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Aforismi e citazioni sul lavoro
Aforismi e citazioni sul lavoro Aforismi e citazioni sul lavoro, una raccolta di varie citazioni di autori famosi su una delle attività più importanti e spesso faticose della nostra società. La festa internazionale dei lavoratori si celebra il 1 maggio di ogni anno, una tradizione che continua ancora oggi in più di 60 paesi. Tutte le professioni sono delle cospirazioni contro i profani. George Bernard Shaw Il lavoro mi piace, mi affascina. Potrei starmene seduto per ore a guardarlo. Jerome Klapka Jerome Dobbiamo lavorare di meno, perché un uomo sfinito dalla fatica è costretto ad essere fedele alla propria moglie. Occorre del tempo, invece, per danzare, cantare, amare la propria donna e quella degli altri. Rajneesh Bhagwan Più desidero che qualcosa sia fatto, meno lo chiamo lavoro. Richard Bach È troppo difficile pensare nobilmente quando si pensa a guadagnarsi da vivere. Jean-Jacques Rousseau Tutti gli sventurati, tutti coloro la cui schiena brucia / sotto il sole feroce e che vanno, che vanno / con la fronte che scoppia in un lavoro infame. / Giù il cappello, borghesi. Questi sono i veri uomini. Arthur Rimbaud Lavoriamo senza pensare: è il solo mezzo per rendere sopportabile l’esistenza. Voltaire Il lavoro è uno sforzo diretto ad ottenere una remunerazione. Th. R. Malthus Si gusta doppiamente la felicità faticata. Baltasar Gracián Non voglio raggiungere l'immortalità con il mio lavoro. Voglio arrivarci non morendo. Woody Allen Si sa che il lavoro ha sempre addolcito la vita: rimane tuttavia il fatto che non a tutti piacciono i dolciumi. Victor Hugo Decise di cambiar vita, di approfittare delle ore del mattino. Si levò alle sei, fece la doccia, si rase, si vestì, gustò la colazione, fumò un paio di sigarette, si mise al tavolo di lavoro e si svegliò a mezzogiorno. Ennio Flaiano L'avidità è il pungolo dell'operosità. David Hume Al mondo non ci sono che due modi per fare carriera: o grazie alla propria ingegnosità o grazie all'imbecillità altrui. La Bruyère De, Jean Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore. Bertolt Brecht E' impossibile godere appieno dell'ozio se non si ha un sacco di lavoro da fare. Jerome Klapka Jerome Il lavoro allontana tre grandi mali: la noia, il vizio ed il bisogno. Voltaire Occorre che un uomo muoia per divenire forza-lavoro. È quella morte che egli trasforma in salario. Jean Baudrillard Dopo tutto, l’intera storia del lavoro umano è una storia di resistenza all’organizzazione del lavoro, al potere politico, all’ideologia del lavoro. Vittorio Foa La grande maggioranza delle persone lavora soltanto per necessità e da questa naturale avversione umana al lavoro nascono i più difficili problemi sociali. Sigmund Freud Lavorare è meno noioso che divertirsi. Charles Baudelaire Intelligenza: quando ti accorgi che il ragionamento del tuo principale non fila. Saggezza: quando eviti di farglielo notare. Anonimo Per ridurre il costo del lavoro si potrebbe ritornare allo schiavismo puro, no! Carl William Brown Fa’ sempre qualcosa, di modo che il diavolo ti trovi sempre impegnato. San Gerolamo Alla fin fine, il lavoro rimane sempre il miglior mezzo per far passare la vita. Gustave Flaubert I consumatori ricercano la massima soddisfazione, i produttori il massimo profitto e i lavoratori devono lottare contro il massimo sfruttamento. Carl William Brown Spesso le grandi imprese nascono da piccole opportunità. Demostene Una persona che usa merci e servizi, senza produrre merci e servizi equivalenti, arreca al Paese esattamente lo stesso danno che arreca un ladro: in effetti si tratta proprio di un furto. G.B. Shaw Quando il caos è intorno a te, ricorda: quello che sopravvive alla storia è il lavoro dell'uomo. Anonimo Se il riposo non è un po' ancora lavoro, è subito noia. Jules Renard La riduzione della giornata lavorativa a un punto in cui la quantità del lavoro non impedisce lo sviluppo umano, è il primo elemento di libertà. H. Marcuse E noi qui in tuta a far la classe operaia, come dei pirla. Altan Non dimostrarti insostituibile; se non puoi essere sostituito, non sarai promosso. Anonimo Oggi anche il cretino è specializzato. Ennio Flaiano Tutti lavoriamo per arrivare al riposo: è ancora la pigrizia a renderci laboriosi. Jean-Jacques Rousseau La schiavitù umana ha toccato il punto culminante alla nostra epoca, sotto forma di lavoro liberamente salariato. G.B. Shaw Il lavoro non è altro che uno stupido sforzo per un inutile spostamento. Carl William Brown Siamo arrivati a un tal grado di imbecillità da considerare il lavoro non solo come onorevole, ma addirittura come sacro, mentre non è che una dolorosa necessità. R. de Gourmont Mani inanellate non sanno mungere vacche Mani nere e callose fanno pane bianco. Canto popolare lituano, XVIII sec. Noi viviamo nell'epoca in cui la gente è così laboriosa da diventare stupida. Oscar Wilde Il lavoro d'equipe è essenziale. Ti permette di dare la colpa a qualcun altro. Arthur Bloch Si sa che il lavoro ha sempre addolcito la vita: il fatto è che non a tutti piacciono i dolciumi. Victor Hugo Un uomo non è un pigro, se è assorto nei propri pensieri; esistono un lavoro visibile ed uno invisibile. Victor Hugo Erano in tre e si doveva eseguire un lavoro; il più forte decise che avrebbe diretto le varie fasi dell'esecuzione, il più furbo disse che avrebbe controllato il buon esito dell'operazione e al più debole non rimase altro che iniziare. Carl William Brown La paura della noia è la sola scusa del lavoro. Jules Renard Ogni volta che basta una sola persona per eseguire un compito con la dovuta applicazione, il compito viene eseguito in modo peggiore da due persone e non viene affatto eseguito se l'incarico è affidato a tre o più persone. George Washington I malvagi lavorano più duramente per andare all'inferno di quanto non facciano i giusti per andare in paradiso. Josh Billings La fatica rende le donne loquaci e ammutolisce gli uomini. Clive Staples Lewis Ad ogni periodo di attività deve seguirne uno di riposo. Mao Tse-tung Il frutto del lavoro è il più dolce dei piaceri. Luc de Clapiers de Vauvenargues Ogni abitudine rende la nostra mano più ingegnosa e meno agile