#Luigi I di Napoli
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Joan I, Queen of Naples and Louis, Prince of Taranto. Engraving from 1842 in Histoire des popes by Maurice Lachatre.
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Regina Giovanna I d'Angiò in sposa a Luigi di Taranto
Giovanna I d'Angiò e Luigi di Taranto, opera del XIV secolo, di Roberto d'Oderisio, conservata nella chiesa di Santa Maria Incoronata, Napoli.
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A Roma un uomo è finito in carcere per un errore dell’intelligenza artificiale di un sistema di riconoscimento facciale collegato a una telecamera di una gioielleria (1). A Milano il comune vuole acquistare un sistema di intelligenza artificiale per individuare e multare chi usa lo smartphone mentre guida (2). A Napoli una testata giornalistica ha sottoposto ChatGpt a una prova di dialetto napoletano concludendo che il software ha svolto il lavoro in modo più che sufficiente (3). A Milano alcuni giornalisti hanno usato l’intelligenza artificiale per realizzare un’intervista virtuale con il ciclista Luigi Ganna, morto nel 1957, il quale si è rammaricato per non aver potuto usare le attuali biciclette tecnologiche (4). A San Benedetto del Tronto (Ascoli) un esperto di economia ittica ha avvisato i pescatori che l’intelligenza artificiale troverà da sola le aree di mare più pescose (5). In una scuola di Lecco è partito un progetto per usare in classe l’intelligenza artificiale (6) fornita da Google (7). In una scuola di La Spezia un professore si è accorto che dal controsoffitto cadevano calcinacci e ha fatto evacuare l’aula, dove subito dopo il controsoffitto è crollato (8). A Roma una scuola dell’infanzia è stata chiusa per la presenza di serpenti e topi (9). A Lecce durante un incontro scuola-famiglia una donna ha preso a pugni una professoressa perché riteneva che avesse dato al figlio un voto troppo basso (10). In una scuola di Carrara uno studente di 15 anni ha salvato la vita di una bidella che stava per essere soffocata da una merendina praticandole una manovra appresa dalla madre infermiera (11). Alle isole Tremiti (Foggia) la scuola elementare ha riaperto dopo vent’anni grazie a una maestra precaria che ha accettato l’incarico (12) trasferendosi in un paese di 131 abitanti (13). A Trapani il 10,47 per cento dei ragazzi non finisce gli studi, facendo della città siciliana quella con la più alta dispersione scolastica in Italia (14). In Abruzzo l’84 per cento dei ginecologi degli ospedali pubblici non pratica l’interruzione di gravidanza, facendo della regione quella dove è più difficile abortire in Italia (15). A Perugia una donna ha denunciato di aver vissuto un’odissea girando per tre diverse strutture sanitarie per ottenere l’interruzione di gravidanza (16). A Torino c’è stata una manifestazione di donne contro la cosiddetta “stanza dell’ascolto” dell’ospedale Sant’Anna dove gli antiabortisti cercano di convincere le donne a non interrompere la gravidanza usando a questo scopo soldi pubblici (17). A Rapallo (Genova) un uomo che non aveva ottenuto l’eutanasia si è tolto la vita acquistando un kit per il suicidio sul dark web (18). A Vicenza un uomo con un grave tumore ha rivelato di essere andato in Svizzera per ottenere cure palliative con l’Lsd (19) e l’Associazione Coscioni ha chiesto che le terapie psichedeliche vengano autorizzate anche in Italia (20). A Vernio (Prato) una donna di 82 anni ha soffocato con un cuscino il marito malato di Alzheimer (21). Nell’ospedale di Baggiovara (Modena) è in corso l’Alzheimer fest che prevede momenti di svago e la cena finale “Non ti scordar di me” (22). A Bergamo per la Festa dei nonni i gelatai hanno regalato agli ospiti delle rsa centinaia di coni e coppette con un gusto a basso indice glicemico (23). A Peschici (Foggia) una gelateria ha iniziato a proporre il gusto alle cime di rape perché è adatto all’autunno (24). A Milano gli operatori della moda hanno convenuto che quest’autunno bisogna avere nell’armadio almeno un capo bordeaux (25), giacche in stile navajo (26) e cardigan da abbinare ai jeans (27), mentre per quanto riguarda il beauty il rossetto dev’essere color vinaccia o castagna (28). [...]
[...] Continua su: L’innocente arrestato dall’intelligenza artificiale e altre storie - Internazionale
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Virna Lisi by Truus, Bob & Jan too! Via Flickr: Italian postcard by Rotalcolor / Rotalfoto, Milano, no. N 63. Seductive Italian actress Virna Lisi (1936-2014) appeared in more than 100 film and TV productions and was internationally best known as a tempting blue-eyed blonde in Hollywood productions of the 1960s. But she proved to be more than a pretty face. Later she had a career Renaissance with three-dimensional character parts in various Italian and French. A triumph was her portrayal of a malevolent Catherine de Medici in La Reine Margot (1994) for which she won both the David di Donatello and the César awards. Virna Lisi was born as Virna Lisa Pieralisi in Ancona, Italy in 1936. Her brother, Ubaldo, later became a talent agent. Her sister was actress Esperia Pieralisi. Virna began her film career as a teenager. Two Neapolitan producers (Antonio Ferrigno and Ettore Pesce) discovered her in Paris. Her debut was in La corda d'acciaio/The Line of Steel (Carlo Borghesio, 1953-1958). Initially, she did musical films, like in E Napoli canta/Napoli Sings (Armando Grottini, 1953) and the successful four-episode film Questa è la vita/Such is Life (Luigi Zampa a.o., 1954), with the popular Totò. Her looks were more valued than her talent in some of her early films, like in Le diciottenni/Eighteen Year Olds (Mario Mattoli, 1955) with Marisa Allasio, and Lo scapolo/The Bachelor (Antonio Pietrangeli, 1955) with Alberto Sordi. She incarnated more demanding roles in Il cardinale Lambertini/Cardinal Lambertini (Giorgio Pastina, 1954) opposite Gino Cervi, La Donna del Giorno/The Doll That Took the Town (Francesco Maselli, 1956), the Peplum Romolo e Remo/Duel of the Titans (Sergio Corbucci, 1961) featuring musclemen Steve Reeves and Gordon Scott as the two legendary brothers, and Eva/Eve (Joseph Losey, 1962) starring Jeanne Moreau. In the late 1950s, Lisi played on stage at the Piccolo Teatro di Milano, and appeared in 'I giacobini' by Federico Zardi, under the direction of Giorgio Strehler. During the 1960s, Lisi played in stage comedies and she also participated in some very popular dramatic television productions. On TV, she also promoted a toothpaste brand, with a slogan which would become a catchphrase amongst the Italians: "con quella bocca può dire ciò che vuole" (with such a mouth, she can say whatever she wants). In the 1960s, Hollywood producers were looking for a successor to Marilyn Monroe and so Virna Lisi made a dent in Hollywood comedies as a tempting blue-eyed blonde. She first starred opposite Jack Lemmon in George Axelrod’s satirical How to Murder Your Wife (Richard Quine, 1965). At IMDb, reviewer Mdantonio takes his hat off for her performance: “What most everyone fails to mention in the comments is the incredible skill of Virna Lisi. She is a natural mixing it up with Lemmon, (Claire) Trevor and the other veterans like she had been making movies for years. I have watched many movies in my day and I must say that Virna Lisi is right at the top, not only in beauty and sexuality but in carrying her role as good as anyone else could have. Ms. Lisi, my hat is off to you.” She also gained attention with the March 1965 cover of Esquire magazine on which she was shaving her face. The following year she appeared in another comedy, Not with My Wife, You Don't! (Norman Panama, 1966), now with Tony Curtis. She also starred with Frank Sinatra in Assault on a Queen (Jack Donohue. 