#restare delusi
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Le delusioni sono il mio pane quotidiano.
#restare delusi#realtà#rabbia#abbattimento#incubo#coraggio#delusioni#tristezza#dolore#insoddisfazione#sofferenza#disperazione#delusione#fallimento#speranza#amarezze#rimpianti#sconforto#frustrazione#infelicità#solitudine#sfiducia#afflizione#opprimente#straziante#scoraggiamento
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“L’esperienza dimostra che chi non si fida mai di nessuno non rimarrà mai deluso.” – Leonardo Da Vinci
#frase del giorno#citazioni famose#leonardo da vinci#non fidarsi#delusioni#fiducia#fiducia tradita#diffidenza#paura di fidarsi#meccanismo di protezione#restare delusi#pensiero del giorno blog#riflessioni mattutine
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Il primo passo per restare delusi è quello di idealizzare qualcuno
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E già qualcuno fra i parenti ha osato chiedermi del concorso. Ma come, non partecipi? Vedo già le mie zie insegnanti partir gagliarde con le solite domande cui non saprò cosa rispondere. La verità porterebbe a una bruta discussione, meglio tentar la via della cieca ignoranza o, peggio ancora, della menzogna compiacente. Ogni volta resto muto e interdetto, incapace di soffrirne a voce, perché ho un lavoro, cristo, un lavoro creatomi dal nulla, MI SONO DATO un lavoro e per loro non è abbastanza, perché non è un posto pubblico. Forse chi ha visto Quo vado? ma vive al nord non ha ben chiaro quanto quel film ritragga fedelmente la gretta mentalità della mia terra, ma è davvero così e non fa ridere per niente. Ricordo ancora benissimo i mesi precedenti l’apertura, il silenzio dei parenti, il vuoto intorno, le risatine di mia nonna: “Ma verrà qualcuno?” e l’insistenza di mia zia: “Hai mandato le Mad? Dovresti provare col sostegno, da lì è più facile entrare” (e di questa immonda realtà parleremo un’altra volta). Ci litigai, speravo d’aver chiarito una volta per tutte le mie intenzioni, ma puntualmente dopo qualche mese tornò a chiedermi: ��Allora, hai mandato le Mad? Nessuna supplenza?” “Eh, no” mentii “purtroppo nulla”. Ci rinuncio, perché quella dei nostri genitori ormai è una generazione totalmente slegata dalla realtà, convinta di vivere ancora gli anni ‘90, dove tutto era possibile, dove entravi dove volevi con l’aiuto di zio Cosimino, dove il politichino di turno sistemava gli amici di amici, dove una laurea e un concorso significavano qualcosa. Oggi la mia dipendente, povera crista che quando non lavora passa le giornate a studiare, mi ha rivelato che per la sua classe di concorso i posti messi a bando per la Puglia saranno 3. Come dovrei non incazzarmi? Come si può restare calmi di fronte a tanto schifo? Capite perché ho mandato tutti al diavolo, aprendo la MIA scuola? Non possiamo star qui a invecchiare all’ombra di mamma e papà, in attesa che lo stato ci permetta di fare ciò che abbiamo sudato e studiato decenni per fare. In famiglia nessuno sa che ad aprile ho rinunciato all'orale. Non li ritengo stupidi, è probabile che qualcuno abbia capito (forse mia madre?), dall’Usr dell’Emilia Romagna si sono fatti vivi dopo un anno (un anno!) dal superamento dello scritto, questo sì, ma è poco plausibile che venga indetto un nuovo concorso senza aver posto fine al precedente. Almeno il dubbio deve averli sfiorati. Ma non ho il coraggio di dirglielo, lascerò che lo capiscano da sé, se vogliono, non sopporterei la cenere di quegli sguardi delusi, il ricordo di mio padre che dopo lo scritto esulta al telefono: “Volesse Iddio che ti sistemi”, la segretaria dell’Usr che alla rinuncia insiste incredula al telefono ed io che le rispondo: “Non posso, ho cambiato vita”. No, la verità li ammazzerebbe, non so manco perché poi. E la cosa che mi fa più ridere è che proprio loro, le mie care zie insegnanti, gente del mestiere, non capiscono che non potrei affiancarlo in nessun modo a ciò che già faccio, perché è già un lavoro a tempo pieno. Come potrei mai dedicarmi il pomeriggio al doposcuola e preparare al tempo stesso le lezioni del giorno dopo? Partecipare ai consigli, collegi vari, attività pomeridiane ed essere ubiquamente al mio locale? Gestisco un’attività, cazzo, non è mica il lavoretto dell’estate. Ma non lo capiranno mai tanto, meglio che m’abitui sin da ora a ripetere: “Oh, sì, eccome se ho sentito! Non vedo l’ora di tentar la sorte anch’io alla lotteria!”
