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#santa pazienza
frafree98 · 1 year
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Quando la volpe non arriva all'uva, dice che è acerba
;)
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allhailnewkids · 1 month
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Raccolta di domande/affermazioni insensate e maleducate che mi sono state fatte questa sera:
- ma un bimbo quando? KAREN, MA SE FOSSI STERILE? CI HAI MAI PENSATO? O SE NON NE VOLESSI DI PARGOLI URLANTI? GIA NON MI SO GESTIRE DA SOLA, FIGURIAMOCI UN'ALTRA VITA UMANA.
-ma in casa tua lasci le scarpe dalla porta? Fa disordine! DEAR KAREN, INNANZITUTTO È CASA MIA E FACCIO IL CAZZO CHE VOGLIO. SECONDO, È PIU IGIENICO. TERZO, DELL'ORDINE NON MI INTERESSA SE HO 43 COSE DA FARE AL GIORNO.
-ma non guidi? Io quando avevo appena preso la patente mi avventuravo anche se non sapevo guidare bene. ECCERTO, ANDIAMO IN GIRO A FARE INCIDENTI, PERCHÈ È PROPRIO IL CASO AMMAZZARE LA GENTE PER "AVVENTURARSI"
-no, io la cintura dietro in macchina non la metto, tanto non succede niente. IO INVECE VORREI ARRIVARE A CASA SANA E SALVA SENZA NESSUNO CHE SFASCIA IL VETRO DELLA MACCHINA.
Tutto questo in 2 ore. Una media di una a mezz'ora, ma pure di più. I can't deal.
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nusta · 2 months
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Comunque il commento italiano di questi eventi sportivi è sempre una sofferenza T_T
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arreton · 11 months
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Nel sogno c'erano Massimo Recalcati e un Sartre che sembrava Lacan. Il Sartre-Lacan mi cazziava, Recalcati cercava di "proteggermi", di difendermi, io mi sentivo a disagio. Era una sorta di seminario di psicoanalisi. Tutti intelligenti, si dicevano cose interessanti. Io ero troppo curiosa ed elettrizzata. È stato suo malgrado un bel sogno.
Voglio un padre che mi faccia sentire al sicuro e mi protegga. Nel sogno Recalcati non ce la faceva a farmi sentire meno a disagio per il cazziatone.
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grlbts · 3 months
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che supplizio i muratori.
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mchiti · 6 months
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ah, gli interisti. ogni cosa è un dramma ogni parola scrutinata ogni gesto ipercriticato. Ma si può vivere così
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C’ho na pazienza da leopardo
La Pazienza è finita.
Non ce n’è più.
Esaurita.
Debellata come il vaiolo.
Inutile che vi chiediate perché la gente ve strombazza a 0,000033 nano secondi dallo scatto del semaforo verde; non domandatevi perché er barista ve lancia l’espresso da in fondo al banco del bar e il banco è lungo come ‘na pista d’atletica.
La pazienza è finita, sicché muovete il culo e attaccateve ar treno.
E’ finita perché evidentemente è stata sprecata, cestinata, sottovalutata, scontata, saldi al 50% a metà stagione e abusata.
E io pure, di pazienza, non ne ho più.
Nun ne posso più se sentì gente che se lamenta nonostante non gli faccia male niente.
Gente che si lascia e poi si riprende e poi si rilascia ad un ritmo di 5 barra 6 volte in un mese e te viene a dì che però se amano. Non si regge più il trentenne che è confuso e spaventato perché stava con una che stava anche con un altro ma aveva dimenticato di dirglielo per whatsapp, al trentenne.
Basta con sta gente che se lagna, quella che piagne, quella che frigna, quella depressa, quella che vuol la testa dell’ex su un piatto d’argento e due patate al forno, quello che ammazza quella perché quella è una santa che sta con un fuori di testa. Avete tutti rotto er cazzo e avete esaurito la pazienza e l’attitudine all’ascolto pure de tutti i monaci buddisti di sto mondo.
Iniziate a lamentarve meno, a guardà con chi scegliete de stare e non scegliete sempre la stra-tipa da copertina o l’hipster che è tanto figo quanto ignorante.
Fateve due domande ogni tanto e fate pure due chiacchiere con l’altra metà.
