#qualvolta
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mccek · 1 year ago
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Stranger Teens Ep:18
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primepaginequotidiani · 23 days ago
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PRIMA PAGINA Eco Di Bergamo di Oggi domenica, 03 novembre 2024
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anchesetuttinoino · 3 months ago
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🇪🇺 L’UE RICHIEDERÀ UN ID DIGITALE PER ENTRARE NELL’AREA SCHENGEN DA NOVEMBRE 2024. NE DÀ NOTIZIA IL GOVERNO BRITANNICO
A partire dall'autunno 2024 l'UE introdurrà un nuovo sistema di controllo digitale alle frontiere per rafforzare la sicurezza della sua frontiera esterna Schengen. Il nuovo processo di registrazione, chiamato Entry/Exit System, o EES in breve, dovrebbe essere introdotto a novembre, tuttavia l'UE deve ancora confermare una data specifica per la sua introduzione. Si applicherà a coloro che si recano nell’area Schengen, che comprende tutti i paesi dell'UE, ad eccezione di Cipro e dell'Irlanda. Inoltre, fanno parte dello spazio Schengen anche gli Stati non appartenenti all'UE Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein.
Ciò significa che alla maggior parte dei cittadini di paesi al di fuori dell'UE dovranno creare un registro digitale e registrare i propri dati biometrici, ad esempio fornire le impronte digitali e farsi fotografare, quando entrano nello spazio Schengen. L’operazione dovrebbe richiedere solo pochi minuti per ogni persona.
L'EES è concepito per migliorare la sicurezza delle frontiere, anche contrastando la migrazione illegale nello spazio Schengen attraverso la tenuta di un nuovo registro digitale delle persone che entrano. Sostituirà inoltre l'attuale sistema di timbratura manuale dei passaporti ogni qualvolta un viaggiatore entra in un paese dell'UE, con controlli di frontiera più automatizzati per aiutare l'UE a garantire che le persone non rimangano oltre il termine.
L'EES fa parte di un lavoro più ampio che l'UE sta svolgendo per rafforzare la sicurezza delle frontiere: nel 2025 l'UE introdurrà il nuovo sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS). L'ETIAS prevede che coloro che si recano nello spazio Schengen debbano presentare informazioni su se stessi e sui loro piani di viaggio e pagare una tassa di 7 euro per richiedere l'autorizzazione a viaggiare prima di partire per lo spazio Schengen.
Quando verrà introdotto l'EES, i viaggiatori dovranno registrarsi alla frontiera Schengen. Lo faranno al porto o all'aeroporto all'arrivo, dove potranno inviare le loro impronte digitali e farsi fotografare presso gli stand dedicati. Sebbene i controlli richiedano solo pochi minuti per ogni persona, potrebbero comportare tempi di coda più lunghi per le persone che viaggiano verso i paesi dell'area Schengen. I viaggiatori dovranno solo presentare le loro informazioni biometriche alla frontiera e, quando l'EES sarà introdotto per la prima volta, non saranno tenuti a fornire ulteriori informazioni prima del viaggio.
Fonte: GOV.UK
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caoticoflusso · 3 months ago
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oscillo fra uno starmene sotto la pioggia a ballare qualcosa e l’aver paura dei temporali, mi rintano in casa ogni qualvolta che ne sento uno
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nonsipuomorireperamore · 2 months ago
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Ho bisogno di un parere,io credo di star comportando bene con un amica,ma ogni qualvolta che magari esco,ma non con lei mi fa sempre sentire una merda…
E volevo capire,se l’errore lo commetto io o lei…
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raccontidialiantis · 9 days ago
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La zia Lucia
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Lucia era la quinta di sei fratelli. Antonia era la maggiore di tutti e tra le due donne c'erano quindici anni di differenza. Vicende vollero che Lucia avesse ormai quarant'anni e fosse stata lasciata da suo marito cinque anni prima, perché invaghitosi di una sgualdrinella più giovane.
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In occasione di un matrimonio in famiglia, Filippo, l'universitario figlio ventenne di Antonia, con galanteria aveva invitato a ballare sua zia Lucia. Che era bellissima, come sempre. Il ragazzo la adorava letteralmente e dalla pubertà poi le era praticamente devoto: ella infatti rappresentava il suo massimo sogno erotico. Zia Lucia delle sue notti insonni.
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Vivendo a poche decine di metri di distanza, ingressi delle case sullo stesso marciapiede, se l'era spessissimo vista in giro per casa; altre volte invece era stato lui ospite a casa sua. Talvolta aveva intravisto nell'intimità casalinga, grazie alle vesti slacciate o a qualche porta socchiusa, le sue forme perfette di donna matura ma soda. E senza un uomo: che spreco, aveva pensato.
