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Joan I, Queen of Naples and Louis, Prince of Taranto. Engraving from 1842 in Histoire des popes by Maurice Lachatre.
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Abissi e incanto di Ella Archer: La Hidden Society svela nuovi segreti nel volume 2 di Ella Archer. Recensione di Alessandria today
Nel secondo volume della saga The Hidden Society, intitolato "Abissi e incanto", Ella Archer ci immerge in un mondo dove sirene, umani e forze magiche si intrecciano in una storia affascinante di amore e scelte difficili.
Nel secondo volume della saga The Hidden Society, intitolato “Abissi e incanto”, Ella Archer ci immerge in un mondo dove sirene, umani e forze magiche si intrecciano in una storia affascinante di amore e scelte difficili. Safira, la principessa del Palazzo Sommerso, è la protagonista di questa nuova avventura. Sirena destinata a compiere un importante rito di passaggio – il Primo Sangue – Safira…
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Mentre la Meloni si compiace sul social, citando assurdi sondaggi di "Libero" (il solo nome del giornale fa ridere, lettori 5, la Meloni, la sorella, il cognato, Salvini e lo stesso direttore), sta passando quasi sotto silenzio un fatto di una gravità inaudita accaduto a Crotone, dove un vice ispettore fuori servizio, è stato costretto prima a sparare (e uccidere) per auto-difesa, per poi essere linciato in strada dagli altri suoi aggressori e persino dai parenti del morto, scesi in piazza all'istante, manco fossero stati Zulu in agguato, nascosti dietro l'erba alta sulle colline sudafricane contro l'Esercito di Sua Maestà La Regina.
La Calabria va MILITARIZZATA.
Così come larghe parti della Sicilia , Napoli e la sua provincia e altre zone del sud, specificamente delle province di Bari e Foggia.
Non c'è altra soluzione e non è mai esistita altra soluzione se non la militarizzazione, i blindati per le strade, i fucili d'assalto spianati, le calibro cinquanta pronte all'uso, sui mezzi.
Queste larghissime sacche di popolazione delinquenziale ed animalesca , che popolano il nostro meridione, e IO SONO UN MERIDIONALE, vanno ESTIRPATE come la gramigna.
Una volta e per sempre.
Esse non rappresentano sparute minoranze, ma veri e propri ESERCITI DI CRIMINALI E BESTIE FEROCI in percentuale più che significativa, rispetto alla popolazione totale.
Interi quartieri, alle volte interi paesi, vivono al di fuori della legalità, completamente al di fuori, costituendo zone franche criminali.
E gli eserciti si combattono attraverso altri eserciti, meglio armati ed equipaggiati.
Casa per casa.
Casa per casa, strada per strada, vicolo per vicolo, con tanto di COPRIFUOCO e legge MARZIALE.
Solo così, questa piaga potrà essere debellata dal nostro meridione d'Italia, solo così potrà esserci il nostro riscatto, il nostro ingresso nella PIENA CIVILTA' , che ci viene negata dai tempi del brigantaggio ottocentesco.
Invece di postare CAZZATE, la Meloni ci facesse sapere, stesso mezzo, come intende risolvere questa questione, sulla quale non si è nemmeno espressa, idem con patate Piantedosi.
O pensiamo solo all'Ucraina e al Medio Oriente, invece che a far pulizia in casa nostra ?
Giuseppe Sabatino.
#mafia#camorra#'ndrangheta#sacra corona unita#Sud Italia perduto#questione meridionale#mezzogiorno d'Italia
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“Narra la leggenda che la sirena Partenope, simbolo della città di Napoli, vivesse nel Golfo disteso tra Posillipo ed il Vesuvio.
Emergeva durante la primavera per salutare le genti felici che lo popolavano, allietandole con canti di gioia. La gente adorava la sirena.
Una volta la sua voce fu così melodiosa e soave che tutti gli abitanti ne rimasero affascinati. Allora per ringraziarla, sette fra le più belle fanciulle dei villaggi furono incaricate di consegnarle i doni derivanti dalla natura: la farina, la ricotta, le uova, il grano tenero, l’acqua di fiori d’arancio, le spezie e lo zucchero.
Si narra che la dolce sirena depose le offerte preziose ai piedi degli dei. Quest’ultimi riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima Pastiera.
Si racconta che Maria Teresa d’Asburgo-Teschen, seconda moglie di re Ferdinando II di Borbone, soprannominata la Regina che non sorride mai, cedendo alle insistenze del marito, assaggio una fetta di pastiera. Finalmente non poté far a meno di sorridere, e da qui nasce il termine “magnatell’na risata”(tipico detto partenopeo che sollecita le persone all’ ilarità).”
Immagine di Milo Manara
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Una fama sinistra grava sul palazzo situato al n. 9 di piazza San Domenico, a Napoli, dove c’è chi giura di udire nottetempo gemiti e rumori strani, come lo scalpitio concitato di una carrozza o il clangore di catene e ferri battuti.
Proprio all’interno di queste mura, nel 1590, il compositore Carlo Gesualdo, Principe di Venosa, uccise la moglie Maria d’Avalos insieme all’amante don Fabrizio Carafa, sorpresi in flagrante adulterio.
Sempre qui, nel XVIII secolo, visse e operò un personaggio controverso, fuori dal comune persino per gli standard della Napoli settecentesca, che fu al tempo stesso nobiluomo, alchimista, fisico, letterato, medico, esoterico e massone: Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero.