1966), with Rod Steiger in La Ragazza e il Generale/The Girl and the General (Pasquale Festa Campanile, 1967), and twice with Anthony Quinn, in the war drama La vingt-cinquième heure/The 25th Hour (Henri Verneuil, 1967), and The Secret of Santa Vittoria (Stanley Kramer, 1969). To overcome her typecasting as a sexy, seductive woman, Lisi sought new types of roles and found these in such Italian comedies as Le bambole/Four Kinds of Love (Dino Risi a.o., 1965), Signore & signori/The Birds, the Bees and the Italians (Pietro Germi, 1966) and Le dolci signore/Anyone Can Play (Luigi Zampa, 1968), and Roma bene (Carlo Lizzani, 1971) with Senta Berger. At AllMovie, Robert Firsching reviews Signore & signori: “Pietro Germi's funny anthology combines the standard sex comedy format with some unexpectedly subtle observations about village life. The film centers on three stories exposing the sexual secrets of the Italian town of Treviso. (...) Signore e Signori won the Best Film award at the 1966 Cannes Film Festival.” In the early 1970s, Virna Lisi decided to focus on her family, husband Franco Pesci and her son Corrado, born in 1962. In the later 1970s, she had a career renaissance with a series of major Italian films, including the Nietzsche biography Al di là del bene e del male/Beyond Good and Evil (Liliana Cavani, 1977) starring Dominique Sanda, Ernesto (Salvatore Samperi, 1979), La cicala/The Cricket (Alberto Lattuada, 1980), and I ragazzi di via Panisperna/The Boys of the Via Panisperna (Gianni Amelio, 1989) with Andrea Prodan and Mario Adorf. Prodan’s brother Luca is the singer of an Argentinean band, which later made a song for Lisi. A Brazilian rock band, Virna Lisi, is even named after her. Her greatest triumph was the French film La Reine Margot (Patrice Chéreau, 1994) in which Lisi played a malevolent Catherine de Medici, ordering assaults, poisonings, and instigations of incest. Karl Williams writes at AllMovie about the film: “The historical novel by Alexandre Dumas was adapted for the screen with this lavish French epic, winner of 5 Césars and a pair of awards at the Cannes Film Festival. Isabelle Adjani stars as Marguerite de Valois, better known as Margot, daughter of scheming Catholic power player Catherine de Medici (Virna Lisi).” For her magnificent portrayal, Lisi won not only the César and Best Actress award in Cannes but also the David di Donatello award, the Italian equivalent of the Oscar. From the late 1990s on, she did several successful dramatic TV productions, including L'onore e il rispetto/Honour and Respect (Salvatore Samperi, 2006) with Gabriel Garko and Giancarlo Giannini. In 2002, Lisi starred in Il più bel giorno della mia vita/The Best Day of My Life (Cristina Comencini, and her final film was Latin Lover (Cristina Comencini, 2015), which was posthumously released. In 2014, she passed away in Rome at the age of 78. Virna Lisi was married to architect Franco Pesci and they had three grandchildren: Franco, Federico and Riccardo. Sources: Hal Erickson (AllMovie), Gary Brumburgh (IMDb), Glamour Girls of the Silver Screen, Wikipedia and IMDb. And, please check out our blog European Film Star Postcards.
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Basta una parola
Scriveva Abatelunare, una decina di giorni fa, che spesso leggendo un libro si imparano delle parole nuove, e faceva riferimento a un toscanismo: costassù, trovato in una vecchia versione de Il ragazzo di Sycamore di Erskine Caldwell.
A me occorre poco, appena una parola, per impantanarmi in una serie di percorsi da cui poi faccio fatica a uscire; così è stato anche questa volta.
Infatti, in sintesi:
Da toscano conosco e uso la parola costassù, così come anche gli altri avverbi costì, costà, costaggiù; ricordo bene come, una decina di anni fa, me ne chiese il significato una collega, di madrelingua inglese, da poco arrivata a Siena.
Più di recente, saranno passati tre o quattro anni, durante una lettura condivisa de La vita agra del grossetano Luciano Bianciardi, le due amiche con cui leggevo, una di origine siciliana ma da anni a Napoli, l'altra veneta, mi chiesero lumi su due strane parole in cui si erano imbattute in quel testo: costì e costassù.
Ho chiesto ad Abatelunare chi avesse tradotto il libro, sospettando appunto un toscano, e mi ha indicato Marcella Hannau. Il mio sospetto era ben fondato, anche se non corretto, perchè la Hannau era nata a Trieste ma ha avuto frequentazione lunga e anche intima con la Toscana.
Le ricerche fatte mi hanno portato subito in ambiente fiorentino; la Hannau, traduttrice dall'inglese di oltre una settantina di libri, figlia di uno stakholder della Standard Oil, di famiglia ebraica, sposò molto giovane [nel 1921] Corrado Pavolini, nato a Firenze: regista, drammaturgo, critico letterario, poeta, librettista e traduttore. Corrado era figlio del professor Paolo Emilio, traduttore e docente universitario di Sanscrito, nato a Livorno da padre dell'isola d'Elba. La coppia frequentava l'ambiente culturale italiano del tempo: ci sono ad esempio foto degli anni '30, sulla spiaggia di Castiglioncello, sempre in Toscana (Livorno) in compagnia di Luigi Pirandello, Nicola De Pirro, Marta Abba, Maria Stella Labroca e Silvio D'Amico; le due famiglie, Hannau e Pavolini, frequentavano spiaggia, locali e ville di amici nella zona, già dalla fine degli anni 10 dello scorso secolo.
Corrado Pavolini era il fratello del gerarca fascista Alessandro, Ministro della Cultura Popolare e segretario del Partito Fascista.
Alessandro si rifiutò di aiutare il fratello e la cognata Marcella nel momento della promulgazione delle leggi razziali e Corrado e Marcella scapparono a Cortona (Arezzo) rifugiandosi nella villa dell'amico Debenedetti. A Cortona trovarono un buon nascondiglio anche gli Hannau, i genitori di Marcella, a cui offrì riparo il Vescovo, Monsignor Franciolini, direttamente nella sua abitazione.
Cortona piacque così tanto alla coppia Pavolini-Hannau che fecero della villa "del Bacchino" un loro punto di riferimento a guerra finita e poi, dal 1961, la loro residenza. Ecco come, con tutte queste frequentazioni toscane, la Hannau abbia potuto utilizzare parole ancora in uso nell'italiano del tempo, adesso segnalate dalla Treccani come semplici "toscanismi" vista la loro odierna più ristretta circolazione.