E se ve mollate, ve prego, scrivetelo giusto su facebook e non rompete er cazzo, non è mai morto nessuno perché s’era mollato, casomai qualcuno ci ha rimesso le penne perché stava con n’infame, ma queste so’ altre storie.
E “domani è n’artro giorno” e se lo disse lei, sfigata com’era, nun vedo perché voi ve state ad arrovellà sulle questioni per stagioni su stagioni.
Divertiteve che a piagnè se fà sempre in tempo.
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poisonedbybeauty · 1 year
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Caro Fede,
Tanti auguri di buon compleanno e ti dico subito che ti voglio un mondo di bene.
Questo è il mio momento preferito lo sai: mettermi seduta e scrivere quello che non dico a voce perché non so esprimermi, perché non trovo l’occasione giusta, il coraggio e le parole migliori.
Vorrei dirti un sacco di cose belle perché è il tuo compleanno e perché bisogna dire sempre le cose belle che si pensano di un’altra persona anche se ahimè non lo faccio spesso io…solo quando scrivo e sono “costretta” a riflettere e dire ciò che penso senza troppi freni.
Innanzitutto vorrei dirti quanto sia fiera di te per tutto quello che sei riuscito a fare e che stai facendo, per il coraggio di metterti sempre in gioco, per la tua estroversione, per il tuo senso dell’umorismo, per la tua immensa pazienza e il buon cuore che metti sempre in tutto quello che fai.
Ti ammiro veramente per tutte queste meravigliose qualità e riconosco il tuo essere superiore rispetto a me in questo. Se sono qui accanto a te è perché ho profonda stima di te per queste e altre tue mille sfaccettature (oltre che per l’amore chiaro).
Sei la persona a cui mi sento legata più di chiunque altro, mi sento capita, mi sento apprezzata e amata.
Mi sento male all’idea di perdere una persona come te.
Mi spaventa l’idea di andarmene per un anno senza di te che sei la mia àncora dal giorno in cui ci siamo trovati, ma ho bisogno di farlo perché è così che si diventa grandi. So che non è facile essere la mia àncora. 
So di non essere una persona senza difetti e facile con tutte le mie spine e i miei buchi neri, a volte impossibili da comprendere. In alcuni momenti non mi capisco neanche io. Però ogni tanto mi sembra che tu riesca a capirmi più di quanto riesca a farlo io e mi sorprende perché non credo ci siano tante persone che riescano a capirmi, a comprendere i miei momenti bui, il mio umorismo e i miei sorrisi che a volte non lo sono.
Recentemente su Instagram ho letto un post che diceva “Qual è la persona con cui hai condiviso i momenti migliori della tua vita?”. E ti giuro che io mi sono sforzata di pensare a un’altra persona che non fossi tu ma non ce la facevo proprio. Ora non voglio dire che i bei ricordi sono solo con te perché sarei un’ipocrita ma se randomizzando chiudessi gli occhi e pensassi a dei momenti belli della mia vita, sicuramente per la maggior parte di questi ci sei tu nell’immagine nella mia testa. Perché è così che mi succede, soprattutto la sera quando vado a letto. Appena ho pensato a questa cosa non ti nascondo che ho provato dell’amarezza nel pensare che i ricordi più belli ce li avessi con il mio ex ragazzo, però poi ho pensato a quello che mi dice sempre Franci M. ovvero che bisogna essere grati di quello che c’è stato perché non è detto che nella vita tutti possono provare questo tipo di amore che noi abbiamo provato, a non tutti è concesso e non tutti riescono a trovarlo e io e te siamo fortunati e siamo ancora più fortunati degli altri perché siamo qui ora.
Ti regalo alcuni miei ricordi.
Leuven, il sole e il parco, Batman.
Bruges, Gent e il ristorante marocchino ad Anversa.
La quarantena e il campo da golf.
Lisbona, io e te su un motorino a Cascais.
Viareggio, Puccini, io e te sulla ciclabile che andiamo a prenderci una granita.
Sardegna mentre ti guardo uscire dall’acqua entusiasta del tuo snorkeling prima di andare a fare la passeggiata sulla costa fino a Santa Margherita.
Io e te sul Porsche con il vento tra i capelli.
Io, te e Ginevra sul bagnasciuga che ci abbraccia perché giochiamo con lei.