#so che molte/i di voi lo tenteranno#non lasciatevi abbattere dai numeri contrari#se è quel che volete davvero nella vita credeteci#io non ci ho creduto#ma non faccio testo#ricordatevi solo che non dobbiamo sopportare per forza tutto questo#se non vi lasciano fare il vostro lavoro mandateli al diavolo e fatelo per conto vostro#spero che ciò che ho fatto serva almeno da esempio#che possa essere utile in qualcosa almeno
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POST SEMISERIO SULLE RELAZIONI.
La donna cerca e spera di trovare nell’uomo e nell’unione con lui due cose soprattutto:
Protezione e sicurezza.
Ella sa che percependosi protetta e sicura, potrà esprimere il suo Yin, cioè dolcezza, accoglienza, sensibilità, amorevolezza.
Quando entra nella coppia, ci entra con queste “aspettative”.
L’uomo entra nella coppia perché anela a qualcuno che si prenda cura di lui, si pone in relazione come un bambino, o un adolescente.
Uno psicologo ha affermato che le donne più felici, sono single, e gli uomini più felici, sono sposati.
Queste dinamiche all’inizio vengono mascherate dai fumi suadenti dell’energia ses*uale, la quale impedisce di vedere davvero cosa si sta realmente muovendo nella relazione che sta nascendo.
Ecco che quando la donna scopre che il cavaliere dall’armatura scintillante è in realtà un adolescente viziato e prepotente, anch’ella si trasforma da principessa a matrigna e ferma la sua ascesa al divenire Regina.
Bel guaio.
Nulla esiste al mondo di più letale di una donna che rinuncia alla relazione rimanendo nella relazione come matrigna o come “sguattera”.
Povero il disgraziato che dovrà fare i conti con la sua ira funesta a volte manifesta a volte passiva, ma attenti entrambi sono in uno stato di totale frustrazioni come due debuttanti che si ritrovano a servire il te al ballo.
Allora la donna si sente costretta a scegliere tra due possibilità: o chiude la relazione o continua e gliela fa pagare cara, invece l’uomo permane in quello stato di soddisfazione adolescenziale anche tutta la vita non provando mai o quasi mai ambizione altra.
Oggi, moltissime donne hanno rinunciato al proprio femminile a causa di questo guaio immenso che chiamerei guaione, tragedia, infima condanna.
Si sono travestite da uomo e hanno messo sulle spalle la croce di dover prendersi cura del marito 14 enne, dei figli di 2,3 anni, del gatto, della casa, del lavoro e spesso anche delle finanze del marito o comunque di gestire la sua vita come se egli fosse e di fatto è un pubero immaturo.
Ce ne sono migliaia di donne così o anche di donne che per schivare il suddetto mega proiettile, decidono di tenersi solo cane, gatto, casa e lavoro, rinunciando al compimento della relazione di della maternità (Parthenope in fondo parla di questo, piccola parentesi cinematografica).
Ora care mie possiamo trasformare questo flagello in una grande possibilità quella di diventare davvero Yin e Yang e ricomporre la nostra identità spezzata in due.
E lo stesso i cari fratelli, che privati della sostituta materna o evolveranno nutrendo il loro femminile o rimarranno sposati con la madre fino alla sua morte e oltre (come in psycho, altra parentesi cinema).
L’era della coppia zoppa è finita, questi antichi giochini della matrix si sono rotti.
È tempo di ricomporre i cocci personali e donarsi solo ad un altro o altra interi scivolando all’abbisogna da una polarità all’altra senza restare rigidamente ancórati al ruolo e rimanendo così perpetuamente delusi e frustrati.
Senza queste premesse non solo non parlerei di relazione ma sarebbe da preferisci persino un criceto o un pesce rosso o un bambolo o bambola gonfiabile, almeno da risparmiare i denari per gli avvocati, le ulcere, le coliti, i mutui e dei figli poli traumatizzati che a 16 anni vi insulteranno come degli Hooligans con la squadra avversaria.
ClaudiaCrispolti
Adesso non vi sperticate a puntare l’indice contro le donne o contro gli uomini e dire io non sono così. Non ce ne frega niente.
