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Spritz & Pitch al Caffè Pedrocchi. Padova: giovani ricercatori e spin-off universitari si raccontano tra scienza, innovazione e futuro
È T. EMPO DI SPRITZ & PITCH AL PEDROCCHI. Domani 8 aprile 2025 alcuni spin-off di ateneo presenteranno un pitch di cinque minuti condividendo le novità e i progressi nei rispettivi ambiti scientifici “Spritz & Pitch – Spin-off universitari, studenti, ricercatori e imprese: speed date al Pedrocchi per un match d’innovazione” è l’iniziativa che si terrà domani martedì 8 aprile alle ore 17.30 al…
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Questo libro è la PIETRA TOMBALE DEL WOKISMO, generalizzazione del WHITE GUILT. Hic et nunc. Non l'ha scritto Cruciani o Sallusti o Feltri ma Federico Rampini, un like a boss in posti wokissimi come Repubblica, Corriere, Sole24Ore. Cari Post e HuffPost, siete solo retroguardia che difende truppe in rotta, in una terra oimé devastata (cfr. post precedente sui danni del sinistrismo sinistrato passive aggressive inculcato nelle masse).
"È ora che qualcuno lo dica: «Grazie, Occidente!». Tutto il bene che abbiamo fatto, a noi stessi e agli altri, è il supremo tabù di questa epoca.
Nelle scuole non si insegna più la storia vera del progresso, che è nato a casa nostra e dove ha avuto un ruolo anche l'Italia. Invece nelle piazze e nella cultura contemporanea siamo sotto un processo permanente. È ora di ribellarsi, in nome della verità. Cinesi o indiani, brasiliani o africani, il mondo è popolato da miliardi di persone che devono la loro stessa esistenza... a noi.
La scienza occidentale, pensiamo alla nostra medicina e alla nostra agronomia, è stata copiata e applicata dal resto dell'umanità con benefici immensi. Se la longevità è aumentata, la mortalità infantile è crollata, il livello d'istruzione è cresciuto nel mondo intero, è perché l'Occidente ha esportato progresso.
Dove si combatte per migliorare i diritti umani - per esempio la condizione della donna - il paradigma da emulare siamo noi.
Il nostro modello industriale ha sollevato dalla miseria grandi nazioni. La sfida per un'economia più sostenibile e per decarbonizzare l'ambiente sarà vinta grazie alla ricerca scientifica e all'innovazione tecnologica dell'Occidente.
Il conformismo dominante impone una versione bugiarda della storia, in cui la «razza bianca», europea o nordamericana, ha seminato solo distruzione, oppressione, sofferenze. L'idea stessa di progresso è disprezzata, siamo sottoposti a un lavaggio del cervello quotidiano per inculcare la certezza che l'Apocalisse è dietro l'angolo (per colpa nostra).
Perché la Cina e l'Iran oggi si definiscono «repubbliche», un concetto che non esiste in Confucio o nel Corano? Una lezione di onestà storica è urgente per le nuove generazioni, aiuta a ricostruire la nostra autostima e a vedere il futuro con più fiducia.
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Impronte atomiche del cancro: nuova frontiera nella diagnosi e nel trattamento?
In un'eccitante fusione tra medicina e geologia, i ricercatori hanno scoperto che le cellule tumorali presentano delle impronte atomiche, distinguibili da quella dei tessuti sani. Questa scoperta rivoluzionaria, avvalendosi di uno strumento comunemente impiegato in geologia, apre nuove strade per la diagnosi e il trattamento del cancro. Impronte atomiche del cancro: lo studio Lo studio, condotto da scienziati della CU Boulder e della Princeton University, ha analizzato i rapporti di isotopi di idrogeno, ovvero atomi di idrogeno con un diverso numero di neutroni, in cellule di lievito e cellule epatiche di topo coltivate in laboratorio. L'analisi ha rivelato che le cellule in rapida crescita, come quelle tumorali, possiedono un rapporto isotopi di idrogeno significativamente diverso rispetto alle cellule sane. Questa differenza è dovuta al metabolismo accelerato delle cellule tumorali, che le porta a favorire l'idrogeno più leggero (protio) rispetto al suo isotopo più pesante (deuterio). Le potenzialità della scoperta Le potenziali applicazioni di questa scoperta sono numerose. La "firma" atomica del cancro potrebbe essere utilizzata per: - Diagnosticare il cancro in modo precoce e non invasivo: Analizzando i fluidi corporei o i tessuti alla ricerca di questo caratteristico rapporto di isotopi di idrogeno, i medici potrebbero identificare il cancro in fase iniziale, quando è più curabile. - Monitorare l'efficacia del trattamento: Misurando i cambiamenti nel rapporto di isotopi di idrogeno nel tempo, i medici potrebbero monitorare l'effetto del trattamento e adattare le strategie terapeutiche in base alla risposta individuale del paziente. - Sviluppare nuovi farmaci: La comprensione del metabolismo alterato delle cellule tumorali potrebbe portare allo sviluppo di farmaci mirati che sfruttano la loro dipendenza dal protio. Tuttavia, ci sono ancora ostacoli da superare prima che questa tecnologia possa essere applicata nella pratica clinica. La sfida principale è sviluppare metodi sufficientemente sensibili e non invasivi per misurare i rapporti di isotopi di idrogeno nei tessuti umani. Nuove sfide Nonostante queste sfide, la scoperta delle "impronte atomiche" del cancro rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro questa terribile malattia. Apre nuove strade per la diagnosi precoce, il monitoraggio del trattamento e lo sviluppo di terapie personalizzate, offrendo una speranza rinnovata ai pazienti oncologici di tutto il mondo. Oltre al potenziale impatto sulla diagnosi e sul trattamento del cancro, questa scoperta potrebbe avere implicazioni anche in altri campi della biologia e della medicina. La possibilità di distinguere tra cellule sane e tumorali basandosi sulla loro composizione isotopica potrebbe essere utile per studiare lo sviluppo del cancro e testare nuovi farmaci. La scoperta delle "impronte atomiche" del cancro è un'importante pietra miliare nella ricerca scientifica, con il potenziale di trasformare la nostra lotta contro questa malattia. L'ulteriore sviluppo di questa tecnologia potrebbe salvare innumerevoli vite e migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici in tutto il mondo. Foto di GrumpyBeere da Pixabay Read the full article
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Fa già tanto caldo, è mezzogiorno e 45 e ci sono 32 gradi. Per oggi pomeriggio sono previsti 38 gradi, il picco di temperatura è all'orario in cui io arrivo al parchetto. Allarme giallo per temperature massime estreme. Dovrebbe essere ancora fattibile. Crema solare applicata ripetutamente in modo adeguato, cappellino, acqua, e ricerca dell'ombra obbligatoria quando non è necessario stare al sole.
