#quale memoria
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I miei problemi di memoria.
Guardiamo il tg. Notte di San Lorenzo. Non mi ricordo come ho iniziato (perché nell'ultima ora l'ho già dimenticato), mi viene in mente che tipo 28 anni fa ero a San Benedetto del Tronto con un mio ex e la sua famiglia. Mi ricordo solo che quella notte eravamo andati a vedere le stelle cadenti al mare. Loro là si trovavano con una famiglia di Bergamo, ultrà dell'Atalanta, banditi dallo stadio per casini. E mi sono ricordata che poi eravamo andati a trovarli sul bergamasco, durante un raduno, in un grande prato. Panico! Mi ricordo solo quello, non è che ero a Pontida 😱. Poi mi è venuto in mente che erano tutti contenti e c'era tanto vino. Mi sa che erano gli alpini!!! Sì, sì, erano gli alpini. Mi ricordo che era stata una bella giornata, erano gli alpini!
#sono la miglior ascoltatrice#sono la miglior confidente#puoi dirmi ogni segreto tanto lo dimentico#memoria#quale memoria
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meelano sempre peggio dio mio
#e in quale cittààààà???#lui poi si meriterebbe la damnatio memoriae ma ovviamente siamo un paese di merda invece
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IL BUCO DELLA MEMORIA
Sono passati esattamente 40 anni da quell'anno terribile profetizzato da Orwell nel suo romanzo più famoso.
Per fortuna non è successo nulla di quanto visionariamente ipotizzato, #èandatotuttobene e sembra che prossimamente andrà pure a meraviglia.
O no?
Postiamo giusto qualche nota in commemorazione di 1984
Il buco della memoria è un elemento immaginario presente nel romanzo 1984 di George Orwell; è un meccanismo ideato per alterare o far sparire fotografie, trascrizioni e documenti scomodi o imbarazzanti l'intento di cancellarne definitivamente la memoria. Oltre a eliminare documenti scomodi, il "Ministero della Verità" del Partito crea falsi documenti al fine di riscrivere la storia per renderla conforme ai frequenti cambiamenti della propaganda politica.
il "buco della memoria" è una fessura collegata a uno scivolo che conduce a un inceneritore dove i membri del partito depositano i documenti politicamente scomodi che devono essere distrutti:
«Nelle pareti del cubicolo si aprivano tre orifizi: a destra del parlascrivi, un piccolo tubo pneumatico per i messaggi scritti, a sinistra un tubo più grande per i giornali, e al centro, ad agevole portata del braccio di Winston, un'ampia feritoia oblunga protetta da una grata metallica. Quest'ultima serviva a eliminare la carta straccia. Nell'intero edificio vi erano migliaia, anzi decine di migliaia di feritoie simili, ubicate non solo nelle singole stanze, ma anche nei corridoi, non troppo distanti l'una dall'altra. Per chissà quale motivo le avevano soprannominate "buchi della memoria". Quando qualcuno sapeva che un certo documento doveva essere distrutto, oppure vedeva per terra un pezzo di carta in tutta evidenza gettato via, automaticamente sollevava il coperchio del buco della memoria più vicino e ve lo lasciava cadere dentro, dove un vortice di aria calda l'avrebbe trasportato fin nelle enormi fornaci nascoste da qualche parte nei recessi del fabbricato»
Il protagonista, Winston Smith, che lavora presso il "Ministero della Verità", è uno degli incaricati al ruolo di revisione dei vecchi articoli di giornale, col compito di adattarli agli interessi di propaganda del governo. Per esempio, a Smith può essere chiesto di modificare retroattivamente una dichiarazione circa il razionamento del cibo in modo da riflettere le nuove politiche.
Che scenario orribile nato dalla fantasia distopica dell'ingenuo Orwell: come avrebbe potuto immaginare che invece di quel complesso meccanismo di incenerimento, oggi sarebbe bastato UN SEMPLICE CLICK? 😎
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REBLOG DO PROJETO VELHO POEMA E CONVIDADOS. 😁🤝🏻
Mandem uma ask respondendo UMA das seguintes opções:
Respondam: Se o mundo acabasse amanhã, o que você faria hoje?
Respondam: Qual o seu maior sonho?
Respondam: Nos conte uma história engraçada ou um mico que já passou.
Respondam: Qual a sua maior motivação para levantar da cama todos os dias?
E não esqueça da /tagged das suas autorias próprias, iremos responder e reblogar.
Participantes:
Quebraram, consterna, concisa, simeis, puro-po, jupiterestrelado, versografada, tragoador, cartasparaviolet, love-memories, saciada, memorias, wakingmind, impulsionarias, testificou, impronunciar, estranhagarota, saudosos.
Para terem as suas autorias reblogadas, utilizem a tag #projetovelhopoema quando forem postar... Lembrando que só reblogaremos conteúdos autorais.
Será encerrado no dia 04/06 às 23:59.
Quer saber mais sobre o nosso projeto? Siga-nos em @projetovelhopoema.
Estamos recrutando membros, quer fazer parte do projeto? Saiba mais clicando AQUI.
As asks devem ser enviadas para todos os tumblrs que estão participando. Se não conseguir enviar para todos de uma vez, salve o post e mande depois.
Rebloguem o post para que ele alcance mais pessoas.
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LA FESTA DEL PAPÀ È DIVISIVA
Ma oramai non credo che esistano argomenti di condivisione comune sui quali poter fare affermazioni nette e aspettarsi che tutti siano d'accordo.
Il cielo è blu? Ma va'... il cielo è celeste! No, guarda che è nero ed è un fenomeno di rifrazione dei raggi solari sull'atmosfera. Ti sbagli, è giallo! Sì, però togliti quel sacchetto dell'Esselunga dalla testa. Basta! Il cielo è marrone con radici che penzolano. Zitto tu che sei morto!
La scelta del giorno della festa del papà, poi, coincide con quel santo del calendario che credo abbia avuto il peggiore martirio fra tutti, cornuto, mazziato e ringrazia pure. Cioè, come papà sfigato il primo posto se lo prende di sicuro Darth Vader ma perlomeno aveva una spada laser e il suo arco di redenzione è stato più appassionante.
Insomma, la festa del papà è divisiva per due ragioni, una sociale e l'altra personale.
Da una parte, è una ghiotta occasione perché alcuni frignino che non esistono più i papà di una volta, tutti pipa e cinghiate, e che anzi, se andiamo avanti così non esisterano più nemmeno gli uomini, dall'altra è che al netto di tutto, i padri molte volte più che festeggiati spesso vanno perdonati.
Adesso come adesso, i papà sul mercato sono figli o nipoti del patriarcato, nel senso che difficilmente non avranno assorbito per osmosi familiare e sociale l'idea di quello che deve essere il ruolo di un genitore maschio all'interno della famiglia.