Qui si parla in generale e sei tu sei l’eccezione, bravo, brava, ok ma mi raccomando tientelo per te.
Polemiche, messaggi aggressivi che denotano solo il livello di frustrazione e altre noiosità verranno esposte al pubblico ludibrio con mio grande giubilo. 😋👍
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House of the Dragon 2 Episodio 1: A Son For A Son recensione ed analisi
Dopo quasi due anni dal suo debutto la serie spin-off prequel di “Game of Thrones” House of the Dragon è finalmente tornata con la sua seconda stagione. L’attesa è assolutamente valsa la pena. Tante cose sono cambiate rispetto alla prima stagione ma il livello tecnico della serie HBO è soltanto aumentato.
la regia di Alan Taylor, dietro la macchina da presa del primo episodio della nuova stagione della serie, ha saputo cogliere le micro espressioni dei personaggi ed il loro dolore. Si sofferte tanto nel primo capitolo, il dolore di Rhaenyra dal lato dei neri ed il trambusto generale da quello dei verdi. La guerra interna alla famiglia del drago sta per entrare ufficialmente nel vivo perché dopo questo episodio sarà impossibile tornare indietro.
Allo stesso modo per voi sarà improponibile staccarvi dalla schermo. Nonostante tutto non mancano differenze importanti con il romanzo di Martin, cambiamenti che causeranno diverse complicazioni nella relazione tra i personaggi.
Nulla è più come prima!
Se avete atteso House of the Dragon 2 con la speranza di ritrovare i vostri amati personaggi esattamente come li avete lasciati due anni fa, resterete delusi. In House of the Dragon 2 nulla è come lo abbiamo lasciato. Non solo ora Aegon siede comodamente sul trono di spade e si dimostra decisamente impreparato al ruolo di re, ma Rhanerya sta vivendo il momento più doloroso della sua vita: ha perso Lucaerys e non si darà pace finché non troverà una prova concreta della perdita del suo piccolo.
Queste sono soltanto due delle prime situazioni che saltano subito all’occhio dello spettatore ma tutti i personaggi sono cambiati. La morte di Viserys ha diviso la sua famiglia marcatamente in due, scagliando la scintilla della guerra. Tutti i personaggi sono leggermente diversi da come li avevamo lasciati, c’è chi è più fragile e chi in cerca di vendetta, ma tutti sono mutati e non sempre per il meglio.
Il grandissimo cambiamento di House of the Dragon riguarda in primo luogo la siglia. Nel 2022 la sigla rappresentava chiaramente il titolo del romanzo da cui la serie è tratta: Fuoco e Sangue. Infatti vedevamo un liquido cremisi, ed era chiaramente sangue, scorrere tra i vari sigilli. Tale liquido rappresentava i legami di parentela tra i vari membri della famiglia Targaryen. La sequenza partiva dal sigillo di Aegon il conquistatore per poi procede verso quello delle sue due sorelle-mogli, Visenya e Rhaenys, fino ad arriva a Rhaenyra, l’erede designata da Viserys.
Nel 2024 tutto cambia: al posto del sangue che scorre tra i sigilli ecco un arrazzo che man mano crea illustrazioni mediante i ricami e ripercorre le vicende che già conosciamo ma con toni se vogliamo ancora più poetici. Man mano che la sigla si svolge nuovi ricami si aggiungono fino ad arrivare alla contrapposizione tra Team Black e Team Green rappresenta da Rhaenyra sul trono di Roccia del drago e Aegon sul Trono di spade. Un cambio di sigla interessante che farà desiderare a tutti i fan della serie di possedere un quadro con le magnifiche illustrazioni dei minuti iniziali di ogni episodio ( chi vi scrive sarà fuori dal coro ma preferivo la sigla della scorsa stagione). A restare costante è però l’iconica colona sonora di GOT, davvero insostituibile.
Poetico e se vogliamo persino nostalgico è l’inizio del primo episodio di House of the Dragon 2. Come molti avevano spifferato, tra cui anche gli sceneggiatori della serie, House of the Dragon 2 apre il suo sipario al freddo ed al gelo. Ci troviamo subito al Nord, meglio ancora all’estremo Nord dato che Jace e Lord Cregan Stark sono letteralmente sulla barriera.
