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I Carabinieri incontrano la popolazione di Rocca Grimalda: consigli su come prevenire truffe e furti oltre all’occasione di ascoltare direttamente dalla cittadinanza proposte e criticità
Rocca Grimalda – Nuovo incontro fra la cittadinanza e i Carabinieri. Questa volta è un comune dell’ovadese a ospitare un momento di riflessione e scambio sul tema dei reati predatori e delle truffe
Rocca Grimalda – Nuovo incontro fra la cittadinanza e i Carabinieri. Questa volta è un comune dell’ovadese a ospitare un momento di riflessione e scambio sul tema dei reati predatori e delle truffe. Il furto in abitazione è senza dubbio uno dei reati più fastidiosi, perché oltre al danno materiale instilla nelle vittime un senso di insicurezza che arriva fin dentro le mura domestiche. Grazie…
#Alessandria today#Amministrazione comunale#Carabinieri prevenzione#Carabinieri Rocca Grimalda#collaborazione Carabinieri e Comune#collaborazione cittadini Carabinieri#consigli sicurezza Carabinieri#contrasto ai furti#criticità sicurezza locali#Fiducia nei Carabinieri#fiducia nelle istituzioni#furti in abitazione#Google News#incontri con la cittadinanza#incontri pubblici sicurezza#incontro Carabinieri cittadini#iniziative Carabinieri#italianewsmedia.com#partecipazione cittadinanza#Pier Carlo Lava#Prevenzione furti#prevenzione furti abitativi#Prevenzione reati#Prevenzione truffe#proposte sicurezza locali.#protezione aree comuni#protezione comunità#reati comuni prevenzione#reati predatori#reati predatori prevenzione
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Oria: Carabinieri e anziani insieme contro le truffe domestiche e telefoniche
Oria: Carabinieri e anziani insieme contro le truffe domestiche e telefoniche. Ad Oria, presso il Santuario di San Cosimo alla Macchia, i Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Francavilla Fontana, nell'ambito dei seminari divulgativi per la prevenzione delle truffe in danno di vittime vulnerabili, promossi dal Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi, hanno tenuto un incontro al termine della celebrazione eucaristica per fornire alcuni consigli pratici soprattutto ai cittadini meno... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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Truffe e raggiri, i Carabinieri incontrano i cittadini per fornire consigli preziosi Al centro "Emanuele Petri" a Tuoro sul Trasimeno, si è tenuto un importante incontro volto a sensibilizzare cittadini di tutte le età sulle truffe e i...
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Malonno, incontro tra carabinieri e cittadini sulle truffe online
http://dlvr.it/Sw29Z0
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https://www.regesta.com/2013/04/09/9-aprile-1969-la-rivolta-di-battipaglia/
9 aprile 1969, Sciopero Generale, in città c’è una sana e democratica volontà di protesta e l’adesione totale alla richiesta del fondamentale diritto dell’uomo al “Lavoro”
Battipaglia era diventata nel 1929 una “Città Nuova” del regime e nel 1969 godeva di una discreta presenza industriale, avendo vissuto un poderoso boom tra gli anni 50 e 60, tanto più rilevante se si pensa che a causa della sua posizione era stato uno dei principali campi di battaglia nel corso dell’operazione Avalanche, lo sbarco alleato del 9 settembre 1943, risultandone quasi interamente distrutta come si può osservare in questo Combat Film dell’Istituto Luce.
All’inizio del 1969 si paventa la chiusura di molte fabbriche e per il nove aprile i dirigenti politici erano attesi a Roma per un incontro. In loro sostegno la città è tutta in piazza ma quando un gruppo si dirige verso la stazione ferroviaria un commissario, con estrema rigidità, indossa la fascia tricolore e ordina lo squillo di tromba, segnale della carica. La polizia interviene pesantemente ma la gente comune non ci sta, è esasperata, si ribella e come qualche mese prima ad Avola, uomini dello stato sparano: due innocenti vengono per sempre tolti ai loro affetti.
Muoiono Carmine, 19 anni colpito alla testa e Teresa, giovane professoressa, raggiunta da una pallottola in dotazione alle forze dell’ordine, al terzo piano della propria abitazione. Le Forze dell’ordine vengono letteralmente cacciate via da Battipaglia e la città diventa, di fatto, indipendente per qualche ora.
In fondo all’articolo si può trovare un lungo saggio su quella giornata per cui non mi dilungherò nella descrizione di quei giorni su cui molto (ma forse non tutto!), è stato scritto, questo post è dedicato principalmente al loro ricordo e a cercare di ricostruire il contesto in cui quegli eventi maturarono, per capire quanto e se la loro scomparsa fu “solo” una tragica casualità.
C’è però ancora un ultimo sincero omaggio da fare anche a tutti coloro i quali scesero in piazza allora e ne subirono le conseguenze, più di un centinaio di feriti in una città che non aveva neppure un ospedale, tra essi il fotografo Elio Caroccia, che compare nel video che segue, picchiato dagli agenti perchè aveva ripreso scene di violenza troppo compromettenti per la Polizia. Rimarrà colpito per sempre, nel fisico e nello spirito, da quell’esperienza.
Il giornali più conservatori di allora bollarono la protesta come eversiva mentre l’ufficio propaganda del PCI produsse un documentario, ripreso e ampliato nel 70, per raccontare il disagio popolare. Quel documentario si chiamava proprio “Ritorno a Battipaglia” .
Oggi la ricchezza di fonti di informazione d’archivio è un fatto consolidato e a queste fonti abbiamo cercato accesso per dare dei fatti una lettura obiettiva. La “rivolta di Battipaglia” non può essere correttamente letta se non si ricostruisce il clima di quel tragico 1969 che proprio da Battipaglia vede partire una escalation di tensione che culminerà nella strage della Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano.
L’anno comincia con un episodio tragico che anche in questo caso vede protagonista un ragazzo, un semplice cittadino che si sacrifica per la sua gente. In questo filmato dell”Archivio Luce si parla sia del suicidio di Jan Palach (19 gennaio 1962) e della primavera di Praga, così dilaniante per la sinistra italiana, sia dell’elezione del controverso Nixon alla Casa Bianca (unico presidente Usa dimessosi per uno scandalo, il Watergate).