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Ma ora in quella sala e vestita in modo così provocante lei era un vero splendore. Lui ne era attratto magneticamente, perciò l'abbracciava di continuo e la stringeva a sé. Lei gli diceva: “ehi ragazzino, ora basta”, ma dopo cinque minuti lei stessa gli ronzava attorno di nuovo. E gli faceva dei piccoli dispetti: minimi tentativi di seduzione subliminale. Solletico dietro le orecchie. O magari gli soffiava sul collo, gli accarezzava teneramente la testa.
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Lei quella sera si sentiva strana: non aveva mai pensato veramente al suo nipotino come a un uomo, ma ora lo vedeva forse per la prima volta sotto una luce molto diversa dal solito e quindi lo stuzzicava, flirtava per un po’ palesemente e poi si faceva invitare a ballare di nuovo. Dopo un po' si stringeva spudoratamente a lui. Era proprio un gran bel pezzo di gnocco, nel vestito che calzava come fosse un fotomodello. E odorava del caratteristico profumo di dopobarba misto a deodorante maschile di marca che a lei faceva girare la testa.
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Anche se da fuori nessuno poteva notarlo, lei ballando gli si stringeva oltre la decenza: gli premeva forte il bacino contro. Poi, scansando i suoi capelli bellissimi e profumati, apriva con nonchalance il suo collo nudo al contatto della bocca del ragazzo e ogni qualvolta egli “casualmente” per un istante vi poggiava sopra le labbra, lei gemeva di piacere al suo orecchio, carezzandogli la nuca e premendogli più forte il bacino contro.
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Filippo stava per scoppiare, travolto dal profumo e dal contatto intimo con quel corpo meraviglioso di donna in pieno rigoglio a sua disposizione. Lei lo invitò per l'indomani a casa, perché voleva parlargli di alcune cose. Per il suo bene, naturalmente. Perché oramai era un uomo fatto. E ci sono certe cose che… Perciò, di mattina Filippo si recò da lei. I due figli piccoli di Lucia erano entrambi fuori a scuola e lei aveva preso un giorno di ferie apposta. Lo fece sedere di fronte a lei e si tolse pian piano tutti i vestiti di dosso.
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Il ragazzo era paralizzato da quello spettacolo meraviglioso, dal piacere ma anche dal pensiero di star forse commettendo peccato. Non ci poteva credere! La zietta a lungo sognata, uno specchio di virtù coniugale, era invece una vera e grande porca. Allora, pensava, forse tutte le donne lo sono… Lucia infine restò nuda sul divanetto davanti a lui e gli sorrise, maliarda e irresistibile, con le gambe allargate e la fica completamente aperta.
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Lui poteva sentire il profumo delle sue parti intime e goderne. Stava per svenire. Da ultimo, la donna si sfilò le mutandine e gliele lanciò. Gli ordinò: “chiudi gli occhi e odorale. Sentirai l’aroma di una donna che ti vuole. E capirai da quel profumo di cosa ha bisogno una bella donna come me.” Dopodiché iniziò a sgattaiolare sul pavimento verso di lui. Nuda, bellissima e sensualissima…
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Lo raggiunse, gli slacciò i pantaloni e gli tirò fuori l'uccello. Gli disse che stava scoppiando di voglia, che erano anni che non prendeva il cazzo di un uomo e che di fatto solo lui, oramai uomo maturo ma ancora non impegnato, poteva capirla e aiutarla.
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Perché lei non desiderava certo farsi una cattiva nomina in paese, sporcare ulteriormente il buon nome della sua famiglia. Che con lui le cose sarebbero rimaste in un certo senso molto riservate e assolutamente segrete… “mi raccomando: neppure tua madre lo dovrà mai sapere, mi sembra ovvio, no?”
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E poi era proprio ora che lui facesse pratica, per non far brutta figura con le ragazze che presto sarebbero arrivate nella sua vita. Non disse altro e quindi, non resistendo più, si tuffò golosa sull'asta del giovane che quasi scoppiava. Lo inghiottiva tutto e lo lavorava sapientemente di lingua. Ma dopo alcuni minuti:
"Zia Lucia, basta per favore…"
"Che c'è: non ti piace come ti spompina la zia? Devo aumentare il tiraggio, tesoro mio?"
