#ritardi amministrativi
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pier-carlo-universe · 4 days ago
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Lega su Amag Ambiente. Alessandria: “Quale futuro per la raccolta rifiuti e i lavoratori?”
Alessandria – Il gruppo consiliare della Lega esprime forte preoccupazione per il futuro del Gruppo Amag Ambiente, sottolineando la crescente insoddisfazione dei cittadini per i servizi di raccolta rifiuti, considerati sempre più costosi e qualitativamente carenti.
Alessandria – Il gruppo consiliare della Lega esprime forte preoccupazione per il futuro del Gruppo Amag Ambiente, sottolineando la crescente insoddisfazione dei cittadini per i servizi di raccolta rifiuti, considerati sempre più costosi e qualitativamente carenti. Una commissione Bilancio per fare chiarezza La Lega ha richiesto la convocazione di una commissione Bilancio per il…
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viunews · 16 hours ago
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PNRR, il Codacons denuncia: "In Sicilia solo il 13% dei fondi spesi"
"61 milioni di euro spesi per consulenti ed esperti senza un reale avanzamento delle opere"
La Sicilia resta impantanata nei ritardi burocratici e amministrativi e così il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) continua a registrare cattive performance. Infatti, stando a quanto trapela dalla carta stampata, pare che a fronte di miliardi di euro stanziati per lo sviluppo dell’isola, solo il 13% dei fondi sia stato effettivamente speso, con numerosi progetti ancora fermi alla fase…
#E3
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avvloscerbo · 2 months ago
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Ricongiungimento Familiare: Condanna per l’Ambasciata e Obbligo di Agire Tempestivamente
Ricongiungimento Familiare: Condanna per l’Ambasciata e Obbligo di Agire Tempestivamente
Un nuovo pronunciamento rafforza i diritti sul ricongiungimento familiare
In un recente pronunciamento giudiziario, è stata condannata un’Ambasciata italiana per inefficienze amministrative nella gestione delle richieste di ricongiungimento familiare. La decisione impone l’obbligo di fissare un appuntamento entro 45 giorni dalla richiesta, riaffermando il diritto all’unità familiare e richiamando le autorità a un maggiore rispetto degli obblighi normativi.
Il Caso
Il caso riguarda una cittadina straniera che, avendo ottenuto un nulla osta per il ricongiungimento familiare, ha incontrato difficoltà significative nel prenotare un appuntamento per la formalizzazione della domanda di visto. A causa di inefficienze burocratiche, non è stato possibile completare la procedura entro i termini previsti. La richiedente ha quindi fatto ricorso, chiedendo un intervento che obbligasse l’Ambasciata a rispettare i termini di legge.
Il giudice, intervenendo sulla questione, ha ordinato di fissare un appuntamento entro 45 giorni e ha sottolineato l’importanza del diritto all’unità familiare, sancito dalla normativa italiana e internazionale.
I Principi Riaffermati dalla Sentenza
Diritto all’unità familiare Il ricongiungimento familiare è un diritto fondamentale, garantito dagli articoli 28 e seguenti del Testo Unico Immigrazione, nonché dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e da altre convenzioni internazionali.
Obbligo di efficienza amministrativa La sentenza sottolinea che i ritardi amministrativi o le inefficienze organizzative non possono ostacolare il diritto del cittadino straniero al ricongiungimento familiare. Le ambasciate hanno l’obbligo di adottare misure che garantiscano l’efficacia dei procedimenti.
Tempi certi per la fissazione degli appuntamenti La decisione del giudice di imporre un termine perentorio di 45 giorni rappresenta un passo concreto verso la tutela del diritto al ricongiungimento familiare, evitando che le inefficienze burocratiche possano ledere i diritti fondamentali dei richiedenti.
Implicazioni della Sentenza
Questo pronunciamento ha un impatto significativo sulla gestione futura delle richieste di ricongiungimento familiare. Le autorità diplomatiche sono chiamate a garantire un accesso equo e tempestivo ai servizi. I richiedenti, dal canto loro, possono utilizzare questa decisione come precedente per tutelare i propri diritti.
Conclusioni
La sentenza rappresenta un importante riconoscimento del diritto all’unità familiare e un monito per le amministrazioni affinché adottino misure strutturali per evitare inefficienze. Il rispetto dei tempi e delle procedure diventa essenziale per garantire l’effettività dei diritti sanciti dalle leggi nazionali e internazionali.
Avv. Fabio Loscerbo
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salvo-love · 2 years ago
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Non perdetevi stasera: “Fuori dal coro”, questa sera alle 21.25 su Rete 4. Nella nuova puntata, Mario Giordano intervisterà Carlo Calenda. Un’analisi sui ritardi del Governo nell’affrontare la crisi energetica e sui problemi burocratici relativi alla riattivazione delle piattaforme per l’estrazione del gas nel Mar Adriatico e degli impianti fotovoltaici sul territorio italiano.
Spazio, inoltre, a un’analisi sugli studi in merito alla vaccinazione per i guariti da Covid-19 e a un’inchiesta sul business dell’immigrazione. Infine, nuovi casi di occupazioni abusive di case e un focus sui problemi amministrativi nella gestione degli sfratti. Aggiornamenti sulla storia di Mauro e Teresa, coniugi di Terlizzi, che hanno perso la propria abitazione a causa di un debito di 4.500 euro.