Nato il 30 gennaio del 1710 a Torremaggiore, nel Foggiano, Raimondo fu allevato dal nonno dopo che il padre Antonio si ritirò in convento, sconvolto dalla perdita prematura dell’adorata consorte.
Istruito dai Gesuiti del Collegio Romano, dove rimase sino al compimento dei 20 anni d’età, il nostro tornò finalmente a Napoli per risiedere nel palazzo di famiglia.
Piacente, dalla favella pronta, curioso e d’intelligenza superiore alla media, don Raimondo godeva di fantasia illimitata, che amava mettere alla prova con le sue bizzarre invenzioni, come quella di un “lume eterno” realizzato con la polvere ossea derivante dalla triturazione di un teschio umano, ricco di fosfato di calcio e fosforo concentrato.
Meno lugubre fu l’invenzione di un tessuto impermeabile pionieristico per quei tempi, di cui fece dono al Re di Napoli Carlo III di Borbone per la realizzazione di alcuni mantelli da caccia. Fu il suo modo di ringraziare il sovrano per averlo onorato con la prestigiosa nomina a Cavaliere dell’Ordine di San Gennaro.
La famosissima Cappella Sansevero, tuttavia, rimane l’opera che lo ha tramandato ai posteri.
Concepita come luogo di culto, essa costituisce soprattutto un tempio massonico carico di simbologie, perfettamente calzante all’estro e al carisma del Principe di Sansevero che così volle abbellire, ampliandola a suo gusto e somiglianza, un’antica cappella preesistente.
Capisaldi del progetto sono le dieci statue delle “Virtù” addossate ad altrettanti pilastri: nove al femminile, dedicate alle donne di Casa Sansevero, e una sola al maschile, il Disinganno, eretta in onore di don Antonio, padre del Principe.
Ogni statua, carica di significati allegorici, rimanda al mondo della massoneria di cui don Raimondo era Gran Maestro. In particolare la “Pudicizia”, vista come riferimento alla dea egiziana Iside, ci parla dei riti iniziatici di cui la dea stessa era regina.
Il capolavoro più suggestivo dell’intera Cappella, però, è la statua del cd. “Cristo velato”, realizzata da Giuseppe Sammartino. Vi si contempla il Cristo, adagiato su un materasso e ricoperto di un velo perfettamente aderente alla sua fisionomia, tanto che a lungo è circolata la voce secondo la quale il Principe di Sansevero avrebbe insegnato allo scultore la tecnica della calcificazione chimica del tessuto in cristalli di marmo.
Recenti analisi, in realtà, hanno fugato ogni dubbio sul fatto che l’opera sia stata interamente scolpita partendo da un unico blocco marmoreo.
In un ambiente attiguo, destano grande impressione nei visitatori le due “macchine anatomiche” dei corpi, rispettivamente, di un uomo e di una donna completamente scarnificati, nei quali è possibile osservare l’intero sistema circolatorio.
Anche qui, se per la leggenda si tratta dei poveri resti di due servitori del Principe, ammazzati per la bisogna e così ridotti con l’inoculazione di uno speciale liquido capace di trasformare in metallo i vasi sanguigni, la scienza ha concluso che siamo dinnanzi a due scheletri umani sui quali, con mirabile perizia medica, sono stati ricostruiti in metallo tutti i condotti circolatori.
In ogni caso, tanta fu la familiarità di don Raimondo con la morte, considerata come ineluttabile passaggio della vita stessa, che secondo un’altra credenza popolare, sentendosi prossimo alla fine sopraggiunta il 23 marzo del 1771, egli si fece tagliare in pezzi da uno schiavo moro al fine di farsi adeguatamente sistemare dentro la cassa dalla quale, come un dottor Faust napoletano, sarebbe balzato fuori vivo e vegeto a tempo prestabilito.
Sarà anche per questo motivo che non è raro scorgere passanti che, davanti a quello che fu il so palazzo, si fanno ancora il segno della croce, allontanandosi in tutta fretta.
Accompagna questo scritto il “Ritratto di Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero”, di Francesco Mura, 1740 circa, Cappella Sansevero, Napoli.
Anche questo è la mia Napoli..
A domani..
Nini
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D.U.D.E Bios: Kevin Di Napoli
The Father of Honey Kevin Di Napoli (2020)
The father of Honey, Enrico, Barbara and Walter, and husband of Novella Di Napoli, Kevin. A stay-at-home dad with a love for music, he tutors kids in many different instruments for some extra money.
“I forgot to tune this, gimme a minute.”
Name
Full Legal Name: Kevin Nevio Di Napoli
First Name: Kevin
Meaning: Anglicized form of the Irish name 'Caoimhín' meaning 'Beloved birth', derived from Old Irish 'Cóemgein', composed of 'Cóem' 'Dear, Beloved, Gentle' and gein 'Birth'.
Pronunciation: KEHV-in
Origin: English, Irish, French, Spanish, German, Dutch, Swedish, Norwegian, Danish
Middle Name: Nevio
Meaning: Italian form of the Roman family name 'Naevius', which was derived from Latin 'Naevus' 'Mole (on the body)'.