La mia esperienza mi dice che ancora devono arrivare i giorni in cui diventa infattibile. In ogni caso ad Agosto mi prenderò delle settimane di pausa dagli allenamenti, spero che siano proprio quelli i giorni più caldi.
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I FOSSILI TORNANO A VIVERE: È LA PALEOBIONICA
I ricercatori del dipartimento di ingegneria meccanica dell’università americana Carnegie Mellon, in collaborazione con paleontologi spagnoli e polacchi, hanno sviluppato un robot soffice che riproduce un organismo marino vissuto 450 milioni di anni fa. Si tratta di un antenato di ricci e stelle di mare, uno dei primi echinodermi in grado di muoversi sui fondali marini.
Il prototipo rappresenta un’esempio di robotica soffice applicata alla paleontologia allo scopo di esaminare la biomeccanica e il movimento di un organismo del Paleozoico per meglio comprendere l’evoluzione delle strategie motorie dei primi vertebrati.
Partendo dalle evidenze fossili, gli scienziati hanno creato un robot composto di materiali soffici e appendici flessibili come quelle dell’echinoderma, combinando elementi stampati in 3D con altri polimeri. Le simulazioni al computer hanno poi dimostrato che l’antico organismo marino era in grado di spostarsi in avanti sul fondale sfruttando la propulsione data da un’ampia appendice muscolare posteriore che gli offriva un vantaggio evolutivo rispetto ad organismi simili ma dotati di appendice anteriore.
“Dare una nuova vita a qualcosa che esisteva quasi 500 milioni di anni fa è entusiasmante di per sé, ma ciò che ci entusiasma davvero di questa svolta è quanto potremo imparare da essa”, ha affermato Phil LeDuc, il professore a capo del team di ricerca.
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Fonte: PNAS; foto di Carnegie Mellon University
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Lario fine secolo
Immagini di un viaggio
ricerca e introduzione di Furio Ricci - realizzazione editoriale di Enzo Pifferi
Editrice E.P.I., Como 1982, 170 pagine, 24,5 x 32 cm, legatura editoriale telata nera con illustr. a colori applicata al piatto e titoli in bianco
euro 30,00
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30/05/23
orders to: [email protected]
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#Lario fine secolo#photograpy books#Lago di Como#Furio Ricci#Enzo Pifferi#Bellagio#costumi tradizianali#fashion books#fashionbooksmilano
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Sviluppo nell'uso dell'AI in ambito medico per diagnosi e cura

Intelligenza artificiale applicata alla nostra salute, dallo screening alla pillola: una nuova sanità. Giorgio Sesti, presidente Simi: prematuro pensare che possa sostituire un internista in una diagnosi, ma può accelerare la scoperta di molecole farmacologiche. Il tempo, breve, di mettere insieme le ricerche sparse nel mondo, verificare le prime sperimentazioni, analizzare i benefici accanto ai possibili danni e l’intelligenza artificiale in medicina è già realtà. Quello che ci circonda è molto più concreto e fattivo di quanto si potesse immaginare solo poco più di un anno fa. La disponibilità di dati in ambito medico è cresciuta enormemente così come le fonti da cui essi provengono. Accanto ai dati tradizionali, dalle cartelle cliniche ai database genetici, sono sempre più disponibili quelli che arrivano da testi, immagini, suoni, sensori. «Gli algoritmi in ambito medico – spiegano gli esperti dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano – sono usati per interpretare questa enorme mole di dati e per identificare possibili relazioni di causa-effetto tra i dati e le patologie di cui un paziente soffre. Il campo nel quale si sono fatti più progressi in termini di utilizzo dell’intelligenza artificiale come supporto per i medici è quello diagnostico. Un’altra area sulla quale si sta lavorando molto è quella legata ai sistemi di predizione, in grado di identificare possibili patologie ancora prima che queste si manifestino». La codificazione dell’uso della AI nel campo della salute, dunque, ha subito una brusca accelerazione. Dai laboratori, dagli spazi della sperimentazione è praticamente arrivata al letto del paziente. Tanto che l’Oms, in pochi mesi, da gennaio a ottobre, si è espressa oltre tre volte sulla materia. L’ultima, un paio di settimane fa: una nuova pubblicazione elenca le principali considerazioni normative sull’intelligenza artificiale per la salute. La pubblicazione mira a delineare i principi chiave che i governi possono seguire per sviluppare nuove linee guida o adattare quelle esistenti. Viene sottolineato che con la crescente disponibilità di dati sanitari e il rapido progresso delle tecniche analitiche gli strumenti di intelligenza artificiale potrebbero trasformare il settore sanitario. L'evoluzione