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livornopress · 3 years ago
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Edilizia Erp, "ritardi partenze" progetti e prezzi materie prime obsoleti, la Lega chiederà spiegazioni in consiglio comunale
Edilizia Erp, “ritardi partenze” progetti e prezzi materie prime obsoleti, la Lega chiederà spiegazioni in consiglio comunale
Costanza Vaccaro, consigliere Lega Livorno 22 gennaio 2022 La vicenda del palazzo Maurogordato ripropone a Livorno il drammatico problema dell’emergenza casa. La Lega chiede conto di alcuni interrogativi in consiglio comunale “A tal proposito, l’assessore Raspanti, evoca uno stato d’emergenza abitativa, ventilando una insufficienza degli strumenti finanziari e amministrativi a disposizione del…
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marcoleopa · 7 years ago
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Il più pulito ha la rogna! Passaparola, il più pulito ha la rogna, il più pulito ha la rogna
L'innocenza fino al terzo grado di giudizio, è il principio basilare del diritto penale…in un paese normale
La Procura indaga per peculato nella gestione dell'Isfordd, guidato fino a pochi mesi fa dal primo ‘leghista’ all'Ars che commenta: “Non so nulla”. http://m.livesicilia.it/2017/11/15/inchiesta-ars-formazione-tony-rizzotto-indagine-leghista-salvini_907375/
Candidato grillino (onestà, onestà e altre minchiate) e primo dei non eletti nel collegio di Agrigento arrestato L'arresto è scattato martedì scorso e così anche i cinque stelle, sempre inflessibili nell'etichettare come impresentabili i candidati altrui, un impresentabile - stando alla loro stessa retorica - se lo sono ritrovato in casa http://www.ilfoglio.it/politica/2017/11/17/news/grillino-arrestato-in-sicilia-davvero-i-vertici-del-m5s-sapevano-164156/
Sgarbi prossimo assessore alla cultura; è bene ricordare i suoi guai giudiziari in quel di Salemi, città di cui fu sindaco, sciolto per mafia https://www.google.it/amp/s/www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/22/ministero-dellinterno-responsabilita-sgarbi-nellinfiltrazione-mafiosa-salemi/206341/amp/ “Ritardi e inerzie nell’assegnazione e gestione dei beni confiscati, formazione degli atti fuori dalle sedi istituzionali, libera determinazione fortemente ostacolata, applicazione di facciata dei protocolli di legalità”. Tutto a favore dei voleri delle cosche mafiose locali. E’ pesantemente sanzionatorio il risultato dell’ispezione prefettizia condotta presso il Comune di Salemi, tanto che il ministro dell’Interno Cancellieri ha chiesto e ottenuto dal governo il via libera allo scioglimento per mafia degli organi amministrativi. 
La lista degli impresentabili per la regione Siciliana va quindi aggiornata Nelle liste a sostegno del candidato di centrodestra Nello Musumeci - ex Presidente della Commissione Antimafia - uno dei nomi che fa più discutere è quello di Antonello Rizza, imputato con 22 capi d'accusa recentemente scarcerato dagli arresti domiciliari ma con divieto di dimora nel Comune di Priolo Gargallo in provincia di Siracusa, di cui è stato sindaco fino a poco fa. C'è poi il nome di Marianna Caronia, indagata per corruzione ma recentemente inserita nelle liste forziste a Palermo legata al commissario di FI da “un rapporto di reciproca stima”, e quello di Giuseppe Federico, ex consigliere comunale a Licata e candidato ad Agrigento con gli Azzurri, a processo per favoreggiamento nella latitanza di Giuseppe Genovese, Sempre ad Agrigento è candidato Gaetano Cani, rinviato a giudizio per estorsione e capolista della lista UDC.
A sostegno di Musumeci altri nomi “impresentabili” che fanno discutere sono quello di Giovan Battista Coltraro, rinviato a giudizio per falso in atto pubblico e candidato a Siracusa, Pippo Sorbello, a processo per voto di scambio anch'esso candidato a Siracusa, e Cateno De Luca, candidato a Messina a processo nell'ambito di alcune autorizzazioni edilizie per cui la Procura ha richiesto la condanna a cinque anni, tutti e tre in quota UDC. A Messina sono candidati anche Elvira Amata, candidata nel listino di Musumeci nonostante il processo sui presunti bilanci anormali del Comune, e Roberto Corona, condannato in primo grado per bancarotta. E poi ci sono Giuseppe Gennuso a Siracusa, candidato nella lista Lagalla-Autonomisti e Popolari, deputato dell'Assemblea regionale uscente e rinviato a giudizio per truffa e frode, Francesco Salone a Trapani, indagato per truffa sui rimborsi ai consiglieri regionali, Roberto Clemente a Palermo, condannato in primo grado per corruzione.
I nomi di candidati per Musumeci che fanno maggiormente discutere tuttavia non sono né indagati né condannati: si tratta di Riccardo Pellegrino, candidato di Forza Italia a Catania e fratello di un imputato per mafia ritenuto vicino al clan dei Carcagnusi, e Luigi Genovese. Su Pellegrino anche il candidato presidente Musumeci aveva espresso perplessità, chiedendo di estendere l'applicazione del Codice Antimafia anche ai parenti di primo grado ma non trovando sponde tra i berlusconiani, mentre su Luigi Genovese, figlio dell'ex sindaco di Messina Francantonio, condannato a 11 anni nel processo sui corsi di formazione regionali per riciclaggio, peculato e truffa, le polemiche sono fortissime persino all'interno dello stesso centrodestra. A Palermo c'è Mario Caputo detto “Salvino”, candidato di Noi con Salvini, il cui fratello era deputato regionale, decaduto dopo una condanna per tentato abuso d'ufficio.
Anche nel centrosinistra ci sono nomi di candidati le cui vicende giudiziarie oscurano il profilo politico: Giovanni Di Giacinto a Palermo, candidato nella lista Sicilia Futura-PSI a sostegno della candidatura di Fabrizio Micari a governatore e a processo per abuso d'ufficio, e Giovanni Cafeo a Siracusa, candidato per il PD alle prese con un'indagine per turbativa d'asta.
