#ritmo della vita
Explore tagged Tumblr posts
Text
“Fai un bel respiro, goditi qualcosa di bello che sta succedendo. Rispetta i ritmi della vita, il susseguirsi naturale delle fasi di ogni cosa.
Trova un buon motivo per sorridere, ce ne sono tanti, quanti ce ne sono per piangere.
La scelta è tua…”
— Gianluca Gotto
#respiro#godersi l'attimo#cose belle#succedere#rispettare#rispetto#ritmo#ritmo della vita#naturale#eventi#fasi#motivo#sorridere#piangere#scelta#scegliere#frasi tumblr#frasi#frasi e citazioni#Gianluca Gotto
19 notes
·
View notes
Text
«Cuore, o cuore, sballottato da insolubili dolori, rialzati, resisti contro chi ti tratta male, opponi
il petto, piazzato accanto alle tane dei nemici
con tenaciaː e, se vinci, non ti rallegrare assai,
o, se perdi, non crollare, messoti a lutto in casa,
ma rallegrati per i beni e per i mali soffri
non troppoː ammetti come questo ritmo è della vita»
[θυμέ, θύμ᾽ ἀμηχάνοισι κήδεσιν κυκώμενε,
ἄνα δέ, δυσμενέων δ᾽ ἀλέξευ προσβαλὼν ἐναντίον
στέρνον, ἐν δοκοῖσιν ἐχθρῶν πλησίον κατασταθείς
ἀσφαλέως· καὶ μήτε νικῶν ἀμφαδὴν ἀγάλλεο
μηδὲ νικηθεὶς ἐν οἴκωι καταπεσὼν ὀδύρεο.
ἀλλὰ χαρτοῖσίν τε χαῖρε καὶ κακοῖσιν ἀσχάλα
μὴ λίην· γίνωσκε δ᾽ οἷος ῥυσμὸς ἀνθρώπους ἔχει]
(Archiloco)

5 notes
·
View notes
Text

#vita#la vita dentro di me#frammenti#ritmo#dentro me#frasi#sfera della vita#mondo#frasi vita#gioia#speranza
1 note
·
View note
Text
In America si vive davvero meglio che in Italia? Un’Analisi Approfondita delle Differenze di Qualità della Vita
Confronto tra USA e Italia: stipendi, sanità, istruzione, cultura e qualità della vita
Confronto tra USA e Italia: stipendi, sanità, istruzione, cultura e qualità della vita Quando ci chiediamo se in America si vive davvero meglio che in Italia, è importante considerare una vasta gamma di fattori che influenzano la qualità della vita nei due paesi. Ogni nazione ha i suoi pregi e difetti, che possono variare significativamente in base a criteri come stipendi, sistema sanitario,…
#accessibilità istruzione#accesso alla sanità#alimentazione sana#America vs Italia#assicurazione sanitaria USA#Benessere#confronto USA Italia#Costo della Vita#costo dell’alloggio#costo delle cure#cultura alimentare#cultura in Italia#Cultura italiana#cultura USA#Dieta Mediterranea#differenze culturali#differenze di vita#emigrare in America#equilibrio lavoro-vita#istruzione in America#lavoro in America#musei e arte#opportunità di carriera#qualità del cibo#Qualità della vita#ritmo di vita#sanità in Italia#Sanità Pubblica#sanità universale#Sistema educativo
0 notes
Text
Violata, finalmente

Ada s'era sposata molto giovane, con un uomo di venti anni più anziano, dai modi gentili e molto colto. Dedito ai suoi studi e immerso nel suo lavoro. Presto egli aveva cessato di rivolgerle le dovute attenzioni. E le nascite dei due figli avevano infine mortificato la sua femminilità e fatto assopire i suoi desideri.

Dovendo rifare il bagno, era stato dato l'incarico a un artigiano del vicino paese. Il marito le aveva dato carta bianca e un opportuno budget di spesa. Per cui, al mattino, portati i figli a scuola, assieme a lui aveva iniziato ad andare in giro per scegliere i vari componenti: doccia, sanitari, rubinetteria, piastrelle, colle varie, mobiletti etc.

S'era quasi subito sorpresa a vestirsi, profumarsi, truccarsi e infine attenderlo con trepidazione. L'uomo non le era indifferente: qualche anno più di lei, sui trentacinque e molto solido. Capelli ricci e arguto, schietto, allegro. Per lei egli rappresentava un raggio di pura luce nella nebbia degli ultimi anni. Sempre cortese, con lei, ma a suo modo comunque pieno di mistero.

