#nuove aule universitarie
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ECCO LE NUOVE SALE POLIFUNZIONALI A.I.S. 1 E A.I.S. 3OGGI l’inaugurazione a Palazzo del Capitanio
Terminati i lavori di rifacimento delle ex aule, A.I.S. 1 e A.I.S. 3, il Dipartimento di filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata e la Biblioteca di filosofia, potranno avere a disposizione due sale, dedicate agli studenti, sia come aule studio, sia come aule polifunzionali per seminari o convegni e infine per attività di Terza Missione, organizzate dal Dipartimento e dalla…
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Università, in Piemonte sette nuove aule studio
Grazie a uno stanziamento di 100mila euro nascono sette nuove aule studio per gli universitari del Piemonte. Le graduatorie del bando sono state approvate da Edisu, l’ente strumentale per l’assessorato regionale al diritto allo studio. I fondi sosterranno i progetti a Torino (Cus – Palavela), Settimo Torinese (Fondazione esperienze di cultura metropolitana), Novara (mediateca della biblioteca…
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Pietro Gori
Quella di Pietro Gori è una vita in esilio. Una vita fatta di incarcerazioni preventive, di espulsioni, di ritorni e di nuove cacciate. Una vita da anarchico, una vita da poeta, una vita da avvocato. Pietro Gori era tutto questo. Tutto questo in una sola persona. Convinto sostenitore delle idee libertarie passò l’intera esistenza a lottare per esse. Lottava per i compagni arrestati, che più e più volte, difendeva tanto nelle arringhe pubbliche quanto nelle aule di tribunale. Lottava scrivendo opuscoli sovversivi, ma anche testi poetici e canzoni di ribellioni, che lo resero famoso in tutto il mondo. Lottava in piazza e nei caffè letterari, nelle aule universitarie e tra le barricate delle piazze. Lottava in Italia e in Svizzera, in Sudamerica e perfino in Palestina. Lottava sempre, lottava ovunque. Classe 1865, Pietro Gori aderì fin da giovanissimo all’anarchismo. Questa decisione e le sue prime manifestazioni pubbliche a sostegno dei martiri di Chicago gli costarono la prima incarcerazione. Da li in poi dentro e fuori dalle patrie galere in continuazione. Le accuse sempre le stesse: istigazione alla rivolta di classe, istigazione alla ribellione, diffusione di materiale sovversivo. In mezzo la laurea in giurisprudenza e i primi scritti politici e letterari. Poi la prima espulsione dall’Italia e quella dal congresso di Zurigo, dove i socialisti mal digerirono le sue posizioni libertarie. Dalla Svizzera al Belgio, dalla Francia all’Inghilterra per poi tornare nella penisola e partecipare attivamente alle proteste del 1898, che tra le altre forme di repressione provocarono le famigerate cannonate di Bava Beccaris sulla folla che protestava per il prezzo del pane. Costretto di nuovo alla fuga per evitare il carcere si imbarcò verso il Sudamerica dove tenne corsi di criminologia in cui, opponendosi alle teorie lombrosiane dell’epoca, diffuse una lettura della criminalità basata su teorie libertarie. Tornò in Italia anni dopo e passò gli ultimi anni della sua vita soprattutto a difendere i compagni arrestati. Morì di tubercolosi nel 1911, aveva appena 46 anni. Tra le bellissime produzioni che ci ha lasciato senza dubbio occorre ricordare la canzone Stornelli d’Esilio, nella quale è presente uno dei motti immortali dell’anarchismo. “Nostra patria è il mondo intero, nostra legge è la libertà”.
Cannibali e re
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UNA VITA DA ANARCHICO, UNA VITA DA POETA, UNA VITA DA AVVOCATO. UN BREVE RICORDO DI PIETRO GORI
Quella di Pietro Gori è una vita in esilio.
Una vita fatta di incarcerazioni preventive, di espulsioni, di ritorni e di nuove cacciate.
Una vita da anarchico, una vita da poeta, una vita da avvocato.
Si perché Pietro Gori era tutto questo. Tutto questo in una sola persona.
Convinto sostenitore delle idee libertarie passò l’intera esistenza a lottare per esse.
Lottava per i compagni arrestati, che più e più volte, difendeva tanto nelle arringhe pubbliche quanto nelle aule di tribunale. Lottava scrivendo opuscoli sovversivi, ma anche testi poetici e canzoni di ribellioni, che lo resero famoso in tutto il mondo. Lottava in piazza e nei caffè letterari, nelle aule universitarie e tra le barricate delle piazze. Lottava in Italia e in Svizzera, in Sudamerica e perfino in Palestina.
Lottava sempre, lottava ovunque.
Classe 1865 Pietro Gori aderì fin da giovanissimo all’anarchismo. Questa decisione e le sue prime manifestazioni pubbliche a sostegno dei martiri di Chicago gli costarono la prima incarcerazione. Da li in poi dentro e fuori dalle patrie galere in continuazione. Le accuse sempre le stesse: istigazione alla rivolta di classe, istigazione alla ribellione, diffusione di materiale sovversivo.