In sintesi il pater familias.
[maledetto genitivo ellenico ma sono cose mie]
Quando io e la mia compagna dobbiamo fare cose importanti che implichini decisioni tecniche, burocratiche, meccaniche, matematiche o notarili, il mio gesto preferito è questo
perché tutte le volte il venditore di auto parla rivolgendosi a me che distinguo le macchine solo per il colore, l'avvocato quando io risolverei tutto con il trial by combat e la commercialista dove io opterei per il baratto.
Io sarei il pater familias, quindi automaticamente il detentore delle decisioni familiari e è invece è la mia compagna quella che prende le migliori, senza spargimenti di sangue o una pila di conchiglie che l'enel non accetta come forma di pagamento.
Sì, vabbè... non sa accendere la motosega o da che parte si impugna un coltello da lanciare e se proprio dobbiamo dirla tutta non riesce neanche ad accendere il fuoco nel camino (cosa che le rimprovero sempre ricordandole che erano le vestali ad accudire il Fuoco Sacro del focolare domestico). Poi però c'è quell'altra che disegna tubi e motori idraulici usando termini strani tipo 'valvola di massima' o 'dislocamento positivo' e quell'altra ancora che snocciola a memoria le caratteristiche di ogni macchina o moto e parla per due ore di maderizzazione e di vendemmia in neve carbonica.
Questo per dire che i ruoli sono solo ruoli ed è solo questione di abitudine... le abitudini cambiano e ci si abitua al nuovo.
Quindi buona festa a quella persona alla quale dovrebbe essere solo chiesto, dopo la fornitura di migliaia di gameti scodinzolanti, di amare in modo vasto e profondo chi non ha mai chiesto di essere portato su questa spaventosa e bella terra, ricordando che amore non è mai possesso, conferma od orgoglio.
L'amore per i propri figli è essere partecipe della gioia che abbiamo insegnato loro a conquistarsi da soli.
E per concludere, si può essere padre amorevole pure senza aver mai partecipato con un singolo spermatozoo.
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Spiegone #RADIOSBORO
Per normies e giornalisti (senza fonti e screen perché non mi va, ma si trova tutto sotto l'hashtag).
Il giorno in cui il signor Cecchettin si ergeva a nemesi del patriarcato e dichiarava di valutare un futuro "impegno civico", iniziò a circolare uno screensciotto preso da "Facebook" con un "decalogo" tipicamente boomer mortodefregna basic. Successivamente qualcuno trovò qui su twitter account @ginother a nome "Gino Cecchettin". Aveva stesso handle di instagram, ora cancellato, e era persino linkato su pagina personale linkedin, fino a ieri sera. Gli ultimi post, di novembre 2023 si riferiscono alla scomparsa della povera Giulia, quando ancora non era un caso nazionale, con messaggi di speranza scritti da conoscenti. Tutto ciò fa apparire RIDICOLE le ipotesi di "account squatting" avanzate dai soliti "deboonkers" cioè spin doctors (mentitori) istituzionali. Una semplice ricerca cronologica su tale profilo riportò alla luce le perle che noi tutti noi amiamo, cioè (cito a memoria) "tipo.. ti metto una mano nelle mutande", "la 2 e la 7", "lato B = vero lato A" insieme a grandi classici senza tempo come GRAN PETARDA, e "perizoma con 4 gradi". Fra questi, un tweet enigmatico quanto ridanciano, come risposta ad un x non più visibile "Radiosboro". La parola, apparentemente senza significato, ma che comunque si assumeva essere pecoreccio iniziò ad essere rimbalzata fra utenti X, ignari dell'esistenza del gruppo musicale goliardico veneto. Nacque così in modo totalmente spontaneo e casuale l'ht #RADIOSBORO, che in 4 giorni conta quasi 100mila tweet, e sotto il quale si è raccolta la frustrazione di un paese che rifiuta di farsi dare lezioni di morale da un improvvisato castigatore di costumi che fino a un mese fa era un basic boomer che scriveva robe da allupato sotto i tweet di tipe random, il tutto mentre la moglie aveva il cancro.
@luddinski
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Il signor Cecchettin avrebbe potuto leggere in diretta a CTCF i suoi tweet migliori, e dire "è per colpa di questo modo di pensare che mia figlia è morta". Letteralmente "scacco matto destri". Ha preferito invece far mandare minacce a mezzo stampa dall'avvocato.
Ovviamente non penso (non lo pensa nessuna persona assennata) che sia colpa di quel modo di pensare che sua figlia è morta, ma è quanto ci stanno ripetendo da mesi e anni su ogni media. Ed è quanto ci sta dicendo anche lui.
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reblogue lar de poetas + convidados ♡
como já faz um tempão que não fazemos nenhum reblogue, resolvemos montar esse e nele queremos que vocês respondam apenas UMA das seguintes perguntas + sua tag de autoria nas asks dos blogs participantes: 1. Se você tivesse a chance de desfazer algum erro que cometeu, qual seria? 2. Você acredita em alguma teoria da conspiração? Se sim, qual? 3. O que diria para seu eu do passado, se encontrasse com ele hoje? 4. Conte uma história inusitada/engraçada que aconteceu com você. 5. Qual o motivo que te faz continuar aqui no tumblr? 6. Indique um filme ou uma música...
participantes: céu de júpiter | azul-escuro | psicoativos | desonestos | resplandeceis | dramaticadora | refeita | inspirasse | tragoador | nevalisca | meva-k | memorias | fitei | lapsusscribendi
obs: o reblogue acontecerá de 29/03 até 31/03.
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Wicked games pt.2
Se passou um ano desde da melhor foda de louis mas ele não tinha nenhuma noticia da garota todo esse tempo, até ele estar de volta em monaco para mais uma corrida
Louis, 25
Harry, 23
Tw: h!inter, breeding, bondage
"Senhor tomlinson, pousamos em nice em 20 minutos." Martin anuncia no auto falante do jatinho, louis observava o mar azul enquanto bebia praticamente a garrafa toda de champagne. Fazia 1 ano desde que voltou em monaco, o piloto não tinha ido nem mesmo no verão.