Le aveva infine confessato di essere separato e di essere stato deluso e molto amareggiato per i ripetuti tradimenti della moglie. Cresceva in Ada la voglia insopprimibile di averlo, mentre capiva chiaramente di avere vicino ogni giorno un uomo affascinante e soprattutto pieno di desiderio per lei. Avrebbe voluto amarla, questo le era ormai evidente, ma Bruno non voleva far passare a un altro uomo ciò che aveva passato lui.

Glielo aveva fatto capire chiaramente. Ma se una donna vuole un uomo, alla fine se lo prende. Punto. Una mattina lei finse di essere ancora in preparazione e lo accolse avvolta da un telo da bagno che appena le copriva il seno. A vederla così l'uomo ebbe un tuffo al cuore e un'insolita affluenza di sangue in zona pelvica. Lo pregò di accompagnarla in camera da letto, che avrebbe finito in cinque minuti.

Entrati che furono, lei spudoratamente si tolse l'asciugamano, salì sul letto completamente nuda e rossa in viso; bellissima, irresistibile. Si mise in ginocchio con i gomiti sulle lenzuola e natiche all'aria, pensando: “Jericho ora dovrà crollare.” E si: l'uomo la prese senza più esitazioni. La possedette e lei finalmente godette nell'essere trattata come ogni donna desidera.

Le sussurrava parole oscene e irripetibili ma dolci all'orecchio, mentre la penetrava inaspettatamente dove lei non avrebbe neppure osato pensare di chiedere al marito, per non essere considerata una donnaccia. E la teneva ora per le spalle ora per i capelli, strattonandola gentilmente al ritmo dei colpi. Le sborrò a lungo una prima volta nel culo e dopo un po' ancora una volta nella fica. Un'estasi, per una donna a lungo trascurata. Che ebbe orgasmi dolci e intensi. Si rividero anche dopo che il bagno fu sistemato e lei godeva sempre molto nell'essere strapazzata, violata e fatta sua, sua, sua seppure in pieno peccato.

Gli succhiava l'uccello sino a sfinirlo, si faceva mangiare l'albicocca sino a godere e lo inondava di nettare, cosa che lui gradiva molto. Non sta bene, non si fa: una signora rispettabile non dovrebbe fare queste cose. Ma più si sentiva in colpa, più lo desiderava e lo cercava. La vita ti pone davanti curve, situazioni difficili. Ma anche gioie incredibili, magari ben nascoste dietro una frustrazione, un dolore o un lungo periodo di speranze perdute. E te le devi prendere, le tue gioie: anche se questo comportasse la inevitabile e continua sofferenza sia del peccatore che del tradito. Chissenefrega.

RDA
60 notes
·
View notes
Text
Mina - Ancora Ancora Ancora (Bussola Domani 1978)
youtube
Essere immortale non mi interessa. Mi piace invecchiare.
Mina
Probabilmente sono una pigra costretta a un ritmo di vita frenetico, una pigra che non riesce a realizzare la sua più autentica natura, la sua vocazione all’indolenza. L’adolescenza, quella mi chiedo se l’ho mai avuta. Voglio dire che gli impegni, la carriera eccetera si sono abbattuti troppo presto su di me. In fondo, non ho mai vissuto da ragazzina, non ho mai fatto quello che fanno le ragazzine: come recarsi a ballare, a fare i bagni, le gite o che so io. Non ho rimpianti, no. Sono paga della mia condizione attuale, di donna matura. Prima non sapevo quello che volevo, e ora lo so. Mi sento serena, come chi ha scoperto che le cose più importanti sono in fondo le cose più semplici”.
Mina
Buon Compleanno a Mina, Mito della Musica italiana e internazionale, che non invecchierà mai.
🎂🍀🎶💕🥂
Al secolo Anna Maria Mazzini, nasce il 25 marzo 1940 a Busto Arsizio (Varese), dove i suoi genitori si erano trasferiti durante il periodo di guerra. Alcuni mesi dopo la sua nascita, la famiglia torna a Cremona, città in cui la cantante risiede fino ai primi anni di carriera.
Nel 1978 l’ultimo concerto e l’addio alle scene. Nella sua lunga carriera Mina ha interpretato oltre 1500 canzoni e ricevuto numerosi riconoscimenti, anche da parte di colleghi del calibro di
Frank Sinatra, che la invitò a esibirsi negli Stati Uniti, ma lei rifiutò. Leonor Fellini voleva farne una star, ma lei si rifiutò di farsi vedere in un film.
Mina divenne la risposta italiana alla rivoluzione del Rock 'n Roll che travolse gli USA; un camaleonte di stile con un'immagine da bambina selvaggia nel suo paese natale (e molto cattolico) che allo stesso tempo incantò e fece infuriare gli italiani.
Nel 1963, fu clamorosamente bandita persino dalle radio e dalle televisioni italiane dopo essere rimasta incinta del figlio di un attore (già sposato), Corrado Pani, quando il divorzio era ancora illegale. I media consideravano il suo successo, " Le Mille Bolle Blu" (Mille Bolle Blu) un inno orecchiabile, seppur scandaloso, per il loro amore "sacrilego":
Con le sue caratteristiche sopracciglia rasate, un trucco pesante sugli occhi, i capelli tinti di biondo e una sigaretta come accessorio permanente, era la cattiva ragazza preferita d'Italia. Le vendite dei suoi dischi non furono influenzate dal divieto e, a richiesta del pubblico, fu invitata di nuovo in televisione italiana nel 1964. Fu un momento di scacco matto contro la rete conservatrice e trasmise il messaggio che Mina non solo era qui per restare, ma per fare tutto ciò che voleva.
Cantava in otto lingue (inizialmente con il nome d'arte di "Baby Gate") e la sua specialità divenne cantare a squarciagola ballate strazianti come le sue contemporanee Barbara Streisand o l'artista francofona Dalida . Ma anche nei suoi primi scatti promozionali, è chiaro che stava oliando le sue ruote per una carriera più strana rispetto alle altre dive dell'epoca...
Ma è la Mina senza sopracciglia e con la sigaretta ad essere passata alla storia come una leggenda vivente..."
Web
35 notes
·
View notes
Text

