#proposte sicurezza locali.
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pier-carlo-universe · 26 days ago
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I Carabinieri incontrano la popolazione di Rocca Grimalda: consigli su come prevenire truffe e furti oltre all’occasione di ascoltare direttamente dalla cittadinanza proposte e criticità
Rocca Grimalda – Nuovo incontro fra la cittadinanza e i Carabinieri. Questa volta è un comune dell’ovadese a ospitare un momento di riflessione e scambio sul tema dei reati predatori e delle truffe
Rocca Grimalda – Nuovo incontro fra la cittadinanza e i Carabinieri. Questa volta è un comune dell’ovadese a ospitare un momento di riflessione e scambio sul tema dei reati predatori e delle truffe. Il furto in abitazione è senza dubbio uno dei reati più fastidiosi, perché oltre al danno materiale instilla nelle vittime un senso di insicurezza che arriva fin dentro le mura domestiche. Grazie…
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falcemartello · 1 year ago
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+++Breaking DIgital Identidy News+++
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L’accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea sul portafoglio di identità digitale dell’UE è soggetto ad abusi e dà a Bruxelles la capacità di negare i diritti delle persone e di controllarli.
Secondo la nuova normativa europea, i portafogli, che per ora saranno volontari, conterranno le versioni digitali di tutte le carte d'identità, patenti di guida, certificati di laurea e documentazione medica. la mossa minaccia di fatto i valori europei, come sostenuto da 504 accademici ed esperti di 39 paesi che hanno firmato una lettera aperta che mette in guardia sui pericoli per la sicurezza e la libertà online delle persone.
Avere tutti i documenti in un unico posto significa che possono essere confiscati con un clic. Ciò è stato fatto dall’amministrazione Trudeau in Canada quando, durante il Covid, ha negato l’accesso ai propri conti a coloro che rifiutavano il vaccino e in seguito ha rimosso i diritti assicurativi agli automobilisti che partecipavano al blocco di protesta della capitale Ottawa. Significa anche che gli Stati membri iniziano a perdere il diritto esclusivo di revocare la documentazione rilasciata. Anche Bruxelles potrà farlo. Bruxelles e il commissario Breton vogliono andare ancora oltre introducendo la valuta digitale dell’euro. ( Breton è il commissario che cerca di censurare i social media).
Se le questioni finanziarie finiscono in questo portafoglio, sarà facilitato un maggiore controllo sulla vita delle persone con la possibilità di introdurre un sistema di crediti sociali o di sanzioni elettroniche per coloro che partecipano alle proteste.
Un sistema di questo tipo consentirà inoltre alle autorità di controllare il modo in cui le persone spendono i propri soldi , come è accaduto in Canada e Brasile. La valuta digitale semplifica gli affari, ma è anche uno strumento per eliminare i nostri diritti alla privacy.
La completa centralizzazione digitale delle transazioni rimuove il diritto all'anonimato. Quest’ultima mossa dell’UE è anche legata alle proposte di modifica del trattato, che includono l’eliminazione graduale di tutte le valute nazionali a favore dell’euro.
Non ci sono dubbi sul fatto che gli eurocrati vogliano creare un regime liberale in cui i cittadini siano sempre più controllati dalle autorità con sede a Bruxelles.
Tutto quello che puoi fare può esserti impedito con un click. Può essere visto, analizzato, usato. Mai dimenticarlo
Uso pratico Con questi portafogli i cittadini potranno dimostrare, in tutta l'UE, la propria identità quando necessario per accedere a servizi online, condividere documenti digitali o semplicemente dimostrare un attributo personale specifico, come ad esempio l'età.
Essere utilizzata in molti casi diversi, ad esempio per: -usufruire di servizi pubblici, come richiedere un certificato di nascita o certificati medici oppure segnalare un cambio di indirizzo - aprire un conto in banca -presentare la dichiarazione dei redditi -iscriversi a un'università, nel proprio paese o in un altro Stato membro - conservare una ricetta medica utilizzabile ovunque in Europa - dimostrare la propria età noleggiare un'automobile usando una patente di guida digitale - fare il check-in in albergo.
Usare l'identità digitale dell'UE per chiedere un prestito bancario Il portafoglio europeo d’identità digitale è un progetto che potrebbe arrivare già nella prima metà del 2024 e metterà a disposizione dei cittadini uno spazio accessibile da qualunque dispositivo, dallo smartphone al pc, rendendo ancora più facile l’interazione con le Pubbliche Amministrazioni, locali o nazionali.
Sarà possibile continuare ad accedere all’App IO sia tramite identità digitale SPID sia tramite CIE, cioè la carta d’identità digitale. All’interno dell’applicazione si potrà poi accedere all’IT Wallet cioè il portafoglio digitale che conterrà i documenti già citati e altri che saranno aggiunti negli stadi successivi del processo, tra cui, ad esempio, la Carta europea della disabilità e attestati come il titolo di studio.
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scienza-magia · 10 days ago
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Individuati i siti per il deposito nazionale nucleare
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Riparte l'iter per il deposito nazionale di scorie nucleari, sito possibile in provincia di Trapani. A nove mesi dalla fine della fase delle autocandidature, riparte l’iter per individuare il sito che ospiterà il deposito nucleare nazionale, un progetto richiesto da anni dall’Unione Europea per garantire una gestione sicura delle scorie radioattive disperse in tutto il Paese. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha recentemente annunciato in Parlamento le nuove tempistiche: la scelta del sito è prevista per il 2027, la progettazione per il 2029 e l’entrata in funzione dell’impianto per il 2039. Tutto ciò senza alcuna modifica normativa. La Sogin, la società responsabile della gestione del progetto, ha avviato la fase della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) per i 51 siti individuati come idonei nella Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI). La VAS servirà a valutare l’impatto ambientale del futuro deposito, ma il percorso si preannuncia tutt’altro che privo di ostacoli. Il progetto Il deposito nazionale è progettato per ospitare circa 95.000 metri cubi di rifiuti radioattivi, provenienti sia dalle centrali nucleari dismesse che dalle attività di medicina nucleare e industriali. L'infrastruttura, che occuperà una superficie di 150 ettari, prevede un investimento di circa un miliardo di euro. Il progetto prevede la costruzione di 90 edifici in calcestruzzo armato speciale da 27×15,5×10 metri di dimensioni che verranno riempiti con migliaia di “moduli” al cui interno verranno inseriti centinaia di migliaia di fusti radioattivi. Il tutto verrebbe poi coperto di terra per creare una collina artificiale di circa 10 ettari di estensione, circondata da altri 140 ettari di terreno sorvegliato dai militari per evitare attacchi terroristici e furti di materiale nucleare. Le polemiche in Sicilia In Sicilia sono state molte le polemiche e le prese di posizione contro l’ipotesi di realizzare un deposito di scorie nucleari. Sono due i siti ritenuti idonei ad ospitare il deposito, entrambi in provincia di Trapani. Uno nella zona di Fulgatore, l’altro a Calatafimi. I siti di Calatafimi Segesta e Fulgatore-Trapani sono stati inseriti nella lista delle 51 aree idonee ad ospitare le scorie nucleari delle vecchie centrali nucleari (Trino Vercellese, Montalto di Castro ect.) dimesse, e di tutti i rifiuti radioattivi d'Italia. La decisione ad opera del Mase (Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica) è stata presa, nonostante le osservazioni di natura tecnica presentate oltre 3 anni fa da parte del Comitato "Mai rifiuti radioattivi in provincia di Trapani”. Il comitato, insieme ai sindaci del territorio, politici, e associazioni, hanno ribadito, in più occasioni la contrarietà all’ipotesi di realizzare il deposito. E il governo regionale guidato da Renato Schifani è stato spesso accusato di non aver fatto abbastanza per far escludere, categoricamente, il territorio siciliano dall'ipotesi di realizzare il deposito. Il ruolo dei Comuni e delle associazioni Un altro punto critico riguarda il coinvolgimento delle amministrazioni locali. Non è chiaro se i Comuni che ospitano le aree individuate saranno considerati “soggetti competenti in materia ambientale” e, di conseguenza, se potranno formulare proposte durante la VAS. Questo aspetto è particolarmente rilevante, dato che il progetto di un deposito nazionale è atteso dal 2008, e i territori coinvolti chiedono da anni maggiore trasparenza e partecipazione. Tempi e prossimi passi Enti e associazioni hanno ora 30 giorni per presentare osservazioni sulle modalità di esecuzione della VAS. Si tratta di un’opportunità cruciale per sollevare dubbi e proporre miglioramenti. Tuttavia, le polemiche e i sospetti sull’intero iter non mancano. Mentre il 2039 sembra ancora lontano, la necessità di individuare un sito idoneo per lo smaltimento delle scorie nucleari rimane una priorità urgente, non solo per ragioni ambientali, ma anche per rispettare gli obblighi internazionali e garantire maggiore sicurezza per cittadini e territori. Read the full article
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siciliatv · 1 month ago
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Il Presidente del Consiglio Comunale di Favara, Miriam Mignemi, ha convocato una seduta consiliare per lunedì 18 novembre 2024, con inizio previsto per le ore 18:00 presso l’aula consiliare del Comune. I punti all’ordine del giorno prevedono discussioni e delibere su temi rilevanti per la comunità. In apertura è prevista la trattazione di variazioni di bilancio per l’esercizio finanziario in corso, con particolare attenzione ai fondi destinati a progetti di miglioramento infrastrutturale e servizi alla cittadinanza. Tra i punti centrali all'ordine del giorno vi è anche la discussione sulla concessione di contributi alle associazioni locali impegnate nel sociale e nella promozione culturale. L'incontro si concluderà con la presentazione di alcune mozioni e interpellanze proposte dai consiglieri su temi di interesse per i cittadini, tra cui sicurezza e politiche giovanili. Read the full article
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djs-party-edm-italia · 4 months ago
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Manuel Dallori racconta CAVA e The Beach Luxury Club, due spazi d'eccellenza italiani attivi nel mondo
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Una gran bella idea, per un weekend o per l'ultimo assaggio d'estate è rilassarsi in Versilia, in Maremma, in Sicilia, a Tulum in Messico oppure a Sharm, in Egitto. Dopo Ferragosto qualcuno può averne già bisogno. Quelle citate sono località molto diverse tra loro, ma tutte accomunate da un mare splendido e dalla capacità di far rilassare chiunque... e non solo. Qui sono presenti CAVA e The Beach Luxury Club, locali italiani sospesi tra ristorazione, lusso e intrattenimento, brand attivi in mezzo mondo. Li ha creati il viareggino Manuel Dallori. Corporate Entertainment Director del gruppo Domina e imprenditore da sempre,.
