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Abissi e incanto di Ella Archer: La Hidden Society svela nuovi segreti nel volume 2 di Ella Archer. Recensione di Alessandria today
Nel secondo volume della saga The Hidden Society, intitolato "Abissi e incanto", Ella Archer ci immerge in un mondo dove sirene, umani e forze magiche si intrecciano in una storia affascinante di amore e scelte difficili.
Nel secondo volume della saga The Hidden Society, intitolato “Abissi e incanto”, Ella Archer ci immerge in un mondo dove sirene, umani e forze magiche si intrecciano in una storia affascinante di amore e scelte difficili. Safira, la principessa del Palazzo Sommerso, è la protagonista di questa nuova avventura. Sirena destinata a compiere un importante rito di passaggio – il Primo Sangue – Safira…
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Torna il Maggio dei Monumenti
Con più di 300 eventi torna la storica manifestazione del Maggio dei Monumenti, la cui 30esima edizione è dedicata al tema “Le acque di Napoli”: dal 3 maggio al 2 giugno aperture straordinarie, spettacoli, incontri, laboratori, performance e una mostra diffusa articolata in cinque sezioni attraverso la città, offriranno ai cittadini e ai tanti turisti attesi la possibilità di scoprire storie e nuovi luoghi, di muoversi attraverso strade e quartieri seguendo narrazioni inedite. Le parole del sindaco di Napoli “Il Maggio dei Monumenti è un appuntamento fisso e atteso della programmazione culturale del Comune di Napoli, divenuto ormai di respiro nazionale. Sulla scia degli scorsi anni, anche quest’anno abbiamo voluto cogliere l’occasione per raccontare Napoli attraverso il suo bagaglio secolare, arricchendo così l’offerta in un periodo di piena affluenza. L’obiettivo è che cittadini e turisti si approprino pienamente dei luoghi e dei monumenti: il fine ultimo è contribuire a farli conoscere e valorizzarli” dichiara il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Il calendario Il calendario del Maggio dei Monumenti è strutturato in modo da coinvolgere pubblici differenti per età e interessi, e le iniziative che lo compongono mirano alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico, paesaggistico e monumentale. “Trasversalità delle proposte, pubblici differenti, coinvolgimento della cittadinanza e attivazione di nuove collaborazioni. Il Maggio dei Monumenti è un’occasione importante per la città, che con la sua natura composita testimonia l’impegno dell’amministrazione comunale nella valorizzazione e promozione della cultura. Cultura che ha trovato la propria casa presso Palazzo Cavalcanti, sede di alcuni degli eventi in calendario oltre che hub produttivo nel corso dell’intero anno” afferma il Coordinatore delle politiche culturali del Comune di Napoli. Il tema del Maggio dei Monumenti 2024 Dopo l’edizione 2022 dedicata alla terra, e quella 2023 all’aria, il Maggio dei Monumenti 2024 sarà dedicato all’acqua quale elemento a partire dal quale riscoprire e attraversare la città: dal mare alle sorgenti, dalle fontane ai bacini artificiali, dagli acquedotti alle piogge, dai fiumi sotterranei agli abissi. L’acqua assume la forma di ciò che la contiene ma allo stesso tempo modifica, incide, scava, agisce sui luoghi e sulle idee che essa tocca. Elemento fisico, dunque, ma anche simbolico, che ha ispirato miti, leggende, canzoni, romanzi: e allora sirene, guarracini, palombari, uomini-pesce, mostri marini, pescatori, pozzari ci guideranno attraverso gli spazi e i monumenti di Napoli, città sulle acque e città d’acqua. La dimensione reale, storica, filosofica e fantastica si intreccia e si dipana nelle sezioni che comporranno il Maggio dei Monumenti 2024, coinvolgendo anche tanti enti pubblici e privati - tra cui ABC, Stazione Zoologica Anton Dohrn, Istituto Italiano per gli Studi Storici, Università di Napoli Federico II, Società di Storia Patria, MANN, Museo di Capodimonte, Palazzo Reale, Gallerie d’Italia -, la Fondazione Napoli Novantanove e gli istituti scolastici della città con il progetto “La scuola adotta un monumento”, i circoli nautici, i musei privati, le associazioni e altre realtà del territorio, che hanno risposto con entusiasmo e generosità all’appello del Comune. Immagini di copertina: Ufficio Stampa Comune di Napoli Read the full article
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Milano, “Mettici la mano” va in scena a Teatro Menotti: una Napoli devastata dalla guerra ma mai priva di umanità.
Milano, “Mettici la mano” va in scena a Teatro Menotti: una Napoli devastata dalla guerra ma mai priva di umanità. Dopo il successo de “Il silenzio grande”, la nuova inedita commedia di Maurizio De Giovanni “Mettici la mano” con Antonio Milo, Adriano Falivene, Elisabetta Mirra, sarà al Teatro Menotti dal 23 marzo al 2 aprile. Un progetto che nasce quasi come una costola della saga de Il commissario Ricciardi. In una Napoli devastata dalle conseguenze del nazifascismo, martoriata dai bombardamenti, ma mai priva di quella carica di umanità e di amore per la vita, due tra i volti più colorati si staccano dal filone corale e tornano a raccontarsi con il pubblico, ma questa volta dal vivo: il brigadiere Maione e il femminiello Bambinella, uno con il rigore della divisa e l’altro con la leggerezza della femminilità travestita. Medesimi i due attori che hanno interpretato la serie tv: Antonio Milo e Adriano Falivene. La novità è Elisabetta Mirra nel ruolo di Melina, straordinario sguardo sul sacrificio femminile di quell’epoca. Primavera del 1943, Napoli. Una tarda mattinata di sole viene squarciata dalle sirene: arrivano gli aerei alleati e il pericolo di un nuovo e devastante bombardamento. La scena è uno scantinato che fa da rifugio improvvisato. In un angolo del locale una Statua della Madonna Immacolata, miracolosamente scampata alla distruzione di una chiesa. È qui che si ritrova una strana compagnia, riunita dalla necessità di riparo: Bambinella, un femminiello che sopravvive esercitando la prostituzione e che conosce tutto di tutti, e il Brigadiere Raffaele Maione, che ha appena arrestato Melina, una ventenne che ha appena sgozzato nel sonno il Marchese di Roccafusca, di cui la ragazza era la cameriera. Mentre fuori la porta le voci della gente si trasformano in un pauroso silenzio e poi nel progressivo avvicinarsi del fragore delle bombe, il dialogo tra i tre occupanti del rifugio si fa sempre più profondo e serrato, con una serie di riflessioni sulla vita, la morte, la giustizia, la fede, ma anche la fame e l’arroganza del potere. Mentre apprendiamo cosa sia realmente accaduto nel palazzo di Roccafusca e perché, Bambinella si trasformerà in un avvocato difensore e Maione nell’accusa di un processo che vedrà nella statua di gesso un giudice silenzioso ma accorato. Maurizio de Giovanni Note di regia: Dopo la lunga stagione dei teatri chiusi è una gioia poter annunciare il mio ritorno sulle tavole del palcoscenico. Un ritorno che segna anche una continuità artistica inedita per me: questo nuovo progetto nasce come una costola della saga de “Il commissario Ricciardi”, dopo il successo della serie televisiva a cui ho lavorato. Dalla straordinaria e immaginifica penna di Maurizio de Giovanni, due tra i volti più colorati si staccheranno dalle vicende del filone corale del Commissario e torneranno a raccontarsi con il pubblico, ma questa volta dal vivo: il brigadiere Maione e il femminiello Bambinella. Due figure che non fatico a descrivere come “maschere”, unici tra i personaggi dei romanzi ad indossare un costume: uno con il rigore della divisa e l’altro con la leggerezza della femminilità travestita. Troveremo la città di Napoli devastata dalle conseguenze del nazifascismo, martoriata dai bombardamenti, ma mai priva di quella carica di umanità e di amore per la vita. Medesimi saranno i due attori che hanno interpretato la serie tv: Antonio Milo e Adriano Falivene. Elisabetta Mirra nel ruolo di Melina, straordinario sguardo sul sacrificio femminile di quell’epoca. A completare la magia ci saranno le musiche di Marco Zurzolo. Alessandro D'Altri Antonio Milo, Adriano Falivene ed Elisabetta Mirra METTICI LA MANO Produzione Diana Or.i.s. Di Maurizio de Giovanni Regia Alessandro D’Alatri Scene Toni di Pace Costumi Alessandra Torella Musiche Marco Zurzolo Luci Davide Sondelli Con Antonio Milo, Adriano Falivene ed Elisabetta Mirra PRIMA MILANESE DURATA: 80 minuti STAGIONE 2022 | 2023 BIGLIETTERIA PREZZI - Intero - 32.00 € + 2.00 € prevendita - Ridotto over 65/under 14 - 16.00 € + 1.50 € prevendita TEATRO MENOTTI Via Ciro Menotti 11, Milano - tel. 0282873611 - [email protected] ORARI BIGLIETTERIA Dal lunedì al venerdì dalle ore 11.30 alle ore 18.30, dalle 19.00 alle 20.00 solo nei giorni di spettacolo Sabato dalle 15 alle 18.30, dalle 19.00 alle 20.00 solo nei giorni di spettacolo Domenica ore 14.30 | 16.00 solo nei giorni di spettacolo Acquisti online Con carta di credito su teatromenotti ORARI SPETTACOLI Dal martedì al sabato ore 20 Domenica ore 16.30 Lunedì riposo... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Le Opere di Alberto Borgogno
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Sul suo canale YouTube i video delle sue canzoni e composizioni. Il docente universitario, saggista e scrittore Mantovano raccoglie le sue opere musicali
I suoi lavori possono essere suddivisi in 4 categorie: - brani puramente strumentali, senza parole, di cui ha composto per intero la musica («Sonatina per fisarmonica e trio di fiati», «Gavotta paesana», «Mattinata senese», «Sera fiorentina», «Incanto ligure», «Frammento di pura melodia», «Scherzo», «Barcarola Mantovana», «Divertimento», «Cantabile», «Piccola Sonata», «Notturno»); - brani di cui ha composto sia la musica sia le parole: parole da lui create che non si riallacciano ad alcun testo poetico preesistente («Sei tu opera d’arte», «L’abbigliamento di una ragazza», «A Perinaldo»); - brani di cui ha composto sia la musica sia le parole, ma queste parole sono una dichiarata rielaborazione, o una libera traduzione, o uno sviluppo di celebri testi letterari di grandi autori (es.: «Lezione d’aritmetica secondo Prévert», «Federico García Lorca di fronte al vecchio ramarro», «La bella Dorotea di Charles Baudelaire», «Pablo Neruda al cospetto della Croce del Sud», «Canto di Saffo», «Favola di Esopo», «Il canto delle Sirene di Ulisse»); - brani che ha composto per musicare poesie di vari autori senza intervenire sul testo, anzi seguendo fedelmente il dettato originale, con scrupolo filologico («La leggenda di Teodorico» del Carducci, «Il privilegio di Dante», «Il prode Anselmo», «La Signorina Felicita» di Gozzano, alcune poesie di Trilussa, «Il brindisi di Girella» di Giuseppe Giusti, «I Martir ad Belfior» di Ferruccio Ferretti, i versi dialettali di Anfibio Rana).