Restano da citare, in questi miei giri intorno alla coppia, due notiziuole "rosa": l'infatuazione per Corrado Pavolini, prima da parte di Anna Maria Ortese, poi di una sua carissima amica, Helle Busacca. [Interessante e rivelatrice questa pagina di Dario Biagi]. Su questo ramo della ricerca mi sono fermato, perché infiniti altri percorsi mi si sono aperti, relativi ai personaggi della cultura italiana dell'epoca e dei loro rapporti di amicizia, rivalità od odio.
Nonostante le ricerche sul web, non sono riuscito a trovare informazioni certe sulle date di nascita e di morte di Marcella Hannau; ho pensato allora di utilizzare il Copilot di Microsoft Bing. L'Inintelligenza Artificiale si è data da fare ma le date che cercavo non me le ha recuperate; in compenso ha tratteggiato un profilo, sintetico ma efficace, del marito Corrado. Peccato, però, che, da brava Inintelligenza, si sia confusa e abbia scritto i dati relativi ad Alessandro Pavolini, il gerarca titolare del MinCulPop e Segretario del Partito Nazionale Fascista, che fu processato per collaborazionismo, fucilato e poi esposto, insieme a Mussolini e alla Petacci, a Piazzale Loreto...
*Aggiornamento del 29/03/2024: Corrado Pavolini e Marcella Hannau riposano ora l'uno accanto all'altra nel piccolo cimitero del Torreone al sommo della collina di Cortona.
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La protesta di Vincenzo De Luca di venerdì 16 febbraio a Roma contro l'autonomia differenziata (,,,) è tecnicamente fallita. (...) Se lo scopo era denunciare i danni (...) dell'autonomia differenziata nei confronti della Campania e di tutto il Sud Italia, è miseramente naufragato: in piazza c'era l'ego di De Luca, c'era la sua sola voce.
De Luca ha fatto e disfatto, si messo davanti al corteo, ha sbraitato alle forze dell'ordine «dovete caricarci! Dovete ucciderci! Da qui non ce ne andiamo!». E poi è andato via. È andato davanti al ministero del Sud e ha chiesto che qualcuno lo ricevesse. «Fate rispondere quei conigli!». Ma nessuno ha risposto.
Si è preso il più sprezzante degli insulti da una presidente del Consiglio che lo ha declassato ad agit prop: «Pensi a lavorare». Si è stizzito e gli ha riposto (pur senza sapere di essere ripreso dalle telecamere di La7) con un «Lavora, stronza!» che ha fatto la gioia di Tiktok ma che non è servito a niente. Un insulto puro, senza costrutto. Domenico Giordano, data analyst di Arcadiacom.it, numeri alla mano mostra come nelle discussioni in Rete ieri «la stronza ha divorato la protesta». (...) Che mancava? Ma è ovvio: la voce dei sindaci che Vincenzo De Luca, preponderante, ha totalmente oscurato. In piazza c'era un De Luca vs. resto del mondo, non a caso il sindaco della città capoluogo, Gaetano Manfredi, primo cittadino di Napoli, ha disertato. Assomigliava molto ad una di quelle proteste alla Luigi De Magistris, l'ex sindaco che in un decennio ha totalmente isolato la città che amministrava. (...)
Dunque ieri De Luca ha scoperto le sue carte e aveva in mano poco meno di niente. Perché non è coordinato col Partito Democratico (...), si sente il lider maximo ma è solo un orbo in una terra di ciechi, la Campania. (...)
Fuoco amico da fanpage, non La Padania che non c'é più, https://www.fanpage.it/napoli/troppo-ego-troppi-insulti-ecco-perche-la-protesta-di-vincenzo-de-luca-a-roma-e-fallita/
De Luca fa il terronista. Grazie per aver legittimato l'autonomia differenziata: per lui e per chi non l'ha capito e crede di poter campare a sbafo per sempre, é l'unica strada sensata per tentare di tenere unita una accozzaglia eterogenea, ricca solo e in soverchiante abbondanza delle sue diversità interne.
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Napoli - Francesco Laurana - Maschio Angioino - Arco trionfale - 1479
Fondata dai Greci di Cuma, i sovrani che nei secoli si sono susseguiti sul trono di Napoli sono stati:
i Normanni:
- Ruggero I d’Altavilla conquistò la Sicilia nel 1091;
- Ruggero II (1130 - 1154): fu il primo re di una Sicilia multietnica e multireligiosa avendo accorpato in un unico regno tutti i possedimenti normanni nell’Italia Meridionale conquistando Napoli nel 1137;
- Guglielmo I (1154 - 1166)
- Guglielmo II (1166 - 1189): eresse il Duomo di Monreale;
- Tancredi (1189 - 1194)
- Guglielmo III (1194)
- Costanza d’Altavilla (1194 - 1197)
gli Svevi:
- Federico II (1198 - 1250) Stupor Mundi: a Napoli istituì l’università nel 1224;
- Corrado (1250 - 1254): dovette confrontarsi con il potere del fratellastro Manfredi;
- Corradino (1254 - 1258): fu sconfitto nella battaglia di Tagliacozzo e fatto imprigionare a Castel dell’Ovo e decapitare da Carlo d’Angiò nella piazza del mercato a Napoli, poi sepolto nella vicina Chiesa del Carmine. La dinastia degli Svevi scomparve con la morte di Manfredi nel 1266.
gli Angioini:
- Carlo I (1266 - 1285): fratello di Luigi IX il Re Santo, Conte d’Anjou, ricevette in vassallaggio la Sicilia e Napoli dal Papa che difese dagli Hohenstaufen. Edificò il Maschio Angioino, con uno stile che richiama il castello di Avignone, nel 1282;
- Carlo II (1285 - 1309): dovette rinunciare al trono di Sicilia dopo la rivolta dei Vespri Siciliani nel 1302;
- Roberto I (1309 - 1343): figlio di Maria d’Ungheria sepolta nella Chiesa di Donnaregina, fu apprezzato da Petrarca e amante della cultura e delle lettere;
- Giovanna I (1343 - 1382): fu fatta assassinare dal ramo di Durazzo degli angioini e le succedette
- Carlo (1382 - 1386)
- Ladislao (1386 - 1414)
- Giovanna II (1414 - 1435)
- Renato I (1435 - 1442)
gli Aragonesi:
- Alfonso I d’Aragona (1442 - 1458): sconfisse Renato d’Angiò e unì il tono di Napoli a quello di Sicilia e ai possedimenti della Sardegna e della Spagna occidentale. Combattè contro Milano e Genova e dotò il Maschio Angioino dell’attuale arco di trionfo;
- Ferdinando I detto Ferrante (1458 - 1494): all’inizio del suo regno dovette fronteggiare la rivolta angioina e successivamente sedò la rivolta dei baroni e si alleò con gli Sforza contro il re di Francia Carlo VIII d’Angiò. Del suo tempo la Chiesa del Gesù Nuovo;
- Alfonso II: sposò Ippolita Maria Sforza, ma dovette abdicare a causa della calata di Carlo VIII;
- Ferrandino (1494 - 1496)
- Federico I (1496 - 1503) durante il cui regno vi fu la conquista e poi la cacciata di Luigi XII re di Francia;
- Ferdinando III (1504 - 1516) dopo il quale il Regno di Napoli fu incluso in quello di Spagna prima sotto la casata degli Asburgo (con la breve parentesi della Repubblica di Masaniello fra il 1647 e il 1648) poi sotto quella dei Borbone (1700 - 1713) ed ancora sotto quella degli Asburgo d’Austria (1713 - 1734).