Un nome nome entrato nella polemica degli impresentabili ma senza avere alcun capo d'accusa, indagine né processo a carico è quello dell'esponente del Movimento 5 Stelle Angelo Parisi, che il candidato governatore Giancarlo Cancellieri ha già detto vorrebbe come assessore ai Rifiuti e che in passato si è distinto per alcuni commenti violenti e insulti sui social rivolti a esponenti politici e giornalisti, da lui stesso definiti “i tweet di un privato cittadino”. Altro candidato inserito nelle liste grilline e epurato non appena è assurta alle cronache la sua situazione giudiziaria è Gionata Ciappina, ex carabiniere condannato a due mesi per violata consegna ed abbandono di posto in concorso con altro militare, senza menzioni nel casellario giudiziario (la ragione per cui, fino al 2 novembre, nessuno ne sapeva nulla). Per Angelo Cambiano invece, indicato da Giancarlo Cancellieri come assessore anti-abusivismo, la situazione è quasi paradossale: sarà processato per abusivismo edilizio, per non avere pagato un'ammenda da 6.800€ decretata dal Gup di Agrigento Francesco Provenzano. 
IL PIÙ PULITO HA LA ROGNA 
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ultimenotiziepuglia · 5 years ago
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enzopizzolo · 6 years ago
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Emergenza-Urgenza 118, le associazioni di volontariato dicono basta al gioco al massacro: “Ora facciamo chiarezza”
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“Non siamo più disposti a subire questo gioco al massacro. Se la Regione vuol dare istituire AREU, ben venga. Ma una cosa deve essere chiara: le associazioni di volontariato hanno sempre avuto i conti a posto e garantiscono dal 2003 il servizio di “emergenza urgenza 118” in assoluta trasparenza e nel rispetto della dignità e delle competenze dei propri lavoratori”.
Si aprono così le puntualizzazioni del coordinamento delle associazioni di volontariato per il servizio di “Emergenza-Urgenza 118” di Capitanata in merito alle recenti polemiche. “Polemiche assolutamente strumentali”, afferma il coordinamento che prosegue con una precisa disamina dei fatti. “Dal 2003 per volere dell’Amministrazione Regionale, tutte le Associazioni di Volontariato che avevano un’ambulanza, sono state convocate per poter avviare il SISTEMA EMERGENZA URGENZA 118 in Puglia. L’avvio doveva essere veloce per non incorrere in sanzioni amministrative, visto che la Puglia era una delle ultime regioni a non aver attivato il sistema 118 e la parola d’ordine era “partire”. Nel 2009 il SISTEMA ebbe delle innovazioni, la Regione attivò un tavolo tecnico convocando le Associazioni di Volontariato afferenti al 118 con le quali concordò il nuovo assetto contrattuale introducendo oltre ai volontari, quattro dipendenti a contratto, o 8 PAR-TIME per postazione. Dal 2009 ad oggi, la condizione contrattuale imposta dalla Regione non è cambiata e le Associazioni sono in regime di proroga”.
“Oggi le postazioni sono formate da 4 dipendenti a contratto a tempo indeterminato o determinato, che vengono pagati con regolare busta paga a riscossione del mandato della ASL”, prosegue il coordinamento che ribadisce con forza che “gli stipendi sono sempre stati pagati. È facile verificare nella sezione DETERMINE del sito dell’ASL di Capitanata: l’ASL versa gli stanziamenti alle Associazioni ogni 2-3mesi. Le Associazioni di volontariato non hanno risparmi di cassa tali da poter anticipare spese e stipendi, sono allo stremo. Pertanto, è evidente che se ritardi ci sono, questi dipendono dalla lentezza dei tempi amministrativi e non dalla volontà delle associazioni di volontariato che versano gli stipendi non appena le somme necessarie sono disponibili”.
Altro chiarimento sulla questione “volontari”: “le postazioni sono formate anche da VOLONTARI, che svolgono SEMPRE volontariamente e senza nessuna costrizione le attività in ambulanza. Il volontario mette a disposizione il suo tempo libero al servizio della comunità e non ha nessun contratto o vincolo nei confronti dell’associazione. Da sempre al Volontario sono riconosciute solo le spese effettivamente sostenute, che vengono da questi DICHIARATE e presentate a rendicontazione, per un tetto massimo di spesa specifico per l’attività espletata e deliberato dal Consiglio Direttivo dell’Associazione (ex Legge quadro sul volontariato 266 e Codice del Terzo Settore). Chiunque possegga i requisiti richiesti dall’attuale normativa 118 regionale in vigore e sia Socio dell’Associazione, può fare servizio volontario sulle postazioni e non solo, non esiste l’esclusiva su chi deve o non deve stare in turno. I turni operativi vengono determinati in base alle disponibilità dei volontari e seguono le indicazioni organizzative del protocollo operativo del sistema 118”.
Ultima nota dolente, le conseguenze del “Decreto Dignità”: “Il Decreto Dignità dal 2018 ha determinato l’avvio della stabilizzazione dei contratti di lavoro. Le Associazioni hanno messo in atto tale normativa, procedendo alle stabilizzazioni. Inevitabilmente qualcuno è rimasto fuori, a causa dei limiti di budget dell’Associazione ma anche delle “rigidità” del decreto. Se avessimo avuto la possibilità, avremmo stabilizzato tutte le risorse umane disponibili ma, purtroppo, non è stato possibile”.
Per il coordinamento “si è creata una situazione al limite del paradossale, un clima da caccia alle streghe che, qualche giorno fa, ha determinato l’incendio – per motivi ancora da accertare – di un nostro mezzo a Carlantino. Non vogliamo passare per martiri ma neanche essere oggetto di accuse assurde: abbiamo sempre tutelato e garantito il nostro personale: dal punto di vista degli emolumenti ma anche della sicurezza sui luoghi di lavoro. I nostri conti sono in ordine e chiunque può verificarlo. Ci preme ristabilire la verità dei fatti e non diventare il comodo parafulmine di decisioni prese altrove”.