il nostro ingegno. Friedrich Nietzsche L'uomo è l'unica creatura che consuma senza produrre. George Orwell Il lavoro duro paga nel lungo periodo. La pigrizia paga subito. Anonimo Il lavoro è il rifugio di coloro che non hanno nulla di meglio da fare. Oscar Wilde La vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza. La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature. Franklin Delano Roosevelt Recessione è quando il tuo vicino perde il lavoro. Depressione è quando lo perdi tu. Panico quando lo perde anche tua moglie. Boris Makaresko Il lavoro è la maledizione delle classi alcolizzate. Oscar Wilde Vivere del proprio lavoro, una necessità; vivere del lavoro altrui, un'aspirazione. Alessandro Morandotti Lui non sa nulla e pensa di sapere tutto: tutto ciò fa pensare chiaramente ad una carriera politica. George Bernard Shaw Se fossi un medico, prescriverei una vacanza a tutti i pazienti che considerano importante il proprio lavoro. Bertrand Russell La religione ci rende inadatti ad ignorare la nullità e ci butta nel lavoro della vita. John Updike Non un giorno senza una riga. Plinio il Vecchio Lavoro è vita, lo sai, e senza quello esiste solo paura e insicurezza. John Lennon Non ci sono lavoro stupidi, è evidente... Ma ce ne sono di quelli che vengono lasciati agli altri. Miguel Zamacoïs Il lavoro è stato il primo prezzo che si è pagato per ognicosa ed è la misura reale del valore di scambio di ogni merce. Adam Smith Il Governo ha due doveri, quello di mantenere l'ordine pubblico a qualunque costo ed in qualunque occasione, e quello di garantire nel modo più assoluto la libertà di lavoro. Giovanni Giolitti Se fai il lavoro male, dopo magari non te lo fanno fare più. Bill Watterson L'etica del lavoro è l'etica degli schiavi, e il mondo moderno non ha bisogno di schiavi. B. Russel Gli errori, come pagliuzze, galleggiano sulla superficie: chi cerca perle deve tuffarsi nel profondo. John Dryden Una piccola quantità di denaro che cambia di mano rapidamente farà il lavoro di una grande quantità che si muove lentamente. Ezra Pound L'artista è niente senza il dono, e il dono è niente senza il lavoro. Émile Zola Essere uomo è un mestiere difficile, soltanto pochi ce la fanno. Ernest Hemingway Una macchina è in grado di lavorare come cinquanta uomini comuni, ma nessuna macchina può svolgere il lavoro di un uomo straordinario. Elbert Hubbard L'opera esce più bella da una forma ribelle al lavoro dell'artista: verso, marmo, onice, smalto. Théophile Gautier Dio mi perdonerà: è il suo mestiere. Heinrich Heine La differenza tra un intellettuale e un operaio? L'operaio si lava le mani prima di pisciare e l'intellettuale dopo. Jacques Prévert Sulla tematica del lavoro potete anche leggere: Umorismo nero e lavoro Scuola, ozio e lavoro Labor Day explained Aforismi sulle pensioni Aforismi sulle pensioni di C.W. Brown Aforismi per autore Aforismi per argomento Riflessioni e pensieri Saggi e aforismi Read the full article
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Cuento de Navidad
Ya de todos es sabido, los reyes magos de Oriente...Melchor, Gaspar y Baltasar. No eran magos ni eran reyes, solo eran tres ciudadanos de tres sitios diferentes que persiguiendo una estrella se encontraron un pesebre. Los tres viajaban solos no rodeados de gente, sin escolta de enchufados ni séquito de sirvientes.
En este cuento se cuenta lo que ocurrió simplemente, hace 2018 años a finales de diciembre.
Melchor era gruñón ya sesentón barbicano y un poquillo impertinente, viajaba en un elefante de colmillos relucientes. Gaspar joven y rubi cundo, era Director-Gerente en su tierra Cachemira de una cadena de hoteles, montaba en un camello con dos gibas imponentes.
Ni de elefante altanero, ni de camello indolente, ni siquiera de burrillo el tercero era jinete... iba andando y descalzo. Baltasar camerunés, era un negro peregrino, era un pobre sin papeles.
Entre dos mil pastorcillos que tañian sus rabeles, se fueron abriendo paso hasta llegar al pesebre donde adoraron al niño y le dieron sus presentes.
Melchor entregó al niño, diez monedas refulgentes, de oro de 30 quilates(que es un oro inexistente).
Gaspar regaló al niño (que se encontraba muy alegre) una naveta de incienso de plata con cascabeles.
Baltasar le dio al niño algo a lo que llaman mirra, bien envuelto en un paquete.
Y entonces el Niñodios que hablaba perfectamente (para eso es un dios, el dios que todo lo puede), dijo:"Mil gracias amigos por haber venido a verme, vuestra visita es histórica y como tal se agradece, las monedas de Melchor las guardo para ponerle en Nazaret a mi padre una fábrica de muebles; para mi madre el incienso, que me gusta como huele, para echarlo en el brasero y perfumar el ambiente; y a lo que tu llamas mirra", dijo el niño al simpapapeles "Lo guardaré bien guardado y lo tendré listo siempre, para que mi padre fume de vez en cuando un porrete; antes de iros acercaros", dijo el niño finalmente y a cada uno le puso... un dulce beso en la frente.
Cuando Melchor torció el gesto no contento con su suerte; San José fue el que intervino y dijo haciendo de interprete:" Dando a los tres igualdad el Niñodios decir quiere, que todos somos iguales, el rico y el indigente. Ni el color ni la fortuna diferencian a la gente" .
La feliz Virgen María sentada en su taburete decía por lo bajini:" ¡Que bien se explica mi Pepe! ".
Y cuando los tres se fueron... ya eran magos y eran reyes... y allí donde nunca nieva... blanca y negra era la nieve.
FIN
Antonio Garmendia (1932 - 2007)
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Let's talk about San Baltasar, the Wise King, Saint of Afroargentines.
I think it's extremely interesting how one of the biggest afrodiasporic cults native to Argentina is that of El Santo Negro (the Black Saint) St. Balthazar, the Wise King. Other syncretic saint cults make mention to african deities or saints with titles such as "The Queen of Rivers" or "The Queen of the Sea", making the deities involved easily identifiable, but this cult in particular is one of the most widespread across the black population of Argentina and yet the most elusive in regards to who may be behind the mask. At least, until you pay attention to the details.