Storia Di Musica #355 - King Crimson, Red, 1974
L'ultima storia dell'anno riguarda un disco che è uno dei capolavori di tutti i tempi. Riscoperto negli ultimi anni, per tutta una serie di avvenimenti che andrò a raccontarvi, chiude il cerchio del progressive di una delle band che lo fecero nascere: i King Crimson.
Di quella band che nel 1969 sconvolse il mondo della musica con In The Court Of The Crimson King è rimasto solo il genio di Robert Fripp, che in 5 anni cambia 7 formazioni diverse. E il disco di oggi nasce dopo l'ennesimo cambio di formazione. Concluso un tour americano di tre mesi nel 1974, Fripp, Bill Bruford (batteria) e John Kenneth Wetton (basso, voce e chitarra) decidono a maggioranza di allontanare il violinista David Cross. Rimangono un trio, e iniziano a pensare ad un nuovo disco. In Gran Bretagna Fripp ha un incontro che gli sconvolge la vita: legge gli scritti di John G. Bennett, allievo diretto di Gurdjieff. Bennett, che era un matematico, voleva nei suoi lavori integrare il proprio sapere scientifico con le conoscenze acquisite in materia di filosofie orientali e misticismo con la frequentazione del grande maestro greco-armeno. Fripp ne rimase folgorato, e nei decenni successivi organizzerà nei campi studio di Bennett corsi di chitarra divenuti leggendari: non prendere la chitarra per settimane intere, fare meditazione prima di ogni sessione, persino accordature tutte particolari per suonare lo strumento. Ma l'incontro con Bennett provocò anche altro: Fripp dichiara finita l'esperienza King Crimson, Bruford e Wetton hanno totale carta bianca per l'ultimo lavoro.
Quello che poteva essere l'inizio di una tragicomica esperienza, si rivela invece un trampolino creativo potentissimo: ne nasce fuori un disco dove il progressive e il jazz rock, cardini di quel suono così unico, sono la base di partenza per una musica più muscolare, scarna, drammatica. Bruford e Wetton chiamano musicisti sessionisti per le registrazioni, alcuni grandi amici dei nostri ed ex componenti: Ian McDonald, con il suo sax, uno dei fondatori della band, Mel Collins, anche lui ex Crimson, e Mark Charig che tra il 1970 ed il 1971 suona negli storici album Lizard e Islands, in quest'ultimo è suo un fenomenale assolo di cornetta nella title track. Le registrazioni di Red, colore della passione, della morte, della rinascita, iniziano nel luglio del 1974, e ne vengono fuori 40 minuti di musica straordinaria. Red è l'inizio già spiazzante: la band è in formazione power trio, il brano gira intorno ad un potente riff, tra i migliori di Fripp, fino a quando verso metà brano entra in scena un violoncello (strumento che apparirà anche in altri brani). Chi sia l'esecutore è ancora oggi un mistero, perchè non è segnato nei crediti sull'album e persino nei registri degli Olympic Studios di Londra dove iniziarono le registrazioni. Una recente teoria vuole che fosse nientemeno che Julian Lloyd Webber, fratello del famosissimo Andrew Re dei Musical, ma è una balla. Fatto sta che a 50 anni rimane ancora il mistero! Il disco continua con Fallen Angel, dove compare una rara chitarra acustica, è un brano sugli Hells Angels, dove un uomo chiede al fratello di unirsi alla terrificante banda per poi vederlo pugnalato tragicamente per le strade di New York. One More Red Nightmare è il lato horror del disco: l'incubo di uno schianto aereo, con il riff a salire vertiginosamente e gli interventi al sax di McDonald, un brano drammatico e potentissimo. Providence è una live session improvvisata al Palace Theatre di Providence, Rhode Island, il 30 giugno 1974, dove suona e comprare nei crediti anche David Cross. Ma sono gli ultimi, monumentali 12 minuti di Starless la pietra miliare di questo capolavoro: originariamente pensata per il precedente album, che si intitola Starless And Black Bible, è divisa in una parte cantata dove ritorna il caro Mellotron, un tema di chitarra elettrica e il sax di Mel Collins; nella seconda parte inizia il ritmo di un basso iconico (per gli appassionati puristi, in tempo 13/8 e dall'armonia diminuita) dove la chitarra di Fripp arriva nel cielo più oscuro, senza stelle appunto, un abisso celeste e non terreno.