Il giovane Lord di Grande Inverno interpretato da Tom Taylor non ha bisogno di presentazioni: è fin da subito immediatamente riconoscibile anche solo grazie alla spada, Ghiaccio, che porta legata alla schiena. Cregan ha scelto di portare Jace, futuro erede al trono di spade, sulla barriera perché desidera che colui che sarà prima o poi re possa percepire con i suoi occhi la minaccia degli Estranei. Ovviamente questo inizio di stagione strizza inevitabilmente l’occhio ai bei tempi di GOT ed a tutte le emozioni che il pubblico ha provato, e prova ancora, vedendo semplicemente lo stemma degli Stark.
Sappiamo che Jace si è recato al Nord in groppa al suo drago per ottenere la conferma della fedeltà da parte del leader degli Stark, conferma che non tarda ad arrivare dato che Lord Cregan Stark ci tiene a precisare che gli uomini del Nord sono persone d’onore e non sono soliti ad infrangere un giuramento. Già da questa breve scena possiamo vedere che la serie tv ha scelto di modificare alcune cose rispetto al romanzo di Martin: non vediamo il tempo che Jace ha trascorso al Nord, periodo nel quale è diventato amico stretto di Cregan, né assistiamo alla richiesta del sovrano del Nord. Cregan, nel romanzo, giura fedeltà a Rhaenyra ma in cambio richiede un matrimonio tra la sua primogenita e il primogenito maschio che in futuro avrà Jace. Ovviamente questi dettagli potrebbero essere aggiunti in un secondo momento, nel caso in cui Jace tornasse al Nord, ma forse non avverrà in questa stagione visto che stando a quanto detto da fonti attendibili questa sarà l’unica apparizione del lord di Grande Inverno per questa stagione.
Data la breve introduzione non assistiamo nemmeno al primo incontro ta Jace e Lady Jeyne Arryn, la Lady della Valle. Anche se come avviene nel romanzo, la sovrana della Valle giura fedeltà a Rhaenyra in cambio di un drago a protezione della sua dimora. Siamo certi che vedremo il personaggio nei prossimi episodi dello show, soltanto che non lo vedremo interagire con Jace ma molto più probabilmente con Rhaena.
Team Black vs Team Green
Nelle varie promo di House of the Dragon 2 la serie ha scelto di puntare tutto sulla contrapposizione tra i due schieramenti: quello nero capitanato da Rhaneryra e quello verde presieduto da Aegon. La serie tv prosegue questa tendenza presentandoci le due fazioni mediante una continua contrapposizione di scene, molte delle quali sono state montate a specchio.
Il dolore graffiante ed assordante di Rhaneyra è il grande protagonista del primo capitolo. La regina dei neri non si da pace: finché non avrà una prova concreta della perdita del suo secondogenito continuerà a sperare ed a cercalo. Questa speranza e questo dolore le impediscono di fare qualsiasi altra cosa. Non presta attenzione alla guerra imminente, alla ricerca di alleati ed alla sua posizione; è talmente trafitta dal dolore da non riuscire nemmeno a tornare a casa. Non abbiamo mai visto una Rhaenyra così sconvolta e sopraffatta dai sentimenti, d’altronde però questa sua nuova versione è il frutto di tutto ciò che ha represso nella prima stagione della serie.
Deamon, dall’altra parte, vorrebbe agire subito. Il principe interpretato da Matt Smith vorrebbe conquistare subito Approdo del Re assieme a Rhaenys ed ai loro draghi ma sa benissimo che prima di fare una mossa simile occorre l’approvazione della Regina. Chi scrive non crede davvero che Daemon fosse convinto di riuscire a conquistare la città così facilmente e soprattuto senza un piano ben costruito. Il personaggio di Matt Smith in questa seconda stagione è assetato di vendetta. Non accetta in nessun modo quello che è successo e non desidera cedere terreno ai nemici. Daemon non è un personaggio diplomatico ma un ottimo cavaliere di drago ed un soldato dotato.
Risponderebbe al fuoco con molto più fuoco, ma non sempre è l’idea migliore. I verdi ancora non sanno chi si sono messi contro. Daemon non ha troppi peli sulla lingua ed ha un codice morale tutto suo, ma è un personaggio leale o almeno così sembra. In questi primo episodi di House of the Dragon 2 è accecato dalla vendetta ed agisce in base ad essa.
In merito all’episodio di Blood and Cheese è necessario un approfondimento più dettagliato che troverete più avanti.
Grazie alla tecnica delle sequenze montate a specchio lo show ci presenta i verdi decisamente meno addolorati, all’inizio, ma comunque molto turbati per ciò che Aemond ha compiuto alla fine della stagione precedente. Con la morte di Luke la guerra è diventata inevitabile e benché Alicent non voglia accettarlo entro il secondo episodio se ne farà una ragione.