"No, no… Va tutto bene, per carità! Ma il fatto è che da quando ero adolescente io non desidero altro che scoparti; lo sogno, lo voglio con tutta l'anima…"
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Lucia allora rise di gola. Lo prese per mano, lo portò in camera, lo fece spogliare nudo e intanto lei si mise sul letto a pancia sotto. Filippo si gettò su quella grazia divina e la infilò in culo quasi a freddo. Il dolore per la penetrazione secca, fatta soltanto con un poco di sputo, in lei subito mutò in lunghi e crescenti brividi di piacere. Mentre pompava, il giovane prese a giocare con quelle grosse mammelle calde. Poi la girò e baciandola con trasporto la scopò da davanti: le leccava le tette, se ne infilava una tutta in bocca, mentre strizzava e titillava dolcemente il capezzolo di quella libera.
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Poi invertiva il gioco dei seni. Lucia godeva, godeva e godeva. Finalmente aveva un cazzo nella fica. E che cazzo! Dopo tutti quegli anni. Mentre Filippo le sussurrava con voce roca dall’eccitazione: “sei una vera porca, una puttana da riempire di sborra, zia Lucia. E io ti sfonderò, ti farò dire basta…”
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Lei in cambio gli diceva: “oh, caro, caro… nipote mio! Fottimi, sfondami, fammi tua. Fai godere la tua zietta come solo tu, giovane stallone ventenne, puoi fare. In seguito cercheremo il modo per continuare, noi due: ti farò scopare e godere spesso, vedrai. Ti darò le chiavi del paradiso.”
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A sentire quelle parole, il ragazzo prese a montarla con foga maggiore e una furia tale che Lucia a un certo punto ebbe un orgasmo talmente forte che urlò, perse il controllo e allagò il letto. Lui in quel frangente le sborrò dentro: lentamente ma continuamente, per due interi minuti.
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Con fiotti regolari. Sembrava inesauribile. Si riposarono un po’. Si prepararono un tè. Dopodiché lei per ringraziarlo gli riprese a lungo in bocca l'uccello, lo portò di nuovo a morire di piacere e lo fece sborrare dentro la sua bocca. Ingoiò di gran gusto il suo seme fresco.
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Anche qui finalmente di nuovo il sapore che preferiva di un uomo: quanto le era mancato! Adorava farsi venire in bocca e ingoiare un carico di sana e salutare sborra. Stavolta la venuta di quel cazzo benedetto fu più breve, ma il piacere sia del ragazzo che della donna fu ugualmente intenso.
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Lei a quel punto gli spiegò il programma della prossima volta: lei avrebbe indossato il collare. Lui l'avrebbe dovuta tenere al guinzaglio e portarla in giro per casa, dandole degli ordini e facendosi leccare spesso l'uccello, le palle. Ordinandole infine di spompinare. Poi, una volta venuto, l'avrebbe dovuta sculacciare forte. Molto.
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Quando avrebbe pianto e le natiche le si fossero arrossate completamente, solo allora lui gliele avrebbe dovute leccare e baciare. Per raffreddargliele e lenirne la sofferenza. Quella donna a lungo repressa voleva soffrire, piangere di dolore e quindi gioire. Voleva essere dapprima umiliata e infine posseduta. Dopo averle baciato e leccato le natiche, sarebbe dovuto passare con la lingua a lubrificarle a lungo l'ano. Per poi finalmente incularla e spaccarle il culo.
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"Voglio che tu mi rompa il culo, con vigore. Mi prenderai per i capelli e non potrò sfuggirti. Anche se ti implorerò, anche se vedrai che piango, tu sfondami pure tranquillo. Io sogno di farlo così. Voglio sentirti sborrare nelle mie viscere. Da stasera mi preparerò, tenendomi lubrificata ogni giorno e cercando la sera di allargarmi l'ano con un dildo per facilitarti. Terrò dentro di me un plug di dimensioni XL ogni notte: lo farò solo per te, tesoro."
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Al marito non aveva mai consentito di entrarle nel culo, ma ora che c'era lui, quel bel pezzo di ragazzone sexy, lo voleva ovunque nel suo corpo e con tutte le sue forze. Per legarlo ancor di più a sé, gli si sedette in grembo, gli diede i seni sul viso e se li fece di nuovo succhiare a lungo; lo nutrì di sé. Il ragazzo fu infatti felice, quando alcune gocce di latte si depositarono sulla sua lingua.
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Filippo la succhiò avidamente per una mezz’oretta. Quindi si inginocchiò, le leccò rapidamente i piedi, poi decisamente più a lungo le mangiò la fica e così Lucia venne un'ultima volta. Prima di uscire, le diede un casto bacio sulla guancia e le disse semplicemente: “grazie, zia Lucia.” La donna arrossì timidamente. In fondo, lei era soltanto un altro essere umano, seminascosto dietro un portone. Con un grande cuore, semplicemente in cerca di risposte e di un po' d’amore.