All'epoca, quando uscì, il 5 Ottobre, si sapeva già da un'intervista al New Musical Express che il gruppo non esisteva più. Persino la copertina, così intima e minimalista rispetto alla magia delle loro precedenti, non attirò l'attenzione dovuta. Il disco ebbe pochissimo successo. Ma negli anni a seguire, visti anche i futuri e numerosi ritorni di Fripp a sigla King Crimson, il disco ha finito per ammaliare intere generazioni di musicisti: figura non solo come ultimo apice del prog, che verrà di lì a poco colpito a morte dal punk, ma è considerato il capostipite di tutte le varianti che da fine anni '80 riproposero i suoni articolati, la maestria strumentale, l'atmosfera tenebrosa e cinematografica. È un disco mondo, probabilmente anche più mistico e profondo di quello pensato dai musicisti, che ancora sfida a cercarci dentro a 5 decenni di distanza, nelle sue profondità recondite e terribili. Come si fa con ogni cosa che non ci lascia indifferenti. Tanto che un giovane produttore, Butch Vig, lo fece ascoltare ad un giovane musicista, che disse: "è il miglior album nella storia del rock". Quel musicista era Kurt Cobain.
Un grande abbraccio a quelli che leggono sempre, a quelli che spero si appassionino, ai curiosi ogni tanto. Buon anno e alle prossime storie musicali!
28 notes
·
View notes
Text
Cos'è la vita?
Dostoevskij: È l'inferno. Per Dostoevskij, la vita era una battaglia con le parti più oscure dell'anima umana, un crogiolo di sofferenza in cui ci confrontiamo con le nostre paure e i nostri desideri più profondi.
Socrate: È una prova. La vita è l'esame finale di virtù, saggezza e verità. Per Socrate, una vita non esaminata non vale la pena di essere vissuta.
Aristotele: È la mente. La vita è la ricerca della conoscenza e della ragione, un viaggio per comprendere il mondo attraverso la logica, l'etica e la metafisica.
Nietzsche: È il potere. La vita è la volontà di potenza, uno sforzo per l'auto-superamento e la padronanza delle circostanze, rifiutando l'autocompiacimento e abbracciando la crescita.
Freud: È la morte. Freud vedeva la vita come una tensione tra l'istinto di vita (Eros) e l'istinto di morte (Thanatos), una spinta costante verso la creazione e la distruzione.
Marx: È l'idea. Per Marx, la vita è plasmata dalle condizioni materiali e dalle ideologie che ne derivano, una lotta per creare un mondo di uguaglianza e giustizia.
Picasso: È arte. La vita è creazione, una tela su cui dipingere le nostre passioni, emozioni e sogni, plasmata dall'immaginazione e dall'espressione.
Gandhi: È amore. Gandhi credeva che la vita fosse radicata nella non violenza, nella compassione e nell'amore universale, un viaggio verso la pace e il servizio disinteressato.
Schopenhauer: È sofferenza. Per Schopenhauer, la vita è uno sforzo incessante che porta inevitabilmente al dolore e all'insoddisfazione, temperato solo da momenti di bellezza e arte.
Bertrand Russell: È competizione. La vita è plasmata dai desideri e dalle ambizioni umane, un atto di equilibrio tra interesse personale e progresso collettivo.
Steve Jobs: È fede. La vita è fidarsi del processo, assumersi dei rischi e seguire l'intuizione, anche quando la strada da percorrere non è chiara.
Einstein: È conoscenza. Einstein vedeva la vita come una ricerca per comprendere i misteri dell'universo, guidata dalla curiosità e dallo stupore.
Stephen Hawking: È speranza. La vita è perseveranza di fronte alle avversità, una fede nel futuro e nel potere dell'ingegno umano.
Kafka: È solo l'inizio. La vita è surreale ed enigmatica, spesso assurda, ma apre sempre le porte alla trasformazione e alle possibilità.
Camus: È ribellione. La vita è trovare un significato in un universo senza senso, sfidare l'assurdità con coraggio e passione.
Thoreau: È semplicità. La vita è spogliarsi del superfluo, abbracciare la natura e vivere deliberatamente.
Rumi: È una danza. La vita è un viaggio spirituale, un ritmo di amore e connessione divina intrecciato in ogni momento.
Kierkegaard: È un salto nel vuoto. La vita richiede di abbracciare l'incertezza e di fare passi audaci fondati sulla fede e sull'autenticità.
Epicuro: È piacere. La vita consiste nel massimizzare piaceri semplici e duraturi, riducendo al minimo il dolore non necessario.
Laozi: È armonia. La vita scorre come l'acqua, senza sforzo e allineata con l'ordine naturale dell'universo.
Confucio: È virtù. La vita è svolgere ruoli con integrità, rispetto e impegno verso la comunità e la famiglia.
Carl Jung: È individuazione. La vita è integrare il conscio e l'inconscio, diventando completi e autentici.
Alan Watts: È un gioco. La vita deve essere vissuta e giocata con meraviglia, non presa troppo sul serio.