Nuovi percorsi diagnostici, terapie e ricadute economiche vanno, ovviamente, di pari passo. La ricerca tenta di “armonizzarle” e noi speriamo lo faccia tenendo presente la tutela del paziente. Certo è che volano sia le sperimentazioni che il giro d’affari. In campo sanitario si stima che il settore dell’AI passerà dai 15 miliardi di dollari del 2023 a 103 miliardi di dollari entro il 2028. All’attivo, tra i successi, abbiamo, per esempio, progressi nella diagnostica predittiva, compresa quella precoce di un tumore come quello del pancreas. Ma anche la creazione di un antibiotico (la molecola è stata battezzata Halicin) efficace contro l’antibiotico-resistenza. Nonostante i risultati positivi tra i camici bianchi non si nasconde il timore che questa rivoluzione possa essere mal interpretata. Imboccata come scorciatoia sia diagnostica che terapeutica. Da qui la profonda discussione che ha voluto affrontare la Società italiana di Medicina interna (Simi), circa 5 mila iscritti, durante il recente congresso a Rimini. «L’AI – spiega il professor Giorgio Sesti, presidente della Simi – sta entrando prepotentemente nel campo della medicina. Ritengo però prematuro pensare che possa sostituire il medico internista nel porre diagnosi e consigliare la terapia più appropriata, ma potrà contribuire a perfezionare gli strumenti a disposizione per l’apprendimento, l’aggiornamento, la formazione sul campo tramite le simulazioni, la diagnostica avanzata. Le sue applicazioni possono accelerare la scoperta di nuove molecole farmacologiche e lo sviluppo di indagini per la diagnosi precoce di patologie croniche». La maggior parte di queste applicazioni sperimentali riguarda la radiologia (avanzate sono le applicazioni dell’AI alla mammografia, per lo screening oncologico), ma anche in medicina interna, oftalmologia e in ambito gastro-enterologico. «È necessario – aggiunge Sesti – formare una generazione di “medici cyborg”, cioè medici con competenze informatiche avanzate, per facilitare e avvicinare le nuove generazioni all’uso di certi strumenti. Negli Usa li chiamano “information specialist”. Sono questi i colleghi del futuro specialisti in AI in grado di dialogare con gli sviluppatori, di guidarli dando loro delle specifiche». L’intelligenza artificiale potrebbe, in tempi brevi, entrare in uso anche per prevedere chi è a rischio di arresto cardiaco improvviso: è stato sviluppato un prototipo da ricercatori francesi usando le cartelle cliniche elettroniche di 25.000 persone morte improvvisamente e di 70.000 persone ricoverate per arresto cardiaco che non sono morte a Parigi, in Francia, e a Seattle, a Washington. «La morte cardiaca improvvisa rappresenta dal 10% al 20% delle morti complessive. Prevederla è difficile e gli approcci usuali non riescono a identificare le persone ad alto rischio» spiega Xavier Jouven del Centro di Ricerca Cardiovascolare di Parigi. L’AI sta, inoltre, rivoluzionando molti campi dell’odontoiatria. «Si aprono nuovi scenari – fa sapere il professor Stefano Scavia, docente all’Università Bicocca di Milano – Arriveremo al punto in cui sarà possibile far leggere e interpretare a un algoritmo delicati esami diagnostici con una visione multi-disciplinare. Una diagnosi che non analizzerà più solamente il cavo orale ma lo stato di salute fisico complessivo del paziente». Attraverso complessi software, è possibile valutare con modelli virtuali e scansioni. «Vi saranno – aggiunge Scavia – prevedibili evoluzioni dalla diagnostica per immagini alla progettazione di ponti e corone o ancora ai trattamenti rigenerativi e alla cura della parodontite». Read the full article
#antibiotico#diagnosimalattie#GiorgioSesti#intelligenzaartificiale#MarioNegridiMilano#nuovasanità#nuovifarmaci#parodontite#radiologia
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Nei primi anni della Seconda guerra mondiale, i cani sovietici anticarro rappresentarono una grossa minaccia per l’avanzata tedesca. Legati a sistemi esplosivi, venivano usati per distruggere gli armamenti nemici. Una tattica atroce, che potrebbe oggi indignare gli attivisti per i diritti degli animali. Ma non bisogna dimenticare il contesto in cui questa pratica veniva applicata: erano infatti anni di disperazione, con il nemico quasi alle porte del Cremlino. Le mitragliatrici sui carri armati tedeschi erano posizionate troppo in alto per poter colpire i “cani suicidi” e, grazie alla copertura della fanteria sovietica, i nazisti non riuscivano a uscire con facilità dai propri carri armati per fermare a colpi di fucile i pericolosi animali in avvicinamento. Talvolta le truppe nemiche si affidavano all’utilizzo di un lanciafiamme.