Pronunciation: NEH-vyo
Origin: Italian
Surname: Di Napoli
Meaning: Means 'From Naples’ in Italian
Pronunciation: dee-NA-po-lee
Origin: Italian
Alias: None
Reason: None
Nicknames: Kev
Titles: Mr
Characteristics
Age: 45
Gender: Male. He/Him Pronouns
Race: Human
Nationality: Italian-American
Ethnicity: White
Birth Date: September 10th 1965
Symbols: None
Sexuality: Bisexual
Religion: Atheist
Native Language: Italian
Spoken Languages: Italian, English, French, Spanish
Relationship Status: Married
Astrological Sign: Virgo
Theme Song (Ringtone on Honey’s Phone): 'Malamorenó’ - Arisa
Voice Actor: Joe Pesci
Geographical Characteristics
Birthplace: Naples, Campania, Italy
Current Location: Asbury Park, Monmouth County, New Jersey
Hometown: Asbury Park, Monmouth County, New Jersey
Appearance
Height: 5'8" / 172 cm
Weight: 150 lbs / 68 kg
Eye Colour: Brown
Hair Colour: Ginger
Hair Dye: None
Body Hair: Hairy
Facial Hair: Beard
Tattoos: (As of Jan 2020) 3
Piercings: None
Scars: None
Health and Fitness
Allergies: None
Alcoholic, Smoker, Drug User: Social Drinker
Illnesses/Disorders: None
Medications: None
Any Specific Diet: None
Relationships
Allies: N/A
Enemies: N/A
Friends:
Colleagues: N/A
Rivals: None
Closest Confidant: Novella Di Napoli
Mentor: Santo Di Napoli
Significant Other:��Novella Di Napoli (46, Wife, Née Capitani)
Previous Partners: None of note
Parents: Santo Di Napoli (65, Father), Sole Di Napoli (66, Mother, Née Sapienti)
Parents-In-Law: Savio Capitani (66, Father)-In-Law, Stella Capitani (67, Mother-In-Law, Née Scordato)
Siblings: Serena Nicotera (42, Sister, Née Di Napoli), Fortunato Di Napoli (39, Brother), Rossa Marchesi (36, Sister, Née Di Napoli), Bruno Di Napoli (33, Brother), Prisca Lombardi (30, Sister, Née Di Napoli),
Siblings-In-Law: Placido Capitani (43, Novella'sBrother), Sol Capitani (44, Placido’s Wife, Née Roncalli), Neo Nicotera (43, Serena’s Husband), Selvaggia Di Napoli (40, Fortunato’s Wife, Née Montagna), Durante Marchesi (37, Rossa’s Husband), Regina Di Napoli (34, Bruno’s Wife, Née Labriola), Bonaventura Lombardi (31, Prisca’s Husband)
Nieces & Nephews: Oliva Capitani (23, Niece), Benvenuto Capitani (20, Nephew), Norma Capitani (17, Niece) Benigno Capitani (14, Nephew), Merita Capitani (11, Niece), Arcangelo Capitani (9, Nephew), Martirio Capitani (5, Niece), Vinicio Capitani (2, Nephew), Luna Nicotera (22, Niece), Tullio Di Napoli (19, Nephew), Lucina Marchesi (16, Niece), Scevola Marchesi (13, Nephew), Invidia Marchesi (10, Niece), Romeo Marchesi (7, Nephew), Gloria Marchesi (4, Niece), Rocco Di Napoli (13, Nephew), Gioia Di Napoli (10, Niece), Primo Lombardi (10, Nephew), Gemma Lombardi (7, Niece), Porfirio Lombardi (4, Nephew), Fortuna Lombardi (1, Niece)
Children: Honey Di Napoli (25, Daughter), Enrico Di Napoli (22, Son), Barbara Di Napoli (19, Daughter), Walter Di Napoli (16, Son)
Children-In-Law: None
Grandkids: None
Great Grandkids: None
Wrestling
Billed From: None
Trainer: None
Managers: None
Wrestlers Managed: N/A
Debut: N/A
Debut Match: N/A
Retired: N/A
Retirement Match: N/A
Wrestling Style: N/A
Stables: N/A
Teams: N/A
Regular Moves: N/A
Finishers: N/A
Refers To Fans As: N/A
Extras
Trivia: Nothing of Note
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Il 18 settembre 1345, da Visegrad ad Aversa, passando per Muro Lucano per finire a San Pietroburgo, su di un dipinto sbagliato.
Per spiegare il giro mi far�� aiutare da Wikipedia.
Andrea d'Angiò, meglio noto come Andrea D'Ungheria, aveva solo sei anni quando "venne fatto sposare" alla lontana parente Giovanna, nipote e unica discendente di Roberto d'Angiò, re di Napoli. Lo scopo perseguito era chiaro a tutti: le nozze avrebbero dovuto riunire i due rami del casato angioino, per mettere fine alla contesa dinastica sulla Corona di Napoli.
Il giovane Andrea crebbe così alla corte napoletana all'ombra di Roberto d'Angiò, pronto a succedergli unitamente alla altrettanto giovane moglie.
Nel 1343, Roberto d'Angiò, però, lasciò solamente alla nipote Giovanna la Corona del «Regno», nonostante le recriminazioni del ramo ungherese.
A quel punto iniziarono varie congiure famigliari, tra i vari discendenti della dinastia angioina, con il coinvolgimento della Santa Sede, di cui il Regno di Napoli era vassallo, per far riconoscere o meno il titolo di «Re» ad Andrea.