Alberto Borgogno nasce a Mantova, nel febbraio del 1945, dove trascorre i primi 19 anni tra le corse in bicicletta fino alla riva del Po, a Borgoforte, le esplorazioni delle rovine dell’antico Forte di Pietole, borgo in cui nacque Virgilio, e i giochi coi coetanei che si spingevano fin dentro al Palazzo Te, nella Sala dei cavalli di Giulio Romano. Ama fin da subito la musica, suona la fisarmonica e gli viene riconosciuto l’ orecchio assoluto; studia con passione la teoria musicale, sotto la guida di alcuni professori del Conservatorio di Mantova. Ma ama molto anche la lingua e le opere degli antichi Greci, e legge a più non posso Omero, i Lirici, i Tragici, Platone, per poi laurearsi in lettere classiche nell’Università di Pavia. Insegna prima al liceo Dante di Firenze e poi Letteratura Greca nell’Università di Siena, per più di quarant’anni. In epoca pandemica smette l’insegnamento e si dedica a pieno tempo alla composizione musicale. Risiede a Firenze, ma si reca spesso a Mantova e a Perinaldo, il paese dell’estremo ponente ligure da cui ha origine la sua famiglia. Ha scritto numerosi articoli sulle riviste specializzate nel campo della filologia classica e ha pubblicato studi e commenti su Menandro, Callimaco, Teocrito, Erodoto, Polibio; ha tradotto le «Argonautiche» di Apollonio Rodio, i «Romanzi Greci» del periodo ellenistico e greco-romano, l’«Edipo Re» di Sofocle, la «Medea» di Euripide, la «Storia Vera» di Luciano. Nel 2019 ha anche pubblicato un suo romanzo, «Amanti beati», tuttora disponibile presso le librerie.
Proprio i mesi di forzata clausura e la pausa dagli impegni accademici lo hanno riportato alla musica e a capire che poteva facilmente coniugare la sua disposizione creativa musicale con le conoscenze letterarie acquisite in una vita da professore di lettere. Ha ripescato i suoi vecchi manoscritti, ha passato molte ore al pianoforte, ha scritto sul pentagramma nuovi pezzi destinati a una esecuzione puramente strumentale. Partendo da poesie celeberrime (di Omero, Saffo, Dante, Neruda, García Lorca, Carducci, ecc.) e abbinando lo sforzo creativo musicale allo sforzo interpretativo, ha ottenuto come risultato musiche fra loro diverse, nello stile e nel tono, perché ciascuna di esse voleva mettersi in sintonia con le immortali parole di poeti diversi, in modo da far comprendere pienamente le intenzioni espressive e le significazioni di questi grandi artisti: cosa che di solito è preclusa al blateramento dei critici di professione. Tutto questo con la collaborazione, per gli arrangiamenti e le esecuzioni, di musicisti eccellenti, capaci di accontentarlo con grande intelligenza e straordinaria precisione.
Infine, ha pubblicato i suoi brani in Youtube: il suo canale contiene soltanto sue creazioni, mai pubblicate in precedenza.
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https://www.youtube.com/@albertoborgogno
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Storie bambini, quando l’impossibile diventa possibile! Più cresciamo e meno ci lasciamo andare all’immaginazione, alle speranze, alle emozioni. Razionalizziamo tutto quanto ci capita e perdiamo di vista il nostro mondo interiore. I bimbi, loro sì che sanno ancora meravigliarsi per le piccole cose. Sono irresistibilmente attratti dall’avventura. Mettersi alla prova è la normalità, con nuove sfide e nuovi modelli. Dare loro il buon esempio conta, eccome. Ma anche attingendo dalla fantasia si trasmettono grandi insegnamenti. Nella guida che abbiamo realizzato ci siamo soffermati sulle storie bambini più in voga. Storie bambini Victoria sogna (Timothée de Fombelle) Victoria ama tanto leggere. Così tanto che le capita di fare sogni realistici ispirati ai suoi romanzi preferiti, dove è lei la protagonista. Tra avvincenti battaglie ed adrenalinici pedinamenti, tra panorami suggestivi e missioni pericolose in Siberia. E un alieno che rapisce sua sorella, per sempre. Accipicchia però, che sfortuna! Abita a Chaise-sur-le-Pont, un paese dove il tempo sembra essersi fermato, talmente tranquillo da risultare noioso. Non accade nulla fino a quando cominciano ad avvenire strani avvenimenti: i libri spariscono dalla sua stanza, il suo amico Jo cerca tre pellerossa, un cowboy guida l’auto di papà. Sta succedendo qualcosa? Storie per bambini per dormire e fantasticare. Hilda e la gente nascosta (Stephen Davies, Luke Pearson) In una bella casa al bosco abita Hilda, una bambina dai capelli color blu. A casa sua ama disegnare ciò che la circonda, in particolare quelle bizzarre creature che presidiano la valle, come il suo amico Twig, un incrocio tra volpe e cerbiatto, o i tremendi troll (ma sono così per davvero?). La vita scorre serenamente, ma Hilda non sa che presto verrà stravolta. Dalla sera alla mattina gli elfi mutano opinione su di lei e la mamma: le vogliono entrambe cacciare ed obbligarle ad accettare la caotica città di Trollberg. Le minacce non spaventano Hilda, convinta a rimanere. Spinta da una grande forza d’animo, intraprenderà un viaggio avventuroso e indimenticabile. Il fiordo delle sirene (Tea Stilton) La saga ambientata nelle Terre di Incanto si arricchisce di un nuovo capitolo. Cinque principesse, sulle sponde del Lago Blu, si accingono ad affrontare insieme ai loro compagni la prima lezione di nuoto dell’anno. Improvvisamente però una sinistra macchia scura inizia a contaminare le acque, mandando in fumo ogni piano. Le Cinque Guardiane non hanno dubbi: si tratta di un nuovo incantesimo lanciato dal perfido Egor, il Mago Oscuro. Per respingere la minaccia, Samah, Kalea, Nives, Diamante e Yara sono chiamate a raggiungere un fiordo misterioso. Lì avranno modo di chiedere finalmente aiuto alle sirenette: solo loro conoscono come spezzare l'incantesimo! Riusciranno a trovarle in tempo? Senza cuore (Romina Scarpanti) Che forza, miss Taylor! Una nonna decisamente atipica: dinamica, spigliata e… archeologa! Il piacere per l’avventura la attira come una calamita. Agile e dotata di enorme fascino: al suo attivo conta numerosi ex fidanzati, pronti a fare carte false per lei. Ah dimenticavamo, ama sfrecciare su motociclette e jeep nel deserto. È naturale che le sue nipotine, Sophia e Amanda, vadano pazze di lei, cresciute in un museo con tanti reperti egizi. La trama gira intorno alla mummia Anek-Bah, un antico sacerdote egizio privato del cuore. Intrappolato in un eterno limbo, sta per risvegliarsi e chiedere giudizio agli dei. La giostra dei Mondiali. Supergoal (Luigi Garlando) Storie per bambini delle scuole elementari. Nulla è impossibile, se ci credi davvero. Milo, Simone e compagni hanno una passione smisurata per il calcio. Così smisurata da inventare una macchina del tempo, che dalla giostra dei giardinetti, li catapulta negli stadi più famosi al mondo, per seguire da vicino le partite dei Mondiali passate. Così le Cipolline conosceranno autentiche leggende, da Pelé a Maradona, fino a Baggio. E disputeranno una partita storica! Tra le storie bambini sullo sport più amato.
