#imprenditorialità giovanile
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"Bottega Makers: un percorso gratuito per giovani tra crescita personale e imprenditorialità"
"Al via il progetto formativo dedicato ai giovani under 35 per sviluppare competenze e avvicinarsi al mondo del lavoro."
“Al via il progetto formativo dedicato ai giovani under 35 per sviluppare competenze e avvicinarsi al mondo del lavoro.” Articolo: Bottega Makers, un’iniziativa nell’ambito del progetto Hub Futures: Comuni e Giovani al Centro dell’Innovazione, offre un’opportunità unica per i giovani under 35. Promosso dal Comune di Alessandria come capofila, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Azimut…
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Giovani imprenditori: scoprire le opportunità lavorative nella propria terra
Oltre 200 studenti della provincia di Agrigento hanno partecipato a un laboratorio di imprenditorialità giovanile. Questa iniziativa ha l’obiettivo di far scoprire ai ragazzi ...
Oltre 200 studenti della provincia di Agrigento hanno partecipato a un laboratorio di imprenditorialità giovanile organizzato dalla cooperativa “Identità e bellezza” di Sciacca, all’interno del progetto “Ambiente giovani” promosso da Marevivo. Questa iniziativa ha l’obiettivo di far scoprire ai ragazzi le opportunità lavorative offerte dal patrimonio storico, artistico e gastronomico della loro…
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Città più vivibili d'Italia per bambini giovani e anziani
Quali sono le città più vivibili d'Italia? Ogni età ha la sua come dimostra l'edizione 2024 degli Indici generazionali del Sole 24 Ore. A designare la posizione delle città nelle tre classifiche è la media di 12 indicatori stabiliti per ogni fascia d'età forniti da fonti certificate (tra cui Istat, Infocamere, Iqvia, Siae, ministero dell’Interno) in grado di raccontare il livello di benessere nei territori. In base a tali indicatori Sondrio è la prima città per i bambini, Gorizia per i giovani e Trento per gli anziani. Città più vivibili d'Italia per i bambini Gli indicatori scelti per giudicare le città a misura di bambino sono: - Spazio abitativo calcolato in mq per abitante - Numero di pediatri ogni mille residenti appartenenti alla fascia d'età 0-14 anni. - Competenza numerica non adeguata calcolata in percentuale sugli studenti di terza media - Competenza alfabetica non adeguata calcolata in percentuali sugli studenti di terza media - Numero di bambini che hanno usufruito dei servizi comunali per l'infanzia - Numero di edifici scolastici con la palestra - Giardini scolastici calcolati in mq per bambini della fascia 0-14 anni - Verde attrezzato calcolato in mq per bambini 0-14 anni nel comune capoluogo - Indice sport e bambini calcolato in praticanti, scuole e risultati - Progetti Pnrr per l'istruzione - Delitti denunciati a danno di minori - Spesa sociale per famiglie e minori In base alla media di questi indicatori, la città più vivibile per i bambini è Sondrio con 526,2 punti. Nonostante il basso numero di pediatri, il comune della Valtellina ha fatto un balzo in avanti nella classifica grazie agli indicatori della competenza numerica e alfabetica non adeguata e all'indice Sport e bambini. Al secondo posto, con 519,7, c'è Ravenna mentre al terzo si colloca Trieste con 517,5. Di contro, le ultime tre posizioni della classifica sono occupate da Crotone, con 176,5 punti, Palermo, con 212,4 punti, e Catania con 226,5 punti. Le città migliori per i giovani Le migliori città per i giovani rispondono, per il Sole 24 Ore, ai seguenti indicatori: - Residenti giovani - Quoziente di nuzialità calcolato in numero di matrimoni celebrati ogni mille abitanti. - Età media al parto vale a dire la media in anni al primo figlio - Canone di locazione - Laureati in percentuale sulla popolazione di fascia 25-39 anni - Imprenditorialità giovanile: percentuale di imprese con titolare under 35 sul totale - Disoccupazione giovanile calcolata in percentuale sulla fascia di popolazione tra i 15 e i 34 anni - Bar e discoteche: il numero presente ogni 10mila residenti della fascia d'età 18-35 anni - Trasformazioni a tempo indeterminato: variazioni contrattuali ogni mille abitanti da rapporti a termine, stagionali, in somministrazione, intermittenti e apprendistato - Concerti: spettacoli ogni 10mila abitanti - Aree sportive calcolate in mq per residente appartenente alla fascia d'età 18-35 anni nel comune capoluogo - Amministratori comunali under 40 La città che mediamente soddisfa al meglio questi requisiti è Gorizia che, con 586,6 punti, si è guadagnata il primo posto della classifica delle città più vivibili per i giovani. Al secondo posto troviamo Ravenna con 585,6 punti e al terzo Forlì-Cesena con 579,5 punti. La bassa classifica, invece, è occupata dal Sud della Sardegna che ha totalizzato 265,7 punti, Taranto con 287,3 punti e Brindisi con 336,2 punti. Le città a portata di anziano Totalmente diversi, com'è naturale che sia, gli indicatori per determinare le città più a dimensione di anziano: - Speranza di vita a 65 anni calcolata in anni - Partecipazione civile: dipendenti non profit con 50 anni e oltre ogni mille residenti della stessa età - Utenti dei servizi sociali comunali - Consumo di farmaci per malattie croniche - Consumo di farmaci per depressione - Posti letto nelle rsa: posti disponibili ogni mille over 65 - Geriatri attivi ogni 10mila residenti con 65 anni e oltre - Numero di infermieri (non pediatrici) ogni 100mila abitanti di 15 anni e oltre - Orti urbani calcolati in mq ogni 100 residenti con 65 anni e oltre nel comune capoluogo - Biblioteche presenti ogni 10mila residenti con 65 anni e oltre - Persone sole - Esposti per inquinamento acustico La valutazione media di questi indicatori ha messo in cima alla classifica delle città ideali per gli anziani Trento con 632,0 punti. Seguono Como con 593,0 punti e Cremona con 587,8 punti. Le ultime posizioni della classifica sono, invece, occupate dalle città di Lucca (295,2 punti), Messina (307,2) e Reggio Calabria (307,5). Cosa ci dicono i dati A livello nazionale questi dati ci dicono che è ancora marcata la differenza di vivibilità tra Nord e Sud. In tutte le classifiche i primi posti e le posizioni centrali sono occupati dalle città del Centro e del Nord mentre le ultime posizioni dalle città del Sud. Netta la disparità anche tra le metropoli che, salvo rare eccezioni, si collocano in bassa classifica e le piccole città che svettano. Entrando nello specifico delle singole fasce d'età osserviamo che è in calo a livello nazionale il numero dei pediatri: sono scesi da 17.257 del 2023 ai 16.806 del 2024. Stabili le competenze numerica e alfabetica non adeguata. Aumentano invece i delitti a danno di minori con un +0,8% delle denunce nel 2022 sul 2021. La fascia giovanile analizzata con la seconda classifica vive un miglioramento generale delle condizioni e al tempo stesso un blocco e una scarsa iniziativa. Calano la disoccupazione giovanile (-6,9 nel 2023) e i canoni di affitto in rapporto al reddito (-12,2% nel 2024). Le aziende guidate da titolari sotto i 35 anni nel 2024 sono diminuite del 3,2% rispetto all’anno scorso, diminuite anche le attività commerciali del mondo del divertimento (-2,9%). Inoltre gli under 35 si sposano sempre meno (-3,1% nel 2023) e sale ancora l'età media al parto: 32,5 anni nel 2023. Per quanto concerne, infine, gli anziani, aumenta del 2,8% il consumo dei farmaci anti depressivi; aumentati i geriatri (+1,5%) e diminuiti gli infermieri circa 10mila unità in un anno (-2,3% oggi rispetto al 2023). I dati della Campania Come si colloca la Campania in questo quadro? I cinque capoluoghi della regione occupano un po' tutte le parti della classifica. - Avellino si colloca al 50mo posto (395,6 punti) per la classifica bambini e al 65mo posto (403,0 punti) di quella anziani, scivola all'86mo posto (393,0 punti) per quella giovani. - Benevento occupa il 37mo posto (478,8 punti) nella classifica giovani, il 56mo (381,7) in quella bambini e il 74mo (380,0) per quella anziani. - Caserta la troviamo al 57mo posto (450,3 punti) della classifica giovani, al 97mo (254,9 punti) e al 98mo posto (330,9 punti) per le classifiche bambini e anziani. - Napoli occupa i posti più bassi in tutte e tre le classifiche: 78mo (373,0 punti) in quella anziani, 95mo (377,7 punti) in quella giovani, 102mo (232,1 punti) per quella bambini. - Salerno è di poco distante: 84mo posto (368,4 punti) per la classifica anziani, 89mo (304,7) per quella bambini e 90mo (385,8) per quella giovani. In copertina foto di TheUjulala da Pixabay Read the full article
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Livorno. Proclamati i vincitori della seconda edizione del Contest Giovani Innovatori.