Le origini dei “cani suicidi”

Archivio di Ninel Ustinova/russiainphoto.ru
L’Unione Sovietica iniziò a utilizzare i cani anticarro ben prima dell’invasione nazista del 1941: iniziarono infatti ad addestrare questi animali già negli anni Trenta, prima dello scoppio della Grande guerra patriottica. I cani venivano addestrati a gattonare sotto i carri armati nemici mentre trasportavano esplosivi legati al corpo, solitamente 12 kg di TNT. Venivano poi tenuti a digiuno per vari giorni in modo da provocare una fame tale da spingerli alla ricerca di cibo, solitamente sistemato in fase di addestramento sotto i carri armati. Così gli animali si abituavano a strisciare sotto i cingolati. Veniva inoltre insegnato loro a muoversi in maniera da evitare il fuoco nemico e a non temere l’artiglieria pesante. I primi cani anticarro furono introdotti nell’Armata Rossa nel 1939. Parteciparono ai primi combattimenti due anni dopo.
La prima disastrosa battaglia

I cani anticarro del primo battaglione speciale (212 cani e 199 addestratori) furono utilizzati per la prima volta in un combattimento nei pressi di Mosca. Il primo attacco dei soldati a quattro zampe si rivelò un totale disastro, perché gli animali non erano coperti dalla fanteria sovietica e i tedeschi riuscirono a eliminarli con facilità. Inoltre gli addestratori commisero un grave errore: ammaestrarono i cani utilizzando carri armati sovietici, che, a differenza di quelli tedeschi, erano alimentati a gasolio, anziché a benzina. Una differenza di odori che confuse terribilmente i cani sul campo di battaglia.
I combattimenti
Anche se il Primo battiglione fu spazzato via, l’Urss continuò a utilizzare i cani anticarro per combattere i tedeschi. Vennero cambiate le tattiche e l’addestramento. Alla fine del 1941, oltre 1.000 cani combattevano sul fronte e l’anno successivo il numero superò le 2.000 unità. Il 21 luglio 1942 i cani suicidi contribuirono a ottenere la vittoria durante una grande battaglia che si svolse vicino a Taganrog, sul Mar di Azov. Durante l’assedio di Leningrado, un gruppo di cani fece esplodere i carri armati e le fortificazioni nemiche, riuscendo a farsi strada intorno al filo spinato e identificando le posizioni del nemico. Riuscirono a far saltare in aria diversi bunker e un deposito munizioni.
Il contributo alla vittoria
Verso la metà del 1943, la situazione era alquanto diversa. L’Armata Rossa iniziò a ricevere un cospicuo rifornimento di armi anticarro, insufficienti all’inizio della guerra. Fu così che i cani anticarro vennero “mandati in pensione”. In totale questi soldati a quattro zampe riuscirono a distruggere 304 carri armati nemici, contribuendo a spostare l’ago della bilancia verso la vittoria dell’Unione Sovietica e la sconfitta del nazismo. Con la fine dei combattimenti, i cani restanti vennero riqualificati e addestrati per missioni di rilevamento mine. Molti di loro sopravvissero ben oltre la fine della guerra.
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La connessione tra tecnica flautistica e biomusica è affascinante, poiché entrambe le discipline esplorano l'interazione tra il corpo umano e il suono e come questi influenzano il benessere e la percezione. La biomusica: Bio intesa come VITA energia in tutte le sue manifestazioni (vibrazione,movimento, creazione, armonia) e Musica come ARTE, ritorno alle nostre radici ancestrali attraverso i suoni, movimenti, emozioni e timbri, armonia , ricerca insomma dell’atto creativo in ogni momento. La biomusica si basa su principi scientifici e filosofici derivanti da discipline come la psicologia, la neurologia e la fisiologia, è un campo interdisciplinare che studia l'effetto della musica sul corpo umano, sul cervello e sulle emozioni. Si concentra su come la musica possa interagire con i processi biologici e fisiologici, sull’equilibrio psicofisico dell’individuo, e favorisce il suo sviluppo personale e le sue possibilità evolutive, quindi amplia le capacità tecniche ed espressive del flautista ed interprete. Insomma, è un modo di pensare, uno stile di vita, un fondamento teorico e filosofico che tenta di definire un aspetto della nostra identità culturale, sociale e individuale nella lingua meravigliosa della musica. Robert Dilts, diceva “Realizzare una performance efficace implica l’uso della propria mente e del proprio corpo. Prepararsi mentalmente ad una buona prestazione costituisce l’essenza del proprio “gioco interiore”. Il “gioco esteriore” ha a che vedere con le abilità fisiche. Attraverso l’analisi delle interazioni tra suono, corpo e mente, la biomusica offre nuove opportunità e punti di vista inusuali per il miglioramento dell'apprendimento musicale e della performance. In questo articolo, mi concentrerò sull'applicazione della biomusica allo studio del flauto traverso, uno strumento affascinante e complesso che richiede coordinazione, tecnica estro e sensibilità. È noto che la musica possa avere effetti profondi sul nostro stato d'animo, sulla nostra salute e su come