La Regina madre la vedrete per la prima volta agire per il suo interesse personale, comportarsi come davvero vuole anche se ciò che farà sarà in violazione a tutti i codici morali che si è sempre autoimposta. Per una volta Alicent agirà spinta dal suo desiderio e non da quello del padre o della sua casata. Peccato che forse queste nuove emozioni la spingeranno ad abbassare la guardia proprio quando i verdi sono più vulnerabili e non la porteranno a sviluppare un istinto materno di protezione ed empatia verso i suoi figli. La grande novità per Alicent riguarda proprio la relazione con Ser Criston Cole, una storia che nei romanzi non è mai stata resa canonica ma solo rumoreggiata da una delle fonti. La ship per chi vi scrive la sua introduzione è totalmente superflua, c’era o non c’era non avrebbe fatto differenza è sembrato quasi fosse inserita solo per poter avere delle scene di sesso negli episodi ( opinione totalmente personale quindi per cortesia si evitino gli insulti nei commenti), ma è palese che l’intento con il quale è stata costruita verte solo in favore del fandom ( una fandom di cui sinceramente ignoravo l’esistenza per quanto riguarda questa ship).
Aegon è inequivocabilmente non idoneo a portare la corona. Non è stato preparato al ruolo di re e al tempo stesso non sembra intenzionato a voler imparare. È stato messo sul trono contro la sua volontà ed ora agirà seguendo solo il suo istinto e mosso dal desiderio di vendetta. Siamo certi che il personaggio avrà modo di mostrarsi in tutte le sue sfumature.
Da elogiare è la regia di Alan Taylor che, in un solo capitolo ci dimostra che il livello tecnico dello show si è alzato. Mediante primi piani sui personaggi comprendiamo a pieno le loro emozioni, come se fossimo immersi letteralmente nella storia. Il primo episodio non è ricco d’azione ma anche dove le sequenze più movimentate sono presenti Taylor non si lascia trovare impreparato. Alcune inquadrature sono davvero mozzafiato.
Blood and Cheese
Il primo episodio di House of the Dragon 2 è intitolato “A son for a son” (Un figlio per un figlio) ed ha quindi come colonna portante un episodio chiave del romanzo. Quello che i fan di Martin hanno soprannominato Blood and Cheese. Peccato che la storia nel romanzo sia parecchio diversa rispetto a quella riproposta nella serie tv. Ed i cambiamenti apportati nello show modificano non di poco le relazioni tra i personaggi.
Se nella serie tv l’episodio di Blood and Cheese nasce come un’idea di vendetta di Daemon in favore di Rhaenyra, è lui a chiedere informazioni a Mysaria, già presente a Roccia del drago, ed è sempre lui ad intrufolarsi nella città per assoldare i sicari; nel romanzo non è cosi. Deamon, già ad Harrenhal, fa recapitare un corvo a Roccia del Drago diretto alla moglie. Nella lettera Dameon scrive “un figlio per un figlio” ed ecco spiegato il titolo dell’episodio, ed aggiunge “Luke sarà vendicato”. Daemon non si reca direttamente ad Approdo del Re ma fa fare tutto ad un intermediario (è stata Mysaria ad ingaggiarli) di cui si fida ciecamente.
L’ordine di Daemon nel testo di Martin è quello di eliminare il primogenito di Helaena e non Aemond, come invece avviene nella serie tv. Nello show questo cambiamento ha senso perché è Aemond il responsabile della scomparsa di Luke e tutto ciò ci dimostra ancora una vota che la guerra della serie vede contrapposte Alicent e Rhaenyra, dato che “un figlio per un figlio” farebbe propio riferimento a questo dualismo. Viceversa nei romanzi lo scontro è tra Rhaenyra e Aegon, uno scontro tra fratelli.
Se nella serie tv viene lasciato il dubbio sulle vere indicazioni di Daemon in merito all’episodio. Il principe consorte ordina ai due di uccidere Aemond ma non sappiamo cosa potrebbe aver detto fuori schermo e la serie lascia il tutto volutamente in dubbio. Diversamente, nel romanzo le indicazioni sono chiarissime: i due sicari sanno che la regina Helaena prima di mandare a letto i suoi tre piccoli, perché nel testo ha 2 i gemelli e Maelor (un piccolo di 2 anni), fa visita alla madre con i bambini. Così Blood and Cheese si dirigono negli appartamenti di Alicent, la legano ed attendono l’arrivo della regina per poi chiederle a quale figlio desidera rinunciare. La giovane sceglie il piccolo Maelor perché avendo due anni riteneva che forse non fosse in grado di capire oppure non voleva rinunciare all’erede. Peccato che Blood and Cheese prendono proprio Jaeherys, il primogenito.