Victor Frankl: È significato. La vita è trovare uno scopo, anche nelle circostanze più difficili, attraverso l'amore e il servizio.
Simone de Beauvoir: È libertà. La vita è il potere di definire se stessi e rifiutare i ruoli imposti dalla società.
Eraclito: È cambiamento. La vita è un flusso costante, un fiume in cui entriamo una volta prima che scorra di nuovo.
Hegel: È progresso. La vita è un processo dialettico, che avanza attraverso contraddizioni e risoluzioni verso una maggiore comprensione.
Hobbes: È sopravvivenza. La vita nel suo stato naturale è "sgradevole, brutale e breve", e richiede sistemi per mantenere l'ordine.
Rousseau: È libertà nella natura. La vita è più autentica quando torniamo al nostro stato naturale, liberi dalla corruzione sociale.
Marco Aurelio: È accettazione. La vita è abbracciare il momento presente con stoica risolutezza, guidati dalla ragione e dalla virtù.
Seneca: È preparazione alla morte. La vita non riguarda la sua lunghezza, ma la sua qualità, insegnandoci a vivere bene e a lasciar andare con grazia.
Cosa è per te la vita?
15 notes
·
View notes
Text
Volgi lo sguardo dentro di te. C'è un universo intero che aspetta di essere esplorato, fatto di sogni inespressi, di emozioni sopite, di speranze che attendono la luce del giorno. In un mondo che corre veloce, che ti travolge con mille voci e colori, fermati un istante. Ascolta il sussurro del tuo cuore, quel delicato battito che racconta la tua storia. Non è un atto di egoismo, ma un viaggio necessario: conoscere te stessa per vivere appieno ogni istante. Sfiora con la mente i ricordi che ti hanno portata fin qui, abbraccia le gioie e le ferite che hanno forgiato la tua anima. Ogni cicatrice è un racconto di coraggio, ogni sorriso un fiore sbocciato nel deserto delle difficoltà. Non temere le ombre del passato; sono ombre solo perché c'è una luce che le proietta. E quella luce sei tu. Nutri i tuoi pensieri di ciò che ti fa vibrare, lascia che le passioni guidino i tuoi passi. Il mondo esterno è un teatro di mille riflessi, ma la vera essenza risiede nel tuo sguardo, nel modo in cui scegli di vedere e di essere. Sii la pittrice della tua vita, scegli i colori più vivi, dipingi senza timore di uscire dai bordi prestabiliti. Concediti il tempo per sognare ad occhi aperti, per assaporare il silenzio che lenisce le ferite, per ridere senza motivo apparente. Scoprirai che la felicità non è una meta lontana, ma una compagna di viaggio che attende di essere riconosciuta. È nelle piccole cose, nei gesti semplici, nell'autenticità di un momento vissuto con consapevolezza. Lascia cadere le maschere che il mondo ti ha imposto, libera la tua voce. Canta la tua melodia, anche se il ritmo è diverso da quello degli altri. C'è poesia nella diversità, forza nell'essere se stesse. Le stelle brillano senza chiedere permesso al cielo; così dovresti fare tu, illuminando la notte con la tua presenza. Ricorda che ogni percorso è unico, e il tuo valore non si misura con il confronto. Accogli le sfide come opportunità di crescita, trasforma le cadute in passi di danza. La vita è un'avventura straordinaria, e tu sei la protagonista di questa storia. Ritrova te stessa nel silenzio dell'alba, nel fragore del mare, nel battito del tuo cuore. E quando avrai riscoperto la meraviglia che si cela dentro di te, il mondo ti apparirà sotto una nuova luce.
Empito
14 notes
·
View notes
Text
Il segreto di una vita piena è vivere e rapportarsi agli altri come se domani potessero non esserci più, come se noi potessimo non esserci più domani. Elimina il vizio del procrastinare, il peccato del posporre, le mancate comunicazioni, le mancate comunioni. Questo pensiero mi ha reso più attenta a tutti gli incontri, le conoscenze, le presentazioni, che potrebbero contenere il seme della profondità che potrebbe rischiare di essere trascurato per disattenzione. Questa sensazione è diventata una rarità, ed è ogni giorno più rara ora che abbiamo raggiunto un ritmo più frettoloso e superficiale, ora che crediamo di essere in contatto con un gran numero di persone, con più gente, con più paesi. Questa è un’illusione che rischia di privarci del contatto profondo con la persona che ci respira accanto. Questo momento pericoloso in cui voci meccaniche, radio, telefoni, prendono il posto di un’intimità umana, insieme all’idea di essere a contatto con milioni di persone, porta ad un impoverimento sempre maggiore dell’intimità e di un modo di vedere umano.
“Il Diario” - Anais Nin
10 notes
·
View notes
Text