CAVA è una rielaborazione della classica trattoria italiana ad alto tasso di qualità, The Beach è una sicurezza per piatti fusion d'ispirazione spesso italiana, dj set, show... e non solo. In Versilia tutto questo prende vita al Greg on the Beach, nell'esclusiva Forte dei Marmi. In Maremma eccoci a Marina di Scarlino con entrambe le proposte, così come accade in Sicilia, a Santa Flavia (Palermo). E che succede a Tulum, in Messico? Qui, prima dell'apertura di The Beach, si gustano intanto i piatti di CAVA, mentre a Sharm El Sheikh, sul Mar Rosso, sono presenti entrambe le proposte.
"The Beach è un luxury club dedicato al lusso accessibile, ovvero a chi vuol prendere solo un spritz con stile oppure a chi cerca il massimo. Dal mattino alla notte", spiega Dallori. "CAVA è invece prima di tutto una trattoria, ma in costante evoluzione. Il menu cambia a seconda dei luoghi in cui prende vita per preservare la freschezza degli ingredienti".
Come definiresti entrambi l'anima dei tuoi locali? 
"Puntiamo su gentilezza, efficienza, cortesia. Proponiamo un servizio a cinque stelle, ma informale. Proponiamo format di 'lusso' in cui anche lo stile conta, ma senza eccessi. Il nostro stile luxury è dedicato a tutti coloro che se lo scelgono, non solo a chi vuol spendere una follia... Siamo un'oasi per coloro che vogliono vivere qualche ora al centro della scena oppure godendosi uno show internazionale".
Quali sono le difficoltà principali nella gestione dei tuoi spazi?
"Non è facile gestire il personale, soprattutto in paesi molto diversi dal nostro come l'Egitto, ma non solo. Anche in Italia trovare persone che abbiano voglia di crescere nella ristorazione di livello non è facile... Invece per chi davvero le cerca, le opportunità non mancano. Dobbiamo ripeterlo ai più giovani".
Cosa proponete in particolare a The Beach?
"Show internazionali, live musica e dj set; stile italiano nel cibo (e piatti anche internazionali a seconda dei luoghi che ci ospitano); servizio curato, sempre in location che emozionano... Tutto questo con prezzi accessibili. Non ce ne sono molti di format come The Beach e CAVA, che infatti crescono nel mondo".
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tarditardi · 4 months ago
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Manuel Dallori racconta CAVA e The Beach Luxury Club, due spazi d'eccellenza italiani attivi nel mondo
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Una gran bella idea, per un weekend o per l'ultimo assaggio d'estate è rilassarsi in Versilia, in Maremma, in Sicilia, a Tulum in Messico oppure a Sharm, in Egitto. Dopo Ferragosto qualcuno può averne già bisogno. Quelle citate sono località molto diverse tra loro, ma tutte accomunate da un mare splendido e dalla capacità di far rilassare chiunque... e non solo. Qui sono presenti CAVA e The Beach Luxury Club, locali italiani sospesi tra ristorazione, lusso e intrattenimento, brand attivi in mezzo mondo. Li ha creati il viareggino Manuel Dallori. Corporate Entertainment Director del gruppo Domina e imprenditore da sempre,.
CAVA è una rielaborazione della classica trattoria italiana ad alto tasso di qualità, The Beach è una sicurezza per piatti fusion d'ispirazione spesso italiana, dj set, show... e non solo. In Versilia tutto questo prende vita al Greg on the Beach, nell'esclusiva Forte dei Marmi. In Maremma eccoci a Marina di Scarlino con entrambe le proposte, così come accade in Sicilia, a Santa Flavia (Palermo). E che succede a Tulum, in Messico? Qui, prima dell'apertura di The Beach, si gustano intanto i piatti di CAVA, mentre a Sharm El Sheikh, sul Mar Rosso, sono presenti entrambe le proposte.
"The Beach è un luxury club dedicato al lusso accessibile, ovvero a chi vuol prendere solo un spritz con stile oppure a chi cerca il massimo. Dal mattino alla notte", spiega Dallori. "CAVA è invece prima di tutto una trattoria, ma in costante evoluzione. Il menu cambia a seconda dei luoghi in cui prende vita per preservare la freschezza degli ingredienti".
Come definiresti entrambi l'anima dei tuoi locali? 
"Puntiamo su gentilezza, efficienza, cortesia. Proponiamo un servizio a cinque stelle, ma informale. Proponiamo format di 'lusso' in cui anche lo stile conta, ma senza eccessi. Il nostro stile luxury è dedicato a tutti coloro che se lo scelgono, non solo a chi vuol spendere una follia... Siamo un'oasi per coloro che vogliono vivere qualche ora al centro della scena oppure godendosi uno show internazionale".
Quali sono le difficoltà principali nella gestione dei tuoi spazi?
"Non è facile gestire il personale, soprattutto in paesi molto diversi dal nostro come l'Egitto, ma non solo. Anche in Italia trovare persone che abbiano voglia di crescere nella ristorazione di livello non è facile... Invece per chi davvero le cerca, le opportunità non mancano. Dobbiamo ripeterlo ai più giovani".
Cosa proponete in particolare a The Beach?
"Show internazionali, live musica e dj set; stile italiano nel cibo (e piatti anche internazionali a seconda dei luoghi che ci ospitano); servizio curato, sempre in location che emozionano... Tutto questo con prezzi accessibili. Non ce ne sono molti di format come The Beach e CAVA, che infatti crescono nel mondo".
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sinnosis-sc · 7 months ago
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Perché le elezioni sono un Bingo?
Colgo l’occasione delle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, per fare alcune riflessioni su ciò che sono e dovrebbero essere le elezioni dei rappresentanti dei cittadini presso organi di amministrazione e controllo di un governo.
Se ci fosse una grande industria e si dovesse eleggere l’organico che la deve amministrare , raziocinio vorrebbe che si eleggessero le persone migliori e più preparate a ricoprire i vari incarichi. Nessuno vorrebbe assumersi la responsabilità di nominare un incapace che potrebbe creare problemi all’azienda e al suo obbiettivo industriale. Nelle elezioni, invece accade tutto il contrario ed è allucinante come nonostante questo il sistema sia ancora in piedi.
Quì mi pongo un bel po' di domande. Con quali criteri, le formazioni o i partiti politici, selezionano i candidati? Ma a monte, i rappresentanti politici sono i migliori rappresentanti dei cittadini che li hanno votati ?
Quì veniamo alla madre di tutti i problemi, ovvero la rappresentanza nelle democrazie.
La democrazia è un sistema, certamente migliorabile, ma il miglior compromesso tra libertà e legalità/sicurezza. Ma per funzionare e dare i migliori risultati, dovrebbe essere gestita razionalmente e non ideologicamente o peggio emotivamente. Dovrebbe essere un meccanismo ben oleato che continuamente affronta e risolve i problemi che il Paese incontra nella sua evoluzione. Ma il dato di fatto è che questo non accade mai. Sembra che le persone facciano di tutto per impedirlo e nonostante tutto, il sistema arrancando, funziona.
Questo è quello che accade anche al Parlamento Europeo, un organo politico che prende molte decisioni che riguardano l’intera comunità europea. Ad ogni rinnovo troviamo sempre una certa quantità di nominati/eletti di pessima qualità e certamente questo non va a vantaggio della istituzione, né dei cittadini. Quindi a partire dalle amministrazioni locali, che forse sono quelle che soffrono meno della elezione di incapaci, a salire nelle varie istituzioni politiche rappresentative, i difetti si ingigantiscono e i danni al sistema, anche.
Sul mercato mondiale dei vari sistemi politici, la democrazia non ci fa una bella figura, ma si avvantaggia sulle altre proposte perché queste sono veramente peggiori in molti aspetti che noi riteniamo irrinunciabili, come la libertà nelle sue varie espressioni. Agli occhi degli altri non democratici, il sistema evidenzia tutte le sue debolezze e inefficienze. Ma non perché sia necessariamente tale, ma perché siamo noi a renderlo tale. Inoltre, continuiamo a pubblicizzarlo sul mercato mondiale, ma non facciamo nulla per renderlo migliore e più efficiente. Insomma cerchiamo di vendere un prodotto che mostra una grande quantità di difetti e non facciamo mai una versione aggiornata dello stesso.
Perché ?