In mezzo la laurea in giurisprudenza e i primi scritti politici e letterari. Poi la prima espulsione dall’Italia e quella dal congresso di Zurigo, dove i socialisti mal digerirono le sue posizioni libertarie. Dalla Svizzera al Belgio, dalla Francia all’Inghilterra per poi tornare nella penisola e partecipare attivamente alle proteste del 1898, che tra le altre forme di repressione provocarono le famigerate cannonate di Bava Beccaris sulla folla che protestava per il prezzo del pane. Costretto di nuovo alla fuga per evitare il carcere si imbarcò verso il Sudamerica dove tenne corsi di criminologia in cui, opponendosi alle teorie lombrosiane dell’epoca, diffuse una lettura della criminalità basata su teorie libertarie.
Tornò in Italia anni dopo e passò gli ultimi anni della sua vita soprattutto a difendere i compagni arrestati. Morì di tubercolosi nel 1911, aveva appena 46 anni.
Tra le bellissime produzioni che ci ha lasciato senza dubbio occorre ricordare la canzone
Stornelli d’Esilio, nella quale è presente uno dei motti immortali dell’anarchismo.
“Nostra patria è il mondo intero,
nostra legge è la libertà”.
Cannibali e Re
Cronache Ribelli
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EDIZIONE DEL 10 SETTEMBRE 2021
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FISCO: APPROVAZIONE ODG FDI SU CARTELLE ESATTORIALI È GRANDE VITTORIA
Grande vittoria di Fratelli d’Italia in Parlamento: la Camera ha approvato il nostro ordine del giorno al decreto “Green pass” che impegna il Governo a prorogare le scadenze delle cartelle esattoriali riferite al periodo di emergenza Covid.
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GIORGIA MELONI: GUARDA L'INTERVISTA A DRITTO E ROVESCIO
GIORGIA MELONI: GUARDA L'INTERVISTA A TG2 POST
COVID: DOPO MISURA DISCRIMINATORIA DEL GREEN PASS, MINACCIA DI NUOVE CHIUSURE, CONTINUA REGIME DI TERRORE DELLA SINISTRA
La campagna di vaccinazione sta andando bene: tantissimi italiani hanno effettuato prima e seconda dose e i numeri dimostrano la grande responsabilità dei cittadini. Ciononostante, questo regime di terrore voluto dalla sinistra di governo deve continuare e così, dopo la misura discriminatoria del green pass, si passa alla minaccia di nuove chiusure.
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«Molti di noi hanno liberamente scelto di sottoporsi alla vaccinazione anti Covid-19(…) Tutti noi, però, reputiamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza (…) nella situazione attuale, o si subisce il green pass, oppure si viene esclusi dalla possibilità di frequentare le aule universitarie e, nel caso dei docenti, si è sospesi dall’insegnamento»
Anche questi 150 professori sono dei pazzi criminali?
RAVE: FDI CHIEDE INFORMATIVA URGENTE LAMORGESE, PRETENDIAMO RISPOSTE CHIARE E PRECISE
Una gravissima trattativa tra lo Stato e gli organizzatori, l’indicazione alle Forze dell’Ordine di non intervenire e la “scorta” ai camper e ai mezzi diretti al rave. Se le rivelazioni del quotidiano La Verità fossero confermate sarebbe un fatto senza precedenti: Fratelli d’Italia ha chiesto un’informativa urgente in Parlamento del Ministro dell’Interno Lamorgese sul mega rave party di Ferragosto.
11 SETTEMBRE, MELONI: L'INTEGRALISMO ISLAMISTA È IL NOME DEL NEMICO E IO NON VOGLIO OMETTERLO
IMMIGRAZIONE: IL 65% ITALIANI FAVOREVOLE AL BLOCCO NAVALE, MA AL GOVERNO COMANDA SINISTRA IMMIGRAZIONISTA
Il 65% degli italiani è favorevole alla storica proposta di Fratelli d’Italia di attivare un blocco navale al largo di Libia e Tunisia, in accordo con le autorità locali, per fermare l’immigrazione illegale di massa. Ma al governo comanda la sinistra immigrazionista.
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IMMIGRAZIONE: CINQUE TUNISINI E UN EGIZIANO RITROVATI A SPASSO PER LAMPEDUSA NONOSTANTE ESPULSIONE, MA PER QUALCUNO LAMORGESE LAVORA BENE
Cinque tunisini e un egiziano, già cacciati dall’Italia, ritrovati a spasso sull’isola di Lampedusa. Nonostante il decreto di espulsione, sono riusciti a sbarcare sulle nostre coste e ora passeranno i domiciliari nello strabordante hotspot.
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UTERO IN AFFITTO: FDI CHIEDE A SALA DI DICHIARARE INDISPONIBILITÀ MILANO AD ACCOGLIERE EVENTO “UN SOGNO CHIAMATO BEBÈ”
Pare che a Milano sia in arrivo “Un sogno chiamato bebè”, un evento che avrebbe come scopo quello di pubblicizzare l’utero in affitto. Il sindaco Sala ritiri l’indisponibilità della città di Milano ad accogliere l’evento.