Nella serie tv Blood and Cheese non conoscono molto bene la pianta della Fortezza Rossa, infatti anche se cercano Aemond, e non lo trovano perché non è a palazzo, si dirigono casualmente da Helaena (l’interpretazione di Phia Saban incredibile) che, non avendo nella serie il terzo figlio ed essendo i due gemelli identici, deve indicare loro quale dei due è il maschio. Lei sceglie subito Jaeherys, forse proprio per vendicarsi di Aegon o forse perché desidera proteggere la sua piccola. Non lo sappiamo. Alicent non è presente in quel momento perché il tutto non avviene nei sui appartamenti e lei è occupata con Cole ( nota a margine ci tengo a dire che la scena dove Haelena entra nelle stanze della madre e vede i due hanno letteralmente troncato la drammaticità di ciò che era avvenuto poco prima creando un effetto soap opera, sinceramente evitabile come situazione). Ciò che avviene con Blood and Cheese nel romanzo segna per sempre Helaena, dato che non sarà più se stessa e si lascerà completante andare al dolore, tanto che non riuscirà più ad accudire Maelor, che verrà assegnato alla cure di Alicent.
Altra differenza all’interno della serie tv è che Daemon ha agito alle spalle di Rhaenyra e questo avrà enormi conseguenze nella loro relazione. Gli sceneggiatori hanno scelto di mostrare un Daemon ancora più vendicativo ed impulsivo del solito, beh non che ci si possa aspettare altro da lui.
In conclusione questo primo capitolo conferma tutte le cose positive della prima stagione e migliora la serie sotto il profilo tecnico esaltando la bravura del cast, peccato che pecchi leggermente nell’adattamento di un momento chiave del romanzo provocando così ripercussioni a catena che non vediamo l’ora di scoprire assieme a voi.
Conclusioni
In conclusione il primo capitolo di House of the Dragon 2 ha rispettato quasi tutte le aspettative: qualità tecnica in pieno stile HBO, personaggi tridimensionali che evolvono da una stagione all'altra e regia minuziosa. Peccato solo per l'adattamento di Blood and Cheese poteva essere fatto meglio.
👍🏻
I personaggi sono cambiati ed tutti si mostrano come il frutti dei loro traumi
La regia è a livelli cinematografici
La fotografia è luminosa, scordatevi il buio di alcuni episodi della precedente stagione
Il cast è pazzesco
👎🏻
sono presenti diverse differenze rispetto al romanzo di Martin, in punti davvero molto cruciali
La nuova ship c’era o non c’era non fa differenza
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A noi che mettiamo il cuore in tutto quello che facciamo basta poco per restare delusi.
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Quando vivi di aspettative è facile restare sempre delusi.
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Meglio l’abbonamento a of
Lo so ma of richiede un certo impegno e una certa costanza che io non posso promettere, per cui preferisco evitare di infilarmi in cose che poi non riesco a gestire visto che coinvolgono terzi che potrebbero restare delusi o insoddisfatti e non mi va
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Aprendo la Calcolatrice (si trova nella cartella Applicazioni, oppure potete chiedere a Siri di lanciarla per voi) si potrebbe restare delusi dal suo aspetto poco entusiasmante, ma fareste un errore.
In realtà l’applicazione ha due viste: con un click sul pulsante verde, o premendo i tasti ⌘ 2, apparirà quella Scientifica. ⌘-3 apre la meno nota modalità Programmatore, mentre con ⌘-1 torna alla vista base.
Quando si effettuano delle equazioni o una serie di semplici operazioni (addizione, sottrazione ecc.), può tornare utile abilitare l’opzione Nastro in Finestra/Mostra Nastro oppure ⌘-T, che permette di controllare di aver editato correttamente tutte le varie cifre.
Ma, forse non tutti sanno che la Calcolatrice è anche un valido convertitore, che vi tornerà molto utile in autunno se installerete macOS Catalina, perché non avrete più a disposizione Dashboard e il relativo widget per e conversioni. .