Perché il pianeta ha una popolazione, in maggioranza, di persone con mente conservatrice, non portata a innovare ma a conservare o al massimo a fare piccole modifiche a quello che c’è, e di conseguenza ha una certa resistenza a cambiare.
Ora un qualunque alieno, che capitasse sul pianeta, sarebbe inorridito da un comportamento così irrazionale, disfunzionale e fondamentalmente ingiusto nei confronti dei rappresentati.
Chi mai vorrebbe che accadesse questo alla propria azienda ?
Eppure accade giornalmente e nessuno se ne preoccupa.
Nessuna forza politica ne fa una ragione da cavalcare. C’è una sorta di rassegnazione o assuefazione al malfunzionamento del sistema. Un sistema che si affida alla fortuna come il Bingo. Che si affida a quelle poche persone preparate che per fortuna capitano al posto giusto e riescono a fare la cosa giusta.
Si capisce perché, molte nazioni con governi autoritari o non democratici, non siano attratte dal sistema democratico e lo vedano come un alternativa inefficiente per i loro cittadini. Ovviamente ci sono poi anche altri motivi, ma in molti altri casi il sistema democratico non risulta attraente come vorremmo, anche se ci sono diverse versioni di democrazia.
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lamilanomagazine · 8 months ago
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Bologna: Garisenda, nei prossimi giorni la pubblicazione del bando da 100mila euro per contributi a fondo perduto per le attività in prossimità del cantiere
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Bologna: Garisenda, nei prossimi giorni la pubblicazione del bando da 100mila euro per contributi a fondo perduto per le attività in prossimità del cantiere. Si è svolto l'incontro tra l'assessora al Commercio, i comitati dei commercianti di via Zamboni e di via San Vitale e le loro associazioni di categoria Confcommercio Ascom Bologna e Confesercenti per un confronto sulle prossime iniziative del Comune a sostegno dell'economia di prossimità rivolte in particolare alle attività presenti nell'area più prossima al cantiere "Garisenda". L'assessora, nell'ambito delle politiche dell'Ente volte a valorizzare e sostenere le attività di prossimità, e rispondendo ad una specifica esigenza emersa nei numerosi incontri con i commercianti della zona interessata dai lavori, ha anticipato nel corso della riunione la pubblicazione già nei prossimi giorni di un bando per contributi a fondo perduto alle attività produttive per gli esercizi posti nella zona più prossima ai lavori del cantiere. L'incontro si è svolto in un clima collaborativo facendo seguito ad un percorso costruttivo iniziato già nei primi giorni dell'evento Garisenda, percorso che ha visto l'Amministrazione in atteggiamento accogliente verso le proposte avanzate dalle attività commerciali in un primo momento rispetto alle questioni legate alla viabilità e al servizio di trasporto pubblico, successivamente rispetto alla cura dello spazio pubblico e alle questioni relative alla sicurezza dell'area fino ad arrivare al sostegno economico e alle iniziative di animazione territoriale. L'incontro è servito per mettere a punto gli interventi e si è deciso unitariamente di procedere come segue. Le attività coinvolte sono le micro, piccole e medie imprese operanti nei settori del commercio, della somministrazione, dell'artigianato e dei servizi. La zona interessata dall'intervento è quella sulla direttrice di via San Vitale, fino a piazza Aldrovandi e di via Zamboni, fino a piazza Rossini. Le attività potenzialmente ricomprese in tale perimetro sono circa 80. Il bando andrà a finanziare progetti presentati da singoli operatori o da aggregazioni per la realizzazione di attività relative alla valorizzazione materiale degli esercizi, al miglioramento e restyling dei locali, al superamento di problemi legati alla accessibilità e sicurezza, alla progettazione e fornitura di servizi innovativi, digitali e di prossimità e, nel caso di progetti aggregati, anche ad iniziative di animazione territoriale. Il budget previsto è di 100.000 euro e per ogni progetto il contributo massimo potrà essere di euro 4.000 per i singoli, mentre sarà fino a euro 10.000 per i progetti di operatori aggregati.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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powersol · 2 years ago
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Bando Azioni di sistema per il supporto agli Enti locali sui temi della Transizione Energetica
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Una delle grandi sfide della contemporaneità è la transizione verso modelli di produzione e consumo più sostenibili, per fare fronte a diverse problematiche quali l’aumento dei prezzi dell’energia, del gas e delle materie prime, la sicurezza degli approvvigionamenti energetici e le emissioni di gas nell’atmosfera. Cittadini, imprese ed enti pubblici hanno già cominciato a muoversi in questa direzione, con modelli di produzione a basso impatto ambientale, basati su un uso efficiente delle risorse, sulla riduzione dei consumi energetici e su produzione, consumo e condivisione di energia da fonti rinnovabili. Tale percorso presuppone un cambio, che impatta sulla vita dei cittadini, sul mercato del lavoro e sulla capacità delle aziende di essere competitive. Proprio per questo, la transizione deve essere accompagnata da iniziative che accrescano le competenze in materia dei soggetti direttamente coinvolti. È infatti stato aperto, dalla regione Emilia Romagna, un Bando con l’obiettivo di incentivare iniziative di informazione, sensibilizzazione e animazione del territorio sui temi dell’efficientamento energetico e di produzione, autoconsumo e condivisione di energie rinnovabili, migliorando le competenze interne e coinvolgendo cittadini, imprese ed enti del terzo settore, attraverso la concessione agli enti locali del territorio di contributi economici per coprirne i costi. Questo bando vuole dare attuazione all’azione 2.2.4 “Azioni di sistema per il supporto agli Enti locali” del Programma Regionale FESR 2021/2027, approvato dalla Commissione Europea il 22 luglio del 2022. Il contributo previsto ammonta a 2,6 milioni di euro, valido per gli anni 2023-2024.
Chi può accedere ai contributi e come vengono erogati
Il bando è rivolto a comuni, province, città metropolitane e unioni di comuni, compreso il circondario imolese. Ciascuno di questi soggetti può presentare una sola richiesta di contributo e i comuni possono effettuarla solo nel caso in cui le unioni di comuni di cui fanno parte non abbiamo già fatto o non intendano fare domanda.
I contributi vengono concessi a fondo perduto in misura massima dell’80% delle spese ritenute ammissibili e si configurano come aiuti di stato e non sono dunque cumulabili con altri contributi europei, nazionali e regionali. L’incentivo massimo è regolato come segue.
Comuni singoli:
Fino a 30.000 abitanti – massimo 10.000 euro;
Da 30.001 a 70.000 compreso – massimo 15.000 euro;
Oltre i 70.000 – massimo 20.000 euro.
Unioni di Comuni, Province e Città Metropolitane:
Fino a 30.000 abitanti – massimo 15.000 euro;
Da 30.001 a 70.000 compreso – massimo 25.000 euro;
Oltre 70.000 abitanti – massimo 40.000 euro.
Le spese ammissibili
Vengono ammesse le proposte finalizzate a supportare i beneficiari nell’attivazione di strumenti di informazione, sensibilizzazione e assistenza della comunità del territorio e nel rafforzamento della capacità amministrativa e delle competenze del personale interno per quanto riguarda la riduzione dei consumi energetici, l’efficientamento energetico degli edifici, la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’autoconsumo e la condivisione di energia, la mobilità sostenibile, l’attuazione e il monitoraggio di Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile e per il Clima e le opportunità offerte dai bandi regionali e nazionali in tema di transizione energetica. Sono ritenute accettabili:
Le spese per l’attivazione e la gestione di sportelli territoriali per l’energia, per l’organizzazione di eventi di sensibilizzazione, informativi e laboratoriali, per la realizzazione di siti web, newsletter, app e strumenti digitali e per campagne di informazione e sensibilizzazione.
Le spese per l’organizzazione di o la partecipazione a corsi, convegni, laboratori e workshop (questa voce non può superare il 20% dei costi del punto precedente).
Le spese di personale in organico, che possono riguardare l’attività svolta al massimo da due unità di personale del soggetto beneficiario (anche in questo caso il costo non può superare il 20% della voce di spesa del punto uno).
I costi generali connessi allo svolgimento delle attività. Questa spesa è riconosciuta applicando un tasso forfettario fino al 5% della somma delle voci di spesa precedenti (pertanto, il beneficiario non deve presentare la relativa documentazione contabile).
Come presentare la domanda
Le domande vanno compilate e inviate tra le 10.00 del primo giugno 2023 e le 13.00 del 14 settembre 2023 alla Regione esclusivamente per via telematica, tramite l’applicazione web Sfinge 2020, che sarà attiva a partire da qualche giorno prima dell’apertura del bando. Per l’accesso è possibile utilizzare lo SPID, la Carta d’Identità Elettronica o la Carta Nazionale dei Servizi. La domanda può essere presentata dal legale rappresentante del soggetto richiedente o da un suo delegato e deve contenere le seguenti informazioni:
I dati anagrafici del legale rappresentante o delegato;
I dati identificativi del soggetto richiedente;
Un indirizzo PEC per la trasmissione di comunicazioni;
I recapiti dei referenti interni all’ente della proposta;
La scheda di sintesi della proposta;
La dichiarazione circa il regime IVA;
La percentuale di contributo richiesta;
La dichiarazione di impegno a rispettare gli obblighi del bando (e a restituire l’importo del contributo in caso contrario);
La dichiarazione in merito all’osservanza del principio “non arrecare un danno significativo” agli obblighi ambientali.
In allegato invece, dovranno essere inviati il programma delle attività e un documento che dimostri la volontà del soggetto richiedente di svolgere una o più attività previste dal bando.