apprendiamo. Gli approcci biomusicali possono facilitare il processo di apprendimento e migliorare la performance di un flautista. Uno dei concetti chiave della biomusica è l'importanza dell'intenzione. Quando un flautista suona, non sta solo producendo note, sta comunicando emozioni, idee e stati d'animo, questo significa che un musicista deve essere consapevole di ciò che sta mettendo in atto fisicamente, di ciò sta esprimendo e dell'effetto che questo avrà su di sé e sugli ascoltatori. Un flautista consapevole del proprio corpo sarà in grado di eseguire passaggi complessi senza sforzo e di evitare lesioni e irrigidimento, questa consapevolezza lo aiuterà ad esprimere emozioni e sentimenti in modo più autentico, rendendo la performance più coinvolgente e significativa. La biomusica esplora come la musica possa influenzare il cervello e il corpo, in questo contesto "suonare con la mente"
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ECCO LE NUOVE SALE POLIFUNZIONALI A.I.S. 1 E A.I.S. 3OGGI l’inaugurazione a Palazzo del Capitanio
Terminati i lavori di rifacimento delle ex aule, A.I.S. 1 e A.I.S. 3, il Dipartimento di filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata e la Biblioteca di filosofia, potranno avere a disposizione due sale, dedicate agli studenti, sia come aule studio, sia come aule polifunzionali per seminari o convegni e infine per attività di Terza Missione, organizzate dal Dipartimento e dalla…
#AIS 1#AIS 3#Alessandria today#ambienti condivisi#aule per studenti#Biblioteca di Filosofia#biblioteca universitaria#Centro di Ateneo per le Biblioteche#collezioni bibliotecarie#comfort per lo studio#convegni universitari#cultura accademica#Dipartimento FISPPA#eventi accademici#filosofia Padova#Google News#inaugurazione 27 marzo#inaugurazione aule studio#innovazione accademica#italianewsmedia.com#Lava#luoghi per la ricerca#miglioramento servizi studenti#nuove aule universitarie#nuove sale studio#Palazzo del Capitanio#Pedagogia#Piazza Capitaniato 3#Pier Carlo#psicologia applicata
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Implementare il Metodo 5S: Il Percorso Verso l'Eccellenza nella Lean Manufacturing
Il 5S è una metodologia giapponese di gestione aziendale che mira a creare e mantenere un ambiente di lavoro ordinato, pulito e funzionale, promuovendo efficienza, sicurezza ed efficacia. Le cinque fasi del 5S sono:
Seiri (Selezionare): Valutare gli elementi necessari da quelli inutili, eliminando questi ultimi per ridurre il disordine e ottimizzare lo spazio.
Seiton (Sistemare): Organizzare strumenti e materiali in modo logico e accessibile, facilitando il flusso di lavoro e riducendo i tempi di ricerca.
Seiso (Splendere): Mantenere pulito l'ambiente di lavoro, identificando e risolvendo le cause di sporco e disordine, migliorando l'aspetto e la sicurezza del luogo.
Seiketsu (Standardizzare): Stabilire standard e processi per mantenere l'ordine e la pulizia regolarmente, assicurando uniformità e coerenza nelle pratiche operative.
Shitsuke (Sostenere): Promuovere la disciplina e l'impegno nel rispettare le regole stabilite, incoraggiando un miglioramento continuo e una cultura aziendale positiva.

L'adozione del 5S offre numerosi vantaggi, tra cui:
Aumento dell'efficienza: Un ambiente organizzato riduce i tempi di ricerca e movimentazione, migliorando la produttività e contribuendo a una gestione snella 5S.
Miglioramento della sicurezza: La rimozione degli ostacoli e la pulizia costante diminuiscono il rischio di incidenti sul lavoro.
Riduzione degli sprechi: Eliminando elementi inutili e ottimizzando l'uso delle risorse, si riducono gli sprechi e i costi operativi.
Miglioramento della qualità: Un ambiente ordinato facilita l'anticipazione e la prevenzione di errori, contribuendo a prodotti e servizi di qualità superiore.
Coinvolgimento del personale: La partecipazione attiva dei dipendenti nel mantenimento dell'ordine e della pulizia rafforza il senso di responsabilità e appartenenza.
Come Implementare il 5S con Successo
Per implementare con successo il 5S, è fondamentale seguire un approccio strutturato:
Formazione: Educare il personale sui principi del 5S e sui benefici attesi, creando consapevolezza e coinvolgimento per una gestione snella 5S.
Valutazione iniziale: Analizzare lo stato attuale dell'ambiente di lavoro per identificare aree di miglioramento e stabilire obiettivi concreti.
Pianificazione: Definire un piano d'azione dettagliato, assegnando responsabilità e tempistiche per ciascuna fase del 5S.
Esecuzione: Applicare le fasi del 5S coinvolgendo attivamente tutto il personale, monitorando i progressi e apportando eventuali correzioni.
Monitoraggio e miglioramento continuo: Stabilire indicatori di performance e audit periodici per assicurare il mantenimento degli standard e promuovere un miglioramento costante.
L'adozione del 5S non si limita al settore manifatturiero, ma può essere applicata con successo in diversi contesti lavorativi, come uffici, laboratori e servizi.