Diatribe dinastiche che andarono avanti fino al 1345, quando papa Clemente VI giunse alla conclusione di far incoronare come sovrani entrambi gli sposi: per Andrea il titolo sarebbe stato puramente onorifico, dato che il potere di governo sarebbe rimasto nelle mani della regina Giovanna I.
Poco prima che la decisione fosse resa nota, però, accadde qualcosa: la notte del 18 settembre 1345, al termine di una giornata passata a caccia, il principe venne aggredito mentre si allontanava dalle proprie stanze.
Un folto gruppo di nobili napoletani strinse una corda attorno al suo collo scaraventando il suo corpo giù da una finestra.
Si racconta che le sue urla disperate furono del tutto ignorate dalla regina Giovanna.
Quest'ultima ottenne così il trono in solitaria ma non ottenne la pace, né per sé stessa che per il suo reame.
Luigi I d'Ungheria, fratello di Andrea, portò la guerra fino alle soglie della corte reale, comandando due invasioni del Regno di Napoli.
La responsabilità diretta della sovrana nella morte di Andrea non fu mai provata (e fu esclusa da una sorta di processo tenuto dal papa ad Avignone), ma non bastò.
Trentasette anni dopo, il 12 maggio 1382, dei sicari inviati da Carlo di Durazzo raggiunsero Giovanna nella fortezza di Muro Lucano, dov'era stata nel frattempo rinchiusa, e la uccisero.
Come disse qualcuno, la vendetta è un sentimento che vanta gradi di nobiltà.
Abbiamo, quindi, Visegrad - dove nacque presumibilmente Andrea - e Muro Lucano -dove morì Giovanna-.
Mancano all'appello San Pietroburgo e Aversa.
Rimediamo subito.
La vicenda, famosa nel resto d'Europa ma poco ricordata dalle nostre parti, fu oggetto di un particolare "revival" nell'Ottocento come dimostra quest'opera di Karl Pavlovič Brjullov, pittore romantico, che volle immortalare il momento cui lo sventurato veniva defenestrato.
È un acquerello intenso, nei colori e nelle gestualità ritratte, ma è un acquerello storicamente inesatto.
Sullo sfondo, in basso a sinistra, si nota un vulcano e una spiaggia, come se l'uccisione dell'erede al trono fosse avvenuta a Napoli (o nelle immediate vicinanze).
La congiura, invece, fu portata a termine ad Aversa: Andrea di Ungheria fu scaraventato giù da una finestra del castello angioino che sorgeva là dove oggi vi è la Chiesa della Madonna di Casaluce, su via Roma.
In pieno centro cittadino.
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Angela Carugati (1881-1980) pintora italiana.
Nació en Florencia. Habiendo perdido a sus padres a la edad de ocho años, se mudó con sus tíos piamonteses que vivían en Nápoles.
En la escuela complementaria sólo merece elogios en dibujo e italiano, porque las demás materias no le interesan.
Se matriculó (con poca convicción por parte de sus tíos) en el Instituto de Bellas Artes de Nápoles, donde entre sus profesores se encontraba Paolo Vetri, a quien consideraba un inolvidable maestro del arte y de la vida, hasta el punto de decir de él " Aprendí a considerar el valor y la variedad del arte y cómo se debe abordar ."
En la Academia obtuvo éxitos y victorias, con medallas de oro obtenidas en competiciones internas. Se convierte en la alumna favorita de Domenico Morelli, quien se alterna como presidente del instituto.
Posteriormente comenzó a enseñar nociones profesionales de dibujo y artes aplicadas en el Instituto Regina Elena de Nápoles.
Le hubiera gustado ser independiente, pero las exigencias de la vida le obligaron a dedicarse a la docencia. Pintora polifacética, pinta paisajes y retratos, tanto con técnica al óleo como al pastel.
La encontramos en la Promotrice di Napoli en 1906. También se dedicó a la poesía y escribió: “ Como una araña solitaria teje, suspendida en el aire, una red ligera e inútil de sueños e ilusiones, que el viento pronto desgarra. Pero no puedo parar... Debo volver a tejer, y por el resto de mi vida, el tenue lienzo inútil suspendido en el vacío del tiempo."
Del arte dice: “¡Tremenda pasión, Arte! El único que no conoce el cansancio. Liberarse de esta pasión sería morir."
Contemplativa, amante del silencio y la soledad, participa en más de 150 exposiciones colectivas. Realizó numerosas exposiciones individuales en Nápoles y otras ciudades italianas entre 1932 y 1962.
Murió en Nápoles.
Le ponemos cara.