i Borboni:
- Carlo I (1734 - 1759): già Duca di Parma, conquistò e riunificò il Regno delle Due Sicilie anche grazie alla madre Elisabetta Farnese, seconda moglie del re di Spagna, che da Madrid influenzò la prima parte del suo regno. Riformò con Bernardo Tanucci l’amministrazione, promosse la musica (fondò il Teatro di San Carlo nella patria di Paisiello e Pergolesi), l’arte (promosse la ceramica di Capodimonte, fece costruire al Vanvitelli la reggia di Caserta del 1751 e quella che oggi è Piazza Dante oltre alla Reggia di Capodimonte dove installò la collezione Farnese) e sostenne gli scavi a Pompei ed Ercolano che iniziarono nel 1738);
- Ferdinando (1759 - 1799 e 1816 - 1825): sposò una figlia di Maria Teresa d’Austria, Maria Carolina che lo allontanò dall’influenza spagnola di Bernardo Tanucci, promosse la Marina Militare (nel 1787 fu fondata la Nunziatella), ma dovette subire una rivoluzione filo-francese (Eleonora Fonseca Pimentel, Mario Pagano, …) nel 1799 contrastata dal Cardinale Ruffo e da Fra Diavolo e la conquista napoleonica che insediò Giuseppe Bonaparte dal 1806 al 1808 e Gioacchino Murat dal 1808 al 1815 prima di diventare, con il Congresso di Vienna, Re delle Due Sicilie ed essere sepolto al Monastero di Santa Chiara;
- Francesco (1825 - 1830)
- Ferdinando II (1830 - 1859): fondò la prima ferrovia d’Italia (1839), ma fu reazionario e soprannominato il Re Bomba per come represse i moti rivoluzionari del 1848 a Messina;
- Francesco II (1859 - 1861): era figlio di Ferdinando II e di Maria Cristina di Savoia e sposò la sorella di Sissi, Maria Sofia di Baviera.
Con l’Unità, Napoli confluì nel Regno d’Italia: ecco perché la statua di Vittorio Emanuele II è presente a Palazzo Reale.
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Il 18 settembre 1345, da Visegrad ad Aversa, passando per Muro Lucano per finire a San Pietroburgo, su di un dipinto sbagliato.
Per spiegare il giro mi farò aiutare da Wikipedia.
Andrea d'Angiò, meglio noto come Andrea D'Ungheria, aveva solo sei anni quando "venne fatto sposare" alla lontana parente Giovanna, nipote e unica discendente di Roberto d'Angiò, re di Napoli. Lo scopo perseguito era chiaro a tutti: le nozze avrebbero dovuto riunire i due rami del casato angioino, per mettere fine alla contesa dinastica sulla Corona di Napoli.
Il giovane Andrea crebbe così alla corte napoletana all'ombra di Roberto d'Angiò, pronto a succedergli unitamente alla altrettanto giovane moglie.
Nel 1343, Roberto d'Angiò, però, lasciò solamente alla nipote Giovanna la Corona del «Regno», nonostante le recriminazioni del ramo ungherese.
A quel punto iniziarono varie congiure famigliari, tra i vari discendenti della dinastia angioina, con il coinvolgimento della Santa Sede, di cui il Regno di Napoli era vassallo, per far riconoscere o meno il titolo di «Re» ad Andrea.
Diatribe dinastiche che andarono avanti fino al 1345, quando papa Clemente VI giunse alla conclusione di far incoronare come sovrani entrambi gli sposi: per Andrea il titolo sarebbe stato puramente onorifico, dato che il potere di governo sarebbe rimasto nelle mani della regina Giovanna I.
Poco prima che la decisione fosse resa nota, però, accadde qualcosa: la notte del 18 settembre 1345, al termine di una giornata passata a caccia, il principe venne aggredito mentre si allontanava dalle proprie stanze.
Un folto gruppo di nobili napoletani strinse una corda attorno al suo collo scaraventando il suo corpo giù da una finestra.
Si racconta che le sue urla disperate furono del tutto ignorate dalla regina Giovanna.
Quest'ultima ottenne così il trono in solitaria ma non ottenne la pace, né per sé stessa che per il suo reame.
Luigi I d'Ungheria, fratello di Andrea, portò la guerra fino alle soglie della corte reale, comandando due invasioni del Regno di Napoli.
La responsabilità diretta della sovrana nella morte di Andrea non fu mai provata (e fu esclusa da una sorta di processo tenuto dal papa ad Avignone), ma non bastò.
Trentasette anni dopo, il 12 maggio 1382, dei sicari inviati da Carlo di Durazzo raggiunsero Giovanna nella fortezza di Muro Lucano, dov'era stata nel frattempo rinchiusa, e la uccisero.
Come disse qualcuno, la vendetta è un sentimento che vanta gradi di nobiltà.
Abbiamo, quindi, Visegrad - dove nacque presumibilmente Andrea - e Muro Lucano -dove morì Giovanna-.
Mancano all'appello San Pietroburgo e Aversa.
Rimediamo subito.
La vicenda, famosa nel resto d'Europa ma poco ricordata dalle nostre parti, fu oggetto di un particolare "revival" nell'Ottocento come dimostra quest'opera di Karl Pavlovič Brjullov, pittore romantico, che volle immortalare il momento cui lo sventurato veniva defenestrato.
È un acquerello intenso, nei colori e nelle gestualità ritratte, ma è un acquerello storicamente inesatto.
Sullo sfondo, in basso a sinistra, si nota un vulcano e una spiaggia, come se l'uccisione dell'erede al trono fosse avvenuta a Napoli (o nelle immediate vicinanze).
La congiura, invece, fu portata a termine ad Aversa: Andrea di Ungheria fu scaraventato giù da una finestra del castello angioino che sorgeva là dove oggi vi è la Chiesa della Madonna di Casaluce, su via Roma.
In pieno centro cittadino.