Un esempio concreto di applicazione del 5S è rappresentato dal Lean Institute Italy, che offre servizi di consulenza e formazione nel campo del Lean Manufacturing e dell'Operational Excellence (OPEX). Con una vasta esperienza in diversi settori, tra cui il settore farmaceutico, meccanico e dei servizi, il Lean Institute Italy supporta le aziende nell'adozione del 5S, aiutandole a raggiungere una gestione snella 5S efficace e sostenibile.
Infine, l'implementazione del 5S rappresenta un passo fondamentale verso l'ottimizzazione dei processi e la creazione di un ambiente di lavoro sicuro ed efficiente. Affidarsi a esperti come il Lean Institute Italy può facilitare questo percorso, garantendo risultati duraturi e un vantaggio competitivo nel mercato grazie a una solida gestione snella 5S.
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NO ALCOL con audio DCS Autoipnosi DCS Vera e Professionale unica al mondo
Smettere di Bere Senza Soffrire: Il Segreto dell’Ipnosi che Funziona Davvero
SCOPRI DI PIU’:
https://www.claudiosaracino.com/prodotto/no-alcol-metodo-dcs/
L’alcolismo rappresenta una problematica diffusa a livello globale, con gravi ripercussioni sulla salute fisica, psicologica e sociale degli individui. Tra le varie metodologie terapeutiche proposte per affrontare la dipendenza da alcol, l’ipnosi professionale ha suscitato interesse nella comunità scientifica internazionale. Di seguito, vengono presentate dieci ricerche scientifiche anglosassoni che hanno esplorato l’efficacia dell’ipnosi nel trattamento dell’alcolismo, seguite da testimonianze di personaggi famosi che hanno utilizzato l’ipnosi per superare la dipendenza.
SCOPRI DI PIU’:
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1. Kaminsky, Rosca, Budowski, Korin, & Yakhnich (2008): Questo studio ha evidenziato come l’ipnosi possa essere utile nel trattamento delle dipendenze da droghe, suggerendo potenziali applicazioni anche per l’alcolismo.
2. Katz (1980): La ricerca ha analizzato l’utilizzo dell’ipnosi nel trattamento delle dipendenze, mostrando risultati promettenti nell’ambito della riduzione del consumo di alcol.
3. Manganiello (1984): In questo studio, l’ipnosi è stata applicata come parte di un programma terapeutico per alcolisti, evidenziando una diminuzione significativa nel desiderio di assumere alcol.
4. Potter (2004): La ricerca ha esaminato l’uso intensivo dell’ipnosi nel trattamento dei disturbi da abuso di sostanze, inclusa la dipendenza da alcol, con risultati positivi in termini di astinenza mantenuta nel tempo.
5. Wadden & Penrod (1981): Questo studio ha valutato l’efficacia dell’ipnosi nel controllo delle abitudini alcoliche, mostrando una riduzione nel consumo tra i partecipanti trattati con ipnosi.
6. Kraft (1991): Attraverso case report, l’autore ha documentato casi di successo nell’uso dell’ipnosi per aiutare individui a liberarsi dalla dipendenza da alcol.
7. Orman (1991): La ricerca ha presentato testimonianze di pazienti che, grazie all’ipnosi, sono riusciti a superare la dipendenza alcolica, evidenziando cambiamenti positivi nel comportamento.
8. Page & Handley (1993): Questo studio ha riportato casi clinici in cui l’ipnosi è stata efficace nel trattamento dell’alcolismo, contribuendo a una migliore gestione dei sintomi di astinenza.
9. Rosewarne (2004): La ricerca ha analizzato l’applicazione dell’ipnosi in contesti terapeutici per alcolisti, mostrando un miglioramento nella qualità della vita dei pazienti trattati.
10. Vandamme (1986): Questo studio ha documentato l’uso dell’ipnosi come parte di un approccio integrato nel trattamento della dipendenza da alcol, con risultati incoraggianti in termini di riduzione del consumo.
È importante notare che, sebbene queste ricerche suggeriscano un potenziale beneficio dell’ipnosi nel trattamento dell’alcolismo, la letteratura scientifica sull’argomento è ancora in via di sviluppo, e ulteriori studi sono necessari per consolidare queste evidenze.
Per quanto riguarda le testimonianze di personaggi famosi che hanno superato l’alcolismo attraverso l’ipnosi professionale, non sono disponibili informazioni specifiche e verificate. Tuttavia, esistono numerosi casi di individui che hanno beneficiato dell’ipnosi per affrontare varie forme di dipendenza, suggerendo che questa tecnica possa rappresentare un valido supporto nel percorso di recupero.
In conclusione, l’ipnosi professionale emerge come una promettente metodologia terapeutica nel trattamento dell’alcolismo. Nonostante la necessità di ulteriori ricerche per confermare la sua efficacia, gli studi attuali e le testimonianze cliniche indicano che l’ipnosi può contribuire significativamente al processo di recupero dalla dipendenza da alcol.
NON VOGLIO PIU’ BERE MA E’ PIU’ FORTE DI ME?
E SE AVESSI LA BACCHETTA MAGICA PER CANCELLARE IL VIZIO DI BERE ALCOL A GOGO?
