#santa pazienza
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Quando la volpe non arriva all'uva, dice che è acerba
;)
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Raccolta di domande/affermazioni insensate e maleducate che mi sono state fatte questa sera:
- ma un bimbo quando? KAREN, MA SE FOSSI STERILE? CI HAI MAI PENSATO? O SE NON NE VOLESSI DI PARGOLI URLANTI? GIA NON MI SO GESTIRE DA SOLA, FIGURIAMOCI UN'ALTRA VITA UMANA.
-ma in casa tua lasci le scarpe dalla porta? Fa disordine! DEAR KAREN, INNANZITUTTO È CASA MIA E FACCIO IL CAZZO CHE VOGLIO. SECONDO, È PIU IGIENICO. TERZO, DELL'ORDINE NON MI INTERESSA SE HO 43 COSE DA FARE AL GIORNO.
-ma non guidi? Io quando avevo appena preso la patente mi avventuravo anche se non sapevo guidare bene. ECCERTO, ANDIAMO IN GIRO A FARE INCIDENTI, PERCHÈ È PROPRIO IL CASO AMMAZZARE LA GENTE PER "AVVENTURARSI"
-no, io la cintura dietro in macchina non la metto, tanto non succede niente. IO INVECE VORREI ARRIVARE A CASA SANA E SALVA SENZA NESSUNO CHE SFASCIA IL VETRO DELLA MACCHINA.
Tutto questo in 2 ore. Una media di una a mezz'ora, ma pure di più. I can't deal.
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Comunque il commento italiano di questi eventi sportivi è sempre una sofferenza T_T
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Nel sogno c'erano Massimo Recalcati e un Sartre che sembrava Lacan. Il Sartre-Lacan mi cazziava, Recalcati cercava di "proteggermi", di difendermi, io mi sentivo a disagio. Era una sorta di seminario di psicoanalisi. Tutti intelligenti, si dicevano cose interessanti. Io ero troppo curiosa ed elettrizzata. È stato suo malgrado un bel sogno.
Voglio un padre che mi faccia sentire al sicuro e mi protegga. Nel sogno Recalcati non ce la faceva a farmi sentire meno a disagio per il cazziatone.
#30 anni e ancora sto col trauma del padre assente#se fossi diventata isterica mi sarei messa a scopare con chiunque#ed invece no#santa pazienza
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The art of trolling is reaching new heights ×_×
I don't know actually what's the most infuriating scenario here >_<
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l’anno scorso stavo guardando la cerimonia degli oscar in tv, la diretta di victorlaszlo sul computer e i commenti sui social dal telefono, quest’anno invece grande dormita
#avrò visto un (1) film candidato#devo recuperarne un bel po' ma durano tutti tantissimo santa pazienza
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ah, gli interisti. ogni cosa è un dramma ogni parola scrutinata ogni gesto ipercriticato. Ma si può vivere così
#‘è venuto qua solo x comodo e x giocare dove vuole’ santa pazienza#il bay3rn non l’avrei lasciato manco io#ma chissenefrega. disagiati#se uno vuole lasciare una squadra fortissima e rifiuta il rinnovo è chiaro che ci sono vari motivi come fa offendervi andhnshs#e vabbè che è trollaggio ma è veramente isteria questa
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Quanta verità in tutto questo x_x
Per quanto mi riguarda, siccome il burnout da "ambientalista consapevole" è costantemente in agguato già per le mie scelte senza dover includere anche quelle delle persone intorno a me, per ora combatto le battaglie che so di poter vincere abbastanza facilmente e amen per le altre. A un certo punto l'ansia gestibile dal mio metabolismo raggiunge il limite e ho già troppe fonti che non posso evitare T_T
A proposito di detersivi e pulizie, per chi volesse un riferimento in più, Dario Bressanini ha pubblicato un libro poco tempo fa e online si trovano diversi interventi di quando ha fatto la promozione per l'uscita. In questo parla proprio di impatto ambientale dei detersivi e della certificazione Ecolabel, l'unica che segue dei criteri ufficialmente riconosciuti a livello europeo.
youtube
È un concetto semplice. Ogni cittadino crea, con ciò che fa o non fa, delle reazioni, crea un prodotto, che sia materiale o non materiale, che può portare un cambiamento nella vita della società di cui il cittadino fa parte. È quindi necessario che l’individuo sia cosciente di ciò e agisca per il bene di tutti, per creare valore. Idealmente. Il valore può essere di tutti i tipi, anche solo sicurezza o solidarietà o anche conoscenza o bellezza e armonia.