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Allora andiamo, tu ed io, Quando la sera si stende contro il cielo Come un paziente eterizzato disteso su una tavola; Andiamo, per certe strade semideserte, Mormoranti ricoveri Di notti senza riposo in alberghi di passo a poco prezzo E ristoranti pieni di segatura e gusci d’ostriche; Strade che si succedono come un tedioso argomento Con l’insidioso proposito Di condurti a domande che opprimono… Oh, non chiedere « Cosa? » Andiamo a fare la nostra visita. Nella stanza le donne vanno e vengono Parlando di Michelangelo. La nebbia gialla che strofina la schiena contro i vetri, Il fumo giallo che strofina il suo muso contro i vetri Lambì con la sua lingua gli angoli della sera, Indugiò sulle pozze stagnanti negli scoli, Lasciò che gli cadesse sulla schiena la fuliggine che cade dai camini, Scivolò sul terrazzo, spiccò un balzo improvviso, E vedendo che era una soffice sera d’ottobre S’arricciolò attorno alla casa, e si assopì. E di sicuro ci sarà tempo Per il fumo giallo che scivola lungo la strada Strofinando la schiena contro i vetri; Ci sarà tempo, ci sarà tempo Per prepararti una faccia per incontrare le facce che incontri; Ci sarà tempo per uccidere e creare, E tempo per tutte le opere e i giorni delle mani Che sollevano e lasciano cadere una domanda sul tuo piatto; Tempo per te e tempo per me, E tempo anche per cento indecisioni, E per cento visioni e revisioni, Prima di prendere un tè col pane abbrustolito Nella stanza le donne vanno e vengono Parlando di Michelangelo. E di sicuro ci sarà tempo Di chiedere, « Posso osare? » e, « Posso osare? » Tempo di volgere il capo e scendere la scala, Con una zona calva in mezzo ai miei capelli – (Diranno: « Come diventano radi i suoi capelli! ») Con il mio abito per la mattina, con il colletto solido che arriva fino al mento, Con la cravatta ricca e modesta, ma asseríta da un semplice spillo – (Diranno: « Come gli son diventate sottili le gambe e le braccia! ») Oserò Turbare l��universo? In un attimo solo c’è tempo Per decisioni e revisioni che un attimo solo invertirà Perché già tutte le ho conosciute, conosciute tutte: – Ho conosciuto le sere, le mattine, i pomeriggi, Ho misurato la mia vita con cucchiaini da caffè; Conosco le voci che muoiono con un morente declino Sotto la musica giunta da una stanza più lontana. Così, come potrei rischiare? E ho conosciuto tutti gli occhi, conosciuti tutti – Gli occhi che ti fissano in una frase formulata, E quando sono formulato, appuntato a uno spillo, Quando sono trafitto da uno spillo e mi dibatto sul muro Come potrei allora cominciare A sputar fuori tutti i mozziconi dei miei giorni e delle mie abitudini? . Come potrei rischiare? E ho già conosciuto le braccia, conosciute tutte – Le braccia ingioiellate e bianche e nude (Ma alla luce di una lampada avvilite da una leggera peluria bruna!) E’ il profumo che viene da un vestito Che mi fa divagare a questo modo? Braccia appoggiate a un tavolo, o avvolte in uno scialle. Potrei rischiare, allora?- Come potrei cominciare? . . . . . . . . . . . . Direi, ho camminato al crepuscolo per strade strette Ed ho osservato il fumo che sale dalle pipe D’uomini solitari in maniche di camicia affacciati alle finestre?… Avrei potuto essere un paio di ruvidi artigli Che corrono sul fondo di mari silenziosi . . . . . . . . . . . . . E il pomeriggio, la sera, dorme così tranquillamente! Lisciata da lunghe dita, Addormentata… stanca… o gioca a fare la malata, Sdraiata sul pavimento, qui fra te e me. Potrei, dopo il tè e le paste e i gelati, Aver la forza di forzare il momento alla sua crisi? Ma sebbene abbia pianto e digiunato, pianto e pregato, Sebbene abbia visto il mio capo (che comincia un po’ a perdere i capelli) Portato su un vassoio, lo non sono un profeta – e non ha molta importanza; Ho visto vacillare il momento della mia grandezza, E ho visto l’eterno Lacchè reggere il mio soprabito ghignando, E a farla breve, ne ho avuto paura. E ne sarebbe valsa la pena, dopo tutto, Dopo le tazze, la marmellata e il tè, E fra la porcellana e qualche chiacchiera Fra te e me, ne sarebbe valsa la pena D’affrontare il problema sorridendo, Di comprimere tutto l’universo in una palla E di farlo rotolare verso una domanda che opprime, Di dire: « lo sono Lazzaro, vengo dal regno dei morti, Torno per dirvi tutto, vi dirò tutto » – Se una, mettendole un cuscino accanto al capo, Dicesse: « Non è per niente questo che volevo dire. Non è questo, per niente. » E ne sarebbe valsa la pena, dopo tutto, Ne sarebbe valsa la pena, Dopo i tramonti e i cortili e le strade spruzzate di pioggia, Dopo i romanzi, dopo le tazze da tè, dopo le gonne strascicate sul pavimento E questo, e tante altre cose? – E’ impossibile dire ciò che intendo! Ma come se una lanterna magica proiettasse il disegno dei nervi su uno schermo: Ne sarebbe valsa la pena Se una, accomodandosi un cuscino o togliendosi uno scialle, E volgendosi verso la finestra, dicesse: « Non è per niente questo, Non è per niente questo che volevo dire. » . . . . . . . . . . . No! lo non sono il Principe Amleto, né ero destinato ad esserlo; Io sono un cortigiano, sono uno Utile forse a ingrossare un corteo, a dar l’avvio a una scena o due, Ad avvisare il principe; uno strumento facile, di certo, Deferente, felice di mostrarsi utile, Prudente, cauto, meticoloso; Pieno di nobili sentenze, ma un po’ ottuso; Talvolta, in verità, quasi ridicolo – E quasi, a volte, il Buffone. Divento vecchio… divento vecchio… Porterò i pantaloni arrotolati in fondo. Dividerò i miei capelli sulla nuca? Avrò il coraggio di mangiare una pesca? Porterò pantaloni di flanella bianca, e camminerò sulla spiaggia. Ho udito le sirene cantare l’una all’altra. Non credo che canteranno per me. Le ho viste al largo cavalcare l’onde Pettinare la candida chioma dell’onde risospinte: Quando il vento rigonfia l’acqua bianca e nera. Ci siamo troppo attardati nelle camere del mare Con le figlie del mare incoronate d’alghe rosse e brune Finché le voci umane ci svegliano, e anneghiamo.
T.S. Eliot - Il canto dell'amore di J. Alfred Prufrock
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L’angolo degli italiani: Ashley Andrews
Oggi ritorna finalmente la storica rubrica del blog dedicata agli autori italiani, ma con un piccolo twist. Infatti parleremo di un’autrice nostrana, che però scrive all’americana e si firma all’americana, perciò probabilmente molti che l’hanno letta neppure sospettano sia invece italianissima.
L’autrice in questione è Ashley Andrews, e non intendo svelare il suo vero nome per non ledere il suo alone di mistero, mi limito a dirvi che ha all’attivo (sotto questo alias) già quattro romanzi rosa contemporanei piuttosto hot, tutti reperibili su Amazon.
Provate a leggere le trame qui sotto e a vedere se vi ispirano. Alla base partono dagli stessi presupposti di molte altre trame di autrici americane, ma se ci badate hanno sempre un piccolo nonsochè che le rende diverse e più nostrane nel feeling.
Vi lsacio i link qui sotto.
Snow inn love
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Atletico e tenebroso Luke Maddox è il rampollo di una dinastia di allevatori. Alto, con le spalle larghe come una porta e pugni di pietra, sembra il tipico bastardo ma solamente perché ci ha lavorato parecchio. Dall’altra parte dell’America, Cassie Woods, ventiquattro anni, e un futuro da arredatrice, sembrerebbe la classica smorfiosa snob, ma solamente perché ci si impegna molto. Per un classico tiro del destino Luke e tre amici del Nebraska, cappelloni e stivali, si ritrovano allo Snow Inn, una locanda a 2000 metri d'altezza in Wyoming, proprio quando arrivano Cassie e le sue amiche newyorkesi. Peccato che Luke "la leggenda" Maddox, maschio alfa per definizione, e Cassie "la snob" Woods odino - oltre alle feste di Natale - rispettivamente: le smorfiose e i ragazzi prepotenti. Tra schermaglie “New York vs Nebraska” e colpi di scena, nella notte di Natale, i due “intrecceranno le code”, perché - come dice Luke -, alla fine, Cassie non è altro che una bufala bionda. Tutto sembrerebbe risolversi in un’avventura vacanziera destinata a sciogliersi come le neve, senza conseguenze sconvolgenti per le loro vite. Peccato che i caratteri forti e gli scontri radicali possano mettere a nudo il dolore e la solitudine celati da entrambi. Peccato che, tra i rischi di una notte di passione, vi sia quello di potersi trasformare in un progetto di vita e che i fiocchi di neve, quando non si sciolgono, siano così simili a bianchi e impalpabili fiori di primavera.
Summer killer love
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Trama: Amy Johnson è un infermiera e ha sempre amato la sua professione, ma un trauma recente le ha lasciato un grave problema che le rende veramente difficile riuscire a lavorarere: la fobia da contatto. Ha cercato di arginare il problema bardandosi di protezioni su protezioni durante i turni in corsia, e di superare questa fobia con la logica, ma servirà un nuovo trauma per riuscire a smuoverla. Quando il paziente della Sala Uno, in astanteria, comincia ad agonizzare avvelenato da una sostanza radioattiva, sarà l’unica ad assisterlo incurante del rischio di contaminazione e questo gesto avrà conseguenze inaspettate. Il paziente è infatti un sicario internazionale che in punto di morte le chiede di trovare un altro killer e di consegnargli una lettera. Amy sa che è una pazzia acconsentire, ma non riesce a negargli questo ultimo desiderio e decisa a mantenere la parola data si mette sulle tracce di Prothero...
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Virginia Perkins, ventitré anni, è una ragazza madre e ha un bambino piccolo cui deve provvedere tutta da sola. Ma è una ragazza risoluta. Arriva sulle coste dell’Oregon per prendere posto come fattorina di Amazon e ha in mente tutt'altro che l’amore romantico. Del resto quella, per lei, è una partita ormai chiusa, ma Ginny non ha fatto i conti con l'arrivo, nella villa accanto, di un colosso vichingo dai capelli rosso prugna. Cody Hanson, ventinove anni, è una benedizione per gli occhi. Peccato che sia un vero degenerato. Come prima cosa, Cody scarica una macchinata di donne mezze nude; come seconda, perde un gatto da centomila dollari, collare di diamanti compreso. Come terza cosa, è deciso a coinvolgere la vicina nella ricerca per ritrovarlo, ma Ginny non ne vuole sapere. È del tutto restia a trascorrere ore a stretto contatto con quell'irritante concentrato di fascino, soprattutto perché a lei non piacciono quelli che pensano di avere il mondo ai propri piedi. Tra il prepotente miliardario della birra e la determinata fattorina di Amazon non sembra poter esserci storia; ma è la Festa della Mamma e, come direbbe il piccolo Pip, i desideri, se ci credi con la pancia, si realizzano veramente, soprattutto mescolando dedizione e spirito visionario, sull’orlo di un oceano dove tutto nasce e tutto ritorna.
