION CON LIBANO E IRAN, MA ANCHE NUOVI ATTACCHI A GAZA
1) Ripartiamo, come di consueto, dalla guerra tra Israele e Hamas. Una settimana dopo l'uccisione di un alto leader di Hamas a Teheran e di un comandante di Hezbollah a Beirut, il Medio Oriente è in una situazione di forte tensione, con crescenti timori di una guerra regionale. L'Iran ha promesso vendetta per la morte di Ismail Haniyeh, un leader di Hamas ucciso a Teheran, accusando immediatamente Israele e minacciando ritorsioni. Yahya Sinwar, leader di Hamas a Gaza, è stato scelto come suo successore. Il leader supremo iraniano, Ayatollah Ali Khamenei, ha ordinato un attacco diretto contro Israele, mentre il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano ha sottolineato la necessità di punire Israele, pur affermando di non voler intensificare i conflitti regionali. L'Iran ha anche dichiarato che qualsiasi attacco di ritorsione coinvolgerà le sue forze proxy, tra cui Hezbollah in Libano. Le tensioni tra Israele e i proxy iraniani erano già alte prima dell'uccisione di Haniyeh. Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha dichiarato che il conflitto con Israele è entrato in una nuova fase, minacciando una grande ritorsione. Nel frattempo, domenica scorsa si sono formate lunghe code all'aeroporto Rafic Hariri di Beirut, l'unico del Libano, dopo che vari governi occidentali hanno consigliato ai loro cittadini di lasciare il paese per il timore di una possibile guerra tra Israele e il gruppo paramilitare libanese Hezbollah, sostenuto dall'Iran. Diversi voli hanno subito ritardi o cancellazioni, causando disagi nell'area dei check-in e dei controlli di sicurezza. Le ambasciate degli Stati Uniti, Francia e Italia hanno invitato i loro cittadini a lasciare il Libano al più presto, citando un contesto di sicurezza instabile. Le cancellazioni dei voli, iniziate già dal lunedì precedente, hanno coinvolto compagnie come Lufthansa e Air France. Dal canto suo, Israele si sta preparando a possibili attacchi di ritorsione proprio da parte dell'Iran e di Hezbollah, esortando la popolazione a fare scorte di cibo e acqua e a rifugiarsi in stanze sicure, mentre gli ospedali organizzano lo spostamento dei pazienti in reparti sotterranei. Fonti israeliane e occidentali indicano che Hezbollah potrebbe attaccare per primo, seguito dall'Iran. Israele ha dichiarato di aver ucciso Fuad Shukr, comandante militare di Hezbollah, in risposta a un attacco missilistico dal Libano, mentre non ha commentato l'uccisione di Ismail Haniyeh, attribuita a Israele. Infine stamattina, l'esercito israeliano ha bombardato la scuola al Tabin nel nord della Striscia di Gaza, uccidendo almeno 90 persone, secondo la protezione civile palestinese e il ministero della Salute controllati da Hamas. La scuola, come altre nella Striscia, era stata trasformata in rifugio per sfollati. L'esercito israeliano ha affermato che l'edificio era utilizzato da miliziani di Hamas e del Jihad Islamico, giustificando l'attacco come "accurato", ma contestando il numero di vittime. Video online mostrano le conseguenze dell'attacco. Questo bombardamento è stato definito il peggiore su una scuola di Gaza dall'inizio della guerra. Israele ha iniziato una nuova operazione di terra a Khan Yunis, chiedendo ai civili di evacuare verso Al Mawasi.
🇬🇧 UK: ESPLODONO LE PROTESTE ANTI-IMMIGRAZIONE DOPO L’ATTACCO A SOUTHPORT, MA IL GOVERNO...
2) In diverse città del Regno Unito si sono svolte in settimana violente proteste di gruppi di estrema destra contro l'immigrazione e la popolazione musulmana. Le manifestazioni, che sono culminate lo scorso fine settimana, sono state alimentate da una campagna di disinformazione riguardante un attacco a Southport, dove un diciassettenne ha ucciso tre bambine durante un evento. Nonostante l'accoltellatore fosse nato in Galles da genitori ruandesi, la destra britannica ha diffuso false informazioni sul suo presunto status di immigrato illegale. Le proteste, caratterizzate da vandalismi e scontri con la polizia, si sono estese a molte città come Londra, Manchester e Belfast, con atti di violenza che hanno coinvolto moschee, edifici pubblici e negozi. La polizia ha arrestato oltre 400 persone, e il governo ha dispiegato massicce forze dell'ordine per contenere la situazione. La violenza è stata incoraggiata da gruppi neonazisti e islamofobici, che utilizzano queste rivolte come strumento di reclutamento. Anche alcuni politici di Reform UK, partito sovranista di Nigel Farage, hanno contribuito alla retorica divisiva. L'estrema destra britannica, pur frammentata, ha utilizzato influencer e social network per promuovere ideologie xenofobe e anti-immigrazione. Sebbene l'English Defence League (EDL) non esista più formalmente, le sue idee persistono, amplificate da figure come Tommy Robinson. Questi gruppi, inclusi Patriotic Alternative e altri ex membri di organizzazioni neonaziste, hanno alimentato il clima di odio e disinformazione online, contribuendo all'escalation di violenze. Secondo esperti, le rivolte riflettono una più ampia ostilità verso il multiculturalismo e il governo, con posizioni no-vax e teorie complottiste che hanno trovato spazio anche nelle istituzioni. Farage ha suggerito di usare l'esercito per fermare le violenze, imputandole all'immigrazione incontrollata. Mercoledì migliaia di persone hanno manifestato contro queste rivolte antimmigrazione. Le proteste, che si sono svolte in città come Londra, Liverpool, Birmingham e Brighton, hanno visto la partecipazione di migliaia di manifestanti con slogan antifascisti e antirazzisti, che hanno circondato luoghi potenzialmente a rischio di attacchi, come centri per rifugiati e studi legali. Le manifestazioni, organizzate in risposta alle minacce rivolte ai luoghi frequentati da migranti, hanno coinvolto circa 30 località. A Londra, Bristol e Brighton si sono registrate presenze significative, con cartelli che invitavano all'accoglienza e all'unità contro l'odio. In previsione di possibili violenze, numerosi studi legali, negozi e ambulatori hanno chiuso anticipatamente. Nonostante il rischio di scontri, la situazione è rimasta sotto controllo grazie all'azione preventiva della polizia, con pochi episodi di tensione, tra cui un confronto ad Aldershot e scontri a Blackpool. La giornata si è conclusa senza gravi disordini. Negli ultimi giorni non si sono registrati nuovi episodi significativi grazie alla strategia di deterrenza del governo Laburista di Keir Starmer. Sono stati schierati 6.000 poliziotti nelle città a rischio e le persone coinvolte negli scontri sono state identificate e rapidamente processate, con già alcune condanne. Le autorità hanno anche indagato sui legami tra l'estrema destra e hooligans, mentre la disinformazione online, inclusa la falsa notizia riguardante un omicidio a Southport, ha contribuito a fomentare le tensioni. Si teme tuttavia che il sovraffollamento carcerario possa complicare la gestione dei detenuti. Nonostante la situazione rimanga tesa, il governo si è detto pronto a fronteggiare eventuali nuove proteste.