Ne avrei milioni e so che stasera quando andrò a letto e chiuderò gli occhi me ne verranno in mente altri e per 3 secondi proverò una sensazione bellissima che non so spiegarti proprio bene: è come se mi si gonfiasse il petto ma allo stesso tempo mi si stringesse il cuore. Io sono veramente grata. Immensamente grata perché mi è stata concessa una cosa così bella.
Se devo essere sincera pensavo che la nostra relazione sarebbe stata una funzione esponenziale crescente ma a quanto pare le relazioni non sono come la matematica e le cose non sono così “lineari” e forse la nostra equazione è un po’ più complicata di una semplice y = 2^x . Fa niente Fede alla fine sapremo quale sarà la nostra equazione e sarà tutto più chiaro.
Con amore,
Tua Ema/Tati/Bubu.
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der-papero · 11 months
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Questo è uno di quei post dove per raccontare un episodio devo fare tutto un giro assurdo, quindi adesso mi armo di santa pazienza, ma siete dispensati dal fare altrettanto e passare oltre. Non è un post politico, anche se può sembrare tale, non faccio più politica sui social da anni ormai, sono in una fase della vita dove mi interessa parlare con le persone, non schierarmi in una curva, pur non togliendo nessun valore al dibattito (e anche allo scontro, purché civile) politico.
L'episodio in sé è una festa di compleanno del 28 ottobre, davanti a me c'è un mio amico russo, Yuriy. Siamo a tavola, si parla di tante cose, sta per arrivare Halloween, e si scherza su usi e costumi tra Italia e Russia, e io tiro fuori quella gag stranota di Vincenzo De Luca che, sul suo canale, al grido di ALLAUIN in pieno Covid, minaccia chiusure, segregazioni, pattugliamenti armati e coprifuoco mai visti.
Congelate un attimo questo istante, perché devo parlarvi di due cose, della mia gente, i campani, e della storia della presidenza della Regione Campania.
Premetto che ho viaggiato e lavorato in talmente di quei posti da poter dire che Gennaro Savastano aveva ragione quando diceva 'a merd sta a tutt part, ten sul culor divers, quindi non cado più nei tranelli dipinti da quegli imbecilli che liquidano malamente realtà lontane nascondendo la propria sotto al tappeto, dato che il dito è sempre stato più facile da guardare rispetto alla luna, ma è un fatto che il tessuto sociale della mia terra è costruito nel quotidiano di espedienti e micromeccanismi sul bordo della legalità che fanno "sistema", nella maggioranza dei casi a danno della collettività, a volte gestibile, a volte distruttivo. Avevo già scritto tanto tempo fa qui una famosa battuta di Riccardo Pazzaglia,
Eeeehh galera ... galera ... Professo’, voi mi state trattando come se avessi commesso chissà quale delitto. E invece, in questa casa, non ci sono delitti da scoprire o, se ci sono, sono delitti di ordinaria amministrazione, piccoli sotterfugi, piccole invenzioni per sopravvivere. Quanto a voi, Dott. Cazzaniga, voi siete milanese: certe cose non le potete capire. Voi dovete sapere che, a Napoli, siamo tutti assassini ... nous sommes tous des assassins,  come diceva Jean Gabin. Però con questa differenza: che da noi ci sono delinquenti colpevoli e delinquenti innocenti. Se voi, in questo palazzo, entrate in tutte le case, voi troverete almeno un delinquente innocente.
e questo pensiero, che trovo stupendo e che rispecchia fedelmente la quotidianità della mia terra, ha un grandissimo limite, ovvero che funziona con persone come la figura impersonata da Pazzaglia (un artista che, squattrinato e in un perenne stato di necessità, vendeva dei falsi d'autore, spacciandoli per originali, tuttavia con delle storie di vita familiare inventate al momento e con tanto di rappresentazione teatrale), persone che hanno una coscienza sociale solida e un rispetto profondo per la propria comunità (i delinquenti innocenti), ma quando questo pensiero lo trasferite nella testa di coloro ai quali queste cose mancano (i delinquenti colpevoli), allora quel pensiero sarà la giustificazione perfetta dei propri atti per, nella migliore delle ipotesi, un balordo coglione, o nella peggiore, ovvero il disperato che non ha nulla da perdere, per un potenziale soldato della camorra. E questo è uno dei grandi punti dolenti della mia terra, non è, e lo ribadisco, l'origine dei mali, ma ne è uno dei vettori.