The Church first introduced the cult of Catholic Figures and Saints such as San Baltasar (King Balthazar) or San Benito de Palermo (St. Benedict of Palermo, the Moor) as a way to control the enslaved population politically and culturally. Although their goal was to dissipate african religions and install catholicism among them instead, they underestimated black argentines: after much effort, the church allowed the enslaved faithful to organize socially and politically and perform dances, drumming and singing for the saints of their formed Cofradía (similar to a congregation, but including social and political structures within it, naming a king and queen or a president and other culturally and politically significant roles). Thanks to the passing down of african culture and customs through these organized societies and the syncretism within them, we can proudly say the church failed in their attempts. The african spirits are very much still an integral part of afroargentines' lives. Today, although it has spread across the country and beyond, the center of this cult is in it's origin, the capital city of Corrientes, Argentina, in a neighborhood called Cambá Cuá.
The cult to San Baltasar is clearly african in origin, although with indigenous (guaraní) influences, such as calling the saint Santo Cambá/Kambá (Black in guaraní language), calling his statues Cambára'angá (guaraní for Black Figure), and some dancers dressing up as indigenous figures like el pombero, among other things. Thus, it is an afroindigenous cult, developing amongst mixed descendants of african enslaved peoples and guaraní natives. The cult is also a local expression of the most african of customs: ancestral veneration. The festivities honor not only the Saint himself, but all the black ancestors before us who are present in pictures at the altar, and answer to the call of the drums. The color red, that covers the saint and adorns his followers, is the color of warriors and protection in African Traditional Religions. He's offered food and drink (such as wine and traditionally made sangría), and most importantly dance and drums. He is invoked and honored, along with the ancestors, through drumming and dancing, through La llamada a San Baltasar and Saludos de Tambores a los Santos Cambá (Calling Saint Balthazar and Drum Salutations to the Black Saints).
His festivities, held in Corrientes around Epiphany, from January 1st to the 6th, include dancing afroargentinean rhythms such as diverse forms of candombe and samba. Particularly, he was traditionally honored with a dance called bambula, a form of ring dance where women move in short and slow steps, barely lifting their feet, while men jump in the air, and where one singer sings a phrase that is then repeated or answered by the others present. This kind of dance is native to Congo and Angola, and widely practiced by enslaved people and their descendants in the Southern United States, the Caribbean, Brazil, Argentina and Uruguay. The music used to this day to petition favors, to invoke his spirit into his image and even dispel or call thunderstorms or other natural phenomena, is called charanda and includes drums, guitars and triangles. Just like in other afrodiasporic devotional and resistance dances, these dances involve Kings and Queens of the dance, a hierarchy of drummers including those called Master drummers, and a hierarchy of the drums themselves as Chico, Repique and Piano.
If you compare him to Xangó...
He carries a double-headed axe. He's often depicted wearing a crown. His colors are, surprisingly, also white and red, with gold accents. Also a King and a warrior, also associated with thunderstorms and fire, drums and dance. His followers also wear white and red beaded collares. Ringing any bells...?
Now, I am not saying they are the same Spirit, but there is an undeniable resemblance. You come to your own conclusions. It's kind of obvious that this afrodiasporic cult stems from either (a) a hidden, veiled cult to the orisha(s) or (b) a syncretic cult to african deities (not only orishas but maybe other african spirits too). There is, after all, strong ties not only to Yorubaland but also to Dahomey, Kongo, etc. Just in this instance, the spirit may resemble an orisha but the rhythms and dance are from kongo, so there is much more to it than just one or the other. There is a culture of resistance born from the union of Nations through music, faith and tradition.
Sources:
None of the images here belong to me: San Baltazar and festivities [1,2,3,4-6] and Xangó [1]
Festividad de San Baltasar : performances artístico-religiosas de la cofradía de la ciudad de Corrientes, by Cavalieri, Ana Belén, Universidad Nacional del Nordeste. Facultad de Artes, Diseño y Ciencias de la Cultura, 2018. Available for download at [Link]
San Baltazar, Historias de Corrientes at [Link]
The bamboula Lineage at [Link]
The Orishas, Indiana University at [Link]
#ATRs#afroargentina#afroargentines#afrolatine#afrolatinx#afrolatino#black saint#black saints#st balthazar#st. Balthazar#San Baltazar#Santería#shangó#xangó#santeria#african diaspora#african traditional religions#african diasporic religions#african diaspora religions#ADRs#san baltasar
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IMAGENES Y DATOS INTERESANTES DEL DIA 6 DE ENERO DE 2024
Día de Reyes, Día Mundial de los Huérfanos de la Guerra, Día Mundial de la Astrología, Año Internacional de los Camélidos.
San Melanio, San Nilamón, San Baltasar, Adoración de los Reyes, Santa Macra y San Aparicio.