Livorno. Proclamati i vincitori della seconda edizione del Contest Giovani Innovatori. Entusiasmo, grinta e tanta voglia di mettersi in gioco nella giornata conclusiva della seconda edizione del Contest Giovani Innovatori, il concorso organizzato dal Polo per l'Innovazione Urbana Livornine2030 in collaborazione col Comune di Livorno e finalizzato a supportare i giovani nell'elaborazione di idee imprenditoriali innovative con potenziali ricadute dirette sul territorio. Durante il Pitching day, svoltosi lo scorso venerdì 12 aprile presso l'Auditorium Pamela Ognissanti, i ragazzi sono stati chiamati a presentare i loro piani di sviluppo davanti ad una giuria qualificata che, insieme ai giudizi precedentemente indicati da una commissione tecnica, li ha valutati in base alla capacità e alla chiarezza di esposizione. Dalla somma delle due valutazioni è stata definita una graduatoria di merito, attraverso la quale sono state individuate le tre migliori idee: "Oltre il vento" di Marta Faleni; "Phrones" di Francesco Carrieri e Tommaso Piroli e "Liberty Love" di Martina Burroni. Presenti alla giornata conclusiva del contest il Sindaco di Livorno, l'Assessore al Lavoro e alla Formazione del Comune di Livorno e i rappresentanti delle quattro aziende che fanno parte del progetto Livornine2030: Moreno Toigo di Simurg Ricerche, Marco Celi di Innolabs, Darya Majidi di Daxolab e Benedetta Pandolfi di Promo PA Fondazione. Tutti i progetti in gara sono stati positivamente accolti dalla giuria, che ne ha riscontrato una significativa rilevanza sia dal punto di vista imprenditoriale che dell'originalità: "Andiamo a scuola" di Niccolò Ferrini e Roheinny Nicolle Vasquez Rubio; "Chicche" di Leonardo Gangemi; "Generation aid" di Aurora Virgili e Diego Bettinelli; "Vacanze Livornesi" di Marco Pieroni, Giulio Pucciani e Giorgio Nota; "Vivi Livorno" di Filippo Cantini e Joseph Zucchelli. Scopo del contest, riservato a giovani, singoli o gruppi informali di età compresa tra i 16 e i 35 anni, è stato quello di incentivare l'imprenditoria giovanile e l'innovazione sociale e tecnologica in settori di rilevanza per il territorio di Livorno, come Economia del Mare, Economia Verde e Industria Creativa. L'iniziativa è stata anche un'opportunità per i ragazzi delle scuole superiori, che hanno avuto la possibilità di attivare percorsi personalizzati PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento), grazie alla collaborazione dell'Ufficio Scolastico Regionale e di quello della Provincia di Livorno. "Siamo contenti e soddisfatti per come la cittadinanza, ma soprattutto i giovani, abbiano risposto attivamente e in maniera del tutto propositiva alla 'chiamata' al contest" - afferma Marco Celi. "Quest'anno è stata registrata una significativa partecipazione di giovanissimi under 18, che si sono cimentati con impegno e determinazione nell'elaborazione delle loro idee progettuali legate alle innovazioni tecnologiche e sociali ispirate ai valori di accoglienza, multiculturalismo, imprenditorialità, competitività e cooperazione. Hanno partecipato con interesse ai percorsi formativi e agli incontri di tutoring e coaching finalizzati alla stesura del piano di sviluppo imprenditoriale: a tutti loro i miei complimenti e il mio sincero in bocca al lupo per l'avvio della propria idea imprenditoriale".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Imprenditorialità giovanile: a Corciano un tasso in linea con la media regionale Secondo i dati recentemente pubblicati dalla Camera di Commercio dell'Umbria Corciano, con una media di 4,2 imprese giovanili ogni 100 abitanti tra i ...
#ECONOMIA#CameraDiCommercioUmbria#Competitività#CrescitaEconomica#GiovaniImprenditori#ImprenditorialitàGiovanile#TransizioneDigitale#TransizioneEcologica#innovazione
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E+ Youth Exchange: Grow Your Ideas!
(Please, you can find the English version below)
Viaggiare in giro per il mondo oggi è piuttosto facile: basta organizzarsi per tempo, avere qualche risparmio da parte e si riesce ad arrivare più o meno ovunque. Eppure esistono viaggi che ti lasciano molto più di qualche souvenir e stories su Instagram.
Circa un mese fa, infatti, tramite l’Associazione Scambieuropei, ho preso parte ad un progetto di Erasmus+ in Romania, un’esperienza che si è rivelata per me un’incredibile scoperta. Non avevo mai partecipato a progetti simili ed è stata un’ottima opportunità per viaggiare in solitario, conoscere una terra straniera e tantissime persone provenienti da paesi differenti.
In breve:
tra il 13 e il 24 settembre una quarantina di ragazzi, provenienti rispettivamente da Romania, Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e Turchia, si sono incontrati ad Horezu - una piccola cittadina della Romania a circa 4 ore dalla Capitale – per discutere insieme di imprenditorialità giovanile ed incrementare così le conoscenze, le competenze e le opportunità attualmente presenti rispetto al tema dell’imprenditorialità. I dibattiti e i workshop sono stati svolti esclusivamente tramite modelli di apprendimento non formale, stimolando così la creatività di ognuno e permettendo l’instaurarsi di rapporti e legami nuovi. L’interazione con la piccola cittadina, le escursioni dei luoghi limitrofi e le serate culturali hanno infine arricchito questa bellissima esperienza multiculturale.
Le mie aspettative rispetto a questo progetto sono state di gran lunga superate: in primis, per come siano state ben organizzate le attività da parte di Initiavie Sociale, l’Associazione locale che ha coordinato interamente il Progetto, ma soprattutto per la voglia di condivisione delle proprie conoscenze e quella di lavorare insieme a nuove idee.
I progetti Erasmus+ sono nati nel 2014 con l’obiettivo di combinare tutti i programmi di mobilità europea per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport. Grazie a questa tipologia di progetti sono nate, infatti, moltissime amicizie, nuove idee che in alcuni casi si sono trasformate in reali progetti lavorativi.
ENG version
Traveling around the world today is pretty easy: just organize yourself in time, save some money and you can get more or less everywhere.
Sometimes, you can find yourself in journeys that leave you much more than a few souvenirs and stories on Instagram.
About a month ago, in fact, through the Scambieuropei Association, I took part in an Erasmus + project in Romania, an experience that turned out to be an incredible discovery for me. I had never participated in similar projects and it was an excellent opportunity to travel alone, learn about a new place and lots of people from different countries.
In synthesis:
Between 13 and 24 September, about 40 young people from Romania, Italy, Spain, Greece, Portugal and Turkey, met in Horezu - a small town in Romania about 4 hours from the capital - to discuss about entrepreneurship and thus, increase the knowledge, skills and opportunities. The debates and workshops were carried out exclusively through non-formal learning methods, stimulating everyone's creativity and encouraging the establishment of new relationships and ties. In the end, the interaction with the small town, the excursions, the activities and the cultural nights have enriched this beautiful multicultural experience.
My expectations for the project have been far exceeded: the activities have been well organized by Initiavie Sociale, the local association that coordinated the project, but mostly because everybody had the desire to share the knowledge and work together with new ideas.
Erasmus + projects were born in 2014 with the aim of combining all the European mobility programs for education, training, youth and sport. Thanks to this type of projects, in fact, many friendships were born, new ideas that in some cases turned into real work projects.
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Newsletter n. 28 - Elezioni - Ci prenderemo cura delle Persone, delle Cose e del Futuro
Care/i Concittadini,
Si conclude tra pochissimi giorni questa campagna elettorale che ha portato alla luce, da una parte, le grandi potenzialità del nostro territorio e, dall’altra, le sue difficoltà nel liberarle.
Le elezioni amministrative sono votazioni molto particolari, dove l’appartenenza politica può recitare un ruolo importante, ma non decisivo e, quasi sempre, sono le persone, la loro credibilità e soprattutto i programmi a fare la differenza.
Vorremmo ringraziare tutti: vi abbiamo ascoltato, anche singolarmente, ci siamo incontrati e confrontati sul nostro futuro. Abbiamo condensato tutto questo nel nostro programma (LINK) ed abbiamo formato una squadra (LINK) competente in grado di dare le risposte che da tanto tempo attendete.
I nostri valori si possono sintetizzare in due parole, che riassumono un senso di amministrazione attenta e scrupolosa della comunità e del bene pubblico: PRENDERSI CURA
Ci prenderemo cura delle PERSONE e delle COSE
In quest’ottica sono state previste le iniziative inserite nel programma; la maggior parte di esse è affrontabile con le risorse finanziarie correnti che, seppur esigue, sono sufficienti, se ben amministrate, a sviluppare l’azione di gestione ordinaria dei vari ambiti.
Ci prenderemo cura del FUTURO
Poirino deve però poter contare su risorse straordinarie per inserirsi in un percorso di sviluppo che possa portare lavoro e prosperità al paese.
In tal senso non sono molte le opportunità che i Comuni possono cogliere; la principale, se non l’unica , è quella riveniente dalla legge n. 56 del 2014 , che incentiva la “Fusione tra Comuni” con il chiaro intento di favorire le economie di scala ed il miglioramento dei servizi.
Nel caso di Poirino, nell’eventualità di una fusione con un piccolo Comune con esso confinante, l’incentivo economico sarebbe di circa 10 milioni di euro in 10 anni.
Sono cifre importanti che dovrebbero essere investite nello sviluppo del nostro paese con:
- Incentivazioni all’insediamento di attività produttive (ricadute: lavoro – giovani – famiglie)
- Supporto al mondo dell’agricoltura (ricadute: agricoltori/allevatori/ambiente)
- Agevolazioni per l’acquisto/ristrutturazione della prima casa (ricadute: lavoro – famiglie)
- Sviluppo imprenditorialità giovanile (ricadute: lavoro – giovani)
- Miglioramento dei servizi (ricadute: asilo nido -scuola – trasporti – famiglie/ giovani/ anziani)
- Riduzione della pressione fiscale e tributaria (ricadute: famiglie ed imprese)
- Ed, ultimo ma non meno importante, riduzione del debito per mutui che assorbe attualmente troppe risorse finanziarie (ricadute: disponibilità di bilancio reali e per sempre).
Per queste ragioni vi chiediamo un voto di libertà e di fiducia nella possibilità di cambiare:
INSIEME PER POIRINO
Ce la possiamo fare.
Buon voto!
Gruppo Consiliare Crivello
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PNR #47 – Sull’Educazione: Il Manager Fa Scuola Giocando
3 DICEMBRE 2017
di Pietro Paganini
Non Puoi Fare il Primo Ministro Perché Non Sei Nemmeno Laureato? Così il Bue dice all’Asino. E quali competenze e saperi avrebbe il Bue per sbeffeggiare l’Asino? A dividerli è un titolo di studio. A dividere Noi da Loro, oltre la scarsa simpatia personale, non è un diploma: è la disistima verso una élite politica incapace di affrontare i problemi che la contemporaneità ci presenta, moralmente insipida, e umanamente patetica.
Questo inutile battibecco elettorale tra galli di un pollaio di provincia solleva la questione del rapporto tra l’educazione scolastica e l’efficacia di ciascuno di noi nell’affrontare il mondo, nell’ambito professionale che ci siamo scelti e costruiti.
Ci sono dei dati piuttosto significativi che possiamo riassumere così:
– missmatch: la scuola sforna poche figure qualificate rispetto a ciò che il mercato del lavoro richiede.
– no Mr Wolf: chi esce dalla scuola è un contenitore pieno di nozioni fini a loro stesse con scarsa attitudine al problem solving. Quindi poco utile al mercato.
– anime perse: la scuola è come una bolla anestetica, chi ne esce ha scarsa capacità imprenditoriale ed ignora le dinamiche del mercato. Non sa che fare, e spesso ha poca voglia, dopo anni di inutili sforzi mnemonici.
CHE CONSEGUENZE DRAMMATICHE:
– bassa occupazione giovanile
– produttività flebile
– scarsa capacità di risolvere problemi, e a farlo prima degli altri.