🇧🇩 BANGLADESH: DIMESSA LA PRIMA MINISTRA SHEIKH HASINA, ARRIVA IL TURNO DI MUHAMMAD YUNUS
3) La prima ministra del Bangladesh, Sheikh Hasina, si è dimessa lunedì dopo settimane di intense proteste antigovernative culminate con l’assalto alla sua residenza ufficiale a Dacca da parte di migliaia di manifestanti. Hasina, in carica dal 2009, ha lasciato il paese in elicottero insieme alla sorella, volando verso New Delhi, India, con l'intenzione di proseguire verso Londra. Il capo di stato maggiore, Waker Uz Zaman, ha annunciato la formazione di un governo ad interim, mentre a Dacca e in altre città del paese i manifestanti hanno festeggiato le dimissioni, incendiando la sede del partito di Hasina, la Lega Awami, e attaccando diverse stazioni di polizia. L'esercito, che aveva represso le proteste su ordine del governo, potrebbe giocare un ruolo cruciale nel futuro politico del Bangladesh. Le proteste, iniziate a luglio contro il sistema di quote per gli impieghi pubblici riservati ai familiari dei reduci della guerra di indipendenza del 1971, si sono rapidamente trasformate in una rivolta generale contro il governo. Nonostante la Corte Suprema avesse modificato il sistema di quote, le manifestazioni si erano intensificate, portando il governo a interrompere più volte la connessione internet e i social network per ostacolare i disordini. Le autorità hanno imposto il coprifuoco e arrestato 11mila persone, ma ciò non ha impedito il proseguimento delle proteste. Secondo il figlio di Hasina, Sajeeb Wazed Joy, la decisione di dimettersi è stata presa per la sua incolumità, mentre la polizia ha riferito che circa 250 persone sono morte negli scontri, inclusi venti manifestanti uccisi lunedì. In seguito alle dimissioni di Hasina, il presidente del Bangladesh, Mohammed Shahabuddin, ha nominato Muhammad Yunus, vincitore del Nobel per la Pace nel 2006, come capo di un governo di transizione dopo aver sciolto il parlamento. Yunus, noto per il suo impegno nel microcredito e criticato dal governo precedente, aveva recentemente accettato la proposta degli studenti di guidare il governo fino alle nuove elezioni, nonostante fosse stato condannato a sei mesi di prigione per presunte irregolarità. Anche altre figure pubbliche e attivisti avevano chiesto un governo civile, escludendo un coinvolgimento militare. Inoltre, il presidente ha ordinato il rilascio dell’ex prima ministra e leader dell'opposizione, Khaleda Zia, e di altre persone arrestate durante le proteste. Le scuole, chiuse durante le manifestazioni, sono state riaperte, ma non è chiaro quando riprenderanno le lezioni.
🇺🇸 CROLLANO LE BORSE MONDIALI, USA SOTTO OSSERVAZIONE A CAUSA DEGLI SCARSI DATI SULL’OCCUPAZIONE
4) Non la migliore settimana per le borse mondiali, continuando una tendenza iniziata venerdì scorso. Il Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha registrato una perdita del 12,4%, la più alta dal 1987. Negli Stati Uniti, l'S&P 500 e il Nasdaq hanno aperto rispettivamente in calo del 3,7% e del 4,7%. Anche in Europa i principali indici, tra cui il FTSE 100, il Dax 40 e il Cac 40, hanno segnato perdite. Le performance negative sono attribuite ai deludenti dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti (hanno mostrato la creazione di soli 114.000 nuovi posti di lavoro a luglio, uno dei dati più bassi degli ultimi anni, e un aumento del tasso di disoccupazione al 4,3%), che hanno alimentato timori di un rallentamento economico. Inoltre, la diminuzione dell'entusiasmo per il settore dell'intelligenza artificiale, insieme ai risultati trimestrali inferiori alle aspettative di aziende come Tesla e Alphabet, ha ulteriormente influenzato i mercati. Crescono i timori di una possibile recessione negli Stati Uniti, con Goldman Sachs che ha aumentato le probabilità di tale scenario entro il prossimo anno dal 15% al 25%. Si discute anche della possibilità che la Federal Reserve possa presto annunciare un taglio dei tassi di interesse, forse addirittura prima della riunione prevista a metà settembre, al fine di stimolare l’economia. Nonostante la crescita sostenuta del PIL statunitense negli ultimi anni, favorita dai risparmi accumulati durante la pandemia, l'economia potrebbe essere a rischio di passare da uno scenario di "atterraggio morbido" (soft landing) a uno di "atterraggio duro" (hard landing). La regola Sahm, che monitora l'andamento della disoccupazione, suggerisce che gli Stati Uniti potrebbero essere all'inizio di una recessione. Tuttavia, alcuni economisti ritengono che i mercati abbiano reagito in modo eccessivo e che ci siano ancora segnali positivi, come la crescita del PIL e il buon andamento dei redditi e della spesa dei consumatori.