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AMMINISTRATIVE, MELONI: CANDIDATO M5S MI HA RIFILATO APPELLATIVO DI “CAGNA”, CONTE INTERVENGA E CONDANNI PAROLE IGNOBILI
Un candidato del Movimento al Consiglio comunale di Busto Arsizio ha rivolto a Gorgia Meloni il raffinato appellativo di 'cagna'. Sarebbe questo il nuovo corso del movimento? Invece di dare lezioni agli altri, Giuseppe Conte intervenga subito e condanni queste parole ignobili.
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L'INTERVENTO DI GIORGIA MELONI AL FORUM AMBROSETTI DI CERNOBBIO
FOIBE: NINO BENVENUTI IMPARTISCE UNA LEZIONE A MONTANARI
Il campione italiano di Boxe (nonché esule istriano), Nino Benvenuti, impartisce una lezione a chi tenta di sminuire o giustificare il dramma delle Foibe. Grande Nino!
GIORGIA MELONI A LIBERO: O DESTRA, O SINISTRA. BASTA CON GLI INCIUCI
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PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI FABRIZIO RONCONE, INTERVIENE GIORGIA MELONI
Lunedì 13 settembre ore 18,00, Teatro all’aperto Ettore Scola.
Casa del Cinema - Largo Marcello Mastroianni, 1 - Roma.
LEGGI LA LOCANDINA
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DA CAMERA E SENATO
LOLLOBRIGIDA: PRESIDENTE FICO HA RICHIESTO GREEN PASS AI PARLAMENTARI? RISPETTIAMO LE REGOLE O NO?
DELOCALIZZAZIONI, RIZZETTO: ANCHE RIELLO VUOLE MANDARE A CASA LAVORATORI
In Italia continuiamo a subire le delocalizzazioni di aziende straniere che non sono in crisi e che preferiscono investire nell’Europa dell’est. È l’ennesima multinazionale che dopo aver acquisito una storica impresa italiana vuole delocalizzare.
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COVID, DELMASTRO: RIPRISTINARE CONGEDI AL 50% PER GENITORI CON FIGLI IN ISOLAMENTO
Il governo non spende una sola parola in merito al ripristino dei congedi Covid retribuiti al 50% per i genitori con figli in quarantena o in isolamento. Sanno cosa significhi avere figli?
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SCUOLA, CIRIANI: CON INIZIO ANNO SIAMO DI NUOVO AL PUNTO DI PARTENZA
CARCERI, FDI INCONTRA I SINDACATI DELLA POLIZIA PENITENZIARIA
Un momento di ascolto organizzato dal Dipartimento Legalità, Sicurezza e Immigrazione di Fratelli d'Italia in Senato per raccogliere istanze, richieste e osservazioni da parte dei sindacati della Polizia Penitenziaria.
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Da oggi, giovedì 26 e fino a domenica 29 ottobre, circa 200 relatori tra giornalisti, imprenditori, attivisti, blogger, ricercatori, musicisti, docenti universitari, scrittori, amministratori pubblici, scienziati, artisti, registi, hacker, maker, esperti, giuristi, economisti, architetti, paesaggisti, linguisti, social media manager, designer, innovatori racconteranno le proprie storie durante la quinta edizione del festival “Conversazioni sul futuro”, diretta da Gabriella Morelli.
Oltre 90 appuntamenti disseminati in 20 location (teatri, centri culturali, librerie, luoghi pubblici, parchi e scuole) su economia, impresa, diritti, inclusione sociale, migrazione, attivismo digitale, lavoro, satira, comunicazione, politica estera, scienza, arte, giornalismo, rigenerazione urbana, editoria, food, education, cambiamenti climatici, sostenibilità, odio on line, bullismo, bibliopatologia, moda e molto altro.
Il Festival accoglierà, inoltre, il Climathon, organizzato da Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e Comune di Lecce, Omofobi del mio stivale, una manifestazione contro l’omofobia e per i diritti civili, Cinema sul Futuro, in collaborazione con Cineclub Universitario, Fondazione Apulia Film Commission e Corso di Laurea DAMS dell’Università del Salento, una serie di incontri dedicati al mondo dell’impresa al Sellalab, l’Officina dei bambini e delle bambine a cura diBoboto, un’intera sezione riservata all’Enogastronomia del futuro, una presentazione della Maker Faire di Roma, un omaggio a Pino Daniele e un dj set di Max Casacci.