Passiamo adesso ai Presidenti di Regione. Non posso tornare indietro fino a Garibaldi, ma posso parlarvi di coloro dei quali ho una memoria politica più o meno valida, ovvero da Rastrelli in poi.
Rastrelli, 1995, beh, che dire, il classico governo FI/MSI (pardon, AN) degli amici che quando non c'era più da magnare rovesciarono il tavolo, dando l'opportunità ad un mastelliano (Losco, 1999) per un anno di mantenere lo status quo. 5 anni dove non è successo praticamente un cazzo.
Nel 2000 arriva Bassolino, DS (ex-ex-PD, per i più giovani). Sulla carta, l'uomo giusto. E' stato un ottimo sindaco di Napoli, nulla da dire, e sarebbe andato alla grande anche come Presidente della Regione, però aveva un grosso limite, ovvero che la regione non era arte sua, e il problema stava nel fattore di scala. L'ordine di grandezza dei problemi, da Napoli ad un intera regione, non è ovviamente lo stesso, e questo salto non l'ha retto, soprattutto nel suo secondo mandato, è vero, afflitto da vicende giudiziarie dalle quali ne è uscito pulito, ma ad ogni modo vittima di un immobilismo politico che, a mio parere, si sarebbe verificato anche in una carriera tutta rose e fiori. La Maionchi direbbe: bene, bene, bravo, ma per me è no.
Dopo 10 anni, arriviamo a Caldoro, 2010, FI (diciamo piuttosto un prodotto delle ceneri del PSI, ma la zuppa è quella). Nonostante il mio tono vagamente supponente, non avrei delle critiche da fare alla persona, anzi, Caldoro per me è quel classico bravo ragazzo figlio di papà del liceo tutti 10 in pagella che viene rovinato dagli amici, fosse per lui farebbe tutto a modino e non torcerebbe una ala ad una mosca, ma poi arriva l'amico di banco con la mano sul pacco e il rutto in canna, gli piscia sul compito di matematica e lui muto. Tradotto: ci provò anche a sistemare qui e là, talvolta con successo, ma poi una volta caduto Cosentino e tutto il sistema camorristico che ci girava intorno, anche la storia di Caldoro finì. Chi vuole capire capisce.
E arriviamo al nostro eroe, Vicienz pall 'e fierr De Luca, imperat ... ehm, governatore dal 2015. Ecco, diciamo che De Luca è la versione brutta di Bassolino. Uno dalle idee chiare, purché siano le sue, le cose le fa, e anche molto di più dei suoi predecessori, ma con questa condizione: se ti stanno bene, ok, altrimenti attaccati al cazzo, perché se non capisci il bene che sto facendo a questa terra sei un coglione. Uno frenato dalle leggi e dalla costituzione, altrimenti 'na chianett a mana smerz (= ceffone dato di dorso) te la darebbe volentieri, e non tanto come forma educativa, ma perché lui ha ragione e tu hai torto, e non ci sono altri argomenti. Un fascistone, quindi? Mmmm, sì e no, ciò che lo salva da essere un vero fascista alla Storace o La Russa è che è una persona studiata, a Napoli si direbbe nun è l'ult'm strunz, però purtroppo sì, la botta gliela dà. Ora, il punto del mio ragionamento non è fare un post pro o contro De Luca, quanto sottolineare il fatto che, al di là della persona dai modi discutibili, sono abbastanza convinto che lui sappia benissimo che, per governare una regione come la Campania, dato il ragionamento che ho fatto sopra sul "campano medio", l'unico modo è, sì, legiferare, e si spera legiferare bene, ma quando serve la pedata nel culo è necessaria, perché altrimenti si ricade sempre in quel substrato anarchico che è stampato nel nostro DNA, e che, se lasciato libero, purtroppo danni ne fa, e Bassolino questa cosa l'ha provata sulla pelle, arrivando al punto tale da non poter combinare più nulla. Lo so, è populista come ragionamento, e tanto è. Anzi, adesso ci arriviamo al populismo quello vero, tenetevi forte.