Per accedere alla funzionalità delle conversioni, selezionate un’unità di misura dal menu Converti in alto, poi quella in cui effettuare la conversione. Le conversioni precedenti sono archiviate in Conversioni recenti. Potete anche assegnare a ciascuna unità di misura delle scorciatoie nel pannello Tastiera delle Preferenze di sistema. Tenete presente che solo le ultime 20 operazioni sono archiviate.
Infine, se pensate che i risultati mostrati siano troppo piccoli, è sufficiente fare click con il tasto destro del mouse o ctrl-click sul display, e dal successivo menu contestuale che appare selezionare la voce “Tipo esteso”. Dallo stesso menu è possibile attivare o disattivare la modalità RPN (reverse polish notation), che permette di effettuare qualsiasi tipo di operazione, con il vantaggio di eliminare le problematiche dovute alle parentesi e alla precedenza degli operatori (prima la divisione, poi l’addizione, ecc.).
In questo modo il risultato finale del vostro calcolo verrà mostrato in grassetto bianco (su sfondo nero traslucido) al centro dello schermo.
È vero, non è una funzione-killer, però può tornare utile in quei casi in cui bisogna dare il risultato al collega di studio o di lavoro, si ingrandisce il risultato e si rivolge verso di lui il display del MacBook, ad esempio, il tutto senza alzare la voce. Oppure potrebbe essere una funzione pratica per chi ha problemi di vista. In ogni caso, se mai avrete bisogno di leggere meglio il risultato della Calcolatrice, ora sapete come fare.
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Con le persone che amiamo commettiamo quasi sempre due errori. Il primo è quello di idealizzarle, il secondo è quello di restare delusi. La verità è che non rimaniamo delusi dalle persone amate, ma delle nostre stesse illusioni.
|| A. Degas
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Ho una novità: tutte le delusioni, la rabbia, le paure, le premure nei confronti dei sentimenti altrui a discapito dei propri, donarsi completamente a chi non ne ha cura, umiliarsi, sacrificarsi, soffrire per questo, tutto quello di cui parli è normale. Ci siamo passati tutti, continueremo a passarci. Continueremo a restare feriti e delusi e amereggiati da più rapporti. Non è ipocrisia, è la vita che gira così. Ma se non hai ricevuto un bel cazzo di niente indietro il problema è tuo che non ti sei educato a trarre crescita e maturità da tutto questo. Se ne hai ricavato soltanto odio, soltanto "non me ne frega un cazzo", se sei diventato acido per respingere gli altri, per paura di passarci di nuovo, hai sbagliato. Perché non puoi scappare. Ci passerai di nuovo, per forza. Ed è meglio che tu dal passato apprenda gli strumenti per viverti i rapporti al meglio, piuttosto che evitarli allontanandoli con rabbia e disprezzo, che ammala te e gli altri.
Ed è qui che ti sbagli, infatti. Io non allontano, la chiamo selezione. Poiché chi ha voluto, i contatti con me li ha avuti. La parte "migliore" di me, l'ha ottenuta o la sta ottenendo. Il mio odio generale verso l'universo, è dettato unicamente dall'ignoranza e la becera inettitudine delle persone, che scarto a priori. Non è che appena ti vedo mi scatta l'odio automatico. Non sono di certo un mostro, o almeno non così tanto suvvia. E va bene così, davvero. Lavoro con il pubblico, suono in mezzo alle persone, risultando anche simpatico, pensa te! Ma quello è spirito di adattamento, fa parte dell'essere umano. Ciò che ho in testa, poi, nel momento dell'analisi di un individuo in particolare, sono cose mie. Non lo sbandiero mica ai 4 venti. Non sto qui per scappare, voglio solo evitare inutili scenari in partenza. Pace.
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Ma ho imparato a mie spese che sperarci troppo non sempre è un bene essere diffidenti è molto più comodo,se non si vuole restare delusi.
📚💔
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Oggi ho 120 anni.
Guardo con serenità al mio passato, ho fatto di tutto per non lasciarmi dietro schegge di rimorsi, lame di rimpianti. Sapevo sempre cosa stavo facendo, e anche quando ho perso tutto è stato un gesto assolutamente consapevole: rifarei tutto da capo. Magari lo rifarei prima.
Ripenso a quella bolla virtuale in cui mi nascondevo, piccoli momenti di quiete tra i miei tormenti. Così facile mentire, manipolare, confondere e ferire. E sentirmi sempre così innocente, saggia e giusta. Ero così incantevole nel mantenere le distanze, deliziosamente curiosa dei pensieri di chi mi parlava.
