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Leone XIII e la transizione alla “democrazia cristiana”
Pur mantenendo una posizione antimoderna nelle sue encicliche il papa Leone XIII cercò di conciliare la Dottrina cattolica con le nuove realtà politiche, aprendo la strada al movimento della Democrazia Cristiana. Continue reading Leone XIII e la transizione alla “democrazia cristiana”
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Naturalis vicissitudo generationum, sine computatis mortibus bellorum et fascismorum, certe translationem experientiae fecit ex Foedere Democratico Murri, per Factionem Populi Italici, ad Democratas Christianas problematicas, quae, si limitata erant, tamen non erat. inexistent. Primae positiones ab historicis de re (quae tum collationibus Laurentii Bedeschi aequilibrant) haud alienum ab animo fuisse verisimile est, quae eo tempore Don Luigi Sturzo inspiravit ut politicas electiones et officia fulminibus protegeret. hyper-conservativae Romanae Curiae et theologiae. Etenim, autonomia catholicorum in re politica, ante omnia certe fuit agendi ratio, cui operose fidem servare conatus est, sed est etiam ideologicum principium, quod incidit in compagem relationum inter Ecclesiam et mundum proprium. ut Catholicismus intransigent, in Pascendi strenue inculcavit.
S. Officium Merry del Val et dei Canali compressionem extulerunt qua Pii X Pontificatus iam in primis vires et intelligentias a vita ecclesiali usque ad primos annos belli administrabant vel excludere vel excludere significantes vires et intelligentias (Romolo Murri, Salvatore Minocchi) de catholicismo, non solum Italico. Re quidem vera, Officium S. Officii primum ad personalem ruinam Ioannis Semeria contulit, deinde, ope fascistae "brachii saecularis", ut effectus penitus madefaciant quae intellectualiter producunt dolentem testificationem eorum qui in Italia sunt. (Buonaiuti) et peregre (Laberthonnière) aptare conati sunt ideas quas strenue defenserant per annos discriminis moderni in mutato contextu (exemplis, exempli gratia, sensu oecumenico); hoc notandum est, etiam gratias adiuvante actualismo, nunc etiam in nullo certo ordine regredi post ideologicam cladem in initio triginta passus.
Dr De Beer
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Un partito popolare colto. Per il bene comune, non per una "parte"- di Domenico Galbiati
Un partito popolare colto. Per il bene comune, non per una “parte”- di Domenico Galbiati
Un “soggetto politico” – soprattutto se nuovo, come quello cui aspiriamo – che intenda operare nell’attuale contesto deve coltivare una doppia ambizione. Da un lato, assumere la funzione classica di “partito”, inteso come formazione che concorra, laicamente, cioè impegnando soltanto la personale e diretta responsabilità di chi, liberamente, vi aderisce, al confronto politico-istituzionale,…
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PADRE OLINTO MARELLA
Opera Padre Marella > Padre Olinto Marella
Giuseppe Olinto Marella nasce il 14 giugno 1882 a Pellestrina (Venezia) da una famiglia benestante. Il padre, medico condotto dell’isola, muore nel 1903, lasciando la vedova Carolina de Bei, insegnante, con tre giovani figli. Olinto, secondogenito, dimostra fin dall’adolescenza inclinazione alla vita ecclesiastica, grazie alle particolari cure dello zio monsignor Giuseppe M. Marella.
Terminate le scuole, il giovane Olinto viene mandato a Roma a proseguire gli studi nell’Apollinare, l’Istituto superiore di studi ecclesiastici, dove ha come compagno di corso Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII. Consegue la laurea in Teologia e Filosofia. Sacerdote il 17 dicembre del 1904, don Olinto celebra la prima Messa nella città natale. Sacerdote aperto e brillante, gli viene affidato l’incarico di insegnante nel seminario di Chioggia. Nel 1909, con l’aiuto del fratello Tullio, studente di ingegneria, progetta il Ricreatorio popolare a Pellestrina e, in breve tempo, raccoglie attorno a sé i bambini della parrocchia, educandoli con quei metodi moderni che gli procureranno non pochi problemi. Nello stesso anno, il 25 settembre 1909, infatti don Olinto Marella viene sospeso “a divinis” con il divieto di accostarsi all’Eucarestia in diocesi; il tutto dovuto alla ospitalità data allo “scomunicato” Romolo Murri, suo amico fin dal seminario.