🇪🇸 CHARLES PUIGDEMONT TORNA IN CATALOGNA, MA FUGGE SOTTO GLI OCCHI DELLA POLIZIA. LE MOTIVAZIONI
5) I Mossos d'Esquadra, la polizia regionale catalana, stanno cercando Carles Puigdemont, ex presidente della Catalogna, tornato nella regione dopo sette anni di esilio. Puigdemont rischia l'arresto in Spagna per il suo ruolo nell'organizzazione del referendum indipendentista del 2017, considerato illegale dalle autorità spagnole. Nonostante il Parlamento spagnolo abbia approvato un'amnistia per i coinvolti nel processo indipendentista, il Tribunale Supremo ha negato tale beneficio a Puigdemont, accusandolo di appropriazione indebita di fondi pubblici. Dopo un comizio a Barcellona, Puigdemont è scomparso, scatenando un'operazione di ricerca della polizia, che ha coinvolto posti di blocco in tutta la Catalogna. È stato arrestato un agente dei Mossos d'Esquadra per presunto aiuto nella fuga di Puigdemont, e un secondo agente è stato arrestato più tardi con accuse simili. Il comizio di Puigdemont, a cui hanno assistito circa 3.500 persone, è stato seguito da scontri con la polizia. Puigdemont era tornato in Catalogna per cercare di bloccare un accordo di governo tra i Socialisti e Esquerra Republicana (ERC). Il Partito Socialista catalano aveva vinto le elezioni regionali del 12 maggio, ma non aveva ottenuto la maggioranza assoluta e aveva negoziato con ERC per formare un governo, escludendo il partito di Puigdemont, Junts. Oggi Puigdemont ha fatto sapere di essere tornato a Waterloo, in Belgio, e ha criticato il dispiegamento di forze per arrestarlo, paragonandolo a casi di terrorismo, e ha ribadito che le accuse contro di lui sono politicamente motivate.
🥇 OLIMPIADI: L’ITALIA EGUAGLIA IL MEDAGLIERE DI TOKYO, MA CON PIÙ ORI. DOMINANO CINA E USA
6) Andiamo infine con una carrellata, letterale, di medaglie italiane provenienti dalle Olimpiadi. Innanzitutto un dato: è stato quantomeno eguagliato il numero di medaglie ottenute a Tokyo 2021 (40). La volta scorsa eravamo rimasti a 17 medaglie totali al 3 agosto, per cui tocca proseguire da qui. Partiamo dagli ori, ottenuti nel ciclismo su pista (specialità Madison donne dalla coppia Consonni-Guazzini), dalla straordinaria Alice D’Amato nella trave, dal duo Errani-Paolini nel doppio femminile di tennis, nello skeet a squadre miste (Rossetti-Bacosi), nel windsurf donne con Marta Maggetti e nel Multiscafo misto con la coppia Tita-Banti, per un totale di 11 ori. I nuovi argenti sono arrivati nell’atletica (10.000 m donne con Nadia Battocletti), nel 500m canoa doppia uomini con la coppia Casadei-Tacchini, nel canottaggio (2, una nel doppio uomini pesi leggeri con il duo Oppo-Soares e un’altra nel quattro senza uomini), nel ciclismo su pista (specialità Madison uomini con la coppia Consonni-Viviani), nel nuoto (1.500m stile libero uomini con Gregorio Paltrinieri) e nella scherma (fioretto a squadre uomini, stavolta), raggiungendo i 13 argenti. I bronzi invece sono al momento 15. Si sono aggiunti due straordinari risultati nell’atletica (salto in lungo con Mattia Furlani e salto triplo con Andy Diaz), nell’inseguimento a squadre uomini in materia di ciclismo su pista, nella trave donne con Manila Esposito (nella stessa gara dell’oro di Alice D’Amato), due nella ginnastica ritmica (Sofia Raffaeli nell’All-Around individuale e nell’All-Around gruppi), nel nuoto di fondo (10 km donne con Ginevra Taddeucci), nel pentathlon moderno con Giorgio Malan, nel sollevamento pesi con Antonino Pizzolato (uomini 89 kg), nel taekwondo (uomini 80 kg con Simone Alessio) e nel tennis individuale maschile con Lorenzo Musetti. Eliminazione cocente ha riguardato il volley maschile (solo quarto), mentre recriminazioni per Gianmarco Tamberi nel salto in alto (la cui gara è stata condizionata da problemi di salute, mentre a brillare è stato l’altro italiano Stefano Sottile, quarto anche lui). Il volley femminile è in corsa per l’oro contro gli Stati Uniti (domani). Il medagliere è dominato dalla Cina, con 38 ori, 27 argenti e 24 bronzi, seguiti da USA 36-42-42 e Australia 18-18-14.
-------------
Andiamo velocemente a un paio di brevi 👇
💻 Un giudice federale degli Stati Uniti ha stabilito che Google ha abusato della sua posizione dominante nel settore della ricerca online, violando la legge sulla concorrenza e impedendo lo sviluppo di tecnologie rivali. Questa sentenza potrebbe portare a significativi cambiamenti nel funzionamento del motore di ricerca di Google e in tutto il settore. Il processo, iniziato nel settembre 2023, è il primo grande caso antitrust contro una società tecnologica dai tempi di Microsoft nel 1998. Il dipartimento di Giustizia ha accusato Google di mantenere il suo monopolio con metodi illegali, limitando l'innovazione e danneggiando la concorrenza. Secondo l'accusa, Google ha utilizzato il suo monopolio per imporre prezzi elevati agli inserzionisti, ottenendo enormi profitti senza migliorare la qualità del servizio. La sentenza ha confermato che Google ha speso miliardi per mantenere il suo motore di ricerca come predefinito su dispositivi mobili, ostacolando ulteriormente la concorrenza. Google prevede di fare appello, e il caso potrebbe arrivare alla Corte Suprema.