Nella fase di valutazione della domanda, sarà possibile ottenere un punteggio massimo di 100 punti e il minimo per entrare in graduatoria sarà 60. Questa verrà stilata in ordine cronologico, indicando sia le domande finanziabili che quelle adeguate ma non finanziabili per esaurimento delle risorse. Nel caso in cui la domanda sia ammessa e finanziata, verrà comunicato l’importo del contributo concesso. È consentito richiedere delle modifiche rispetto al progetto presentato in fase di domanda, ma le spese devono comunque rimanere all’interno della somma del contributo erogato. Qualora l’importo delle spese rendicontate ammesse dovesse risultare complessivamente inferiore al 70% del costo totale del progetto, il contributo verrà integralmente revocato. Le fatture relative alle spese, per essere considerate ammissibili, devono essere emesse e pagate nel periodo che va dal primo maggio 2023 fino al 31 dicembre 2024, data entro cui le attività oggetto di proposta dovranno concludersi. La rendicontazione delle spese sostenute deve essere presentata, in un’unica soluzione, entro il 20 febbraio 2025, pena la revoca del contributo. Sono ammessi solo i pagamenti effettuati tramite mandato di pagamento o bonifico bancario o postale e la disposizione del pagamento deve essere singola, ad una fattura deve corrispondere un ordine di pagamento di pari importo. Al momento della rendicontazione delle spese, verrà verificato che le attività siano state completate entro il termine previsto dal bando.
Maggiori informazioni e il bando completo sono disponibili al seguente link https://fesr.regione.emilia-romagna.it/opportunita/2023/supporto-agli-enti-locali-sui-temi-della-transizione-energetica
Visita il blog di Powersol per leggere altri articoli sul fotovoltaico.
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bergamorisvegliata · 2 years ago
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COMUNICATO N°11
Quello che leggerete è un comunicato emesso dal neo "nando" movimento "Bergamo24" che ha per obiettivo il contrasto alle scellerate politiche dell'Amministrazione Comunale attuale attraverso le elezioni che si terranno nel 2024.
Quindi, non un'iniziativa di "bergamo risvegliata", coinvolta comunque in questo progetto per il quale è stato redatto ciò che vi viene sottoposto nelle righe seguenti:
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Premessa:
In vista della scadenza elettorale amministrativa della città di Bergamo di maggio 2024;
Nella dichiarata consapevolezza di concorrere a quelle elezioni formando una lista civica composta da soggetti politici (partiti, associazioni, movimenti, singoli cittadini consapevoli, et cetera) di chiara matrice dissenziente, ove con questo termine si configuri una posizione di evidente e chiara critica ai processi politico-sociali caratterizzanti l’epoca storica in cui viviamo.
Nella dichiarata consapevolezza che i suddetti processi hanno subito un’evidente intensificazione e accelerazione nella stagione pandemica, e che non si sono arrestati con il cosiddetto “ritorno alla normalità”. Tra di essi – a titolo d’esempio – ricordiamo: l’aumento della povertà assoluta, l’accentramento della ricchezza in sempre più ristrette percentuali di popolazione, l’aumento dell’indebitamento pubblico e privato, la chiusura di attività produttive e commerciali soprattutto di piccole e medie dimensioni, l’aumento del disagio sociale in particolare fra i giovani, l’acuirsi del controllo sociale e del tracciamento, et cetera.
Premettendo, inoltre, di anelare a vivere in una comunità internazionale, nazionale e locale che ripristini i veri Valori di socialità genuina, solidarietà, mutua assistenza, economia a misura d’uomo; si mira altresì al ripristino di una serie di autonomie politiche all’oggi totalmente mancanti e assenti.
A tutti i soggetti interessati e che si riconoscono nelle premesse – al fine di elaborare un programma politico rivolto alla città di Bergamo quanto più partecipato – si propone di collaborare seguendo un’agenda di lavoro articolata in sette sezioni.
Di ognuna di essa si occuperà un gruppo di lavoro interno che verrà a crearsi a mano a mano che i soggetti interessati aderiscono al presente progetto.
Si rammenta che tutti e sette gli ambiti sono trasversalmente collegati uno all’altro e non esistono perciò compartimenti stagni.
Primo Ambito: POLITICA
In questo ambito sono da studiare, analizzare ed elaborare progetti in merito alla linea politica generale della lista civica che si presenterà alle elezioni di maggio 2024. È indispensabile presentare una breve e introduttiva analisi generale dell’epoca in cui viviamo, da declinare poi nel “micro” della particolare situazione locale del comune di Bergamo. Dev’essere formulata – pertanto – una critica generale agli attuali processi economici, sociali e culturali legati alla globalizzazione capitalistica, declinando e identificando le sfaccettature locali che essi assumono nella nostra città.
L’ambito della politica si dovrà anche occupare di quali proposte formulare in merito alle interazioni con gli altri enti locali e nazionali, oltre che a tutto il variegato mondo del terzo settore.
Secondo Ambito: URBANISTICA
In questo ambito sono da studiare, analizzare ed elaborare progetti in merito all’ottimizzazione di ogni area della città e a ogni eventuale modifica o riqualifica. Interagendo con l’ambito della politica, devono essere compresi i processi che stanno intervenendo dal punto di vista urbanistico nella nostra città: in primis gentrificazione e turisticizzazione, i quali – fra gli altri – stanno portando ad una progressiva separazione del centro città con la sua periferia, nonché della città tutta con la vasta provincia circostante.
È necessario, ovviamente, studiare e conoscere il piano regolatore attuale. Il gruppo urbanistico si deve fare carico anche del tema della vivibilità e della sicurezza di tutti gli abitanti della città, senza che in essa vi siano zone d’ombra o zone franche.
Terzo Ambito: MONETA
In questo ambito sono da studiare, analizzare ed elaborare progetti in merito a proposte di emissione diretta o indiretta (promuovendo eventualmente esperienze già presenti sul territorio) di monete parallele e/o complementari alla moneta a corso forzoso (euro).
Devono essere quindi comprese e sintetizzate – in collaborazione al gruppo politica – le problematiche che l’attuale sistema monetario centralizzato nella BCE hanno nei confronti del nostro territorio: in primis l’iper-indebitamento e la progressiva sparizione del denaro contante.
Quarto Ambito: ECONOMIA
In questo ambito – collaborando con il gruppo politica – va studiato e compreso il mutamento intervenuto nel tessuto economico-imprenditoriale bergamasco dalla prima metà del ‘900 ad oggi. Successivamente, devono essere individuate le trasformazioni in atto in questo momento a seguito di politiche economiche implementate a livello globale, nazionale, regionale e locale.
Vanno quindi elaborati progetti concreti e strategie precise per riuscire – nei limiti dell’ambito comunale di Bergamo – a contrapporsi con una vera oikosnomos ai processi di privatizzazione del patrimonio pubblico, di de-industrializzazione, di desertificazione delle piccole imprese e di colonizzazione da parte di colossi multinazionali e del capitale internazionale.
Va sempre tenuto in considerazione, anche sul piano locale, il primato della politica e del benessere della comunità sull’economia e sugli interessi particolari che la compongono.
Quinto Ambito: ALIMENTAZIONE
In questo Ambito sono da studiare, analizzare ed elaborare progetti in merito a quelle particolari aree della produzione, distribuzione e consumo di prodotti agricoli e alimentari che costituiscano eccellenza ed evoluzione nell’ambito dell’alimentazione e della salute in genere. Al fine di preservare la nostra tradizione, devono altresì essere formulati progetti atti a salvaguardare il patrimonio storico e culturale di carattere agricolo-alimentare presente sul nostro territorio. Pertanto, collaborando con l’ambito della politica, vanno compresi anche tutti quei mutamenti in corso a livello locale, regionale, nazionale e globale in termini di alimentazione.
In collaborazione con l’ambito dell’urbanistica devono essere studiati piani di recupero di aree verdi che possono essere trasformate in lotti agricoli individuali o collettivi, promuovendo quelle associazioni già impegnate in tal senso.
In collaborazione con l’ambito della salute vanno elaborati programmi per promuovere coltivazioni che rispettino un’autentica ecologia (oikoslogos).
Sesto Ambito: SALUTE
In questo ambito – collaborando con quello politico – devono essere ampiamente studiati e compresi i processi di privatizzazione ad ogni livello che hanno caratterizzato la tutela della salute in Italia e in Lombardia soprattutto. Vanno quindi elaborati progetti – nei limiti dell’ambito comunale di Bergamo – per riqualificare questo settore nell’interesse dei ceti meno abbienti in primis.
Si auspica, inoltre, un allargamento degli orizzonti del concetto stesso di salute, vedendo l’essere umano come insieme di parti olisticamente unite. Ciò può essere fatto anche grazie alla collaborazione con associazioni e strutture del territorio.
Dev’essere promossa, infine, l’attività di volontariato e potenziate tutte le strutture che già svolgono questa attività sul territorio cittadino.
Settimo Ambito: EDUCAZIONE
Vanno comprese – in concerto al gruppo politico – le problematiche insite a questo particolare settore: in primis meccanizzazione, burocraticizzazione e privatizzazione.
In questo gruppo sono da elaborare progetti – nei limiti dell’ambito comunale – in merito all’educazione permanente (quindi rivolta alla cittadinanza tutta), evidentemente concentrandosi su quei cittadini che frequentano scuole d’infanzia, elementari, primarie, secondarie e università.