“Sei sulla Terra, non c’è una cura per questo” (Samuel Beckett)
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RDA
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ho capito che io non vado d'accordo con la gente che non parla, con quella che non si incazza, quella che sta sempre zitta col capo chino e annuisce. Io non ce la faccio, ogni qualvolta qualcosa non mi andasse bene avevo il fuoco dell'inferno nel petto, stare zitta non è mai mai stato nel mio carattere, mai. E si va bene esistono caratteri e caratteri, non siamo tutti uguali blablabla però cazzo, cazzo ma alzatele quelle teste, ribellatevi, cazzo, ma a che vi serve subire tutto senza dire una parola? Le cose andranno di merda ugualmente e vaffanculo, ma almeno avete provato, almeno non siete stati zitti. Ribellatevi, smettetela di essere dei sacchi di patate ammuffite.
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susieporta · 3 months ago
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COMUNICAZIONE OSCURA
In una relazione, ogni qualvolta non esprimiamo bisogni importanti, convinzioni, progetti, desideri, si creano delle zone d'ombra tra noi e l'altro le quali producono a loro volta incomprensioni, aspettative irrealistiche, confusioni comunicative.
È come se nel momento in cui si crea un rapporto, soprattutto quando è importante, tra due persone, debba per forza esserci un filo fatto di parole che le unisce.
Se quel filo non è chiaro bensì sfilacciato, oscuro o comunque poco resistente, la relazione rimane ma viene via via frammentata dall'assenza di un comunicazione profonda, autentica e schietta.
Quando non c'è una buona comunicazione tra due persone, aumenta la tossicità del rapporto il quale viene inquinato da una spazzatura fatta di impliciti e non detti i quali a loro volta promuovo conflitti e scontri.
Prima o poi infatti i bisogni e le necessità di ognuno vengono a galla, con il loro carico di risentimento accumulato che ognuno porta dentro di sé magari da anni.
Tenere dentro di sé ciò che si vuole dall'altro e dalla relazione per non dispiacergli, per paura di essere giudicato o accusato, non fa altro che sfilacciare sempre di più quel filo che inizialmente teneva unite due persone.
Quello che può capitare quando non si esprimono le priorità di ognuno, è anche che non vengano messi quei paletti capaci di segnalare all'altro dove può arrivare con le sue richieste, e dove invece non gli permettiamo di fare un passo oltre.
Questo fa sì che ci si senta implicitamente autorizzati a dire, fare o richiedere qualunque cosa all'altra persona, in quanto non sono state verbalizzate chiaramente le regole che sottolineano quali spazi possono essere oltrepassati, e quali no.
Ho pacchi di persone che, in privato, mi chiedono di aiutarle ad allontanare vampiri energetici e manipolatori.
Prima di arrivare alla disperazione riguardante l'incapacità di contenere chi ci sfrutta e ci vampirizza, in questi casi, occorrerebbe mettere dei paletti interni che possano salvaguardare la nostra interiorità.
Paletti che possano essere stabili, ma non rigidi, di modo che l'altra persona possa evolvere insieme a noi nel cambiamento reciproco, piuttosto che sentirsi inibita dalle troppe regole.
E tuttavia, che sappia anche quando deve fermarsi, nel momento in cui noi non gli permettiamo di avanzare perché ha violato un nostro spazio sacro.
©Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
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gregor-samsung · 2 months ago
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" Anzitutto, gli eventi cileni estendono la consapevolezza, contro ogni illusione, che i caratteri dell’imperialismo, e di quello nord-americano in particolare, restano la sopraffazione e la jugulazione economica e politica, lo spirito di aggressione e di conquista, la tendenza a opprimere i popoli e a privarli della loro indipendenza, libertà e unità ogni qualvolta le circostanze concrete e i rapporti di forza lo consentano. In secondo luogo, gli avvenimenti in Cile mettono in piena evidenza chi sono e dove stanno nei paesi del cosiddetto «mondo libero», i nemici della democrazia. L’opinione pubblica di questi paesi, bombardata da anni e da decenni da una propaganda che addita nel movimento operaio, nei socialisti e nei comunisti i nemici della democrazia, ha oggi davanti a sé una nuova lampante prova che le classi dominanti borghesi e i partiti che le rappresentano o se ne lasciano asservire, sono pronti a distruggere ogni libertà e a calpestare ogni diritto civile e ogni principio umano quando sono colpiti o minacciati i propri privilegi e il proprio potere.