🇺🇸 Martedì, Tim Walz, il nuovo candidato alla vicepresidenza per i Democratici, ha partecipato al suo primo comizio accanto alla candidata alla presidenza Kamala Harris a Philadelphia, Pennsylvania, davanti a 12.000 persone. Harris aveva annunciato poco prima di aver scelto Walz come suo vice. Governatore del Minnesota, Walz è un politico di spicco del Midwest, una regione cruciale per le elezioni. Durante il discorso, Walz ha ringraziato Harris per aver ravvivato la campagna elettorale e ha mostrato una forte intesa con lei. Ha attaccato duramente il candidato repubblicano Donald Trump, sottolineando i suoi processi e condanne, e difendendo i diritti civili e riproduttivi. Walz, noto per le sue posizioni progressiste, ha ironizzato su JD Vance, candidato alla vicepresidenza per i Repubblicani, chiamando Trump e Vance "inquietanti e strani". Sia Harris che Walz hanno evidenziato il passato di Walz come insegnante e allenatore, un aspetto che potrebbe attrarre sia elettori progressisti che moderati.
🇯🇵 Giovedì mattina, un terremoto di magnitudo 7.1 ha colpito al largo della costa di Nichinan, nell'isola di Kyushu, in Giappone. L'epicentro si trovava a una profondità di circa 30 chilometri. Nonostante l'assenza di danni gravi, tre persone sono rimaste ferite e piccoli tsunami, alti meno di un metro, hanno raggiunto le prefetture di Miyazaki e Kochi. In Miyazaki è ancora in vigore un'allerta tsunami di livello basso, che invita le persone ad allontanarsi dalle zone costiere. Anche l'USGS ha confermato la scossa, preceduta da un'altra di magnitudo 6.9. La stessa sera l'istituto meteorologico giapponese ha emesso per la prima volta un'allerta per un possibile "megaterremoto", un evento sismico di magnitudo superiore a 8.5. Questo potrebbe verificarsi nei pressi della fossa di Nankai, al sud dell'isola di Honshu. L'allerta, di livello più basso, invita la popolazione a prepararsi per eventuali evacuazioni, ma non implica un rischio imminente. L'allerta resterà in vigore per almeno una settimana.
Alla prossima 👋
0 notes
Text
Guerra civile libanese (1975-1991)
ph. Ferdinando Scianna
1 note
·
View note
Text
IMAGENES Y DATOS INTERESANTES DEL DIA 14 DE JUNIO DE 2024
Día Mundial del Donante de Sangre, Día Nacional de las Lenguas de Signos Españolas, Semana Internacional de la Salud Masculina, Año Internacional de los Camélidos.
San Eliseo y Santa Digna.
Tal día como hoy en el año 1985
Milicianos chiíes libaneses secuestran un avión de la aerolínea TWA cuando volaba de Atenas a Roma, con 147 pasajeros a bordo. El secuestro duró 16 días.
1982
Rendición de las tropas argentinas en Puerto Stanley (capital de las Islas Malvinas) dos meses después de iniciadas las hostilidades entre Argentina y Reino Unido. En la Guerra de las Malvinas, han muerto casi 700 argentinos y poco más de 200 británicos. (Hace 42 años)
1940
España ocupa Tánger (ciudad del norte de Marruecos) con una fuerza de 4.000 hombres procedentes del Marruecos español "en nombre del sultán", incorporando así la plaza al protectorado. La ocupación cuenta con el consentimiento de Francia y el Reino Unido, ya que el Gobierno español ha expresado su intención de respetar todos los derechos de las diferentes potencias con grandes intereses en la zona. (Hace 84 años)
1940
Las tropas nazis entran en París (Francia). Sólo hace dos semanas que se han evacuado a los defensores aliados a Gran Bretaña. Una semana después, el Primer Ministro francés Henri Pétain firmará un armisticio con los alemanes y formará un gobierno colaboracionista. (Hace 84 años)
1800
En el norte de Italia, el ejército francés del primer cónsul Napoleón Bonaparte derrota a los austríacos en la batalla de Marengo volviendo a retomar el control de Italia. (Hace 224 años)
1789
El Capitán William Bligh y 17 marinos expulsados del buque británico Bounty, alcanzan las costas de Timor tras navegar 3.600 millas a bordo de una pequeña chalupa. Sorprendentemente, sólo uno de los 18 hombres ha muerto durante el viaje al ser atacado por los nativos de una isla donde habían desembarcado a recoger víveres y agua potable. Bligh será recogido por un barco británico que lo devolverá a Inglaterra, donde en marzo de 1790 se enfrentará a un consejo de guerra del que saldrá absuelto. (Hace 235 años)
1777
En EE.UU., los padres de la patria reunidos en el Segundo Congreso Continental, aprueban una resolución mediante la cual se establece la bandera de la nueva nación. En la resolución se dice que el estandarte deberá tener "13 franjas rojas y blancas distribuidas en forma alterna, que representarán los 13 Estados recién creados, y 13 estrellas sobre un solo fondo, que representarán su fusión en una sola unión". (Hace 247 años)
1699
En Inglaterra, en la Real Sociedad de Londres, el mecánico Thomas Savery presenta la primera máquina de vapor, cuyo diseño se guardará como secreto de Estado. Será empleada para extraer el agua de las minas. (Hace 325 años)
1658
En la actual Francia, en las arenas de Dunkerke tiene lugar la Batalla de las Dunas que enfrenta al ejército anglo-francés (ambos países colaboran contra las tropas españoles en los Países Bajos), bajo el mando del vizconde de Turenne, contra el español conducido por Juan José de Austria y Luis II de Condé. El enfrentamiento concluye con la derrota española, que pierde cerca de 6.000 hombres, incluyendo de 3.000 a 4.000 prisioneros, frente a los 4.300 del ejército anglo-francés. (Hace 366 años)
1645
En Naseby, en el transcurso de la guerra civil inglesa, el New Model Army del Parlamento, comandado por Oliver Cromwell y Thomas Fairfax, derrota a los partidarios del rey Carlos I, mandados por el príncipe Ruperto del Palatinado. De nuevo la caballería de Cromwell ha protagonizado un decisivo ataque. (Hace 379 años)
1158
En el documento "Der Augsburger Schied (La Decisión de Augsburgo)", fechado en el día de hoy, se recoge una concesión que hace emperador Federico I Barbarroja al duque bávaro Enrique de León, de un permiso para construir un puente que cruce el río Isar (Alemania), en una zona que está habitada por religiosos desde el siglo VIII, y que se menciona por primera vez con el nombre de Múnich. Es por ello que este documento se considera el acta fundacional de la ciudad alemana de Múnich. (Hace 866 años)