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alfredoromeo · 6 years ago
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Gara Consip FM4 - Interrogazione Parlamentare del Senatore Margiotta
Pubblicato il 26 febbraio 2019, nella seduta n. 94 MARGIOTTA – Ai Ministri dell’economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. – Premesso che: con Nota del 16 giungo 2017, l’amministratore delegato della Consip SpA comunicava al raggruppamento temporaneo di imprese (RTI) costituito da Romeo Gestioni SpA (mandataria) e dal Consorzio Stabile Romeo Facility Services (mandante), l’esclusione dai lotti 3, 10, 13 e 18 dalla gara “CONSIP FM4”, per violazione del disposto dell’articolo 38, comma 1, lettera f ), secondo periodo del decreto legislativo n. 163 del 2006, dell’articolo 68 del Regio decreto n. 827 del 1924, nonché dell’articolo 38, comma 2, del decreto legislativo n. 163 del 2006;
nella medesima Nota si comunicava che la Consip SpA avrebbe proceduto, nei confronti della Romeo Gestioni SpA, alla segnalazione all’ANAC del provvedimento di esclusione dalla gara CONSIP FM4 e che avrebbe provveduto all’escussione delle cauzioni provvisorie prestate dal RTI;
il provvedimento di esclusione dalla suddetta gara veniva disposto dall’amministratore delegato di Consip SpA sulla base di valutazioni dallo stesso assunte in relazione ad un presunto episodio corruttivo emerso nell’ambito dell’indagine penale “Consip” svolta dalla Procura della Repubblica di Roma nei confronti dell’avvocato Alfredo Romeo, socio di minoranza della Romeo Gestioni SpA, considerato dagli inquirenti “dominus ” della stessa, pur non rivestendo nella società alcuna carica formale;
in data 6 marzo 2018, il nuovo amministratore delegato di Consip SpA comunicava, sulla base delle identiche motivazioni già poste a fondamento della esclusione dalla gara Consip FM4, l’esclusione del medesimo raggruppamento temporaneo di imprese da ulteriori sei gare Consip:
1) Gara Consip SSN, lotto 8;
2) Gara Consip Musei, lotti 5,7 e 8;
3) Gara Consip SIE 4, lotti 11 e 13;
4) Gara Consip Caserme, lotti 2-8-9-10-11 e 12;
5) Gara Consip MIES 2, lotto 10;
6) Gara Consip Luce 4, lotti 7,9 e 10;
la Consip SpA, anche in questo caso, provvedeva a segnalare all’ANAC i provvedimenti di esclusione e all’escussione delle cauzioni provvisorie di gara per un complessivo ammontare di oltre 13 milioni di euro;
il Tar del Lazio ed il Consiglio di Stato, pronunciandosi in sede amministrativa sulle contestazioni avanzate dalla Romeo Gestioni SpA circa la non correttezza delle procedure adottate dalla Consip SpA, nel respingere le istanze del ricorrente, evitavano esplicitamente di pronunciarsi sul merito delle motivazioni che avevano dato luogo alle esclusioni, rimettendo di fatto all’assoluta discrezionalità della Consip la valutazione circa la sussistenza del cosiddetto “errore professionale grave” posto alla base delle suddette esclusioni;
tali pronunce, contestate dalla Romeo Gestioni SpA, sono oggi all’esame del Consiglio di Stato in sede revocatoria e delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione; la stessa società, ravvisando come illegittimi i comportamenti dei due amministratori delegati della Consip coinvolti nella vicenda, ha provveduto a citare i medesimi in giudizio in sede civile per vedersi riconoscere il conseguente risarcimento del danno, quantificato fino ad un miliardo e trecentocinquanta milioni di euro;
il mancato accoglimento dei suddetti ricorsi avrebbero conseguenze irreversibili per la Romeo Gestioni SpA, con la condanna alla forzata chiusura della società nell’arco di 18/30 mesi, con rilevanti ricadute occupazionali su quasi 3.000 dipendenti e 20.000 addetti dell’indotto lavorativo;
nel complesso atto di citazione prodotto dalla Romeo Gestioni SpA si evidenziano le seguenti specifiche:
a) l’arbitrario esercizio da parte di Consip, e per essa dei suoi amministratori pro tempore , del proprio potere di valutazione discrezionale;
b) l’illegittimità dei provvedimenti assunti dalla Consip SpA nei confronti della Romeo Gestioni, perché non risulta accertata l’ascrivibilità alla stessa dei presunti comportamenti censurati;
c) l’illegittimità dei provvedimenti assunti dalla Consip SpA nei confronti della Romeo Gestioni SpA perché, con provvedimento del Tribunale di Roma, la stessa è stata dichiarata pienamente affidabile e idonea a contrarre con la Pubblica Amministrazione;
d) l’esercizio da parte della Consip SpA di una vera e propria azione in danno della Romeo Gestioni SpA, avvenuto a seguito dell’invito a confermare, in data 19 febbraio 2018, l’offerta alla gara cosiddetta Caserme e a trasmetterle fideiussioni rinnovate nella loro data di decorrenza di efficacia e alla successiva comunicazione dell’esclusione dalla gara del RTI e dell’escussione della cauzione provvisoria;
e) l’esercizio di un ingiustificabile comportamento discriminatorio da parte di Consip SpA nei confronti ed in danno della Romeo Gestioni SpA, con il mancato annullamento delle gare e la mancata adozione di provvedimenti di autotutela coerenti con quanto emerso realmente dalle indagini;
nel complesso, la parte attrice censura un insieme di comportamenti che, ritiene, abbiano “scaricato” pretestuosamente tutte le colpe dei malfunzionamenti Consip sulla Romeo Gestioni SpA, estromettendola dal mercato e condannandola irreversibilmente alla chiusura delle attività, senza neanche attendere una qualche forma di accertamento giudiziario dei presunti fatti censurati;
dall’esame di tutti i numerosi atti pubblici inerenti ai diversi filoni di indagine sul cosiddetto “scandalo Consip” inizia ad emergere con chiarezza un sistematico”atteggiamento interlocutorio” da parte della struttura Consip mirante ad evitare, o comunque a rinviare l’adozione di provvedimenti fortemente punitivi nei confronti di molte imprese concorrenti della Romeo Gestioni SpA, pur in presenza di già accertati comportamenti censurati sul piano penale o di turbativa concorrenziale, che appare del tutto ingiustificato a fronte di quello che all’interrogante appare come un peculiare accanimento mostrato nell’adozione di provvedimenti di “condanna preventiva” della Romeo Gestioni SpA;