Questo ambito deve tenere sempre a mente il significato primo dell’educazione: quello di “trarre fuori” (educere) e non solo di introdurre. Gli studenti devono essere ispirati, animati e invogliati ad apprendere e scoprire, non meccanicamente riempiti di nozioni. Ci si auspica quindi una sempre maggiore integrazione con altre esperienze culturali presenti sul territorio che completino il sapere, conoscenza e la coscienza.
La scuola deve quindi sottrarsi dal “giogo” dell’esistere in funzione del mercato del lavoro ed esistere in quanto prima fase dell’ingresso in una comunità di cittadini uniti.
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Smog in Italia: arriva la classifica delle città più inquinate
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Smog in Italia. Il tema dell'inquinamento atmosferico è da molto tempo al centro delle discussioni di tutto il mondo. Il nostro Bel Paese, però, viene "tenuto d'occhio" da Legambiente che anno dopo anno stila il rapporto dal titolo "Mal’Aria". I numeri del rapporto dall'associazione stimano che il 76% dei grandi centri in Italia sarebbe fuori legge secondo gli standard europei sull’inquinamento. Smog in Italia: la situazione in Italia Ad aggiudicarsi il poco ambito titolo di città con il maggior inquinamento atmosferico è Torino, che nel 2022 ha sforato per 98 giorni – il massimo consentito per legge è 35 – il limite di 50 microgrammi al metro cubo di PM10. In seconda posizione troviamo Milano, dove l’allarme smog è stato registrato la bellezza di 84 volte. A seguire abbiamo altre città del Nord: Asti (79 giorni), Modena (75), Padova (70), Venezia (70), Cremona (67), Treviso (66). La magica classifica si completa nella sua top 10 con due città del Sud: Andria (47) e Ragusa (41). Il rapporto annuale sull’inquinamento atmosferico nei grandi centri urbani è stata soprattutto l’occasione per ribadire le proposte di Legambiente a governo, regioni e amministrazioni locali. Si va dal potenziamento del trasporto pubblico alla transizione verso i mezzi elettrici, passando per nuovi incentivi alla sharing mobility e un «grande piano di riqualificazione energetica» dell’edilizia pubblica e privata. «La salute è un diritto fondamentale che non può essere compromesso – denuncia Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -. Chiediamo al Governo, alle Regioni e ai Comuni di mettere in campo azioni coraggiose per creare città più pulite e sicure». https://twitter.com/Legambiente/status/1620021449871486976 Le parole di Legambiente “L’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza”, dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “In Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da PM2.5, pari a 1/5 di quelli rilevate in tutto il continente. È necessario agire con urgenza per salvaguardare la salute dei cittadini, introducendo politiche efficaci ed integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura. In ambito urbano è fondamentale la promozione di azioni concrete sulla mobilità sostenibile attraverso investimenti importanti sul trasporto pubblico, il ridisegno dello spazio cittadino con pedonalizzazioni e zone 30, politiche di promozione dell’uso delle due ruote in sicurezza, la diffusione delle reti di ricarica dei mezzi elettrici, facilitando la scelta di ridurre fortemente l’uso dell’auto privata. Quali sono le proposte di Legambiente? Per combattere l’inquinamento in ambito urbano, l’Associazione propone una vasta serie di interventi “a misura di città”: - Il passaggio dalle Ztl (zone a traffico limitato) alle ZEZ (Zone a zero emissioni). Come dimostra l’esperienza di Milano (con l’area B) e, soprattutto, dell’ultra Low Emission Zone londinese, le limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti riducono le emissioni da traffico del 30% e del 40%. - LEZ anche per il riscaldamento. Servono un grande piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica e privata, e incentivare una drastica riconversione delle abitazioni ad emissioni zero grazie alla capillare diffusione di misure strutturali, come il Superbonus, opportunamente corretto dagli errori del passato come gli incentivi alla sostituzione delle caldaie a gas. - Potenziamento del Trasporto Pubblico e Trasporto Rapido di Massa (TRM) attraverso la quadruplicazione dell’offerta di linea e la promozione di abbonamenti integrati, come fece la Germania nell’estate del 2022. - Sharing mobility. Incentivare la mobilità elettrica condivisa (micro, bici, auto, van e cargo bike) e realizzare e realizzare ulteriori000 km di percorsi ciclabili. - Ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d’uomo, “città dei 15 minuti”, sicurezza stradale verso la “Vision Zero”, “città 30” all’ora seguendo l’esempio di Cesena, Torino, Bologna e Milano. - Tutto elettrico in città, anche prima del 2035, grazie alla progressiva estensione delle ZEZ alla triplicazione dell’immatricolazione di autobus elettrici e l’istituzione dei distretti ZED (Zero Emissions Distribution). Read the full article
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italiavivadelchierese · 5 years ago
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Ogni comune può dare il proprio contributo per RIPARTIRE
Poirino 19 aprile 2020
Lettera aperta:
al Sindaco di Poirino, ai Consiglieri Comunali, alle forze politiche poirinesi, ai portatori di interesse.
 Ogni comune può dare il proprio contributo per RIPARTIRE
 Quando sarà terminata l’emergenza sanitaria, ci troveremo con una emergenza economica senza precedenti.
Occorre uno sforzo aggiuntivo a partire dalla pubblica amministrazione per compensare almeno in parte il crollo delle attività.
Noi di Italia Viva, da tempo chiediamo a tutte le forze politiche ed economiche di avviare la Fase 2 e “Ripartire” per tempo affinché il tessuto produttivo non venga troppo compromesso e che molti cittadini si ritrovino senza lavoro.
Non si tratta di individuare nuovi progetti o nuove priorità piuttosto di accelerare quelli già individuati e studiati negli anni scorsi dall’Amministrazione Comunale sfruttando al massimo le nuove opportunità che il superamento del patto di stabilità offre.
Per questo motivo chiediamo all’Amministrazione Comunale di Poirino di dare il suo contributo e formuliamo pertanto alcune proposte come Italia Viva:
1.     Approvare in tempi brevi il bilancio consuntivo 2019 per quantificare correttamente l’avanzo di bilancio immediatamente spendibile;
2.  Approfittare della chiusura delle scuole per attivare alcuni dei progetti che l’amministrazione comunale ha previsto nel D.U.P che riguardano l’edilizia scolastica cittadina, prima del rientro dei nostri ragazzi;
3.    Approfittare della circolazione ridotta/assente sulle nostre strade per attivare un piano straordinario di manutenzione del manto stradale;
4.     Aprire il mercato alimentare del sabato in Via Amaretti come richiesto in particolare dai produttori agricoli ed eventualmente prevederne anche uno infrasettimanale (giornaliero per gli asparagi).
 Riaprire il mercato del cibo a Poirino è una priorità per la nostra comunità.
Purtroppo l’amministrazione comunale non ha autorizzato finora il mercato alimentare mentre, la vendita all’aperto di alimenti, è in corso da settimane in tutti i comuni confinanti: Chieri, Carmagnola, Santena e Villastellone, con danno per il commercio locale.
Sappiamo che i produttori poirinesi hanno presentato in Comune un progetto per realizzare in sicurezza (cioè con adeguati controlli) il mercato in via Amaretti, ma sono rimasti inascoltati, eppure i benefici derivanti dell’apertura del mercato sono evidenti mentre i rischi per la salute non sono maggiori di quelli che si corrono stando in coda nei supermercati o negozi.
Tra i benefici
1. Possibilità di acquistare prodotti del territorio di maggior qualità;
2. Possibilità di acquistare prodotti di stagione a tempo zero e a km zero ed a costi
competitivi;
3. Acquisti all’aperto piuttosto che in luoghi chiusi;
4. Sostegno ai produttori locali in un momento in cui la stagione comincia ad offrire
produzioni abbondanti (la vendita a domicilio non basta);
5. Un primo segnale di normalità;
L’Amministrazione ha il dovere di decidere e dare una risposta ai poirinesi.  E’ opportuno e giusto che Poirino utilizzi questo momento storico, particolare, per attivare tutte le leve che ha a disposizione per generare lavoro sul territorio.
Italia Viva di Poirino farà di tutto per collaborare e promuovere le iniziative che si metteranno in campo per fare Ripartire l’economia della nostra città.
Cordiali saluti.
 Pier Antonio Pasquero
Federica Zamboni
Coordinatori Italia Viva del Chierese e Carmagnolese
 Mariangela Ferrero
Roberto Gentile
Coordinatori Italia Viva Provincia di Torino
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piusolbiate · 5 years ago
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Più Partecipazione
Ritornano le Commissioni Comunali
organi di promozione della partecipazione dei cittadini alla vita politico – amministrativa a carattere propositivo e consultivo . Vengono così istituite le sotto elencate
Commissioni Comunali permanenti:
1. POLITICHE SOCIALI
2. SCUOLA E ISTRUZIONE
3. OSSERVATORIO GIOVANI  
4. CULTURA E BIBLIOTECA
5. COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI  
6. AMBIENTE ED ECOLOGIA  
7. COMMERCIO ARTIGIANATO INDUSTRIA
8. VIABILITA’ E SICUREZZA
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ALLEGATO A
COMMISSIONE POLITICHE SOCIALI  
La Commissione Politiche Sociali si propone di esaminare e approfondire argomenti di natura sociale ritenuti di particolare interesse, esprimendo al riguardo pareri e proposte.