Ele ainda pode se lembrar do caos que foi a manhã pós-corrida
"Piloto de formula 1, louis tomlinson (24) é visto saindo de casino com uma garota misteriosa"
"Fontes proximas do casal, alicia moreau(23) e louis tomlinson(24) afirmam que os dois não estão mais juntos"
"Louis tomlinson, o jovem mais rico no automobilismo atualmente, veja escandalos sobre sua vida amorosa"
Levou cerca de 2 meses para reparar os danos e alguns milhões a menos na conta de tomlinson
Ele e alicia assinaram um contrato de namoro falso por 3 meses e ele teve que pagar 2 milhões para a ex-namorada
No final do ano ninguem sequer lembrava do que tinha acontecido, mas as memorias estavam bem vividas nas lembranças de louis
Ele tentou procurar a garota durante toda a semana que pode ficar em monaco mas não achou nada, era quase como se ela não existisse, ele cogitou de "harry" ser apenas um nome falso, ele cogitou contratar alguem para achar ela, ele cogitou mil coisas
Mas no fim de tudo acabou se afundando em festas de comemoração e bebidas
"Seu carro ja está a espera" louis acena com a cabeça e sai do jatinho indo em direção o carro que o esperava para levar até monaco, era cerca de 1 hora de viagem
"Louis, quanto tempo" zayn já estava sentado no banco de trás da SUV
"Te vi mês passado deixa de drama" sento no banco perto da janela e coloco meus fones preparado pra dormir mais 1 hora seguida
"Quanto mau humor só porque nunca conseguiu uma foda tão boa quanto a cacheadinha"
🏎
"Harryzinha advinha quem vai estar em monaco esse final de semana? Mais especificamente na arquibancada do gran prix" taylor entra no quarto de harry que estava a pelo menos 2 horas na frente da escrivaninha estudando para testes da faculdade
"Os fãs de formula 1" ela fala desinteressada enquanto continuava escrevendo no ipad
"Nós! Consegui ingressos com entrada para o paddock e muito provavelmente tambem consigo para a festinha dos pilotos" a loira se joga na cama mostrando as credenciais
"Taylor desde de quando a senhorita gosta de formula 1?" A cacheada gira a cadeira ficando de frente para a garota jogada em sua cama "eu não vou"
"Ah mas vai sim! Se ficar nesse quarto vai acabar mofando, e pra sua informação caso tenha esquecido, eu tenho meus contatos" taylor pisca e harry suspira "qual é harry? Tudo isso por causa daquele tompson?"
"Tomlinson e não eu na verdade tenho que estudar para as provas finais"
"Dane-se as provas finais, você vai comigo para monaco domingo" ela sai do quarto deixando uma das credenciais na cama
Harry suspira novamente observando o crachá de material resistente com um "harry" grafado no plastico
🏎
Faltava 1 hora pra corrida e harry foi arrastada por taylor para o paddock onde os carros tinham os ajustes finais e a todo momento passava pilotos pelo local, harry usava um short jeans e um top vermelho e tentava esconder seu rosto com o boné vermelho da ferrari e oculos escuros. Não é como se ela estivesse evitando louis mas tambem não estava preparada pra encontrar com ele
Harry caminhava de volta para as arquibancadas e pode ver de relance louis parado na frente de uma camera que fazia a cobertura oficial, ele usava as roupas da corrida mas o macacão vermelho estava aberto e apoiado pela cintura, a camisa branca de manga ficando amostra e marcando os braços com musculos definidos, seu cabelo estava escondido em um boné e ele gesticulava confortavelnente para a camera
Ela esperava não ter sido vista
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"E começa a ultima volta do grande premio de monaco! Lewis hamilton está na liderança por 1.5 segundos, será que o tomlinson irá conseguir quebrar a distancia!?" O locutor falava rapido "oh nao, hamilton e tomlinson ja podem ver a bandeira quadriculada mas hamilton continua na liderança e por 1.5 segundos ele vence o grande premio de monaco com o carro de tomlinson passando logo atrás de si, hoje não foi um bom dia para o menino de doncaster" harry ri para si mesmo vendo tomlinson sair notavelmente frustado do carro tirando o capacete e a balaclava
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"Pepas" soava nas caixas de som do iate, algumas pessoas pulavam na agua e outras bebiam descontroladamente
Harry via louis sentado em um dos sofás amplos do iate, quase como um deja vú da primeira noite no cassino, mas agora ele bebia uma garrafa de whisky e tinha uma expressão seria com duas garotas no colo
Ele estava sentado junto com outros 2 pilotos mas não prestava muita atençao na conversa
Ele usava uma calça preta cargo e uma t-shirt branca com desenhos
Harry fingia não ligar muito mesmo que sentisse o olhar gelido azul em si, ela estava em uma porra de uma festa em um iate maior que seu apartamento obvio que ela iria aproveitar enquanto podia
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"Vai só fingir que não me conhece?" Louis prende harry contra o balcão da cozinha
"Oi pra você tambem louis" Ela toma um gole da bebida
"Você quem fez aquilo né" harry ri
"Quem mais faria, nao sou puta e nao sirvo pra amante louis. Se achou que iria me foder e depois fingir que nada aconteceu vivendo feliz com sua namoradinha, sinto lhe informar que estava muito enganado"
"Então já está invertendo os papeis, lembro muito bem quem foi que sumiu por um ano inteiro"
"Volto a dizer, não sou amante" ela empurra o mais velho pelo peito e caminha de volta para o deck do iate
"Harry por favor" louis para atras da garota que o encarava com uma expressão neutra "eu posso te dar tudo oque você quiser" ele se aproxima dela acariciando o pescoço lisinho "qualquer coisa"
"Não acho que iria querer assumir a garota que estragou o seu relacionamento perfeito" a unhas cravam no ombro largo por cima da camisa
"Ninguem precisa saber então" ele a encara, os olhos em um azul intenso encontram o verde "só me da uma chance"
"Tem que pagar mais bebidas pra conseguir meu numero" ela o puxa contra si, a linguas se encontrando e o gosto de tequila e whiskey se misturando
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Eles saem do iate indo até a SUV para serem levados para o apartamento de louis, levando em consideração que nenhum dos dois tinham a minima condição de dirigir
Harry estava sentada no colo de louis enquanto tinha a bunda apertada e se beijavam em um beijo um tanto quanto desesperado
Ela rebolava no pau duro embaixo de si e louis gemia baixinho no meio do beijo
Não demorou mais que 20 minutos para chegarem no apartamento, saindo do carro apressados indo em direção ao elevador
Eles entram no apartamento e louis tem sua própia camisa sendo jogada em algum canto da sala, seu cinto é aberto e o vestido de harry era tirado ficando perdido junto com as outras peças de roupa
"Voce me deixou louco todos esses meses" ele senta na cama e puxa a cacheada para seu colo "não conseguia te tirar da mente" ele tira o sutiã de renda delicadinho liberando os peitinhos gostosos da garota "te procurei por toda parte" ele coloca o peito na boca mamando como uma criança faminta
"E conseguiu me achar" as mãos de harry vão para os fios castanhos fazendo carinho e as vezes puxando quando as chupadas eram mais fortes