alla luce di quanto esposto, appare di difficile comprensione l’assenza da parte della Consip SpA di un più equilibrato atteggiamento amministrativo nell’esercizio della propria azione, che invece, ad opinione dell’interrogante, avrebbe dovuto considerare:
a) la possibile emanazione in autotutela da parte di Consip SpA di provvedimenti amministrativi di annullamento della esclusione delle gare disposti temerariamente in danno della Romeo Gestione SpA, al fine di evitare il rischio di generazione di rilevanti danni economici per la pubblica amministrazione;
b) la valutazione attraverso l’esercizio di una azione amministrativa di maggiore tutela per la pubblica amministrazione di eventuali ipotesi di annullamento delle gare per le quali si siano allo stato oggettivamente concretamente verificati rilevanti ritardi procedurali ed oggettivi problemi a concludere in tempi definiti e ridotti le relative procedure di aggiudicazione, si chiede di sapere:
quali urgenti azioni i Ministri in indirizzo intendano porre in essere per restituire autorevolezza, credibilità ed equilibrio all’azione strategica della Consip;
quali iniziative intendano adottare per impedire l’estromissione dal mercato della Romeo Gestioni SpA in assenza di fatti concretamente accertati giudizialmente, con il conseguente rischio della perdita del posto di lavoro per 3.000 dipendenti e 20.000 addetti dell’indotto lavorativo;
quali misure intendano adottare per ridurre al minimo le ricadute per la finanza pubblica derivanti dal comportamento della Struttura Consip sui fatti in oggetto in ordine al prodursi in capo alla stessa di potenziali oneri economici di rilevantissima entità e al prodursi di onerosi decadimenti dell’offerta di servizio selezionata nelle gare per conto delle pubbliche amministrazioni fruitrici.
Gara Consip FM4 – Interrogazione Parlamentare del Senatore Margiotta was originally published on Alfredo Romeo
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pangeanews · 5 years ago
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Lettura domenicale. Elio Paoloni, “La coppia inattuale. Matrimoni politicamente scorretti”. Un brano sull’“interruzione volontaria di gravidanza”
La coppia inattuale, di Elio Paoloni, TAU editrice, è un contro-manuale di coppia scomodo, scanzonato e profondo, spesso provocatorio (un capitolo è dedicato all’elogio del sensale di matrimoni). Attingendo alla storia, alla letteratura, e soprattutto alla common decency, quella naturale predisposizione morale delle classi popolari a cui faceva costante riferimento George Orwell, “un sentimento intuitivo delle cose che non si devono fare se si vuol restare degni della propria umanità”, Paoloni intende dimostrare, pur evitando accuratamente ogni genere di argomentazione religiosa, che alcuni valori sono fondamentali per qualsiasi società che voglia restare civile, sana, strutturata. Qui sotto un brano relativo all’aborto.
***
Interruzione volontaria di gravidanza, che si contrae in IVG. Un acrostico, una sigla. Neutra, deodorata, devitalizzata. Gli acronimi sono l’ultima moda in fatto di eufemismo, l’eufemismo perfetto. L’eufemismo è un delitto. Uccide la verità, poi ci permette di sopprimere la vita. Ascoltate una donna incinta che parla della gravidanza che intende portare a termine: si rivolge al contenuto del suo grembo come a un bambino, da subito. Già nei primi giorni ne parla designandolo con un nome proprio, quello che gli darà al battesimo. Nell’altro caso, invece, si parla di embrione, feto, o, meglio ancora, non lo si nomina in alcun modo. Si tenta di considerarlo un’escrescenza, una cisti. Così un omicidio diventa faccenda di donne, confuso tra perdite, mestruazioni e ritardi, quelle robe lì. Se lo si chiamasse bambino non si potrebbe evitare di chiedere il parere – almeno “consultivo”, formula ipocrita che sta in tanti atti amministrativi – di chi, qualche mese dopo si vedrebbe investito fino alla morte, in qualità di padre, da responsabilità giuridiche, economiche, morali. Se usi il termine appropriato permetti anche alla ragazzina incinta di essere consapevole. Consapevole davvero, non intronata dalla speciosa terminologia adottata dalle riviste femminili e dai quotidiani progressisti.
*
Si arrampicheranno sugli specchi per spiegarvi che quella cosa non è nulla, non è una persona, non è una vita. Perché qui, perché là. “Non soffre”. “Non ha memoria”. In uno scambio epistolare un mite scrittore mi ha scritto “il feto è non è nulla o è poco”. Poco. Sì, ha scritto poco. Poco. Come anche un mongoloide, immagino, o un malato di Alzheimer, che non ha memoria. E continuava, serafico: “un topo o un’ombrina soffrono più di un feto di tre mesi”, fondando un’etica sulla scala di resistenza al dolore. Vale a dire che se ammazzo sul colpo un uomo addormentato (sofferenza zero) non dovrei essere imputabile. Da prepararci subito un disegno di legge. Ultimamente, va detto, evitano queste argomentazioni perché proprio quella Scienza che sbandieravano ha definitivamente accertato che nell’ovulo fecondato c’è tutto il destino di quell’essere, malattie comprese. Ma lo sapevano già tutti, senza bisogno di risultanze scientifiche – e non importa se credono o no all’anima – che quello è un preciso progetto di vita, che da lì nascerebbe proprio ed esclusivamente quella persona, quell’individuo, quella realtà vitale. Come si può tranquillamente stroncare quell’essere, se solo dopo qualche mese lo stesso atto viene visto come orrendo delitto, abominevole comportamento?