Io non so se avete avuto il coraggio di seguirmi fin qui, ma se ci siete riusciti, mettiamo finalmente insieme i pezzi. Ritorniamo alla festa di compleanno e la mia chiacchierata con Yuriy.
Nel mio racconto della storia della mia terra, tutti i vari cazzi (per quello che può essere stato possibile fare in un paio d'ore), in particolare il discorso di ALLAUIN del 2020, dove Vicienz temeva che, senza una posizione da calci nel culo, il campano medio se ne sarebbe bellamente fottuto dei distanziamenti e delle regole, mi è uscita, vi giuro, ma tipo un istinto riflesso, io manco ci ho pensato, una roba così
visti tutti quelli che han governato prima di De Luca, alla fine vince e vincerà lui perché non c'è un'alternativa, chi ci metti, quelli che non hanno mai prodotto nulla?
e lui, da cittadino di San Pietroburgo, mi ha freddato con
questa è la stessa identica frase che dice la mia gente quando supporta Putin
Ora, premesso che provai disperatamente ad arrampicarmi sugli specchi, fallendo, l'ultima cosa che voleva fare Yuriy è fare un paragone sulla persona tra Putin e De Luca, anche perché lui non sapeva manco chi cazz è Vincenzo, e infatti qui il punto non è tanto sul personaggio, quanto sul fatto che una persona forte al potere, può essere pure Gesù Cristo, crea di fatto un sistema subdolo di condizionamento nella scelta, ed è un processo purtroppo fisiologico, iniziamo a barattare spirito critico con la fiducia parzialmente poggiata sulla pigrizia, magari di più sulla paura di tornare indietro. Non ho più potere di voto in Campania, ma se potessi, io non avrei problemi a votare di nuovo lo sceriffo, però, dopo la mia chiacchierata con Yuriy, penso che nella cabina elettorale ci passerei stavolta molto più tempo, mi tremerebbe quasi la mano, perché sentirei che dietro quella X non c'è più quel pensiero naïve di credere ciecamente che Vincenzo sistemerà tutto, e lo ripeto, non perché De Luca non ne sia capace, magari ci riesce, ma lo stramaledetto punto qui è un altro, è che dietro quel voto, quella conferma, io ho aiutato a mettere l'ennesimo mattoncino su un qualcosa che, prima o poi, potrebbe diventare più grande di me, e, Dio non voglia, un qualcosa contro la quale un giorno potrei non riuscire a farci più nulla.
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ilciambellano · 7 months
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Il 13 dicembre, Santa Lucia protettrice della vista e degli occhi ha illuminato un fotogramma di uno dei film di Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia rivelando un incanto del caso. O meglio, ha affinato lo sguardo di Alessandro Zagatti che, guardando la clip del giorno dell'Almanacco (la posto nel primo commento), ha colto il veloce passaggio di una coppia sotto al Portico dei Servi di Bologna, durante una Fiera di Santa Lucia di metà anni Sessanta. Ci ha scritto: "Ma il ragazzo al minuto 1:14 è per caso un giovanissimo Francesco Guccini?" E ci è apparsa così davanti agli occhi la concretizzazione di un atto poetico: il cineamatore Oreste Baldi riprende, nel 1965, per caso, Francesco Guccini giovanissimo, prima di diventare famoso, a braccetto con la fidanzata di allora che diverrà la prima moglie. Lui con l'eskimo, lei col paletò. Un istante che diverrà col tempo un ricordo e poi avrà la potenza di trasformarsi in un verso (come dovrebbe accadere per i migliori versi, secondo quanto dice - con pazienza poetica - Rilke).
Ricordi fui con te a Santa Lucia Al portico dei Servi per Natale Credevo che Bologna fosse mia Ballammo insieme all'anno o a Carnevale. [Eskimo, 1978]
Elena Pirazzoli su Facebook
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nusta · 1 year
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Comunque ogni tanto mi chiedo dove finisca la preoccupazione e cominci la paranoia, ma quando poi le sfighe arrivano in sequenza, mi sembra ragionevole pure andare a farsi togliere il malocchio x_x
Poi mi dico che semplicemente il caso si muove su binari invisibili e ciò che è prevedibile all'occhio attento (e forse un poco paranoico) è comunque una frazione infinitesimale di quello che poi può succedere.