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Giovedì 26 ottobre alle 17,30, dopo una breve introduzione, il Festival prenderà il via al Teatro Paisiello con “La verità vi prego sui migranti: il muro sul mediterraneo” con Marco Bertotto (Medici senza frontiere), Marta Serafini (Corriere della Sera), Marina Petrillo (Open Migration), Chris Richmond Nzi (Mygrants), Giacomo Zandonini (Giornalista FreeLance) e Antonio Iovane (Radio Capital). Di fronte a un’Europa inerte, il governo italiano firma un patto con la Guardia costiera libica e il numero di migranti sbarcati in Italia crolla. Ma a quale prezzo? E quali sono le altre rotte battute dai migranti per raggiungere il Continente? A seguire, l’incredibile storia del ballerino siriano palestinese Ahmad Joudeh. La sua voglia di danzare e il suo sogno di diventare un professionista sono stati più forti di tutto, soprattutto delle minacce dei terroristi dell’Isis. Dietro la nuca ha un tatuaggio con la scritta “Dance or die”. Dal 2016, vive, studia e lavora al Dutch National Ballet di Amsterdam. Nel 2017 è riuscito a coronare il suo sogno: incontrare Roberto Bolle e ballare con lui. Dalle 20.30 un incontro ideato e moderato dalla giornalista de Il Fatto Quotidiano Wanda Marra. Si discuterà delle Nuove frontiere del giornalismo. In questi anni si è passati rapidamente dalla carta ai blog, dagli opinionisti agli influencer, dai sondaggi ai sentiment, dall’ironia alle bufale. La prima serata si concluderà dalle 22 con Lirio Abbate e il suo spettacolo su “Carminati e il Caveau dei misteri d’Italia”. In mattinata nel parco della TraxRoad si terrà invece il workshop “Co-progettare soluzioni per lo spazio pubblico e la comunità: una nuova biblioteca sociale all’aperto“ a cura di Paolo Venturi (direttore AICCON), Francesca Battistoni e Guglielmo Apolloni (Social seed) con Antonella Agnoli (assessore alla Cultura del Comune di Lecce).
Grazie alla preziosa collaborazione con Amnesty International Italia e in particolare con Riccardo Noury e Tina Marinari, il festival accoglierà le testimonianze di Paola Deffendi e Claudio Regeni (genitori di Giulio, il ricercatore italiano ucciso a Il Cairo nel gennaio 2016 che saranno a Lecce dopo il collegamento dello scorso anno), Lucia e Rino Rocchelli (sorella e padre del fotografo Andy morto nel 2014 a Sloviansk in Ucraina), Ahmed Said (medico e attivista egiziano), Claudio Guarnieri(hacker, ricercatore di sicurezza informatica, artista, ed attivista per i diritti digitali).
Nei quattro giorni a Lecce ci saranno anche Ilaria Cucchi, il trapiantologo Daniele Antonio Pinna, il presidente dell’Associazione Nazionale Magristrati Eugenio Albamonte, il designer Riccardo Falcinelli, l’art director Francesco Franchi, l’architetto Marco Rainò, l’attore e regista Daniele Gattano, l’attore e scrittore Fabio Canino, gli scrittori Enrico Remmert, Christian Raimo, Leonardo Colombati e Flavia Piccinni, il bibliopatologo Guido Vitiello, i giornalisti Giuseppe Giulietti, Lirio Abbate, Carlo Bonini, Marco Damilano, Antonio Sofi, Fabio Chiusi, Giampaolo Colletti, Giuliano Foschini, Tiziana Prezzo, Wanda Marra, Francesca Magni, Paul Rose, gli autori Stefano Andreoli (Spinoza) e Adelmo Monachese (Lercio), i registi Alessio Cremonini, Davide Barletti e Alessandro Valenti, il monaco di Plum Village Phap Ban, l’ingegnere elettronico e direttore tecnico di Macnil – Gruppo Zucchetti Mariarita Costanza, l’avvocato Alessandra Ballerini, il produttore discografico Claudio Poggi, il cantante Daniele Sanzone, l’esperto di resilienza e di politiche di adattamento ai cambiamenti climatici Piero Pelizzaro, lo street artist NemO’s, il medico e saggista Silvia Bencivelli, il direttore IIT – CNR e Registro.it Domenico Laforenza, il blogger Hamilton Santià, il vice presidente Italia StartUp Antonio Perdichizzi, il giurista e scrittore Giovanni Ziccardi, il sociologo Giovanni Boccia Artieri, i linguisti Massimo Arcangeli e Vera Gheno, la presidente Associazione italiana malattia di Alzheimer Patrizia Spadin, l’ideatore e direttore scientifico di Rural Hack Alex Giordano, il cuoco contadino Peppe Zullo, il food performer Nick Difino e il gastrofilosofo Donpasta solo per fare qualche nome. Preziosa la collaborazione con docenti e ricercatori dell’Università del Salento e con giornalisti e opinionisti di molte testate e blog pugliesi che modereranno e parteciperanno agli incontri.