*
Ascolto di continuo i belati degli osservatori comprensivi: ma cosa credi, è una scelta difficile, le donne ne soffrono. Diamo per scontato che sia vero, anche se non sempre lo è: molti consultori fanno di tutto per renderla facile; non che ve sia bisogno: l’ideologia dominante, l’isteria femministoide, l’assuefazione, fanno sì che le ragazzine vi ricorrano come se si trattasse di prendere un’aspirina. Dopo anni, magari decenni, alla nascita di un figlio, alla morte di un congiunto o per la caduta della negazione, forse realizzeranno e si troveranno a far ricorso allo psicologo. Intanto molte la vedono facile. Ma la mia risposta, in ogni caso, è: chi se ne frega. Sorvolare sul delitto perché l’assassino ci ha pensato su e, poer nano, è pure dispiaciuto, è abominevole. Ha fatto a pezzi la nonna, però, sai, è stata una decisione difficile.
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Lui è Elio Paoloni. Tra le altre cose ha pubblicato con Melville, nel 2019, “Abbronzati a sinistra”
Ridicolo il tiramolla sul periodo di liceità del delitto. Tre settimane, no, due, no, quattro, il tutto condito con farneticazioni parascientifiche e pretestuose disquisizioni giuridiche. Cosa succede, a parere di lor signori, al novantunesimo giorno? Non può trattarsi dell’instaurarsi di un’anima, alla quale lor signori non credono, dunque si tratta di una questione di fattezze, la riconoscibilità delle forme. Ma ogni limite può essere spostato. Aristotele, non edotto sul DNA, immaginava che lo sperma rimanesse in qualche modo ‘separato’ dall’embrione fino a un certo punto. A tentoni individuava nel quarantesimo giorno di gestazione la comparsa del movimento e della sensazione, legata al formarsi del cuore, dopodiché l’aborto sarebbe divenuto empio. Lo Stato di New York, invece, ha promulgato una legge secondo la quale, se è a rischio la salute della madre, l’aborto può essere praticato in qualsiasi momento, anche il giorno prima del parto, in sostanza. Non vi sarebbe nulla da eccepire, a un primo sguardo, ma se consideriamo che in quella vaga formulazione, ‘salute’, possono rientrare le problematiche psicologiche, e sapendo bene che per il DSM, la bibbia degli psicoterapeuti, anche la melanconia è ormai una vera e propria malattia, ne risulta che se al settimo mese mi prende la malinconia posso avviarmi tranquillamente all’aborto.
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Gli ingenui danno per scontato che la determinazione della presenza o dell’assenza di vita o meglio di diritti – tot settimane, tot mesi – preceda e determini la formulazione della legge. Ma è sempre il contrario: avendo deciso di avallare l’omicidio si è cercata la giustificazione “scientifica”. Perché gli abortisti non si oppongono al divieto di abortire dopo una certa data?  Anche a otto mesi il feto dovrebbe “appartenere” alla donna: è pur sempre nell’utero. E quello è mio e me lo gestisco io. L’opinione della maggioranza è spesso associabile all’orrore, specie in quell’abuso di democrazia diretta costituito da certi referendum: qualche anno fa è stato chiesto a milioni di assoluti profani di decidere il numero di ovuli impiantabili nella procreazione assistita. Se, cioè, nove erano troppi o troppo pochi. Ovvio che la risposta a quel quesito sia stata – necessariamente e in tutti e due i casi – ideologica, ovvero governata dalle parole d’ordine delle élites. Vergognoso lo sdegno dei media verso le madri che abbandonano il neonato nel cassonetto, ipocrite le lacrimucce di chi in quel cassonetto ha lasciato depositare decine di feti.
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Si parla spesso del “dovere della memoria”: non bisogna dimenticare (perciò beccatevi queste tremende immagini dello sterminio degli ebrei). Ma l’immagine di un feto fatto a pezzi durante un’operazione di aborto non è altrettanto orribile di una cadavere scheletrico bruciato in un forno crematorio? Perché quest’ultima viene di continuo ostentata in film, reportage e fiction mentre la seconda è proibita e nascosta? – si chiede lo storico Franco Cardini. Certo, sulla shoah si è tutti d’accordo mentre sul fatto che l’aborto sia o meno una pratica delittuosa esiste una radicale divergenza che attraversa e spacca la nostra società. Proprio per questo, però, dovremmo mostrare come si trucidano i bambini (questo sono: bambini).
Elio Paoloni
*In copertina: Lorenzo Lotto, “Giovanni della Volta con moglie e figli”, 1547
L'articolo Lettura domenicale. Elio Paoloni, “La coppia inattuale. Matrimoni politicamente scorretti”. Un brano sull’“interruzione volontaria di gravidanza” proviene da Pangea.
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calabriawebtvcom · 5 years ago
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ADDETTI PULIZIE OSPEDALE SOVERATO, ALECCI
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ADDETTI PULIZIE OSPEDALE SOVERATO, ALECCI
Riceviamo e pubblichiamo nota stampa del sindaco di Soverato, Ernesto Alecci, sulla difficile situazione economica che vivono i lavoratori della ditta SEGI, addetti alle pulizie del nosocomio soveratese:
Da alcune settimane ricevo nella mia stanza di Palazzo di Città numerosi lavoratori della società SE.G.I. Srl appaltatrice per ciò che attiene le pulizie del Presidio Ospedaliero e degli uffici amministrativi dell’ASP di Catanzaro presenti nel Comune di Soverato.
