#programmare una crociera
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Lasciamo da parte un momento i pannelli, la casa green e il monopattino.
Lasciamo da parte anche l'etica e l'ostentazione del lusso in barba alla povertà diffusa.
Consideriamo questo yatch super lusso superiore...
Mesi per la progettazione, mesi per la costituzione, già per questi due aspetti ci sono stati centinaia di persone che ci hanno gravitato intorno: architetti, ingegneri, studi per il designer, e poi artigiani e maestri d'ascia, elettricisti, idraulici, per non parlare di ditte per programmare tutto il software e programmatori a bordo per cablare la rete, sistemare tutti i PLC. Mi scuso per quelli che adesso non mi vengono in mente.
Tutta manodopera ad altissima specializzazione.
Attorno a questo gioiello della tecnica hanno portato a casa la pagnotta, come ho scritto, centinaia di persone senza dimenticare tutto l'indotto.
Per farlo navigare nell'articolo si parla di quasi cinquanta addetti, dal primo ufficiale fino al mozzo, compresi cui ho e camerieri. Anche queste persone mantengono la famiglia con un decoroso stipendio.
Non dimentichiamo che nei porti dove attraccherà ci sono operativi portuali.
Insomma una nave a quel modo porta ricchezza, e non parliamo delle grandi navi da crociera...
Mark Zuckerberg, nuovo yacht da 300 milioni: lungo 118 metri, 48 membri di equipaggio, campo da basket ed eliporto
(voi mettetevi il pannellino solare sul tetto, fatevi la casa green e andate al lavoro in monopattino, altrimenti surriscaldate il pianeta...)
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I villaggi e il nuovo motore (prima del coronavirus)
Caro Francesco, stiamo organizzando il lavoro con i villaggi. Tutti hanno eletto le nove equipe che dirigeranno i villaggi per i prossimi due anni. Ognuna comprende il coordinatore e il suo vice, il tesoriere e il segretario. In ogni villaggio ci sono anche i ministri dell’eucaristia (solo in due villaggi), le catechiste/i, i preparatori del battesimo, i dirigenti del culto domenicale... Vedremo come riusciremo a partire. Per questo sabato prossimo, il 18 gennaio, a Guadalupe ci sara un incontro per programmare il futuro. I nostri incontri, di solito, iniziano alle 7 del mattino e si va avanti fino a pranzo. Per il pranzo ognuno porta qualcosa chi porta pesce, chi cacciagione, chi una gallina e si mette tutto insieme. Di solito io aggiungo quel che manca... (oltre che ai villaggi servono anche a me, e hanno la capacità di ricaricarmi il corpo e lo spirito). A fine mese andrò a Londrina (stato del Paraná, sud Brasile) per partecipare all’assemblea annuale del PIME e approfitterò per vedere i medici che mi tireranno le orecchie. L’ultima volta mi hanno detto: “Padre torni tra sei mesi”. E sono passati due anni!. Vado già con la testa bassa pronto a prendere la lezione. Vicino abbiamo una bella casa che riceve padri anziani o ammalati che invece di farsi curare in Italia preferiscono restare in Brasile. Dopo la riunione resterò la una decina di giorni per riposare un po’ e sperare che i medici non inventino la “storia del lupo” e trovino nella loro fantasia malattie fantastiche e comincino a dare consigli!!! In ogni caso è bene sentire che cosa dicono, riflettere e poi, come sempre accade, fare di testa mia. Questa volta mi sono ripromesso di essere piú obbediente e coscienzioso! Da Londrina vorrei passare a trovare il mio amico Guaraci nel Mato Grosso do sul, e il 15 febbraio sarò di ritorno a Parintins.
Adesso una bella notizia! Come ti ho già detto il motore della mia barca, un Suzuki di 20 HP a quattro tempi, che era la mia soddisfazione: consumava pochissimo ed anche abbastanza veloce. In due ore e un quarto mi portava a Parintins con 9 litri di benzina, uno spettacolo. Non so dirti perché: forse usato sempre sotto sforzo, nella canoa viaggiavo quasi sempre con o kg a bordo, forse per mancanza mia a cambiare l’olio quando era il tempo, fattostà che ho speso soldi per il meccanico, per pezzi di ricambio, pochi minuti di gioia! Smonta e rimonta di nuovo... ma la storia non cambia. Il meccanico ha gettato la spugna! Fortuna volle che, o per pena o per amicizia, il vescovo mi ha dato un motore nuovo non più di 20HP ma di 60 a 4 tempi. Siamo arrivati a questo compromesso: io ho regalato la canoa alla diocesi e la uso fino a che ne avrò bisogno. Quando andrò via il vescovo vedrà che cosa fare... Adesso vado piú veloce, impiego meno tempo e consumo più benzina. Ho dovuto fare alcuni cambiamenti alla canoa e rinforzarla. Adesso viaggio alla velocità di crociera di 28 nodi a 4700 giri, tirandola per il collo a 5500 giri arrivo a 34 nodi... Il motore vecchio non l’ho ancora abbandonato, lo manderò a Manaus nella ditta che l’ha venduto e vedremo cosa succede! Ti terrò informato. Ecco Francesco, notizie tecniche di marinaio e di missionario. Ciao e stammi bene. Vincenzo
Guadalupe 17 gennaio 2020
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Sarah Brightman battezza Seabourn Encore a Singapore
Sarah Brightman battezza Seabourn Encore a Singapore
Seabourn Encore, la nave da crociera più grande della flotta Seabourn, è stata battezzata oggi a Singapore.