“ti alzasti felice come non mai […] poi sempre più felice, mi hai salutato
Ciao sorellina, oggi si scende in piazza, oggi si protesta, ma tu ignoravi che quel tragico giorno sarebbe stato l’ultimo della tua vita. […] Liliana, vedrai, un giorno cambierà tutto, saremo liberi nel Socialismo ed in un mondo di eguali”. […] Invidiavi i giovani coraggiosi che morivano da eroi, ma di questo adesso non ne puoi dubitare perché anche tu sei morto come un vecchio partigiano nel fiore degli anni più belli.” (Liliana Citro)
Il suicidio di Jan si scolpì nel cuore di Carmine, come ricorda la sorella Liliana in quel filmato, e lo spinse con coraggio a essere in piazza con tutti, purtroppo ad andare incontro al suo tragico destino
Il 27 febbraio Roma è sconvolta dalle proteste per la visita di Nixon e studenti di destra irrompono nella facoltà di Magistero, nel tentativo di fuga muore uno ragazzo di 23 anni, Domenico Congedo , studente mentre il 31 marzo si insedia la Commissione Parlamentare che dovrà indagare sul piano Solo del 1964 e sulle schedature del famigerato SIFAR
E’ proprio nel 1969 che Almirante comincia a dirigere l’ MSI, in Grecia c’è una giunta militare, la terribile dittatura dei “colonnelli”, e l’Italia si trova a rappresentare la terra di confine tra i due blocchi USA e URSS, si succedono eventi che nascono dalla protesta giovanile o dal torbido rimestare di molti servizi segreti come la rete Gladio, attiva già dal 1964, ma riconosciuta, solo dopo molte reticenze, dall’allora Presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, nell’ottobre del 1990. La Commissione Stragi ipotizzò però ceh Gladio non fu l’unica struttura segreta e che ci furono strutture simili fin dal primo dopoguerra.
Il 9 aprile la violenza si abbatte sui cittadini di Battipaglia, qualche giorno dopo, alla Camera dei Deputati, Sandro Pertini, commosso presidente dell’Assemblea, ricorda i morti di Battipaglia
“Onorevoli colleghi, sono certo di interpretare il sentimento vostro, se rinnovo da questa tribuna i l profondo cordoglio per le vittime dei tragici fatti di Battipaglia, fatti che hanno scosso e turbato la coscienza dell ‘intera nazione.
Ma non basta manifestare la nostra pietà per le vittime e la nostra costernazione per quanto è accaduto. Dalla nostra qualità di rappresentanti del popolo ci deriva un preciso dovere : impedire che fatti simili possano ancora ripetersi […] Solo pensando ai vivi non sicuri del loro domani possiamo degnamente onorare i morti, povere vittime innocenti.”
Il ministro Restivo difende senza dubbi l’operato della polizia e i deputati conservatori evocano i fantasmi della rivoluzione e pretendendo un’inasprimento del cosiddetto “ordine”, ragion per cui il dibattito si trasforma in uno scontro tra le tesi del governo e la sinistra che chiede invece con molta forza che la polizia non usi più le armi nel corso di manifestazioni di piazza. Presidente del Consiglio è Mariano Rumor, coinvolto (e poi prosciolto) anni dopo nello scandalo Lockheed, intervengono nel dibattito, tra gli altri, su opposte posizioni Almirante, Andreotti, Avolio, Covelli, Ferri, Guarra, Malagodi, Pajetta, Scalfari, Donat Cattin e D’Alema.
Battipaglia è lontana dalle tensioni delle grandi città come Roma e Milano e ancora oggi le testimonianze raccontano di una rivolta popolare che allontanò spontaneamente politici, giornalisti e provocatori. Eppure una inchiesta indipendente condotta dopo la strage di Milano rivelò che il giorno prima l’agenzia OP di Pecorelli avrebbe previsto disordini molto seri a Battipaglia (come purtroppo accadde) e annunciato la presenza di numerosi attivisti di Avanguardia Nazionale di Stefano delle Chiaie.
Pecorelli era un giornalista scomodo, con molte informazioni di prima mano dei “servizi”, in genere non parlava a caso e la sua rivista era spesso un’arma di ricatto, ragion per cui era seguito e temuto negli ambienti politici. Pecorelli ritrattò successivamente e accusò dell’incauta pubblicazione Pacciardi ma la previsione, rivelatasi tristemente esatta, non fu mai riportata da alcun giornale nazionale. Pecorelli morì, ucciso, 10 anni dopo e il 20 marzo 1979 alla Corte di Assise di Perugia ci saranno condanne importanti per quell’assassinio, come quella del senatore Andreotti, annullata successivamente dalla Corte di Cassazione.
La nota di OP indice a pensare che un pezzo della strategia della tensione, che ha insanguinato l’Italia, sia passato anche per le strade e le piazze inconsapevoli di Battipaglia. Di contro abbiamo avuto la fortuna di realizzare un’intervista all’allora comandante dei Carabinieri della stazione di Battipaglia il maresciallo De Marco. Il maresciallo tende ad escludere una presenza determinate di “agitatori” in quanto, a causa della sua attività, conosceva la gran parte delle persone in piazza quel giorno. Il ruolo di mediazione dei carabinieri, riconosiuto da diverse fonti, gli valse un trattamento meno aggressivo da parte dei manifestanti ma il maresciallo De Marco è testimone dell’espasperazione della gente in quelle giornate.
Se nulla si è mai saputo con certezza di trame oscure è certo però che quei fatti diedero il via a una stagione continua di grandi manifestazioni, nelle quali forte fu la contrapposizione tra polizia e manifestanti, una stagionee di attentati come alla Fiera di Milano, alle stazioni ferroviarie e ai treni, con il tragico epilogo di due ragazzi di 22 anni morti il 27 ottobre e il 19 novembre.
A Pisa lo studente Cesare Pardini viene colpito al petto probabilmente da un candelotto lacrimogeno sparato ada altezza uomo, a Milano l’agente Antonio Annarumma perde la vita a bordo della sua jeep per un colpo inferto alla testa. Anche in questo caso la versione ufficiale che parlò di tubi innocenti lanciati dai dimostranti e gli fu si contrapposta una versione che faceva ricadere la causa della mort sull’urto accidentale della jeep. Non venne mai condannato alcun responsabile.
Quel terribile 1969 conosce il suo culmine poi con la bomba di piazza Fontana a Milano, alla Banca Nazionale dell’Agricoltura ricordata di Gianni Bisiach in “un minuto di storia”.
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Cittadini e forze dell'ordine insieme per un paese più sicuro
COMUNE di SOLBIATE OLONA
Incontro con i rappresentanti delle forze dell’ordine
COMANDO COMPAGNIA CARABINIERI di Busto Arsizio
Relatore M.llo Magg. Francesco MARTINO
04/12/2019 Ore 21.00 SALA CONSILIARE Via Matteotti 2
Cittadini e forze dell'ordine insieme per un paese più sicuro
Aiutateci a sventare le truffe. Non esitate a chiamare il 112
se notate un anziano avvicinatoda persone con atteggiamento sospetto, soprattutto se notate nell'anziano timore,sorpresa o sospetto non esitare
Chiama senza timore i Carabinieri o la Polizia Locale
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Hanno lasciato stamattina Massa Lubrense, con destinazione un centro di accoglienza di Napoli, i quattordici ragazzi e i due minorenni approdati, nel tardo pomeriggio di martedì, sulla costa della Baia di Ieranto.