Stando a quanto mi è stato da loro riferito la ditta, per ciò che attiene i servizi da effettuare nei locali situati a Soverato, utilizza circa 30 lavoratori che da oltre due anni ricevono il pagamento delle mensilità a “singhiozzo” e con ritardi anche di 5/6 mesi.
Per chi vive del proprio lavoro e del proprio stipendio questa situazione diviene ad un certo punto insostenibile.
Avere la fortuna di poter contare su di un lavoro, anche se con orari limitati e retribuzioni non proprio elevate, significa aver garantita la propria dignità.
Quando però i sacrifici e gli sforzi effettuati non vengono ricompensati il lavoratore si trova a vivere uno stato d’animo di preoccupazione e di stress che oltre a poter ricadere sulla qualità del lavoro svolto potrebbe avere serie ricadute anche dal punto di vista della salute.
Avere un contratto di lavoro esclude la possibilità di poter accedere ad altre forme di sostegno economico e di aiuto (ad esempio il reddito di cittadinanza) creando una situazione assurda di disparità tra chi lavora e non riceve un adeguata retribuzione nei tempi previsti e chi magari al momento non lavora e percepisce sussidi simili alle retribuzioni spettanti a chi invece lavora.
Inoltre mi è stato riferito che purtroppo anche la qualità e la quantità dei materiali e delle attrezzature che servirebbero per mantenere pulito il Presidio Ospedaliero sono spesso insufficienti.
Sono cosciente però che molto spesso gli Enti Pubblici, a loro volta, non garantiscono pagamenti puntuali e mettono in crisi le ditte appaltatrici.
Non è mia intenzione quindi puntare il dito contro nessuno senza prima aver chiaro da cosa siano causate queste difficoltà.
Fatto sta che il problema va immediatamente affrontato e risolto per restituire serenità ai lavoratori e servizi adeguati al nostro Presidio Ospedaliero.
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pubblico-impiego-fan-blog · 7 years ago
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Vuoi Denunciare Ritardi ed Irregolarità Amministrative?
Vuoi Denunciare Ritardi ed Irregolarità Amministrative?
Funziona l’Anticorruzione o è un altro poltronificio?
Un Ufficio del Dipartimento, l’Ispettorato per la funzione pubblica, aiuta cittadini e imprese che segnalano ritardi o irregolarità nei procedimenti amministrativi. Assolve alle funzioni di Difensore civico laddove non è istituito, sollecitando il dirigente dell’ufficio interessato – che ha obbligo di risposta – ad una verifica delle cause…
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infosannio · 8 years ago
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Aiuti ai terremotati, possono tenersi le macerie
Aiuti ai terremotati, possono tenersi le macerie
(Anna Lombroso per il Simplicissimus) – Il 20 agosto ad Amatrice termina ufficialmente lo stato di emergenza, quella condizione di eccezionalità che dovrebbe permettere deroghe e licenze, concesse in nome dell’interesse generale per contrastare ritardi, lentezze, intoppi burocratici e amministrativi e che dovrebbe aver consentito a autorità straordinari – si dice proprio così –  di rimuovere gli…
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purpleavenuecupcake · 5 years ago
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Penultimi in UE per investimenti esteri e tante multinazionali in difficoltà: è fuga dal nostro paese?
L’Ufficio studi della CGIA ricorda che non siamo un Paese attrattivo per gli investitori stranieri. Purtroppo, le tante problematiche a cui sono sottoposti quotidianamente i nostri imprenditori hanno innalzato nel tempo una ipotetica barriera d’ingresso che “dirotta” altrove gli interessi degli investitori esteri. C’è un avversione culturale verso il mondo delle imprese D’altronde, con tante tasse, una burocrazia asfissiante, poca certezza del diritto, una giustizia civile lenta e poco efficiente, tempi di pagamento della nostra Pubblica Amministrazione tra i più elevati d’Europa e un deficit infrastrutturale spaventoso, non c’è da meravigliarsi se l’Italia si colloca al penultimo posto nell’Unione Europea per gli Investimenti Diretti Esteri (IDE). Nel 2018, infatti, questi ultimi ammontavano al 20,5 per cento del Pil, pari a 361,1 miliardi di euro. Tra i paesi dell’Unione Europea monitorati dall’OCSE, solo la Grecia registra un risultato peggiore del nostro.
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Pertanto, con pochi investimenti stranieri e molte holding in procinto di lasciare l’Italia, come fa la politica nazionale a sottovalutare questi segnali così preoccupanti? Dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, Paolo Zabeo: “Premesso che, ad esempio, ArcelorMittal, Embraco, Whirlpool e molte altre multinazionali non sono certo delle onlus, ma delle realtà fortemente determinate a perseguire i propri interessi spesso in barba agli accordi preventivamente sottoscritti con le parti sociali, è altrettanto evidente che le responsabilità di un loro possibile addio vanno ricercate anche in un clima generale di avversione nei confronti delle aziende presenti nel nostro Paese. In Italia, infatti, si avverte in molti strati della società e della Pubblica Amministrazione una cultura del sospetto verso gli imprenditori che condiziona negativamente la crescita e lo sviluppo”. Il peso e le difficoltà delle multinazionali straniere presenti in Italia Secondo gli ultimi dati Istat disponibili (anno 2017), le multinazionali, ovvero le imprese a controllo estero residenti in Italia, sfiorano le 15.000 unità, danno lavoro a poco più di 1.350.000 addetti e producono 572,3 miliardi di euro di fatturato all’anno.