"Sempre tão docinha" ele fala inebriado com o cheiro de morango da pele macia
Ela sela seus labios antes de empurrar o tronco tatuado contra a cama e espalhar beijos e chupões por todo pescoço e tronco
Ela puxa a calça vendo a boxer branca molhadinha e transparente onde a cabeça do pau estava
"Posso pegar um vinho?" Ela se afasta deixando louis levemente frustado na cama
"Fique a vontade" ele aperta o pau por cima da cueca vendo a garota caminhar calmamente até a pequena adega que ficava no quarto, a bunda redondinha em tom leve de vermelho devido os apertos de mais cedo
Ela tirou um vinho tinto Romanée-Conti 1945 e abriu caminhando ate a cama se sentando no colo de louis novamente
"Servido?" Ela bebe direto da garrafa deixando algumas gotas cairem pelo seu torso, o preto toma lugar no azul oceanico dos olhos de louis e ele sorri sacana antes de lamber desde da barriga ate a clavicula da garota
Ela joga o vinho agora no torso de tomlinson que observava sentindo seu pau pulsar preso na cueca
Ela lambe todo o rastro do liquido antes de deixar a garrafa de lado e finalmente abaixar a cueca que se encontrava molhada em uma bagunça de vinho e pré-gozo
E ela tem mais uma supresa vendo a argolhinha brilhando na cabeçinha vermelha do pau
"Um lugar meio sugestivo pra se colocar um piercing" ela passa o dedão na fenda que vazava pré-gozo aos montes
"As outras amam" ela revira os olhos e começa uma punheta lenta enquanto beija e mordisca as coxas grossas do mais velho
Ela lambe toda a extensão o sentindo pulsar em sua lingua
"Mas nenhuma é tão boa quanto eu, certo? Caso o contrario não estaria correndo atrás de mim como um cachorrinho" ela o coloca por completo na boca ouvindo os gemidos de satisfação de louis enquanto ele segurava sua cabeça tentando foder sua boca
Ela o deixa comandar os movimentos, sentindo sua garganta arder e lagrimas acumularem em seus olhos
"Porra senti tanta falta dessa boca" ele sente seu pau pulsar gozando na boca da cacheada que bebia enquanto continuava uma punheta lenta ja que ele tinha parado os movimentos
Ela brinca com a lingua no piercing antes de sair de cima dele indo ate a bolsa jogada no chão to quarto
"Sabe amor eu tava pensando" ela tira uma bandana da bolsa "eu fui tão generosa com você da ultima vez, não acha? Deixei até me gravar" ela senta em cima do pau sensivel de louis "aposto que deve ter gozado varias vezes só com a porra de um video ein?" Ela arranha o abdomen marcadinho
"Tantas vezes amor, eu não aguentava mais não poder te ter" ele acaricia a cintura da garota sentindo as reboladas leves em seu colo
"Mas agora eu acho mais que justo que possa brincar do meu jeito certo?" Ela empurra o peito de louis o fazendo deitar proximo a cabeçeira e levou amarrou os dois punhos do de olhos azuis no local "agora você vai ficar quietinho e eu vou poder fazer tudo oque eu quiser" ela ri tirando a calcinha que se encontrava encharcada
Ela se ajoelha com a cabeça de louis entre suas pernas e abaixa o tronco ate o pau ja duro e pingando na barriga de louis
Ela sentia louis tentar levantar um pouco para chupar aquela buceta que parecia tão gostosa na frente de seu rosto
"Quieto lou" ela chupa calmamente o pau que já vazava de novo pré-gozo aos montes "hm...tão bom lou..." ele gemia inquieto tentando soltar os punhos
"Harry..." ele gemeu baixo saindo mais como um choramingo "deixa eu te chupar, porfavor amor"
"Que educadinho lou" ela ri antes de baixar o quadril, rebolando contra os labios fininhos
Ela geme contra a cabecinha sensivel sentindo o pau pulsar contra a palma de sua mão
Louis sequer pensava direito, ele apenas explorava toda a bucetinha com lingua, vez ou outra lambendo o cuzinho apertado fazendo harry tremer em cima de si
Seus pensamentos viraram uma nevoa de "harry harry harry" quando gozou na boca vermelinha, seu pau fisgando e suas pernas começando a tremer ao que harry continuou lambendo preguiçosamente seu pau
"Hazza ta sensivel" ele choraminga nao obtendo nenhuma resposta alem da buceta sendo pressionada contra si
Ela finalmente para de estimular o pau sensivel e começa a rebolar no rosto do mais velho, sentando na lingua praticamente sufocando ele
"Tão bom lou... oh assim" ela brinca com o propio clitoris sentindo a lingua a fodendo "oh amor eu vou gozar..." ela geme desesperadinha sentindo seu corpo relaxar em um orgasmo sem parar de rebolar na lingua de louis
Ela sai de cima dele vendo a bagunça que tinha feito. Os labios roseos inchadinhos, o rosto molhado de seu melzinho e baba, os olhos azuis tomados pelo preto, os cabelos bagunçados e suados
"Tão lindo meu lou" ela senta em cima do pau ja duro enquanto une as bocas em um beijo agressivo
"Me deixar te foder, amor. Você sabe que eu faço do jeitinho que você gosta" harry riu encaixando o pau de louis em si
"Mas você parece tão mais prestativo assim, amor. Não consegue ver o quando você ta sendo bom pra mim?" Ela senta usando as coxas de louis como apoio e dando a visão completa do pau invadindo toda a entradinha. Louis gemia tentando mais uma vez soltar os punhos mas sem sucesso
"Harry... por favor me solta..." ele tentava estocar os quadris para comandar os movimentos mas harry se afastava como "punição" fazendo o mais velho grunhir sem sentir o aperto daquela buceta
"Tira hazza eu vou gozar" ele fala sentindo o baixo ventre revirar
"Goza em mim" ela quica mais rapido enquanto beijava e chupava o pescoço do mais velho, ele aproveitou a baixa guarda da garota para começar a estocas contra as sentadas ouvindo ela gemer baixinho em seu ouvido
Eles tremem chegado no orgasmo juntos, harry amolecendo no peito de louis gemendo baixinho.
Louis consegue alcançar o nó da bandana mexendo ali algumas vezes fazendo o nó se soltar
Ele vira a garota que tinha os olhos fechados respirando calma no seu peito e a joga na cama de frente ao espelho a observando gemer surpresa
"Vê como essa imagem é bem melhor?" Ele puxa os cachos fazendo-a encostar as costas em seu peito "tão gostosa hazza" a mão esquerda passeia por todo o corpo da mais nova que gemia apoiando a cabeça no ombro de louis "eu poderia te foder por toda minha vida, nunca me cansaria dessa bucetinha de puta" ele empurra o tronco dela para baixo novamente começando a foder ela pressionando sua cabeça contra a cama
Ela gemia alto, ouvindo o barulho das peles se chocando ecoar por todo o quarto. Louis solta a cabeça dela apertando os dois lados da cintura de harry e provavelmente deixando marcas como da ultima vezes, ela olhava o reflexo dos dois no espelho
Louis tinha o cabelo bagunçado, seu corpo brilhava com o suor e os musculos de seu braço estavam marcados conforme ele estocava contra harry, os cachos de harry estavam uma bagunça, sua bunda pendia no ar indo de encontro com a pelves de louis e vermelha devido alguns tapas que levava. Os dois estavam uma bagunça perdidos na bolha sexual que envolvia todo o quarto
"Tão fodidamente apertada" ele estoca mais algumas 3 vezes antes de encher a garota novamente com a porra branquinha
"Caralho" harry geme sentindo a porra escorrer grudando no interior de suas coxas
Louis puxa a cacheada para seu peito ainda regulando a respiração
"Mereço o numero agora?"