Un vero rompicapo per inquirenti ed investigatori, che stanno cercando di chiarire il giallo di uno sbarco senza precedenti nella storia recente, e di trovare risposte ai mille interrogativi sollevati da un'odissea iniziata chissà dove.
Nessuna domanda e nessun dubbio, invece, ha fermato la solidarietà della gente di questo incantevole centro della penisola sorrentina. Salvatore, che è andato loro incontro, insieme a forze dell'ordine e ad altri cittadini, e ha spalancato le porte di casa. Rosa, che ha alzato la saracinesca del suo negozio di alimentari per rifocillarli, così come i proprietari di un noto ristorante della zona. Lorenzo, che ha messo a disposizione la casa comunale per ospitarli e Mina, che si è occupata di coordinare tutto il supporto possibile. E poi l’umanità offerta da volontari, carabinieri, polizia, finanzieri, polizia locale, medici, infermieri, protezione civile e tanti, tantissimi altri.
Un passaggio nella terra delle sirene che resterà impresso nella testa e nel cuore di un'intera comunità.
Volti e storie, nei fotogrammi dei servizi della Tgr Rai Campania e di Buongiorno Regione
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Femminicidio: dati sempre più allarmanti. Se ne parla venerdì 21 nel tour “Da donna a donna”
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/femminicidio-dati-sempre-piu-allarmanti-se-ne-parla-venerdi-21-nel-tour-da-donna-a-donna/
Femminicidio: dati sempre più allarmanti. Se ne parla venerdì 21 nel tour “Da donna a donna”
Femminicidio: dati sempre più allarmanti. Se ne parla venerdì 21 nel tour “Da donna a donna”
Secondo i dati Istat le donne vittime di omicidio volontario nell’anno 2018 in Italia sono state 133, lo 0,43 per 100.000 donne. Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).
Dati allarmanti denunciati qualche giorno fa, dallo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte e una battaglia che la Sen.ce Cinzia Leone, vicepresidente della Commissione d’inchiesta sul femminicidio, sta portando avanti in tutta Italia. Venerdì 21 Febbraio il tour “Da donna a donna”, un incontro/dibattito sul femminicidio e sulla violenza contro le donne farà tappa a Mercato S. Severino (Sa) alle 17.00.
L’evento, che si svolgerà presso l’Aula Consiliare del Palazzo Vanvitelliano Sanseverinese, si articolerà in due momenti differenti. Il primo dedicato al confronto/dibattito durante il quale i relatori istituzionali e tecnici che parteciperanno approfondiranno la tematica, e il secondo che prevede la proiezione del film “Ti do i miei occhi” della regista spagnola Icìar Bollaìn.
Un film testimonianza della determinazione delle donne e che, in forma approfondita, tocca i diversi ambiti della violenza alla quale spesso le donne sono costrette. “Parlare di quello che succede, promuovere eventi di questo tipo, capaci di creare dibattito e aumentare la conoscenza e la consapevolezza degli strumenti a disposizione delle donne vittime di violenza, soprattutto dopo l’approvazione del Codice Rosso – ha spiegato la senatrice Cinzia Leone – è l’unico modo per evitare che queste tragedie si ripetano. La violenza di genere – ha detto ancora – non è un problema delle donne e non solo alle donne spetta occuparsene, discuterne e trovare soluzioni. Per questo è fondamentale informare il più possibile i cittadini sul tema della prevenzione poiché ad essa è legata necessariamente la CULTURA del rispetto di genere. Solo concentrandosi sulla rilevazione delle asimmetrie esistenti nei rapporti tra uomo e donna e sul rispetto per le differenze, così come sullo sviluppo di una consapevolezza critica rispetto a quanto viene veicolato anche dalla narrazione dei media, sarà possibile raggiungere obiettivi concreti per la costruzione di valori sani e di uguaglianza”.
Sull’incontro si esprime in modo positivo anche la Consigliera Annalucia Grimaldi, organizzatrice della tappa Sanseverinese del tour: “Ho voluto fortemente la tappa di questo tour a Mercato S. Severino – ha detto la Consigliera – perché il lavoro svolto dalla Commissione attraverso l’approvazione del “Codice Rosso” deve essere conosciuto e soprattutto d’aiuto alle donne vittime di violenza, violenza che spesso arriva a tragedie che oggi ci mostrano dati agghiaccianti, che ci dicono che ogni 72 ore muore una donna per violenze subite.” “Inoltre il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, alla quale va il mio ringraziamento, sempre vicina alla tematica, testimonia un’attenzione molto alta di un territorio come il nostro che da anni ospita, anche nella Casa Comunale, il Centro antiviolenza che lavora a stretto contatto con le forze dell’Ordine, per essere da supporto e riferimento di chi trova il coraggio di denunciare”.