1 note
·
View note
Text
Claramente, se aplican estándares especiales a Israel para protegerlo de la crítica y la clasificación, mientras que se aplican estándares especiales al pueblo palestino para evitar que se oponga a Israel, militar o incluso pacíficamente... He visto a invitados árabes en las últimas semanas aparecer en programas de noticias de la televisión occidental y siempre se les hacía la misma pregunta. ¿Condenas a Hamás? ¿Condenas el ataque? ¿Cree que Hamás debería ser eliminado, sí o no?... ¿qué le hizo sentirse moralmente superior a mí para determinar la manera en que puedo demostrar mi valía como ser humano? ¿Por qué mi ciudadanía está condicionada a la respuesta correcta a la pregunta, simplemente por mi origen étnico como árabe?... ¿Por qué la humanidad de alguien nacido en Israel no está condicionada por los medios occidentales, pese a los miles de crímenes de guerra cometidos desde el día en que Israel se impuso ocupando la nación palestina existente?... De hecho, necesito darle la vuelta a su interrogatorio. Le pregunto, dado que Israel mató a palestinos a un ritmo de al menos uno por día sólo el año pasado, ¿condenó usted esos asesinatos diarios? Si condenara esos asesinatos, lo consideraría moralmente calificado para exigirme una respuesta... De hecho, estoy más calificado para plantearle esa pregunta. Yo debería juzgar, no usted. Soy una víctima de los crímenes de guerra israelíes y crecí sometido a los bombardeos israelíes semanales en el Líbano (contra palestinos y libaneses, civiles y combatientes sin tener en cuenta distinciones.)... Yo, un ser humano que sobrevivió a duras penas a la invasión israelí de 1982 y al posterior asedio salvaje de Beirut, me niego a que nadie me pida que condene nada, especialmente alguien de Occidente que trabaja para un medio de comunicación que se especializa en perdonar los crímenes de guerra israelíes... Que los medios y los gobiernos occidentales no valoren las vidas humanas por igual entre árabes e israelíes no es algo que deba demostrarse. Es demasiado obvio para necesitar documentación... Nos invitan a los árabes a sus programas y comienzan a bombardearnos en nombre del Estado de Israel tan pronto como nos sentamos. Su objetividad es algo de lo que nos burlamos... Lo único que resultará de esto es que las personas de color en todo el mundo podrán ver por sí mismas hasta qué punto la raza y el origen étnico desempeñan un papel importante en la configuración de las políticas exteriores de los países occidentales. Los diferentes precios que se imponen a las vidas humanas nunca han sido tan claramente claros (Asad AbuKhalil, profesor de ciencias políticas en la Universidad Estatal de California)
#guerradepalestina#colonialismoisraeli#miseriamoral#mediosdecomunicación#manipulacion de la informacion#crimencontralahumanidad
0 notes
Text
Hezbollah: «Non vogliamo l'estensione del conflitto»
Hezbollah: «Non vogliamo l'estensione del conflitto». Continua senza sosta la guerra in Medioriente. Il capogruppo parlamentare di Hezbollah, Muhammad Raad, ha affermato che il movimento filo-iraniano libanese non vuole l'allargamento del conflitto, ma soltanto che Israele cessi i suoi attacchi. Parlando alla folla durante le esequie di un combattente ucciso nel sud del Libano, Raad ha affermato che «se Israele vuole espandere il conflitto, noi andremo fino alla fine. Non temiamo le loro minacce». Daniel Hagari, portavoce militare d’Israele, ha detto al New York Times che il suo Paese è entrato in una «nuova fase» nella guerra ingaggiata a Gaza contro Hamas. «È iniziata una fase nuova, meno intensa, dei combattimenti», caratterizzata da un ricorso minore alle forze di terra e agli attacchi aerei, ha precisato Hagari a poche ore dall'arrivo in Israele del segretario di Stato americano Antony Blinken. Intanto la Jihad islamica ha diffuso sui social un video dell'ostaggio Elad Katzir, 47 anni, rapito il 7 ottobre nel kibbutz di Nir Oz. Sua madre Hanna è stata successivamente liberata. Il fratello di Elad, Rami, era stato ucciso durante il maxi attacco di Hamas. «Le guerre moderne non si svolgono più solo su campi di battaglia delimitati, né riguardano solamente i soldati. In un contesto in cui sembra non essere osservato più il discernimento tra obiettivi militari e civili, non c'è conflitto che non finisca in qualche modo per colpire indiscriminatamente la popolazione civile», ha denunciato Papa Francesco nell'udienza al Corpo diplomatico di questa mattina. Intanto, in vista della visita in Israele del segretario di Stato americano Antony Blinken, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha affermato in un'intervista al Wall Street Journal che le forze israeliane si stanno spostando da quella che ha definito «l’intensa fase di manovra della guerra» verso «diversi tipi di operazioni speciali». E ha avvertito che Israele «non abbandonerà il suo obiettivo di distruggere Hamas, ponendo fine al suo controllo su Gaza e liberando gli ostaggi che restano nelle mani dei fondamentalisti».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
27/11/2023
Una citazione da Una trilogia palestinese al giorno
Tra le macerie di Damur* i figli dei martiri e i superstiti di Tell al-Za'tar avevano trovato rifugio, l'ultimo di una lunga serie. Avevano riunito la stanchezza, il senso di sconfitta e quanto dei loro corpi era stato risparmiato dai coltelli, ed erano venuti a Damur. Erano venuti a cercare riposo su un metro di terra aperto ai venti e ai canti. Ma quel che non avevano potuto le barbariche lame, lo portarono a compimento i più moderni aerei, che non smisero mai di bombardare questo ritaglio d'umanità. Dove potevano andare? Dove? Di massacro in massacro, il mio popolo va avanti, si moltiplica in mezzo alle macerie, alza il braccio nel segno della vittoria e festeggia matrimoni.