In economia viene chiamata esternalità l’effetto che le azioni di consumo o di produzione di un soggetto ha sugli altri soggetti. Anche un parcheggio fatto male, per esempio quando trovate una macchina piazzata in mezzo tra due posti, crea una esternalità negativa. Chi arriva dopo non riesce a parcheggiare né in uno né nell’altro posto. Il famosissimo caffè sospeso a Napoli è un tipico esempio di esternalità positiva. Chi prende il caffè al bar e decide di lasciarne uno pagato regala un sorriso e un caffè ad un’altra persona. La fabbrica di Gentilini che sta sulla tiburtina a Roma sforna biscotti a catena e succede che se passi vicino senti quest’odore di biscotti nell’aria, è un’esternalità, per me che c’ho lavorato accanto per due anni ad un certo punto da positiva è diventata negativa, dopo qualche mese quell’odore mi faceva venire voglia di strapparmi via il naso a morsi, ma datosi anatomicamente impossibile allora ho desistito.
Non è facile gestire le esternalità e visto che ne ho già scritto e anche abbondantemente sul mio altro tumblr anni fa, oggi volevo solo dirvi questa cosa qui che sto per dirvi.
Ho una vicina, su cui dovrei scrivere molto, ma mi limito a dire che vive con altre quattro persone, tutte adulte e oltre e lei si occupa del bucato di tutti, perché, salvo le due anziane, il marito e la figlia evidentemente sono nati senza mani, ma sorvoliamo. La mia vicina ha la lavatrice fuori casa, sul retro e sul retro ha anche il lavatoio che, dio solo sa come mai, usa in continuazione con una certa passione. Questa mia vicina fa una lavatrice al giorno, almeno, e la fa sempre la mattina presto, questo comporta che dalle mie finestre esposte verso casa sua, ogni mattina entra un piacevole odore di ammorbidente e dura tutto il giorno e io la consideravo una esternalità positiva, mi dicevo che meno male che sta povera disgraziata c’ha da lavare per un esercito ad ogni rotazione terrestre, io mi sveglio ogni mattina con un bellissimo odore che mi accoglie e che profumo e che cazzo di ammorbidente usa e quanto cazzo ne usa? Glielo devo chiedere. Ad onor del vero credo sia talmente forte che anche la mia dirimpettaia dall’altra parte della strada lo sente al punto che la domanda sul prodotto gliel’ha fatta lei, lo so perché, la dirimpettaia, quando parla urla fortissimo, esternalità negativa, so anche quando ha dei problemi con le colleghe e la sorella e quando deve andare dal ginecologo e quando la figlia non rifà il suo letto la mattina, ma non c’ho mai parlato.
Io questa del profumo di bucato la credevo un’esternalità positiva, no? Sono anni che mi dico che fortuna, che bello, che profumo rasserenante, che potenza del bucato che ha la mia vicina, ma come fa? È una maga? E invece no, @autolesionistra a mi ha riportato coi piedi per terra in un suo post in cui ha gentilmente spiegato che non è profumo di bucato la mattina quello che sento, manca poco che sia quello del napalm (cit.) perché in verità è inquinamento amici miei.
Il mio bucato del resto non profuma così perché a momenti lavo solo con acqua e se riuscissi a rifiltrarla la riutilizzerei, giuro, anche perché come dice un tipo su tiktok you do not need to be washing your fucking clothing like a maniac, Are ya’ll rolling in fucking manure, cause a lot of ya’ll wash your clothing like you rolling in fucking manure everyday.
Babies we don’t have all that money to waste and not even all that time to waste and not even the luxury to use all that detergent anymore sis.
La mia vicina inquina ed è un’esternalità negativa, ma certamente non è che adesso posso addossare a lei le colpe di secoli di storia e corporazioni, chiaro, però adesso nella mia testa quella che credevo fosse una roba bella mi metterà invece ansia.
Ciao.