«Il Festival è il frutto di un anno di studio, appunti, letture, contatti, suggestioni, scoperte. Dentro ci sono le varie anime del nostro gruppo di lavoro che è composto da molti professionisti, tanti amici sparsi in tutta Italia, ma soprattutto da una squadra di ragazzi e ragazze senza i quali non potremmo organizzare nulla», sottolinea Gabriella Morelli. Nelle prime quattro edizioni, Conversazioni sul futuro (sino al 2014 con il nome di Xoff) ha coinvolto oltre 500 relatori e ha ospitato (sino al 2016) anche la conferenza TedxLecce, che quest’anno, invece, non si terrà. La rassegna si trasforma dunque in Festival, cresce, si amplia e si sviluppa, proponendo sempre più appuntamenti e coinvolgendo sempre più luoghi e scuole della città. «Dopo le cinque edizioni di TedxLecce abbiamo pensato a un nuovo inizio. Quest’anno abbiamo deciso di continuare solo con “Conversazioni sul Futuro”, pensando e costruendo non più una rassegna “collaterale” ma un vero e proprio Festival» prosegue l’organizzatrice. «Negli oltre novanta incontri proveremo a interrogarci su quei temi che riguardano da vicino tutto quello che per noi è racchiuso nella parola futuro. Sono molto orgogliosa di poter ospitare, grazie alla preziosa collaborazione con Amnesty International e con l’avvocato Alessandra Ballerini, le famiglie di Giulio Regeni ed Andy Rocchelli. Le altre storie incredibili sono quelle del medico e attivista egiziano Ahmed Said e del danzatore siriano palestinese Ahmad Joudeh che ha sfidato anche l’Isis pur di ballare. Siamo molto grati al trapiantologo Daniele Antonio Pinna che ha accettato il nostro invito prima di lasciare l’Italia per andare a lavorare all’estero. E poi sono sorpresa dal grande affetto dei relatori che hanno accettato di partecipare al nostro festival proponendo temi, incontri, invitando altri ospiti e costruendo percorsi insieme a noi». Molto proficua la collaborazione con l’Università del Salento (che ospiterà anche i genitori di Giulio Regeni per un incontro con docenti, ricercatori, dottorandi e studenti) e con il Comune di Lecce. «Il Festival quest’anno sarà sempre più nella città, per la città, sulla città, con la città. Discuteremo di biblioteche, partecipazione e resilienza, impatto economico della cultura sul territorio, diritti di cittadinanza, erosione delle coste, agricoltura sostenibile e molto altro. Parteciperanno esperti, cittadini, giornalisti e amministratori pubblici. Proveremo a ragionare anche di soluzioni concrete», conclude Gabriella Morelli.
«Questo festival per me è un motivo di orgoglio, perché dà vita a una qualificata riflessione pubblica nella nostra città», ha sottolineato il sindaco di Lecce Carlo Salvemini durante la conferenza stampa di presentazione. «Inoltre si tratta di un festival organizzato senza chiedere un euro al Comune, che ha messo a disposizione solo alcuni luoghi dover poter svolgere alcune delle iniziative che coinvolgeranno anche spazi privati, scuole e aule universitarie. Un approccio diverso dal solito che traccia una linea verso un nuovo modo di organizzare le cose a Lecce, ponendosi l’obiettivo principale di dare qualcosa alla città in cui si vive e lavora. è molto interessante la mescolanza di temi, linguaggi, toni. Sono felice perché vedo lo sforzo enorme che gli organizzatori e volontari ci mettono. Un vero e proprio cantiere di energie. Un lavoro che credo abbia già fertilizzato il terreno in città e che sicuramente darà altri buoni frutti nei prossimi anni».
Conversazioni sul futuro è organizzato dall’Associazione Diffondere Idee di Valore con la direzione di Gabriella Morelli, in collaborazione con PazLab, Coolclub, Virulentia Film, Officine Cantelmo, ShotAlive, Boboto, Fablab Lecce, Sellalab, Zemove e Amnesty International – Italia con il patrocinio di Comune di Lecce e Università del Salento e con il sostegno di Banca Popolare Pugliese e Meltin’Pot. Partner Libreria Liberrima, All’Ombra del Barocco, Vestas Hotels & Resorts, Palazzo Rollo, Spinelli Caffè, Maker Faire Roma, Registro. it, Cineclub Universitario, Apulia Film Commission, Cmcc, Rural Hack, Fondo Verri, Officine Culturali Ergot, Dajs, Città del Gusto – Lecce, Slow Food Lecce, FotoScuola Lecce, UpsideMedia, NonInLinea. Un ringraziamento ai produttori di vino Cantele, Candido, Claudio Quarta Vignaiolo, Hiso Telaray – Libera Terra di Puglia, Cantine San Donaci ai birrifici Old476, Malatesta, B94, ai ristoranti La Succursale, Tabisca, La Scarpetta, Il Bacaro, all’Hotel Santa Chiara e ai b&b Fanfulla, Casa dei Mercanti, White Suite, Le due musce, Le campanelle di Isabella, Volevo, Giardino delle Margherite, Palazzo Belli
GLI APPUNTAMENTI SONO TUTTI A INGRESSO LIBERO E GRATUITO MA SOPRATTUTTO INIZIERANNO PUNTUALI. Info e contatti www.conversazionisulfuturo.it
Al via a Lecce il Festival Conversazioni sul Futuro Da oggi, giovedì 26 e fino a domenica 29 ottobre, circa 200 relatori tra giornalisti, imprenditori, attivisti, blogger, ricercatori, musicisti, docenti universitari, scrittori, amministratori pubblici, scienziati, artisti, registi, hacker, maker, esperti, giuristi, economisti, architetti, paesaggisti, linguisti, social media manager, designer, innovatori racconteranno le proprie storie durante la quinta edizione del festival “Conversazioni sul futuro”, diretta da Gabriella Morelli.