Saranno questi, dunque, gli argomenti importanti di cui si parlerà al tavolo di discussione della tappa del tour di Mercato S. Severino, tavolo al quale saranno presenti e interverranno:
Cinzia Leone – Senatrice, Vicepresidente della Commissione di inchiesta sul Femminicidio; Luisa Angrisani – Senatrice, membro della Commissione d’Inchiesta sul Femminicidio Virginia Villani – On.le Componente Commissione Lavoro, Istruzione e Politiche dell’Unione Europea Viviana Ruocco – Maresciallo Capo Arma dei Carabinieri, Comando Prov. Salerno Luigia Trivisone – Dirigente Scolastico I.I.S. “Publio Virgilio Marone di Mercato S. Severino Speranza Marangelo – Presidente Soc. Cooperativa Sociale “L’isola che c’è”
Modera: Annalucia Grimaldi – Consigliere Comunale di Mercato S. Severino
Secondo i dati Istat le donne vittime di omicidio volontario nell’anno 2018 in Italia sono state 133, lo 0,43 per 100.000 donne. Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subì…
Nadia Sessa
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Truffe agli anziani: i consigli dei Carabinieri per prevenirle e difendersi. Incontro informativo nella chiesa parrocchiale di Gremiasco con il Maggiore Bellotti e il Maresciallo La Manna
Truffe agli anziani: un fenomeno da contrastare
Truffe agli anziani: un fenomeno da contrastare Il piccolo borgo di Gremiasco, nella valle Curone, è stato protagonista di un importante incontro informativo organizzato dai Carabinieri della Compagnia di Tortona nell’ambito della campagna contro le truffe agli anziani. L’evento si è svolto presso la chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente e ha visto la partecipazione di numerosi cittadini,…
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Teramo: i Carabinieri salvano un giovane che tenta di buttarsi sotto il treno
Teramo: i Carabinieri salvano un giovane che tenta di buttarsi sotto il treno. A Teramo frazione villa Pavone, dei passanti notavano un giovane che camminava sui binari del treno. Lo stesso seppur richiamato non accennava a fermarsi andando incontro al treno che stava per sopraggiungere da Teramo. Immediatamente gli stessi, tramite il Numero Unico di Emergenza, allertavano i carabinieri che giungevano nell’immediatezza e grazie al loro provvidenziale intervento nonché all’abile manovra del macchinista che veniva allertato dalla sala operativa, consentivano di salvare la vita al giovane. Infatti il ragazzo di nazionalità straniera in preda a una forte crisi veniva affidato ai sanitari di una ambulanza intervenuta che lo conducevano all’ospedale di Teramo ove è stato ricoverato. L’epilogo positivo di questa vicenda è la sintesi della collaborazione tra i protagonisti della vicenda: i cittadini che accortisi del pericolo hanno immediatamente chiamato i soccorsi, i Carabinieri della Radiomobile che si sono precipitati sul posto, i carabinieri della centrale operativa che oltre a inviare l’auto hanno provveduto ad allertare le ferrovie per segnalare il pericolo e infine e non per importanza il macchinista del treno che appena avvisato ha posto in essere tutte le procedure che hanno permesso al treno di fermarsi in sicurezza.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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“ATTENTI ALLE TRUFFE” INCONTRO PUBBLICO GIOVEDI’ 14 NOVEMBRE ALLE ORE 15,30
L’Assessorato alla Polizia Locale della Città di Castellanza e il Comando dei Carabinieri di Busto Arsizio con la Stazione Carabinieri di Castellanza organizzano un nuovo incontro pubblico denominato “ATTENTI ALLE TRUFFE”.
L’incontro che si terrà GIOVEDI’ 14 NOVEMBRE alle ORE 15,30 nella Sala Conferenze della Biblioteca Civica di Castellanza servirà per dare ai cittadini – soprattutto agli anziani e alle persone più deboli - suggerimenti e consigli per evitare di cadere vittime di truffe e raggiri.
Da anni ormai si sente parlare di truffe, rapine, raggiri ad anziani. Per strada, nei luoghi pubblici o persino in casa.
Quello delle truffe ai danni degli anziani è purtroppo un fenomeno sempre più diffuso. Si pensi che nella sola città di Milano nei primi nove mesi del 2019 le truffe agli anziani sono state 991 (in media 140 al mese, quasi 5 al giorno).
Secondo un’indagine sull’esposizione degli anziani alle truffe, condotta su 7.145 persone anziane, tra il 2015 e il 2017, oltre il 41% degli intervistati ha subito almeno un tentativo di truffa.
Secondo i dati emersi dall’indagine di Confartigianato, la più alta incidenza riguarda truffe che si basano sulla visita di falsi incaricati di servizi (12,9%) e furti in casa (10,7%); ma sono molti anche i casi di attivazione di servizi non richiesti per via telefonica (6,7%), visita in casa di falsi funzionari pubblici (5,7%) e i raggiri fuori casa in prossimità di banche, poste, negozi (4,8%).
Considerando anche chi non sporge denuncia, i numeri sarebbero molto più alti.
Un problema che assume una vasta portata considerando la presenza sempre più numerosa di anziani soli, spesso facili prede da parte di individui senza scrupoli.
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San Giorgio a Cremano: Sicurezza, incontro con il Prefetto e le Forze dell’Ordine
#ILMONITO
“Risultati visibili ma teniamo alta la guardia”
San Giorgio a Cremano, 24 Ottobre 2019 – Stretta sulla sicurezza. Il sindaco Giorgio Zinno non arretra sulla questione, nonostante si siano moltiplicati i controlli in città e il territorio risulta costantemente monitorato dalle Forze dell’Ordine, dal lunedì alla domenica, con una sensibile diminuzione di episodi criminosi.
Ieri infatti, il Primo Cittadino ha preso parte al Comitato Per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica in Prefettura ed ha confermato al Prefetto, Carmela Pagano e al Questore di Napoli, Alessandro Giuliano, la necessità di proseguire su questa linea senza abbassare la guardia, ringraziandoli per la presenza del Reparto Prevenzione Crimini Campania e delle altre forze di Polizia inviate in ausilio agli agenti del Commissariato sangiorgese. All’incontro erano presenti anche il Comandante Provinciale dell’Arma, Giuseppe La Gala e della Guardia di Finanza Gabriele Failla. In particolare a La Gala, Zinno ha manifestato l’apprezzamento per l’attività che i Carabinieri stanno svolgendo in città e ribadito la vicinanza al militare ferito durante un intervento, lo scorso venerdì.
L’intensificazione delle misure di controllo, attraverso il ricorso all’impiego di ulteriori risorse, con reparti speciali di Polizia e Carabinieri ha aumentato infatti la percezione della sicurezza da parte dei cittadini. Posti di blocco e controlli sono visibili sia in centro città che agli ingressi con i comuni limitrofi e questo, stando agli ultimi bilanci, sta diminuendo sensibilmente la presenza di coloro che delinquono sul territorio.
“San Giorgio a Cremano è una città abitata e frequentata da persone perbene – fa sapere il sindaco Giorgio Zinno – e gli episodi delle scorse settimane ne hanno minato la tranquillità. Non possiamo permetterlo ed è per questo che mi sono attivato immediatamente, trovando la disponibilità delle Forze dell’Ordine e del Prefetto. La sinergia tra istituzioni e autorità civili e militari ha dato già i primi risultati che sono sotto gli occhi di tutti – continua – ma non possiamo fermarci qui. Ho chiesto infatti che non ci abbandonino e che tengano alta la guardia per consentire ai nostri concittadini e soprattutto alle famiglie di sentirsi sicuri quando i propri figli escono e frequentano i luoghi della nostra splendida città.