Hanno nipoti, le bombe? Noi.
Hanno nonni, le schegge? Noi.
Mahmoud Darwish
* La strage di Damur (gennaio 1976) è uno degli episodi più crudeli della guerra civile libanese. Tra i trecento e i cinquecento civili cristiano-maroniti furono uccisi dai palestinesi del campo profughi di Tell al-Za'tar per ritorsione a seguito del massacro perpetrato dalle Falangi libanesi nel campo profughi di Qarantina che, a sua volta, aveva causato la morte di oltre mille persone, in prevalenza civili palestinesi.
#mahmoud darwish#palestine#palestinian literature#palestinian writers#free palestine#free gaza#gaza#gaza strip#gaza genocide#israel#i stand with palestine#lebanon#literature#book quotes#mailmiocuoredipietratremaancora
1 note
·
View note
Text
10 nov 2023 09:48
“IL 7 OTTOBRE È FINITO IL MITO DELL’INVINCIBILITÀ DI ISRAELE. ORA NETANYAHU TRATTI” - WALID JUMBLATT, EX LEADER DEL PARTITO SOCIALISTA LIBANESE: “L’IRAN DIETRO HAMAS? QUALE MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NEL MONDO NON HA CERCATO ASSISTENZA DALL’ESTERO. L’FLN IN ALGERIA HA CHIESTO ALL’EGITTO DI NASSER, MANDELA IN SUDAFRICA ALL’URSS. PIUTTOSTO C’È DA CHIEDERSI PERCHÉ I PALESTINESI CHE SONO AL 70% SUNNITI NON HANNO TROVATO SPONDE ARABE E SI SONO DOVUTI RIVOLGERE ALL’IRAN? - ISRAELE DICE CHE DEVE SRADICARE HAMAS? SE NON SI CHIAMERÀ HAMAS, SARÀ QUALCOSA D’ALTRO A CHIEDERE IL DIRITTO DI VIVERE DIGNITOSAMENTE E LIBERI��” -
Estratto dell’articolo di Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”
Walid Jumblatt è il grande vecchio della politica mediorientale. È stato amico e nemico di tutti. A vent’anni era il golden boy di Beirut con un castello dei crociati come casa di montagna, motociclette e ragazze mitiche. A 28 anni gli uccidono il padre e lui eredita il partito dei drusi. «Non si sceglie il proprio destino» è la sua frase più celebre. Sopravvive a un’autobomba. Kalashnikov alla mano attraversa la guerra civile. E ce la fa. Da qualche mese ha ceduto il Partito socialista progressista al figlio Tamayur.
Jumblatt, l’attacco del 7 ottobre sta cambiando il Medio Oriente?
«È presto per dirlo. Di certo ha aperto una guerra che sarà lunga, sanguinosa per palestinesi e israeliani. Il primo risultato è stata la distruzione del mito dell’invincibilità d’Israele. Comunque, le radici di ciò che sta avvenendo sono profonde».
Lei è di appena un anno più giovane di Israele, è quello l’inizio a cui pensa?
«Ancora prima, nell’800 quando i primi sionisti si trasferirono qui».
Anche per lei, come per Hamas, Israele non deve esistere?
«Molti hanno continuato a dire di voler espellere gli ebrei dal fiume Giordano al mare.
Io no. Secondo me Israele dentro i confini del Mandato Britannico del 1948 e uno Stato palestinese in Cisgiordania e Gaza nei confini del 1967 della Risoluzione Onu 242, sarebbero la soluzione corretta. Poi c’è Gerusalemme».
Altro nodo soffocante.
«[…] De Gaulle, un grand’uomo, nel novembre 1967 chiese il ritiro di Israele dai territori occupati e l’internazionalizzazione di Gerusalemme. […]».
Sia Hamas a Gaza sia Hezbollah qui in Libano sostengono che l’Iran non abbia partecipato al 7 ottobre.
«Non è rilevante. Mi dica quale movimento di liberazione nel mondo non cerca assistenza dall’estero. L’Fln in Algeria ha chiesto all’Egitto di Nasser, Mandela in Sudafrica all’Urss, l’Ira irlandese, l’Eta basca… tutti hanno cercato aiuti. Piuttosto c’è da chiedersi perché i palestinesi che sono al 70% sunniti non hanno trovato sponde arabe e si sono dovuti rivolgere all’Iran?».
Paragonare Hamas a Mandela è provocazione o offesa?
«Mandela veniva definito terrorista. Come Arafat con cui poi hanno firmato accordi. Dipende sempre da chi vince».
Quindi il terrorismo è cosa buona e giusta?
«Non ho detto questo. Dico: dategli un’alternativa. Dategli un cessate il fuoco e poi trattate. Magari gli ostaggi saranno rilasciati in cambio dei palestinesi in prigione. Se Netanyahu non lo fa significa che vuole continuare a uccidere civili e bambini con la scusa di Hamas. È morale questa sua violenza?».
Israele dice che prima di tutto deve sradicare Hamas.
«Possono distruggere Gaza, cosa che in gran parte è già fatta, uccidere i leader principali di Hamas, ma non l’idea, non un’intera nazione. Se non si chiamerà Hamas, sarà qualcosa d’altro a chiedere il diritto di vivere dignitosamente e liberi». […]
0 notes
Link
0 notes
Text
Arrestan a tres hombres de Miami por negociar con la red financiera de Hizbulá
El año 2006, el Departamento de Estado identificó a Galería Page como “el principal puntal de Hizbulá en la región”.
Según el fiscal Sloman, el gerente de la tienda – identificado como Muhammad Yusif Abdallah – paga una cuota regular a Hizbulá sobre las ganancias que obtiene con sus negocios.
Además, según la Oficina de Bienes Extranjeros del Departamento del Tesoro, el establecimiento integra una red continental que financia un individuo llamado Assad Ahmad Barakat, incluido la “lista negra” de los terroristas desde el año 2004.
Hezbollah entra a América Latina por la puerta del frente: la estrategia para su expansión
Tras la caída del Imperio Otomano, miles de refugiados árabes que huían huyendo de la guerra encontraron refugio en América Latina, comenzando un nuevo capítulo en sus vidas. Esta ola de inmigración ha llevado, hoy, una comunidad de más de 10 millones de libaneses viviendo en el continente.