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Di Roberta Leotti Viaggio tra gusti, tendenze e prodotti all'European Pizza Show di Bellavita Expo, dove Elio Barbone della Pizzeria Pellone di Londra vince il titolo di Best Pizza Chef in Europe. European Pizza Show di Londra, da dieci anni osservatorio privilegiato di gusti e tendenze della regina della cucina italiana E’ il piatto per eccellenza che il mondo associa all’Italia, al contempo regina delle feste e rimedio infallibile per giornate storte: la pizza, what else? Ne abbiamo parlato con Elio Barbone, vincitore dell’ultima European Pizza Chef Competition indetta durante la kermesse dell’European Pizza Show lo scorso 26 e 27 novembre all’Olympia di Londra. Per gli espositori, da oltre dieci anni l’European Pizza Show è un’occasione commerciale irrinunciabile: dati alla mano, l’edizione 2024 ha registrato: oltre 9.700 presenze, oltre 4.500 prodotti e ben 277 marchi presenti. E per i molti amanti della pizza è invece un'esperienza pari a una gita al Paese Dei Balocchi. Già dal punto accoglienza in una sezione distaccata dall'area espositiva dell'Olympia, il profumo avvolgente di pizza appena sfornata accoglie i visitatori ancor prima dello staff che consegna il badge di ingresso. Molti infatti sono i pizzaioli impegnati a sfornare continuamente bontà da degustare, oltre ai quasi 40 chef in concorso. Un numero di partecipanti in realtà piuttosto contenuto, come ha dichiarato Enrico Longobucco (BDM/Marketing Manager di Bellavita Expo Ltd, la società, ovviamente italiana, che ha organizzato l'evento) presente al concorso in veste di presentatore: "Sono state ricevute centinaia di richieste, arrivare alla rosa dei 40 partecipanti non è stata un’impresa facile". Il 27 novembre a spuntarla sugli altri professionisti della pizza, è Elio Barbone, della Pizzeria Pellone di Londra, che viene proclamato il Best Pizza Chef in Europe 2024. Siamo grati del fortuito incontro con Elio perché ci permette di parlare del suo lavoro che prima di tutto è passione. Lo abbiamo conosciuto senza divisa da chef, confuso tra gli altri visitatori allo spazio di Mammafiore (rinomato distributore di marchi italiani a Londra). Noi eravamo impegnati in una conversazione con la rappresentante della Cantine Silvestri sul prosecco e il vino rosato, le nuove tendenze dell’accompagnamento della pizza. Un cambio di costume del consumatore di pizza italiano e non, come ci hanno confermato anche gli espositori italiani della sezione del Wine Testing e della cantina La Gioiosa (tra gli sponsor della kermesse e brand molto popolare anche nei supermercati britannici). Incoronato il Best Pizza Chef 2024: è Elio Barbone della Pizzeria Pellone di Londra Anche senza la pizza, abbiamo un motivo per brindare, non è vero Elio? Innanzitutto complimenti per la tua vittoria, puoi dirci quali sono state le tue carte vincenti? "Il mio segreto? La passione... e non è una frase fatta. E' la caratteristica che ho riscontrato nei grandi Pizzaioli che ho conosciuto nella mia carriera e che come me vogliono far felice il cliente. Alla fine è quello che veramente conta e fa la differenza". Come è cominciata la tua carriera? "Ho iniziato il percorso di Pizzaiolo a soli 14 anni e ho sempre cercato di puntare il più in alto possibile. Quando facevo le pizze tra le vie di Napoli all’inizio della carriera, sapevo che non poteva esserci esperienza migliore", Forse siamo un po’ boomer nel pensare al binomio pizza e birra, ma parlando seriamente, secondo te ci sono stati cambiamenti negli anni recenti? "Ci sono stati molti cambiamenti nel mio settore; tra quelli positivi sicuramente la qualità dei prodotti. Nell’ultimo decennio la qualità delle pizzerie è aumentata parecchio. Pensate che ho clienti che dopo aver provato la pizza di Napoli mi dicono che la pizza è migliore qui a Londra! Non è curioso? Forse perché a Napoli proprio tutti fanno la pizza, ma fare la pizza non è un lavoro semplice. Occorrono anni di dedizione per arrivare ad offrire un ottimo prodotto". Mi raccontava Dario del Molino Iaquone che molti pensano che la pizza si chiami Napoletana solo per la forma rotonda, ma senza arrivare ad altri esempi incredibili, secondo te ci sono dei preconcetti sul mondo della pizza? "C’è chi crede che avere una pizzeria è come avere la gallina dalle uova d’oro e si diventi ricchi. Non c’è cosa più falsa!". Paese che vai, usanze che trovi.. e qui tocchiamo il tasto dolente su cui scoppiammo tutti a ridere: l’abominevole ananas sulla pizza. Una crociata simbolica che la Pizzeria Pellone combatte a suon di slogan, a partire dalle magliette dello staff. Cosa hai da dirci al riguardo? "Ovvio che se il cliente lo vuole, soddisfiamo la sua richiesta, ci mancherebbe. Non ci sono pizze che “odio”, ma non rifarei pizze costosissime tipo: con caviale, aragosta e foglie d’oro. Un po’ mi piace sperimentare, ma senza snaturare la tradizione della pizza. In questo senso mi reputo molto tradizionalista". La cosa migliore di Pizzeria Pellone? "Che facciamo la pizza più buona di Londra". Con questa dichiarazione e forte anche degli spunti raccolti durante l’European Pizza Show, non ci resta che andare a verificarlo di persona! Oltre a Elio Barbone della Pizzeria Pellone, è doveroso ringraziare: Alessandro e Dario del Molino Iaquone per i preziosi insegnamenti sulle farine e come valutare un buon impasto; Angela della Giulio Franzese S.r.l. per passate e pomodori, Giovanni Amodio di Latteria Sorrentina (quinta generazione di casari per i segreti del fiordilatte (no alla mozzarella sulla pizza, mi raccomando!), Mario Venanti dell'Oleificio Zucchi per il tocco finale per una pizza di qualità: l’olio. Zucchi fa parte del network 50 Top Pizza che riconosce e premia i migliori pizzaioli in tutto il mondo e uno dai partners ufficiali dello show. Trovate la Pizzeria Pellone a East Finchley e la Pizzeria Pellone London a Battersea, e voi che aspettate? A forza di parlare di pizza a noi è venuta una gran fame! ... Continua a leggere su
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MULIER – artisti in piazza ad Ottaviano
Apre al pubblico sabato 23 novembre Mulier, collettiva a cura di Mimmo Di Caterino, ad Ottaviano (Napoli).