"Talvez"
"Talvez?"
🏎
O relogio marcava 6 da manhã louis acordou com os raios de sol do inicio da manhã passando pelas cortinas do quarto.
Ele jurava que estava sonhando quando viu harry realmente dormindo ao seu lado com a camisa que ele a deu depois que tomaram banho na noite passada, ela dormia tranquila com a bochecha amassada no travesseiro formando um bico adoravel nos labios vermelinhos
Ele abraçou a cintura a puxando contra seu peito e afundando seu rosto no pescoço cheiroso da garota
Se deixando dormir mais um pouco ali
Ele acordou algum tempo depois sentindo seu coração acelerar ao ver a cama vazia mas logo ouviu barulho vindo de fora do quarto, ele caminhou ate a sala encontrando harry colocando um prato com torradas e ovo na bancada que separava a cozinha e a sala
"Bom dia" louis sorriu bobo sabendo que poderia acordar assim para o resto da sua vida "porque não me acordou?" Ele deixa um beijo no topo dos cachos
"Já foi dificil o suficiente sair do abraço" ela pega outro prato com torrada e ovos e senta em um dos banquinhos da bancada "acredito que isso não seja ruim pra sua dieta" ela bebe o café recem preparado
"Quer ir comigo para a espanha no proximo final de semana? Vou ter folga de duas semanas antes de ir pro canada"
"Tenho provas da faculdade"
"Eu posso mandar te buscarem depois, e te deixarem tambem"
"Quanto tempo vai ficar no canadá?"
"5 dias, depois volto para europa"
"Te aviso se eu puder" ela entrega um post-it com oque tudo indica que era seu numero, eu sorrio
"Sou digno do numero de telefone entao"
"Não se ache tão especial tommo" nós rimos "de os creditos para o vinho"
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Meu infinito mais belo esta presente em um numero finito de memorias que deveriam ter durado mais. Não tenho fotos, vídeos, áudios ou mensagens. O mundo externo apagou sua existência como um tsunami apaga a vida em uma cidade qualquer. Eu sei que algumas coisas acontecem sem um porque, mas meu inconsciente se nega acreditar nisso e eu tenho dificuldade de seguir em frente.
Talvez, por que entre bilhões de pessoas no mundo, você foi a primeira a ter a ousadia de me escolher como sua pessoa favorita e sem esforço se tornou a minha também. Era como se fosse pra ser. Você era o meu melhor abrigo, a prova viva de que lar não precisava ser necessariamente uma estrutura.
Com você eu me sentia viva, cada segundo era importante, nos aproveitávamos como se fossemos morrer no dia seguinte e sonhávamos como se fossemos durar pra sempre. Talvez essa segunda parte tenha sido um erro, um doce erro que eu cometeria um milhão de vezes se eu tivesse a chance.
Você deve ter lutado bravamente até o ultimo segundo, mas ainda sim quebrou sua promessa, se foi cedo demais quando prometemos virar velhinhas gagas radicais exploradoras do mundo. Tínhamos planos para pelo menos os próximos 80 anos. Foi depois de você que passei a odiar promessas e me tornei uma inimiga das certezas. Promessas são quebradas por mais que a gente se esforce, certezas desafiam a vida e no jogo dela é sempre ela quem vence.
Eu sei que você não esta aqui, mas minha mente não sabe processar o mundo sem você, então ela cria ilusões e eu posso jurar que posso te sentir. Ou será que não é apenas uma ilusão, você consegue me sentir dai também? O além é muito grande, bonito ou é assustador cheio de almas que não sabem o porque de estarem ai? Nunca terei essas respostas, então converso com você mentalmente, mas escrever torna tudo diferente, meus pensamentos se perdem no espaço e tempo, enquanto minhas palavras escritas vão permanecer eternas enquanto o papel ou a internet durarem.
Você tem ideia do tanto que você me mudou? Ao seu lado eu sempre estava em minha melhor versão. Eu tinha muitos bloqueios, meu riso nunca foi fácil, mas bastava uma notificação sua para que eu me pegasse sorrindo sem um porque para a tela do computador, bastava eu escutar sua risada enquanto falava empolgada sobre algo para eu cair na gargalhada também. Você era tímida, mas não se importava em ser um pouco retardada para me fazer rir, dançava de um jeito fofo, cantava de forma desafinada, me enviava declarações apocalípticas de amor desenhadas no paint.
Você estar online era uma das partes favoritas do meu dia e você nunca disse, mas imagino que eu estar online era uma das suas partes favoritas também. Afinal, se eu estivesse online e por um acaso demorasse para te mandar mensagem, você simplesmente virava a rainha do drama, criando teorias mirabolantes que eu estava te trocando por outra pessoa. E nossas despedidas? Eram sempre uma missão difícil, sempre tinha a frase “fica mais um pouquinho”, sempre era uma batalha para ser a ultima a dizer tchau, éramos simplesmente péssimas em deixar a outra partir, por isso o nosso tchau nunca era um tchau e sim um “te encontro no mundo dos sonhos”. Me dói tanto nunca mais viver isso se não em minhas memorias, qual o sentido a vida trás em transformar memorias felizes em nós na garganta?
Você esta viva em partes de mim. Te tenho em alguns sonhos, em vários pensamentos, em várias lembranças, manias e também em desejos. As vezes acontece algo e bate uma vontade de te contar, mas você não existe mais. É nessas horas que me afundo em saudade, desejando saber como seria se você ainda estivesse aqui, imaginando se você gostaria daquele filme, se você seria amiga dos meus amigos, o som da sua risada e em quão teria sido incrível o dia que a gente se encontrasse.
Sua ausência me deixou a eterna sensação de vazio e isso é bem irônico, como pode o vazio doer tanto? Como pode um vazio ser tão cheio a sim? É como se ele fosse feito de camadas de dores. Algumas dores são felizes, outras são tranquilas, outras são exorbitantes de uma forma que só quem perdeu uma pessoa muito especial entenderia.