Questo ovviamente non mi toglie dal guaio di decidere che fare per arginare i casini, in corso o potenziali che siano T_T
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libero-de-mente · 1 month
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In quest'epoca di falsi profeti e verità alternative, in cui tutto viene messo in discussione dal Santo Diritto d'Opinione (che è molto simile alla Santa Inquisizione medievale), il quale tra poco metterà in dubbio anche la rotazione terrestre attorno al Sole, persone come Alberto Angela diventano per me fari nella nebbia.
Prendiamo per esempio proprio Alberto Angela, come lo fu suo padre Piero, la sua razionalità diventa come un balsamo lenitivo, che mi avvolge in un'aura di calma. Quando il cielo si tinge di rosso non penso che: "rosso di sera bel tempo si spera". Ma, come lui, consulto le previsioni meteo, scacciando superstizioni millenarie. Meglio Giuliacci di un proverbio.
Quando mi trovo di fronte a un bivio, non mi affido all'istinto, ma studio attentamente le mappe, proprio come farebbe un archeologo alle prese con un sito da scavare e da riportare alla luce. In realtà uso un navigatore, molto meglio, perché credetemi riesco a perdere la Stella Polare anche con una bussola in mano.
E quando mi trovo a combattere con l'erba infestante del mio giardino, non la vedo più come un nemico, ma come un organismo vivente, degno di studio e rispetto. L'erba, non quella del vicino sempre verde e neanche quella di Bob Marley, mi riporta alla mia gioventù. Mi manca l'odore dell'erba appena tagliata, le partite a pallone, le ginocchia sbucciate, le corse sotto il sole, il cielo stellato, la gnagna.
Se fossi Alberto Angela avrei scritto, alla fine della frase precedente, "un sito archeologico" e non "la gnagna". Ma io non sono lui, disdetta.
Ieri, ho deciso di sfidare la mia pigrizia e ho indossato le scarpe da running. Dopo appena un chilometro, ero già stremato. Il fiato mi mancava, le gambe tremavano e mi sentivo come un gladiatore morente nel Colosseo. In quel momento di sconforto, ho avuto una visione: Alberto Angela, in tutta la sua pacatezza, mi puntava il dito e, con un sorriso comprensivo, mi diceva: "Il tuo corpo è come le rovine che risalgono all'epoca di un velleitario tentativo di attività fisica. Ricorda, caro amico, che anche i più grandi imperatori avevano i loro limiti". Non c'ho capito nulla, tranne che era meglio rientrare a casa e buttarmi sul divano.
Un'altra volta, mentre stavo per inviare un'email di lavoro particolarmente importante, il mio computer si è bloccato. La rabbia mi ha assalito per un attimo, ma poi ho respirato profondamente e ho cercato di mantenere la calma. Ho riavviato il sistema e ho ricominciato da capo, con la stessa pazienza di un archeologo che ricostruisce un vaso frantumato. In quel caso ho ricostruito, riattaccando tutti i cocci, i miei testicolo frantumati. Alla fine mi è apparso l'ologramma di Alberto Angela che mi faceva l'occhiolino e mi sussurrava "acido desossiribonucleico".
In un mondo sempre più frenetico e caotico, avere un punto di riferimento come Alberto Angela è un vero e proprio privilegio. La sua capacità di spiegare anche i concetti più complessi in modo semplice e chiaro mi ha insegnato a guardare il mondo con occhi nuovi, a porre domande e a cercare sempre delle risposte razionali. E anche se a volte mi sento sopraffatto dagli eventi, so che posso contare su i suoi programmi per ritrovare la serenità e la curiosità che mi contraddistinguono.
In alternativa gli psicofarmaci, o l'alcol, fanno lo stesso effetto.
p.s. nell'immagine l'espressione di Alberto Angela dopo aver letto questo mio post
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vecchiodimerda · 1 year
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Comunicazione a tutti i VdM, effettivi e potenziali
Non è colui che ha aperto questo Tumblo dedicato ai VdM a decidere chi sia o meno un VecchioDiMerda©®™.
Dovete essere voi stessi a deciderlo. Direi anzi ad avere il coraggio di confessare prima a voi stessi e poi qui, di essere un VdM.