Tal día como hoy en el año 2021
Una muchedumbre jaleada por el presidente saliente de los Estados Unidos, Donald Trump, irrumpe en la sede del Congreso, violando la seguridad y ocupando partes del edificio durante varias horas. El suceso interrumpe una sesión conjunta del poder legislativo para contar el voto del Colegio Electoral y certificar la victoria de Joe Biden en las elecciones presidenciales de 2020. Por estos hechos y su comportamiento conspiranóico de fraude electoral sin aportar pruebas, Trump se enfrentará a un proceso de destitución promovido por los demócratas. (Hace 3 años)
1950
El Primer Ministro británico Clement Attlee, ordena reconocer a la República Popular China, la reciente nación que Mao Zedong ha proclamado tan sólo tres meses antes. Este reconocimiento por parte de Gran Bretaña causará una crisis diplomática pasajera con Estados Unidos, que apoya al nacionalismo chino en su lucha contra los comunistas de Mao Zedong. (Hace 74 años)
1927
Tropas norteamericanas invanden Nicaragua con la excusa de proteger a su legación diplomática y la vida y bienes de sus ciudadanos residentes en el mencionado país. (Hace 97 años)
1912
Nuevo México se convierte en el cuadragésimo sexto estado de los Estados Unidos de América. (Hace 112 años)
1842
Tras largos años de combate entre el ejército británico y los nacionalistas musulmanes afganos, Afganistán consolida su independencia, al obligar a retirarse a las fuerzas imperiales británicas a la India. (Hace 182 años)
1838
En EE.UU. Samuel Morse, inventor del telégrafo, realiza la primera demostración pública de su invento a través de un cable de 2 kilómetros de longitud, con rotundo éxito y utiliza un código de su invención con puntos y rayas. No será hasta marzo de 1843, y tras discutirlo mucho, cuando el Congreso le conceda 30.000 dólares para construir una línea telegráfica. El invento, que revolucionará el mundo de las comunicaciones, vivirá una continua expansión que no dará marcha atrás hasta bien entrado el siglo XX, con la llegada de un competidor más manejable: el teléfono. (Hace 186 años)
1763
En Montevideo, Uruguay, cerca del mediodía y sin mediar declaración de guerra, barcos ingleses y portugueses atacan la ciudad. La primera andanada es respondida por las baterías de tierra, desarrolládose un violento combate, con graves daños para ambas partes. Los buques llevan las de perder y tras cuatro horas de duelo artillero, la nave capitana "Lord Clive", se incendia. Los atacantes abandonan sin tomar la ciudad. (Hace 261 años)
1542
En la actual México, el español Francisco de Montejo funda la ciudad de Mérida, hoy capital del Estado de Yucatán. El asentamiento se edifica sobre la antigua ciudad maya de T'ho, con una población registrada de 70 familias españolas y 300 indígenas mayas. El 13 de julio de 1618 se le concederá el título de "muy noble y leal ciudad" en cédula firmada por el rey Felipe II. (Hace 482 años)
1540
En Inglaterra, el rey Enrique VIII se casa con Ana de Cleves, llamada "la yegua de Flandes", en el que será su cuarto matrimonio. Enrique VIII tan sólo será su marido durante seis meses, hasta el 9 de Julio de 1540, fecha en que obtendrá la anulación del enlace declarando que no ha sido consumado. Ana será recompensada con propiedades, incluyendo el Castillo de Hever, antigua residencia de la familia Bolena. Recibirá el título de "Hermana del Rey", y permanecerá como amiga de él y sus hijos hasta su muerte el 16 de julio de 1557. Ana recibirá honrosa sepultura en la Abadía de Westminster. (Hace 484 años)
1535
Tres rastreadores de Francisco Pizarro exploran en este día el valle del Rímac (Perú). De aquí regresarán a su base narrando maravillas del lugar. Pizarro, encantando con el informe, decidirá fundar el 18 de este mismo mes la nueva capital a la que bautiza como "Ciudad de los Reyes" (en honor a los Tres Reyes Magos de Oriente: Melchor, Gaspar y Baltasar). Más adelante, no estando claro el porqué, la ciudad pasará a llamarse Lima. (Hace 489 años)
1494
En la isla Española, Cristóbal Colón en su segundo viaje, funda La Isabela, establecimiento colonizador así llamado en honor de Isabel La Católica, comenzándose a cultivar trigo, vid, caña, etc. Anteriormente, los caribes al mando del cacique Caonabo, destruyeron un primer asentamiento llamado Fuerte de La Navidad, construido con los restos del naufragio de la Santa María en la costa noroccidental de esta isla. Por eso, este nuevo asentamiento tiene lugar en la misma costa pero a muchos kilómetros al este. (Hace 530 años)
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Pour se libérer du capitalisme, il ne suffit pas de s’y opposer, se poser en s’opposant renforce ce à quoi on s’oppose, rien ne se passera réellement pour le sujet du Discours Capitaliste sans une acceptation de perdre quelque chose de soi-même, quelque chose qui touche directement à son identité...
Il y en a qui voudraient "changer le monde" sans vouloir changer quoi que ce soit à la position subjective depuis laquelle ils voudraient voir "changer le monde".
Comme disait Robespierre, il ne saurait exister de "révolution sans révolution", le sujet désirant accomplir un véritable changement doit être prêt à payer le prix pour ce véritable changement, à savoir appliquer d'abord sur lui-même un changement, ou pour reprendre la formule de Gandhi, être lui-même le changement qu'il voudrait voir s'accomplir dans le monde.
Sortir du capitalisme, présuppose toujours déjà d’avoir extirpé le capitalisme hors de soi, avoir fait faire ja révolution de son sujet, c’est à dire être revenu, en tant qu’énonciation, sur chacun de ses énoncés.
Lacan appelait ça la voie de la sainteté, en référant au génie de Baltasar Graciàn, seul selon lui à employer le mot «saint» exactement dans la la même acception qu’il avait en chinois...
Orwell avait déjà circonscrit la logique de ce paradoxe dès son premier roman : «Nous daubons tous allègrement sur les particularismes de classe, mais bien peu nombreux sont ceux qui souhaitent vraiment les abolir.
On en arrive ainsi à constater ce fait important que toute opinion révolutionnaire tire partie de sa force de la secrète conviction que rien ne saurait être changé. […] Tant qu’il ne s’agit que d’améliorer le sort des travailleurs, les honnêtes gens sont unanimes. […] Malheureusement, c’est à cela et rien de plus qu’on aboutit quand on se borne à souhaiter que disparaissent les distinctions de classe.
Plus exactement, il est nécessaire de souhaiter qu’elles s’effacent, mais votre souhait demeure parfaitement vain si vous ne saisissez pas tout ce qu’il implique.
Il faut regarder en face la réalité: abolir les distinctions de classe, c’est abolir une partie de soi-même.
Me voilà, par exemple — moi, typique représentant de la classe moyenne. Rien de plus facile que d’affirmer mon désir de faire table rase des particularismes de classe ; mais la quasi-totalité de ce qui forme ma pensée et mon être repose sur des particularismes de classe. […]
Je dois opérer en moi une transformation si profonde qu’au bout du compte il ne restera pratiquement plus rien de la personne que j’étais.»