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E la Nave Va (And the Ship Sails On) 1983- Federico Fellini
TONINO GUERRA FEDERICO FELLINI
1914 . PIROSCAFO GLORIA N. MOLO 10 PORTO DI NAPOLI
ANDREA ZANZOTTO FRANCO CRISTALDI
Fotografia Giuseppe Rotunno Montaggio Ruggero Mastroianni Effetti speciali Adriano Pischiutta, Valeriano Trubbiani Musiche Gianfranco Plenizio Scenografia Dante Ferretti, collaboratore Valeriano Trubbiani[2] Costumi Maurizio Millenotti
Freddie Jones: Orlando Barbara Jefford: Ildebranda Cuffari Victor Poletti: Aureliano Fuciletto Peter Cellier: Sir Reginald Dongby Elisa Mainardi: Teresa Valegnani Norma West: Lady Violet Dongby Paolo Paoloni: Maestro Albertini Sara Jane Varley: Dorotea Fiorenzo Serra: Granduca di Harzock Pina Bausch: Principessa Lherimia Pasquale Zito: Conte di Bassano Antonio Vezza: Comandante della nave Roberto De Leonardis Luigi Uzzo: Ufficiale di bordo Philip Locke: Primo ministro conte von Huppenback Colin Higgins: Capo della polizia Janet Suzman: Edmea Tetua Vittorio Zarfati: 2º maestro Ruberti[1] Fred Williams: Sabatino Lepori Ugo Fangareggi: barista Doppiatori italiani Ferruccio Amendola: Orlando Rita Savagnone: Ildebranda Cuffari (dialoghi) Mara Zampieri: Ildebranda Cuffari (canto) Alessandro Haber: Aureliano Fuciletto Oreste Lionello: Sir Reginald Dongby/Capo della polizia Giancarlo Sbragia: Maestro Albertini Massimo Giuliani: Conte di Bassano Sergio Rossi: Comandante della nave Roberto De Leonardis Pino Colizzi: Sabatino Lepori E la nave va è un film del 1983 diretto da Federico Fellini. 1914: il piroscafo "Gloria N." salpa dal molo n. 10 di un non meglio definito porto di Napoli con a bordo le ceneri della "divina" cantante lirica Edmea Tetua. Meta della crociera: l'isoletta di Erimo nel Mar Egeo, nelle cui acque - per ottemperare alle ultime volontà del soprano - le ceneri dovranno essere sparse.
A bordo della nave, celebrità varie, nobili e amici della defunta artista, descritti con un'ironia comprensiva e impietosa al tempo stesso dal giornalista Orlando, a bordo per redigere una cronaca dell'evento. A bordo è presente persino un rinoceronte, ammalato di tristezza d'amore, che saltuariamente viene visitato dai passeggeri.
Il corso della Storia irrompe però con forza: a Sarajevo il granduca Ferdinando è ucciso e scoppia la prima guerra mondiale; contemporaneamente, il comandante della nave si trova costretto a dover soccorrere dei naufraghi serbi.
In vista della meta, il piroscafo italiano incrocia una corazzata austriaca e viene colpito ed affondato.
Nell'ultima scena il giornalista Orlando informa il pubblico del fatto che i passeggeri non sono tutti morti[3]:
Un idrovolante ha recuperato i superstiti della scialuppa Aurora [...] La scialuppa Stella del nord è miracolosamente arrivata ad Ancona [...] Per quanto mi riguarda io ho una grande notizia da darvi: Lo sapevate che il rinoceronte dà un ottimo latte?
Nel dir questo il giornalista si scherma le labbra con la mano per non farsi sentire dal rinoceronte, il secondo passeggero della barca, che finalmente sereno, mangia un ciuffo d'erba.
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Info Main Bola Hasil Liga Italia 2024-2025 Semalam: Venezia vs Inter Milan 0-1, Napoli Hantam Hellas Verona 2-0
HASIL Liga Italia 2024-2025 semalam sudah diketahui. Dua tim besar yakni Inter Milan dan Napoli meraih kemenangan. Sedangkan AS Roma ditahan Bologna.
Sebanyak empat pertandingan giornata 20 digelar pada Minggu 12 Januari 2025. Inter Milan menghadapi Venezia, Bologna menjamu AS Roma, dan Napoli jumpa Hellas Verona.
Jay Idzes beraksi di laga Venezia FC vs Inter Milan (Foto: X/@SerieA_EN) Inter Milan meraih kemenangan di laga kontra Venezia. Bertandang ke Stadion Pier Luigi Penzo, I Nerazzurri mengemas poin penuh dengan skor 1-0.
Di laga ini, bek Timnas Indonesia Jay Idzes membantu Venezia FC membangun pertahanan kokoh. Sayangnya, Inter tetap bisa meraih kemenangan berkat gol tunggal Matteo Darmian (16’).
Pada laga lain, Bologna bermain 2-2 dengan AS Roma. Tuan rumah mencetak gol via Thijs Dallinga (61’) dan Lewis Ferguson (65’) sedangkan tim tamu menyamakan skor lewat Alexis Saelemaekers (58’) dan Artem Dovbyk (90+8’).
Pemuncak klasemen, Napoli, memanfaatkan hasil seri yang diraih Atalanta saat menjamu Udinese dengan skor 0-0. Anak asuh Antonio Conte mengalahkan tamunya Hellas Verona dengan skor 2-0!
Dua gol tuan rumah dicetak bunuh diri Lorenzo Montipo (5’) dan Andre-Franck Zambo Anguissa (61’). Kemenangan itu membuat poin Napoli menjadi 47 dari 20 laga.
Sementara, posisi dua dihuni Inter Milan dengan 43 angka dari 18 pertandingan. Atalanta menyusul di tangga ketiga dengan nilai 42 dari 19 laga.
Berikut Hasil Liga Italia 2024-2025 Semalam:
Genoa 1-0 Parma
Venezia FC 0-1 Inter Milan
Bologna 2-2 AS Roma
Napoli 2-0 Hellas Verona
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Reggia di Caserta
La Reggia di Caserta, situata nella meravigliosa "Campania Felix", è stata progettata dall'architetto Luigi Vanvitelli nel 1752 per volere del re Carlo di Borbone. Questo imponente Palazzo Reale di Caserta, con i suoi oltre 1.200 vani e 1.742 finestre, è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1997 ed è considerato uno dei più importanti esempi di architettura barocca in Italia. Scoprite la storia affascinante della Reggia Caserta, dalle sue origini reali alle numerose vicende che ne hanno segnato il passato, e preparatevi ad essere immersi in un'atmosfera di eleganza e grandiosità senza tempo.
La reggia di Caserta è una residenza reale, storicamente appartenuta ai Borbone delle Due Sicilie, ubicata a Caserta. Voluta da Carlo di Borbone, la posa della prima pietra, che diede l'avvio ai lavori di costruzione, si ebbe il 20 gennaio 1752, su progetto di Luigi Vanvitelli: a questo seguirono il figlio Carlo e altri architetti. La reggia venne conclusa nel 1845.
Assieme all'acquedotto Carolino e al belvedere di San Leucio, è stata inserita dall'UNESCO, nel 1997, nella lista dei patrimoni dell'umanità. Costituisce, inoltre, uno dei musei statali italiani, a cui, nel 2016, è stata concessa l'autonomia speciale dal Ministero della cultura.
Nel 2023 la Reggia di Caserta ha fatto registrare 1 028 292 visitatori.
Campania Felix è una antica denominazione con cui spesso, ancora adesso, si fa riferimento alla regione di cui Napoli è capoluogo. Tradotto dal latino questo nome vuol dire Campania Felice, oppure Fortunata. Il significato di questa denominazione è però ben più ampio di quello strettamente letterale e ha un'origine antichissima che forse non tutti conoscono.