L'articolo San Giorgio a Cremano: Sicurezza, incontro con il Prefetto e le Forze dell’Ordine di Redazione
source http://www.ilmonito.it/san-giorgio-a-cremano-sicurezza-incontro-con-il-prefetto-e-le-forze-dellordine/
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Dal panettiere senegalese pestato a Sondrio alla donna Nord Africana malmenata a Roma per un parcheggio. La scia di violenze percorre tutto lo stivale destando timori Sondrio, 18 Ottobre
Lui stava andando al lavoro, panettiere di 28 anni di origine senegalese. Loro stavano tornando da una festa in paese. Lo hanno insultato per il colore della pelle, lo hanno circondato e poi lo hanno aggredito a calci e pugni. Il «tiro al nero» questa volta è avvenuto sabato poco dopo le 2 di notte a Morbegno, alle porte della Valtellina. Mame Serigne Gueye stava andando verso il panificio della città dove lavora. SABATO NOTTE era in corso una sagra di paese, Cantine a Morbegno, che celebra vini e salumi locali. I ragazzi che hanno aggredito Mame Serigne Gueye avevano passato la serata in piazza. La vittima ha raccontato ai soccorritori di essere stata insultata per il colore della pelle, poi circondata.
Dalle parole alle mani è stato tutto molto veloce. Spintoni, calci, il tentativo di reagire del 28enne, poi il pugno all’occhio destro che lo ha fatto finire a terra col volto insanguinato.
A QUEL PUNTO ha ripreso in mano il telefono cellulare caduto a terra e ha chiamato i carabinieri. Gli aggressori sono stati individuati dopo aver visionato le telecamere di sorveglianza della zona e grazie alla descrizione fatta dalla vittima. Si tratta di due giovani del posto, denunciati per lesioni. Uno dei due si era fato medicare perché si sarebbe ferito durante l’aggressione. La vittima è stata medicata e dimessa con una prognosi di alcuni giorni. GLI INSULTI sarebbero arrivati da un gruppetto di giovani, l’aggressione fisica l’avrebbero fatta le due persone identificate e denunciate. Dopo la festa si sono accanite su una persona che stava solo andando al lavoro nella panetteria del paese dove probabilmente comprano il pane anche loro. La pelle nera non gli è andata giù. A Morbegno qualcuno dice «sono cose da bulli dopo una festa». Il comune però non è di quelli turboleghisti. La maggioranza è una coalizione civica, più vicina al centro destra che alla sinistra, ma non su posizione estreme. Il centro sinistra ha governato in passato, a Morbegno come nel capoluogo Sondrio, passato al centro destra a giugno di quest’anno. LA VALLE è di quelle spigolose, dove il leghismo è diffuso, ma anche l’associazionismo e il terzo settore. Forza Nuova aveva lanciato due anni fa le ronde sui treni che recentemente abbiamo rivisto a Bergamo. «Passeggiate per la sicurezza» che però non si sono mai ripetute, di fatto uno spot comunicativo del partito. Ora la Valle si interroga se qualcosa stia cambiando o se l’aggressione a Mame Serigne Gueye resterà un brutto episodio isolato. IL SINDACO ANDREA RUGGERI ha condannato quanto successo e ha rivendicato l’installazione delle telecamere che hanno filmato il pestaggio. «Serve la condanna unanime di tutte le forze politiche, anche se purtroppo va sottolineato che chi ha responsabilità di Governo, come il ministro Salvini, non fa niente per prevenire situazione simili, ma anzi getta benzina sul fuoco» ha commentato il Pd regionale. Condanna di quanto accaduto anche dalle altre forze di opposizione, silenzio dalla destra che governa la Lombardia. ** Trento, 17 Ottobre
Mamadou, 25 anni, origini senegalesi, vive a Bolzano da 15 anni. Lavora per un’azienda che monta forni. Sale sul Flixbus Trento-Roma. Ha il biglietto, come gli altri passeggeri. Rispetto a loro, però, Mamadou è nero. Quando prova a sedersi al posto assegnato, una signora italiana lo insulta: «Qui no, vai via, in fondo, sei di un altro colore e di un’altra religione».
La signora non cambia idea. Arriva la polizia e le prende i documenti. Il ragazzo viene spostato in fondo, vicino ad Elena, studentessa che poi denuncia l’episodio su Facebook. Nel post scrive: «Come si dice “al peggio non c’è mai fine” perché il peggio arriva: viene chiamata addirittura la polizia! Il ragazzo continua a piangere, è stanco. La polizia arriva e fortunatamente tutto si risolve spostando di posto il ragazzo, facendolo sedere vicino a me» Trento, 17 Ottobre
Uno studente indiano, che frequenta l’università (a breve si laureerà ingegneria meccatronica), è stato fatto cadere e poi colpito a calci nei dintorni della residenza dove abita.
Gli aggressori si sono limitati a picchiarlo senza portargli via nulla.
Il ragazzo ha informato del fatto l’università, raccontando che il movente dell’aggressione è di tipo razziale. «Lo studente – ha comunicato l’ateneo – ha manifestato all’Università quanto è successo». Secondo i media locali l’aggredito avrebbe sporto denuncia in questura. Il ragazzo ha inoltre ricevuto tempestivamente la telefonata della prorettrice Barbara Poggio, che ha espresso la massima solidarietà a nome di tutto l’Ateneo, ribadendo la natura odiosa e intollerabile del gesto. Bari, 15 Ottobre
Un bambino di otto anni e mezzo sta tornando a casa dall’abitazione del professore dove frequenta il doposcuola. Vede un gruppo di ragazzini che stanno sporcando le macchine parcheggiate con una bomboletta bianca.
Li invita a smetterla. Quelli, invece di fermarsi, gli rispondono mostrando la bomboletta: «Sei nero, ora ti facciamo diventare bianco». Lo inseguono, lo rincorrono fino alla casa in cui vive con la madre, una donna italiana che ha avuto il bambino con un uomo della Costa d’Avorio.
La donna ha denunciato altri episodi di razzismo precedenti, all’interno della scuola del figlio. Atti e aggressioni che hanno costretto la famiglia a cambiare l’istituto scolastico. Varese, 14 Ottobre
Emanuel, ventottenne di origini nordafricane che da 10 anni vive in Italia, lavora presso un supermercato Carrefour. Fa il cassiere.
Durante il suo turno di lavoro, si trova di fronte una donna quarantenne che gli dice: «Non voglio essere servita da un negro». Il ragazzo invita la cliente a concludere i suoi acquisti, ma lei insiste e continua a insultarlo con frasi razziste. Quando sente che i colleghi stanno chiamando la polizia, gli lancia addosso anche una lattina di birra, danneggiando la cassa.