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" Restammo ancora a guardarci, io ben convinto a non porre per primo nessunissima domanda. Finché: «Io sono la zia» si decise riducendo la voce. «Lui dice che sono soltanto una cugina, ma in effetti sarei come e più di una zia, perché chi ha accudita la sua povera mamma fino all’ultimo se non io? Per sua fortuna è mancata prima di dover soffrire il peggio. Poi tutto è stato così difficile, nessuno potrà mai averne idea. Fino al giorno della disgrazia lo conoscevo poco, lui. Sempre stato in giro per il mondo, collegi accademia caserme. Ma da allora ho dovuto occuparmene io, si vede che così comandava il destino in Cielo. E sono ormai nove anni, sa?» Finii il caffè, rimasi con il bicchiere in mano. Il vetro era ancora fresco. «Nove anni» riprese in cantilena, quella sua voce sempre più sottile, «oggi è niente, ma in principio: oh, non voglio neanche ricordarlo il principio. Un giovane come lui, perdere gli occhi e una mano. Così: solo perché Nostro Signore non vuole nessuno contento a questo mondo. Alle manovre, giocando con una bomba. Dico giocando perché cosa sono poi queste manovre al giorno d’oggi?
Dia a me quel bicchiere.» «Il mio comandante mi ha spiegato» dissi. Per darmi un tono fissavo le mattonelle del pavimento. Ogni quattro formavano un disegno azzurro, una specie di arzigogolato fiore su fondo bianco. Dalle tende trasparenti alla finestra la luce si posava su quei fiori a raggera rilevandone l’esilità. «Un uomo come lui» seguitava adagio via via raggrinzendo e distendendo le rughe del volto. «Anche abbastanza ricco, sì. Lui ricco, mica io. Lo straccio d’una pensione di vedova, io. Ma lui: ricco. Neanche quarant’anni. Sano come un leone. E solo al mondo.» Schiacciai accuratamente la cicca nel piattino che mi aveva offerto come posacenere. «Gli stia ben dietro in questi giorni, mi raccomando» disse ancora. «Non deve mai lasciarlo solo. Lo sa, vero? E abbia pazienza, figlio mio, tanta santa pazienza. Non lo contraddica, non discuta per carità, gli dia sempre ragione, che lui parli o straparli. L’unica salvezza è rispondergli sempre sì. Sì e sissignore. Capito?» «Certo, signora.» "
Giovanni Arpino, Il buio e il miele, Baldini & Castoldi (collana Romanzi e Racconti, n° 5), 1993 [Edizione originale: 1969]; pp. 10-11.
#Giovanni Arpino#Il buio e il miele#Profumo di donna#Scent of a Woman#letture#leggere#libri#citazioni letterarie#narrativa#romanzi#letteratura italiana del '900#XX secolo#amicizia#amici#invalidità#cecità#Torino#Genova#Roma#Napoli#Italia#scrittori piemontesi#viaggio#servizio militare#amore#devozione#passione#innamoramento#fedeltà#guerra
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Comunque ogni tanto mi chiedo dove finisca la preoccupazione e cominci la paranoia, ma quando poi le sfighe arrivano in sequenza, mi sembra ragionevole pure andare a farsi togliere il malocchio x_x
Poi mi dico che semplicemente il caso si muove su binari invisibili e ciò che è prevedibile all'occhio attento (e forse un poco paranoico) è comunque una frazione infinitesimale di quello che poi può succedere.
Questo ovviamente non mi toglie dal guaio di decidere che fare per arginare i casini, in corso o potenziali che siano T_T
#cose mie#santa pazienza#in questi giorni#comunque è vero che la sfiga ci vede benissimo#secondo me ha pure un'agendina per gli appunti#x_x
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IT IS MINE NOW
That moment when you live in Italy and there's still not a release date for The Sun and the Star and i've had to spend the last 24 hours blocking every possible tag combination to avoid spoilers bun now half my dashboard is covered anshdhdhjdjd
#goodbye sleep it was nice#no one speaks to me for the next 24 hours#i managed to avoid spoilers and impressions so far i don't care if it's gonna be good or bad i'm gonna read it#anyway the italian title sucks#luce e tenebra perchéééé#che vi costava lasciare il sole e la stella santa pazienza#maledetti
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C’ho na pazienza da leopardo
La Pazienza è finita.
Non ce n’è più.
Esaurita.
Debellata come il vaiolo.
Inutile che vi chiediate perché la gente ve strombazza a 0,000033 nano secondi dallo scatto del semaforo verde; non domandatevi perché er barista ve lancia l’espresso da in fondo al banco del bar e il banco è lungo come ‘na pista d’atletica.
La pazienza è finita, sicché muovete il culo e attaccateve ar treno.
E’ finita perché evidentemente è stata sprecata, cestinata, sottovalutata, scontata, saldi al 50% a metà stagione e abusata.