En ese entonces, una política de migración abierta permitió una llegada masiva de libaneses que arribaron principalmente a Venezuela. Significativamente, muchos de esos inmigrantes se instalaron en la zona de la Triple Frontera, un área de 200 kil��metros cuadrados ubicada en la intersección de Argentina, Brasil y Paraguay, que incluye una ciudad de cada país: Puerto Iguazú en Argentina, Foz de Iguazú en Brasil y Ciudad del Este en Paraguay.
Un estudio hecho en 1990 por el Comando Especial de Operaciones de los Estados Unidos revela que los “clérigos del Hezbollah comenzaron a plantar agentes y a reclutar simpatizantes entre los inmigrantes árabes y musulmanes en la Triple Frontera en el momento más álgido de la guerra civil libanesa, a mediados de la década de 1980”. Estas redes de apoyo de Hezbollah, conocidas localmente como “clanes” son usadas por los grupos militantes para obtener acceso al continente Latinoamericano para su expansión económica y logística.
1 note
·
View note
Text
“ Samar continuava a parlare con quel suo strano fervore: - Ascolta, tu non ascolti, dobbiamo spiegare che la nostra causa è giusta, bisogna che rendiamo pubbliche le pratiche dei fascisti, gli omicidi, gli stupri, le ruberie, i transfert, le case distrutte. Il cinema di denuncia, è questo il suo ruolo. Rendere di pubblico dominio. Bisogna... - Ma anche noi... Le ho detto che anche noi commettiamo degli errori, che anche noi ammazziamo, anche noi... - Non è vero, quel che dici non è vero. - Giuro che è vero! Damour. Noi a Damour... - Non parlare di Damour! Ti sei dimenticato del quartiere dei mattatoi, di Karantina, di Na'aba, di Tell al-Za'atar? - Compagna, non parlarmi con questo tono! Sta' calma, sto solo dicendo la verità! - No, non è la verità, la verità dev'essere al servizio della rivoluzione, questi sono discorsi che turbano i nostri militanti. - La verità è al servizio della verità. Ascolta. - Ascolta tu. La guerra è guerra. - Lo so, giuro che lo so, si fanno errori in tutte le guerre, la cosa fondamentale è la questione politica, però commettiamo anche noi degli errori. - No, tu la fai troppo grossa, come fa un combattente come te a parlare in questo modo? - Giuro, sorella, io queste cose le, so. Eppure combatto e continuerò a combattere. Sí insomma, tutto questo non c'entra. Però è la verità. Io rimango, dove vuoi che vada? Alla fine di quella conversazione, Samar mi ha consigliato di tornare all'università. Ma che università e università, come faccio a studiare? L'occhio sano non è mica sano, quando leggo per un po' mi diventa rosso e mi piglia un dolore insopportabile, all'università non posso tornare e un altro mestiere non lo so fare. E poi non voglio. Come posso dimenticare? Metà dei miei amici sono morti martiri, come faccio? Li lascio nella tomba e scappo via, come ho fatto con Samíh? No. Si è alzata, il cameriere ha portato il conto. Voleva pagare lei, non gliel'ho permesso. “
Elias Khuri, Facce bianche, traduzione dall'arabo di Elisabetta Bartuli, Einaudi (collana L'Arcipelago n° 126), 2007¹; pp. 185-186.
[1ª Edizione originale: الوجوه البيضاء, (Wujuh al-bayda), editore Dar Al Adab, Beirut, 1981]
#Elias Khuri#Facce bianche#letture#leggere#libri#narrativa#guerra civile libanese#Libano#Levante#Beirut#Medioriente#citazioni letterarie#conflitti#letteratura araba#società libanese#letteratura libanese#società arabe#Vicino Oriente#settarismo#Elisabetta Bartuli#romanzo#romanzi#Medio Oriente#Israele#confessionalismo#Siria#Palestina#questione palestinese#responsabilità#verità
6 notes
·
View notes
Text
7 días en Beirut
Sigue oscuro. Ha llovido. Un canto acogedor pasa por la calle Makdessi, barrio de Hamra, y entra por mi ventana en el hotel Embassy de escaleras alfombradas en rojo. Es el fajr, rezo musulmán a las 5:40am que sale de los altavoces, arriba en las atalayas sobre la ciudad. Es el centro de Beirut, cerca de donde se levanta gruesa y color arena la mezquita Mohammad Al Amin y sus cúpulas turquesas, cerca al mar y a pocos metros del parlamento, escenario principal, junto a Hamra, de la “semana de la ira”.
Así nombran los libaneses a este acontecimiento que inició el 13 de enero y se extiende dentro de los más de noventa días de saura (revolución) iniciada en octubre. Se reclama un gobierno constituido por profesionales técnicos sin vínculos partidistas.
Revienta un ruido para dispersar gente. Es la noche del 17. Las calles son cuadrículas. Arde un pequeño montón de cartón. La respiración pica, flotan partículas de gas lacrimógeno. Cerca, una manifestación frente a la ya destrozada y ahora protegida sede del Banco nacional libanés. Asociados al usureo en un sistema envilecido e impopular, los bancos limitan el retiro a los ahorradores para evitar la caída de liquidez. Hace dos días la saña vandalizó los bancos en esta zona turística.
La corrupción en una economía rescatada en abril de 2018 por los 10 mil millones de euros prometidos por la UE, EE. UU., Arabia Saudí (entre otros), más el impuesto que en octubre 2019 se pretendió aplicar a los mensajes de voz por WhatsApp, sacaron a los jóvenes a la calle y a Saad Hariri del primer ministerio.
Este cambio que piden gritando saura reclama un gobierno pragmático alejado del lobby político-religioso, que saque al Líbano de la crisis, del puesto 138 de 180 en el ranking de corrupción de Transparencia Internacional y de ser el tercer país más endeudado del mundo.
Herencia de la política colonial anglo-francesa que repartió la zona entre 1914 y 1945, Líbano organiza su gobierno en cuotas confesionales que dosifican el poder entre cristianos maronitas, musulmanes chiíes y sunís.