La donna viene denunciata: le telecamere di videosorveglianza hanno ripresa l’intera scena. Il cassiere – invece, e per fortuna, riceve numerosi attestati di solidarietà. Lucca, 12 Ottobre
Un ragazzo nato e cresciuto a Lucca da genitori dello Sri Lanka che frequenta un istituto superiore del capoluogo ha ricevuto insulti razzisti su un autobus della città toscana. Un autista della Ctt Toscana Nord prima avrebbe detto al ragazzo di stare in piedi perché non c’erano posti a sedere.
Poi, quando il giovane ha trovato un sedile libero, è arrivato l’insulto: «Ma vieni dal cimitero? Puzzi di morto! C’è un tanfo di morto! Che cosa ti sei messo? Non ti puoi sedere, puzzi di morto». Nessuno dei passeggeri è intervenuto. Secondo il ragazzo – che ha raccontato ai giornali locali l’episodio – «Forse non hanno sentito o forse hanno preferito far finta di niente. Una cosa del genere non mi era mai successa». Lucca, 6 Ottobre
Una ragazza di origini haitiane, Judith Romanello, di 20 anni, che si era presentata a un colloquio di lavoro, non ha ottenuto il posto per discriminazione razziale.
In cerca di un’occupazione a Venezia, ha risposto a un annuncio per un impiego da cameriera in un ristorante.
La giovane si è presentata al colloquio, ma una volta visto il colore della sua pelle la risposta del datore è stata: «Ah, ma sei nera? Scusa, non è per cattiveria – ha detto l’uomo – ma io non voglio persone di colore nel ristorante, potrebbe far schifo ai miei clienti, potrebbe far schifo che tocchi i loro piatti». Judith ha poi postato un video sui social nel quale ha raccontato l’episodio, raccogliendo attestati di solidarietà. Padova, 4 Ottobre
È successo a Montagnana, provincia di Padova. «Non vogliamo essere serviti da un cameriere di colore», è quello che si è sentito rispondere da due clienti un ragazzo.
La coppia, una volta entrata, si è seduta e ha chiesto di essere servita. Si è avvicinato un giovane dalla pelle scura, un dettaglio che non è piaciuto ai clienti, tanto da rifiutarsi di essere serviti da lui.
L’aggressione verbale si è svolta sotto gli occhi di una sua collega, Laura, che non ci ha pensato due volte: «Potete anche andare via – ha detto – qui noi non serviamo clienti razzisti». Il fatto, segnalato su Facebook dalla stessa Laura, ha suscitato la solidarietà dei cittadini. Genova, 4 Ottobre
«Tornatene al tuo paese» hanno gridato mentre picchiavano e rapinavano un cittadino ivoriano nei pressi del centro di Genova.
La vittima stava camminando nei dintorni del quartiere Dinegro – vicino al centro storico genovese e alla zona del porto del capoluogo ligure, quando quattro italiani, lo hanno attaccato, insultandolo per il colore della pelle. Secondo le ricostruzioni l’uomo è stato prima circondato e offeso con frasi come «Torna a lavorare nei campi, negro di m…» poi è stato immobilizzato e preso a calci e pugni. Prima di fuggire i quattro hanno strappato dalle tasche dell’uomo i documenti e il portafoglio. Gli aggressori secondo i testimoni hanno un età compresa tra i 20 e 25 anni. Napoli, 2 Ottobre
È accaduto sull’autobus che da Benevento porta a Napoli. Un passeggero di origini asiatiche, presumibilmente pakistano, viene insultato e minacciato da un uomo italiano seduto accanto a lui: «Io sono italiano e tu mi fai schifo, ti taglio la testa, fammi vedere il biglietto, voi facce di m… ci avete rovinato, mi fai schifo a pelle, ti ammazzo di botte».
Interviene solo Giovanna, che prima ricorda come tutti gli altri passeggeri fossero «muti, impauriti, con gli occhi incollati sui telefonini, il muso al finestrino». Lei invece interviene chiedendo all’italiano di smetterla: «Non sei neanche il controllore», gli dice. L’uomo minaccia anche lei: «Tu a Napoli non ci arrivi, se ti incontro sei morta». Poi si arrende. Roma, 30 Settembre
Una donna nordafricana viene spinta e gettata a terra da un uomo italiano nei pressi di Piazza Bologna.
All’origine dell’aggressione un diverbio per un parcheggio. La donna, infatti, occupava un posto auto in attesa del fratello, che stava arrivando in macchina. L’uomo, un cinquantenne romano, vedendo il posto vuoto le ha intimato di spostarsi immediatamente.
Dopo una serie di offese a sfondo razzista come «tornatene al tuo paese», la donna è stata colpita ed è caduta a terra.
Il diverbio è continuato – e come ha denunciato la donna sui social, in precedenza «nessuno è intervenuto» – tra l’aggressore e il fratello della vittima, sopraggiunto nel frattempo. Roberto Maggioni a cura di @redazione da il manifesto
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Telese Terme (BN): incontro pubblico sui fenomeni criminosi sul territorio della Valle Telesina "Poco fa ho invitato il Questore di Benevento, il Comandante Provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza a un incontro pubblico con i cittadini che si terrà a Telese Terme, il prossimo 24 gennaio alle ore 17 nella Sala Goccioloni del Parco delle Terme, convinto che anche in questa occasione sapremo, insieme, mettere in campo tutte le iniziative possibili per garantire la necessaria sicurezza e tranquillità ai cittadini.
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Il diritto di cittadinanza.. considerazione polemologica
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Il diritto di cittadinanza.. considerazione polemologica
Personalmente, mi considero apolide da più di un decennio, quindi non mi interessa granché discettare su temi come questo. Mi chiedo però se possa esistere un diritto di cittadinanza passiva che non sia corredato, a sua volta, da ampi diritti di cittadinanza attiva.
Quando mia moglie, anni fa, venne perseguitata per settimana davanti al supermercato dove si serviva da una banda di neri “non per caso”, ebbe la cattiva idea di rivolgersi ai carabinieri del luogo e per tutta risposta si sentì dire – con fastidio, se non proprio con scherno – che gli extracomunitari di cui sopra stavano esercitando il loro diritto alla sopravvivenza.
Quando, sempre mia moglie, almeno una quindicina di anni prima, venne sbattura dapprima violentemente contro un muro e poi a terra da un suo alunno, poi diventato un delinquente locale e infine trovatosi ad un fatale incontro, non molti anni dopo, con la pallottola ben mirata di un benzinaio, che pose fine all’istante alla sua peraltro promettente carriera, lo sforzo della preside di quella scuola fu solo ed esclusivamente quello di occultare tutto e ci volle l’intervento di un benemerito senatore amico del sottoscritto, con un interrogazione parlamentare al ministro della Pubblica Istruzione dell’epoca, per ottenere l’invio di commissari ministeriali, la cui inchiesta si concluse ovviamente con una totale minimizzazione dell’incidente e la tesi – invero ricorrente – che la professoressa (mia moglie) si era trovata sfortunatamente sulla strada di questo alunno (particolarmente robusto) impegnato in una giocosa rincorsa di compagni al momento del suono della campanella dell’intervallo e la di lei fragilità strutturale aveva favorito il verificarsi dell’incidente, ovviamente del tutto casuale e involontario, stante la differenza di massa corporea tra i due soggetti coinvolti.