Manca soprattutto la voglia di immaginare il futuro affrontando il presente.
Come abbiamo scritto in Allenarsi per il Futuro, la Scuola annienta quelle fantastiche caratteristiche che sviluppiamo da bambini che ci consentono di sorprenderci delle meraviglie del mondo. Le perdiamo appena entriamo a scuola, dove ci friggono il cervello.
AVETE CAPITO BENE questa scuola, con questa didattica, con queste dinamiche, va in senso contrario rispetto alle nostre dinamiche evolutive, cioè ne condiziona NEGATIVAMENTE i processi.
PERCHE’ E’ IMPORTANTE Dobbiamo trovare il modo per rafforzare le nostre caratteristiche umane di curiosità, creatività, ed imprenditorialità, per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro.
Solo così, possiamo continuare a:
– garantire la prosperità che ci è stata data da chi è venuto prima di noi (seppure al prezzo di scelte spesso discutibili)
– progettare il futuro
– rendere il mondo un posto migliore
Dobbiamo ritrovare perciò immaginazione per creare occupazione e aumentare la produttività.
HO SCRITTO molto sull’idea generale di cambiare radicalmente la scuola, sull’abolizione del valore legale del titolo, dei concorsi, dei compiti, sul ripensamento della didattica, dell’importanza di riportare il bambino al centro della scuola, sulla riorganizzazione della vita scolastica (orari, attività, didattica, etc.), sull’alternanza scuola-lavoro, e così via.
SULLE IMPRESE E IL LORO RUOLO ho scritto poco. I problemi di cui sopra non dipendono solo dalla scuola, infatti. Molta responsabilità è anche degli imprenditori e dei manager. Addossano le colpe al sistema, ma fanno poco per contribuire al miglioramento. La Rivoluzione Industriale, così come il successo di certi distretti, passa proprio dall’impegno degli industriali di allora nel coltivare coloro i quali ne avrebbero preso il posto. Hanno allevato generazioni di tecnici e professionisti eccezionali. Hanno forse fallito sul management.
DA QUI DOBBIAMO RIPARTIRE Così il PNR47 è dedicato all’impegno di professionisti, innovatori e aziende nel favorire la crescita di nuovi professionisti capaci di vincere il mercato e cambiare il mondo. Grazie a Domenico Barletta(Johnson&Johnson), Emiliano Maria Cappuccitti (Coca Cola), Dario De Gregorio, F. Mastrogiacomi (Creative X Factory) e S. Pulino (JCU). E naturalmente ai nostri autori, R. Ruggiero e L. Vaccarella per il PNR47.
Grazie soprattutto a F. Scognamiglio e YourCFO Academy per il contributo e il sostegno, a PNR, ma soprattutto per tutti i giovani che coltivano e accompagnano nel mercato del lavoro.
Leggi PNR #47
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Questioni sociali: la chiave per uno sviluppo sostenibile della società. Un’analisi delle principali sfide sociali e delle soluzioni per migliorare il benessere collettivo.
L’importanza della risoluzione dei problemi sociali.
L’importanza della risoluzione dei problemi sociali.Per garantire uno sviluppo sostenibile e un benessere collettivo, è fondamentale affrontare con determinazione i problemi sociali che affliggono le società moderne. La povertà, la disoccupazione, l’accesso all’istruzione, l’assistenza sanitaria e l’uguaglianza di genere rappresentano sfide cruciali che richiedono l’impegno congiunto dello Stato…
#Alessandria today#Alfraganus University#articolazione sociale#assistenza alle famiglie#assistenza sanitaria#benessere collettivo#cooperazione sociale#crescita inclusiva#Diritti delle donne#Diritti sociali#economia innovativa#giovani e società#giustizia sociale#Google News#imprenditorialità giovanile#Inclusione sociale#istruzione e alfabetizzazione#istruzione femminile#italianewsmedia.com#Khakimova Madinabonu#lotta alla disoccupazione#miglioramento sociale#Pier Carlo Lava#politica equa#Politica Sociale#povertà e disoccupazione#prevenzione malattie#problemi sociali#progresso collettivo#promozione uguaglianza
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FERMO – L’Unione Province Italiane (UPI) ha comunicato alla Provincia di Fermo che il progetto “Gener(Y)Action 2019”, sul contrasto alla dispersione scolastica e maggiore occupabilità presentato dall’Ente nell’ambito dell’Avviso Pubblico “Azione ProvinceGiovani 2019”, è risultato ammissibile a finanziamento per un contributo pari ad € 40.000,00. Il progetto della Provincia di Fermo ha ottenuto il decimo miglior punteggio su trentotto progetti presentati all’UPI e il massimo del finanziamento possibile erogabile ad una Provincia.
“Il progetto “Gener(Y)Action 2019” – comunica lapresidente della Provincia Moira Canigola – vede la Provincia di Fermo capofila di un ricco partenariato costituito da soggetti pubblici e privati. Gli obiettivi che ci siamo preposti nascono da un’analisi del contesto sociale ed economico del nostro territorio.
Ci siamo prefissati di essere incisivi sia nella lotta alla dispersione scolastica che nell’occupazione attivando un sostegno verso i giovani a 360 gradi puntando sulla voglia di investire sulle loro personali capacità e attitudini per rilanciare il territorio e le sue eccellenze.
Per rafforzare le potenzialità di uno sviluppo socio-economico e l’attrattiva del territorio provinciale verso le nuove generazioni – continua la presidente dr.sa Moira Canigola – attiveremo iniziative fortemente connesse e sinergiche in tema di occupazione, imprenditorialità giovanile, innovazione, riutilizzo e condivisione di spazi pubblici. Sosterremo lo sviluppo delle giovani idee innovative e meritevoli che rappresentano la linfa per il rilancio in primis e la competitività del territorio. Intendo ringraziare – conclude la Presidente – il personale della Provincia e tutti coloro che hanno condiviso il progetto ed hanno consentito alla Provincia di Fermo di raggiungere questo positivo risultato.”
Il partenariato del progetto “Gener(Y)Action 2019” è costituito dai Comuni di: Amandola, Montegiorgio, Monte Rinaldo, Belmonte Piceno, Campofilone, Grottazzolina, Falerone, Magliano di Tenna, Massa Fermana, Monte Urano, Monte Vidon Corrado, Montegranaro, Montelparo, Ortezzano, Pedaso, Petritoli, Porto San Giorgio, Rapagnano, Servigliano, Porto Sant’Elpidio, Monsampietro Morico, Altidona, Lapedona, Moresco e Torre San Patrizio, dalla CNA di Fermo, dalla Fondazione ITS SMART, dall’ITET Carducci-Galilei, dall’IIS Omnicomprensivo di Amandola, dalla STEAT S.p.A., dall’Associazione Culturale Urban Play e dallo Sponsor Steca Energia.
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Giovani e impresa, il Comune di Latina ottiene il massimo del finanziamento: via al progetto per favorire la nascita di nuove imprese giovanili
Giovani e impresa, il Comune di Latina ottiene il massimo del finanziamento: via al progetto per favorire la nascita di nuove imprese giovanili. Parte ufficialmente il progetto "Giovani e impresa - Il cibo nella terra del mito. Talenti da coltivare". Il Comune di Latina è l'ente capofila di un partenariato ampio che vede coinvolti i comuni di Sezze, Bassiano, Cori, Maenza, Priverno, Rocca Massima, Sermoneta, Sonnino, Norma ed i partner Istituto d'Istruzione Superiore Pacifici e De Magistris, Associazione Giovanile Exo Latina, Associazione Culturale Matutateatro, Confederazione Autonoma Italiana del Lavoro, Conf.A.I.L., Ecomuseo dell'Agro Pontino Fondazione Giacomo Brodolini, Viscom, Associazione Iris T&O, Melting Pro Learning, Associazione Culturale Mediaquattro, Associazione U.A.I, centro di ricerca Impresapiens di Sapienza Università di Roma e Pepe Blu. Il progetto, che prevede il coinvolgimento attivo dei ragazzi della fascia di età 18-35, intende creare un contesto favorevole alla nascita di nuova imprenditorialità giovanile, innovativa, inclusiva ed equa, con un approccio territoriale di area vasta, sulla base di una strategia di sviluppo locale condivisa con tutti i comuni e portatori di interesse partecipanti, nei settori economici legati alla filiera agroalimentare e turistica. A tale fine intende attivare un hub per giovani imprenditori nel territorio del Comune di Latina e un'antenna del hub presso ognuno dei nove comuni coinvolti. Una struttura decentrata e in rete finalizzata a fornire alle giovani generazioni strumenti per far emergere le loro vocazioni imprenditoriali e un orientamento permanente alla cultura d'impresa innovativa e digitale ad alto impatto sociale nei settori legati alla filiera agroalimentare e turistico ricettiva. "La nostra amministrazione – ha dichiarato il Sindaco di Latina Matilde Celentano – ritiene di fondamentale importanza svolgere azioni orientati ai giovani, perché Latina sia una città a loro misura. Con il progetto che prende avvio ora si lavora in sinergia con gli altri comuni della provincia di Latina, con l'obiettivo di fare rete e di promuovere una delle eccellenze del territorio: l'agroalimentare. È un nuovo tassello nel percorso, già avviato, volto a promuovere la partecipazione dei giovani nel processo produttivo della città". Il Comune di Latina è riuscito ad aggiudicarsi il finanziamento nazionale di Anci con un punteggio tra i più alti d' Italia. "L'ottenimento del finanziamento nazionale di 150.000 euro, uniti ai 37.500 euro di cofinanziamento locale, permetterà di attivare sin da subito azioni progettuali di sostegno alla nascita della nuova imprenditorialità giovanile - dichiara l'Assessore alle Politiche giovanili Andrea Chiarato - e ci consentirà, inoltre, di portare avanti un progetto importante per i giovani sostenendo la crescita ed il fare impresa nel nostro territorio. Vorrei ringraziare tutti i Comuni e tutti i partner aderenti al progetto per aver dato un'opportunità concreta ai giovani futuri imprenditori". Questo progetto si inserisce in una programmazione ed un'offerta più ampia che vede l'ufficio Politiche Giovanili impegnato con una serie di progetti finanziati sia dalla Regione Lazio che dall'Anci stesso: il progetto "Farò", finanziato da Anci e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – dipartimento per le politiche giovanili e del Servizio Civile Universale, finalizzato a promuovere la realizzazione da parte di amministrazioni comunali di progettualità innovative dedicate ad interventi mirati al target dei giovani in condizione neet. Tale progetto prevede la realizzazione di interventi formativi e di orientamento rivolti ai giovani di età compresa tra i 16 e i 35 anni che non studiano, non lavorano e non frequentano corsi di istruzione o formazione. Presupposto per la riuscita del progetto è la creazione di un sistema efficace di intercettazione dei neet, grazie al consolidamento delle rete territoriale di tutti i servizi pubblici e del terzo settore. "Il progetto "Farò" – dichiara l'Assessore alla Politiche giovanili Andrea Chiarato – si inserisce perfettamente nella vasta rete di opportunità che stiamo predisponendo per i giovani di Latina. Ai giovani in condizione di Neet, in particolare, l'amministrazione vuole dare fiducia e strumenti per tornare ad essere protagonisti. Ricordiamo, inoltre, che è stato approvato il nuovo regolamento del Forum dei Giovani che consentirà una più ampia partecipazione alla vita cittadina da parte delle ragazze e dei ragazzi della nostra città". "Il Comune di Sezze partecipa a questo progetto convinto che sia un'opportunità unica per favorire la cooperazione urbano-rurale tesa ad offrire nuove e innovative possibilità di lavoro e imprenditoriali per i nostri giovani talenti – ha dichiarato il Sindaco di Sezze, Lidano Lucidi -. Il progetto è stato voluto fortemente da me, in qualità di Sindaco, e dall'Assessorato alle politiche del lavoro rappresentato dalla Dott.ssa. Fernandez in quanto dà seguito ad una strategia di sviluppo locale che la nostra amministrazione ha avviato da tempo insieme ad altri comuni dei Monti Lepini e della costa pontina, strategia finalizzata a creare nuova economia turistico-ricettiva a partire dalla valorizzazione del cibo eccellente e di qualità che caratterizza i nostri territori. Il progetto rappresenta un tassello mancante, quello di poter attuare questa strategia in collaborazione con il capoluogo della nostra provincia, il Comune di Latina".