IL SEGRETO X ELIMINARE IL BERE, LA DIPENDENZA, L’ALCOLISMO CON IL SORRISO SULLE LABBRA…
SE E SOLO SE LE HAI PROVATE TUTTE E ZERO FATTI BEH PROVA IL POTERE DELLA MENTE CON L’IPNOSI DCS VERA E PROFESSIONALE UNICA AL MONDO ANCHE
CON 1 SOLO AUDIO DCS DAL TITOLO:
NO ALCOL
https://claudiosaracino.com/prodotto/no-alcol-metodo-dcs/#reviews
www.ipnologiassociati.com
Se hai tale problema causato dal tuo SUBCONSCIO, CHE LA RAGIONE NON CONOSCE, e niente ha risolto il tuo problema, prova tale audio DCS di auto ipnosi DCS Vera e Professionale
agisci ora prima che sia troppo tardi per il bene tuo ed il bene del tuo caro che magari non ne vuole sapere e che non vuole essere aiutato da nessuno in nessuna forma
NO ALCOL
https://claudiosaracino.com/prodotto/no-alcol-metodo-dcs/#reviews
www.ipnologiassociati.com
Se conosci la mente umana e hai letto del materiale sull’Ipnosi DCS Vera e Professionale, conosci molto bene il potere della tua mente, della mente di ogni essere umano, che può letteralmente,
guidata ad hoc, fare il miracolo della tua stessa mente.
L’ipnosi DCS e l’autoipnosi DCS agisce nella mente, nel corpo e nella vita visibile e invisibile per cui a te la scelta ma se le hai provate tutte che cosa ti costa 1 colazione al giorno per soli 30
giorni per risolvere anche definitivamente il problema di tradimento attivo o passivo e abbandono?
E senza effetti collaterali, innocua al 100% perché è tutto naturale grazie a parole DCS ad hoc, fatte di tanta arte, che guidano il tuo pilota automatico a cercare e trovare la soluzione non plus
ultra.
NO ALCOL
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Non devi credere perché l’Ipnosi DCS vera e professionale non è ne religione ne politica.
Devi solo premere play , fare e seguire alla lettera le istruzioni molto facili, alla prova di un nonno, alla prova di un idiota, alla prova di un pigro, istruzioni facili, senza stress, che non ti
rubano tempo né ti fanno stressare.
Ora hai 2 strade:
rimanere dove sei e rischiare di non amare ne’ farti amare come meriti…
vivere una vita bella all’insegna dell’amore per i tuoi cari e di te stesso…
provare per credere:
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Esclamerai ed esclamerà Wow…
Immagina quando…
Solo a te la Scelta
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Inquinamento micro plastiche
Inquinamento micro plastiche
Impegno personale inderogabile
Fonte Il salvagente Europa: dal 2021 via al divieto delle plastiche monouso STOP alle plastiche monouso nella Ue: Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva una nuova direttiva che entro il 2021 impone agli Stati membri di vietare l'uso di una serie di articoli in plastica monouso come piatti, posate, cannucce e bastoncini cotonati. Entro il 2021 dovranno essere vietati nell'Ue le posate di plastica monouso (forchette, coltelli, cucchiai e bacchette), i piatti di plastica monouso, le cannucce di plastica, i bastoncini cotonati fatti di plastica, i bastoncini di plastica per palloncini, le plastiche ossi-degradabili e i contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso. Secondo la direttiva, inoltre, entro il 2029 gli Stati membri dovranno raccogliere attraverso la differenziata il 90% delle bottiglie di plastica. La normativa prevede anche che entro il 2025 le bottiglie di plastica debbano contenere almeno il 25% di contenuto riciclato, per passare al 30% entro il 2030. Tratto https://www.repubblica.it/ambiente Alberghi plastic free, Ministero dell’Ambiente avvia percorso SI è avviato il percorso affinché gli alberghi italiani diventino plastic free. Al Ministero dell’Ambiente si è tenuto un incontro interlocutorio ma operativo affinché le strutture alberghiere aderenti a Federalberghi si liberino dalla plastica monouso. E' un obiettivo ambizioso per il raggiungimento del quale il ministero dell’Ambiente si avvarrà della collaborazione di un partner solido come il Wwf, da anni in prima linea contro l’inquinamento da plastica, di Federalberghi, a cui aderiscono circa 27 mila hotel italiani su 33 mila, e della Fondazione Recchi che, insieme, hanno già sottoscritto in giugno un protocollo che prevede l’eliminazione della plastica da parte degli alberghi. Questa è una buona cosa, ma è ora che ognuno di noi si prenda le proprie responsabilità e agisca di conseguenza, senza aspettare un imposizione legislativa o un ammenda per non averla applicata. Mi riferisco all’inquinamento della plastica delle bottiglie per l’acqua che si usano quotidianamente La normativa prevede che entro il 2025 le bottiglie di plastica debbano contenere almeno il 25% di contenuto riciclato, per passare al 30% entro il 2030. Questo è già un buon inizio, ma anche se riciclata è sempre plastica e per decomporsi ci impiegherà centinaia di anni. Nel frattempo la plastica è già entrata nella catena alimentare del genere umano. COMPRESO TE
Microplastiche presenti nell’88% della superficie degli oceani
(Tratto da https://valori.it/microplastiche-presenti-nell-88-superficie-degli-oceani/) Fibre di microplastica identificate in ambiente marino(fonte wikipedia) Uno studio di un gruppo di ricercatori spagnoli rivela la presenza di frammenti di materiale inquinante quasi ovunque nei mari. Una miriade di micro-frammenti di plastica è presente nell 88% della superficie degli oceani , e comporta conseguenze per la catena alimentare marina , dal momento che tali agenti inquinanti vengono assorbiti dai pesci e da altri animali acquatici. A lanciare l’allarme è uno studio pubblicato negli Stati Uniti, e firmato da un gruppo di ricercatori spagnoli. «Le correnti oceaniche trasportano oggetti di plastica che sono stati ridotti in piccolissimi frammenti a causa delle radiazioni solari.