E su questo tono si potrebbe continuare ad infinito, debordando nella società civile: se ho un vicino rumoroso che suona musica a volume da discoteca alle tre del mattino, la colpa è mia che ho quel vicino, mica può la polizia intervenire per riportare un po’ di ordine. Hanno altro da fare, magari alla caserma Diaz…
Se mi tagliano un mio albero dal giardino, per un eccesso di zelo dei giardinieri del vicino, non è mica colpa loro, sono io che abito lì che non avrei dovuto esserci. Eh che diamine, come faccio a non capirlo?
E si può andare anche nel privato: se ti ho fatto comodo per un certo numero di anni, ma ora mi sei venuto a noia e ti sbatto via a calci nelle terga, non provare a reagire, perché il tuo è un crimine… Ho diritto ad annoiarmi ed a scalciare, anche in malo modo. Tu a reagire no! Subisci la tua sorte e allarga le terga…!
Come ho scritto in un articolo precedente, tutto ruota intorno al tema del rapporto tra azione e reazione. Se la prima è ammessa in ogni caso, e la seconda no in alcun caso, la risposta – a ben guardare – è semplicissima: passare sempre e costantemente all’azione, così sarà chi reagirà a mettersi dalla parte del torto. Ma farlo tutti, farlo sempre e comunque, e lasciare che giuristi e politici si dedichino alla pratica a loro più nota e meglio amata: quella dell’onanismo, possibilmente NON con i genitali altrui, però, e neppure al riparo da robuste scorte H-24. Altrimenti, da sudditi quali siamo attualmente (perché parlare degli italiani come cittadini fa semplicemente sorridere), arriveremo al definitivo completamento della situazione che ormai ci coinvolge tutti: quella di schiavi. Per fortuna e per notoria considerazione polemologica, grandi ingiustizie creano le basi per grandi violenze. Occorre solo far maturare i tempi storici, poi arriveranno, fatte da noi o da gente che viene da molto lontano e che ha un senso di giustizia di gran lunga superiore al nostro, che sa ancora bene che, se i tuoi diritti NON ti vengono riconosciuti, TE LI DEVI SEMPLICEMENTE ANDARE A PRENDERE, IN QUALSIASI MODO. Che la legge funga da semplice usbergo al potere, anche il più iniquo, non l’ho certo scritto io per primo.
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I FUNERALI DI JUNIO VALERIO BORGHESE . Roma 02/09/1974 Il 27/08/1974 muore a Cadice il Comandante Junio Valerio Borghese. Con lui finisce un’epoca: l’Uomo che aveva rappresentato per noi giovani un riferimento certo, sicuro ed affidabile in un’epoca di pressappochismo, vigliaccheria e relativismo non c’è più. Il mito vivente, colui che aveva, per amore dell’Italia, rimesso in gioco la sua persona anche in età avanzata, che aveva combattuto eroicamente la guerra del mare sui barchini e sul sommergibile Scirè, che aveva violato i porti inglesi di Malta, Suda e Gibilterra, che aveva gloriosamente difeso le fabbriche italiane del nord dalla distruzione dei Tedeschi prima e degli americani poi, che aveva frenato la criminale avanzata dei partigiani titini nell’Istria, non poteva più rappresentare una speranza per il futuro. Ci sentivamo orfani! La notizia rimbalza in Italia con fragore, non ci vogliamo credere. I soliti provocatori iniziano a mettere in giro strane illazioni sul come è avvenuto il decesso: sono queste le ore in cui nascono le leggende metropolitane. La realtà è che non ci vogliono far sapere quando la salma arriverà in Italia per timore di incidenti, non vogliono concedere gli onori militari ad un’eroica medaglia d’oro, vogliono che tutto si svolga alla chetichella e senza i dovuti riconoscimenti. Il funerale viene fissato per il giorno 2 settembre senza nemmeno sapere se la salma sarà disponibile. Il giorno 1 settembre veniamo a sapere che il feretro è rientrato, che il rito funebre sarà officiato nella Basilica di Santa Maria Maggiore all’interno della cappella privata della famiglia Borghese, che non vi saranno gli onori militari dovuti per legge, che gli unici eventi di contorno saranno la lettura della preghiera del marinaio da parte dell’ammiraglio Birindelli e i tre fischi da parte di un nostromo. Il 2 settembre la piazza antistante la Basilica di Santa Maria Maggiore è presidiata massicciamente dalle Forze dell’ordine. Sin dalla sera precedente cecchini forniti di giubbotti antiproiettile sono piazzati sui tetti di tutti i palazzi nei dintorni. Blindati e mezzi cingolati stazionano nelle vicinanze. Nonostante il silenzio stampa, la mancanza di informazioni e questo schieramento preventivo e dissuasivo, nella piazza e nella Basilica arrivano a migliaia da tutta Italia i cittadini, richiamati dal “tam tam” d’ambiente, per l’ultimo saluto al Comandante. Chi ha sperato che fosse una cerimonia sottotono rimane deluso: la folla è tanta e la tensione pure. Il risentimento che aleggia nella Chiesa e nella piazza cresce sempre più man mano che si apprendono le assurde prese di posizione del Prefetto e del Governo: il Comandante fa paura anche da morto. Controllati, squadrati, presi di mira dai cecchini ci sentiamo di essere privati del nostro sacrosanto diritto di onorare un nostro morto: il migliore di tutti noi. Il rito può essere seguito da poche centinaia di persone perché la Cappella laterale è troppo piccola, la bara non c’è, il prete officiante non cita una volta il Comandante, nessuno fa riferimento alle sue leggendarie gesta, che dovrebbero essere di esempio e riferimento per gli Italiani tutti. Niente di tutto quello che speravamo! Alla fine prende la parola l’amm. Birindelli, ma anche lui, ligio agli ordini ricevuti, legge solo la preghiera del marinaio. Concludono la cerimonia i tre fischi del nostromo. Delusione, frustrazione, rabbia sono i sentimenti che si percepiscono nella folla. Un vecchio combattente della RSI inizia ad intonare la preghiera del legionario, con voce sommessa e commossa la gente lo segue: “ Iddio che accendi ogni fiamma e fermi ogni cuore, rinnova ogni giorno la passione mia per l’Italia.” La folla si accalca per accedere nella cripta sotterranea dove giace il Comandante. “Rendimi sempre più