Con molta amarezza e dolore è costretto a lasciare la sua terra e come insegnante comincia a peregrinare in varie città italiane dove riesce a ottenere le cattedre di insegnamento. Nel 1916 consegue la laurea in Storia e Filosofia e il diploma di Magistero in Filosofia. Nel 1919 viene incaricato all’insegnamento della Filosofia nel Liceo Canova di Treviso. Insegna a Messina, Pola, Rieti, e Padova. Cura anche la traduzione del libro di G. B. Vico: “De nostri temporis studiorum ratione” e altri libri di pedagogia. Fa anche parte della Commissione Centrale per la revisione dei libri di testo. Nel 1924 approda a Bologna come insegnante di storia e filosofia nei prestigiosi Licei Galvani e Minghetti, dove rimarrà in cattedra fino al 1948.
Il 2 febbraio 1925, festa “Presentazione al Tempio”, il Card. Nasalli Rocca toglie a don Olinto Marella la sospensione a divinis, lo riabilita e lo accoglie nella Diocesi di Bologna, dove può finalmente esercitare il suo sacerdozio divenendo in breve fulgido esempio di apostolo, soprattutto nella periferia della città tra i poveri e i derelitti. Dal 1932 fa parte del Consiglio della San Vincenzo. In seguito, dopo la costruzione delle case Popolari di via Vezza, Piana, Pier Crescenzi, Mascarella, Scipione del Ferro, dirige l’assistenza religiosa degli agglomerati urbani. In quegli anni trasforma in piccole cappelle alcune cantine dei palazzoni appena costruiti detti degli “umili”. Negli stessi anni ospita nell’appartamento di via S. Mamolo 23, dieci piccoli bambini orfani, dove contemporaneamente trovano rifugio anche perseguitati politici.
Don Marella, che ben presto diventa per tutti Padre Marella, per la sua paternità esercitata sul campo, è l’uomo mandato da Dio che, dopo aver peregrinato e sofferto per sedici lunghi anni, marcisce come un chicco di grano e rinasce come una rigogliosa spiga per portare frutti abbondanti nella ricca, grassa e godereccia Bologna, città famosa per la sua cultura e gastronomia, ma non altrettanto famosa per la sua carità e testimonianza di fede.
Padre Marella con la sua presenza silenziosa e forte, con la sua fede impregnata di carità, con la sua concretezza ed immediatezza nel porgere aiuto a chiunque, tocca il cuore di tutti. Nessuno riesce a passargli accanto senza essere folgorato dalla sua Carità. Padre Marella diventa così la coscienza di Bologna, un faro di luce che illumina una città forse troppo borghese.
Si fa mendicante per condividere e capire meglio la condizione dei poveri, ma soprattutto, ispirato da Dio, sceglie questa forma eloquente ed umile di testimonianza per dare la possibilità a tante persone frettolose, distratte e indifferenti, di riflettere, arrestare la loro corsa e mettere in moto il meccanismo interiore della solidarietà.
Sceglie una cattedra di umiltà senza precedenti, da quell’angolo di strada, arroccato su quell’umile sgabello, lancia un silenzioso e penetrante messaggio a tutti i passanti: “non si può restare indifferenti di fronte a chi soffre”. Il periodo bellico lo vede autore di innumerevoli gesti di coraggio e altruismo; è costretto ad accogliere nelle sue case rifugio un impressionante numero di orfani, di sbandati, di poveri di ogni genere.
Costruisce chiese, si consuma giorno e notte alla questua davanti ai luoghi di spettacolo ed in alcuni punti strategici della città, e riesce anche ad ottenere dalla nettezza urbana un vecchio magazzino, che nel 1948 sarà trasformato nella prima rudimentale “Città dei Ragazzi” in via Piana a Bologna. Lo stesso anno lascia l’insegnamento per dedicarsi a tempo pieno ai “suoi ragazzi”. Gli anni a seguire vedono Padre Marella protagonista di diversi riconoscimenti come i due “Premi della Bontà” da parte della Regione e della Provincia; il premio “Notte di Natale” Angelo Motta.
La sua fama di santità cresce a dismisura davanti agli occhi del popolo, mentre per alcuni suoi confratelli di sacerdozio è un personaggio da tenere sotto controllo perché troppo evangelico e poco canonico; infatti fino a che è stato in essere il famoso sant’uffizio, veniva richiesta annualmente una relazione scritta al vescovo di Bologna, sul comportamento di questo sacerdote troppo originale e innovatore.
Nel 1960 Papa Giovanni XXIII scrive una lettera al Card. Lercaro a favore dell’”Opera assistenziale del mio carissimo amico e Padre Marella”, inviando l’offerta di un milione. L’8 ottobre 1968 don Olinto detta il suo Testamento Spirituale e nomina suo successore Padre Alessandro Mercuriali.