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«Famiglia di sole donne, scuola in un istituto religioso, Olivia Cole, 19 anni, è una vergine involontaria e, in più, è una incurabile “mani di burro”. Per questo motivo si occupa di addobbi floreali. I fiori, anche se cadono, non si rompono. Sembra che, per lei, l’amore sia solo un miraggio irraggiungibile e per giunta, a pochi giorni da San Valentino, viene accusata di essere solamente un‘educanda repressa e, a completare il quadro, licenziata. Lontana miglia e miglia dal suo appartamentino in affitto di Portland, si ritrova a guidare, in lacrime e troppo velocemente, tra gli abeti della Willamette Forest, quando viene raggiunta e costretta a fermarsi da un’auto dei ranger a sirene spiegate. Ne scende un colosso biondo, dal ventre stretto e spalle enormi, vestito da poliziotto di città in piena foresta. Mike Buckley, ex soldato "scoppiato", e ranger temporaneo, non ha altro da fare, di solito, se non giocare con la sua enorme pistola da orsi, quando gli capita tra le mani quella ragazzina con la faccia lacrimosa a forma di cuore. Cosa può fare, se non arrestarla e portarsela alla stazione dei ranger, perché l’auto, si scopre, è rubata? Non può certo sapere che Ollie “mani di burro” urterà la sua Desert Eagle, facendo partire un colpo che lo centrerà poco sotto le natiche. E anche se lo avesse saputo, conoscendo tutto il resto, lo avrebbe fatto lo stesso... perché possono bastare pochi giorni per scoprire che amare significa “dare”.» - My Fired Valentine by Ashley Andrews
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da “L'Umbria. L'anima delle città e dei paesaggi” di René Schneider
📕 Per il ciclo #tiLeggoCortona l’archeologo Andrea Mascelli ci legge e contestualizza un passo tratto da “L'Umbria. L'anima delle città e dei paesaggi” di René Schneider, del 1904. 👨🏻 René Schneider fu professore di storia dell’arte in due università francesi, quella di Caen e quella della Sorbona di Parigi. 📖 “I musei delle cittadine italiane rappresentano il loro passato ancora visibile e presente. Il museo di Cortona è sempre Etruria, tutto è etrusco nel Pretorio, tranne il palazzo stesso. Sulla scalinata si affaccia l’Accademia etrusca, fondata nel 1726 e che gode di buona fama. Al piano superiore coabitano, per mancanza di spazio, biblioteca e museo e in fondo ai ripiani ecco un’accozzaglia di ciste funerarie, di vasi dipinti, di ex-voto di bronzo, di fibule, di specchi e soprattutto gioielli”. ⚱ “Le terrecotte, ispirate all’arte ellenica, rivelano il gusto di questa razza, ed una facilità di imitazione che ha qualcosa della banale industria. I gioielli mi colpiscono per la loro varietà, il loro peso, la loro ricchezza. Quelle collane, quegli anelli li ho già visti modellati in terracotta nelle effigi dei sarcofagi. Lusso orientale abbastanza barbaro in cui la materia prevale sulla lavorazione”. 🐆 “Ma ecco la meraviglia, che fa la gloria del museo di Cortona, si tratta di un lampadario a sedici becchi con al centro una testa di Gorgone e tre cerchi concentrici in cui si vedono degli animali che si affrontano: leopardi o pantere, delfini sulle onde e otto satiri con il fallo, alternati a otto sirene”. 😝 “Avevo visto tutto ciò su fotografie e cartoline ostentate nelle vetrine di via Nazionale, perfino nelle camere dell'albergo. L'opera merita due volte di essere vista, sia come soggetto che come esecuzione. L’irsuta Gorgone, dal ghigno contratto in una smorfia e che tira fuori la lingua, è uno dei motivi preferiti di questa strana arte che ha il gusto dei mostri mitologici: furie, meduse, arpie e demoni infernali. L'hanno messa sulla chiave della porta di Falerii e l’ho ritrovata in rilievo su molte tombe, in tutte le camere del sepolcro dei Volumni vicino a Perugia”. 🐬 “Quei delfini, quei leopardi e quelle pantere affrontate sono, con le sfingi e i grifoni che ho visto così spesso, degli elementi presi a prestito dall’Oriente, la cui lontana eredità sembra pesare sulla razza. Infine quei satiri dal fallo impudentemente eretto, che suonano la siringa, sono espressione di un naturalismo e di una sensualità che rimandano immediatamente all’arte cinese”. 🖋 Nel momento in cui Schneider scrive “L'Umbria. L'anima delle città e dei paesaggi”, ovvero i primi del ‘900, gli etruschi erano tornati, o meglio, erano balzati alla ribalta delle cronache internazionali in seguito ad una serie di importantissimi eventi che si erano succeduti. 🏛 Per citarne solo alcuni, potremmo prendere ad esempio la grande mostra del 1837 organizzata a Londra dalla famiglia Campanari, a Pall Mall. La famiglia Campanari portò in Inghilterra tutta una serie di suppellettili etrusche provenienti dall’Etruria meridionale, in particolare da Vulci e da Tuscania, organizzando i contesti funerali, ricostruendo le tombe come erano state ritrovate. Tanto grande fu l'importanza di questa mostra e tanto fu l'apprezzamento che il British Museum acquistò gran parte dei materiali. Poco dopo, sempre nel 1837, Papa Gregorio XVI creò il Museo Gregoriano Etrusco in Vaticano. Nel 1870 nascerà a Firenze il Regio Museo Archeologico. A Roma nel 1889 nascerà il Museo Archeologico di Villa Giulia. 📗 Proprio il 1889 segna una data fondamentale per l’etruscologia, perché fu pubblicato il primo trattato organico di storia dell'arte etrusca, in lingua francese, ad opera di Jules Martha. È un'opera fondamentale ancora oggi perché ha il grande merito di aver storicizzato il popolo etrusco, anche se possiamo leggere in essa l'eredità dei secoli precedenti che vedeva il primato indiscusso nell’arte antica affidato all’arte greca. Quindi, ancora una volta, possiamo leggere in quest'ora di Jules Martha che l’arte etrusca sarebbe un’arte di non grande conto che altro non fece che imitare pedissequamente l’arte greca antica. 📘 Questo è fondamentale per comprendere bene quello che andremo a leggere, la descrizione di René Schneider del Museo di Cortona, una descrizione che a un archeologo ricorda moltissimo l’opera di George Dennis che nel 1848 scrisse “The Cities and Cemeteries of Etruria” cioè “Le città e le necropoli dell’Etruria”, viaggiando proprio per gli scavi allora in corso, nelle antiche città etrusche e relazionando sullo stato di conservazione dei materiali che venivano fuori. 📌 Ti Leggo Cortona: professionisti e buoni interpreti leggono brani di racconti e romanzi in cui è protagonista il patrimonio culturale cortonese 📚 testi tratti da diari di viaggi o romanzi contemporanei sono i protagonisti di questa rubrica.⠀ #MAECcortona #MuseiChiusiMuseiAperti
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Il canto dell’amore di J. Alfred Prufrock
S’io credesse che mia risposta fosse A persona che mai tornasse al mondo, Questa fiamma staria senza più scosse. Ma perciocché giammai di questa fondo Non tornò vivo alcun, s���i’ odo il vero, Senza tema d’infamia ti rispondo.
I
Allora andiamo, tu ed io, Quando la sera si stende contro il cielo Come un paziente eterizzato disteso su una tavola; Andiamo, per certe strade semideserte, Mormoranti ricoveri Di notti senza riposo in alberghi di passo a poco prezzo E ristoranti pieni di segatura e gusci d’ostriche; Strade che si succedono come un tedioso argomento Con l’insidioso proposito Di condurti a domande che opprimono… Oh, non chiedere « Cosa? » Andiamo a fare la nostra visita.
Nella stanza le donne vanno e vengono Parlando di Michelangelo.
La nebbia gialla che strofina la schiena contro i vetri, Il fumo giallo che strofina il suo muso contro i vetri Lambì con la sua lingua gli angoli della sera, Indugiò sulle pozze stagnanti negli scoli, Lasciò che gli cadesse sulla schiena la fuliggine che cade dai camini, Scivolò sul terrazzo, spiccò un balzo improvviso, E vedendo che era una soffice sera d’ottobre S’arricciolò attorno alla casa, e si assopì.
E di sicuro ci sarà tempo Per il fumo giallo che scivola lungo la strada Strofinando la schiena contro i vetri; Ci sarà tempo, ci sarà tempo Per prepararti una faccia per incontrare le facce che incontri; Ci sarà tempo per uccidere e creare, E tempo per tutte le opere e i giorni delle mani Che sollevano e lasciano cadere una domanda sul tuo piatto; Tempo per te e tempo per me, E tempo anche per cento indecisioni, E per cento visioni e revisioni, Prima di prendere un tè col pane abbrustolito
Nella stanza le donne vanno e vengono Parlando di Michelangelo.
E di sicuro ci sarà tempo Di chiedere, « Posso osare? » e, « Posso osare? » Tempo di volgere il capo e scendere la scala, Con una zona calva in mezzo ai miei capelli – (Diranno: « Come diventano radi i suoi capelli! ») Con il mio abito per la mattina, con il colletto solido che arriva fino al mento, Con la cravatta ricca e modesta, ma asseríta da un semplice spillo – (Diranno: « Come gli son diventate sottili le gambe e le braccia! ») Oserò Turbare l’universo? In un attimo solo c’è tempo Per decisioni e revisioni che un attimo solo invertirà
Perché già tutte le ho conosciute, conosciute tutte: – Ho conosciuto le sere, le mattine, i pomeriggi, Ho misurato la mia vita con cucchiaini da caffè; Conosco le voci che muoiono con un morente declino Sotto la musica giunta da una stanza più lontana. Così, come potrei rischiare? E ho conosciuto tutti gli occhi, conosciuti tutti – Gli occhi che ti fissano in una frase formulata, E quando sono formulato, appuntato a uno spillo, Quando sono trafitto da uno spillo e mi dibatto sul muro Come potrei allora cominciare A sputar fuori tutti i mozziconi dei miei giorni e delle mie abitudini? . Come potrei rischiare? E ho già conosciuto le braccia, conosciute tutte – Le braccia ingioiellate e bianche e nude (Ma alla luce di una lampada avvilite da una leggera peluria bruna!) E’ il profumo che viene da un vestito Che mi fa divagare a questo modo? Braccia appoggiate a un tavolo, o avvolte in uno scialle. Potrei rischiare, allora?- Come potrei cominciare?
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Direi, ho camminato al crepuscolo per strade strette Ed ho osservato il fumo che sale dalle pipe D’uomini solitari in maniche di camicia affacciati alle finestre?…
Avrei potuto essere un paio di ruvidi artigli Che corrono sul fondo di mari silenziosi
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E il pomeriggio, la sera, dorme così tranquillamente! Lisciata da lunghe dita, Addormentata… stanca… o gioca a fare la malata, Sdraiata sul pavimento, qui fra te e me. Potrei, dopo il tè e le paste e i gelati, Aver la forza di forzare il momento alla sua crisi? Ma sebbene abbia pianto e digiunato, pianto e pregato,
Sebbene abbia visto il mio capo (che comincia un po’ a perdere i capelli) Portato su un vassoio, lo non sono un profeta – e non ha molta importanza; Ho visto vacillare il momento della mia grandezza, E ho visto l’eterno Lacchè reggere il mio soprabito ghignando, E a farla breve, ne ho avuto paura.
E ne sarebbe valsa la pena, dopo tutto, Dopo le tazze, la marmellata e il tè, E fra la porcellana e qualche chiacchiera Fra te e me, ne sarebbe valsa la pena D’affrontare il problema sorridendo, Di comprimere tutto l’universo in una palla E di farlo rotolare verso una domanda che opprime, Di dire: « lo sono Lazzaro, vengo dal regno dei morti, Torno per dirvi tutto, vi dirò tutto » – Se una, mettendole un cuscino accanto al capo, Dicesse: « Non è per niente questo che volevo dire. Non è questo, per niente. » E ne sarebbe valsa la pena, dopo tutto, Ne sarebbe valsa la pena, Dopo i tramonti e i cortili e le strade spruzzate di pioggia, Dopo i romanzi, dopo le tazze da tè, dopo le gonne strascicate sul pavimento E questo, e tante altre cose? – E’ impossibile dire ciò che intendo! Ma come se una lanterna magica proiettasse il disegno dei nervi su uno schermo: Ne sarebbe valsa la pena Se una, accomodandosi un cuscino o togliendosi uno scialle, E volgendosi verso la finestra, dicesse: « Non è per niente questo, Non è per niente questo che volevo dire. »
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No! lo non sono il Principe Amleto, né ero destinato ad esserlo; Io sono un cortigiano, sono uno Utile forse a ingrossare un corteo, a dar l’avvio a una scena o due, Ad avvisare il principe; uno strumento facile, di certo, Deferente, felice di mostrarsi utile, Prudente, cauto, meticoloso; Pieno di nobili sentenze, ma un po’ ottuso; Talvolta, in verità, quasi ridicolo – E quasi, a volte, il Buffone.
Divento vecchio… divento vecchio… Porterò i pantaloni arrotolati in fondo.
Dividerò i miei capelli sulla nuca? Avrò il coraggio di mangiare una pesca? Porterò pantaloni di flanella bianca, e camminerò sulla spiaggia. Ho udito le sirene cantare l’una all’altra.
Non credo che canteranno per me.
Le ho viste al largo cavalcare l’onde Pettinare la candida chioma dell’onde risospinte: Quando il vento rigonfia l’acqua bianca e nera.