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Secondo i dati recentemente pubblicati dalla Camera di Commercio dell’Umbria Corciano, con una media di 4,2 imprese giovanili ogni 100 abitanti tra i 18 e i 35 anni, si posiziona leggermente al di sotto la media regionale dei comuni umbri con un tasso di imprenditorialità giovanile in crescita. L’Umbria nel suo complesso presenta un tasso […]
#CameraDiCommercioUmbria#Competitività#CrescitaEconomica#GiovaniImprenditori#ImprenditorialitàGiovanile#TransizioneDigitale#TransizioneEcologica#innovazione#ECONOMIA
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Economia. Ricerca Svimez: verso la rete giovani talenti
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Economia. Ricerca Svimez: verso la rete giovani talenti
Economia. Ricerca Svimez: verso la rete giovani talenti
I giovani del Sud e della Calabria se ne vanno, studiano sempre meno e lo fanno altrove. Molte le ragioni, ma quella essenziale è la carenza strutturale di occasioni di lavoro qualificato. Le conseguenze? Un “circolo vizioso” di ulteriore indebolimento del sistema formativo e universitario meridionale, che invece di produrre trasformazioni virtuose finisce per “adagiarsi” su sistema produttivo e un contesto sociale indebolito e con scarsa capacità di innovazione. Il fenomeno priva la regione delle forze più giovani e qualificate, sulle quali fondare un solido processo di sviluppo economico, sociale e demografico. Che fare? Agire su più fronti per spezzare “circolo vizioso” (non solo offerta, ma anche domanda) e riavviare processo di sviluppo: istruzione e produzione, trasferimento tecnologico e incremento della cultura dell’innovazione In questo quadro nasce la proposta di costruire una “rete dei talenti della Calabria per la Calabria: le “rimesse di know how”. Occorre creare una “rete di talenti”, su base volontaria, per favorire il trasferimento di conoscenze e buone pratiche, sfruttando i vantaggi delle reti telematiche e digitali. Occorre favorire le “rimesse di know how” per attivare flussi di capitale umano “alla rovescia” verso il Mezzogiorno. Alla luce dei risultati della ricerca, la SVIMEZ propone la costruzione di una “rete dei talenti del Sud e per il Sud” con la finalità di favorire la diffusione di una cultura delle politiche di innovazione e della nuova imprenditorialità tecnologica e di sostenere giovani che vogliono restare o ritornare al Sud per dar vita ad una startup. Si tratta di una banca dati dei giovani “talenti” emigrati dal Mezzogiorno nel resto d’Italia o all’estero, nel corso degli ultimi decenni, che operano nel campo dell’innovazione tecnologica, ambientale, sociale e istituzionale. Un “network delle competenze” dovrà costituire, anche, lo strumento per permettere a coloro che vivono e lavorano fuori regione di “restituire” al proprio territorio, attraverso lo scambio di esperienze con chi invece è rimasto in Calabria, l’investimento che la regione stessa ha fatto per formare forza lavoro più qualificata. AI GIOVANI CALABRESI PIACE FARE L’IMPRENDITORE La SVIMEZ ha condotto un’indagine in Calabria raccogliendo le testimonianze di un campione significativo di giovani laureandi e dottorandi della Regione sulla figura imprenditoriale, intervistandone 383, di cui ben 223 sono donne, contro 160 uomini. Dei 383, 166 sono dell’Università Magna Græcia di Catanzaro, 100 dell’Università della Calabria, e 117 dell’Università degli Studi Mediterranei di Reggio Calabria. La maggioranza degli studenti e dottorandi intervistati (39%) ha risposto che preferirebbe intraprendere un lavoro autonomo, che consenta loro di realizzare le proprie idee innovative, contro il 31% che aspira ad avere un lavoro da dipendente. Di questi il 25% aspira a fare l’imprenditore, valutando la possibilità di creare una propria impresa. La Calabria è la regione in cui le imprese giovanili rappresentano la quota più elevata sul totale (12,8%), seguita dalla Campania (12,6%) e dalla Sicilia (11,8%). Il 63% delle imprese giovanili opera nei servizi, il 16% in agricoltura, l’8,6% nelle costruzioni, il 4,5% nell’industria manifatturiera (7,8% residuo non è classificabile). In Calabria, secondo Unioncamere – Infocamere, le imprese under 35 sono 23.834. SPIN OFF E START UP IN CALABRIA L’Università della Calabria è al secondo posto nel Mezzogiorno per numero di spin off, 34, dopo l’Università del Salento che ne conta 37. Sono stati costituiti per valorizzare brevetti e progetti dell’Unical. Agli spin off dell’Università della Calabria vanno aggiunte 200 start up innovative nella Regione, di cui 39 a prevalente partecipazione giovanile (under 35). Le startup a prevalente partecipazione giovanile in Calabria operano soprattutto nel settore della produzione software (13), nell’attività di informazione ed altri servizi (6), nella ricerca e sviluppo (5), nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (4). E sono localizzate prevalentemente nella provincia di Cosenza, 19, di cui 5 a Rende e 3 a Cosenza. Le imprese localizzate nella provincia di Catanzaro sono 9, di cui 7 a Lamezia Terme, mentre nella provincia di Reggio Calabria sono 8, di cui la metà a Reggio Calabria. Infine, 2 sono a Crotone e 1 a Vibo. In Calabria non esiste alcun incubatore certificato, ma c’è un incubatore non certificato per startup innovative dell’Università della Calabria, nato nel 2010. Attualmente ospita 10 startup, alcune delle quali hanno ottenuto finanziamenti privati di venture capital. Dai rapporti dal 2009 al 2017emerge che alcune startup calabresi hanno ottenuto finanziamenti da parte di società venture capital o da parte di singoli investitori, dal 2009 al 2014. Nell’elenco mancano alcune startup come Altilia, uno spin off dell’Unical e del CNR di maggior successo, ora PMI innovativa, che opera nel campo della produzione software e che vede tra i soci il fondo Principia Sgr. In particolare, nel 2009, nel capitale della startup calabrese Personal Factory, ora PMI innovativa, sono entrate le società di venture capital Vertis e TT Ventures, con un investimento di 1,3 milioni, acquisendo il 40% delle azioni. Nel 2013 in Personal Factory entra anche IMI fondi Chiusi SGR con 800.000 euro. La startup ha brevettato un piccolo impianto per permettere alle imprese di costruzione di produrre calcestruzzi ed altri materiali in cantiere. Nel 2012 in Eco4cloud, uno spin off del CNR e dell’Unical, ora PMI innovativa, hanno investito i fondi Principia SGR e Digital Investiment Sca Sicar, che hanno aumentato il capitale a 300.000 euro, ma impegnandosi ad investire altri 2 milioni. Nel 2014 in Eco4cloud entra anche TIM Ventures con 300.000 euro. La startup sta realizzando un software per ridurre i consumi energetici dei grandi centri di elaborazione dati. In Condomani, startup innovativa al 30 agosto 2018, entra Zernike Meta Ventures con 100.000 euro. Condomani, una startup a prevalente partecipazione giovanile, ha realizzato un software per la gestione condivisa dei condomini. In Gipstech entra Italian Angels for Growth con 200.000 euro. Gipstech è una PMI innovativa che ha realizzato un software simile a Google Maps, ma per la localizzazione e gli spostamenti in ambienti chiusi. Nel 2016 un giovane imprenditore agricolo under 35 ha lanciato una campagna di raccolta fondi tramite la sua pagina Facebook, raccogliendo circa 500.000 euro per recuperare antichi mulini e granai locali dimenticati. E’ nata così Mulinum, la startup calabrese la cui raccolta fondi ha avuto un successo anche al di fuori dei confini nazionali. L’ex ministro all’agricoltura Martina ha fatto partecipare Mulinum al G7 agricoltura. Nel 2017 la startup innovativa Biofarm, a prevalente partecipazione giovanile, ha ottenuto 300.000 euro da vari piccoli investitori attraverso il portale Crowdfundme. Nel 2018 la startup innovativa Reolì, che valorizza un brevetto dello spin off dell’Unical R&D Cal, per realizzare un olio spalmabile, ha ottenuto finanziamenti attraverso la piattaforma di crowdfunding Mamacrowd. Attraverso la stessa piattaforma ha ottenuto finanziamenti la startup Age/progetto Revoilution per produrre un elettrodomestico brevettato per produrre olio in casa con un piccolo frantoio. Le idee d’impresa che hanno partecipato alla Start Cup Calabria nelle ultime tre edizioni, tra il 2016 e il 2018 sono state complessivamente 213. CALA LA POPOLAZIONE CALABRESE Il 2017 è stato il primo anno in cui tutte le province della Calabria hanno avuto un calo della popolazione: perfino Crotone, che fino a un anno prima si era distinta per i suoi ritmi di crescita e una popolazione relativamente più giovane, mostra un primo segno di cedimento, con la popolazione ridottasi di 505 unità. Nelle altre province la popolazione si è ridotta con un’intensità più elevata rispetto all’anno precedente. Nel corso degli ultimi venticinque anni, in Calabria la dinamica della popolazione è stata scandita dalle nascite calate progressivamente dalle oltre 26 mila unità nel 1992 a meno di 16 mila nel 2017. La diminuzione è particolarmente elevate a Cosenza (-3.037 unità), e a Reggio di Calabria (-2.649), più modesta a Catanzaro (-1.520 abitanti) e Vibo Valentia (-730 abitanti). La provincia di Cosenza con 709 mila residenti, pari al 36,2% degli abitanti della Regione, resta la più popolata, seguita da quella di Reggio Calabria con 551 mila abitanti, e più distante Catanzaro con 361 mila abitanti, mentre una assai più modesta dimensione demografica caratterizza le province di più recente costituzione, Crotone e Vibo Valentia, con rispettivamente 175 mila e 161 mila residenti. DIMINUISCONO I NUOVI NATI NELLA REGIONE, MENTRE AUMENTA L’INVECCHIAMENTO Nel 2017 sono nati in Calabria 15.679 bambini, 357 in meno rispetto all’anno precedente, l’ammontare più basso mai raggiunto dalla Calabria in oltre 150 anni di storia unitaria. La percentuale di persone con più con più di 65 anni è ancora inferiore alla media del Centro-Nord (20,9% contro 23,3%), ma superiore pur di poco al Mezzogiorno (20,5%). L’invecchiamento demografico nell’ultimo quarto di secolo in Calabria è avvenuto molto velocemente, e l’età media della popolazione è aumentata dai 35,9 anni del 1991 ai 43,9 del 2016. Tra le province calabresi, Cosenza mostra i segni di un più accentuato invecchiamento della popolazione (44,6 anni), la provincia di Crotone risulta dal punto di vista demografico la più giovane, con un’età media di 42,2 anni. IN CRESCITA LE MIGRAZIONI Nel 2017 il saldo migratorio della regione è rimasto sui livelli raggiunti l’anno precedente con una perdita netta di 3.317 abitanti, Tutte le province della Calabria hanno presentato un saldo migratorio interno negativo, in accentuazione rispetto al 2016 e compreso, in termini assoluti, tra le meno 3.100 unità di Reggio Calabria e le meno 737 di Vibo Valentia. In termini relativi, Reggio Calabria continua a registrare un tasso migratorio interno particolarmente grave (-4,3 per mille). Dal Duemila hanno lasciato la Calabria poco meno di 113.600 residenti, trasferiti prevalentemente in una regione del Centro-Nord (98.000), ma anche all’estero (15.000) e molto meno in un’altra regione del Sud (meno di mille). Queste tendenze, secondo le previsioni dell’ISTAT, nello scenario più prudenziale, implicherebbero per la Calabria una perdita tra il 2017 e il 2065 di quasi mezzo milione di persone (quasi un quarto di quella attuale). In Calabria il pendolarismo fuori regione coinvolge quasi 18 mila persone pari al 3,3% dell’occupazione. Di questi, circa 4.600 lavorano nelle altre regioni del Mezzogiorno, circa 11.600 lavorano nel Centro-Nord e circa 1.600 all’estero. Gli spostamenti in uscita dalla regione Calabria sono solo in minima parte compensati da movimenti in direzione contraria. Il saldo tra afflussi e deflussi è negativo per la regione come per tutte le regioni meridionali, con l’eccezione della Basilicata. Nel 2017, le regioni del Centro-Nord che presentano un più elevato grado di attrazione di lavoratori residenti in Calabria sono Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. MERCATO DEL LAVORO TRA CRISI E RIPRESA Il prolungarsi, sia pur in rallentamento, dell’intonazione positiva dell’attività economica nel corso del 2018 ha parzialmente attenuato gli squilibri indotti dalla lunga fase recessiva sul mercato del lavoro. La Calabria si caratterizza per una ripresa incerta a sprazzi che prende vigore solo sul finire del 2016. Circa la metà dei 62 mila occupati persi nel corso della fase recessiva è stata recuperata. Il tasso di occupazione regionale si è attestato al 42,2% nel 2018. Il numero degli occupati nella media del 2018 in Calabria è risultato pari a 551 mila unità, circa 14 mila unità in più rispetto all’anno precedente, pari al +2,6%. L’aumento dell’occupazione riguarda di più gli uomini (+2,9% a fronte del +2,2% delle donne). Continua a crescere per il secondo anno consecutivo l’occupazione giovanile fino a 34 anni (+12,4%, +4,9 nel 2017) in crescita anche gli occupati con 50 anni e più (+2,8, +4,1% nel 2017). Gli occupati dipendenti aumentano dell’1,9% mentre la componente autonoma continua a crescere decisamente per il secondo anno consecutivo (+4,8%). Tra i dipendenti flettono gli occupati a tempo indeterminato (-3,6%) mentre crescono in misura accentuata quelli con contratto temporaneo (+21,3%). Il lavoro a tempo pieno continua a crescere (+2,9%) mentre aumenta il part time (+1,6%), quello involontario è in moderata crescita in Calabria (+0,1%). Nella regione l’agricoltura ha un andamento decisamente positivo, più moderata la crescita nei servizi, mentre si assiste a una flessione nell’industria. Aumenta del 7,7% l’occupazione agricola, del 2,5% quella dei servizi mentre flettono dello 0,9% gli occupati dell’industria. La flessione dell’occupazione in Calabria si è combinata con un incremento marcato delle persone in cerca di occupazione, salite da circa 80 mila nel 2008 a 152 mila nella media del 2018. Il tasso di disoccupazione si è attestato al 21,6% nel 2018. Circa 178 mila sono i giovani calabresi tra i 15 ed i 34 anni che non lavorano e al tempo stesso sono fuori dal sistema formativo (i cosiddetti Neet): la loro incidenza sul totale della popolazione in età corrispondente era nel 2018 al 39,3%. Di questi 65 mila sono in cerca di occupazione mentre 113 mila non cercano o cercano non attivamente perché ritengono che non ci siano opportunità di trovare un lavoro adeguato. Il 60% di questi giovani è diplomato o laureato. Nel corso della crisi è aumentato di circa il 38% il numero di giovani con elevato livello di istruzione che non lavora e non studia. GLI ANDAMENTI DELLE SINGOLE PROVINCE Nell’ultimo anno sono cresciuti decisamente gli occupati in provincia di Cosenza, di Catanzaro e soprattutto Reggio Calabria. Agricoltura e servizi spiegano la ripresa in provincia di Cosenza. Sempre i servizi crescono decisamente in provincia di Catanzaro mentre restano fermi in provincia di Reggio Calabria dove aumentano in misura accentuata agricoltura e industria. La disoccupazione è molto elevata in tutte le province. Nel 2018 il tasso di disoccupazione più elevato si rileva a Crotone (27,6%) e il più basso in provincia di Vibo Valentia (14,9%). Particolarmente grave è la disoccupazione giovanile (15 – 24 anni) che in provincia di Cosenza si avvicina al 70%. Nelle altre province il tasso di disoccupazione giovanile è elevato ma in forte calo nell’ultimo anno: in provincia di Reggio Calabria si attesta al 52%, era al 60% nel 2017, Vibo Valentia registra il valore più basso 23,9%, era al 38,1% l’anno precedente. SISTEMA MODA Nel sistema moda sono presenti oltre 100 imprese con oltre 100.000 euro di fatturato. Da segnalare il caso positivo di 6 imprese artigiane terziste di Cetraro, costituite da ex operai e tecnici dello Stabilimento Faini, chiuso negli anni ‘70 e poi rilevato da altri imprenditori, ma ora chiuso da tempo. Queste micro/piccole imprese producono parti di maglieria dei capi di Harmont&Blaine e di altri marchi famosi. Producono circa 100.000 capi anche se ne producevano di più prima della crisi. FILIERA DEL LEGNO Nella filiera del legno-arredo già operano 1.500 imprese con circa 3.200 addetti, il cui fatturato è il 7% del totale del settore manifatturiero e rappresentano il 13% delle imprese. In Calabria si importa il legno soprattutto dall’Austria che riesce a far arrivare prodotti a prezzi molto competitivi, per la presenza di grandi impianti multifunzionali. Il saldo commerciale è negativo per oltre 28 milioni nel settore legno e per circa 4 milioni nel settore arredo. Si esporta per 3,3 milioni nel settore legno e per 4,3 milioni nell’arredo. Sono in corso progetti di ricerca per valorizzare piante, come il castagno, il faggio, l’abete bianco, ma anche la ginestra, una pianta spontanea che cresce in tutto il Mediterraneo. Nel solo Parco dell’Aspromonte sono stati censiti e localizzati 5.000 ettari di ginestreti. In Sila la ginestra è una pianta infestante. INIZIATIVE A SOSTEGNO DELL’IMPRENDITORIA SOCIALE Nel campo delle imprese sociali, è da segnalare il caso di Goel, un consorzio di cooperative promosso da Monsignor Bregantini, vescovo di Locri dal 1994 al 2007. Operano nell’area dell’Aspromonte nel campo dell’agricoltura biologica, della cosmetica, dell’assistenza sociale e della moda etica, dimostrando che è possibile avviare iniziative di successo anche nello zone più difficili coinvolgendo anche numerosi giovani. ATTRAZIONE INVESTIMENTI MULTINAZIONALI I grandi gruppi già localizzati in Calabria e quelli esterni in alcuni casi hanno manifestato interesse a rilanciare intere filiere. Ci sono innanzitutto Medcenter, che gestisce il porto di Gioia Tauro, poi la multinazionale informatica giapponese NTT Data, che si è localizzata in Calabria anche per l’esistenza di una startup con alta professionalità ed ora occupa oltre 200 persone, inoltre le imprese a partecipazione tedesca Hispana Hotel e Meeeting point che operano nel settore turistico, soprattutto nell’area di Tropea. ISTRUZIONE IN CALABRIA Gli early leavers calabresi sono circa 25 mila pari al 16,3% dei giovani 18-24enni. Il risultato della Calabria è essenzialmente dovuto alle giovani calabresi di cui solo il 10% circa abbandona gli studi mentre il dato degli uomini è in linea con la media meridionale (21,8%). Gli iscritti all’università residenti in Calabria nell’anno accademico 2017-18 sono stati circa 71 mila, intorno al 46% dei giovani tra i 19 ed i 25 anni residenti nella regione. Consistente è il tasso di emigrazione degli studenti calabresi nelle regioni del Centro-Nord (intorno al 31%) superiore a quello medio delle regioni meridionali (26% circa). Solo il 55% (circa 39 mila) dei residenti studia in atenei della Calabria. BENI CULTURALI E AMBIENTALI I visitatori in Calabria sono stati 489.202 nel 2017 con un decremento dell’1,82%, contro un aumento del 10,7% a livello nazionale. Eppure esistono notevoli potenzialità di crescita: al Museo di Reggio ci sono stati 216.000 visitatori, ma al museo archeologico della Sibaritide addirittura solo 12.105 e al Parco archeologico della Sibaritide 7.462. Nel settore del turismo e della valorizzazione di centri storici è da segnalare l’esperienza positiva di Belmonte, sul Tirreno in provincia di Cosenza, dove sono state ristrutturate autonomamente case da alcuni proprietari ed è stato creato un paese albergo che riesce ad attrarre turisti anche nella bassa stagione. Così come stanno avendo un notevole incremento soprattutto le aree intorno all’aeroporto di Lamezia, come quella di Tropea-Vibo, meta di molti turisti stranieri e non solo italiani. Casi di successo anche in comuni del Parco del Pollino come Civita, dove negli ultimi anni hanno aperto vari B&B e ristoranti tipici.