E io pure, di pazienza, non ne ho più.
Nun ne posso più se sentì gente che se lamenta nonostante non gli faccia male niente.
Gente che si lascia e poi si riprende e poi si rilascia ad un ritmo di 5 barra 6 volte in un mese e te viene a dì che però se amano. Non si regge più il trentenne che è confuso e spaventato perché stava con una che stava anche con un altro ma aveva dimenticato di dirglielo per whatsapp, al trentenne.
Basta con sta gente che se lagna, quella che piagne, quella che frigna, quella depressa, quella che vuol la testa dell’ex su un piatto d’argento e due patate al forno, quello che ammazza quella perché quella è una santa che sta con un fuori di testa. Avete tutti rotto er cazzo e avete esaurito la pazienza e l’attitudine all’ascolto pure de tutti i monaci buddisti di sto mondo.
Iniziate a lamentarve meno, a guardà con chi scegliete de stare e non scegliete sempre la stra-tipa da copertina o l’hipster che è tanto figo quanto ignorante.
Fateve due domande ogni tanto e fate pure due chiacchiere con l’altra metà.
E se ve mollate, ve prego, scrivetelo giusto su facebook e non rompete er cazzo, non è mai morto nessuno perché s’era mollato, casomai qualcuno ci ha rimesso le penne perché stava con n’infame, ma queste so’ altre storie.
E “domani è n’artro giorno” e se lo disse lei, sfigata com’era, nun vedo perché voi ve state ad arrovellà sulle questioni per stagioni su stagioni.
Divertiteve che a piagnè se fà sempre in tempo.
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Caro Fede,
Tanti auguri di buon compleanno e ti dico subito che ti voglio un mondo di bene.
Questo è il mio momento preferito lo sai: mettermi seduta e scrivere quello che non dico a voce perché non so esprimermi, perché non trovo l’occasione giusta, il coraggio e le parole migliori.
Vorrei dirti un sacco di cose belle perché è il tuo compleanno e perché bisogna dire sempre le cose belle che si pensano di un’altra persona anche se ahimè non lo faccio spesso io…solo quando scrivo e sono “costretta” a riflettere e dire ciò che penso senza troppi freni.
Innanzitutto vorrei dirti quanto sia fiera di te per tutto quello che sei riuscito a fare e che stai facendo, per il coraggio di metterti sempre in gioco, per la tua estroversione, per il tuo senso dell’umorismo, per la tua immensa pazienza e il buon cuore che metti sempre in tutto quello che fai.
Ti ammiro veramente per tutte queste meravigliose qualità e riconosco il tuo essere superiore rispetto a me in questo. Se sono qui accanto a te è perché ho profonda stima di te per queste e altre tue mille sfaccettature (oltre che per l’amore chiaro).
Sei la persona a cui mi sento legata più di chiunque altro, mi sento capita, mi sento apprezzata e amata.
Mi sento male all’idea di perdere una persona come te.
Mi spaventa l’idea di andarmene per un anno senza di te che sei la mia àncora dal giorno in cui ci siamo trovati, ma ho bisogno di farlo perché è così che si diventa grandi. So che non è facile essere la mia àncora.
So di non essere una persona senza difetti e facile con tutte le mie spine e i miei buchi neri, a volte impossibili da comprendere. In alcuni momenti non mi capisco neanche io. Però ogni tanto mi sembra che tu riesca a capirmi più di quanto riesca a farlo io e mi sorprende perché non credo ci siano tante persone che riescano a capirmi, a comprendere i miei momenti bui, il mio umorismo e i miei sorrisi che a volte non lo sono.
Recentemente su Instagram ho letto un post che diceva “Qual è la persona con cui hai condiviso i momenti migliori della tua vita?”. E ti giuro che io mi sono sforzata di pensare a un’altra persona che non fossi tu ma non ce la facevo proprio. Ora non voglio dire che i bei ricordi sono solo con te perché sarei un’ipocrita ma se randomizzando chiudessi gli occhi e pensassi a dei momenti belli della mia vita, sicuramente per la maggior parte di questi ci sei tu nell’immagine nella mia testa. Perché è così che mi succede, soprattutto la sera quando vado a letto. Appena ho pensato a questa cosa non ti nascondo che ho provato dell’amarezza nel pensare che i ricordi più belli ce li avessi con il mio ex ragazzo, però poi ho pensato a quello che mi dice sempre Franci M. ovvero che bisogna essere grati di quello che c’è stato perché non è detto che nella vita tutti possono provare questo tipo di amore che noi abbiamo provato, a non tutti è concesso e non tutti riescono a trovarlo e io e te siamo fortunati e siamo ancora più fortunati degli altri perché siamo qui ora.