Ci siamo troppo attardati nelle camere del mare Con le figlie del mare incoronate d’alghe rosse e brune Finché le voci umane ci svegliano, e anneghiamo.
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Harry Potter: le differenze tra libro e film che non hanno senso
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/harry-potter-le-differenze-tra-libro-e-film-che-non-hanno-senso/
Harry Potter: le differenze tra libro e film che non hanno senso
Harry Potter: le differenze tra libro e film che non hanno senso
Harry Potter: le differenze tra libro e film che non hanno senso
Gli adattamenti cinematografici della saga di Harry Potter sono stati senza dubbio un’operazione felice, per Warner Bros e per i fan di tutto il mondo, molti dei quali si sono avvicinati ai romanzi proprio grazie ai film.
Il lavoro di adattamento da testo scritto a immagine in movimento è spesso un lavoro insidioso e difficile, principalmente perché i due linguaggi sono differenti e molte cose che funzionano su carta non vanno bene su schermo, e viceversa. Per cui, nella saga di Harry Potter come in tante altre, è normale registrare dei cambiamenti tra i due prodotti.
Tuttavia, alcuni cambiamenti operati nella saga di Harry Potter in fase di trasposizione sono davvero senza spiegazione, intere scene o dettagli dai libri omessi o modificati in fase di sceneggiatura che potevano benissimo rimanere nel film senza per questo causare estreme lungaggini o cambiamenti di produzione, oltre ad aggiungere un tocco di fedeltà in più all’opera di partenza, qualità che è sempre apprezzata in un adattamento.
E così, ecco di seguito quei cambiamenti da libro a film, nella saga di Harry Potter, che non hanno alcun senso:
Pixie il Poltergeist
La decisione di tagliare il dispettoso Pixie il Poltergeist da Harry Potter e la Pietra Filosofale è stato accolto con sgomento da molti fan, che si chiedevano quali personaggi sarebbero rimasti fuori dall’adattamento. Pixie doveva apparire nel film, all’inizio, interpretato dal leggendario attore inglese Rik Mayall, ma fu poi eliminato al montaggio.
Il personaggio fu tagliato perché protagonista di scene non direttamente importanti per la trama del film, tuttavia, poteva essere un veicolo comico importante per il futuro, soprattutto nel quinto film, durante “l’attacco” alla scuola di Fred e George.
C.R.E.P.A.
In Harry Potter e il Calice di Fuoco, Hermione fonda l’organizzazione a difesa degli Elfi Domestici, il Comitato per la Riabilitazine degli Elfi Poveri e Abbruttiti o C.R.E.P.A.(in inglese Society for the Promotion of Elfish Welfare, abbreviato S.P.E.W. ovvche vuol dire “vomita”). Il piano dell’associazione è quello di liberare tutti gli elfi dalla condizione di schiavi dei maghi. La fondazione di questa organizzazione è un ottimo modo per dare al lettore uno sguardo ravvicinato al carattere di Hermione, mostrando quanto la secchiona e saccente studentessa sia anche una persona gentile, appassionate e determinata.
Lasciando fuori questa parte della storia legata ad Hermione, gli spettatori dei film hanno perso una parte importante della caratterizzazione del personaggio. Naturalmente è una contrazione utile a semplificare una storia già complessa, tuttavia è un peccato perché in questo modo si perde un’occasione di conoscere davvero la strega più brillante della saga.
Rita Skeeter lo scarafaggio
Sempre in Harry Potter e il Calice di Fuoco, i fan fanno la conoscenza della reporter Rita Skeeter, una giornalista furba, viziosa, a volte addirittura disonesta, nota per aver cercato di provocare sensazionalismo con le sue storie. Il suo modo di acquisire informazioni sulle persone di cui scrive è però illegale, visto che si avvicina alle sue “vittime” in forma di scarafaggio. La Skeeter è infatti un animagus non registrato, commette così un grave reato. Come al solito, è Hermione a scoprire la verità sulla donna e usa questa informazioni per ricattarla, alla fine del libro.
Tuttavia, nell’adattamento cinematografico, non viene fuori nessun dettaglio sul personaggio, né che è un animagus, né che riesce ad acquisire informazioni con grande facilità. Il film fallisce nella rappresentazione del personaggio, tratteggiandolo con superficialità e relegandolo a un breve comprimario comico e fastidioso per i protagonisti.
I Malandrini
La Mappa del Malandrino viene data ad Harry da Frd e George in Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban. La Mappa venne creata dai Malandrini Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso, i nomi in codice per Remusi Lupin, Peter Minus, Sirius Black e James Potter. James, Peter e Sirius divennero animaghi non registrati per stare accanto a Remus nelle notti di luna piena, quando si trasformava in lupo mannaro.
I fan della serie di libri rimasero confusi quando i film solitamente fedeli non riuscirono a fornire una storia soddisfacente sui Malandrini e sulla loro connessione con Harry.
La profezia della Cooman
La profezia del professor Trelawney è stata la causa del fatto che Voldemort andò ad uccidere Harry a Godric’s Hollow, quando lui era solo un bambino. Piton sentì per caso parte della profezia e la riportò a Voldemort, che poi decise di uccidere Harry Potter.
Tuttavia, mentre in Harry Potter e l’Ordine della Fenice si leggono un sacco di retroscena riguardo alla profezia, l’adattamento cinematografico taglia la maggior parte della conversazione tra Harry e Silente e gran parte della motivazione di Voldemort a uccidere Harry non viene rivelata. Il film non spiega neanche perché Harry debba andare dai Dursley ogni estate e manca di dare le fondamentali spiegazioni per quello che riguarda i meccanismi su cui si fonda la magia di protezione di cui Harry beneficia. Rimane vero, però, che il quinto libro, in cui questi fatti sono spiegati, è stato quello che ha ricevuto il peggiore adattamento.
Il funerale di Silente
I fan avevano il cuore spezzato quando la Rowling decise di uccidere il vecchio saggio mentore del protagonista, alla fine di Harry Potter e il Principe Mezzosangue. L’”omicidio” di Silente da parte di Piton è stato un momento estremamente emozionante, poiché ha segnato la perdita di un’altra figura paterna per Harry. Nel film, i personaggi rendono omaggio a Silente alzando le bacchette al cielo, guidate da Harry stesso.
Tuttavia, nel libro, è descritto un grande funerale per Silente, a cui partecipano tutti, dagli elfi domestici dalle cucine di Hogwarts, al Ministro della Magia, dalle Sirene del lago Nero ai Centauri della Foresta Proibita. Il momento bello ed emozionante è stato un modo perfetto per dire addio all’amato personaggio. La scena è stata inclusa nella sceneggiatura ma non è stata girata, probabilmente a causa di vincoli di tempo e di budget.
Neville Paciock, il Prescelto
La profezia di Cooman diceva che il ragazzo che avrebbe sconfitto Voldemort sarebbe nato alla fine di luglio da genitori che lo avevano sfidato tre volte, e il Signore Oscuro pensò che tale profezia si riferisse ad Harry, perciò “lo segnò” con la sua maledizione. Tuttavia, la profezia avrebbe potuto indicare un altro ragazzo, Neville, poiché anche i suoi genitori avevano sfidato Voldemort tre volte, finendo non morti ma pazzi, e anche lui era nato alla fine di luglio.
L’adattamento cinematografico di Harry Potter e l’Ordine della Fenice, tuttavia, non menziona affatto questo dettaglio, e i fan sono rimasti a chiedersi perché l’importanza di Neville per la trama dell’intera saga sia stata tagliata in parte dai film.
La redenzione di Dudley
I Dursley sono stati i personaggi più antipatici della serie sin dall’inizio a causa della loro paura, sfiducia e odio per qualsiasi cosa legata alla magia e al modo in cui trattavano Harry, come fosse un animale domestico o un oggetto non desiderato. Ma quando Harry diventa maggiorenne e sta per lasciare la casa di Dursley in Harry Potter e i Doni della Morte, Dudley, in un momento sorprendentemente sentito, stringe la mano a Harry e lo ringrazia per avergli salvato la vita dai Dissennatori (accade all’inizio del quinto libro).
È un momento emozionante che il film ignora completamente, scegliendo invece di mandare via i Dursley fuori dallo schermo, rimanendo sul viso di Harry. La scena è stata effettivamente girata ma è stata rimossa durante il montaggio, forse a causa del minutaggio finale già lungo.
La storia di Tom Riddle
Grazie ai ricordi di vari personaggi, Harry (e i lettori) apprendono cose davvero interessanti sul passato di Tom Riddle, incluso perché e come ha realizzato gli Horcrux che lo proteggono dalla morte. In Harry Potter e il Principe Mezzosangue ci sono molti capitoli che esplorano le origini e la storia della famiglia di Voldemort.
L’adattamento cinematografico mostra solo due ricordi: il primo incontro di Silente con il giovane Tom Riddle e il ricordo di Lumacorno, sia nella sua versione corretta che in quella integrale. Gran parte della storia di Voldemort, in particolare quella su suo padre, Tom Riddle Sr. e sua madre, Merope Gaunt, viene omessa. Le necessità di rientrare in un certo minutaggio, per il film, potrebbero essere una giustificazione, tuttavia, come nel caso di C.R.E.P.A., si perdono moltissimi dettagli sulla natura dei personaggi.
Silente chiese con calma…?
Uno dei cambiamenti più assurdi e decisamente ridicoli in Harry Potter e il Calice di Fuoco riguarda una battuta precisa pronunciata da Silente in persona: “Harry, hai messo il tuo nome nel Calice di Fuoco?”. Il libro dice chiaramente che Silente lo chiede “con calma”, ma Sir Michael Gambon nell’adattamento cinematografico ha restituito un Silente arrabbiato e furioso, quasi, che afferra aggressivamente il ragazzo per le spalle e quasi gli urla in faccia la battuta, un atteggiamento che non è nemmeno lontanamente vicino al modo di fare di Silente.
Questo comportamento è molto diverso da ciò che invece Silente fa, il Preside è infatti sempre molto simpatico, composto e controllato.
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Harry Potter: le differenze tra libro e film che non hanno senso
Gli adattamenti cinematografici della saga di Harry Potter sono stati senza dubbio un’operazione felice, per Warner Bros e per i fan di tutto il mondo, molti dei quali si sono avvicinati ai romanzi proprio grazie ai film. Il lavoro di adattamento da testo scritto a immagine in movimento è spesso un lavoro insidioso e difficile, […]
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Chiara Guida
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ASCOLI PICENO – Torna la rassegna dedicata a cinema, arte, musica, letteratura e filosofia. Mercoledì 20 novembre il secondo capitolo di Muse al Cinema edizione Winter con l’autore Filippo Tuena e “Una commedia sexy in una notte di mezza estate” di Woody Allen.