Sua presença tornava as coisas melhores, nem mesmo nossa rara falta de assunto era entediante. Você era como um anjo em forma de humano, se a vida tivesse te permitido crescer mais, tenho certeza de que hoje seria uma pessoa incrível. Do tipo que chora facilmente de felicidade, mas que consegue ser forte o bastante para sorrir nos momentos de tristeza. Afinal, pra viver é preciso ser um pouco do contra, não é? Eu sigo essa regra também, mas quando o assunto é você ela não funciona, te sentir é agridoce, é a felicidade em forma de dor, não consigo sorrir, pois é horrível não te ter, não consigo chorar pois tudo o que vivemos foi mágico e sou muito grata por você ter existido em minha vida. Todo tipo de amor é exclusivo, mas tem algo em meu laço de amizade com você que deixa ele brilhante mesmo depois do fim.
E por não saber lidar com você, eu me isolo, me fecho em meu mundo e brinco de criar realidades onde você esta. As vezes em minha insônia, encaro o celular como se a qualquer momento fosse chegar uma notificação sua dizendo: "Oiê, voltei do além!". Imagino me esbarrar acidentalmente com você em alguma esquina, o que não faz sentido nenhum, pois você morava muito longe. Imagino você sendo amiga dos meus amigos e tendo leves crises de ciúmes por pensar que eu pudesse gostar mais de algum deles do que de você. Te imagino tanto que as vezes posso jurar sentir sua essência, como se estivesse invisível a meu lado tentando me dizer "calma, eu ainda estou aqui", mas sei que é apenas um mecanismo da minha mente, uma vontade poderosa o bastante para criar uma ilusão. Será que você também tem esse tipo de ilusão aí do além? Se fecharmos os nossos olhos e nos concentrarmos, será que podemos conectar os nosso sentimentos mesmo estando em dimensões diferentes? Se eu for para o além antes de você voltar para cá, vamos combinar de nascermos em um mesmo lugar? Iriamos fazer tudo o que prometemos antes, iriamos ver o nascer e o por do Sol na praia, eu leria os seus livros favoritos só pra você ter alguém pra reclamar da adaptação trágica do filme, inclusive, quando li os livros de Divergente eu queria muito que você tivesse lido também, tenho certeza de que iria adorar o livro e odiar o filme tanto quanto eu. Seriamos aquele tipo de amizade que topa todos os tipos de loucuras, que te deixa leve a ponto de flutuar, mas que também consegue ser chão para os momentos em que o outro desabar, que entenda a cabeça um do outro, que seja capaz de atravessar uma cidade inteira quando outro não estiver bem, só para estar presente nos momentos de dificuldade.
Mesmo que a gente nunca mais se encontre, eu continuarei desejando em meu consciente ou inconsciente que você seja feliz, viva bastante, experimente tudo que tinha vontade mas não teve oportunidade, desejo muitos amigos, daqueles capazes de mover montanhas, mares, céus e terras por você, além disso, desejo muitas memorias boas e dinheiro também para aumentar as chances de nos encontrarmos em meio a uma de suas viagens.
Obrigada por mesmo depois de tudo ainda me fazer sonhar, obrigada por ter existido, por ter se tornado o meu infinito, por me fazer querer acreditar que o fim nunca é o fim.
- Teoremas do Tempo
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Una forza e una generosità straordinarie sono il dono di ogni madre, e sono la base di quell’amore incondizionato che solo una madre sa offrire e che tutti dovremmo avere la possibilità di assaporare. Un vecchio proverbio napoletano recita: «Chi tene ‘a mamma, nun chiagne» (chi ha la mamma, non piange), ed è vero. Le madri sono scudo pronto a difenderci da ogni dolore, a volte persino esagerando.
La verità è che l’amore può tutto, che un sorriso, uno sguardo sincero, una carezza sono sorsi di eternità, che nel dolore la fiducia nel domani può soltanto diventare più grande.
Una terribile battaglia da combattere “un lungo addio”.. “un addio rubato..un addio mancato.. un addio finto”.
Perché tra di noi, mamma, non può esserci addio.
La mia persona più amata si dissolve lentamente in piccoli pezzi, ed è impossibile andare a ripescare quale sia stata l’ultima conversazione. Struggente ed emozionante, «il segreto della vita».
Tutto ruota intorno ai ricordi e alla memoria, al loro disperdersi e riemergere continuo e imprevedibile, trasportando tutti in una sorta di infinito presente. Una storia di cui non conosco né l’inizio né la fine, ma di cui ho vissuto e vivo intensamente ogni giorno con dolore, paura, rabbia, fatica, solitudine, curiosità, ostinazione. Facile perdersi in questo guazzabuglio di emozioni. Non so dire con precisione quando quel processo abbia avuto inizio. Sono stata incapace di cogliere i primi segnali quotidiani. E mi sono trovata direttamente a decidere quanti scatoloni avrebbero occupato i ricordi della mia infanzia e della mia adolescenza, riempiendoli ad una velocità molto superiore a quella delle mie emozioni, che mi soffocavano la gola. “Questo è il momento più difficile”, mi racconto ma intanto sto tatuando il mio cuore. In maniera indelebile.
Figlia unica di un genitore non autosufficiente, come la definisce la USL.
Il muro che ho dovuto attraversare per trovare il mio binario è fatto di rifiuto, disoriento.
Dovevo combattere con i fantasmi del mio passato, guardare negli occhi una persone che non mi riconosceva piu e specchiarmi nelle sue paure. Una micidiale danza di emozioni contrastanti: l’eterno presente senza ieri e senza domani il passato remoto improvvisamente prende vita catapultandoti in una dimensione surreale e spiazzante. Mi trito il cuore cercando di cogliere un’espressione diversa sul volto, un lampo negli occhi, un gesto, ma lei ė in un'altra dimensione e questo fa male. Come tenere tutto dentro.
Ecco come vedo, assisto e vivo questo lento perdersi. Un lento svanire. Spegnersi poco a poco, spettatore di questa surreale esibizione della vita. Dove il regista è il tempo e la trama è composta dalla memoria, dai ricordi, che a tratti riemergono da quel luogo fuori dallo spazio e dal tempo. Sono sempre lì. Sono sempre loro. Solo nascosti in qualche angolino. Basta aspettare il momento giusto... ed eccoli.
Un viaggio nei legami affettivi più forti, nelle nostre paure e nei nostri bisogni di amare, alla ricerca della felicità anche nelle situazioni apparentemente più avverse.
A 52 anni proprio non me lo aspettavo. Di figli ne avevo già uno, ormai grande, proiettato verso un futuro luminoso insieme alla famiglia che si era creato.
Ed io, invece, ecco che mi ritrovo, inaspettatamente, a dover fare i conti con la dolorosa esperienza di diventare “madre di mia madre", nel suo lento declino fisico e mentale.