Ti regalo alcuni miei ricordi.
Leuven, il sole e il parco, Batman.
Bruges, Gent e il ristorante marocchino ad Anversa.
La quarantena e il campo da golf.
Lisbona, io e te su un motorino a Cascais.
Viareggio, Puccini, io e te sulla ciclabile che andiamo a prenderci una granita.
Sardegna mentre ti guardo uscire dall’acqua entusiasta del tuo snorkeling prima di andare a fare la passeggiata sulla costa fino a Santa Margherita.
Io e te sul Porsche con il vento tra i capelli.
Io, te e Ginevra sul bagnasciuga che ci abbraccia perché giochiamo con lei.
Ne avrei milioni e so che stasera quando andrò a letto e chiuderò gli occhi me ne verranno in mente altri e per 3 secondi proverò una sensazione bellissima che non so spiegarti proprio bene: è come se mi si gonfiasse il petto ma allo stesso tempo mi si stringesse il cuore. Io sono veramente grata. Immensamente grata perché mi è stata concessa una cosa così bella.
Se devo essere sincera pensavo che la nostra relazione sarebbe stata una funzione esponenziale crescente ma a quanto pare le relazioni non sono come la matematica e le cose non sono così “lineari” e forse la nostra equazione è un po’ più complicata di una semplice y = 2^x . Fa niente Fede alla fine sapremo quale sarà la nostra equazione e sarà tutto più chiaro.
Con amore,
Tua Ema/Tati/Bubu.
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Questo è uno di quei post dove per raccontare un episodio devo fare tutto un giro assurdo, quindi adesso mi armo di santa pazienza, ma siete dispensati dal fare altrettanto e passare oltre. Non è un post politico, anche se può sembrare tale, non faccio più politica sui social da anni ormai, sono in una fase della vita dove mi interessa parlare con le persone, non schierarmi in una curva, pur non togliendo nessun valore al dibattito (e anche allo scontro, purché civile) politico.
L'episodio in sé è una festa di compleanno del 28 ottobre, davanti a me c'è un mio amico russo, Yuriy. Siamo a tavola, si parla di tante cose, sta per arrivare Halloween, e si scherza su usi e costumi tra Italia e Russia, e io tiro fuori quella gag stranota di Vincenzo De Luca che, sul suo canale, al grido di ALLAUIN in pieno Covid, minaccia chiusure, segregazioni, pattugliamenti armati e coprifuoco mai visti.
Congelate un attimo questo istante, perché devo parlarvi di due cose, della mia gente, i campani, e della storia della presidenza della Regione Campania.
Premetto che ho viaggiato e lavorato in talmente di quei posti da poter dire che Gennaro Savastano aveva ragione quando diceva 'a merd sta a tutt part, ten sul culor divers, quindi non cado più nei tranelli dipinti da quegli imbecilli che liquidano malamente realtà lontane nascondendo la propria sotto al tappeto, dato che il dito è sempre stato più facile da guardare rispetto alla luna, ma è un fatto che il tessuto sociale della mia terra è costruito nel quotidiano di espedienti e micromeccanismi sul bordo della legalità che fanno "sistema", nella maggioranza dei casi a danno della collettività, a volte gestibile, a volte distruttivo. Avevo già scritto tanto tempo fa qui una famosa battuta di Riccardo Pazzaglia,
Eeeehh galera ... galera ... Professo’, voi mi state trattando come se avessi commesso chissà quale delitto. E invece, in questa casa, non ci sono delitti da scoprire o, se ci sono, sono delitti di ordinaria amministrazione, piccoli sotterfugi, piccole invenzioni per sopravvivere. Quanto a voi, Dott. Cazzaniga, voi siete milanese: certe cose non le potete capire. Voi dovete sapere che, a Napoli, siamo tutti assassini ... nous sommes tous des assassins, come diceva Jean Gabin. Però con questa differenza: che da noi ci sono delinquenti colpevoli e delinquenti innocenti. Se voi, in questo palazzo, entrate in tutte le case, voi troverete almeno un delinquente innocente.