Dopo l’esordio dello scorso 30 ottobre, durante il quale il direttore dell’istituto provinciale per la storia del Movimento di Liberazione nelle Marche ha tenuto la sua lectio magistralis sul tema “La dissoluzione della Jugoslavia e il massacro di Srebrenica” e Fabio Burattini e Paolo Pignocchi di Amnesty Interrnational hanno stimolato la riflessione sul film proiettato nel nuovo cineteatro Piceno “Il segreto della miniera” di Hanna Slack, il prossimo mercoledì 20 novembre il secondo appuntamento de Le muse al Cinema Winter Edition offrirà l’occasione di incontrare uno degli intellettuali più raffinati ed eclettici del panorama italiano. Filippo Tuenasarà la nostra guida attraverso le stanze magiche della bellezza, dell’arte e della grande letteratura.
Una serata che comincerà alla LibreriaRinascita con inizio ore 18.30, in cui si parlerà dei suoi più recenti lavori, la coltissima Opera-mondo “Le Galanti” e la struggente riscrittura del “Sogno” Shakespeariano, “Com’è trascorsa la notte”. A dialogare con l’autore Eleonora Tassoni e Valentina Falcioni.
Dopo questo onirico viaggio nella bellezza e nelle sue seduzioni ci sarà il tradizionale aperitivo al bar della Libreria Rinascita(costo euro 7,00 prenotazioni al numero 0736259653 entro il 19 novembre). Alle ore 21, infine, omaggio al “Sogno di una notte di mezza estate” al
Filippo Tuena è autore di saggi di storia dell’arte e di romanzi. Tra i suoi libri: Tutti i sognatori, Super Premio Grinzane-Cavour 2000; Le variazioni Reinach, Premio Bagutta 2006; Michelangelo. La grande ombra, 2008; Stranieri alla terra, 2012. Ha inoltre curato Robert F. Scott. I diari del Polo, 2009 e il fotografico Scott in Antartide, 2011.
Le galanti: La letteratura è un grattacielo nel deserto, un atrio nobiliare abitato da fantasmi, una galleria d’arte con pareti d’alabastro, pellucide, lattescenti, dove file interminabili di quadri ci trafiggono la vista, riempiendo lo spazio di volti e scenografie sfuggenti. A frotte compaiono davanti ai nostri occhi, ci disorientano, ammiccano verso di noi, ci traggono in inganno. È in quel momento, quando incrociamo il loro sguardo, che la galleria si tramuta in una stanza degli specchi: ogni cornice, a ben vedere, raccoglie al suo interno un’immagine di noi, e allora seguiamo il nostro doppio, con la coda dell’occhio lo pediniamo mentre svolta in un caleidoscopio senza fondo.
È questo lo scenario allestito da Filippo Tuena nelle Galanti: una Wunderkammer sorprendente di storie, immagini, ricordi, incontri amorosi, le cui stanze hanno ornamenti Rococò, baldacchini ottocenteschi, ceramiche protocorinzie e lampadari Art Nouveau. Chi vi entra può scorgervi il passo agguerrito di Ulisse, gli occhi avvitati al passato di Van Gogh, i fianchi sensuali dell’Ermafrodito. Qui Roma brucia ancora una volta e crollano le alte mura di Troia, l’Italia è invasa dai nazisti e la Medusa di Géricault veleggia verso l’ignoto – mentre lì vicino, a pochi metri di distanza, si consumano feste galanti in cui coppie di giovani amanti si avvinghiano sul talamo del più sfrenato erotismo.
Un’opera-mondo, Le galanti, che ha il gusto della storia umana e il sapore dell’introspezione biografica. In queste pagine Filippo Tuena ha convocato tutte le sue muse artistiche, letterarie e pittoriche, da Michelangelo a Velázquez, da Venere alle Sirene omeriche, da Bernini a Stendhal, per raccontare le loro storie e farci scoprire come le ha incontrate; e ha riavvolto i fili di tutti gli amori di una vita: quelli passionali, quelli drammatici e quelli consumati solo nella luce fioca della letteratura.
Un viaggio diurno e notturno fatto di narrazioni, ekphrasis raffinate, poesie e riflessioni accumulate nell’arco di una vita intera. Diventate libri, a volte, altre volte invece rimaste in apnea nella ghiacciaia dell’immaginazione, e raccolte tutte qui – mutata veste – nella loro dialogante complessità, a comporre il libro definitivo di un autore magistrale.
Com’è trascorsa la notte. Una notte trepida e incantata, interminabile, una notte animata da fate e folletti, da innamorati resi ciechi dai volubili capricci della passione, da attori che sfuggono al loro copione. È il Sogno di una notte di mezza estate, che Filippo Tuena rievoca esplorandone le profondità più nascoste, impadronendosi del testo shakespeariano e lasciandosene possedere, per dare vita a un romanzo che è, insieme, un atto d’amore nei confronti della letteratura.
E di una donna misteriosa, sfuggente come una princesse lointaine della tradizione cortese, a cui uno scrittore senza nome rivolge un lungo canto, convocando i personaggi di William Shakespeare – Ermia e Lisandro, Teseo e Ippolita, Titania e Oberon, Bottom con la sua testa d’asino e il beffardo Puck – perché intessano una volta di più le loro trame e, così facendo, lo aiutino a riconquistare l’amata.
Paradigmi di una fenomenologia dell’amore sensuale, effimero, gioioso o incomunicabile, destinato alla sconfitta eppure irreprimibile, questi personaggi diventano – in Com’è trascorsa la notte – emblemi di una condizione universale, trasfigurata, nelle ultime pagine, in visioni del cosmo in cui corpi celesti e corpi umani sembrano soggetti alle stesse forze di attrazione e ripulsa.
L’esito è una sinfonia di riprese, contrappunti e variazioni, il cui inestricabile fil rouge è il magico distillato di viola del pensiero che, versato sulle palpebre degli addormentati dal folletto Puck, fa cadere chiunque nell’incantesimo d’amore, o funge da narcotico per lenire l’amarezza che sorge insostenibile quando ci si rende conto che il domani sarà doloroso e l’amato perduto per sempre.
Seguendo la scia di questo distillato portentoso, Filippo Tuena compone un romanzo immaginifico in cui saggio e narrazione si fondono in un’armonia gioiosa e perturbante, intima e fiabesca. E trascina il lettore, pagina dopo pagina, a un finale inatteso e spiazzante, in cui amore e morte giungono a coincidere in un ultimo atto, in un ultimo attimo di sogno.
Una commedia sexi in una notte di mezza estate: 1982, commedia, 88 min. Andrew – un inventore dilettante un po’ svitato – abita in una villa isolata insieme a sua moglie Adrian, noiosa e trascurata dal marito, perso dietro i suoi congegni, ora saltuariamente volanti, ora magici. Durante un fine settimana arrivano altre due coppie.
Leopold, un anziano professore di filosofia, materialista dichiarato, presuntuoso e pedante, che sta per sposare la giovane e disinibita “fidanzata” Ariel, e Maxwell, un medico libertino, con la sua infermiera tuttofare Dulcy, tanto belloccia quanto oca e facile.
La casuale convivenza di questo campionario di gente senza reali interessi né perché di vita genera un gioco divertito – e in qualche momento divertente – di scambi, equivoci e appuntamenti al chiaro di luna, con composizioni e scomposizioni di coppie, schermate da raffinati passatempi di società.
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Al Siren Festival a Vasto, in luoghi splendidi come Porta San Pietro e Giadino d’Avalos, prende vita Siren Festival (Sirenfest.com): un sacco di elettronica e rock di qualità - ingresso una sera 40 euro, abbonamento 60. Tutto di qualità, chic e da non perdere.
VENERDI 28 LUGLIO
– Baustelle, Apparat, Allah-Las, Cabaret Voltaire, Ghali, Jenny Hval, Giorgio Poi,
Emidio Clementi/Corrado Nuccini, Andrea Laszlo De SImone, Francobollo, Colombre
SABATO 29 LUGLIO
– Trentemoller, Ghostpoet, Arab Strap, Carl Brave x Franco126, Noga Erez, Daniel Miller,
Populous, Lucy Rose, Gazzelle, Gomma, Zooey
Sotto le bio di alcuni degli artisti coinvolti
ANDREA LASZLO DE SIMONE Andrea Laszlo De Simone è un'anomalia.È un solista, prima di tutto. Ma è anche una band di sei elementi.È un cantautore, ma cosa significa nel 2017 essere un cantautore?"Uomo Donna", il suo primo vero e proprio album, uscirà il prossimo 9 giugno per 42 Records, anticipato dai singoli "Uomo Donna", "Vieni a Salvarmi" e "La guerra dei baci", tutti e tre anticipati da tre videoclip particolarissimi ed evocativi seppur nella loro semplicità. "Uomo Donna" è un disco particolarissimo e che vive di contrasti: c'è la canzone d'autore italiana, appunto, e la psichedelia, Battisti e i Radiohead, i Verdena e Modugno, l'influenza di quella che negli anni '70 veniva chiamata Library music e un tocco post-moderno che lo rende nuovo anche nel suo essere volutamente classico.
COLOMBRE
Pulviscolo
è il primo album di Colombre, progetto che inaugura l’esperienza da solista di Giovanni Imparato – già voce, chitarra e autore dei brani della band indie-pop Chewingum eco-produttore del disco Sassi di Maria Antonietta – uscito il 17 marzo per l’etichetta Bravo Dischi. 25 minuti e 36 secondi, 8 tracce dai titoli brevissimi (1, massimo 2 parole) per unalbum che ti conquista immediatamente. Pochi attimi dal primo ascolto e subito ti viene voglia di cantare insieme a Colombre.Nella prima settimana di uscita il secondo singolo "Blatte" feat. IOSONOUNCANE è entrato nella top 10 della Viral50 di Spotify e Colombre è subito schizzato al primo posto della Social Indiex,la classifica degli artisti indipendenti che creano più engagement sui social network.Il nome Colombre è un omaggio al racconto di Dino Buzzati (Il Colombre), una favola moderna – protagonisti un marinaio e un mostro marino – che parla dell’incapacità di affrontare le proprie paure, di tuffarsi nelle ignote profondità del mare per scoprire cosa ci lega all’immobilità. Ed è proprio l’immobilità ciò da cui fugge Imparato/Colombre che in queste 8 tracce mette a fuoco alcuni episodi significativi della propria storia recente, vuota il sacco e decide di aprirsi al futuro.
FRANCOBOLLO
Distorto, infantile, energico, malizioso. I Francobollo sono tutto quello che si è sempre desiderato per Natale, ma che non si ha mai avuto il coraggio di chiedere. I membri della band, che si sono conosciuti a scuola a Lund, in Svezia, hanno suonato e registrato prima di fondare la band per gruppi come Slow Club, LA Salami e Mystery Jets. Ugualmente a loro agio nei minuscoli club come nei più grandi festival, i Francobollo sono stati capaci di conquistare con incredibile facilità un vasto pubblico grazie alla loro potenza live. Il produttore Charlie Andrew, vincitore di un Mercury Prize e di un Brit Award, è rimasto talmente colpito dopo un concerto da proporre alla band di inaugurare la sua etichetta Square Leg Records. E’ nato così 'Long Live Life' - l'album di debutto di Francobollo, che sarà pubblicato il 14 luglio, proprio con l'obiettivo di creare un lavoro capace di catturare e trasmettere l’energia incontenibile dei loro live.