Hezbolá es el partido político chií. Tiene una participación clave en la formación de gobiernos, es aliado de Irán, antiisraelí y tiene un ejército paralelo al libanés y es “terrorista” en el inventario de EE. UU.
A pie al Museo nacional de Beirut, siguiendo el Google Maps, se puede perder uno y entrar por una calle en un barrio decorado con un poster de un miliciano orgulloso y su rifle, fotos del general Sulleimani asesinado por EE. UU. y banderas de lo que reconocí eran los colores y el fusil de Hezbolá asomando entre casitas apretadas y delgadas. No hago ninguna foto, ni pregunto si puedo hacer una. Identifico la salida y salgo.
El mito, embrollado con la historia del arte, narra que Zeus disfrazado de buey raptó en Tyro (Líbano) a una diosa y nadó hasta Creta con ella sobre su lomo. La doncella se llamaba Europa. En Hamra transita la vida turística, comercial, local y multicutural en un país donde nació occidente, cuya diáspora registra alrededor de ocho millones de libaneses y sus remesas representaron el 10% del PIB libanés en 2017 y donde llega Estados Unidos montado en Starbucks, en las camionetas HUMMER de la ONU o del ejército, en las 4x4 o en las universidades con las palabras “American” y “University”.
Hoteles lujosos frente al mar y con vistas a las montañas con pistas de ski, edificios en cemento, vacíos, con huecos de mortero y agujeros en vez de ventanas; los más altos son barracas militares en la base y las casas de los cincuenta esconden sus capiteles entre plantas silvestres. La arquitectura resiste con belleza agotada por la guerra civil (1975-1990) y por las ocupaciones israelís (en diferentes periodos entre 1978 y el 2006).
En Hamra, los postes de luz apenas iluminan o están apagados, las luces de la calle salen de lado desde los cafés locales y de las tiendas, se mueven en las luces amarillo gastado de un taxi Mercedes clásico de los 80, intercalan rojo y verde la acera desde el semáforo, el punto naranja de una colilla de cigarrillos, el humo sobre la calle a medio iluminar o una línea azul eléctrico que anuncia una barra de vinos. Hay un déficit energético. Todos los días, tal vez cada hora, se va la luz. Pasan unos segundos. Se enciende. En toda la ciudad. Como si existiese un interruptor para eso.
Desde el Sursock Museum, que alberga en su palacio la modernidad y compromiso del arte levantino (Siria, Palestina y Líbano), se llega al hotel cruzando el parlamento. Los militares detienen a quien lleve mochila. La abre. La revisa. Pasa -mueve la mano-, mirando al siguiente. Hay gente, arengas, una barrera, un cerco policial, un camión con cañón de agua, un cerco militar y el parlamento.
Una tarde en la semana de la furia. Un camioncito anima con los altavoces. Un remolino se forma ante las vallas. Quieren quitar las púas, sacuden las vallas, se acumulan, alborotan. Porrazos desde el otro lado. Se encrespan, remecen más las vallas, se suben a las barreras, la gente desde atrás se entusiasma, empuja hacia adelante y aparecen cuatro, trotando, arrimando con su paso, cargando una vaya y usando su impulso la tiran por encima del cerco sobre los policías. Algarabía.
Se asoman por encima y detrás del cerco policial las luces del camión-cañón de agua.
Gases, piedras, esquivarlas, los policías las tiran de vuelta, cae un pedazo grande de tierra sólida y se hunde en el suelo haciendo un sonido ahogado y hondo. Los gases empujan a la muchedumbre, el cañón de agua hace un rápido ruido neumático-electrónico, apunta directo, es un ser antidisturbios, ilumina y dispara un chorro intenso, tres caen empujados, el resto se dispersa, pican los ojos, se reagrupa la gente, rompen cosas y cargan contra la barrera. Gases.
Finalmente, el barullo empuja a la muchedumbre. Me empuja.
Llego a Makdessi, una sopa caliente de pollo, algas y champiñones que huele a pescado en el fastfood amarillo con barra “asiática” atendido por inmigrantes filipinos y donde en la entrada una mujer que deja ver sus ojos fenicios tras el hijab pide dinero con sus pequeños.
El 22 de enero el primer ministro desde octubre, Hassan Diab, anunció que después de tres meses se formó el gabinete “idóneo”: profesionales técnicos y sin enlaces político-religiosos. Esto será un reto en un gobierno donde, por ejemplo, el presidente Michel Aoun, cristiano, tiene el apoyo de la alianza con Hezbolá.
Los jóvenes, las protestas o la calma, decidirán.
2 notes
·
View notes
Text
Não Pense, Senão Você Pira
Não pense senão você pira, ou pense Pense na quantidade de carne e água é necessária para alimentar o boi que você come; Pense que enquanto você toma banho de 20 minutos, alguém precisa de mais de cinco horas para conseguir água para beber; Pense que o resto que sobra da sua comida, falta para o garoto ali na esquina, para o sem teto embaixo da ponte; Pense mais, pense que a comida que o sem teto tem é mais que outros em diversos lugares do mundo; Pense que você poderia morrer a cada segundo, e esta morte não é de bala perdida, ou bala achada, mas um tombo bobo no box do banheiro; Pense também na bala perdida, na violência do país, que perigo não? Não! Pense que há pessoas dormindo sobre bombardeio, em guerra civil; Pense que eles fogem de seus países em desespero e morrem em barcos ou praias porque outros países não querem mais os acolherem; Pense que hoje nas pessoas cruzaram a fronteira com o Brasil em busca de apoio fugindo das mazelas de seu país e foram enxotados; Pense que eles foram expulsos ao som do hino nacional, por um povo mestiço, filhos de imigrantes de todas as nacionalidades; Pense que esses imigrantes, japoneses, libaneses, italianos, todos vieram em busca de um sonho e que poderiam ter sido mandados de volta pelos portugueses que a cá viviam; Pense mais ainda, pense que os portugueses tomaram esta terra dos índios, que eram os ‘donos’ daqui; Pense e repense suas posturas, será que está com a razão?
Pense senão você Pira!
1 note
·
View note