I giovani del Sud e della Calabria se ne vanno, studiano sempre meno e lo fanno altrove. Molte le ragioni, ma quella essenziale è la carenza strutturale di occasioni di lavoro qualificato. Le conseguenze? Un “circolo vizioso” di ulteriore indebolimento del sistema formativo e universitario meridionale, che invece di produrre trasformazioni virtuose finisce per “adagiarsi” su sistema produttivo e un contesto sociale indebolito e con scarsa capacità di innovazione. Il fenomeno priva la regione delle forze più giovani e qualificate, sulle quali fondare un solido processo di sviluppo economico, sociale e demografico. Che fare? Agire su più fronti per spezzare “circolo vizioso” (non solo offerta, ma anche domanda) e riavviare processo di sviluppo: istruzione e produzione, trasferimento tecnologico e incremento della cultura dell’innovazione In questo quadro nasce la proposta di costruire una “rete dei talenti della Calabria per la Calabria: le “rimesse di know how”. Occorre creare una “rete di talenti”, su base volontaria, per favorire il trasferimento di conoscenze e buone pratiche, sfruttando i vantaggi delle reti telematiche e digitali. Occorre favorire le “rimesse di know how” per attivare flussi di capitale umano “alla rovescia” verso il Mezzogiorno. Alla luce dei risultati della ricerca, la SVIMEZ propone la costruzione di una “rete dei talenti del Sud e per il Sud” con la finalità di favorire la diffusione di una cultura delle politiche di innovazione e della nuova imprenditorialità tecnologica e di sostenere giovani che vogliono restare o ritornare al Sud per dar vita ad una startup. Si tratta di una banca dati dei giovani “talenti” emigrati dal Mezzogiorno nel resto d’Italia o all’estero, nel corso degli ultimi decenni, che operano nel campo dell’innovazione tecnologica, ambientale, sociale e istituzionale. Un “network delle competenze” dovrà costituire, anche, lo strumento per permettere a coloro che vivono e lavorano fuori regione di “restituire” al proprio territorio, attraverso lo scambio di esperienze con chi invece è rimasto in Calabria, l’investimento che la regione stessa ha fatto per formare forza lavoro più qualificata. AI GIOVANI CALABRESI PIACE FARE L’IMPRENDITORE La SVIMEZ ha condotto un’indagine in Calabria raccogliendo le testimonianze di un campione significativo di giovani laureandi e dottorandi della Regione sulla figura imprenditoriale, intervistandone 383, di cui ben 223 sono donne, contro 160 uomini. Dei 383, 166 sono dell’Università Magna Græcia di Catanzaro, 100 dell’Università della Calabria, e 117 dell’Università degli Studi Mediterranei di Reggio Calabria. La maggioranza degli studenti e dottorandi intervistati (39%) ha risposto che preferirebbe intraprendere un lavoro autonomo, che consenta loro di realizzare le proprie idee innovative, contro il 31% che aspira ad avere un lavoro da dipendente. Di questi il 25% aspira a fare l’imprenditore, valutando la possibilità di creare una propria impresa. La Calabria è la regione in cui le imprese giovanili rappresentano la quota più elevata sul totale (12,8%), seguita dalla Campania (12,6%) e dalla Sicilia (11,8%). Il 63% delle imprese giovanili opera nei servizi, il 16% in agricoltura, l’8,6% nelle costruzioni, il 4,5% nell’industria manifatturiera (7,8% residuo non è classificabile). In Calabria, secondo Unioncamere – Infocamere, le imprese under 35 sono 23.834. SPIN OFF E START UP IN CALABRIA L’Università della Calabria è al secondo posto nel Mezzogiorno per numero di spin off, 34, dopo l’Università del Salento che ne conta 37. Sono stati costituiti per valorizzare brevetti e progetti dell’Unical. Agli spin off dell’Università della Calabria vanno aggiunte 200 start up innovative nella Regione, di cui 39 a prevalente partecipazione giovanile (under 35). Le startup a prevalente partecipazione giovanile in Calabria operano soprattutto nel settore della produzione software (13), nell’attività di informazione ed altri servizi (6), nella ricerca e sviluppo (5), nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (4). E sono localizzate prevalentemente nella provincia di Cosenza, 19, di cui 5 a Rende e 3 a Cosenza. Le imprese localizzate nella provincia di Catanzaro sono 9, di cui 7 a Lamezia Terme, mentre nella provincia di Reggio Calabria sono 8, di cui la metà a Reggio Calabria. Infine, 2 sono a Crotone e 1 a Vibo. In Calabria non esiste alcun incubatore certificato, ma c’è un incubatore non certificato per startup innovative dell’Università della Calabria, nato nel 2010. Attualmente ospita 10 startup, alcune delle quali hanno ottenuto finanziamenti privati di venture capital. Dai rapporti dal 2009 al 2017emerge che alcune startup calabresi hanno ottenuto finanziamenti da parte di società venture capital o da parte di singoli investitori, dal 2009 al 2014. Nell’elenco mancano alcune startup come Altilia, uno spin off dell’Unical e del CNR di maggior successo, ora PMI innovativa, che opera nel campo della produzione software e che vede tra i soci il fondo Principia Sgr. In particolare, nel 2009, nel capitale della startup calabrese Personal Factory, ora PMI innovativa, sono entrate le società di venture capital Vertis e TT Ventures, con un investimento di 1,3 milioni, acquisendo il 40% delle azioni. Nel 2013 in Personal Factory entra anche IMI fondi Chiusi SGR con 800.000 euro. La startup ha brevettato un piccolo impianto per permettere alle imprese di costruzione di produrre calcestruzzi ed altri materiali in cantiere. Nel 2012 in Eco4cloud, uno spin off del CNR e dell’Unical, ora PMI innovativa, hanno investito i fondi Principia SGR e Digital Investiment Sca Sicar, che hanno aumentato il capitale a 300.000 euro, ma impegnandosi ad investire altri 2 milioni. Nel 2014 in Eco4cloud entra anche TIM Ventures con 300.000 euro. La startup sta realizzando un software per ridurre i consumi energetici dei grandi centri di elaborazione dati. In Condomani, startup innovativa al 30 agosto 2018, entra Zernike Meta Ventures con 100.000 euro. Condomani, una startup a prevalente partecipazione giovanile, ha realizzato un software per la gestione condivisa dei condomini. In Gipstech entra Italian Angels for Growth con 200.000 euro. Gipstech è una PMI innovativa che ha realizzato un software simile a Google Maps, ma per la localizzazione e gli spostamenti in ambienti chiusi. Nel 2016 un giovane imprenditore agricolo under 35 ha lanciato una campagna di raccolta fondi tramite la sua pagina Facebook, raccogliendo circa 500.000 euro per recuperare antichi mulini e granai locali dimenticati. E’ nata così Mulinum, la startup calabrese la cui raccolta fondi ha avuto un successo anche al di fuori dei confini nazionali. L’ex ministro all’agricoltura Martina ha fatto partecipare Mulinum al G7 agricoltura. Nel 2017 la startup innovativa Biofarm, a prevalente partecipazione giovanile, ha ottenuto 300.000 euro da vari piccoli investitori attraverso il portale Crowdfundme. Nel 2018 la startup innovativa Reolì, che valorizza un brevetto dello spin off dell’Unical R&D Cal, per realizzare un olio spalmabile, ha ottenuto finanziamenti attraverso la piattaforma di crowdfunding Mamacrowd. Attraverso la stessa piattaforma ha ottenuto finanziamenti la startup Age/progetto Revoilution per produrre un elettrodomestico brevettato per produrre olio in casa con un piccolo frantoio. Le idee d’impresa che hanno partecipato alla Start Cup Calabria nelle ultime tre edizioni, tra il 2016 e il 2018 sono state complessivamente 213. CALA LA POPOLAZIONE CALABRESE Il 2017 è stato il primo anno in cui tutte le province della Calabria hanno avuto un calo della popolazione: perfino Crotone, che fino a un anno prima si era distinta per i suoi ritmi di crescita e una popolazione relativamente più giovane, mostra un primo segno di cedimento, con la popolazione ridottasi di 505 unità. Nelle altre province la popolazione si è ridotta con un’intensità più elevata rispetto all’anno precedente. Nel corso degli ultimi venticinque anni, in Calabria la dinamica della popolazione è stata scandita dalle nascite calate progressivamente dalle oltre 26 mila unità nel 1992 a meno di 16 mila nel 2017. La diminuzione è particolarmente elevate a Cosenza (-3.037 unità), e a Reggio di Calabria (-2.649), più modesta a Catanzaro (-1.520 abitanti) e Vibo Valentia (-730 abitanti). La provincia di Cosenza con 709 mila residenti, pari al 36,2% degli abitanti della Regione, resta la più popolata, seguita da quella di Reggio Calabria con 551 mila abitanti, e più distante Catanzaro con 361 mila abitanti, mentre una assai più modesta dimensione demografica caratterizza le province di più recente costituzione, Crotone e Vibo Valentia, con rispettivamente 175 mila e 161 mila residenti. DIMINUISCONO I NUOVI NATI NELLA REGIONE, MENTRE AUMENTA L’INVECCHIAMENTO Nel 2017 sono nati in Calabria 15.679 bambini, 357 in meno rispetto all’anno precedente, l’ammontare più basso mai raggiunto dalla Calabria in oltre 150 anni di storia unitaria. La percentuale di persone con più con più di 65 anni è ancora inferiore alla media del Centro-Nord (20,9% contro 23,3%), ma superiore pur di poco al Mezzogiorno (20,5%). L’invecchiamento demografico nell’ultimo quarto di secolo in Calabria è avvenuto molto velocemente, e l’età media della popolazione è aumentata dai 35,9 anni del 1991 ai 43,9 del 2016. Tra le province calabresi, Cosenza mostra i segni di un più accentuato invecchiamento della popolazione (44,6 anni), la provincia di Crotone risulta dal punto di vista demografico la più giovane, con un’età media di 42,2 anni. IN CRESCITA LE MIGRAZIONI Nel 2017 il saldo migratorio della regione è rimasto sui livelli raggiunti l’anno precedente con una perdita netta di 3.317 abitanti, Tutte le province della Calabria hanno presentato un saldo migratorio interno negativo, in accentuazione rispetto al 2016 e compreso, in termini assoluti, tra le meno 3.100 unità di Reggio Calabria e le meno 737 di Vibo Valentia. In termini relativi, Reggio Calabria continua a registrare un tasso migratorio interno particolarmente grave (-4,3 per mille). Dal Duemila hanno lasciato la Calabria poco meno di 113.600 residenti, trasferiti prevalentemente in una regione del Centro-Nord (98.000), ma anche all’estero (15.000) e molto meno in un’altra regione del Sud (meno di mille). Queste tendenze, secondo le previsioni dell’ISTAT, nello scenario più prudenziale, implicherebbero per la Calabria una perdita tra il 2017 e il 2065 di quasi mezzo milione di persone (quasi un quarto di quella attuale). In Calabria il pendolarismo fuori regione coinvolge quasi 18 mila persone pari al 3,3% dell’occupazione. Di questi, circa 4.600 lavorano nelle altre regioni del Mezzogiorno, circa 11.600 lavorano nel Centro-Nord e circa 1.600 all’estero. Gli spostamenti in uscita dalla regione Calabria sono solo in minima parte compensati da movimenti in direzione contraria. Il saldo tra afflussi e deflussi è negativo per la regione come per tutte le regioni meridionali, con l’eccezione della Basilicata. Nel 2017, le regioni del Centro-Nord che presentano un più elevato grado di attrazione di lavoratori residenti in Calabria sono Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. MERCATO DEL LAVORO TRA CRISI E RIPRESA Il prolungarsi, sia pur in rallentamento, dell’intonazione positiva dell’attività economica nel corso del 2018 ha parzialmente attenuato gli squilibri indotti dalla lunga fase recessiva sul mercato del lavoro. La Calabria si caratterizza per una ripresa incerta a sprazzi che prende vigore solo sul finire del 2016. Circa la metà dei 62 mila occupati persi nel corso della fase recessiva è stata recuperata. Il tasso di occupazione regionale si è attestato al 42,2% nel 2018. Il numero degli occupati nella media del 2018 in Calabria è risultato pari a 551 mila unità, circa 14 mila unità in più rispetto all’anno precedente, pari al +2,6%. L’aumento dell’occupazione riguarda di più gli uomini (+2,9% a fronte del +2,2% delle donne). Continua a crescere per il secondo anno consecutivo l’occupazione giovanile fino a 34 anni (+12,4%, +4,9 nel 2017) in crescita anche gli occupati con 50 anni e più (+2,8, +4,1% nel 2017). Gli occupati dipendenti aumentano dell’1,9% mentre la componente autonoma continua a crescere decisamente per il secondo anno consecutivo (+4,8%). Tra i dipendenti flettono gli occupati a tempo indeterminato (-3,6%) mentre crescono in misura accentuata quelli con contratto temporaneo (+21,3%). Il lavoro a tempo pieno continua a crescere (+2,9%) mentre aumenta il part time (+1,6%), quello involontario è in moderata crescita in Calabria (+0,1%). Nella regione l’agricoltura ha un andamento decisamente positivo, più moderata la crescita nei servizi, mentre si assiste a una flessione nell’industria. Aumenta del 7,7% l’occupazione agricola, del 2,5% quella dei servizi mentre flettono dello 0,9% gli occupati dell’industria. La flessione dell’occupazione in Calabria si è combinata con un incremento marcato delle persone in cerca di occupazione, salite da circa 80 mila nel 2008 a 152 mila nella media del 2018. Il tasso di disoccupazione si è attestato al 21,6% nel 2018. Circa 178 mila sono i giovani calabresi tra i 15 ed i 34 anni che non lavorano e al tempo stesso sono fuori dal sistema formativo (i cosiddetti Neet): la loro incidenza sul totale della popolazione in età corrispondente era nel 2018 al 39,3%. Di questi 65 mila sono in cerca di occupazione mentre 113 mila non cercano o cercano non attivamente perché ritengono che non ci siano opportunità di trovare un lavoro adeguato. Il 60% di questi giovani è diplomato o laureato. Nel corso della crisi è aumentato di circa il 38% il numero di giovani con elevato livello di istruzione che non lavora e non studia. GLI ANDAMENTI DELLE SINGOLE PROVINCE Nell’ultimo anno sono cresciuti decisamente gli occupati in provincia di Cosenza, di Catanzaro e soprattutto Reggio Calabria. Agricoltura e servizi spiegano la ripresa in provincia di Cosenza. Sempre i servizi crescono decisamente in provincia di Catanzaro mentre restano fermi in provincia di Reggio Calabria dove aumentano in misura accentuata agricoltura e industria. La disoccupazione è molto elevata in tutte le province. Nel 2018 il tasso di disoccupazione più elevato si rileva a Crotone (27,6%) e il più basso in provincia di Vibo Valentia (14,9%). Particolarmente grave è la disoccupazione giovanile (15 – 24 anni) che in provincia di Cosenza si avvicina al 70%. Nelle altre province il tasso di disoccupazione giovanile è elevato ma in forte calo nell’ultimo anno: in provincia di Reggio Calabria si attesta al 52%, era al 60% nel 2017, Vibo Valentia registra il valore più basso 23,9%, era al 38,1% l’anno precedente. SISTEMA MODA Nel sistema moda sono presenti oltre 100 imprese con oltre 100.000 euro di fatturato. Da segnalare il caso positivo di 6 imprese artigiane terziste di Cetraro, costituite da ex operai e tecnici dello Stabilimento Faini, chiuso negli anni ‘70 e poi rilevato da altri imprenditori, ma ora chiuso da tempo. Queste micro/piccole imprese producono parti di maglieria dei capi di Harmont&Blaine e di altri marchi famosi. Producono circa 100.000 capi anche se ne producevano di più prima della crisi. FILIERA DEL LEGNO Nella filiera del legno-arredo già operano 1.500 imprese con circa 3.200 addetti, il cui fatturato è il 7% del totale del settore manifatturiero e rappresentano il 13% delle imprese. In Calabria si importa il legno soprattutto dall’Austria che riesce a far arrivare prodotti a prezzi molto competitivi, per la presenza di grandi impianti multifunzionali. Il saldo commerciale è negativo per oltre 28 milioni nel settore legno e per circa 4 milioni nel settore arredo. Si esporta per 3,3 milioni nel settore legno e per 4,3 milioni nell’arredo. Sono in corso progetti di ricerca per valorizzare piante, come il castagno, il faggio, l’abete bianco, ma anche la ginestra, una pianta spontanea che cresce in tutto il Mediterraneo. Nel solo Parco dell’Aspromonte sono stati censiti e localizzati 5.000 ettari di ginestreti. In Sila la ginestra è una pianta infestante. INIZIATIVE A SOSTEGNO DELL’IMPRENDITORIA SOCIALE Nel campo delle imprese sociali, è da segnalare il caso di Goel, un consorzio di cooperative promosso da Monsignor Bregantini, vescovo di Locri dal 1994 al 2007. Operano nell’area dell’Aspromonte nel campo dell’agricoltura biologica, della cosmetica, dell’assistenza sociale e della moda etica, dimostrando che è possibile avviare iniziative di successo anche nello zone più difficili coinvolgendo anche numerosi giovani. ATTRAZIONE INVESTIMENTI MULTINAZIONALI I grandi gruppi già localizzati in Calabria e quelli esterni in alcuni casi hanno manifestato interesse a rilanciare intere filiere. Ci sono innanzitutto Medcenter, che gestisce il porto di Gioia Tauro, poi la multinazionale informatica giapponese NTT Data, che si è localizzata in Calabria anche per l’esistenza di una startup con alta professionalità ed ora occupa oltre 200 persone, inoltre le imprese a partecipazione tedesca Hispana Hotel e Meeeting point che operano nel settore turistico, soprattutto nell’area di Tropea. ISTRUZIONE IN CALABRIA Gli early leavers calabresi sono circa 25 mila pari al 16,3% dei giovani 18-24enni. Il risultato della Calabria è essenzialmente dovuto alle giovani calabresi di cui solo il 10% circa abbandona gli studi mentre il dato degli uomini è in linea con la media meridionale (21,8%). Gli iscritti all’università residenti in Calabria nell’anno accademico 2017-18 sono stati circa 71 mila, intorno al 46% dei giovani tra i 19 ed i 25 anni residenti nella regione. Consistente è il tasso di emigrazione degli studenti calabresi nelle regioni del Centro-Nord (intorno al 31%) superiore a quello medio delle regioni meridionali (26% circa). Solo il 55% (circa 39 mila) dei residenti studia in atenei della Calabria. BENI CULTURALI E AMBIENTALI I visitatori in Calabria sono stati 489.202 nel 2017 con un decremento dell’1,82%, contro un aumento del 10,7% a livello nazionale. Eppure esistono notevoli potenzialità di crescita: al Museo di Reggio ci sono stati 216.000 visitatori, ma al museo archeologico della Sibaritide addirittura solo 12.105 e al Parco archeologico della Sibaritide 7.462. Nel settore del turismo e della valorizzazione di centri storici è da segnalare l’esperienza positiva di Belmonte, sul Tirreno in provincia di Cosenza, dove sono state ristrutturate autonomamente case da alcuni proprietari ed è stato creato un paese albergo che riesce ad attrarre turisti anche nella bassa stagione. Così come stanno avendo un notevole incremento soprattutto le aree intorno all’aeroporto di Lamezia, come quella di Tropea-Vibo, meta di molti turisti stranieri e non solo italiani. Casi di successo anche in comuni del Parco del Pollino come Civita, dove negli ultimi anni hanno aperto vari B&B e ristoranti tipici.