Acclamati da NME, DIY, Clash Magazine, Line of Best Fit e numerosi altri media non c’è dubbio che nei prossimi mesi ne sentiremo molto parlare!
GAZZELLEOcchiali da sole, occhiaie da solo. Zenzero e zucchero filato. Con la felpa sporca della sera prima. Gazzelle è di Roma e Superbattito è il suo disco di esordio. Un disco ammiccante e catchy. Sexy pop.Prodotto per Maciste Dischi da Igor Pardini e Flavio Pardini presso Il Cubo Rosso Recording di Roma, con la supervisione artistica di Leo Pari. Masterizzato da Andrea Suriani presso l’Alpha dept. studio di Bologna
GIORGIO POIIl suo disco d’esordio “
Fa Niente”
uscito nel febbraio 2017 per Bomba Dischi/ Universal non smette di raccogliere entusiasmanti riscontri testimoniati non soltanto dalle innumerevoli uscite sulla stampa specializzata e sul web ma soprattutto da un crescente seguito di spettatori durante il suo primo giro di concerti. Ora Giorgio Poi è pronto per affrontare una lunga e calda estate live in giro per l’Italia. Con Matteo Domenichelli al basso e Francesco Aprili alla batteria, compone un infallibile trio di musicisti che sa catturare il pubblico con maestria, in un continuo andirivieni tra la forma canzone e l’esplorazione del suono.
GOMMAGomma sono Ilaria, Giovanni, Matteo e Paolo e suonano un post-punk cupo ed emotivo, ricco di suggestioni nineties. Nascono in provincia di Caserta a inizio 2016 e in pochi mesi registrano e pubblicano un disco:
Toska
, il risultato delle loro vite e delle loro contaminazioni musicali, cinematografiche e letterarie. Un esordio che vuole offrire un punto di vista genuino e istintivo sul mal d'essere contemporaneo elargendo storie da periferia dell'anima e che li ha catapultati su alcuni dei palchi più importanti d'Italia, affascinando pubblico e critica. Toska è l'album d'esordio dei GOMMA uscito il 17 gennaio 2017 per V4V-Records in collaborazione con Controcanti.
LUCY ROSE
Giardino D'Avalos
Lucy Rose arriva in Italia per presentare il suo nuovo album Something’s Changing.
Something’s Changing uscirà il 14 luglio su Communion Records/Caroline. L’album sarà accompagnato da un breve documentario che racconta il tour dell’anno scorso di debutto in America Latina. Il viaggio, organizzato in maniera indipendente da Lucy con l’aiuto dei sui fan sudamericani, è stato di grande ispirazione per l’album, e il film è un racconto intimo di come tutto è successo. Navigando sulle intuizioni dei suoi viaggi, Lucy si è posta l’obiettivo di fare il terzo album in modo dolce e, attraverso l’amico di un amico, è entrata in contatto con il produttore di Brighton Tim Bidwell, e nel suo studio casalingo ha trovato il luogo ideale per esplorare la sua intimità e tirar fuori delle nuove canzoni.
L’album è stato fatto in diciassette giorni. I maggiori contributi sono stati dati dal bassista di Tim, Ben Daniels, dal batterista Chris Boot, e dagli ospiti Elena Tonra dei Daughter, Marcus Hamblett dei Bear’s Den e Emma Gatrill dei Matthew and The Atlas.
POPULOUSDopo ‘Night Safari’, disco che ha definitivamente consacrato Populous come uno degli artisti e producer più interessanti a livello internazionale,ora arriva
‘Azulejos’
, nuova avventura elettronica di Populous in uscita il 9 giugno per La Tempesta (in Italia) e per Wonderwheel Recordings (nel resto del mondo).L’album è stato interamente composto a Lisbona ed è la sintesi del nuovo viaggio sonoro di Populous, un ponte ideale fra i ritmi sensuali della cumbia sudamericana e l’elettronica europea.Mixato da Jo Ferliga degli Aucan il disco vanta anche un featuring con Nina Miranda degli Smoke City.Andrea Mangia aka Populous e` un producer e dj salentino che ha esordito nel 2003 sulla berlinese Morr Music.Autore di jingle televisivi e colonne sonore, sound designer per il web, musei e sfilate di moda. Ha lavorato per Imperial, IKEA, Vogue, Vivienne Westwood, Carhartt, Nissan, Wired, Skoda etc.Ha prodotto e collaborato, tra gli altri, con Teebs, Clap! Clap!, Dj Khalab, Blue Hawaii, Lukid, John Wizards, Simon Scott/Slowdive, Sun Glitters, Larry Gus, Giardini Di Miro`.Nel 2010 vince il “Premio 2061 - La musica elettronica italiana del futuro”.Nel 2014 pubblica “Night Safari”ottenendo consensi unanimi da parte di critica e pubblico (con brani regolarmente trasmessi da radio cult come NTS, KEXP, Le Mellotron).Nel 2016 vince il premio di “Miglior artista” all’Italian Quality Music Festivals.
EMIDIO CLEMENTI/CORRADO NUCCINI- QUATTRO QUARTETTI
Giardino D'Avalos
Ci vuole coraggio a decidere di prendere un classico letterario del ‘900 - i “Quattro Quartetti” del poeta e critico letterario statunitense T.S. Eliot - e reinterpretarlo in maniera completamente inedita. Negli anni sono tantissimi gli autori che hanno provato a rielaborarlo e altrettanti sono gli attori che ne hanno fornito una loro interpretazione, ma nessuno aveva provato a fondere l’elemento ritmico già presente nelle parola di Eliot con un tessuto musicale inedito, composto per l’occasione e che prova a far convivere trame sonore vicine alla musica ambient con suggestioni etniche e improvvise impennate chitarristiche. Un lavoro che è a sua volta un vero e proprio disco che ha senso anche come opera a sé pure per chi non possiede alcuna confidenza con il poema di Eliot, qui declamato alla perfezione da Emidio Clementi su una traduzione Garzanti del 1994.Emidio Clementi e Corrado Nuccini sono due figure cardine della musica italiana. Il primo ha attraversato da protagonista tre decenni con il suo lavoro con i Massimo Volume, El Muniria e Sorge. Ha scritto tre romanzi (La notte del pratello, L’ultimo dio e Matilde e i suoi tre padri). Insegna scrittura creativa all’Accademia delle Belle Arti di Bologna. Corrado Nuccini è uno dei fondatori dei Giardini di Mirò vera e propria colonna della musica indipendente italiana, molto apprezzata anche al di fuori dei confini nazionali e i suoi progetti collaterali - Nuccini e Vessel - hanno avuto ottimi riscontri di pubblico e critica. L’album di questo progetto è stato pubblicato a marzo da 42 Records.
ZOOEYIl duo di Bordeaux residente a Londra, composto da Matthieu Beck e Marie Merlet, ha pubblicato il bellissimo debutto The Drifters. Un lavoro che si muove tra echi di Stereolab, Beach House Brian Wilson, e rimandi al Bill Callahan periodo Smog (c’è una cover del buon Callahan, Let’s Move To The Country). Una miscela di pop sognante e soft, con pennelllate elettroniche leggere, tocchi di tropicalismo anni ’60 e echi di persian disco. Un esordio brillante di cui sentiremo parlare!
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Storie bambini: come i supereroi preferiti 💪
Storie bambini, quando l’impossibile diventa possibile! Più cresciamo e meno ci lasciamo andare all’immaginazione, alle speranze, alle emozioni. Razionalizziamo tutto quanto ci capita e perdiamo di vista il nostro mondo interiore. I bimbi, loro sì che sanno ancora meravigliarsi per le piccole cose. Sono irresistibilmente attratti dall’avventura. Mettersi alla prova è la normalità, con nuove sfide e nuovi modelli. Dare loro il buon esempio conta, eccome. Ma anche attingendo dalla fantasia si trasmettono grandi insegnamenti. Nella guida che abbiamo realizzato ci siamo soffermati sulle storie bambini più in voga.
Storie bambini
Victoria sogna (Timothée de Fombelle)
Victoria ama tanto leggere. Così tanto che le capita di fare sogni realistici ispirati ai suoi romanzi preferiti, dove è lei la protagonista. Tra avvincenti battaglie ed adrenalinici pedinamenti, tra panorami suggestivi e missioni pericolose in Siberia. E un alieno che rapisce sua sorella, per sempre. Accipicchia però, che sfortuna! Abita a Chaise-sur-le-Pont, un paese dove il tempo sembra essersi fermato, talmente tranquillo da risultare noioso. Non accade nulla fino a quando cominciano ad avvenire strani avvenimenti: i libri spariscono dalla sua stanza, il suo amico Jo cerca tre pellerossa, un cowboy guida l’auto di papà. Sta succedendo qualcosa? Storie per bambini per dormire e fantasticare. Hilda e la gente nascosta (Stephen Davies, Luke Pearson)
In una bella casa al bosco abita Hilda, una bambina dai capelli color blu. A casa sua ama disegnare ciò che la circonda, in particolare quelle bizzarre creature che presidiano la valle, come il suo amico Twig, un incrocio tra volpe e cerbiatto, o i tremendi troll (ma sono così per davvero?). La vita scorre serenamente, ma Hilda non sa che presto verrà stravolta. Dalla sera alla mattina gli elfi mutano opinione su di lei e la mamma: le vogliono entrambe cacciare ed obbligarle ad accettare la caotica città di Trollberg. Le minacce non spaventano Hilda, convinta a rimanere. Spinta da una grande forza d’animo, intraprenderà un viaggio avventuroso e indimenticabile. Il fiordo delle sirene (Tea Stilton)
La saga ambientata nelle Terre di Incanto si arricchisce di un nuovo capitolo. Cinque principesse, sulle sponde del Lago Blu, si accingono ad affrontare insieme ai loro compagni la prima lezione di nuoto dell’anno. Improvvisamente però una sinistra macchia scura inizia a contaminare le acque, mandando in fumo ogni piano. Le Cinque Guardiane non hanno dubbi: si tratta di un nuovo incantesimo lanciato dal perfido Egor, il Mago Oscuro. Per respingere la minaccia, Samah, Kalea, Nives, Diamante e Yara sono chiamate a raggiungere un fiordo misterioso. Lì avranno modo di chiedere finalmente aiuto alle sirenette: solo loro conoscono come spezzare l'incantesimo! Riusciranno a trovarle in tempo? Senza cuore (Romina Scarpanti)
Che forza, miss Taylor! Una nonna decisamente atipica: dinamica, spigliata e… archeologa! Il piacere per l’avventura la attira come una calamita. Agile e dotata di enorme fascino: al suo attivo conta numerosi ex fidanzati, pronti a fare carte false per lei. Ah dimenticavamo, ama sfrecciare su motociclette e jeep nel deserto. È naturale che le sue nipotine, Sophia e Amanda, vadano pazze di lei, cresciute in un museo con tanti reperti egizi. La trama gira intorno alla mummia Anek-Bah, un antico sacerdote egizio privato del cuore. Intrappolato in un eterno limbo, sta per risvegliarsi e chiedere giudizio agli dei. La giostra dei Mondiali. Supergoal (Luigi Garlando)
Storie per bambini delle scuole elementari. Nulla è impossibile, se ci credi davvero. Milo, Simone e compagni hanno una passione smisurata per il calcio. Così smisurata da inventare una macchina del tempo, che dalla giostra dei giardinetti, li catapulta negli stadi più famosi al mondo, per seguire da vicino le partite dei Mondiali passate. Così le Cipolline conosceranno autentiche leggende, da Pelé a Maradona, fino a Baggio. E disputeranno una partita storica! Tra le storie bambini sullo sport più amato. Read the full article
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Solita polemica di fine anno: gli italiani non leggono. Ma leggere non rende migliori. Anzi. Se leggete diventate st***zi come noi!