Madrina della cerimonia una star internazionale (vanta 30 milioni di album venduti), Sarah Brightman, soprano e attrice inglese.
Durante la cerimonia si sono alternati i discorsi ufficiali con danze tradizionali locali, con leoni e dragoni, trampolieri e suonatori di tamburi, che hanno…
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#battesimo Seabourn Encore#blog#blog di crociere#blogger di crociere#Crazy Cruises#crociera#crociere#crociere di lusso#crociere news#flotta navi da crociera#flotta Seabourn#info crociere#news crociere#progetto di classe Odyssey#programmare una crociera#Sarah Brightman#Seabourn Encore#Seabourn Sojourn#viaggio in crociera
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Programmare una crociera per l’estate e per l’inverno 2020, unendo all’esperienza unica anche la possibilità di risparmiare sulla tariffa della seconda persona, continua a essere possibile grazie alla promo “prezzo leggero”, campagna di Msc Crociere per tutte le destinazioni, prolungata fino al 29 febbraio 2020. «Abbiamo lanciato questa promozione da diversi anni con un duplice [...]→ https://ift.tt/2U64M2w Msc Crociere, la promo "prezzo leggero" prolungata fino al 29 febbraio Programmare una crociera per l’estate e per l’inverno 2020, unendo all’esperienza unica anche la possibilità di risparmiare sulla tariffa della seconda persona, continua a essere possibile grazie alla promo “prezzo leggero”, campagna di Msc Crociere per tutte le destinazioni, prolungata fino al 29 febbraio 2020. «Abbiamo lanciato questa promozione da diversi anni con un duplice [...]→ da un lato, andare incontro a tutti gli appassionati di viaggi in crociera e, dall’altro, incentivare le prenotazioni presso le agenzie di viaggio.
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Palmarola: l’isola da esplorare in barca a vela
Ciao Viaggiatori, Da quando ho iniziato a programmare le mie vacanze in barca a vela, ho scoperto tantissimi posti che non conoscevo, perfetti per una circumnavigazione di qualche giorno. Spesso organizziamo viaggi lunghi in posti remoti e anche molto costosi. Si tende a credere che per viaggiare bisogna andare chissà quanto lontani e spendere chissà quanti soldi. In realtà nel mediterraneo ci sono tantissimi posti da scoprire ed esplorare, capaci di lasciarci a bocca aperta. Da quando viaggio in barca ho capito che è il miglior mezzo per conoscere il mondo e farti sentire completamente libero. Una delle isole che ho esplorato ultimamente è quella di Palmarola, che si è rivelata una vera sorpresa ed un luogo magnifico. Nei prossimi paragrafi vi spiegherò perché l’isola di Parlmarola è perfetta per essere esplorata in barca, magari con una a noleggio di yachtmaster.it. Vi racconterò di tutto ciò che ho visto io nel mio viaggio e vi darò alcuni consigli utili su come raggiungere Palmarola, da quali porti partire e quali imbarcazioni scegliere.
Cosa vedere in un viaggio a Palmarola
Per chi non lo sapesse Palmarola è un’isola che si trova a 10 km daPonza, e fa parte dell’arcipelago delle Isole Ponziane. L’isola è così piccola che si esplora facilmente in un giorno. Si tratta di un luogo immerso nella natura incontaminata, perfetto per gli amanti dell’avventura e per chi ama scoprire sempre posti nuovi, Ci sono due modi di raggiungere l’isola: o partendo da Ponza con delle crociere giornaliere organizzate, oppure noleggiando una barca privata. Personalmente io scelsi la seconda opzione, in quanto io e i miei amici affittammo una barca per una settimana circa, e cogliemmo l’occasione di non visitare soltanto Palmarola, ma anche tutte le altre isole dell’arcipelago, compresa Ventotene.