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Economia civile: una tradizione italiana
Si è tenuto il primo Festival Nazionale dell’Economia Civile, Ideato da Federcasse, progettato e organizzato con Next-Nuova Economia per Tutti e Sec-Scuola di Economia Civile a Firenze.[1]
I tre giorni, dal 29 al 31 marzo, sono stati un’occasione di incontro che hanno visto confrontarsi giovani, imprenditori, associazioni e comunità. La recente storia della sedicenne svedese Greta Thunberg, che ha ispirato il nuovo movimento degli studenti per chiedere ai governi politiche più serie contro il riscaldamento globale, dimostra che la società è in movimento.
E il Festival ha posto il focus su una mobilitazione che coltiva il sogno di un grande cambiamento per trasformare la realtà economica. E i temi trattati, lavoro giovanile, sviluppo sostenibile, buone pratiche di economia circolare, e molto altro, muovono riflessioni profonde.
La crisi che ancora permane ha messo da tempo in discussione l’efficacia del modello economico e organizzativo dominante. I suoi limiti ci hanno spinto a ricercare nella nostra tradizione modelli economici e storie imprenditoriali diverse. Le nostre radici affondano nella storia e nella cultura dei comuni italiani.
Quale miglior palcoscenico del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio di Firenze? Culla di quell’Umanesimo che confluì e inspirò il fecondo periodo storico del Rinascimento.
Come allora di nuovo l’uomo al centro: l’attenzione è alle nuove forme di benessere, basate sulla riscoperta della qualità della vita non necessariamente legata alla ricchezza. Passare da una cultura del quanto costa a quella del quanto vale: i nuovi valori espressi, e da me più volte condivisi, ci spingono a guardare non solo al profitto ma anche all’impatto sociale delle proprie azioni. Il cammino intrapreso da chi crede in un’economia civile punta al bene comune, alla sostenibilità e all’inclusione sociale.
Nella mia visione del futuro c’è la valorizzazione di una nuova generazione di imprenditori, al cui interno le giovani donne sono importati protagoniste. Le donne rappresentano una risorsa fondamentale per la crescita e lo sviluppo economico: oggi in Italia crescono le imprenditrici e in 7 casi su 10 scelgono il mercato del Terziario. È necessaria una maggior consapevolezza della loro potenzialità nelle imprese etiche, solidali e socialmente responsabili che incarnano il loro sistema valoriale.
Queste nuove forme di economie considerano il profitto come mezzo e non come fine, puntano a ridurre le disuguaglianze e a salvaguardare il territorio italiano, ricco di cultura e paesaggi.
Per troppo tempo abbiamo pensato che la felicità dipendesse dal livello dei consumi, ma siamo tornati a cercare la felicità in ciò che non ha prezzo. Si può realizzare la ricchezza di soddisfazione e il senso della nostra vita può risiedere nelle relazioni fra le persone, e tra queste e l’ambiente.
È questa, in estrema sintesi, quella che io chiamo “economia del Bene Essere”, l'economia della felicità in cui il benessere individuale non dipende solo da quello economico.
In un mondo dominato dalla tecnologia la vera e profonda innovazione nel fare impresa diviene il fattore umano. La “persona” che ci spinge a guardare avanti, a orizzonti vasti, senza i quali si fa fatica a sopravvivere. Non potremo sfidare i mercati globali sulla competitività del prezzo e anche per questo per noi l’economia del futuro è “economia del Bene Essere”.
I temi pratici su cui si dovrebbe ragionare sempre più sono la rigenerazione urbana in senso green, la sostenibilità, l’eco-ristorazione e l’eco-alimentazione, la gestione dei rifiuti l’internazionalizzazione che punta ai mercati globali partendo dal locale, ovvero dalle eccellenze tipiche locali. C’è infine un tema fondamentale per la realtà italiana: l’attrattività turistica.
Il futuro della nostra economia e di particolari territori della nostra Italia dipenderà sempre più dal turismo. Molti imprenditori e imprenditrici, amanti della cultura e del bello hanno saputo fare della loro passione per le arti una leva strategica per arricchire il loro brand e i loro prodotti di valori, di significato e di senso. È fondamentale per il nostro Paese che imprenditorialità e cultura camminino insieme.
L’“economia del Bene Essere” è quindi “economia della Bellezza”: in questo senso si intende l’economia come valorizzazione del patrimonio culturale e della qualità della vita Made in Italy, nell’alimentazione, nel gusto e nella moda. La ripresa della nostra economia non può non partire da questo immenso patrimonio materiale di Bellezza unito al patrimonio immateriale di Ben-essere, per un nuovo modello economico.
È questa visceralità del legame tra oggetto e cultura la base e il senso del Made in Italy. Poi c’è la filiera, ci sono i distretti artigianali e industriali, c’è la ricerca e la capacità di innovazione, tutti elementi grazie ai quali il “fatto in Italia” assume valore e concretezza.
Per la nostra eccellenza del gusto, del design, della moda, dell’enogastronomia produciamo ed esportiamo cultura ed è questo che rende straordinari prodotti altrimenti ordinari.
Questi temi ed esperienze di imprese non sono specificatamente femminili, ma nell'imprenditoria femminile per attitudine e affinità, possono trovare un'ottima espressione, perché si nutrono di un complesso valoriale intrinseco. Per questo il Festival è stata un’ottima occasione per presentare il Manifesto del gruppo Terziario Donna di Confcommercio. Mentre la società cambia e l'economia si innova, noi ci sentiamo protagoniste di questo cambiamento. Quello in cui crediamo lo vogliamo condividere con tutti gli imprenditori, i professionisti, i clienti, sia uomini che donne. Vogliamo incitare e creare buoni esempi. Siamo tutti possibili protagonisti del cambiamento. Noi partiamo da 18 punti mettendo al centro benessere, umanesimo, bellezza cultura e arte, ma siamo aperti a suggerimenti e nuove suggestioni. Il nostro obiettivo? Un progresso che non lasci indietro nessuno.
La manifestazione ha permesso un proficuo scambio di esperienze di imprese, utile per dare nuove prospettive a chi crea nuova impresa ma anche per aiutare il mondo produttivo e commerciale tradizionale a esprimersi in maniera nuova e a rigenerarsi.
Patrizia Di Dio
[1] https://www.festivalnazionaleeconomiacivile.it/
di Patrizia Di Dio Articolo originale http://bit.ly/2Kjn3ov
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In Fondazione un convegno sui finanziamenti europei per operatori pubblici e privati
Il prossimo 2 ottobre, presso la sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria nella sala Conferenze di Palatium Vetus in Piazza della Libertà 28, si terrà la quarta giornata informativa a favore di operatori pubblici e privati interessati ai finanziamenti europei. Il convegno, dal titolo “ START UP e sostegno a innovative forme di impresa ”, è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e dai partner Associazione Cultura e Sviluppo e l’Agenzia di Sviluppo Territoriale LAMORO (Langhe, Monferrato, Roero), in collaborazione con il Centro Europe Direct di Alessandria. “Un ulteriore appuntamento – dichiara il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria Pierangelo Taverna - per approfondire le tematiche relative ai fondi Europei, un ausilio a quanti pur avendone diritto rinunciano per non affrontare nuove sfide, nuove metodologie, nuovi mondi. L’intento è quello di semplificare i bandi per renderli comprensibili anche ai non addetti ai lavori, accompagnandoli nella fase di avvio delle procedure. Questo appuntamento è dedicato alle start up innovative ed agli incubatori di impresa, strumenti indispensabili per lo sviluppo”. “Incontriamo spesso giovani alessandrini con una luce bella negli occhi. Spesso questi ragazzi sono alla ricerca di lavoro sperando di trovarlo da dipendente - afferma Alessio Del Sarto, direttore dell’Associazione Cultura e Sviluppo - .Benissimo ma difficilissimo. Vorremmo, attraverso momenti come questo, mettere i giovani in contatto con i soggetti giusti (istituzioni, incubatori, privati...) per trasformare quella bella luce in coraggio imprenditoriale. Non è più difficile che trovare spazio nel mercato del lavoro dipendente, oggi come oggi. Creare nuovi semi di imprenditorialità giovanile su questo territorio significa dare a questo territorio un futuro solido per tutti.” “La giornata di lavori vuole fornire informazioni sulle opportunità che l’Unione Europea offre a coloro che vogliono creare imprese innovative – dichiara Umberto Fava, direttore dell’Agenzia di Sviluppo Lamoro -. Insieme alla Regione Piemonte e al mondo bancario verranno anche illustrate alcune esperienze di rilevante importanza. Come incubatori e start up innovative”. Il programma del convegno prevede la registrazione dei partecipanti alle ore 9 e la successiva apertura delle sessioni di lavoro anticipate da un indirizzo di saluti da parte di Pier Angelo Taverna, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, e da una breve introduzione tenuta da Umberto Fava, Direttore dell’Agenzia di Sviluppo Territoriale Lamoro. Seguiranno interventi e casi di studio impostati su una serie di tematiche di interesse in cui presenzieranno importanti relatori: FSE: Fondo Sociale Europeo e finanziamenti a sostegno di start up innovative Susanna Barreca, Funzionaria Regione Piemonte per la misura FSE Gli incubatori di impresa: l’esperienza dell’incubatore di imprese del Polo di Innovazione di Novara In collaborazione con Lorenzo Lener, Direttore Incubatore Enne3 Gli istituti bancari e le forme di sostegno Umberto De Tata, Finanza Agevolata e Enti di Garanzia Banco BPM Open Incet: il centro di Open Innovation della città di Torino Marco Riva, Open Incet Microwaste: start up innovativa a vocazione sociale Fabio Desilvestri, Amministratore delegato Microwaste s.r.l. Isalit: spin-off dell'Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro" Marcello Manfredi,Team Isalit s.r.l. La partecipazione al convegno prevede la necessità di accreditarsi presso la Segreteria del Convegno, i cui contatti sono:0141 532516 [email protected] Il convegno sarà, inoltre, trasmesso in diretta streaming sul sito della Fondazione www.fondazionecralessandria.it – e reso disponibile sullo stesso sito alla voce GALLERIE MULTIMEDIALI in modo tale da coinvolgere un’utenza maggiormente allargata e potere riascoltare gli interventi e i relatori coinvolti. http://dlvr.it/PrcK6B
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