In dettaglio, la stessa di occupa di:
1) promuovere iniziative di prevenzione e di sostegno ai singoli, ai minori, agli anziani, ai casi di grave marginalita’, di disabilita’ e al nucleo familiare;  2) indicare e proporre interventi di tipo programmatorio e organizzativo in campo sociale quali, a titolo di esempio, segretariato sociale, interventi socio-assistenziali, di orientamento e supporto per l’accesso ai servizi territoriali, alle strutture residenziali e semiresidenziali e ai contributi economici previsti per legge, supporto domiciliare nella gestione delle attività della vita quotidiana, progetti di reinserimento, collaborazione con i servizi territoriali specialistici, interventi socio-assistenziali di base ed educativi; 3) promuovere azioni per la realizzazione delle pari opportunità e dell’inclusione.
COMMISSIONE SCUOLA E ISTRUZIONE
La Commissione per la Scuola e l'Istruzione, è un organo consultivo e propositivo, esprime parere non vincolante ma orientativo sulle materie di sua competenza per quanto riguarda le problematiche specifiche e attinenti al mondo della scuola.  Sono compiti specifici della Commissione Scuola la formulazione di proposte e pareri all’Amministrazione Comunale su tutte le tematiche afferenti alla scuola, allo scopo primario di contribuire al miglioramento qualitativo del servizio scolastico nel territorio del Comune.  In particolare, formula proposte volte:
1) alla redazione del Piano annuale del Diritto allo studio;  
2) a proporre e collaborare con gli Istituti Scolastici per la realizzazione di progetti mirati da individuare di volta in volta sulla base delle priorità;  
3) al miglioramento dei servizi scolastici;  
4) ad iniziative volte a favorire il Diritto allo Studio;  
5) alla risoluzione di eventuali problemi relativi alle scuole di ogni ordine e grado;
6) a promuovere la sensibilizzazione nelle scuole verso temi ritenuti fondamentali quali l’educazione civica, alimentare, ambientale, stradale , ecc..
COMMISSIONE OSSERVATORIO GIOVANI
La Commissione intende affrontare le questioni emergenti quali reali esigenze del mondo giovanile della nostra comunità cittadina. In particolare la stessa:  
1) cercherà di individuare, nei modi ritenuti opportuni, quali sono le primarie esigenze dei giovani Solbiatesi che chiedono di essere soddisfatte dall’azione della Amministrazione Comunale;
2) procederà all’identificazione di un insieme di progetti atti a soddisfare le esigenze espresse, tenendo in considerazione il contenuto di fattibilità degli stessi;
3) cercherà di dare vita ad un gruppo di attività che concorrano con il loro contributo alla realizzazione dei progetti individuati e autogestiti;
4) terrà stretti rapporti con gli assessorati pertinenti per l’implementazione di un determinato progetto, anche al fine del reperimento delle eventuali risorse finanziarie, privilegiando, comunque, il rapporto con l’Assessorato allo Sport, al Tempo Libero e alle Politiche giovanili;
5) promuoverà e favorirà la partecipazione alle proprie riunioni di tutti i giovani; il presidente ha facoltà di dare la parola ai giovani presenti nel pubblico durante le sedute;
6) Individuerà, d’accordo con la Giunta comunale, uno spazio dedicato ai giovani.
COMMISSIONE CULTURA E BIBLIOTECA
La Commissione ha i seguenti compiti:  
1) vigilare sul buon andamento della Biblioteca;  
2) elaborare e proporre le linee e gli indirizzi della politica culturale della Biblioteca;  
3) predisporre, entro il mese di Ottobre di ogni anno, e presentare alla Giunta Comunale una relazione previsionale contenente le proposte di attività da realizzare all’interno della Biblioteca nel corso dell’anno successivo, che verrà consegnata all’Amministrazione comunale. Tale relazione dovrà contenere le proposte di spesa relative alle attività culturali e agli acquisti per migliorie dei locali, per arredamenti ed attrezzature, per collezioni librarie e sussidi didattico-educativi da attivare nel corso dell’anno successivo;
4) proporre eventuali modifiche all’organizzazione delle attività della Biblioteca, tenuto conto delle esigenze dei lettori;
5) favorire in ogni modo gli apporti di enti, associazioni, gruppi di studiosi in grado di fornire concrete prestazioni di animazione culturale;  
6) proporre le iniziative opportune per interessare la comunità alla vita della Biblioteca e per farne conoscere i progressi e le necessità;
7) promuovere il Museo Socio Storico;
8) proporre l’acquisto di nuovo materiale (libri e multimediale) e promuovere la raccolta di libri, a titolo gratuito da privati, ove ritenuti di particolare interesse.
COMMISSIONE COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI  
La Commissione per il coordinamento delle Associazioni quale organo consultivo e di collaborazione coadiuva l’Amministrazione nelle scelte attinenti la promozione della pratica delle attività sportive e ricreative, sotto il profilo della funzione sociale, dell’educazione e della formazione della persona, coordinando l’attività delle associazioni locali che intendono collaborare in modo sinergico per contribuire al miglioramento dell’offerta di servizi sportivi e ricreativi a favore della cittadinanza.  
Principali finalità ed obiettivi della Commissione sono:  
1) collaborare con l’Amministrazione comunale per il miglior utilizzo delle strutture e degli impianti comunali esistenti sul territorio, tenendo conto delle specifiche norme regolamentari;  
2) favorire e promuovere attività ricreative e di educazione sportiva rivolte alla Cittadinanza e alle scuole;  
3) fornire indicazioni e proposte per la definizione di un calendario annuale di manifestazioni sportive e ricreative;  
4) sviluppare forme di collegamento e di collaborazione con altre realtà e Commissioni comunali;
5) presentare alla Giunta Comunale, entro il 31 Ottobre di ogni anno, una relazione programmatica, inclusiva degli eventuali impatti finanziari sul bilancio comunale, delle attività che si intendono sviluppare nell’anno successivo.
COMMISSIONE AMBIENTE ED ECOLOGIA
La Commissione Ambiente ed Ecologia ha il compito di esaminare le modalità operative in atto nella gestione ambientale, di identificarne le eventuali carenze e problematiche, di indicare le possibili soluzioni e le priorità di intervento.  
Compiti:  
1) valutazione e catalogazione dei fattori di impatto ambientale piu’ significativi, come emissioni, rifiuti, rumori, ecc.;
2) esame delle attività in essere o in corso di realizzazione, per definire i punti critici rispetto alla salvaguardia dell’ambiente;  
3) verifica degli obblighi imposti da Leggi e regolamenti;
4) individuazione e valutazione delle possibilità di miglioramento ambientale: piano dell’energia sostenibile;
5) formulazione di proposte di intervento per la riduzione o l’eliminazione delle fonti di disagio ambientale;
6) promozione di interventi per diffondere le tematiche ambientali nella cittadinanza;
7) elaborare proposte per sensibilizzare, specialmente le Scuole, sull’argomento Ambiente ed Ecologia;
8) studiare nuovi progetti per rivalutare l’ambiente della Valle Olona;
9) tutela animali e relativo regolamento.  
COMMISSIONE COMMERCIO ARTIGIANATO INDUSTRIA
Lo scopo della Commissione Commercio Artigianato Industria è quello di realizzare la promozione di iniziative utili allo sviluppo, nel territorio comunale, delle attività produttive.  
In particolare la Commissione persegue le finalità di studio e analisi tendenti a:
1) valorizzare le imprese commerciali, artigianali e industriali esistenti nel territorio solbiatese, con particolare attenzione agli esercizi di vicinato operanti nel centro del Paese;
2) promuovere l'integrazione fra le diverse attività economiche per migliorare i servizi offerti alla popolazione;
3) indicare aree urbane vitali in cui il commercio, l’artigianato e le attivita’ industriali possano rappresentare un elemento di qualificazione;  
4) favorire gli insediamenti commerciali, artigianali e industriali destinati allo sviluppo e al recupero delle piccole e medie imprese già operanti sul territorio interessato, anche al fine di aumentare i livelli occupazionali.
COMMISSIONE VIABILITA’ E SICUREZZA
La commissione Viabilita’ e Sicurezza ha funzioni propositive e di supporto alla programmazione di attività e azioni volte alla funzionalita’ del sistema viario del Paese e alla prevenzione e al controllo in materia di sicurezza pubblica. In particolare ha il compito di:
1) Contribuire alla programmazione annuale degli interventi in materia di sicurezza e verificare il buon esito degli interventi proposti;
2) Avanzare proposte per la promozione e la sensibilizzazione civica concernente la sicurezza della persona, del territorio e della viabilità;
3) Portare all’attenzione dell’Amministrazione comunale situazioni di pericolo per i cittadini o eventuali fenomeni che possano destare preoccupazione a livello viario e sociale;
4) Esaminare i problemi normativi ed organizzativi in relazione alla gestione di particolari emergenze in materia di pubblica sicurezza;
5) Promuovere programmi di collaborazione tra Enti e Istituzioni attraverso lo scambio di esperienze nei diversi ambiti di intervento che riguardano la viabilita’ e la pubblica sicurezza.
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paoloxl · 5 years ago
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Nel corso delle ultime settimane i media locali e nazionali hanno dato grande rilievo a un’ipotesi avanzata dal Comune di Venaus in merito a una proposta di tracciato alternativo del tav torino-lione.
L’ipotesi progettuale e politica avanzata dal Comune di Venaus prevede interventi sulla linea storica e la realizzazione di un tunnel parallelo a quello attualmente in esercizio con ingresso in alta Valle Susa e sbocco a Modane.