"Oscilla con il ritmo della vita, annuendo intenzioni positive e pulsazioni sentite dal cuore nel tuo mondo. Senti la madre della vita con il tocco dei tuoi piedi sul terreno. Sii Uno con tutta la vita, Onorando la nostra interconnessione..." ~Sconosciuto _art_by_dciprianno ************************ "Sway with the rhythm of life, nodding positive intentions and heart felt pulses into your world. Feel the mother of life with the touch of your feet on the ground. Be One with all life, Honoring our interconnection..." ~Unknown _art_by_dciprianno
11 notes
·
View notes
Text


ciao, non uso più questo spazio per parlare di me o di come mi sento. non è che ci sia una motivazione, credo semplicemente che il ritmo della mia vita sia cambiato e spesso e volentieri quando si cresce la routine diventa così frenetica che al massimo quando torno a casa ho voglia di scrollare soltanto i social piuttosto che mettermi lì ad analizzarmi. una cosa ci tengo a dirla: la foto a destra mi è scappata, non l'ho volutamente scattata ma l'ho voluta postare perché ultimamente la mia pelle è tornata a fare qualche capriccio e ci sono giorni in cui fatico tanto a sopportarla. solo chi, in adolescenza o non, ha vissuto con l'acne può comprendere davvero cosa significa portarsi dietro gli strascichi di un viso che non riconosci. però per fortuna non sono più una bambina. adesso accetto che possano esserci dei momenti in cui il mio viso può darmi contro. per fortuna mi amo (solo un pochino) di più di quando avevo sedici o diciassette anni. la vita è troppo impegnativa per soffermarsi su due brufoletti e sabato nonostante la pioggia ho fotografato il lungomare e credo sia bellissima questa foto. tutto questo sproloquio per dire che è assolutamente vero che come reagisci fa la differenza. a chi vive questo momento di non sopportazione del proprio io fisico vorrei soltanto dire che prima o poi imparerete, crescendo, a capire quali sono le vostre priorità. e poi, credetemi, passerà come ogni fottutissima cosa della vita!!! vi voglio bene un bacio🤎
29 notes
·
View notes
Text