(George Orwell – Le quai de Wigan, Éditions Champ libre, 1982)
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8 février
j’ai commencé à lire eva baltasar, je m’étais commandé ses deux livres pour noël et ils surpassent toutes mes espérances. eva baltasar écrit tout ce que j’aimerais écrire, comme j’aimerais l’écrire. je sais pas à quel point c’est autobiographique mais on s’en fout, la sensibilité et l’honnêteté de l’autobio y sont. la mort omniprésente et l’humour désopilant qui l’accompagne parfois, les métaphores avec la nature (ses livres s’appellent permafrost et boulder), la métaphore du rocher, du rocher! eva! c’était la mienne!! et puis sa façon de parler de sa dévotion pour les femmes et les tonnes de sexe. j’ai l’impression qu’elle parle de moi dans une autre vie, une vie où j’aurais des tonnes de sexe et d’autres traumas. sa façon de parler des femmes dont elle tombe amoureuse me rend folle. j’ai l’impression de m’y reconnaître. j’adore parler des femmes dont je tombe amoureuse, même de loin, à distance et à sens unique. j’ose même pas imaginer ce que ce serait si j’osais m’en approcher. si je m’en donnais le droit. si je les voyais pas comme des êtres inatteignables tels un sommet de montagne ou la californie. à commencer par j. l’inatteignable originelle, la non intéressée ultime qui a posé le premier jalon de ma longue liste d’amours malheureuses.
9 février
toujours pas allée à sète j’ai la flemme de faire des choses toute seule. je marche jusqu’au cap d’agde en passant par la plage, pas plus loin, parce que ça requiert aucune organisation ni d’horaires. peut être que le temps arrête vraiment d’exister sur la plage. j’ai accompagné maman et c. à béziers à la place. pendant qu’elles étaient chez castorama dans la zone industrielle j’ai retrouvé sur mon téléphone l’extrait d’un livre sur les artistes et l’argent avec le témoignage d’une poétesse qui voulait pas travailler. jusqu’à maintenant elle vivait d’une bourse régionale de 1500 euros et maintenant elle espère pouvoir les gagner avec ses lectures, ateliers d’écriture, etc. elle disait qu’elle avait pas besoin de grand chose et y avait des photos de ses tickets de caisse du magasin bio où elle achète que des légumes et des fruits et elle mange rien d’autre. elle a gagné un prix, elle a publié des livres et elle espère donner des cours d’écriture créative, peut être à l’université. j’ai envie de lire tout le livre pour avoir d’autres exemples. c’est tellement mystérieux comme sujet, comment les artistes arrivent à vivre.
c’était un peu nul béziers, j’ai vu la mairie où j’ai été enregistrée à ma naissance, le palais de justice tout en haut à côté de l’église st. nazaire où mon père est allé demander l’autorité parentale parce qu’ils étaient pas mariés, et j’ai peut être vu la maternité où je suis née mais maman était plus sûre si c’était ça. dans la voiture elles parlaient de leurs souvenirs de 1978 en disant ça fait 48 ans et depuis le siège arrière j’ai dit non 1978 ça fait 44 ans parce que c’est l’année où est née ma sainte trinité de lesbiennes multidisciplinaires: rebeka warrior, céline sciamma et eva baltasar, la petite nouvelle, et je sais exactement l’âge qu’elles ont. j’ai fini boulder ce matin, je l’ai serré contre mon coeur, précieux précieux trésor, même s’il y est beaucoup question de bébé et de maternité ou le sujet le moins intéressant du monde.
j’ai déménagé sur la plage, y avait les assainisseurs de canalisations chez nous dont un qui reniflait sans arrêt tout en chantonnant baila baila conmiga et c’était au dessus de mes forces. ce matin j’ai marché jusqu’au cap de nouveau, je me suis promenée dans l’avant-port j’ai traversé un pont vers l’île des cauchemars j’ai traversé un autre pont un petit parc et une petite colline d'herbe constellée de fleurs blanches au bord de l’eau derrière aqualand et je me sentais vide, mais j’étais pas sûre si c’était vraiment du vide. je me suis demandé si j’avais besoin d’intensité dans ma vie pour me sentir remplie.
les livres d’eva baltasar m’ont donné une envie urgente de partir loin et de faire un truc radical. dans permafrost c’est moyennement radical, elle quitte barcelone pour aller s’installer à bruxelles parce qu’elle a besoin de changer d’air et elle donne des cours particuliers d’espagnol à une directrice de chez c&a dont elle tombe amoureuse et qui lui demande de l’épouser. dans boulder elle est cuisinière et elle vit sur des cargos et des bateaux de pêche à voyager de port en port. sur la côte chilienne elle rencontre une islandaise qui mange un gâteau au citron dans un café et elle part vivre avec elle à reykjavik. bon après ça se gâte et elle repart travailler sur un bateau de croisière qui va au groenland. elle dit que pour rien au monde elle aimerait être à la place des passagers de la croisière, des touristes qui la dégoûtent parce qu’elle a l’impression qu’ils font que consommer la vie. je crois que je la comprends. je crois aussi que j’ai besoin de partir loin et de faire un truc radical pour me sortir de mon sommeil de zombie, de la routine du confort et du luxembourg, de ma codépendance avec maman, etc.
en marchant sur la plage aussi je pensais à cybille et à un moment je savais tellement plus quoi faire de mon désir que je me suis tournée vers la mer pour l’éponger, enfin pour le noyer plutôt, pour le calmer en le confrontant à quelque chose d’encore plus grand, d’encore plus fort, d’encore moins maîtrisable.
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Les choses se corsent, une autre mauvaise nouvelle pour Baltasar Ebang Engonga
La Guinée équatoriale est secouée par un scandale sexuel d’une ampleur sans précédent. Baltasar Ebang Engonga, directeur de l’Agence nationale d’investigation financière (ANIF), fait face à une controverse explosive après la publication de plus de 400 sextapes le montrant en pleine intimité avec plusieurs partenaires. Ces vidéos de Baltasar, qui se sont rapidement propagées sur les réseaux…
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«Amoríos reales. Cómo y por qué murió Villamediana»(1914), de Diego San José (y 3)
Ya hacia el final de la novela[1], don Juan comentará en un corrillo la muerte de don Fernando Pimentel, el hijo del conde de Benavente, ocurrida el día 7 de ese mismo mes, y señala: «De amores dicen que murió […], buena enfermedad es, y Dios me acabe de ella» (p. 18b). Y se incluye la advertencia, recogida en el relato tradicional de los hechos, de don Baltasar de Zúñiga, confesor del rey y tío…
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La Magia de la Navidad en San Sebastián
La Navidad en San Sebastián transforma Donostia/San Sebastián en un escenario de cuento, lleno de luces deslumbrantes, música alegre y un ambiente que hace sentir la magia de las fiestas en cada rincón. Con luces que iluminan cada calle, mercados que ofrecen delicias locales y tradiciones que capturan el espíritu de las fiestas, esta ciudad costera se convierte en un destino perfecto para disfrutar de la magia de la Navidad en San Sebastián. Los visitantes se encuentran con un ambiente acogedor y vibrante, donde las tradiciones vascas se mezclan con la alegría universal de la Navidad. Acompáñanos a descubrir cómo la ciudad celebra esta época tan especial, repleta de momentos inolvidables que enriquecen el espíritu.