Il 6 settembre 1969, dopo aver ricevuto pienamente i conforti religiosi, attorniato dai suoi ragazzi, si spegne all’età di 87 anni, lasciando un’eredità di amore e carità che a 50 anni dalla sua scomparsa porta ancora frutti copiosi perché affonda le radici nella Divina Provvidenza, la quale non abbandona mai nessuno, ma soprattutto chi si prende cura dei poveri.
La salma del Padre dal 1980 riposa nella Chiesa della Sacra Famiglia in San Lazzaro come da suo desiderio: “Vicino ai miei ragazzi”.
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PROCESSO DI BEATIFICAZIONE
TESTIMONIANZE
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MACERATA – “Vi aspetto tutti a Gualdo” – ha detto giovedì scorso Giovanni Zavaglini, primo cittadino del comune di Gualdo, colpito dal sisma nel 2016. “La vicinanza testimoniata oggi pomeriggio da chi solitamente è squattrinato per antonomasia non può che riempirmi il cuore di gioia” ha continuato un commosso Zavaglini. “Sentiamo forte il vostro affetto e la somma raccolta oggi sarà investita nel rilancio del Centro Studi Romolo Murri”.
Sono stati infatti proprio gli studenti dell’Università di Macerata, a cui ha fatto riferimento il Sindaco di Gualdo, ad aver voluto un evento solidale in favore del piccolo comune tanto provato dal terremoto. L’evento organizzato in collaborazione con PlayMarche srl e Cimas Ristorazione, grazie al fondamentale supporto del Dipartimento di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo dell’Università di Macerata ha visto giovedì 14 dicembre presso il Polo Luigi Bertelli più di cento partecipanti tra docenti, studenti e PTA.
“Eventi come quello di oggi testimoniano come gli studenti mettendosi insieme sappiano essere concreti e attenti a quelle storie che troppo spesso restano ai margini della notizia e dell’attenzione delle istituzioni” ha affermato Rebecca Marconi. “L’iniziativa ha infatti visto il coinvolgimento delle liste Officina Universitaria, Run e Obiettivo Studenti – ha continuato la rappresentante del Consiglio degli Studenti – e mi sento di ringraziare Cimas e PlayMarche per la consueta disponibilità, dimostrandosi un punto di riferimento costante per noi studenti”.
“I prodotti che abbiamo degustato provengono da aziende e territori colpiti dal terremoto. Il nostro progetto #Uniamoci non si è mai fermato dallo scorso anno – ha affermato Michele Spagnuolo di PlayMarche srl. “Ci auguriamo – continua l’amministratore delegato del primo spin off dell’Università di Macerata – che iniziative come queste possano rilanciare il tessuto produttivo del territorio, poichè senza lavoro e senza aziende non si può pensare ad un rilancio economico del nostro entroterra”.
“Abbiamo pensato al Comune di Gualdo – ha detto il professor Roberto Perna – poichè uno dei 15 luoghi di interesse coinvolti dal 2014 nel nostro progetto di distretto culturale evoluto. La nostra vicinanza è costante e speriamo che, seppur siano una goccia in un oceano, le mille e duecento euro raccolte oggi siano di aiuto per il Centro Studi Romolo Murri e per il Comune di Gualdo. Un ringraziamento in particolare – ha continuato il coordiantore del progetto DCE PlayMarche – va all’Università di Macerata e al Dipartimento di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo per dimostrare quanto sia sempre più importante la terza missione dell’Ateneo”.
“Siamo onorati di aver partecipato al progetto #UNIAMOCI e di aver organizzato insieme a playmarche la seconda edizione dell’aperitivo solidale” fa eco Gennaro Cecere, referente Cimas Ristorazione. “Quest’ anno – continua Cecere – più dell’anno scorso, la componente studentesca è stata numerosissima, e questo è molto importante x noi. Mettere a disposizione la nostra esperienza nel settore x Raccogliere 1200 euro da donare al comune di Gualdo ci ha dato tanta energia per il futuro. Un grazie sincero agli studenti tutti, agli sponsor, ai Docenti e al PTA del dipartimento Sfbct che non fanno mai mancare la loro vicinanza”.
Si ricorda che l’evento ha visto la preziosa partnership delle aziende: Gaia Comunicazione; VideoBox; Preziosi Food; Attenti a quei due; Asilo nido Bimboland.
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Il modernismo sociale in Italia: la democrazia cristiana
Il modernismo sociale in Italia: la democrazia cristiana
Don Romolo Murri, don Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi nella storia del movimento cattolico italiano. (more…)

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