Sei italiani su dieci non leggono. Meglio. Leggere non serve a nulla
Sempre la solita solfa. I giornali, durante le festività, non sapendo come riempire le pagine, invece di approfittarne per parlare di cose serie, ripropongono di anno in anno questioni già sentite e articoli già scritti, mutando appena qualche virgola. Negli ultimi giorni è in voga il canto funebre, su spartito fornito dall’Istat, per lamentarsi delle mancate letture degli italiani. Dati alla mano – ovviamente, nessuno parla di come sia stato condotto il sondaggio –, pare che sei italiani su dieci non leggano. L’altro tema che ritorna, più o meno ogni trimestre, insieme a questo, è quello secondo cui la maggior parte di noi non sarebbe in grado di comprendere un testo di media complessità. Il Corriere fornì recentemente anche un esempio, per chiarire cosa si intenda con questa astrusa formula di “un testo di media complessità”. Riportò un brano da La scuola cattolica di Albinati. Provai anch’io a leggerlo, per vedere se lo comprendevo ma, sinceramente, forse non arrivai alla fine perché mi addormentai prima.
Insomma, gli italiani non leggono e parte la reprimenda. Istintivamente sorrido. E quindi? Quale malsana idea anima la nostra intellighenzia per indurla a pensare che chi legge sia un uomo migliore, o più intelligente? Ma, poi, leggere cosa? Leggere Balzac rende migliori? O leggere un testo di ingegneria edile?
Lui è il solito, incazzoso Matteo Fais…
Personalmente, ho iniziato a divorare testi dalla prima classe elementare e non ho mai smesso. Forse preferirei addirittura farmi evirare, piuttosto che riporre i miei amati libri. Eppure, vi confesso, non sono un essere superiore a mia nonna che aveva giusto finito le elementari. Lei sarebbe morta per me; io, se dovessi vedere un bambino prossimo ad annegare, non rischierei la mia vita per la sua. Sono patologicamente egoista e narcisista. No, decisamente, non sono un grande esempio di umanità e solidarietà. Mi spiace. Ma, posso garantire, i poeti, gli scrittori, e i lettori che ho conosciuto non erano meglio di me. Gente che per una pubblicazione venderebbe la madre al demonio in persona. Al contrario, le poche anime che abbia incontrato, dotate di uno spirito di carità (amore), erano rozze e ignoranti. Non avevano la benché minima idea di chi fosse Kant. Eppure, sapevano amare e voler bene, conoscevano l’abnegazione e il sacrificio spassionato.
Ma si vorrebbe forse asserire che chi legge sia più intelligente? Per favore, non fatemi ridere! Sul piano adattivo, quelli come me, che hanno passato la vita a leggere, sono degli inetti totali. Se, per ipotesi, dovessero abbandonarmi solo in una foresta, per qualche giorno, credo che morirei prima ancora di poter dire “amen”. Non sarei in grado di farmi un archetto e delle frecce per dare la caccia agli animali, così da procurarmi il nutrimento. Tanto meno saprei dare forma a una canna da pesca, o distinguere tra i funghi commestibili e quelli velenosi. Ma, anche senza arrivare a scenari tanto estremi, rimanendo nell’ambito della civiltà, non so tirare su un muro, fare il cemento, costruire un impianto elettrico. In un universo distopico, oggi tanto di moda tra i romanzieri, diciamo una condizione alla Sulla strada di Cormac McCarthy, i predoni mi mangerebbero nel giro di due giorni. Anche perché, detto inter nos, anche se fossi armato, sono persuaso che non avrei grandi possibilità di sopravvivenza: non ho mai sparato in vita mia, se non con una pistola ad acqua, e non so tenere in mano un fucile. Credo che, dovendolo usare, finirei a terra per via della forza di rinculo dell’arma, oppure riuscirei a colpirmi un piede.
Ma restiamo alla nostra realtà quotidiana. Sì, ho letto molti romanzi, saggi, testi filosofici e via dicendo, ma ignoro del tutto la giurisprudenza, la fisica, la matematica, l’ingegneria. Non ho idea di come si costruisca un ponte. A stento comprendo quali siano i meccanismi che muovono l’autobus che prendo e non so niente in merito ai motori delle auto. Non riuscirei neppure a costruire un carro da far trainare ai buoi. E, le poche volte che ho sottoscritto un atto notarile, o firmato un contratto, a dire la verità “mi sono fidato”, perché le questioni più specifiche mi sfuggivano del tutto.
Quando cercano di farvi sentire ignobili perché non leggete, in poche parole, spesso e volentieri, vorrebbero solo arrampicarsi sulle vostre spalle, probabilmente perché sono più robuste delle loro. Il mondo dei letterati è un sistema che si autoalimenta e si autoincensa nel modo più ridicolo. Torme di topi da biblioteca si beano di citare a memoria poeti e titoli di romanzi ma, tirati via dal tavolino, la loro assenza di vigore e qualità è quasi grottesca. No, leggere romanzi non farà necessariamente di voi delle persone migliori, più intelligenti (almeno in senso pratico), o con maggiori capacità critiche verso il mondo che vi circonda. Provate a chiedere a un laureato in Lettere quale sia la sua idea per risanare l’economia italiana e vedrete che il massimo che riuscirà a tirare fuori sarà una versione in prosa dei versi di Imagine di John Lennon, qualcosa tipo: “Immagina che non esista un paradiso e nessun inferno sotto i nostri piedi, ma solo un unico cielo sopra di noi. Immagina non esistano più le nazioni e che tutti vivano in pace”. Insomma, cretinate da canzonetta per sognatori decerebrati. E non dimenticate che, di massima, chi ha studiato e letto è solo uno che ha avuto minori occasioni di confrontarsi con la vita vera, mentre è stato sottoposto per un lasso di tempo maggiore alla propaganda di regime, che è poi quella che sta alla base di scuole e università.
E in ultimo, cosa legge chi legge? Avete dato un’occhiata ai testi più venduti? Siete ancora certi che leggere sia per forza un bene? Solo per pietà, infine, non sollevo l’annosa questione del perché le donne, anche quelle colte, preferiscano l’idraulico all’intellettuale, almeno quando si va al sodo. Felice anno nuovo, care anime nobili.
Matteo Fais
Chi non legge è disumano. Tanto vale parlare con la nebbia
Abito a Riccione. Un posto che sta tra la nebbia e l’idiozia, tra il mare immoto e l’immotivata ignoranza dei riccionesi. Perché uno come me, addestrato a vivere in un borgo islandese, in una placca di ghiaccio australe con tonnellate di sirene discinte, sia capitato a Riccione, terra di beoni, beoti, beati nella loro tronfia cretineria, è un enigma agostiniano, ci vorrebbe uno Spinoza a risolverla, a randellate etiche. Ad ogni modo, io divido il mondo tra chi ha letto almeno Le memorie del sottosuolo e chi crede che Dostoevskij sia una marca di rum. A Riccione, lo capite da voi, vivo come un mentecatto, un mendicante, parlo con nessuno, la nebbia risuona le mie più livide riflessioni. Leggere non rende migliori né superiori né supereroi.
Lui è Davide Brullo secondo Guido Reni
Semplicemente, leggere rende umani. Chi non legge è disumano: a questo punto, meglio passare la vita a osservare i gabbiani e le evoluzioni predatorie dei cani, sono più interessanti. I medici mi intrigano quel paio di secondi se trasudano cinismo – tutti muoiono, beati i vivi, la carne si corrompe, fa schifo – gli avvocati se essudano ambizione, gli ingegneri se sono sorretti da orgoglio a bilioni. Al di là di questo, si fottano tutti, non hanno nulla da dirmi, passo oltre. L’uomo non è interessante: mangia, caga, scopa (se gli tira). Non ha l’eleganza di un ghepardo, non ha la ferocia di una tigre, non ha il tremore di un cervo. L’unica cosa interessante che produce l’uomo è letteratura. Cioè: passare il tempo a fare una Amazzonia delle proprie interiora, a costruire castelli in aria, a spaccare in quattro il misero legno del proprio pensiero. Per questo, io non parlo con chi non legge. Chi non legge, semplicemente, non sa parlare, è un cretino su due arti, che fa bla-bla per guadagnare due soldi, che spende in ville-auto-escort, per poi passare a miglior dimora, nel marmo assertivo di una tomba, evviva, era ora. Con la gente, per strada, io voglio parlare di Eraclito e di Orazio, di Petrarca e di Leopardi, di Montaigne e di Tolstoj. Tutto il resto è niente, la nientitudine che annienta l’uomo. Tutto il resto – dall’acqua calda in casa all’ascensore, dall’automobile ai vaccini – non è progresso, è inquietudine e inquinamento. Per me l’unica cosa che conta, che resta, è la letteratura. Un sano espediente per sedersi, non fare un cazzo, non fare cazzate, e pensare, aggrovigliarsi nel linguaggio, far risuonare il proprio vuoto e gettar dentro, in questa piramidale vertigine, i propri occhi, e assaporare lo schianto delle pupille – splash, splash – e far fiorire verbi sul sole – che è sempre lo stesso da millenni – e nominare le stelle – le solite, le senza senso – e dotare di epiteti gli umani – i consueti, i già visti e stranoti. Non esiste altro, credete, chi non ha letto Le memorie del sottosuolo non è che non sia degno di vivere, non vive, ecco. Respira. Come le mosche. Respira. Attaccato al respiratore della propria vita indegna. L’unica attività pienamente umana, degna d’atto, è la lettura. Chi legge non è più intelligente, non diventa superdotato, probabilmente si fa più stronzo e sofferto – chi legge è un uomo. Tutti gli altri sono zombie. E io resto a trastullarmi con la nebbia.
Davide Brullo
L'articolo Solita polemica di fine anno: gli italiani non leggono. Ma leggere non rende migliori. Anzi. Se leggete diventate st***zi come noi! proviene da Pangea.
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