Días con un encanto especial
Encendido de Luces (1 de diciembre a las 18:30, Puente de Santa Catalina) El comienzo oficial de las festividades se marca con el tradicional encendido de luces el 1 de diciembre. A las 18:30, el Puente de Santa Catalina se ilumina, creando un espectáculo visual que se extiende por toda la ciudad. Familias y visitantes se congregan para disfrutar de este evento, que llena las calles de un resplandor cálido y festivo. La emoción y el espíritu navideño comienzan a sentirse en cada esquina. Durante este evento, las sonrisas y el entusiasmo se contagian, mientras la gente comparte este momento tan esperado con sus seres queridos. Las luces, que parecen danzar al ritmo de la música festiva, llenan el aire de un ambiente cargado de optimismo y magia. Feria de Santo Tomás (21 de diciembre) El 21 de diciembre, la Feria de Santo Tomás revive las tradiciones vascas en su máxima expresión. Durante todo el día, la ciudad se llena de puestos que ofrecen productos locales: chistorra, queso, sidra y más. Es un momento perfecto para degustar lo mejor de la gastronomía de la región, mientras se disfruta del ambiente festivo. Los trajes típicos y la música tradicional completan esta experiencia única, que conecta a los visitantes con la cultura vasca. Además, los habitantes de Donostia se visten con los trajes típicos de baserritarras, creando un ambiente aún más auténtico y festivo. El olor de la chistorra llena el aire, y la música de acordeones y panderetas acompaña el bullicio de la feria, haciendo de este día uno de los más entrañables de la Navidad en Donostia. Desfile de Olentzero y Mari Domingi (24 de diciembre) La víspera de Navidad se celebra con el desfile de Olentzero y Mari Domingi, dos personajes icónicos de la mitología vasca. Desde la mañana hasta la tarde, ambos recorren diferentes barrios de Donostia repartiendo regalos y alegría a los niños. La música y las danzas tradicionales acompañan su paso, llenando las calles de alegría. Olentzero, el carbonero que trae regalos, y Mari Domingi, su inseparable compañera, son símbolos del espíritu navideño vasco. Durante el recorrido, los niños disfrutan de momentos llenos de magia al recibir caramelos y pequeños obsequios, mientras las familias se reúnen para ver pasar a estos queridos personajes. Las calles se llenan de risas y canciones, creando una atmósfera donde la tradición y la ilusión se encuentran para hacer de la víspera de Navidad en San Sebastián un día verdaderamente especial. Cabalgata de los Reyes Magos (5 de enero a las 18:00) El 5 de enero, la ciudad espera ansiosa la llegada de Melchor, Gaspar y Baltasar. A las 18:00, la cabalgata comienza en el Boulevard, recorriendo las principales calles, como la Avenida de la Libertad y la Plaza de Gipuzkoa. Los Reyes, en sus carrozas magníficas, saludan a niños y adultos mientras reparten caramelos y regalan sonrisas. La emoción se vive en cada esquina, con los pequeños esperando ansiosos la noche mágica en la que los Reyes les dejarán regalos. Las carrozas, adornadas con luces y colores brillantes, avanzan al ritmo de la música, y las familias disfrutan del espectáculo bajo el cielo estrellado de invierno. Los Reyes Magos se detienen en puntos clave para saludar a los niños, creando momentos llenos de emoción y esperanza, mientras todos esperan la llegada de los regalos y la magia de la noche de Reyes.
Ambiente navideño
Iluminación Navideña (1 de diciembre - 7 de enero) La iluminación navideña en Donostia es una obra de arte. Desde el 1 de diciembre hasta el 7 de enero, las calles y edificios se visten con miles de luces que realzan la belleza de la arquitectura local. Pasear por la ciudad bajo este espectáculo lumínico es una experiencia mágica, especialmente en lugares como la Avenida de la Libertad y la Plaza de Gipuzkoa. La atmósfera luminosa convierte cada paseo en un viaje lleno de encanto, donde cada esquina de la ciudad parece sacada de un cuento de hadas. Las luces no solo decoran las fachadas, sino que también iluminan las sonrisas de quienes las contemplan, creando una conexión especial entre los visitantes y el ambiente festivo de Donostia. Belén en la Plaza Gipuzkoa La Plaza de Gipuzkoa se convierte en un lugar de visita obligada con su tradicional Belén. Este nacimiento recrea la historia de la Navidad con figuras cuidadosamente elaboradas y detalles que encantan tanto a niños como a adultos. Es un espacio de contemplación y reflexión, donde el ambiente festivo se combina con la espiritualidad de la temporada. Los detalles minuciosos del Belén, desde los animales hasta las figuras humanas, invitan a detenerse y apreciar el trabajo artístico detrás de cada pieza. La música suave y los sonidos de la naturaleza recreados en el Belén añaden un toque especial, haciendo que este espacio sea perfecto para relajarse y sumergirse en el verdadero espíritu navideño. Noria en Alderdi Eder (18 de noviembre - 31 de enero) Para quienes buscan una vista inolvidable, la noria instalada en Alderdi Eder es una experiencia imperdible. Desde lo alto, se puede apreciar la ciudad iluminada, con vistas panorámicas que incluyen la bahía de La Concha y las luces navideñas. Esta atracción, disponible hasta finales de enero, es perfecta para disfrutar en familia o con amigos, creando recuerdos mágicos. La experiencia de subirse a la noria es aún más especial por la noche, cuando las luces de la ciudad se reflejan en el agua de la bahía, creando una postal perfecta que queda grabada en la memoria de quienes la contemplan. La noria se ha convertido en uno de los símbolos de la Navidad en San Sebastián, y es el lugar ideal para crear momentos especiales y vivir la ciudad desde una perspectiva diferente.