degno dei nostri morti affinchè loro stessi i più forti rispondano ai vivi: presente.” Lo spazio è angusto, il percorso è lungo e disagiato, pieno di scalette che scendono in basso.”Quando il futuro soldato mi marcia accanto nei ranghi, fa che io senta battere il suo cuore fedele” La ressa è tanta, la fila lunghissima, le persone più anziane iniziano a sentirsi male. “Quando passano i gagliardetti e le bandiere che tutti i volti si riconoscano in quello della Patria.” Devono intervenire medici e paramedici ; beffa si aggiunge a beffa. “La Patria che noi faremo più grande portando ognuno la sua pietra al cantiere.” La situazione si fa insostenibile, la misura è colma. “O Signore, fa della tua croce l’insegna che precede il labaro della mia legione” Decidiamo di intervenire. “E salva l’Italia, l’Italia del Duce sempre e nell’ora di nostra bella morte.” Insieme ad altri sei militanti di Avangurdia Nazionale mi faccio largo tra la folla, scendiamo verso la cripta. Sergio, il più mingherlino fra noi, arriva per primo all’altezza della chiostrina che precede l’ultima scaletta prima della bara del Comandante; la folla rumoreggia, il malessere e la rabbia aumentano. Le guardie che controllano la discesa nella cripta cercano di chiudere il cancello. Non c’è tempo da perdere, dobbiamo impedirlo, ma la folla ci rende difficile proseguire celermente. Stiamo sulla scalinata che immette nella chiostrina, io e Carmelo afferriamo “gnappetta”, la nostra mascotte, e lo lanciamo letteralmente sul cancello. Il nostro militante mette le mani sullo stipite della porta e resiste ai pugni, calci e morsi che le guardie gli rifilano per fargli mollare la presa e poter così chiudere il cancello, finchè giungiamo noi, cacciamo le guardie e ci chiudiamo all’interno. Ora siamo al buio, in sei , solo delle luci votive illuminano la scena: la bara del Comandante è adagiata spoglia su un basamento. La strada percorsa per arrivare non si può percorrere nuovamente perché fuori gli agenti sono aumentati, il cancello è chiuso e c’è troppa gente. Decidiamo di procedere attraverso uno stretto ed oscuro cunicolo sulla destra, quindi solleviamo il feretro e ci addentriamo nello stretto budello: il peso è notevole e lo spazio talmente angusto che non possiamo tenere la bara sulle spalle perché la testa non passa. In alcuni tratti addirittura son le mani che corrono il rischio di rimanere stritolate. Dopo varie contorsioni e funamboliche manovre ci arrestiamo davanti ad un portoncino. Lo apriamo ed usciamo all’esterno. Siamo in cima alla scalinata di Santa Maria Maggiore, dalla parte opposta, in Piazza Esquilino. Siamo stanchi ed anche preoccupati: la piazza è deserta, la folla è tutta nella Basilica e nella piazza dall’altra parte. Basta una carica di qualche “solerte” funzionario o tenente e la bara con dentro il Comandante può finire per terra. Iniziamo la discesa e giriamo sulla destra per raggiungere la parte anteriore di Santa Maria Maggiore. Da alcuni autobus di linea che passano si iniziano a sentire le prime grida di sostegno ed a vedere i primi saluti romani. Dalla piazza qualcuno ci vede, ci vengono incontro i nostri, qualcuno ci dà il cambio. Inizia a formarsi un corteo; mando a chiamare Sandro Saccucci, perché si metta alla testa; mi sembra giusto dato che è stato in prigione con l’accusa di aver partecipato al cosiddetto “golpe Borghese”. Quando giungiamo sulla piazza la folla esulta: inni, cori, grida, saluti. L’eccitazione è alle stelle. I carabinieri non sanno che fare: devono caricare? Ma si tratta sempre di un corteo funebre. Devono lasciar perdere? Ma hanno il divieto di far fare cose diverse da una semplice ed anonima messa. Nella loro indecisione riusciamo ad arrivare davanti alla Basilica in zona extraterritoriale dove non potrebbero intervenire. Il portone è chiuso, vorrebbero farci entrare da una porticina laterale: non lo riteniamo dignitoso per il Comandante. Il corteo si ferma andiamo a prelevare il prete che ha le chiavi, oppone un po’ di resistenza, ma alla fine lo convinciamo, ci consegna le chiavi che gli saranno restituite, ed apriamo il portone centrale. La folla che è ancora accalcata nella grande Basilica non capisce, perché non sa ancora nulla, anche se ascolta le grida ed il trambusto all’esterno. Forse proprio per questo non è ancora uscita. Quando si apre il portale centrale ed entra il feretro un boato rimbomba nelle volte della grande Chiesa. Tutti capiscono al volo. L’emozione mista ad eccitazione assale tutti. Le spoglie del Comandante vengono adagiate nella navata centrale davanti all’altare maggiore. Qualcuno mette sulla bara un gagliardetto della X ed una bandiera di Avanguardia Nazionale. Il figlio Livio fa un’appassionata commemorazione del padre con voce stentorea: sono le parole che tutti volevamo sentire, sono la vita, le opere e le azioni che hanno fatto grande il Comandante, che gli hanno fatto avere la medaglia d’oro in vita e la stima dei nemici, anche degli Inglesi, cui ha arrecato tanti danni e tanti lutti. Lo spostiamo sempre a braccia nella cappella Borghese; qui si schiera un drappello di uomini di Avanguardia con le braccia conserte; attorno si pongono i figli per ricevere le condoglianze dei numerosi amici, parenti, ma soprattutto seguaci ed ammiratori del padre. Mi chiedono di stare al loro fianco per ricevere anch’io il ringraziamento da parte di tutti per aver reso possibile l’omaggio al padre. Finalmente abbiamo onorato il Comandante e spero che tutto questo gli abbia fatto piacere. Il 12 settembre su tutti i quotidiani di Roma esce un necrologio:” Livio Giuseppe ed Andrea Scirè, figli di Junio Valerio Borghese, Medaglia d’Oro al Valor Militare e Comandante la X flottiglia Mas, desiderano che giunga un ringraziamento particolare ai giovani che con la loro coraggiosa indisciplina hanno inteso condannare l’ingiustizia e la codardia di alcuni ed hanno dimostrato la gratitudine del Popolo Italiano verso Chi sempre si è battuto per l’Onore d’Italia.”
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