"Tutti gli ovuli che una donna ha a disposizione nell'arco della sua vita, si formano nelle sue ovaie all'età di 4 mesi, nel grembo di sua madre. Questo significa che la nostra vita cellulare come ovulo è iniziata nel grembo di nostra nonna.
Ognuno di noi spende 5 mesi nel grembo della nonna, che a sua volta, si è formata cellularmente nel grembo della sua nonna.
Noi vibriamo al ritmo del sangue di nostra madre prima ancora che lei stessa sia nata e questa pulsazione è il legame di sangue che scorre all'indietro attraverso le nonne, fino alla prima madre."
Layne Redmond, Quando le percussioniste erano Donne.
Illustrazione Amy Haderer.
Dalla pagina Facebook -Tra Scienza e Spirito
17 notes
·
View notes
Text

# **Frutto della Passione**
Le sue dita dei piedi si arricciavano,
un segno di piacere, un invito,
mentre la mia lingua danzava su quel sesso,
un frutto della passione, succoso e dolce,
gusto intenso che accendeva i sensi.
Quela. F *** carica di desiderio,
un tesoro da esplorare,
mentre le sue cosce abbracciavano il collo,
In una morsa calda, avvolgente,
le mani tenevano il capo,
sussurrando: "Ancora più forte."
Ogni movimento, un canto di estasi,
la sua pelle, un mare di brividi,
la mia bocca, un naufrago,
perso tra le onde del piacere,
mentre il suo corpo si contorceva,
in un ritmo di pura euforia.
Le parole si mescolavano ai gemiti,
un'armonia di passione e desiderio,
e in quel momento, il mondo svaniva,
lasciando solo noi,
due anime che si cercavano,
in un abbraccio di fuoco e di vita.
Cit..
11 notes
·
View notes
Text

Puoi uccidere il messaggero, ma non potrai mai uccidere il messaggio!
Qual era il messaggio di Bob Marley?
Vorrei ricordarlo o scoprirlo. Credo che ognuno di noi ha successo per ciò che di vero dice, la verità ha una luce propria che non dipende dalla simpatia o bravura a fare determinate cose, é come le fai, perché le fai. Poi ci sono le eccezioni e le manipolazioni...ma quelle non m' interessano.
Perché Bob Marley era così seguito? Per il ritmo della sua musica o per il messaggio che portava?
Amore e libertà: questa è la filosofia del cantautore giamaicano Bob Marley, una filosofia di vita che lo segnerà per sempre nella storia della musica contemporanea. Basti pensare che oltre ad essere stato un grande cantante, Bob Marley abbia dedicato la sua vita ai più poveri e emarginati della società di allora, perfino ottenendo una medaglia di pace delle Nazioni Unite nel 1978.
Bob Marley ha voluto raccontare la sua lotta personale ma in particolare quella del popolo, contro il razzismo, l’oppressione politica e tutti quei mali che la società del suo tempo portava con sé.
La sua musica esorta a lottare per l’uguaglianza e per i diritti che ognuno di noi merita di avere.
32 notes
·
View notes
Text