In mostra: Andrea Riccardi (“Pulcinella d’oro), Carmen D’Auria, Caterina Incani, Enzo Correnti, Giuseppe De Chiara, Ina Ripari e Sabrina Terracciano.
Carmen D’Auria indaga la sintesi dell’essere femmina e donna in un millennio dove la condizione d’autonomia ed emancipazione di genere pare essere pari opportunità, cover e avatar social che poco hanno a che fare con contenuto, emotività e interiorità.
La sposa (Ina Ripari), gira su se stessa come un carillon, un uomo s’avvicina e la picchia con i fiori, aumentando progressivamente la violenza del gesto, l’azione termina quando l’uomo esausto cade ai piedi della sposa che continua a girare, una critica verso donne che non reagiscono e si fanno trattare da oggetti.
Caterina Incani mostra il male oscuro: il maschile diviene patologia, il suo confronto e conflitto quotidiano con Sindrome di Caroli e rene policistico autosomico recessivo diviene sintesi del tutto.
Enzo Correnti punta le donne presenti, tessendo un legame narrativo, prede che libera dal ruolo predestinato offrendo loro un fiore. Giuseppe De Chiara racconta le storie della Papessa e della Regina Giovanna, donne di potere perseguitate: la donna nei primi secoli del Cristianesimo celebrava messa, la raffigurazione di un Papa donna è il peggiore degli incubi.
La Regina Giovanna è stata descritta come ninfomane, dava in pasto i suoi amanti al coccodrillo trovando appagamento erotico con un cavallo.
Sabrina Terracciano incarna la figura storica di Giovanna D’Arco: la solitudine di una diciassettenne (la sua età) che sa essere destinata al rogo nel nome della fede.
Andrea Riccardi si presenterà come il vero Pulcinella da anteporre idealmente al Pulcinella di Gaetano Pesce in Piazza del Municipio.
Tutto questo in Piazza San Gennarello di fronte la Chiesa di San Gennaro, quanti matrimoni sono tradotti in reclusione, prigione, limitazione e vessazione quotidiana?
Nello spazio d’arte contemporanea Sciusciante, un lavoro di Marco Rallo farà riflettere su quanto sia difficile evadere da una visione sessualizzata della donna (e dell’uomo) in tempi di precariato diffuso, futuro incerto e debito pubblico.
MULIER
Opere di
Ina Ripari, Enzo Correnti, Caterina Incani, Carmen D’Auria, Giuseppe De Chiara, Andrea Riccardi (“Pulcinella d’oro) e Sabrina Terracciano.
Curatela per il Comune di Ottaviano: Domenico Di Caterino.
Comunicazione grafica e installazione da Sciusciante: Marco Rallo.
Sabato 23 Novembre 2024 Ore 16 e 30
Piazza San Gennarello a Ottaviano
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Maria Cristina, la Reginella Santa
Celebrazione a Santa Chiara della luminosa figura della Beata Maria Cristina di Savoia, la Reginella Santa di Stanislao Scognamiglio CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Nello splendido scenario del Complesso Monumentale della Reale Basilica di Santa Chiara, lo scorso giovedì 14 novembre, si è tenuta la celebrazione della Beata Maria Cristina di Savoia, Regina delle Due Sicilie. Un incontro artistico,…
#beata#Maria Cristina di Savoia#Monastero di Santachiara#reginella santa#Regno dei Borbone Due Sicilie
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Filomena Pennacchio
Filomena Pennacchio è stata una delle più note briganti nel periodo post-unitario.
Nata come Filomena Sipicciani, il 6 novembre 1841 a San Sossio Baronia, in provincia di Avellino, da Giuseppe, macellaio e Vincenza Bucci, fu costretta a lavorare a servizio nelle case sin da piccola perché rimasta presto orfana.
Si sposò in giovane età con un impiegato di cancelleria del tribunale di Foggia, ma l’uomo era manesco e geloso, dopo l’ennesimo maltrattamento, lo uccise conficcandogli in gola uno spillone d’argento. Si diede così alla macchia, ai tempi un uomo poteva difendersi, per la donna non c’erano attenuanti.
Unitasi ai banditi, divenne la compagna di Giuseppe Schiavone, detto lo Sparviero, che ha affiancato da pari in diverse battaglie e incursioni.
Chiamata la regina delle selve per la sua abilità nel destreggiarsi in radure inesplorate, aveva un grande coraggio e buona abilità nel maneggiare le armi.
Filomena detta Pennacchio per il cappello con le piume da cui non si separava mai, ha partecipato a furti, imboscate, rapimenti, razzie. La sua prima azione intimidatoria, quando aveva 21 anni, avvenne contro la ricca Lucia Cataldo che non voleva pagare il dazio ai briganti. Aveva agguantato per le corna un bue che pascolava lì vicino e lo aveva sgozzato con un solo colpo.