Guardatevi dentro (si lo so perché l'ho fatto e fa abbastanza schifo) e se vi ritenete tali, siate i benvenuti. Su Tumblr. Non qui. Qui non lo siete, diopensionato !
Come è stato giustamente detto da qualcuno, questo è un luogo di dedizione ai cantieri, alle biemmevè usate con almeno duecentomila chilometri, agli ECG e agli esami del sangue, prostata compresi.
Inoltre, questo Tumblo è sotto la protezione di Santa @2delia alla quale vanno le nostre preghiere e i nostri salmi. Senza la u.
Ella vigila sui VdM ma attenzione, la Sua Collera è terribile e la Sua Pazienza ha la durata di un cerino.
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fuoridalcloro · 2 years
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“Le parole sono buone. Le parole sono cattive. Le parole offendono. Le parole chiedono scusa. Le parole bruciano. Le parole accarezzano. Le parole sono date, scambiate, offerte, vendute e inventate. Le parole sono assenti. Alcune parole ci succhiano, non ci mollano; sono come zecche: si annidano nei libri, nei giornali, nelle carte e nei cartelloni. Le parole consigliano, suggeriscono, insinuano, ordinano, impongono, segregano, eliminano. Sono melliflue o aspre. Il mondo gira sulle parole lubrificate con l’olio della pazienza. I cervelli sono pieni di parole che vivono in santa pace con le loro contrarie e nemiche. Per questo le persone fanno il contrario di quel che pensano, credendo di pensare quel che fanno.”
José Saramago - Di questo mondo e degli altri
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crazy-so-na-sega · 8 months
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Epilogo del "giallo" xylella.
Qualcuno si ricorderà che nel 2016 avevo studiato abbastanza in dettaglio i dati di xylella. Poiché si trattava di statistica elementare e di leggere qualche illeggibile rapporto, armato di santa pazienza l'avevo fatto. Ed avevo scritto qui quello che avevo capito cioè che non c'era nessuna evidenza di rapporto causale tra presenza del batterio della xylella e disseccamento e neppure nessuna evidenza di correlazione. I dati che avevo visto all'epoca che erano gli unici pubblici riguardavano qualche migliaio di ulivi. https://roars.it/xylella-dalla-scienza-piu-dubbi-che-certezze/… Dunque la mia conclusione era
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"Abbattere ulivi secolari è una decisione straordinaria che dovrebbe essere presa solo alla luce di evidenze scientifiche indiscutibili. Non è questo il caso della vicenda ulivi in Puglia."
Ora è uscito questo articolo che ha analizzato dati di centinaia di migliaia di ulivi per un periodo di tempo di dieci anni. La conclusione è semplice "Nella maggior parte degli alberi campionati con sintomi di disseccamento, il batterio (Xylella) non è stato rilevato." e dunque concludono "Sulla base di questi dati e ... proponiamo di eliminare la norma che impone l'estirpazione di tutte le piante ospiti che circondano un albero Xylella-positivo in un raggio di 50 metri.
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Ricordiamo il can can mediatico del "caso xylella" in cui chi sollevava dubbi era subito additato come negazionista e contro la scienza.
Addirittura
@paolomieli scrisse un editoriale dal titolo "Un Paese che odia la scienza"
"L’Italia sta diventando sempre più un Paese ostile al metodo scientifico e amante delle teorie del complotto. L’ennesima dimostrazione viene dal caso della «Xylella fastidiosa», batterio che produce grave nocumento all’ulivo, penetrato in Europa diciotto anni fa ...Prendendo in seria considerazione anche l’ipotesi di sradicare gli ulivi già colpiti per provare a sterminare gli insetti diffusori dell’infezione e creare un cordone sanitario che isoli le piante infette."
Questa assurda ed incredibile storia mi ha fatto capire l'assurdo ed incredibile livello della stampa italiana. Aspetto le scuse di Paolo Mieli (e varie altre persone).
L'ascienza fa come Goebbels con la cultura, mette mano alla pistola appena qualcuno osa a formulare un qualsiasi tipo di dubbio. il problema non è la scienza ma la strumentalizzazione della scienza...
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un caso tra tanti.
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the-empty-walls · 12 days
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Santa pazienza.
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