L’ipotesi proposta dal Comune di Venaus sarebbe allo studio del governo quale punto di mediazione tra le componenti stesse del governo per lo sblocco dell’impasse politico attualmente gravante sulle decisioni che l’esecutivo dovrà assumere entro settembre in riferimento alla realizzazione del tav Torino-Lione.
Poiché il Comune di Venaus è amministrato da una maggioranza da sempre vicina alle posizioni contrarie all’alta velocità, a livello mediatico e politico si è avanzata l’ipotesi che il movimento no tav nel suo complesso sia disponibile a prendere in considerazione la possibilità di discutere la realizzazione dell’opera attraverso proposte di tracciati alternativi.
Al fine di esaminare e discutere la proposta del Comune di Venaus, il coordinamento dei comitati no tav si è riunito in data 26/06/2019 e, dopo ampia e articolata analisi, all’unanimità ha respinto l’ipotesi politica e progettuale proposta dal Comune di Venaus, ribadendo che :
Le motivazioni che hanno animato trent’anni di opposizione alla realizzazione del tav Torino-Lione restano attualissime e sempre di più supportate da dati ambientali, economici e tecnici. L’opera è inutile, dannosissima per l’ambiente e la salute, estremamente costosa per le tasche dei cittadini, portatrice di qualità di lavoro inaccettabile e in assoluto non determinante a risolvere problemi occupazionali, portatrice di valori sociali inaccettabili e basati su circolazione di merci che non ci sono e che comunque sarebbero trasportate dal nulla al nulla.
Il movimento no tav richiama questi valori che stanno sempre più acquisendo forza in moltissimi territori e che risultano essere unica proposta perseguibile per un futuro diverso e migliore, al di là delle speculazioni di forze economiche e politiche che perseguono il solo interesse personale a discapito del bene comune.
Con queste premesse pare evidente che nessuna ipotesi di realizzazione del tav Ttorino-Lione (che sia a tunnel lungo o a tunnel corto) può essere anche minimamente condivisa dal movimento no-tav  che pertanto ribadisce con forza la propria contrarietà all’ipotesi avanzata dal Comune di Venaus.
L’unica opzione accettabile per il movimento resta l’opzione zero con l’apertura di una discussione (disgiunta dai ragionamenti sull’opera) relativa all’eventuale adeguamento della attuale linea (assolutamente in grado di assorbire flussi di traffico anche di gran lunga superiore agli attuali)  agli standards di sicurezza necessari a far transitare i convogli senza rischio per la salute dei cittadini e dei territori attraversati.
Qualsiasi altra opzione troverà il movimento pronto a continuare con determinazione e forza la propria azione di lotta
- contro un’opera (in qualsiasi forma realizzata) devastante, inutile , portatrice di lavoro inaccettabile e di modelli sociali non compatibili con un futuro vivibile per le future generazioni; - per un uso del denaro pubblico finalizzato a garantire il miglioramento della qualità della vita dei cittadini (salute-servizi-scuola etc ..), al ripristino ambientale attraverso la sistemazione degli eco sistemi compromessi da decenni di politiche distruttive, alla creazione di lavoro rispettoso della vita e della dignità delle persone
Il movimento no tav depreca l’inattività del governo nei confronti degli iter di gara intrapresi da TELT in presenza di un’analisi costi-benefici che dovrebbe indurre l’esecutivo a scelte responsabili di annullamento della realizzazione del tav Torino-Lione e si prepara a sostenere una durissima lotta volta a bloccare definitivamente una delle più devastanti opere mai pensate, simbolo complessivo di un modello di sviluppo volto solamente al profitto di pochi a discapito dei molti.
Il movimento notav
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curiositasmundi · 7 years ago
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MORIRE A QUINDICI ANNI PER 1,5 EURO L’ORA. STORIA DI GIOVANNA CURCIO UCCISA DALLO SFRUTTAMENTO E DALLA COMPIACENZA DELLE ISTITUZIONI
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Non ci andare Giovanna, non ci andare. Questo le aveva detto suo padre Pasquale quando Giovanna gli aveva detto che iniziava a lavorare nella fabbrica di materassi di Biagio Miceri, a Montesano sulla Marcellana. Pensava che la figlia fosse troppo giovane, che quel salario di 1,5 euro l’ora (due per le sue colleghe maggiorenni) fosse una vergogna, che lei doveva studiare per migliorare il suo futuro. Ma Giovanna voleva darsi da fare, voleva aiutare i suoi genitori, padre forestale e madre disoccupata, a mandare avanti la famiglia e così alla fine aveva accettato quello stipendio così basso e quelle condizioni di lavoro terrificanti proposte da Miceri. Sì perché non era solo un lavoro mal retribuito ed in nero, si trattava di stare ore ed ore, anche più di dieci, in un sottoscale non arieggiato pieno di materiale infiammabile. L’azienda totalmente illegale non era registrata presso nessun ufficio pubblico, il locale privo delle elementari norme di sicurezza, i contratti verbali, spesso disattesi, i libretti di lavoro addirittura sequestrati. Insomma un ambiente malsano da ogni punto di vista, in cui donne più o meno giovani, passavano l’intera giornata per portare a casa una ventina di euro. E fu in quell’ambiente che finì la vita di Giovanna e di una sua collega, Annamaria Mercadante, di 49 anni. Nella fabbrica di materassi c’era un impianto elettrico vecchio e non a norma, e numerosi materiali infiammabili. E così il 5 luglio del 2006, quando probabilmente un cortocircuito, intorno alle dieci e mezza fece divampare le fiamme, queste presto avvolsero l’intera struttura. Biagio Miceri si diede subito alla fuga abbandonando le sue operaie in mezzo ai fumi. Due di loro riuscirono a fuggire, non Giovanna, che forse per spegnere l’incendio o più probabilmente per salvare Annamaria, collega a cui era legatissima, tornò sui suoi passi e rimase intrappolata tra le fiamme. Le due donne si rintanarono nel piccolo bagno e lì morirono soffocate a causa di una combinazione di monossido di carbonio, benzene e acido cianidrico. Ovviamente non c’erano porte di sicurezza e nemmeno estintori, anzi i vigili del fuoco giunsero appena in tempo per arginare l’incendio prima che arrivasse alle bombole di gas lasciate sulla porta della fabbrica abusiva. Bombole che avrebbero fatto saltare in aria l’intera palazzina comprese le scuole elementari pubbliche lì presenti. Tutti in paese sapevano della fabbrica abusiva, comprese le istituzioni. I vigili locali l’avevano multata per non aver pagato alcune imposte comunali ma non avevano certo chiamato l’ispettorato del lavoro o fatto una denuncia, mentre il sindaco di un comune vicino era la persona che aveva “procurato l’impiego” a Giovanna. Giovanna, morta a 15 anni per un euro e mezzo l’ora.
Cannibali e Re Cronache Ribelli
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rivapaolo · 6 years ago
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Marcinelle: ritorno al futuro
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"Ora mi sento integrata, ma appena arrivati ne abbiamo passate. Nei locali, c'erano i cartelli con su scritto Vietato l'ingresso ai cani e agli italiani". Rosetta ricorda con trasporto, scavando nella sua memoria di emigrante. Gaetano, marito ed ex minatore, le sta seduto accanto e contribuisce al racconto. A un certo punto, l'energica signora si rivolge direttamente alla persone che le stanno di fronte, quasi ammonendole: "Mi raccomando, non fate oggi queste cose che noi abbiamo subito allora". 
Ad ascoltarla, all'ingresso del Bois du Cazier di Marcinelle, una quindicina di persone. Seguono le parole della coppia con grande attenzione, in religioso silenzio,. Alcuni perché non conoscevano così bene la sorte che è toccata a tanti nostri connazionali. Altri perché l’esperienza di Rosetta e Gaetano l’hanno vissuta in prima persona. Il gruppo di visitatori è infatti un mix composito di storie e provenienze che, accanto a una nutrita componente bergamasca, conta anche membri nati in Marocco, Camerun, Sierra Leone e Bolivia. E così, in un luogo tanto importante per la memoria italiana ed europea da essere diventato sito Unesco, gli immigrati di oggi si ritrovano di fronte agli emigrati di ieri.
“L’idea è cercare le costanti della mobilità umana, scoprire le connessioni tra il passato e il presente, senza dimenticare le specificità dei diversi momenti storici”, spiega con entusiasmo e competenza Giancarlo Domenghini, da anni attivo nel campo dell’immigrazione e oggi educatore della cooperativa RUAH e collaboratore della Diocesi di Bergamo. È lui uno degli artefici di questo incontro, inserito nel programma del viaggio formativo Ritorno al futuro, promosso dall’ufficio Pastorale Migranti della Diocesi di Bergamo in collaborazione con la missione cattolica italiana a Bruxelles, la cooperativa impresa sociale RUAH e altre realtà del territorio orobico.
“Proposte come questa - continua Giancarlo - le facciamo da ormai 15 anni e, col passare del tempo, si sono aggregati anche cittadini stranieri residenti sul nostro territorio che si considerano soggetti attivi e non destinatari passivi di progetti e servizi”. Il viaggio, che ha toccato anche le istituzioni UE e i quartieri più multiculturali di Bruxelles, è parte di un percorso di formazione più ampio: “è un’esperienza - conclude - che completa benissimo la parte teorica, perché punta molto sulle emozioni”. 