Il 4 luglio 1863, a Sferracavallo, sulla consolare che da Napoli conduce a Campobasso, ha partecipato all’attacco di un drappello del 45° reggimento di linea, in cui dieci soldati hanno perso la vita.
Era incinta quando Schiavone venne catturato e l’aveva denunciata sperando in uno sconto di pena. Arrestata in casa di una levatrice, venne rinchiusa nel carcere di Melfi e, dopo aver partorito il figlio (registrato come Prigioniero a Melfi e ufficialmente “trovatello”), il 30 giugno 1865, fu condannata a vent’anni di lavori forzati nel carcere duro delle Fenestrelle, poi ridotti a nove per buona condotta e infine a sette. Intanto era stata accolta dalle suore dell’Opera Pia Barolo di Torino dove aveva imparato a leggere e scrivere.
Scontata la condanna, rimase in Piemonte a servizio in alcune famiglie prima di sposarsi, nel 1883, col commerciante di olio Antonio Valperga, con il quale condusse una vita borghese e tranquilla.
Nella seconda parte della sua vita si è dedicata all’accoglienza e all’aiuto di orfani, carcerati e poveri, ricevendo perfino la benedizione papale da Benedetto XV poco prima di morire, a Torino, il 17 febbraio 1915, proprio nel 54° anniversario della resa dell’esercito delle Due Sicilie alle truppe del Regno d’Italia.
La sua storia ha ispirato racconti, canzoni e nei libri Filomena Pennacchio. La brigantessa ritrovata, di Andrea Massaro (2014) e Filomena Pennacchio la regina delle selve. Storia e storie delle donne del brigantaggio di Valentino Romano (2024).
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Regina Giovanna I d'Angiò durante il battesimo di Carlo Martello, Duca di Calabria
Scena del battesimo di Carlo Martello, Duca di Calabria, tra le braccia di sua madre, la Regina Giovanna I d'Angiò, in un affresco del XIV secolo, di Roberto d'Oderisio, chiesa di Santa Maria Incoronata, Napoli.
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D.U.D.E Bios: Novella Di Napoli
The Mother of Honey Novella Di Napoli (2020)
The mother of Honey, Enrico, Barbara and Walter, and wife of Kevin Di Napoli, Novella. A high-school guidance counsellor with hope for any student who comes into her office.
"Step into my office, it's a judgement free area."
Name
Full Legal Name: Novella Velia Di Napoli (Née Capitani)
First Name: Novella
Meaning: Derived from Latin 'Novellus' meaning 'New, Young, Novel', a diminutive of 'Novus' 'New'.
Pronunciation: no-VEHL-la
Origin: Italian
Middle Name: Velia
Meaning: From the Roman family name 'Velius', which possibly means 'Concealed' in Latin.
Pronunciation: VEH-lya
Origin: Italian
Surname: Di Napoli (Née Capitani)
Meaning: Means 'From Naples’ in Italian (Capitani: Occupational name meaning 'Captain' in Italian, ultimately from Latin 'Caput' 'Head'.)
Pronunciation: dee-NA-po-lee (cah-pi-TAH-nee)
Origin: Italian (Italian)
Alias: None
Reason: None
Nicknames: Ella, Nova
Titles: Mrs, Ma'am
Characteristics
Age: 46
Gender: Female. She/Her Pronouns
Race: Human
Nationality: Italian-American
Ethnicity: White
Birth Date: November 30th 1964
Symbols: None
Sexuality: Bisexual
Religion: Atheist
Native Language: Italian
Spoken Languages: Italian, English, French, Spanish
Relationship Status: Married
Astrological Sign: Sagittarius
Theme Song (Ringtone on Honey's Phone): 'Sinceritá' - Arisa
Voice Actor: Isabella Rossellini
Geographical Characteristics
Birthplace: Naples, Campania, Italy
Current Location: Asbury Park, Monmouth County, New Jersey
Hometown: Asbury Park, Monmouth County, New Jersey
Appearance
Height: 5'6" / 167 cm
Weight: 150 lbs / 68 kg
Eye Colour: Brown
Hair Colour: (Born Ginger) Grey
Hair Dye: None
Body Hair: N/A
Facial Hair: N/A
Tattoos: (As of Jan 2020) 3
Piercings: Lobe piercings (both)
Scars: None
Health and Fitness
Allergies: None
Alcoholic, Smoker, Drug User: Social Drinker
Illnesses/Disorders: None
Medications: None
Any Specific Diet: None
Relationships
Allies: N/A
Enemies: N/A
Friends: Deirdre Llewellyn, Ursula Rhydderch
Colleagues: N/A
Rivals: None
Closest Confidant: Kevin Di Napoli
Mentor: Stella Capitani
Significant Other: Kevin Di Napoli (45, Husband)
Previous Partners: None of note
Parents: Savio Capitani (66, Father), Stella Capitani (67, Mother, Née Scordato)
Parents-In-Law: Santo Di Napoli (65, Father-In-Law), Sole Di Napoli (66, Mother-In-Law, Née Sapienti)
Siblings: Placido Capitani (43, Brother)
Siblings-In-Law: Sol Capitani (44, Placido's Wife, Née Roncalli), Serena Nicotera (42, Kevin's Sister, Née Di Napoli), Neo Nicotera (43, Serena's Husband), Fortunato Di Napoli (39, Kevin's Brother), Selvaggia Di Napoli (40, Fortunato's Wife, Née Montagna), Rossa Marchesi (36, Kevin's Sister, Née Di Napoli), Durante Marchesi (37, Rossa's Husband), Bruno Di Napoli (33, Kevin's Brother), Regina Di Napoli (34, Bruno's Wife, Née Labriola), Prisca Lombardi (30, Kevin's Sister, Née Di Napoli), Bonaventura Lombardi (31, Prisca's Husband)