Compito dei comunisti e di tutti i combattenti per la causa del progresso democratico e della liberazione dei popoli è di far leva sulla più diffusa consapevolezza di queste verità per richiamare la vigile attenzione di tutti sui percoli che l’imperialismo e le classi dominanti borghesi fanno correre alla libertà dei popoli e all’indipendenza delle nazioni, e per sviluppare in masse sempre più estese l’impegno democratico e rivoluzionario per modificare ulteriormente, nel mondo e in ogni paese, i rapporti di forza a vantaggio delle classi lavoratrici, dei movimenti di liberazione nazionale e di tutto lo schieramento democratico e antimperialistico. Gli avvenimenti del Cile possono e devono suscitare, insieme a un possente e duraturo movimento di solidarietà con quel popolo, un più generale risveglio delle coscienze democratiche, e soprattutto un’azione per l’entrata in campo di nuove forze disposte a lottare concretamente contro l’imperialismo e contro la reazione. "
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Brano tratto da Imperialismo e Coesistenza alla luce dei fatti cileni, articolo di Enrico Berlinguer pubblicato il 28 settembre 1973 su Rinascita, periodico politico-culturale del Partito Comunista Italiano.
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caoticoflusso · 4 months ago
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mi perdo ogni qualvolta che ammiro foto di gatti, libri, paesaggi, cani, qui sopra
sono il mio punto debole
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intotheclash · 7 months ago
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Ogni qualvolta parliamo di noi e del nostro mondo, il mondo rimane sempre come dovrebbe essere. Con questo nostro dialogo lo rinnoviamo, gli infondiamo vita, lo puntelliamo. Non solo: è mentre parliamo a noi stessi che scegliamo le nostre strade. Ripetiamo quindi le stesse scelte fino al giorno della morte, perché fino a quel giorno continuiamo a ripeterci le stesse cose. Un Guerriero è consapevole di questo atteggiamento e si sforza di fermare il suo dialogo interiore. Questa è l'ultima cosa che devi sapere se vuoi vivere come un Guerriero.» «Innanzitutto devi usare le orecchie per togliere agli occhi una minima parte del loro fardello. Dal momento in cui siamo nati usiamo i nostri occhi per giudicare il mondo. Parliamo agli altri e a noi stessi principalmente di ciò che vediamo. Un Guerriero ne è consapevole e ascolta il mondo; ascolta i suoni del mondo.
Carlos Castaneda - Una realtà separata
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dipendenteconad · 10 months ago
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I will translate this one soon, but I'd also like to share it like this.
[ita] un altro headcanon con BiKang; relazione nascosta
(NSFW sottointeso. Questo testo è estratto da una conversazione che ho avuto con mia amica, ed è ciò che ha poi ispirato la mia fanfiction pubblicata su ao3, alcune cose potrebbero essere simili)
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Mi immagino Bi-Han come una persona molto riservata, infatti raramente parla di qualcosa che non abbia a che fare col suo incarico da Granmaestro; perfino in quel caso lì tende ad andare sempre dritto al punto, senza perdersi in conversazioni che ritiene inutili. Forse l'unica eccezione sono stati i suoi fratelli, ma fino ad un certo punto. Tomas menziona nelle intro un Bi-Han freddo e distaccato, quindi i due, seppur cresciuti insieme, non hanno mai condiviso momenti particolarmente intimi nonostante Bi-Han comunque tenesse a lui (a modo suo, ovviamente). Kuai Liang invece, quando ancora erano ragazzi, aveva avuto modo di conoscerlo in modo più approfondito, e con non poca fatica era riuscito a scalfire in superficie per intravedere una minima parte della sua interiorità. Nonostante ciò, andando avanti con gli anni Bi-Han aveva finito per chiudersi sempre di più in sé stesso, preferendo affrontare i propri problemi da solo, anche nei momenti in cui era evidente quanto avesse bisogno di una spalla su cui piangere. Allo stesso tempo, i due fratelli minori rispettavano il suo bisogno di privatezza.
Per questo motivo, nessuno aveva mai più sentito Bi-Han parlare di qualcosa che non fosse prettamente legato al suo lavoro. Addirittura, non considerava nessuna relazione al di fuori di quelle famigliari e lavorative come valide. Mai. Solitamente, se qualcuno provava ad avvicinarsi a lui, Bi-Han si irritava dopo i primi segni d'insistenza e cambiava argomento di conversazione, o optava direttamente per gli insulti.