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Esistono ancora delle città universitarie?
esistono città che hanno più di 2000 abitanti. esistono luoghi e posti al di fuori del ristorante dove lavoro, le case dei miei amici e il baretto il venerdì sera se sono libera. esistono città dove basta camminare per dieci minuti e vedere un po' di vita, facce nuove. esistono le università che riaprono, le aule grandi, le biblioteche. il fatto che la popolazione universitaria si sia ristretta, che alcuni bar abbiano chiuso o che la "vita universitaria" non sia la stessa non toglie il fatto che sia comunque migliore della vita che mi sto facendo da più di un anno circoscritta ad un raggio di 10 km tra campi/ristorante/sala prove del mio boyfriend/balcone della mia amica delle elementari
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Brescia, 4 settembre 2020 – “Non voglio svegliarmi presto, mi piaceva la didattica a distanza, mi piaceva fare i compiti in videochiamata con le mie amiche mentre ora rientriamo in classe e non ci possiamo nemmeno toccare”, dice Susanna, 12 anni. “La prima cosa che mi viene in mente sono gli amici e le maestre. Ho tanta voglia di vederli”, ribatte Isabel, 8 anni.
Sono questi alcuni dei tanti pensieri raccolti dalla psicologa bresciana Doriana Galderisi alla vigilia della riapertura delle scuole: piccoli pazienti che raccontano il loro stato d’animo, ma anche professionisti dell’educazione che si preparano ad affrontare un anno scolastico pieno di incertezze.
“Possiamo dividere i nostri bambini in due gruppi, come se fossero due scuole di pensiero: i trepidanti e i fiduciosi”, scrive la dottoressa Galderisi nel pubblicare i post sulla sua pagina Facebook, che nel corso dei mesi è diventata un punto di riferimento pubblico per la gestione delle problematiche psicologiche relative al Covid-19, grazie alla pubblicazione di consigli puntuali e analisi per gestire al meglio la propria vita nel periodo dell’emergenza.
Materiale che durante l’estate è stato raccolto nel libro “Il dopo è ora Covid-19: come il Coronavirus gioca con le vite di tutti noi. Conoscere gli effetti psicologici e le dinamiche psico-sociali per dare scacco matto al Mostro” pubblicato per i tipi della Gam e che dopo un tour estivo di presentazioni ora farà diverse tappe anche in autunno.
Secondo Galderisi, i due gruppi sono accomunati “dalla richiesta di tranquillità, ovvero di non dover essere sottoposti all’ansia. Ci sono bambini come Gianluca, 10 anni, che paragonano la scuola alla megaditta di Fantozzi, altri che ringraziano per aver finalmente l’opportunità di dialogare e confrontarsi, con qualcuno che crede in loro”.
Qual è il compito degli adulti in questa fase?
“In psicologia e in pedagogia parliamo di ‘scaffolding’, che possiamo tradurre come impalcatura, ponteggio, ovvero fornire la struttura che permette poi di crescere e di eseguire i compiti in modo autonomo. Questo è quello di cui hanno bisogno i bambini e i ragazzi, in particolar modo nei momenti difficili”.
A fronte delle incertezze, cambi e contraddizioni, i ragazzi mostrano voglia di tornare alla normalità.
“La difficoltà che devono affrontare gli studenti non è di rifiuto della scuola, ma di riadattamento” spiega la psicologa. “Hanno bisogno di linee semplici, chiare, coordinate, pur nell’emergenza”. Anche chi non vuole tornare, ha ansia per il riadattamento e non per la scuola in quanto tale.
Secondo Galderisi “quest’anno andrebbero sviluppate le pratiche di flipped-learning, insegnamento rovesciato, in cui gli alunni in classe dovrebbero effettuare lo studio individuale e i compiti, mentre la lezione andrebbe fatta in autonomia con video, letture e altri materiali indicati dall’insegnante. Questo aiuterebbe gli studenti nel momento del maggior bisogno, in cui è più a rischio di stancarsi o demotivarsi, ovvero la fase dei compiti”.
Nei racconti pubblicati in questi giorni troviamo ragazzi che mostrano una grande consapevolezza di cosa dovranno affrontare: “sono anche un po’ in ansia perché la nostra classe è piccolissima e fa caldo, quindi forse dovremo stare in corridoio”. O che non aspettano altro che poter rivedere i propri compagni e che sono curiosi di cosa accadrà, come Davide, 13 anni, che non ha potuto salutare i suoi amici delle medie e “c’è tanta agitazione perché andando al liceo ci sono i nuovi, quindi l’agitazione non manca”.
C’è chi preferisce firmarsi con un nickname, come “Poltrone e sofà divani di qualità” che spiega “mi sento triste, sono pieno di voglia di non tornare a scuola… non abbiamo ancora l’orario delle lezioni e dobbiamo portare tutto, spaccandoci le spalle”.
I più grandi, invece, gli adolescenti, mostrano una comprensione della situazione forse persino maggiore di quella che avrebbero se non avessero vissuto questo virus nella propria esperienza di vita.
“Credo che il rientrare a scuola sia diventato una necessità generazionale”, scrive Elisabetta, 18 anni: “Anche le mie amiche più ‘pigre’ (nel senso buono del termine) non vedono l’ora di alzarsi presto la mattina e uscire di casa per entrare in classe. In effetti, siamo bloccati in questa pseudo-estate da febbraio e la nostalgia dello scambio umano, che solo l’incontro quotidiano con i nostri venti compagni di classe può assicurare, inizia a farsi sentire”.