Nieces & Nephews: Oliva Capitani (23, Niece), Benvenuto Capitani (20, Nephew), Norma Capitani (17, Niece) Benigno Capitani (14, Nephew), Merita Capitani (11, Niece), Arcangelo Capitani (9, Nephew), Martirio Capitani (5, Niece), Vinicio Capitani (2, Nephew), Luna Nicotera (22, Niece), Tullio Di Napoli (19, Nephew), Lucina Marchesi (16, Niece), Scevola Marchesi (13, Nephew), Invidia Marchesi (10, Niece), Romeo Marchesi (7, Nephew), Gloria Marchesi (4, Niece), Rocco Di Napoli (13, Nephew), Gioia Di Napoli (10, Niece), Primo Lombardi (10, Nephew), Gemma Lombardi (7, Niece), Porfirio Lombardi (4, Nephew), Fortuna Lombardi (1, Niece)
Children: Honey Di Napoli (25, Daughter), Enrico Di Napoli (22, Son), Barbara Di Napoli (19, Daughter), Walter Di Napoli (16, Son)
Children-In-Law: None
Grandkids: None
Great Grandkids: None
Wrestling
Billed From: None
Trainer: None
Managers: None
Wrestlers Managed: N/A
Debut: N/A
Debut Match: N/A
Retired: N/A
Retirement Match: N/A
Wrestling Style: N/A
Stables: N/A
Teams: N/A
Regular Moves: N/A
Finishers: N/A
Refers To Fans As: N/A
Extras
Trivia: Nothing of Note
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Napoli diventa capitale della mobilità internazionale degli studenti
Napoli ospiterà per la prima volta l’Annual Joint Meeting of the ENIC and NARIC Networks, il convegno annuale dei centri che si occupano del riconoscimento dei titoli di studio afferenti alle reti ENIC-NARIC. Giunto alla sua 31° edizione, l’evento internazionale rappresenta il principale incontro dell’anno per discutere delle misure volte a promuovere la mobilità degli studenti in tutto il mondo, uno degli strumenti prioritari per la formazione degli studenti, per consentire loro di apprendere competenze preziose e ampliare i propri orizzonti. Mobilità internazionale degli studenti L’organizzatore dell’incontro di quest’anno è CIMEA, Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche, l’ente italiano parte delle reti ENIC – NARIC, che per la terza volta nella storia del convegno porta l’evento in Italia. Quest’anno, in occasione dei 40 anni di CIMEA, il centro ha scelto proprio Napoli come città ospitante. Una scelta per niente casuale: il 2024 infatti è l’anno dell’800esimo anniversario dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Si è voluto, quindi, celebrare la città che ha dato i natali a una delle università più prestigiose in Italia, la prima ad esser stata fondata da un Imperatore, nonché una delle università pubbliche più antiche del mondo. Le parole di CIMEA “Napoli da 800 anni rappresenta una delle culle della cultura accademica e la ricorrenza dell’anniversario dell’Università degli Studi di Napoli Federico II è per noi l’occasione ideale per enfatizzare il ruolo che questa città ha nel promuovere la formazione superiore in Italia e nel mondo” ha dichiarato Luca Lantero, Direttore Generale di CIMEA. “Come CIMEA da sempre ci facciamo portavoce dell’etica e dei valori accademici, tra cui quello della mobilità internazionale degli studenti, per questo siamo orgogliosi di ospitare per la terza volta in Italia il convegno e dar risalto alle misure messe in campo dal nostro Paese per accogliere quanti più studenti internazionali nelle nostre università. L’incontro costituisce un’opportunità per scambiare le buone prassi sul riconoscimento dei titoli di studio esteri, a vantaggio sia degli studenti internazionali che vogliono proseguire il percorso di studi da noi, sia degli studenti italiani che invece vogliono frequentare università all’estero”. Incontri Nei tre giorni dell’incontro, la capitale partenopea diventerà un vero e proprio crocevia di centinaia di delegati internazionali, che potranno discutere del ruolo cardine del riconoscimento delle qualifiche come strumento di inclusione e promozione della mobilità, in una cornice del tutto eccezionale, che va dal Complesso Monumentale Donna Regina, luogo in cui prenderanno il via i lavori, al Centro Congressi Federico II, che ospiterà l’intero convegno, fino alla Galleria Borbonica, l’esclusiva location in cui festeggiati i 40 anni di CIMEA e della rete NARIC. Foto di Gerd Altmann da Pixabay Read the full article
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La Parthenope di Sorrentino Napoli tra mito e realtà Note di Federico Berti La Parthenope di Paolo Sorrentino presentata alla 77ª edizione del Festival di Cannes, pur ispirandosi al personaggio storico/mitologico della regina greca o della sirena pre-ellenica, è ambientato in realtà nel presente. Protagonista una donna che interagisce con una serie di personaggi del
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