Eppure il suo sguardo, di tanto in tanto, torna per un fugace momento (tanto fugace che, a volte mi chiedo se sia veramente successo) a fissarsi su di me, limpido e cosciente. Come se davvero fosse tornata a vederMi...tornata ad essere mia madre. Quella che si preoccupava per me. E si prendeva cura di me, sempre con un sorriso sulle labbra. Non so bene come spiegarmi. C’è da non trovare le parole quando hai a che fare con una persona che se ne sta andando lontano, sempre più, suo malgrado. C’è da augurarselo di non trovarle, mettere in fila i pensieri richiederebbe di voler vedere quello che si ha davanti e io non voglio.
“Mamma, sono io, sono Francesca”. Te lo ricordo, te lo ripeto, non perderlo il mio nome. Non lasciarmi andare. Nei tuoi pensieri troncati, assillanti, confusi non sei persa, perché non si può affogare in una pozzanghera, e non sei rinchiusa finché fai di tutto per stare a galla. Attaccati a me, aggrappati all'amo, salda più che puoi, con le mani e con lo sguardo, che ti tiro verso di me, non smettere di respirare.
Quanto fa male trasformarsi. “Sono io, mamma, sono Francesca”. “Lo so,” mi rispondi. Sei arrabbiata. In te c’è ancora forza...non molli, non cedi, ti ribelli. Mi prenderesti a schiaffi. Ti vedo, seduta sul divano. Ti stringi, ti rimpicciolisci, scompari, eppure io ti trovo sempre. So dove cercarti. So dove trovarmi. Anche se potremmo essere il gioco dei contrari io e te. Tu, che sei tanto diversa da me eppure ti assomiglio. Ho paura..e nello stesso tempo ho Il bisogno di non far vedere agli altri che sto male.
Ho tanti sensi di colpa: sono una mamma, come te. Quanta malinconia c’è, quanto mi ricordo di te..ricordi che si diluiscono. All’inizio mi concentro sul come fare per catturarti e quando ti ho catturata penso a come trattenerti; quando sto per perderti cerco di invogliarti a restare con un nuovo stratagemma; quando ti ho persa iniziano i propositi per fare meglio la volta dopo. Ricomincio, riprovo, non mollo mai. I tentativi si susseguono senza sosta. Non c’è fine, non c’è pausa. Ci pensi anche quando non lo fai. Ci deve essere da qualche parte una linea di confine che, se oltrepassata, è un cambio perenne di stato. E ci pensi mentre fai la spesa o sei in fila dal dottore, mentre parli al telefono con un’amica e perfino mentre ti fai la doccia. Quando sei sotto il getto dell’acqua tiepida piangi per il fallimento: non importa quanto poco ti consoli l’esserci per accudirla. L’acqua si miscela alle lacrime nel gorgo dello scarico e dovrebbe andare giù, lasciarti, non tornare, giusto? No, non va giù. La lacrima stagna, imputridisce. Si deposita. È l’acqua delle pozzanghere. Non conosce colore, non conosce fine. Non riflette tutto il cielo, non è nemmeno una finestra. Non bisogna scoraggiarsi.. ma mi mancano le forze o forse il coraggio. A volte ricordo i tempi piu felici che sono anche i più taglienti.“Eccomi! Ciao, come stai oggi? Hai visto che è arrivata l'estate???....
Guardami,
"sono Francesca, mamma
Mamma❤”.
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Che bella questa frase.
Oggi è la festa dei nonni, santi nonni, come dico sempre io dei nonni di mio figlio.
E questa frase mi ricorda tanto gli occhi delle mie due nonne. Entrambi occhi azzurri, che mio figlio ha ereditato. Occhi che in effetti non puoi dimenticare.
Mia nonna di qui era una donna forte, alta, decisa, dalla quale andavo ogni giorno dopo scuola, quando ancora era raro il tempo pieno, in attesa dei miei genitori che erano al lavoro. E quando mia mamma arrivava a prendermi era sempre di corsa e mi ricordo benissimo la voce di mia nonna che, dalla lobbia, con me di fianco, le diceva: "Sei di fretta, te la butto giù così non sali". Cucinava delle frittelle a carnevale che non ho mai più mangiato. Io ero la nipote più grande di otto, andavamo in montagna a luglio solo io e lei e via via arrivavano tutti i nipoti. E lei teneva praticamente tutti. Quando eravamo sole facevamo delle camminate nei boschi, con un bastone ogni volta trovato al momento, con le sue gambe che erano già un po' storte. Arriva da lei il mio amore per la montagna. Era una donna precisa, ma avanti. Una delle cose che mi ricordo per ultime, prima che la sua testolina perdesse il contatto con le realtà, è come rispose a mia mamma quando le dicemmo che io e il mio allora moroso, ora marito, volevamo andare a vivere insieme. Mia mamma non era convinta e mi disse di andare a chiedere a mia nonna, e lei semplicemente disse sì, non vedo il problema. Mia mamma non ha potuto dire più niente.
L'altra mia nonna viveva invece in Sardegna e quindi la vedevo una volta l'anno in agosto. Stessi occhi azzurri, ma una donnina minuta, magra anche con tutti gli strati di vestiti che indossava, di un riserbo enorme. Che viveva in simbiosi con mio nonno. Con due nomi fatti uno per l'altra: Bonaria e Felice. Di lei ho ricordi più rari per il poco tempo insieme. Però non posso dimenticare le tavolate a casa sua con tutti gli zii ed i cugini e lei che cucinava ravioli di magro per tutta la via. Quanti pomodori abbiamo tagliato per fare la conserva. Le uova delle galline che ogni giorno andava a prendere nel piccolo pollaio in cortile. E mi ricordo benissimo, tipo una foto stampata nella memoria, lei, che aveva sempre freddo essendo magrolina, seduta su questa mini seggiolina di legno, davanti al camino acceso anche in agosto, con un pentolino con il gelato che si scioglieva un po', se no era troppo freddo. E poi le frasi che diceva sempre e che uso ancora: "cottu o non cottu su fogu dda biu", "la casa non ruba nasconde" e quello che era il suo saluto ogni volta che sapeva che dovevamo andare via "venite quando volete", come dire, torna il prima possibile, ma fai quello che devi fare.
Le mie nonne, e la loro luce negli occhi, non le dimenticherò mai.
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Consigli per una donna forte”
[ Gioconda Belli -Nicaragua]
Se sei una donna forte proteggiti dai parassiti
che vorrebbero mangiare il tuo cuore.
Essi usano tutti i travestimenti
dei carnevali della terra:
si vestono da colpe, da opportunità,
da prezzi che bisogna pagare.
Ti frugano l’anima, insinuano il trapano
dei loro sguardi o dei loro pianti
nel più profondo magma della tua essenza
non per accendersi con il tuo fuoco
ma per spegnere la tua passione,
l’erudizione delle tue fantasie.