e questo pensiero, che trovo stupendo e che rispecchia fedelmente la quotidianità della mia terra, ha un grandissimo limite, ovvero che funziona con persone come la figura impersonata da Pazzaglia (un artista che, squattrinato e in un perenne stato di necessità, vendeva dei falsi d'autore, spacciandoli per originali, tuttavia con delle storie di vita familiare inventate al momento e con tanto di rappresentazione teatrale), persone che hanno una coscienza sociale solida e un rispetto profondo per la propria comunità (i delinquenti innocenti), ma quando questo pensiero lo trasferite nella testa di coloro ai quali queste cose mancano (i delinquenti colpevoli), allora quel pensiero sarà la giustificazione perfetta dei propri atti per, nella migliore delle ipotesi, un balordo coglione, o nella peggiore, ovvero il disperato che non ha nulla da perdere, per un potenziale soldato della camorra. E questo è uno dei grandi punti dolenti della mia terra, non è, e lo ribadisco, l'origine dei mali, ma ne è uno dei vettori.
Passiamo adesso ai Presidenti di Regione. Non posso tornare indietro fino a Garibaldi, ma posso parlarvi di coloro dei quali ho una memoria politica più o meno valida, ovvero da Rastrelli in poi.
Rastrelli, 1995, beh, che dire, il classico governo FI/MSI (pardon, AN) degli amici che quando non c'era più da magnare rovesciarono il tavolo, dando l'opportunità ad un mastelliano (Losco, 1999) per un anno di mantenere lo status quo. 5 anni dove non è successo praticamente un cazzo.
Nel 2000 arriva Bassolino, DS (ex-ex-PD, per i più giovani). Sulla carta, l'uomo giusto. E' stato un ottimo sindaco di Napoli, nulla da dire, e sarebbe andato alla grande anche come Presidente della Regione, però aveva un grosso limite, ovvero che la regione non era arte sua, e il problema stava nel fattore di scala. L'ordine di grandezza dei problemi, da Napoli ad un intera regione, non è ovviamente lo stesso, e questo salto non l'ha retto, soprattutto nel suo secondo mandato, è vero, afflitto da vicende giudiziarie dalle quali ne è uscito pulito, ma ad ogni modo vittima di un immobilismo politico che, a mio parere, si sarebbe verificato anche in una carriera tutta rose e fiori. La Maionchi direbbe: bene, bene, bravo, ma per me è no.
Dopo 10 anni, arriviamo a Caldoro, 2010, FI (diciamo piuttosto un prodotto delle ceneri del PSI, ma la zuppa è quella). Nonostante il mio tono vagamente supponente, non avrei delle critiche da fare alla persona, anzi, Caldoro per me è quel classico bravo ragazzo figlio di papà del liceo tutti 10 in pagella che viene rovinato dagli amici, fosse per lui farebbe tutto a modino e non torcerebbe una ala ad una mosca, ma poi arriva l'amico di banco con la mano sul pacco e il rutto in canna, gli piscia sul compito di matematica e lui muto. Tradotto: ci provò anche a sistemare qui e là, talvolta con successo, ma poi una volta caduto Cosentino e tutto il sistema camorristico che ci girava intorno, anche la storia di Caldoro finì. Chi vuole capire capisce.
E arriviamo al nostro eroe, Vicienz pall 'e fierr De Luca, imperat ... ehm, governatore dal 2015. Ecco, diciamo che De Luca è la versione brutta di Bassolino. Uno dalle idee chiare, purché siano le sue, le cose le fa, e anche molto di più dei suoi predecessori, ma con questa condizione: se ti stanno bene, ok, altrimenti attaccati al cazzo, perché se non capisci il bene che sto facendo a questa terra sei un coglione. Uno frenato dalle leggi e dalla costituzione, altrimenti 'na chianett a mana smerz (= ceffone dato di dorso) te la darebbe volentieri, e non tanto come forma educativa, ma perché lui ha ragione e tu hai torto, e non ci sono altri argomenti. Un fascistone, quindi? Mmmm, sì e no, ciò che lo salva da essere un vero fascista alla Storace o La Russa è che è una persona studiata, a Napoli si direbbe nun è l'ult'm strunz, però purtroppo sì, la botta gliela dà. Ora, il punto del mio ragionamento non è fare un post pro o contro De Luca, quanto sottolineare il fatto che, al di là della persona dai modi discutibili, sono abbastanza convinto che lui sappia benissimo che, per governare una regione come la Campania, dato il ragionamento che ho fatto sopra sul "campano medio", l'unico modo è, sì, legiferare, e si spera legiferare bene, ma quando serve la pedata nel culo è necessaria, perché altrimenti si ricade sempre in quel substrato anarchico che è stampato nel nostro DNA, e che, se lasciato libero, purtroppo danni ne fa, e Bassolino questa cosa l'ha provata sulla pelle, arrivando al punto tale da non poter combinare più nulla. Lo so, è populista come ragionamento, e tanto è. Anzi, adesso ci arriviamo al populismo quello vero, tenetevi forte.