Storia Di Musica #369 - Frank Zappa, Joe's Garage Acts I,II,III, 1979
Il mese di storie musicali legate al numero 3 si conclude con una pazza quanto meravigliosa opera rock in 3 parti, sogno del suo autore, che uscì in due dischi nel 1979. Infatti Frank Zappa, che dopo una estenuante diatriba legare sui diritti discografici del suo archivio, nel 1979 fondò la sua personale etichetta discografica, Zappa Records, a cui a breve aggiungerà un fantastico studio di registrazione personale. Nel 1979 pubblica uno dei suoi manifesti di "antropologia musicale", Sheik Yerbouti, che oltre la sua immensa fantasia e varietà musicale (una enciclopedia vivente che andava dalla musica concreta a Boulez, dal jazz al bluegrass fino al doo-woop passando per ogni stile intermedio) presenta una sfiziosa novità: Zappa la chiama xenocrony, è un innovativo montaggio sonoro in cui parti musicali, spessissimo i suoi assoli alla chitarra, vengono rimontate in altre canzone in maniera che sembra perfettamente naturale. Sheik Yerbouti, che è un doppio album, è anche uno dei suoi pochi dischi da classifica: tra le perle Rat Tomago, la spettacolare Yo' Mama, la caustica Jewish Princess che attira gli strali della comunità ebraica e la mitica parodia di Peter Frampton, che ebbe successo planetario con I'm In You, di I Have Been In You.
Zappa sull'onda positiva di questo disco è subito pronto a farne un nuovo capitolo, e già registra alcuni brani, ipotizzando di utilizzare la tecnica della xenocrony. Però una sera, spinto dal suo desiderio personale di scrivere "opere rock", butta giù una sorta di sceneggiatura e pensa che può funzionare. Inizia a registrare tantissimo materiale con la sua nuova band (sempre di grandi musicisti, che tra poco svelerò) e alla fine ha materiale per tre dischi che hanno una certa coesione concettuale. Timoroso di presentarsi sul mercato con un triplo disco, divide l'opera in due parti, un Act I, che esce nei negozi nel Settembre 1979, e un doppio, Act II e III a Novembre.
Joe's Garage diviene uno dei suoi dischi più famosi ed ambiziosi, e una delle opere rock più ardite (in tutti i sensi, visto il personaggio). La storia è una grande metafora della stupidità della società americana, della cultura della repressione e del controllo e anche un grande atto di amore per la musica. È la storia di Joe, un adolescente medio, di Canoga Park, Los Angeles, che forma una band garage rock, ha relazioni insoddisfacenti con le donne, dona tutti i suoi soldi a una religione insincera e assistita dal governo (un nemmeno troppo velato strale con Scientology), esplora attività sessuali con elettrodomestici vari e viene imprigionato. Dopo essere stato rilasciato dalla prigione in una società distopica in cui la musica stessa è stata criminalizzata, cade nella follia. La storia è narrata da una sorta di Grande Fratello orwelliano, The Central Scrutinizer (che è la voce di Zappa manipolata) che alla fine, dopo che Joe è impazzito sognando un assolo "definitivo" prende voce "reale", quella di Zappa appunto, per dimostrare che se la storia di Joe non bastasse a convincere l'ascoltatore che la musica sia un male, tale cosa potrà essere più chiara se espressa con la sua reale voce, nella sua interpretazione di una "canzonetta", A Little Green Rosetta, Musicalmente, è il solito ribollente calderone zappiano di stili, varietà e genialità, dove persino i brani che sembrano più semplici nascondono strutture e cambi di ritmo travolgenti: tra le canzoni da ricordare, la splendida Joe's Garage (che aggiunge note reggae alla cucina musicale), l'ironica Catholic Girls, sugli stereotipi sulle ragazze religiose, impersonate da Mary, la fidanzata di Joe, una che cade nel "baratro della vita da roadie" (Crew Slut) fino a fare le gare di Miss Maglietta Bagnata ( Wet T-Shirt Nite), poi le sue strampalate allucinazioni musicali, tipo la malattia venerea che Lucille passa a Joe, descritta in Why Does It Hurt When I Pee, che in verità fu una domanda vera che fece a Zappa il suo manager, Peter Kaufman, che aveva una cististe. Due pezzi sono ancora più iconici: Lucille Has Messed My Mind, dedicata alla Lucille di cui sopra, che fu un successo di Zappa scritto per Jeff Simmons, ex componente dei Mothers Of Invention, che nel 1969 pubblicò un disco dallo stesso titolo davvero bello (con Zappa che produsse il disco e scrisse alcuni brani con il nome d'arte di La Marr Bruister); Watermelon In Easter Bay, l'assolo che sogna Joe, diventerà una delle sua canzoni più famosi, sebbene all'epoca non fu tanto bene accettata, ma adesso, anche a detta del figlio Dweezil, è il suo miglior assolo in assoluto.
Tra le curiosità, con la tecnica della xenocrony furono riprese almeno 4 parti di assolo di City Of Tiny Lights, uno dei massimi strumentali zappiani, da un concerto in Germania del marzo del 1979, per ben tre canzoni di Joe's Garage. Nella nuova band, immensi musicisti come Vinnie Colaiuta alla batteria (ma anche ad un immaginifico optometric abandon), Warren Cuccurullo alla chitarra, Denny Walley alla slide guitar, Tommy Mars e Peter Wolf alle tastierie, il fido Ike Willis alla voce, Arthur Barrow e Patrick O'Hearn al basso e la voce di Dale Bozzio, moglie del suo fido collaboratore Terry.
Il disco ebbe anche un discreto successo, soprattutto in Canada (e questa storia di 45 anni fa sembra così attuale per tutti questi particolari) per la migliore opera rock di Frank Zappa: ci proverà ancora molte volte, con risultati a volte davvero "drammatici" e non all'altezza della sua genialità (penso a Thing Fish del 1984, un triplo album che sebbene abbia un libretto di guida all'ascolto non si capisce davvero cosa voglia dire), ma qui rimangono luminose le sue idee e soprattutto la sua musica, espressione totale del suo motto "Qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, per un motivo qualsiasi".
19 notes
·
View notes