Mercados de Navidad
Mercado en el Paseo del Urumea y Plaza Ramón Labayen (1 de diciembre - 7 de enero) El mercado de Navidad en el Paseo del Urumea y la Plaza Ramón Labayen ofrece una experiencia de compra encantadora. Desde productos artesanales hasta delicias gastronómicas, los puestos están llenos de opciones perfectas para regalar o para disfrutar durante las fiestas. El ambiente es alegre y animado, con la música de fondo y las luces que envuelven cada espacio. Cada puesto tiene algo único que ofrecer: desde dulces típicos como turrones y polvorones, hasta artesanías que reflejan la cultura local. Las familias pasean entre los puestos, disfrutando de los aromas de los productos recién hechos y del ambiente festivo que impregna cada rincón del mercado. Mercadabadillo en el Kursaal (8 - 10 de diciembre) Durante tres días, el Mercadabadillo en el Kursaal reúne a artesanos y productores locales. Aquí se pueden encontrar artículos únicos, perfectos para aquellos que buscan regalos especiales. Además, el mercado ofrece actividades para toda la familia, haciendo de la visita una experiencia completa. Talleres para niños, demostraciones de artesanía en vivo y degustaciones de productos locales hacen del Mercadabadillo un evento donde cada miembro de la familia encuentra algo que disfrutar. La oportunidad de conocer a los artesanos y escuchar las historias detrás de cada creación añade un valor especial a cada compra. Feria de Artesanía en Plaza Cataluña (15 de diciembre - 5 de enero) En la Plaza Cataluña, la Feria de Artesanía es el lugar ideal para descubrir creaciones originales hechas a mano. Desde joyas hasta decoraciones, cada producto cuenta una historia y refleja la creatividad de los artesanos locales. Esta feria es un espacio donde el arte y la tradición se encuentran. Los artesanos muestran con orgullo su trabajo, y los visitantes tienen la oportunidad de comprar piezas únicas y personalizadas, lo que convierte cada regalo en algo verdaderamente especial. Pasear por la feria es como adentrarse en un mundo de creatividad sin límites, donde cada artículo tiene un toque especial que refleja la pasión de quienes lo han creado. Feria Especial de Navidad en Ordizia (27 de diciembre) El 27 de diciembre, Ordizia celebra una feria especial en la Plaza del Mercado. Aquí, los visitantes pueden disfrutar de productos de calidad y del ambiente único de este mercado. Es una oportunidad para conocer más sobre las tradiciones navideñas de la región y llevarse a casa los mejores productos locales. La feria está llena de colores, sabores y sonidos que reflejan la riqueza de la cultura vasca. Los productos frescos y las especialidades locales, como quesos y embutidos, son el centro de atención, y los visitantes disfrutan no solo de las compras, sino también de la experiencia de conocer a los productores y aprender más sobre sus tradiciones.
Conclusión
La Navidad en San Sebastián es una época llena de magia y tradición. Desde los eventos emblemáticos como el encendido de luces y los desfiles, hasta los mercados que ofrecen lo mejor de la cultura local, la ciudad se convierte en un lugar encantador para disfrutar en familia. Si buscas un destino navideño que combine belleza, tradición y un ambiente festivo incomparable, Donostia es el lugar perfecto. Cada rincón de la ciudad se viste de gala para recibir a visitantes de todas partes, ofreciendo experiencias únicas que van desde lo gastronómico hasta lo cultural. La magia de la Navidad en San Sebastián no solo se vive, sino que se comparte, creando recuerdos imborrables que perduran más allá de las fiestas. Read the full article
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Sext@pes en Guinée équatoriale : lourde sanction pour Baltasar
Le haut fonctionnaire équatoguinéen Baltasar Ebang Engonga, auteur de sextapes qui ont suscité un buzz international sur les réseaux sociaux, a été démis de ses fonctions par décret présidentiel et accusé dans un témoignage diffusé par la télévision d’Etat d’avoir conservé ses vidéos sans consentement. De la superstar nigériane Davido au rappeur français Kaaris, la diffusion virale des images…
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Borja Jiménez, Fernando Adrián y David Galván, premiados por la Casa de Córdoba en Madrid
La Casa de Córdoba en Madrid ha entregado los Premios de San Isidro, en los que Borja Jiménez y Fernando Adrián han sido galardonados como triunfadores de la feria. Destacar también el Trofeo Manolete a la mejor faena para David Galván, y el trofeo Lagartijo a Bastonito, de Baltasar Ibán, como el toro más bravo. … La entrada Borja Jiménez, Fernando Adrián y David Galván, premiados por la Casa de…
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Feria de San Isidro: Otro ‘Bastonito’ legendario de Baltasar Ibán
Origen: Feria de San Isidro: Otro ‘Bastonito’ legendario de Baltasar Ibán. – DE SOL Y SOMBRA
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IMAGENES Y DATOS INTERESANTES DEL DIA 26 DE JULIO DE 2023
Día de los Abuelos, Día Internacional del Esperanto, Día Internacional de la defensa del Ecosistema de Manglares, Año Internacional del Mijo y Año Internacional del Diálogo como Garantía de Paz.
Santa Ana, Santa Anabel, San Joaquín y Santa Anaïs.
Tal día como hoy en el año 1527: Se funda la ciudad Coro en Venezuela, la más antigua del país y sede del primer obispado de Sudamérica.
En 1582: Sucede la batalla de la isla Terceira, en las Islas Azores, (océano Atlántico), en la que una flota de 25 naves comandada por Álvaro de Bazán derrota a la escuadra francesa de 64. Se considera el primer combate naval en mar abierto.
En 1858: Se celebra en Barcelona una novillada a cargo exclusivamente de mujeres toreras, también conocidas como 'la Gran Cuadrilla de Señoritas Toreras'.
En 1908: Llega a la meta en París (Francia) el piloto alemán Köppen, como vencedor de la carrera automovilística Alrededor del mundo, disputada durante cinco meses.
En 1924: En España, se aprueba y se concede la gestión y explotación del servicio telefónico de todo el país a la Compañía Telefónica Nacional.
En 1936: Las Potencias del Eje (Alemania, el Imperio de Japón y el Reino de Italia) acuerdan intervenir en la Guerra Civil Española en favor del bando sublevado.
En 1956: El Gobierno de Egipto nacionaliza el Canal de Suez.
En 1971: Desde Cabo Cañaveral (Estados Unidos), despega la misión Apolo 15 de la NASA. La séptima misión tripulada hacia la Luna y cuarta en alunizar.
En 1999: Se desarticula en España una red internacional de engorde rápido de ganado mediante productos prohibidos y perjudiciales para la salud, tras la investigación del juez Baltasar Garzón y la Unidad Central de la Policía Judicial.
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Le coup d’archet vainqueur de Freud fut d’avoir rouvert la jonction entre vérité et savoir, l’inconscient étant ce savoir insu du sujet d’où provient toute véritable révolution, à savoir celle du sujet sur lui-même.