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“Sebbene siano sempre più diffuse nel settore dei servizi e meno nel comparto industriale – asserisce il segretario della CGIA Renato Mason – le multinazionali estere sono comunque una componente importante della nostra economia, soprattutto nei settori ad alto valore aggiunto. Ricordo, inoltre, che in termini di lavoro queste realtà occupano direttamente il 6 per cento circa di tutti gli addetti presenti in Italia e concorrono a produrre poco più del 17 per cento del fatturato nazionale”. L’elenco delle big company straniere più importanti che nel 2019 sono state al centro della cronaca sindacale sono: ArcelorMittal (Taranto), Bekaert (Incisa Valdarno – Fi), Bosch (Bari), ex-Embraco (Riva di Chieri – To), Unilever (Verona) e Whirlpool (Napoli). Tra i grandi marchi del “made in Italy” che stanno vivendo momenti difficili segnaliamo Alitalia (Roma), Ferriera (Trieste), Gruppo Ferrarini (Reggio Emilia), La Perla (Bologna), Pernigotti (Novi Ligure – Al) e Stefanel (Ponte di Piave – Tv).
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Il caso Ikea: incertezza e burocrazia bloccano le aperture ad Arese e Verona Premesso che – soprattutto nel Veneto – non si sentiva certo l’esigenza di aprire un nuovo megastore, il caso Ikea, scoppiato in questi mesi, è comunque emblematico nell’evidenziare l’avversione culturale che esiste nel Paese nei confronti di chi fa impresa. La multinazionale svedese ha deciso di rinunciare all’apertura di due nuovi punti vendita da 35-40 mila metri quadri ad Arese e Verona. Pare, stando alle indiscrezioni apparse sulla stampa specializzata, che le motivazioni di questo abbandono siano riconducibili all’incertezza innescata dalla politica, che in più di una circostanza ha ventilato l’ipotesi di non consentire l’apertura domenicale e, in particolar modo per il progetto scaligero, i ritardi e i rinvii accumulati in questi ultimi mesi per l’individuazione dell’area, a seguito dell’elevato numero di adempimenti burocratici ed amministrativi sorti nel frattempo. Insomma, un altro caso in cui la mancanza di certezza legislativa e le lungaggini burocratiche hanno fatto desistere un investitore straniero. Gli investimenti esteri premiano ancora il settore produttivo Dei 372,1 miliardi di euro di IDE presenti nel nostro paese nel 2017, il 27,8 per cento circa (pari a 103,4 miliardi di euro) ha interessato il settore manifatturiero (in particolar modo alimentari/bevande, autoveicoli, metalli e prodotti di metallo, etc.). Seguono la attività professionali, scientifiche e tecniche, in parte ascrivibili a consulenze aziendali di vario tipo, che incidono per il 21,4 per cento (79,5 miliardi di euro) e il commercio e l’autoriparazione con il 10,8 per cento (40 miliardi di euro). Gli ambiti dove la presenza pubblica è più significativa sono anche quelli dove si registrano i livelli più bassi di investimenti diretti esteri. E’ il caso del settore artistico con 742 milioni, di quello riferito all’acqua, reti fognarie e rifiuti con 401 milioni e nella sanità/assistenza sociale con 110 milioni di euro.
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  APPROFONDIMENTO Gli Investimenti Diretti Esteri (IDE) sono una categoria di investimenti che riflette l'obiettivo di stabilire un interesse duraturo da parte di un'impresa residente in un'economia (investitore diretto) in un'impresa (impresa di investimento diretto) residente in un'economia diversa da quella dell’investitore diretto. L'interesse duraturo implica l'esistenza di una relazione a lungo termine tra l'investitore diretto e l'impresa di investimento diretto e un significativo grado di influenza sulla gestione dell'impresa. La proprietà diretta o indiretta del 10% o più del potere di voto di un'impresa residente in un'economia da un investitore residente in un'altra economia è la prova di tale relazione secondo i dati dell’OCSE. Read the full article
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ilsimplicissimusblog · 8 years ago
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Aiuti ai terremotati, possono tenersi le macerie
Aiuti ai terremotati, possono tenersi le macerie
Anna Lombroso per il Simplicissimus
Il 20 agosto ad Amatrice termina ufficialmente lo stato di emergenza, quella condizione di eccezionalità che dovrebbe permettere deroghe e licenze, concesse in nome dell’interesse generale per contrastare ritardi, lentezze, intoppi burocratici e amministrativi e che dovrebbe aver consentito a autorità straordinari – si dice proprio così –  di rimuovere gli…
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salvo-love · 2 years ago
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Non perdetevi stasera: “Fuori dal coro”, questa sera alle 21.25 su Rete 4. Nella nuova puntata, Mario Giordano intervisterà Carlo Calenda. Un’analisi sui ritardi del Governo nell’affrontare la crisi energetica e sui problemi burocratici relativi alla riattivazione delle piattaforme per l’estrazione del gas nel Mar Adriatico e degli impianti fotovoltaici sul territorio italiano.
Spazio, inoltre, a un’analisi sugli studi in merito alla vaccinazione per i guariti da Covid-19 e a un’inchiesta sul business dell’immigrazione. Infine, nuovi casi di occupazioni abusive di case e un focus sui problemi amministrativi nella gestione degli sfratti. Aggiornamenti sulla storia di Mauro e Teresa, coniugi di Terlizzi, che hanno perso la propria abitazione a causa di un debito di 4.500 euro.
Non perdetevi stasera: “Fuori dal coro”, questa sera alle 21.25 su Rete 4. Nella nuova puntata, Mario Giordano intervisterà Carlo Calenda. Un’analisi sui ritardi del Governo nell’affrontare la crisi energetica e sui problemi burocratici relativi alla riattivazione delle piattaforme per l’estrazione del gas nel Mar Adriatico e degli impianti fotovoltaici sul territorio italiano.
Spazio, inoltre, a un’analisi sugli studi in merito alla vaccinazione per i guariti da Covid-19 e a un’inchiesta sul business dell’immigrazione. Infine, nuovi casi di occupazioni abusive di case e un focus sui problemi amministrativi nella gestione degli sfratti. Aggiornamenti sulla storia di Mauro e Teresa, coniugi di Terlizzi, che hanno perso la propria abitazione a causa di un debito di 4.500 euro.
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