E ancora “non parlatemi di Didattica a Distanza: efficiente per quanto inerisce il programma scolastico, ma totalmente arida, priva di interazione personale e della comprensione della difficile condizione psicologica nella quale un gruppo di adolescenti può ricadere durante una pandemia. La scuola è sede dell’incontro, anche dello scontro, ma che avviene di persona e non attraverso uno schermo.”
Passando agli studenti universitari, si coglie un’importante considerazione in merito alla DAD, che, indipendentemente dal Coronavirus, viene vista come una modalità da non abbandonare in futuro, ma piuttosto da sviluppare e perfezionare in modo innovativo al fine di valorizzare gli sforzi finora fatti nell’emergenza.
A questo proposito Lara, 22 anni, studentessa universitaria, asserisce: “Per quanto riguarda la didattica distanza penso sia uno strumento estremamente utile se i docenti vengono adeguatamente formati. Sarebbe sempre possibile consentire la fruizione e la partecipazione alle lezioni agli studenti impossibilitati a muoversi da casa per diversi motivi. Ritengo quindi utile approfondire l’utilizzo della didattica a distanza per poterla utilizzare anche per altre situazioni diverse dalle Coronavirus”.
Il clima di incertezza, di preoccupazione, di “sospensione” e di stallo, le frequenti rivoluzioni e contraddizioni che in questo periodo si rincorrono sui Media circa le regole da adottare in classe e/o l’iter scolastico- professionale futuro, se da un lato, determina, soprattutto negli adolescenti, ansia e disorientamento (Lara afferma “Non ho ancora informazioni certe sulla modalità con la quale si svolgerà il tirocinio e sulla data di inizio e fine. Speravo di poter tornare a seguire le lezioni in presenza, ma fino a dicembre non sarà così”), dall’altro, non intacca la voglia di tornare alla normalità sia da parte degli studenti e del corpo docente.
“La difficoltà principale che devono affrontare gli studenti non è tanto il rifiuto in sé della scuola o una forma di resistenza verso l’Istituzione in sé – spiega la psicologa – ma piuttosto un riadattamento, da intendersi sia come rimodulazione che riappropriazione di consolidate e rassicuranti routines, non solo scolastiche ma anche familiari e relazionali”. Elisabetta, 18 anni, riguardo a ciò specifica “C’è voglia tra noi giovani di una routine più scandita e produttiva…Il primo giorno di scuola è un rito che si ripete ogni anno e che scandisce la crescita dello studente, non può essere digitale”.
Da notare che il distanziamento sociale risponde alle necessità emergenziali, “ma la distanza crea distanza”, aggiunge Galderisi.
“La distanza riduce la conflittualità, ma inibisce e ostacola la maturazione di abilità sociali e prosociali; inoltre modifica parte del linguaggio non verbale e paraverbale, che nella distanza ha una delle sue espressioni. Se il distanziamento dovesse protrarsi a lungo, sarà necessario per insegnanti e scuole lavorare molto sulla comunicazione, su tutti i livelli: relazione, cooperazione, comprensione dell’altro”.
Il tema della distanza si trova anche nei messaggi dei ragazzi, come Daniele di 13 anni che scrive “Di andare a scuola sono felice ma un po’ preoccupato. Diciamo che ora andare a scuola mi piace ancora meno di prima per via del distanziamento e delle mascherine. Spero che questo virus sparisca il più velocemente possibile e che la scuola ritorni come prima.”
Un altro concetto di fondamentale importanza che emerge dall’analisi delle riflessioni di bambini, ragazzi e docenti fa riferimento alla consapevolezza di dover adottare un atteggiamento responsabile e di mettere in atto uno sforzo collettivo, di cooperazione al fine di superare con unità di intenti le attuali difficoltà. Il professor Gaetano Cinque, a lungo responsabile del Liceo Annibale Calini di Brescia, afferma che “La scuola è dentro la società, la sua protezione, il suo recinto chiuso deve comunque fare i conti con ciò che sta accadendo fuori. Bisogna dare un modello di coerenza e correttezza su ciò che si va a proporre. I ragazzi hanno una capacità incredibile di credere in quello che si fa se si agisce con il diretto coinvolgimento di tutti. Come sempre bisogna credere nel loro protagonismo e nel loro ruolo di attori consapevoli”.
Anna, insegnante di matematica, vuole “cogliere questo momento come una occasione per percorrere nuove vie, che porteranno a conquiste dense di significato. La mente è libera in qualsiasi condizione fisica ci troviamo”.
La professoressa Patrizia Lazzari immagina il rientro fisico nelle aule “con ottimismo, come da un lungo viaggio pieno di insidie ma che ci deve permettere di crescere… una piccola barca che deve navigare a vista e arrivare al porto… una specie di rinascita”. La professoressa Marta Cressoni spiega “la voglia di tornare a scuola c’è, di lavorare in presenza, di ritrovare i propri alunni e di ristabilire un legame con loro, certo con tutte le misure di sicurezza” senza dimenticare le paure, ovvero “che si ritorni a chiudere”.
Per questo, secondo la psicologa Galderisi “serve una particolare attenzione alla formazione sia del personale didattico, sia del personale dirigenziale, sia delle famiglie su come gestire al meglio la comunicazione interpersonale ed eventualmente la Didattica a Distanza. Saranno delle chiavi di volta e di risoluzione importantissime, oltre che rappresentare delle ancore di sicurezza”.