Decomposizione centenaria
Tali micro-plastiche possono restare presenti per centinaia di anni, e sono presenti in 88 campioni su 100 tra quelli raccolti dalla spedizione Malaspina nel 2010».(siamo nel 2019) Ha dichiarato Andrés Còzar, scienziato del Centro superiore per la ricerca dell’università di Cadiz, principale autore dello studio. Quest’ultimo ha confermato inoltre l’esistenza di cinque grandi zone di convergenza dei materiali inquinanti, che corrispondono ai cinque principali assi di circolazione delle correnti attorno al globo terrestre. Ad oggi, hanno concluso i ricercatori, «l’impatto dei rifiuti sull’ecosistema marino è ancora in buona parte sconosciuto». E’ ora di impegnarsi personalmente riducendo il consumo di bottiglie di plastica Dobbiamo diventare consapevoli Che le nostre azioni condizionano la vita degli altri e la loro sopravvivenza ma sopratutto la nostra Non possiamo più dire " NON LO SAPEVO " Sopratutto dopo la seguente inchiesta fatta da Report di RAI 3 https://www.youtube.com/watch?v=R2nkek3r5lM Di Claudia Di Pasquale, da Report Rai 3 Di Claudia Di Pasquale, da Report del 24 ottobre 2016. Negli ultimi sessanta anni la plastica ha rivoluzionato la nostra vita e ormai avvolge tutto, anche il cibo che mangiamo ogni giorno. Basta pensare che il 90% degli imballaggi alimentari è in plastica, dalle bottiglie dell'acqua alle alici sott'olio, dagli utensili da cucina ai contenitori, ai piatti. Le plastiche sono colorate, morbide, dure, trasparenti, ma per realizzarle servono plastificanti, antiossidanti, inchiostri, solventi. Una piccola dose di sostanze chimiche migra dal contenitore al cibo... Fonte Il Salvagente
Come possiamo fare
L’Italia è al quinto posto in Europa per la qualità dell’acqua di rubinetto, dopo Austria, Svezia, Irlanda e Ungheria. Eppure siamo tra i maggiori consumatori di acqua in bottiglia IN ITALIA si bevono 196 litri l’anno (a persona) di acqua in bottiglia, nonostante l’acqua che arriva nelle nostre case sia super controllata, economica e sicura, perché soggetta a decine e decine di analisi su tutta le rete di distribuzione. C’E’ UNA SOLUZIONE ? La soluzione per ridurre i consumi di acqua in bottiglia Certo può accadere che l’acqua che sgorga dai rubinetti possa presentare differenze per quanto riguarda sapore, odore o colore. E Quindi si preferisca l’acqua in bottiglia, con tutti i problemi che questo comporta: sette miliardi di bottiglie (solo in Italia) da smaltire ogni anno, senza contare trasporti e logistica. Per ovviare al problema, si potrebbe optare per l’installazione di un sistema di filtraggio domestico. Tra i più semplici, esistono sul mercato i sistemi a micro-filtrazione a carbone attivo, che permettono di ridurre la presenza del cloro e di alcuni sedimenti. Viene infatti utilizzato del carbone vegetale che si comporta come una pietra estremamente porosa. Ma se si vuole intervenire sui sali disciolti,(come ormoni derivati di farmaci, Pfas e Pfoa) o sugli elementi indesiderati (come il cromo esavalente, l’arsenico, il cadmio, il piombo e il mercurio) è necessario installare dei sistemi più sofisticati di ultra-filtrazione o nano-filtrazione. Quindi Un impianto di ultra-filtrazione , è infatti un utile strumento per avere in casa un’acqua batteriologicamente perfetta e salutare. Questa tecnologia, grazie all’impiego di particolari membrane, riesce a filtrare elementi indesiderati come pesticidi, impedendo inoltre il passaggio di batteri, virus ed endotossine. BEN IL 150% IN PIU’!!! AL CONTRARIO LA MEDIA DEL COSTO DELL’ACQUA MINERALE IN BOTTIGLIA E’ DI 0,30 EURO! Il sistema AcquEtika® BIO-ACQUA, permette di avere un’acqua purificata, più sicura e più salutare. Ora sta a te... Read the full article
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La Barbour International Kevlar Waxed Cotton Jacket è una giacca di ispirazione motociclistica realizzata con un esterno in cotone cerato molto resistente, una confortevole fodera trapuntata e un cappuccio fisso foderato in pile. Due tasche inferiori sono abbinate a un'ulteriore tasca applicata sul petto per custodire gli oggetti essenziali. Il label di Barbour rifinisce il capo.100% Cotone (cerato).
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