Quindi nel mio stato delulu mi sogno la sorpresa di Kuai nel notare un comportamento insolito in suo fratello, da quando Liu Kang aveva chiesto loro aiuto. Bi-Han era sempre stato una testa calda e più di tutto non sopportava che gli venissero dati degli ordini; allo stesso tempo però, se Liu chiedeva loro un favore, Bi-Han lo eseguiva senza se e senza ma. Ancor meno Bihan amava i colloqui, ma se era Liu Kang a necessitarne uno si presentava anche agli orari più insoliti. Per non parlare del fatto che trascorreva una quantità di tempo immane lontano dai Lin Kuei per stare con i monaci che allenava Liu Kang. Inizialmente nessuno ci faceva nemmeno troppo caso, perché Bi-Han era solito sfiancarsi dal lavoro e tale dedizione era ormai normale da parte sua.
Kuai non è uno che ama particolarmente farsi gli affari degli altri, ma si fidava abbastanza di Bi-Han per sapere che quest'ultimo non gli avrebbe mai nascosto dettagli riguardanti il loro lavoro o le loro successive missioni. Ad esclusione, se Bihan non aveva nulla da nascondere, significava che la maggior parte degli incontri che teneva con Liu Kang non riguardavano il loro lavoro. Altrimenti, avrebbe sicuramente detto qualcosa anche a Kuai e Tomas.
Quindi beh, Kuai non si fa gli affari degli altri, no, ma se c'è da scartare un po' di drama non si tira certamente indietro, a maggior ragione se la persona coinvolta è suo fratello. Per settimane non aveva mai esternato i suoi dubbi, finché non fu Tomas, una mattina, a tirare fuori l'argomento, facendo notare a Kuai come Bi-Han avesse lasciato il tempio la sera ma non fosse più rientrato.
Da quel momento entrambi iniziarono a osservare Bi-Han con un occhio di riguardo, stando particolarmente attenti a dove diceva di andare e cosa faceva quando loro tre erano da soli; entrambi riuscirono a notare come Bi-Han cambiasse completamente approccio ogni qualvolta che Liu Kang era insieme a loro: diventava più tranquillo, meno sfacciato, e la sua espressione quasi si rilassava. Erano anni che Kuai non vedeva il volto di Bi-Han contorto in un'espressione che non fosse di concentrazine o rabbia. Tomas giurò perfino che una volta aveva visto Bihan sorridere sotto la maschera mentre parlava con Liu Kang, e ne aveva parlato come se avesse visto gli Dèi.
Kuai aveva racimolato abbastanza coraggio per affrontare Bi-Han a riguardo, spinto più da interesse che altro: certamente, non denunciava il fratello per essersi fatto un eventuale amico, ma era ben curioso di sapere come Liu Kang fosse riuscito nell'impresa. Dovette però parlare senza fare nessun tipo di accusa che potesse obbligare Bi-Han a mettersi subito sulla difensiva: quando gli chiese perché si lasciava sottomettere senza obiezioni da Liu, Bi-Han aveva semplicemente detto qualcosa simile a "perché ci stiamo guadagnando anche noi".
Eppure loro non ci guadagnavano un bel niente, ad aiutare Liu Kang; se non altro, ci perdevano su molto del loro tempo: c'erano giorni in cui il loro clan non aveva nessuno che potesse seguire i loro allenamenti, considerando che Bi-Han era sempre lontano dal tempio. Tempio che, tra l'altro, erano giorni che non veniva più seguito come prima, perchè il Granmaestro non aveva più tempo per dedicarsi alla cura della struttura. A quel punto era palese che, se Bi-Han ci stava effettivamente "guadagnando" qualcosa, era parallelo al loro lavoro, e che non ne aveva ancora fatto parola con nessuno.
Kuai aveva iniziato a sospettare che Bi-Han e Liu Kang fossero diventati amici stretti, anche se l'idea che Bi-Han potesse anche solo concepire una relazione di questo genere era già surreale. Eppure non c'erano altre spiegazioni, ed era evidente che Bi-Han stesse bene quando Liu Kang era al suo fianco. Forse, pensava che coltivando un'amicizia con Liu sarebbe riuscito in qualche modo a elevare lo status del loro clan, o ad accontentare le sue aspirazioni di potere.