Io non so se avete avuto il coraggio di seguirmi fin qui, ma se ci siete riusciti, mettiamo finalmente insieme i pezzi. Ritorniamo alla festa di compleanno e la mia chiacchierata con Yuriy.
Nel mio racconto della storia della mia terra, tutti i vari cazzi (per quello che può essere stato possibile fare in un paio d'ore), in particolare il discorso di ALLAUIN del 2020, dove Vicienz temeva che, senza una posizione da calci nel culo, il campano medio se ne sarebbe bellamente fottuto dei distanziamenti e delle regole, mi è uscita, vi giuro, ma tipo un istinto riflesso, io manco ci ho pensato, una roba così
visti tutti quelli che han governato prima di De Luca, alla fine vince e vincerà lui perché non c'è un'alternativa, chi ci metti, quelli che non hanno mai prodotto nulla?
e lui, da cittadino di San Pietroburgo, mi ha freddato con
questa è la stessa identica frase che dice la mia gente quando supporta Putin
Ora, premesso che provai disperatamente ad arrampicarmi sugli specchi, fallendo, l'ultima cosa che voleva fare Yuriy è fare un paragone sulla persona tra Putin e De Luca, anche perché lui non sapeva manco chi cazz è Vincenzo, e infatti qui il punto non è tanto sul personaggio, quanto sul fatto che una persona forte al potere, può essere pure Gesù Cristo, crea di fatto un sistema subdolo di condizionamento nella scelta, ed è un processo purtroppo fisiologico, iniziamo a barattare spirito critico con la fiducia parzialmente poggiata sulla pigrizia, magari di più sulla paura di tornare indietro. Non ho più potere di voto in Campania, ma se potessi, io non avrei problemi a votare di nuovo lo sceriffo, però, dopo la mia chiacchierata con Yuriy, penso che nella cabina elettorale ci passerei stavolta molto più tempo, mi tremerebbe quasi la mano, perché sentirei che dietro quella X non c'è più quel pensiero naïve di credere ciecamente che Vincenzo sistemerà tutto, e lo ripeto, non perché De Luca non ne sia capace, magari ci riesce, ma lo stramaledetto punto qui è un altro, è che dietro quel voto, quella conferma, io ho aiutato a mettere l'ennesimo mattoncino su un qualcosa che, prima o poi, potrebbe diventare più grande di me, e, Dio non voglia, un qualcosa contro la quale un giorno potrei non riuscire a farci più nulla.
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Il 13 dicembre, Santa Lucia protettrice della vista e degli occhi ha illuminato un fotogramma di uno dei film di Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia rivelando un incanto del caso. O meglio, ha affinato lo sguardo di Alessandro Zagatti che, guardando la clip del giorno dell'Almanacco (la posto nel primo commento), ha colto il veloce passaggio di una coppia sotto al Portico dei Servi di Bologna, durante una Fiera di Santa Lucia di metà anni Sessanta. Ci ha scritto: "Ma il ragazzo al minuto 1:14 è per caso un giovanissimo Francesco Guccini?" E ci è apparsa così davanti agli occhi la concretizzazione di un atto poetico: il cineamatore Oreste Baldi riprende, nel 1965, per caso, Francesco Guccini giovanissimo, prima di diventare famoso, a braccetto con la fidanzata di allora che diverrà la prima moglie. Lui con l'eskimo, lei col paletò. Un istante che diverrà col tempo un ricordo e poi avrà la potenza di trasformarsi in un verso (come dovrebbe accadere per i migliori versi, secondo quanto dice - con pazienza poetica - Rilke).
Ricordi fui con te a Santa Lucia Al portico dei Servi per Natale Credevo che Bologna fosse mia Ballammo insieme all'anno o a Carnevale. [Eskimo, 1978]
Elena Pirazzoli su Facebook
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