E di emozioni al Bois du Cazier se ne provano parecchie e intense. In questa ex miniera di carbone, diventata il simbolo delle sofferenze degli italiani che nel secondo dopoguerra hanno scelto di lasciare la povertà del nostro paese per cercare una vita più degna altrove, l’8 agosto 1956 un incidente ha causato la morte di 262 minatori. Le vittime erano di nove nazionalità diverse, tra le quali quella italiana era di gran lunga la più rappresentata con 136 uomini mai più tornati in superficie. Per fare memoria di quel gravissimo episodio, causato da un errore umano, ma soprattutto dalle pessime condizioni di lavoro e dalle carenze delle norme di sicurezza, oggi vi è un museo e, al suo interno, un monumento di marmo bianco che ricorda la tragedia. Il gruppo di Ritorno al futuro, vi depone davanti una corona di fiori e poi si ferma per un momento di preghiera. Prima quella cattolica e poi quella musulmana. 
Quindi la visita prosegue lungo un percorso che illustra il lavoro in miniera, ma anche la vita degli immigrati. La prima tappa è una ricostruzione delle baracche di lamiera nelle quali vivevano i primi italiani arrivati subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Lo stupore è generale tra i nuovi italiani. Per Mhmaed, che è arrivato nel nostro paese dal Marocco dieci anni fa, “è tutto nuovo”. Lo stesso per il suo connazionale Hussein. Sulla medesima lunghezza d’onda anche il camerunense Blaise, ormai da tempo residente in provincia di Bergamo. Dopo aver ascoltato attentamente la guida, confessa: “Non sapevo niente di questa parte di storia”. Non è questione di italiani o stranieri, secondo Giancarlo. “Il nostro passato migratorio l’abbiamo rimosso. I nostri giovani non sanno più nulla delle valigie di cartone con cui si partiva, anche dalle nostre valli. Del resto, io stesso, molto di quel che so ora, l’ho scoperto solo negli ultimi anni”. 
La sorpresa, però, lascia presto spazio a reazioni, riflessioni e paragoni. “Sto trovando molte analogie con la mia esperienza e, soprattutto con quella di mio fratello”, dice Mhamed. “È arrivato nel 1991 e, all’inizio, viveva in un buco di appartamento con una ventina di altri immigrati: non avevano alternative. Io ho fatto meno fatica. Anche se trovare casa per uno straniero è difficile ancora oggi. Ho un contratto e un buon stipendio, ma in molti si sono rifiutati di affittare a un marocchino come me”. 
A colpire Hussein è, invece, la distanza tra le promesse che venivano fatte agli emigrati prima di partire e la realtà che si ritrovavano ad affrontare. Dal 1946 in poi, molti degli italiani reclutati nei piccoli centri della provincia sono arrivati in Belgio senza sapere nulla delle fatiche del lavoro in miniera, convinti di trovare condizioni di lavoro e alloggio dignitose, che invece Bruxelles non è stata in grado di garantire per molti anni. “Li hanno ingannati, come è capitato a me. Dieci anni fa sono arrivato a Bergamo con un visto e un regolare contratto. Ma non c’era nessun lavoro ad aspettarmi. Ero solo, senza nulla. Ci ho messo un po’, ma per fortuna dopo sei mesi ho trovato un lavoro vero e ho cominciato a rialzarmi”, dice con un certo orgoglio. 
Il dialogo potrebbe continuare per ore, in un continuo gioco di specchi tra flussi migratori diversi, avvenuti in condizioni economiche, legislative e sociali diverse, ma simili nei sentimenti che hanno fatto nascere nei loro protagonisti. La partenza del volo che riporterà il gruppo in Italia, però, incombe e, così, tocca ancora a Giancarlo tirare le conclusioni: “Venire qui non è un’operazione nostalgica, è il tenere viva una memoria che parla al presente. Per me, pur nelle differenze, Marcinelle e Lampedusa si trovano sulla stessa linea di senso. Riscoprire l’una serve a capire l’altra”. 
LA STORIA DI RANIERO
“Quante gallerie ho scavato? Non lo so, ho perso il conto. Troppe”. Gaetano La Valle è partito col fratello da un paese in provincia di Cosenza per raggiungere uno zio che stava in Belgio e “voleva un po’ di sangue vicino”. Da allora è diventato minatore a Marchienne-au-Pont, uno dei tanti centri minerari della Vallonia, nella zona di Charleroi. “Il mio era uno dei lavori più pesanti, con la perforatrice sulla spalla. Dovevamo costruire le gallerie, nella pietra. Più metri facevo e più soldi prendevo. Riuscivamo a farne sei metri al giorno circa, con turni su tutte le 24 ore”. Questa è stata la sua routine per 20 anni esatti. “Son arrivato nel 1957 e - ride - mi ricordo ancora quando cercai di chiedere informazioni per arrivare a Charleroi ma, non sapendo una parola di francese, nessuno capiva dove volevo andare”. 
Sua moglie, la signora Rosetta Ameruso, è arrivata in Belgio qualche tempo dopo, nel 1961. “Il primo settembre”, ricorda. “Non ero mai uscita dal mio paesello prima di allora e quando son giunta mi son detta: Ma dove sono finita? All’inferno? Poi, piano piano, ci siamo integrati”. Il marito grazie al lavoro, lei facendo le commissioni legate alla vita quotidiana da casalinga. “Ma guardi che ho lavorato più io di mio marito! Quando aveva il primo turno, mi svegliavo all’alba per fargli trovare la colazione pronta e quando rientrava a mezzanotte lo aspettavo con la cena calda, appena fatta”, rivendica con ironia e orgoglio.  
Oggi lei e il marito fanno parte dell’associazione Amicale des Mineurs des charbonnages de Wallonie, che è composta dagli ex minatori e dai loro parenti e lavora per tener viva la memoria di quei giorni. Portano le loro testimonianze, organizzano iniziative e accompagnano i visitatori del museo del Bois du Cazier di Marcinelle, proprio come capitato al gruppo bergamasco di Ritorno al futuro. A fare da collegamento tra le miniere vallone e le valli orobiche è un altro ex minatore, al cui nome Gaetano sorride felice. È Lino Rota, nativo del comune di Nembro, in val Seriana. Dopo una vita passata sottoterra in Belgio è rientrato a casa e, lì, ha fondato un piccolo museo della miniera e dell’emigrazione che collabora con l’Amicale des Mineurs des charbonnages de Wallonie. È così che lui e Gaetano si sono conosciuti. 
“Noi però, a differenza di Lino, non abbiamo mai pensato di rientrare stabilmente in Italia. Ci siamo sempre tornati per le vacanze e basta. I figli son andati a scuola qui e adesso il maschio ha un’officina tutta sua e la femmina un buon posto in un laboratorio di analisi”. È per loro che hanno stretto i denti e affrontato quelle fatiche che, oggi, riescono a raccontare col sorriso. “Ci siamo dovuti adattare”, dice Rosetta. “C’era chi ti guardava di traverso e chi ti offendeva, ma io ho sempre risposto col sorriso. Ora mi sento integrata: non vedo nessuna differenza tra me e un belga. Certo, per farmi accettare mi son dovuti aprire verso gli altri. Certi italiani non ce l’hanno fatta a fare questo passo. Ora non mi va di piangere sul passato, ma è giusto ricordare che ne abbiamo passate tante e le abbiamo superate tutte con dignità. Adesso siamo tutti europei, ma allora non era mica così”. 
L'EMIGRAZIONE ITALIANA IN BELGIO
Tra il 1946 e il 1955, oltre 170mila italiani hanno lasciato il nostro paese alla volta del Belgio e delle sue miniere. A spingerli è stato il cosiddetto patto uomo-carbone e cioè un protocollo firmato dal primo ministro De Gasperi e dal suo omologo belga Van Acker che prevedeva l’invio di manodopera in cambio dell’acquisto di minerale a prezzi vantaggiosi. 
In un’Italia in ginocchio dopo la Guerra, con l’economia da far ripartire e masse di giovani senza lavoro e prospettive, in molti scelsero di partire. Soprattutto dalla Sicilia, dall’Abruzzo e dal Veneto. Molti non resistettero e furono oltre 50mila i rimpatri nei primi sei anni dell’accordo. Quelli che rimasero, invece, crearono delle grandi comunità italiane nei centri dei principali bacini carboniferi, attorno a Charleroi, a Mons, a Liegi e nel Limburgo fiammingo. 
La realtà che si ritrovarono ad affrontare era però ben diversa dalle allettanti condizioni di lavoro descritte nei manifesti rosa con i quali erano stati reclutati i lavoratori lungo tutta la penisola. Il Belgio, anch’esso uscito provato dal conflitto, non era pronto per accogliere un numero così elevato di lavoratori e gli italiani si ritrovarono spesso a vivere in pessime condizioni, a volte in vere e proprie baracche in precedenza riservate ai prigionieri di guerra. Vi era poi una certa ostilità da parte dei belgi e il termine macaronì, con cui venivano apostrofati i nuovi arrivati, ne è la testimonianza. 
C’era poi il drammatico capitolo delle le condizioni di lavoro che, soprattutto in Vallonia, erano dure e poco sicure all’interno di miniere vecchie di secoli e dotate di sistemi di sicurezza arretrati. L’incidente di Marcinelle rese tutto questo evidente, ma prima di quel tragico 8 agosto 1956, a partire dalla firma del patto uomo-carbone, avevano già perso la vita altri 539 minatori italiani. 
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di giugno 2018 di Scarp de' tenis ed è stato reso possibile da “Reporters in the Field”, un programma sostenuto dalla Robert Bosch Foundation in collaborazione con n-ost.- This research was enabled by “Reporters in the Field”, a program by the Robert Bosch Foundation hosted together with the media NGO n-ost.
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