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Con ordine: è mezzogiorno, i marciapiedi della stazione Termini erano ancora bagnati dalla pioggia mattutina quando il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, insieme con quattro-cinque persone del suo staff salgono sul Frecciarossa 9519 Torino-Salerno. Destinazione, Caivano, fermata Napoli-Afragola. Dove accanto a don Aldo Patriciello, il ministro era atteso per inaugurare un Parco urbano attrezzato, nel giorno della “Festa dell’albero”. Certo, dirà qualcuno, il ministero di Lollobrigida nulla ha a che fare con il “Decreto Caivano” del Governo ma questa è un’altra storia. Lollobrigida era atteso alle 15 ma è in ritardo e non può perdere tempo. «Perché lo aspettavano i cittadini», hanno ripetuto ieri i suoi compagni di partito, a partire dal ministro della Difesa, Guido Crosetto. «Perché doveva correre in tivvù per registrare la sua partecipazione ad Avanti popolo di Nunzia De Girolamo», dicono i maliziosi.
Fatto sta che Lollobrigida sale sul convoglio quando i monitor di Trenitalia, come spesso accade in questo periodo, segnano un ritardo di 7 minuti. Lollobrigida si siede in prima classe e si accorge che qualcosa non va. Appena uscito da Termini, il mezzo inchioda: un guasto sulla linea dell’Alta velocità costringe i treni ad andare sui vecchi binari. Significa che si sarebbe accumulato ritardo su ritardo. Sono passate le 12,45 quando Lollobrigida e il suo staff capiscono che non sarebbero mai potuti arrivare in tempo utile. «Serve un piano B». L’idea è quella di usare l’auto di servizio, ipotesi legittima che avrebbe potuto scegliere già in partenza. Ma era salito su un treno che non prevede fermate intermedie. Che fare quindi?
Qui arriva il pasticcio. Da quello che risulta a Repubblica qualcuno dal treno chiama la segreteria dell’amministratore delegato di Trenitalia, Luigi Corradi, chiedendo una via di uscita. «Siamo a Ciampino, vorremmo scendere qui che qualcuno ci viene a prendere in stazione». La fermata a chiamata non è prevista in nessun protocollo. Può esistere soltanto per gravi motivi di salute dei passeggeri («e anche in questo caso si tende sempre a evitare» spiegano fonti di Rfi) oppure di ordine pubblico. Arrivare in orario a una manifestazione non sembra rientrare in queste due categorie. Fatto sta che qualcuno di Trenitalia chiama il capotreno, che ieri confessava ai colleghi: «Mi hanno chiamato dalla centrale». Spiegando che per ragioni superiori quel treno si doveva fermare. A quel punto dal 9519 avviano la procedura standard: chiamano Rfi, chiedono il via libera tecnico a fermarsi a Ciampino e aprono per tutti le porte: «Abbiamo fatto l’annuncio, chiunque poteva scendere», dicono da Trenitalia. Invece il solo ad approfittare è il ministro, «anche perché è il solo ad avere un’auto blu che lo aspettava…».
Le porte si aprono e si chiudono velocemente, «non c’è stato alcun impatto né sui viaggiatori né sulla circolazione», assicura Trenitalia, senza chiedere scusa a tutti gli altri passeggeri che non sono riusciti nemmeno ad arrivare a Salerno visto che il treno in questione è stato soppresso alla stazione di Napoli, dove è arrivato con 111 minuti di ritardo.
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Sorgenti
Dissonanzen festeggia i suoi 31 anni con Sorgenti, la nuova stagione musicale e rende omaggio al compositore Luigi Nono CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Sorgenti è il titolo che l’Associazione Dissonanzen, che festeggia il suo 31esimo anno di vita, dà alla sua stagione autunnale di concerti, ricchissima di nuovi progetti, di nuove musiche, in costante dialettica tra varie espressioni artistiche…
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MISS TRANS EUROPA 2024 - L’8 E IL 9 SETTEMBRE AL TEATRO TROISI DI NAPOLI
MISS TRANS EUROPA 2024 - L’8 E IL 9 SETTEMBRE AL TEATRO TROISI DI NAPOLI
Si scaldano i motori per la dodicesima edizione di Miss Trans Europa, il concorso di bellezza e portamento con risvolti sociali, ideato ed organizzato da Stefania Zambrano, attrice cinematografica e teatrale, produttrice, influencer, icona del movimento Lgbtqi italiano (gay, lesbiche, trans, queer e gender non conforming e intersessuali), con la fattiva collaborazione di Luigi Papacciuoli, Fabio…
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Governance Poll 2024: i più amati tra i primi cittadini d'Italia
Governance Poll 2024: il sindaco di Parma Michele Guerra (63%) conquista il primo posto tra i sindaci italiani, seguito da Gaetano Manfredi (Napoli, 62%) e Michele De Pascale (Ravenna, 61%). Tra i presidenti di regione, invece, primeggia Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia, 68%), che precede Stefano Bonaccini (Emilia Romagna, 67%) e Luca Zaia (Veneto, 66%). Governance Poll 2024: cos'è? Questi i risultati principali del Governance Poll 2024, la prestigiosa rilevazione condotta da SWG per conto di Quotidiano Nazionale e Sky TG24. Un'analisi approfondita che fotografa il gradimento dei cittadini nei confronti dei loro amministratori locali, offrendo uno spaccato significativo sulla politica italiana a livello regionale e comunale. Guerra, già assessore con Federico Pizzarotti, si posiziona come sindaco più amato, raccogliendo consensi soprattutto per la sua attenzione al welfare e ai servizi ai cittadini. Manfredi, forte del suo background da ministro, ottiene un ottimo risultato a Napoli, apprezzato per l'impegno profuso nel contrasto alla criminalità e nel rilancio della città. De Pascale, invece, si conferma sindaco di grande popolarità a Ravenna, grazie alla sua capacità di gestione e alla sua vicinanza ai cittadini. I presidenti di regione Tra i presidenti di regione, Fedriga consolida il suo primato, confermandosi leader apprezzato per la sua concretezza e il suo pragmatismo. Bonaccini, nonostante il secondo posto, raccoglie un consenso importante in Emilia Romagna, attestandosi come punto di riferimento per il centrosinistra. Zaia, seppur scivolato al terzo posto, mantiene un gradimento elevato in Veneto, grazie alla sua decisa azione durante la pandemia. Altri dati interessanti: - Tra i sindaci, si distinguono Jamil Sadegholva di Rimini (+6,2%) e Luigi Brugnaro di Venezia (+5,9%), che ottengono i maggiori incrementi di gradimento. - Tra i governatori, Eugenio Giani (Toscana) registra una crescita significativa (+4,4%), mentre Roberto Occhiuto (Calabria) e Andrea Marsilio (Abruzzo) guadagnano rispettivamente il 3,9% e il 3,7%. - Le grandi città faticano: Beppe Sala a Milano passa dal primo al 19esimo posto, Stefano Lo Russo a Torino si ferma al 57esimo, mentre Roberto Gualtieri a Roma e Roberto Lagalla a Palermo finiscono penultimi. Governance Poll 2024: un'indagine preziosa per comprendere le opinioni dei cittadini e valutare l'operato degli amministratori locali. Un faro importante per la politica italiana, che offre spunti di riflessione e stimoli per il futuro. Immagine di copertina: DepositPhotos Read the full article
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Jacques-Louis David - Parigi - Malmaison - Napoleone valica il Gran San Bernardo - 1803
Napoleone ha costituito uno spartiacque nella storia d’Italia: la generazione cresciuta sotto il suo dominio ha sviluppato ideali che hanno portato al Risorgimento.