Tanti riconoscevano in me la loro stessa solitudine, piccoli fari che si salutavano da lontano. E io li rispettavo e li proteggevo, erano i miei affini.
Altri erano solo bramosi di sporcare la mia ingenuità: e io mi divertivo, ero per loro come dovevo essere, timorosa, indignata, oppure intrigata e spavalda... Con quale diabolica facilità entravo e uscivo dalle loro vite lasciando quel tocco di sconcerto che li spingeva a cercarmi, a volere di più. E restare scottati, delusi e frustrati.
Che noia provavo. Quanta disillusione.
Poi una sera qualcuno entrò in quel mio mondo.
E lo fece esplodere.
Era quello che mi serviva, la cura ai miei mali.
" E non saranno i soldi che le mancano
A ripagar la voglia che le resterà
E puoi provare a sostituirla con l'alcol
E puoi provare a metterci sopra un vestito
Ma quello che è sicuro è che
Questa sera, questa sera..."
14/12/2022, 10:10
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Il cemento no e un fiore
In ginocchio, mani giunte, forze occulte, corpi esanimi Camminare sulle punte per non risvegliare gli animi Aldilà, donne defunte, cospirazioni, vere o presunte Nel cielo stelle con sei punte, sii sincero arriva al dunque
Fiori di ciliegio su capelli sporchi È un altro lurido inverno dai giorni troppo corti Oggi mi vesto di nero come il sangue dei morti In una grande metropoli con un piccolo cuore Fiori di ciliegio su capelli sporchi Un altro lurido inverno dai giorni troppo corti Oggi mi vesto di nero come il sangue dei morti Il cemento non ha odore, il cemento non è un fiore
La vita è bella ma basta poco per restarne delusi Non amo la realtà, ma non so stare ad occhi chiusi Sogni nel cassetto con il doppio fondo (cattiva aria) Nel pozzo senza fondo, non ti schianti, muori di vecchiaia Tu non sai chi hai davanti se i diamanti oppure l'oro Parlano dell'invidia degli altri e mai della loro Ho toccato il fondo ma non so dirti quanto è profondo Io ho le braccia troppo corte per toccar con mano il mondo Ma nonostante tutto credo ancora in qualcosa Ma sinceramente non so dirti ancora bene in cosa Una di queste sere resto sveglio La gente fa di tutto per stare bene, ma nulla per stare meglio Le vicessitudini gli attimi le notte e le inquietudini Ah, già poi c'è la storiella che i primi saranno gli ultimi In mezzo secondo lascio tutto senza remore Non puoi cambiare il mondo, ma puoi cambiare le regole
Fiori di ciliegio su capelli sporchi È un altro lurido inverno dai giorni troppo corti Oggi mi vesto di nero come il sangue dei morti In una grande metropoli con un piccolo cuore Fiori di ciliegio su capelli sporchi Un altro lurido inverno dai giorni troppo corti Oggi mi vesto di nero come il sangue dei morti Il cemento non ha odore, il cemento non è un fiore
Frate', i fiori di ciliegio non sanno di fresco Qui sa tutto di cemento, lo senti pure se annusi il mio testo E sul cemento non crescono i fiori Qui non vincono i buoni, conviene restarne fuori Sto seduto sul mio trono da emarginato, da condannato Ma se ci penso è la musica il mio reato Frate', l'oro luccica, il grano stuzzica Ma la vita non va a peso d'oro, una vita è la prima e l'ultima Non serve che scegli tra il bene e il male Frate', se a trecento all'ora, a fare i spenti, ci vede alla grande uguale E ti vengono tutti addosso, frà, e tu li vedi arrivare E se ti schianti, rimetti la prima e riinizi a guidare Io sto in piedi sul cemento che soffoca il mio paese Col ciliegio in testa, come un demone giapponese Ed è brutto volare via, come un fiore di ciliegio Ma restare per sempre come il cemento forse è peggio
Fiori di ciliegio su capelli sporchi È un altro lurido inverno dai giorni troppo corti Oggi mi vesto di nero come il sangue dei morti In una grande metropoli con un piccolo cuore Fiori di ciliegio su capelli sporchi Un altro lurido inverno dai giorni troppo corti Oggi mi vesto di nero come il sangue dei morti Il cemento non ha odore, il cemento non è un fiore
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Non cancello mai le persone, smetto di colorarle.
Labellezzadellepiccolecose - (via labellezzadellepiccoelcose.)
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