Il dubbio fu presto smentito quando un giorno Kuai e Bi-Han si cambiarono insieme dopo un allenamento: era da un po' di tempo che i due non combattevano l'uno contro l'altro, e la loro seduta era durata ore. Erano entrambi talmente stanchi che Bi-Han non aveva neanche avuto la forza di lamentarsi quando aveva visto Kuai Liang entrare nello spogliatoio insieme a lui. Mentre si cambiavano, l'occhio di Kuai cadde involontariamente sul fisico del fratello: la sua pelle chiara era imperlata di sudore e coperta di lividi, alcuni che riconosceva essere opera sua, come quelli sul bacino e sulle spalle, ma altri erano in posti alquanto ambigui: sul suo petto, appena sotto le clavicole, sulle sue cosce, e alcuni più piccoli perfino sul collo, che fino a quel momento Kuai non aveva nemmeno notato. Ma più di tutto lo colpì una scottatura, che si trovava sull'interno coscia di Bi-Han, e che Kuai poté vedere solo quando il fratello gli stava dando le spalle. Non era grave, ma era stata comunque abbastanza potente da lasciare un'impronta scura sulla sua pelle; era stranamente grande, e Kuai quasi spalancò gli occhi quando vide che aveva la forma di una mano. Qualcuno aveva premuto con forza fino a lasciare un alone sulla sua gamba; e non era neppure l'unico segno, perché se ne potevano intravedere anche di più leggeri sui suoi fianchi.
Preso dalla curiosità, ma anche dalla preoccupazione, gli aveva chiesto cosa fosse successo. Appena finirono di cambiarsi, Kuai afferrò Bi-Han per un braccio chiedendogli se stesse bene; quando quest'ultimo gli chiese il perché della domanda, lui menzionò i segni che aveva sul corpo.
Suo fratello aveva aggrottato le sopracciglia, scazzato, incitandolo a farsi gli affari propri senza interessarsi tanto a quello che faceva lui nella sua vita privata. Già il fatto che Bi-Han avesse usato il termine "privata" era come ammettere che Kuai aveva ragione a pensare quello che pensava.
L'ultima, definitiva prova che Bi-Han stava apprezzando fin troppo la compagnia di Liu Kang arrivò quando i tre fratelli furono invitati da quest'ultimo a passare dei giorni al suo tempio per seguire gli allenamenti dei due campioni presi da Madam Bo.
Le notti erano particolarmente tranquille, ma Kuai aveva ugualmente fatto fatica ad addormentarsi in un letto che non era il suo. Così, aveva più volte passato le notti in piedi passeggiando per i giardini del tempio, osservando la loro struttura e godendosi la tranquillità che trasmettevano. Per arrivare ai giardini era obbligatorio passare davanti alle stanze dei monaci e conseguentemente davanti a quella di Liu.
Passando davanti alle varie porte, dei suoni catturarono l'attenzione del ninja. Kuai constatò di non essere l'unico sveglio, e preso dall'interesse aveva appoggiato l'orecchio sulla porta da cui provenivano per distinguere la voce che li emetteva. Si staccò immediatamente quando li identificò come gemiti di piacere. A maggior ragione, appena riconobbe la voce roca di suo fratello mescolarsi insieme a quella Liu Kang, si allontanò preferendo uscire dal corridoio senza intromettersi più di quanto non avesse già fatto...
Appena raggiunse i giardini il peso della scoperta gli gravava così tanto sulle spalle che non potè fare a meno di immaginarsi la faccia di Tomas appena gli avrebbe confidato il segreto.
Penso che Bi-Han sarebbe quindi uno riservato anche nelle sue relazioni, preferendo tenerle nascoste il più possibile. Di certo sarebbe l'ultima persona a mostrarsi romantico in pubblico. Inoltre, non vorrebbe di certo passare come "smielato" davanti al suo clan o ai suoi fratelli, in quanto Granmaestro ha pur sempre un'immagine da mantenere.
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evolv66 · 5 months ago
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Oggi, 10.07.2024
371 giorni fa... La prima notte...
Ci avevano presentati tempi prima, ma tenevamo le distanze, forse per il contesto o forse per la paura di quelle piccole scintille che si creavano ogni qualvolta ci si avvicinava...
Poi, tutto cambia...
Ci si ritrova per caso...
liberi... e ci si conosce...
Ci possiamo baciare senza barriere, senza giudizi, solo emozioni, passione, impeto e tanta chimica...
Una complicità unica, la ricerca del piacere reciproco, sfrenata passione, una curiosità infinita, trasgressione, ci spingevamo fino a sciogliere ogni freno inibitorio...
Lei un'indomabile monella, lui il suo lupo, quando ci si possedeva non erano i nostri corpi ad essere accarezzati, ma i nostri demoni che che si fondevano.
Poi ha iniziato ad intrufolarsi quel sentimento profondo, quello che ti tocca il cuore, quello che ti porta a rinunciare a favore dell'altro, quello che da un senso al tuo tempo...