La storia della letteratura italiana, ai cui albori vi è la volgarizzazione del latino soprattutto in chiave goliardica e l’influenza di altre culture (Chretien de Troyes e i minnesanger cortesi) può essere descritta secondo le seguenti tappe.
1059 - Il normanno Roberto il Guiscardo riceve dal Papa il potere sull’Italia meridionale
1077 - Gregorio VII accoglie a Canossa Enrico IV all’apice della lotta per le investiture
1095 - Urbano II lancia la prima crociata, atto di forza politica dopo aver prevalso sull’Impero nella lotta per le investiture.
1168 - Fondazione di Alessandria
1176 - Federico Barbarossa sconfitto a Legnano dai Comuni della Lega Lombarda. Da quel momento l’Italia del Nord, in assenza di sovrani, è territorio dei Comuni.
1189 - Terza crociata con Filippo Augusto di Francia, Enrico I d’Inghilterra e Federico Barbarossa
1202 - Nella quarta crociata, Zara viene assediata a vantaggio di Venezia
1220 - Nipote del Barbarossa e figlio dell’ultima esponente dei Normanni di Sicilia, Costanza d’Altavilla, Federico II è eletto imperatore. Si sviluppa la scuola siciliana (Cielo d’Alcamo, Giacomo da Lentini) in un ambiente di confluenza fra la cultura araba filosofica e scientifica e quella normanna e cavalleresca: l’amor cortese è ideale, non reale.
1224 - Cantico della Creature (San Francesco)
1260 - Nella battaglia di Montaperti, i ghibellini prevalgono sui guelfi a Firenze, ma Farinata degli Uberti impedisce la distribuzione della città.
1266 - Carlo d’Angiò, fratello di Luigi IX, sconfigge Manfredi a Benevento. Gli Angioini dominano l’Italia meridionale.
1277 - dopo la battaglia di Desio, i Visconti a capo del Comune di Milano
1282 - I siciliani, dopo il trasferimento della capitale da Palermo a Napoli, insorgono nei Vespri.
1284 - Pisa è sconfitta da Genova nella battaglia della Meloria
1289 - Con la battaglia di Campaldino sono i guelfi a prevalere a Firenze
1301 - Carlo di Valois, fratello di Filippo il Bello, favorendo i Neri, entra a Firenze. Dopo aver mandato in esilio l’amico Guido Cavalcanti e il cognato Corso Donati, Dante è esiliato a sua volta mentre è a Roma in una ambasceria con Bonifacio VIII. A Firenze domina l’amor gentile (“Tanto gentile e tanto onesta pare”).
1306 - 1321 Divina Commedia
~ Tu sei il mio maestro e il mio autore
~ l’amico mio e non de la ventura
~ nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice ne la miseria
~ divenir del mondo esperto de li vizi umani e del valore
~ loco d’ogni luce muto
~ la gente nova e i subiti guadagni
~ Libertà va cercando ch’è sì cara come sa chi per lei vita rifiuta
~ State contenti, umana gente, al quia; ché se potuto aveste veder tutto, mestier non era parturir Maria
~ facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e sè non giova, ma dopo sè fa le persone dotte
~ Credete Cimabue nella pittura, tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, si che la fama di colui è scura
~ Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale
~ I' mi son un che, quando / Amor mi spira, noto, e a quel modo / ch'e' ditta dentro vo significando
~ O voi ch’avete li ’ntelletti sani, mirate la dottrina che s’asconde sotto ’l velame de li versi strani
1338 - Il Canzoniere (Petrarca), opera che non presenta più l’anelito mistico medioevale della Commedia, ma proprio per questo risulta connotata da una malinconia che segna la fine di un’epoca. L’amore di Petrarca è platonico, incapace di esprimere la vita vera eppure è più partecipato della lezione stilnovista.
~ E veggio ’l meglio, et al peggior m’appiglio
~ Italia mia, benché 'l parlar sia indarno
Solo et pensoso
Solo et pensoso i piú deserti campi / vo mesurando a passi tardi et lenti, / et gli occhi porto per fuggire intenti / ove vestigio human / l’arena stampi. / Altro schermo non trovo che mi scampi / dal manifesto accorger de le genti, / perché negli atti d’alegrezza spenti / di fuor si legge com’io dentro avampi: / sì ch’io mi credo omai che monti et piagge / et fiumi et selve sappian di che tempre / sia la mia vita, ch’è celata altrui. / Ma pur sí aspre vie né sí selvagge / cercar non so ch’Amor non venga sempre / ragionando con meco, et io co’llui.
1349 - 1351 Decameron (Boccaccio), eredità dell'enciclopedismo classico (Ovidio) e medioevale (Novellino), testimonianza della Peste nera, ma anche espressione di un mondo nuovo, lontano dagli ideali cavallereschi e dal misticismo medioevale, capace di aprirsi alla società comunale e borghese del tempo. Personaggi delle novelle sono: il mercante abbindolato Andreuccio da Perugio, l’innamorato Federigo degli Alberighi, Nastagio degli Onesti e il suo amore tossico, il venditore di reliquie Frate Cipolla, ….
1378 - tumulto dei Ciompi
1381 - Venezia e Genova si scontrano nella battaglia di Chioggia
1434 - Con il rientro dall’esilio a Venezia, Cosimo il Vecchio estende il potere dei Medici a Firenze. Per contrastare i dissidi fra le fazioni comunali, emergono le Signorie.
1454 - Con la Pace di Lodi, la Milano di Francesco Sforza, Venezia e la Firenze di Cosimo il Vecchio creano le condizioni per lo sviluppo del Rinascimento.
1478 - Congiura dei Pazzi
1483 - Orlando innamorato (Boiardo)
1490 - “Chi vuol essere lieto, sia. Del doman non c’è certezza” (Lorenzo de’ Medici). Le rime di Lorenzo, l’erudizione di Poliziano, la concretezza di Leon Battista Alberti rappresentano l’apice dell’Umanesimo prima che le vicende politiche ne decretino la fine.
1494 - Calata di Carlo VIII poi sconfitto a Fornovo, chiamato da Ludovico il Moro. I francesi, finita la Guerra dei Cent’anni, si rivolgono ad un’Italia ricca e divisa.
1498 - Morte di Savonarola
1513 - Il principe (Machiavelli, tanto homini nullum par elogium) in cui sono affrontate, senza vincoli morali, le virtù - quelle del leone e della volpe - che possono condurre alla nascita dello Stato. Ciò che stava avvenendo presso gli altri Paesi europei e non accadrà in Italia.
"Venuta la sera, mi ritorno a casa ed entro nel mio scrittoio; e in sull'uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito condecentemente, entro nelle antique corti delli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo che solum è mio e ch'io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro e domandarli della ragione delle loro azioni; e quelli per loro humanità mi rispondono; e non sento per quattro hore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte: tutto mi transferisco in loro".