Il est rigoureusement impossible de sortir du capitalisme, sans avoir au préalable opéré, en tant que sujet, sa propre sortie du Discours Capitaliste, le terme de "discours" étant à prendre dans son acception stricte lacanienne.
Encore aura-t-il fallu admette pour cela que ce n’est pas le sujet qui fait le discours mais bien le discours, qui fait le sujet, et qu’il y est "fait comme un rat".
Pour se libérer du capitalisme, il ne suffit pas de s’y opposer, se poser en s’opposant renforce ce à quoi on s’oppose, rien ne se passera réellement pour le sujet du Discours Capitaliste sans une acceptation de perdre quelque chose de soi-même, quelque chose qui touche directement à son identité...
Il y en a qui voudraient "changer le monde" sans vouloir changer quoi que ce soit à la position subjective depuis laquelle ils voudraient voir "changer le monde".
Mais comme disait Robespierre, il ne saurait exister de "révolution sans révolution", le sujet désirant accomplir un véritable changement doit être prêt à payer le prix pour ce changement, à savoir appliquer d'abord sur lui-même un changement, ou pour reprendre la formule de Gandhi, être lui-même le changement qu'il voudrait voir s'accomplir dans le monde.
Sortir du capitalisme, présuppose toujours déjà d’avoir extirpé le capitalisme hors de soi, avoir fait faire la révolution de son sujet, c’est à dire être revenu, en tant qu’énonciation, sur chacun de ses énoncés.
Lacan appelait ça la voie de la sainteté, en référant au génial Baltasar Graciàn, seul selon lui à donner au mot «saint» exacte la même acception qu’il avait en ancien chinois...
«Je n’ai pas pris au sérieux cette question que je n’ai interprétée, comme vous le voyez, que comme un déplacement, ou peut-être une façon d’éviter de ma part la question : "Enfin, à quoi est-ce que tout cela sert?"
Pas que je dise que le capitalisme ne serve à rien. Non. Le capitalisme sert justement à quelque chose et nous ne devrions pas l’oublier.
C’est les choses qu’il fait qui ne servent à rien.
Mais ça c’est une toute autre affaire.
C’est justement son problème.
Enfin, ce sur quoi il s’appuie, et c’est une grande force, devrait s’éclairer.
Elle joue dans le même sens que celui que je vous disais tout à l’heure, elle va contre le pouvoir.
Elle est d’une autre nature.
Et elle donne au pouvoir de grands embarras.
Là aussi, c’est évidemment nachträglich; c’est après coup qu’il faut voir le sens de ce qui se passe.
Le capitalisme a tout à fait changé les habitudes du pouvoir.
Elles sont peut-être devenues plus abusives, mais, enfin, elles sont changées.
Le capitalisme a introduit ceci, qu’on n’avait jamais vu, ce qu’on appelle le pouvoir libéral.
Il y a des choses très simples dont, après tout, je ne peux parler que d’expérience très personnelle.
Observez ceci: de mémoire d’historien on n’a jamais entendu parler d’organe de gouvernement qu’on quitte en donnant sa démission.
Là où des pouvoirs authentiques, sérieux, subsistants, existent, on ne donne pas sa démission, parce que c’est très grave comme conséquence.
Ou alors c’est une simple façon de s’exprimer, on donne sa démission, mais on vous abat à la sortie.
J’appelle ça des endroits où le pouvoir est sérieux.
L’idée de considérer comme un progrès, et encore libéral, les institutions où, quand quelqu’un a bien saboté tout ce qu’il avait à faire pendant trois ou six mois et s’est révélé un incapable, il n’a qu’à donner sa démission et il ne lui arrive rien; au contraire, on lui dit d’attendre pour qu’il revienne la prochaine fois; ça veut quand même dire quoi?
On n’a jamais vu ça à Rome, enfin!
Aux endroits où c’était sérieux!
On n’a jamais vu un consul donner sa démission, ni un tribun du peuple!
C’est, à proprement parler, inimaginable.
Ça veut simplement dire que le pouvoir est ailleurs.
Il est évident — tout le XIXe siècle l’éclaire — que si les choses se déroulent par cette fonction de la démission, c’est que le pouvoir est dans d’autres mains.
Je parle du pouvoir positif.
L’intérêt, le seul, de la révolution communiste, je parle de la révolution russe, est d’avoir restitué les fonctions du pouvoir.
Seulement on voit que ce n’est pas commode à tenir, justement parce que dans le temps où c’est le capitalisme qui règne, le capitalisme règne parce qu’il est étroitement conjoint avec cette montée de la fonction de la science.
Seulement même ce pouvoir, ce pouvoir camouflé, ce pouvoir secret et, il faut bien le dire, aussi anarchique, je veux dire divisé contre lui-même, et ceci sans aucun doute de par son appareillement avec cette montée de la science, il en est aussi embarrassé qu’un poisson d’une pomme maintenant, parce qu’il se passe quand même, du côté de la science, quelque chose qui dépasse ses capacités de maîtrise.
Alors ce qu’il faudrait c’est qu’il y ait au moins un certain nombre de petites têtes qui n’oublient pas ceci, c’est qu’une certaine association permanente est vaine, de la contestation avec des initiatives non contrôlées dans le sens de la révolution.
Eh bien! c’est encore ce qui dans le système, le système capitaliste, peut le mieux le servir.»(JL)
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Tanti auguri a tutte le mamme e a chiunque abbia dentro e metta fuori i suoi migliori istinti di generare, preservare e prendersi cura delle generazioni future.
Donne e uomini che, senza chiedersi perché o per come, tengono in piedi il mondo.
[Nell'immagine una maternità scolpita da Baltasar Lobo Castillo]
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Felicitaciones a todas las madres y a quienes tienen dentro de sí y ponen en práctica sus mejores instintos para generar, preservar y cuidar de las generaciones futuras.
Mujeres y hombres que, sin preguntarse por qué o cómo, mantienen el mundo en pie.
Women and men who, without asking why or how, hold up the world.
Mulheres e homens que, sem se perguntar o porquê ou como, sustentam o mundo.
Femmes et hommes qui, sans se demander pourquoi ou comment, tiennent le monde debout.
Frauen und Männer, die ohne zu fragen warum oder wie, die Welt aufrecht erhalten.
#maternità#madre#preservare#generare#prendersi cura#Baltasar Lobo Castillo#scultura#art#arte#mamma#idiomatica
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