Ci siamo amati in una maniera sana e vera, quell'amore che ti rende migliore.
Abbiamo imparato a leggerci negli occhi ed abbiamo imparato ad ascoltare i sussulti dell'anima, una condivisione senza pari...
Poi con con il tempo l'amore era troppo...
Troppo grande, confuso, complicato e pian piano doloroso.
La razionalità sostituiva la spensieratezza, sorgevano dubbi, insicurezze, ci si sentiva in colpa, i primi scontri, le incomprensioni, poi i difetti suscitano più importanza delle virtù...
Siamo arrivati al massimo che potevamo dare l'un l'altro, era più di quanto pensavamo, per questo tutto ha iniziato ad infrangersi, non si è esaurito, non è finito è solo crollato, come un castello di carte, lasciandoci un po' disillusi ed un po' più insicuri.
Siamo diventati come fiori, annegati tra le ortiche e tra l'erba alta, avevamo solo smesso di guardarci con stupore...
Ora, malgrado la voglia, non si può più tornare indietro, non possiamo cancellare ciò che abbiamo passato, come siamo cambiati, le nostre aspettative infrante, non riusciamo più a sentirci e questo rende impossibile tornare semplicemente ad abbandonarci alla nostra coinvolgente passione, al noi...
Non abbiamo compreso che potevamo solo amarci così come eravamo...
Avrei voluto solo queste cose: Passione, voglia di condividere, risate, leggerezza e amore... 🖤🩶🖤🩶
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ilpianistasultetto · 1 year ago
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Da qualche giorno sta facendo rumore (poco, ahime') il "caso Santanche' ", attuale ministra del turismo, sollevato da Report. Tutta la parte politica della ministra si e' schierata a sua difesa facendo notare che, ad oggi, nessun capo di accusa penale e' stato sollevato contro di Lei. Gia'! Quel che conta per certi politici e' la rilevanza penale, quella definitiva, oltretutto, quella che arriva dopo 10anni se tutto va bene. Tutto questo puo' succedere perche' i politici sono lo specchio di una nazione. Un popolo cencioso, arrivista, allergico alle regole, vassallo, profittatore, con un'etica morale e civile quasi pari a zero; sempre pronti alla condanna istantanea quando si tratta di un poveraccio e al massimo garantismo per casta e ricconi... Sono cose che fanno tutti i potenti del Paese, quello di affittare appartamenti enormi al centro di Milano o di Roma intestandoli alle loro societa', cosi da non pagarne nessun costo personale. O comprare panfili da 30 metri o auto da 80mila euro, come fatto dalla ministra. Tutto questo pagato da chi? Dai loro dipendenti e dai loro fornitori, naturalmente. Quelli che lavorano alacremente per l'azienda tra mille sacrifici. Lo stipendio quando c'e' qualche soldo che avanza, la liquidazione alla "campa cavallo" e i fornitori "ma come si permettono a chiedere di essere pagati". Ve lo ricordate il reddito di cittadinanza? "Lo togliamo perche' c'e' qualche furbetto". E allora perche' i politici non fanno leggi societarie per rendere indetraibili certi costi che nulla c'entrano con l'attivita' dell'impresa? Cosa ci deve fare una societa' con lo Yacht? E cosa con una Maserati o una Porche? E un attico vista Duomo o Colosseo? Eppure nessun politico ha mai stigmatizzato certe possibilita' patrimoniali a favore delle societa'. E cosi', anche per questa estate 2023, l'italico popolo si godra' questi panfili che passano davanti ai nostri ombrelloni piantati su qualche spiaggia libera in prossimita' di un canale di scolo acque nere, andando in visibilio ogni qualvolta che un Briatore o una Santanche' qualsiasi si lascera' intravvedere a breve distanza dalla spiaggia mentre brindano a champagne..
@ilpianistasultetto
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indotta-allanoia · 3 months ago
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ma voi vi immaginate se uno potesse "affiggere" l'umore al profilo?
che ogni qualvolta cambia e tu puoi sapere quelle informazioni volatili
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der-papero · 1 year ago
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"... perché poi si sono messe a fare le sceneggiate napoletane davanti a tutti ... no, perché, hai presente, le piazzate napoletane, così ... sì, quelle cose da napoletani ... "
Scus, famm capì. Siete tutti romani, da generazioni, avete fatto tutto da soli, che cazzo c'entriamo noi?
Avete fatto le sceneggiate romane, le piazzate romane, quelle cose da romani, volevi dire. Tenetevi le vostre cose e non ci mettete in mezzo ogni qualvolta avete bisogno di una metafora negativa per raccontare la realtà.
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