“Gli adulti hanno il compito di dare l’esempio, fare chiarezza, essere presenti e incoraggiare, soprattutto in momenti di crisi e di emergenza come quello che stiamo vivendo, griffato Covid-19” conclude Galderisi.
“La scuola rappresenta uno dei porti più sicuri in cui i bambini devono potersi riparare, sostare, galleggiare…cucire le vele prima di solcare i mari della vita”.
Per saperne di più sulle attività della dott.ssa Doriana Galderisi:
www.facebook.com/psicologadorianagalderisi/
http://galderisi.opinions.today
www.studio-psicologia-galderisi.it
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La psicologa Doriana Galderisi durante la prima presentazione del libro “Il Dopo è ora”
Per interviste e informazioni:
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Il rientro a scuola con il Covid-19: i pensieri, emozioni e speranze di bambini, ragazzi e docenti in prima linea Brescia, 4 settembre 2020 - “Non voglio svegliarmi presto, mi piaceva la didattica a distanza, mi piaceva fare i compiti in videochiamata con le mie amiche mentre ora rientriamo in classe e non ci possiamo nemmeno toccare…
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URBINO – Verrà inaugurata sabato 18 novembre, alle ore 10.30, ad Urbino, in via Giro del Cassero, la nuova palestra del liceo scientifico e delle scienze motorie “Laurana – Baldi”, dopo i lavori di ristrutturazione ed adeguamento sismico fatti dalla Provincia di Pesaro e Urbino per rendere di nuovo agibile la struttura, completamente danneggiata dalla nevicata del 2012. L’intervento, rientrato nel programma “Scuole sicure” del Ministero della Pubblica istruzione, è stato finanziato dal Miur per una quota di 350mila euro, a cui la Provincia ha aggiunto un cofinanziamento di 150mila euro. “Una palestra per tutti” è lo slogan che accompagnerà il taglio del nastro, alla presenza delle autorità.
“Sarà una palestra aperta a tutto il territorio – spiega il presidente della Provincia Daniele Tagliolini -, a disposizione anche delle associazioni. La scuola e gli spazi scolastici vanno infatti sempre più pensati come luoghi di comunità, fruibili da cittadini, universitari, associazioni. Questo perché lo sport ha un importante valore anche come momento di aggregazione sociale. Accessibilità e aggregazione devono diventare il comune denominatore di tutti gli istituti”.
Oltre alla ristrutturazione con adeguamento sismico della palestra, la Provincia ha realizzato gli spogliatoi e ricavato la sala professori/biblioteca da uno spazio prima inutilizzato, liberando così un’aula per la didattica.
“Grazie a quest’aula in più – evidenzia la dirigente scolastica Claudia Guidi, che ha accompagnato Tagliolini nel sopralluogo sulla struttura -, abbiamo potuto accettare nuove iscrizioni, giunte in particolare da ragazzi dell’entroterra. Voglio ringraziare la Provincia non solo per i lavori svolti, ma anche per le scelte a favore dell’accessibilità, rendendo questo istituto, e non solo la palestra, una scuola per tutti. Già da tempo alcune aule sono state dotate di banchi specifici per ragazzi con disabilità, oltre ad essere presenti smart tv in tutte le stanze, che hanno consentito lezioni a distanza, anche videoregistrate, in situazioni di disagio o malattia, così come la possibilità di applicare a tutti gli studenti una didattica non solo frontale, ma incentrata anche sull’utilizzo delle nuove tecnologie”.
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MACERATA – Deliberata dalla Giunta la riadozione del Piano di Recupero del centro storico che, essendo attivo dal 2005, aveva superato la durata decennale prevista per legge. Il piano attuativo regola tutti gli aspetti urbanistici legati all’abitato ricompreso all’interno delle mura urbane: vengono mappati gli edifici storici e quelli sottoposti a tutela monumentale, la classificazione degli spazi urbani, le pavimentazioni, le coloriture tradizionali, gli interventi possibili e le destinazioni d’uso ammesse.
Proprio a questo riguardo con il provvedimento deliberato il 25 ottobre dall’Esecutivo, sono state apportate delle migliorie rispetto al vecchio piano, inserendo anche le attrezzature di interesse pubblico per la didattica universitaria tra quelle ammissibili come destinazioni di intervento. Questo consentirà dunque la trasformazione dei locali ex-Upim della Galleria del Commercio in aule e spazi universitari.
“La delibera segna un passo importante per il recupero dei locali ex-Upim da parte dell’Università – commenta l’assessore all’Urbanistica, Paola Casoni – la riadozione era infatti un atto necessario in quanto il vecchio piano di recupero, fino ad oggi in regime di ultrattività, non ammetteva tra i cambi di destinazione d’uso anche quelli legati alla didattica universitaria. Ora invece, prendendo formalmente atto dell’incremento del numero degli iscritti e della conseguente necessità di nuovi spazi per l’Università, si aprono nuove possibilità, tra cui proprio il recupero dei locali vuoti della Galleria del Commercio”.
L’iter di legge prevede ora sessanta giorni di tempo di pubblicazione per la ricezione di eventuali osservazioni, dopodiché si procederà alla sua approvazione.
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