1516 - Orlando furioso (Ariosto). È il poema dell’immaginazione, dell’ironia, della fantasia: dipinge un mondo cavalleresco consapevole della sua fine, ma senza lo scherno di Cervantes che scriverà cento anni dopo, nel mondo successivo a Lepanto e alla scoperta dell'America. Senza valori cortesi o cristiani, con la perdita della ragione di Orlando sentenzia in metafora la fine del Rinascimento.
“Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, / le cortesie, l’audaci imprese io canto”
1518 - Mandragola (Machiavelli)
1525 - Prose de la volgar lingua (Bembo)
1526 - Sonetti lussuriosi (Aretino)
1528 - Il cortegiano (Castiglione)
1530 Carlo V e Clemente VII (Giulio de’ Medici) ripristinano il potere dei Medici a Firenze. Ricordi (Guicciardini).
1552 - Baldus (Teofilo Folengo)
1555 - Galateo (Della Casa)
1559 - Pace di Cateau - Cambresis: Milano e Napoli sotto la dominazione spagnola
1563 - Emanuele Filiberto trasferisce la capitale del Ducato a Torino
1581 - Gerusalemme liberata (Tasso), effetto della battaglia di Lepanto (1571)
1589 - Della ragion di Stato (Botero)
1623 - Adone (Marino)
1647 - Rivolta popolare di Masaniello
1706 - A seguito della guerra di successione spagnola, Milano passa all’Austria
1737 - Si estingue la dinastia dei Medici: Firenze entra nell’orbita dell’Austria
1751 - La locandiera (Goldoni), donna borghese che intende sedurre i suoi nobili ospiti, è l’opera più famosa di un autore che supera lo schematismo della commedia dell’arte e inscena personaggi borghesi con un intreccio e un canovaccio preciso.
1763
Il giorno (Parini)
Storia dell’arte nell’antichità (Winkelmann)
1764 - Dei delitti e delle pene (Beccaria)
1798 - Le ultime lettere di Jacopo Ortis (Foscolo) da cui traspare la delusione per il Trattato di Campoformio
1803 - Alla sera (Foscolo)
Forse perché della fatal quïete / tu sei l'immago, a me sì cara vieni, / o Sera! E quando ti corteggian liete / le nubi estive e i zeffiri sereni, / e quando dal nevoso aere inquïete / tenebre e lunghe all'universo meni / sempre scendi invocata, e le secrete / vie del mio cor soavemente tieni / Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme / che vanno al nulla eterno; e intanto fugge / questo reo tempo, e van con lui le torme / delle cure onde meco egli si strugge; / e mentre io guardo la tua pace, dorme / quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.
1806 - Vita (Alfieri)
1807 - Sepolcri (Foscolo)
All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne confortate di pianto è forse il sonno / della morte men duro? / Celeste è questa corrispondenza d’amorosi sensi / egregie cose il forte animo accendono l’urne de’ forti
1816 - Con la pubblicazione dell'articolo "Sulla maniera e sull'utilità delle traduzioni" di Madame De Stael, in Italia si innesca il dibattito fra classico e romantico. Il romanticismo, reazione al regime neoclassicista francese, assegna all'arte (Schelling) la facoltà creatrice per eccellenza ponendo al centro la natura, il popolo, la Nazione, il Medioevo.
1821 - Ei fu (Manzoni)
Ei fu. Siccome immobile, / dato il mortal sospiro, / stette la spoglia immemore / orba di tanto spiro, / così percossa, attonita / la terra al nunzio sta, / muta pensando all’ultima / ora dell’uom fatale; / né sa quando una simile / orma di piè mortale / la sua cruenta polvere / a calpestar verrà. / Dall’Alpi alle Piramidi, / dal Manzanarre al Reno, / di quel securo il fulmine / tenea dietro al baleno; / scoppiò da Scilla al Tanai, / dall’uno all’altro mar. / Fu vera gloria? Ai posteri / l’ardua / sentenza / Ei si nomò: due secoli, / l’un contro l’altro armato, / sommessi a lui si volsero, / come aspettando il fato; / ei fe' silenzio, ed arbitro / s’assise in mezzo a lor.
1828 - Sonetti (Belli)
1831 - Canti (Leopardi)
"Virtù viva sprezziam, lodiamo estinta" (Nelle nozze della sorella Paolina)
1832 - Le mie prigioni (Pellico)
1842
I promessi sposi (Manzoni)
~ Pensino ora i miei venticinque lettori
~ Si racconta che il principe di Condé dormì profondamente la notte avanti la giornata di Rocroi
~ Che vuol ch’io faccia del suo latinorum
~ Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire
~ All’avvocato bisogna raccontar le cose chiare: a noi tocca poi a imbrogliarle
~ Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!
~ E Dio non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande
~ La sventurata rispose
~ Comanda chi può e ubbidisce chi vuole
~ Il coraggio, uno non se lo può dare
~ Il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune
1848 - Cinque giornate di Milano e prima guerra di indipendenza
1849 - il generale Oudinot e Luigi Napoleone (poi Napoleone III) costringono alla resa la Repubblica Romana di Mazzini e Garibaldi
1859 - Seconda guerra di indipendenza ed armistizio di Villafranca
1861 - Proclamazione del Regno d’Italia
1866 - Terza guerra di indipendenza e annessione del Veneto
1870 - Sconfitta francese di Sedan e conquista di Roma capitale d’Italia
1877 - Odi barbare (Carducci)
San Martino
La nebbia a gl’irti colli / piovigginando sale, / e sotto il maestrale / urla e biancheggia il mar; / ma per le vie del borgo / dal ribollir de’ tini / va l’aspro odor de i vini / l’anime a rallegrar. / Gira su’ ceppi accesi / lo spiedo scoppiettando: / sta il cacciator fischiando / sull’uscio a rimirar / tra le rossastre nubi / stormi d’uccelli neri, / com’esuli pensieri, / nel vespero migrar.
Pianto antico
L’albero a cui tendevi / la pargoletta mano, / il verde melograno / da’ bei vermigli fior, / nel muto orto solingo / rinverdì tutto or ora, / e giugno lo ristora / di luce e di calor. / Tu fior de la mia pianta / percossa e inaridita, / tu de l’inutil vita / estremo unico fior, / sei ne la terra fredda, / sei ne la terra negra / né il sol più ti rallegra / né ti risveglia amor.
1881 - I Malavoglia (Verga)
1896 - X Agosto (Pascoli)
San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla / arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla. / Ritornava una rondine al tetto: l'uccisero: cadde tra i spini; ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. / Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; / e il suo nido è nell'ombra, che attende, che pigola sempre più piano. / Anche un uomo tornava al suo nido: l'uccisero: disse: Perdono; / e restò negli aperti occhi un grido: portava due bambole in dono. / Ora là nella casa romita, / lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita / le bambole al cielo lontano. / E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, / oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male!
1889 - Il piacere (D’Annunzio)
1902 - La pioggia nel pineto (D’Annunzio)
1908 - L’umorismo (Pirandello)
1916 - Il porto sepolto (Ungaretti)
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