Se sei una donna forte
devi sapere che l’aria che ti nutre,
trasporta anche parassiti, batteri, minuti insetti
che cercheranno di abitare nel tuo sangue
e nutrirsi di quanto è solido e grande in te.
Non perdere la compassione
ma temi tutto ciò che conduce
a negarti la parola,
a nascondere chi sei,
ciò che ti obbliga ad addolcirti
e ti promette un regno terrestre
in cambio di un sorriso compiacente.
Se sei una donna forte preparati alla battaglia:
impara a stare sola
impara a dormire nella più assoluta oscurità
senza paura, impara che nessuno ti lancerà
corde quando ruggisce la tempesta,
impara a nuotare controcorrente.
Allenati alla riflessione e all’intelletto.
Leggi, dialoga con la tua anima, fà l’amore
con te stessa, costruisci il tuo castello,
circondalo di fossi profondi, però fai anche
ampie porte e finestre.
È necessario che coltivi grandi amicizie,
e che coloro che ti circondano
e che ti amano, sappiano chi sei
fatti un cerchio di roghi
e accendi nel centro della tua stanza
una stufa sempre ardente,
dove si mantenga l’ardore dei tuoi sogni.
Se sei una donna forte
proteggiti con parole e alberi
e invoca la memoria di donne antiche.
Devi sapere che sei un campo magnetico
verso il quale viaggeranno urlando
i chiodi arrugginiti
e l’ossido mortale di tutti i relitti.
Tu proteggi, dà rifugio, però prima proteggi te stessa.
Mantieni le distanze.
Costruisciti. Abbi cura di te.
Conserva il tuo Potere.
Difendilo.
Fallo per Te
Te lo chiedo in nome di tutte noi.
[ Gioconda Belli - Nicaragua ]
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la mia amica - bellissima, intelligentissima, acculturata, con molti vizi, autoproclamatasi un po' mignotta, con una vita inafferabile che si dipana per lo stivale italico tra glitter e rave e battaglie politiche -, nella quale vedevo tutto quello che mi piaceva incastonato in un'irregolarità che la rendeva quasi la più sacra tra le blasfeme, forse la mia persona preferita nonostante con lei avessi un'intimità ben più sommessa di quella che avevo con le altre amiche; ecco, la mia amica la penso mentre rileggo le sue parole, penso a quando in una via del centro di roma che nella mia mente ha ormai perso le coordinate di riferimento rubò due patatine ad un ragazzo che stava facendo aperitivo e che non poté fare altro che sorriderle rapito come se lei fosse la sua passante baudelairiana, penso a quando sapeva ripetere a memoria anche lei quella poesia russa che mi piace tanto, penso che dovrebbe essere l'errante, erotica ed eretica protagonista di un film o di un libro invece che di questo post
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vado via da qui, scrivendo questo testo seduta sulla scala del traghetto che ci riporterà in Italia. sento dentro di me emozioni contrastanti e c'ho davvero un caldo boia nonostante su questa nave ci sia un'aria condizionata della madonna. lascio un posto in cui forse spero di non tornare, un posto che mi ha riservato tristezza, discordie, momenti riflessivi anche felici se vuoi a volte ma probabilmente troppo effimeri per essere considerati veri davvero.
il mare è di tutti quelli che lo sanno ascoltare, mi hai sempre detto. forse ho smesso di ascoltarlo, forse sono diventata sorda e non riesco più a comprendere quello che mi dice.
mi porto via quello stesso mare color azzurro cristallo, un tramonto al faro, l'ultimo (?) e un crepuscolo che piano piano vira dal colore della luce del tramonto al civile, nautico e astronomico prima di lasciare spazio alla notte.
non so bene dire se sia un addio, un ciao o un semplice "massì tanto ci vediamo l'anno prossimo", perché non so nemmeno se ci sarà un anno prossimo.
mi tengo queste foto nel cassettino della memoria in attesa che una nuova luce mi aiuti a capire davvero quale sia la strada di casa.
#e gli occhi han preso il colore del cielo a furia di guardarlo#e con quegli occhi ciò che vedevi nessuno può saperlo#vasto immenso insieme di emozioni discordanti#fine (?)
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Ipocrisia occidentale
Certo che è strano.
Proprio coloro che sono costantemente impegnati ad agitare lo spettro del ritorno del fascismo organizzano una fiaccolata in memoria di un neonazista.
Proprio coloro che difendono la causa LGBT omaggiano colui che, prima di una improvvisa "redenzione", esprimeva idee marcatamente omofobe.
Proprio coloro che ci parlano di accoglienza ed abolizione dei confini, propongono di intitolare una via ad un fervente xenofobo che proponeva la deportazione (se non di peggio) per gli immigrati.
Proprio coloro che negli ultimi due anni hanno sacrificato il nostro Paese sull'altare della "democrazia e sovranità ucraina", ergono a eroe un personaggio per il quale l'Ucraina semplicemente non avrebbe nemmeno dovuto esistere in quanto russa.
Proprio coloro che "c'è un aggredito e un aggressore" eleggono ad esempio per tutti un signore che nel 2008 aveva appoggiato con fermezza la guerra in Georgia.
Proprio coloro che non hanno avuto nulla da ridire sul livello di democrazia di un Paese - l'Ucraina - dove, tra le altre cose, sono stati aboliti 14 partiti d'opposizione, oggi chiamano martire un soggetto che nel suo Paese era stimato ed appoggiato da percentuali della popolazione vicine allo zero e che era osannato soltanto dai media occidentali.
Nessuno di coloro che oggi si straccia le vesti per Naval’nyi ha speso una parola per Gonzalo Lira, Andrea Rocchelli o Julian Assange (solo per fare alcuni nomi).
Questo perché Naval’nyi è effettivamente il simbolo dell’Occidente. Il simbolo della sua ipocrisia.
(Giacomo Del Pio Luogo)
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“Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?”
Fu questa la domanda che un allievo una volta fece al suo Maestro.
Il Maestro in quel momento non rispose. Dopo qualche giorno, però, mentre lui e il giovane allievo se ne stavano seduti vicino ad un fiume, egli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.
L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica.
Tuttavia, non poteva contraddire il proprio Maestro e, preso il setaccio, iniziò a compiere questo assurdo compito. Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume per tirarne su dell’acqua da portare al suo Maestro, non riusciva a fare nemmeno un passo verso di lui che già nel setaccio non ne rimaneva neanche una goccia.
Provò e riprovò decine di volte ma, per quanto cercasse di correre più veloce dalla riva fino al proprio Maestro, l’acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.
Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: “Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito”
“No – rispose il vecchio sorridendo – tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L’acqua, filtrando dai suoi buchi lo ha ripulito”
“Quando leggi dei libri – continuò il vecchio Maestro – tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume”
“Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata".
Questo è lo scopo della lettura”....
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