Palmarola: l’isola da esplorare in barca a vela Devo dire che, anche se non nutrivo troppe speranze su Palmarola, questo piccolo paradiso fu una vera e propria scoperta. Una delle cose più caratteristiche è che ci sono alcune piccole case scavate nella roccia, come fossero quasi delle grotte. Inoltre c’è un ristorante a Cala del Porto, che si chiama ‘O Francese’, dove è impossibile non fare tappa per una cena romantica con una vista spettacolare. O Francese ha anche dei posti letto nel caso in cui intendiate riposare una notte fuori dalla vostra barca, e ripartire la mattina seguente. Inoltre sull’isola sorge la famosa villa delle sorelle Fendi, l’unica di tutta Plamarola. Per il resto l’isola è completamente circondata da mare limpidissimo e natura rigogliosa. All’arrivo al porto di Palmarola, la prima cosa che vedrete sarà Il Faraglione di Mezzogiorno, imponente e unico nel suo genere. A destra potrete vedere invece Punta Vardella con Cala Brigantina, famosa per essere stata un tempo un antico porto dei pirati. Un’altro spettacolo da non perdere è la Cattedrale di Palmarola. Nonostante il nome possa trarre in inganno, non stiamo parando di una chiese, bensì di una parte di costa dell’isola. In questa zona, il mare si è divertito a creare delle insenature che hanno formato di conseguenza delle volte e dei pilastri in pietra. Il tutto ricorda l’ingresso di una splendida cattedrale sull’acqua.
Raggiungere Palmarola: porti e imbarcazioni
Per raggiungere l’sola ed organizzare qualche giorno di vacanza su una barca a noleggio di yachtmaster.it booking charter, è possibile partire da tutti i porti italiani, ma in particolare quelli più vicini sono: il porto di Ponza, il porto di Gaeta, il porto di Nettuno, quello di Formia, di Sperlonga, il porto di Terracina, e il porto di di San Felice Circeo. Nel caso in cui vogliate partire da Ponza, attualmente è disponibile un Veliero di 24 metri. Si tratta di un vero e proprio albergo galleggiante. Oltre ad essere una delle imbarcazioni più comode e spaziose della sua categoria mantiene il fascino di un veliero d’altri tempi e si distingue per eleganza ed esclusività. Dispone di 5 cabine, 6 bagni e può ospitare al suo interno un massimo di 15 persone.
Palmarola: l’isola da esplorare in barca a vela Partendo dal porto di Gaeta sono 3 le imbarcazioni tra le quali poter scegliere al momento: Bwa America 510, Gommorizzo 570 e Selva 500. Potete esplorare l’isola di Palmarola anche partendo dal porto di Nettuno a bordo di Jeanneau Sun Odyssey 449, del catamarano Ctc Ctc 44 e con Beneteau Oceanis 54. Quest’ultima è una delle imbarcazioni più confortevoli e rifinite presenti sul mercato del charter. Lussuosa e dotata di ogni comodità garantisce ai suoi passeggeri elevate prestazioni e grande stabilità sia in navigazione che all’ormeggio, consentendo sempre una perfetta vivibilità degli spazi interni ed esterni. Le generose dimensioni dello scafo, la grande autonomia, gli ampi spazi comuni e le accoglienti cabine con annesso bagno fanno dell’Oceanis 54 la barca ideale, sia per gli appassionati delle lunghe navigazioni che per gli amanti della rada. Infine, il team di Yachtmaster.it ha organizzato una mini crociera con partenza il 14 giugno 2019 e ritorno previsto per il 16 giugno. Si partirà dal porto di Formia a bordo dell’imbarcazione Nelson 49. Il viaggio avrà una durata di 3 giorni e avrà come mete le isole di Ponza e Palmarola. Il costo attualmente è di 480 euro per la cabina con 2 letti gemelli, e ugualmente di 480 euro per l’altra cabina doppia con 2 letti a castello. Sarà un modo per esplorare 2 luoghi in un’unico viaggio e per conoscere posti molto vicini a voi, ma estremamente affascinati. Personalmente credo che sia un’occasione da non perdere e il mio consiglio è quello di non mancare per nessuna ragione al mondo. Read the full article
#barcaanoleggio#formia#noleggiobarca#ponza#ventotene#esplorarePalmarola#Palmarola#Palmarolainbarca#yachtmaster.it#yachtmaster.itbooking&charter
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Leonardo Express, nella lounge, nuova sala vip alla Stazione Termini
Comfort e relax per rendere piacevole l’attesa del viaggio. E’ possibile nella Lounge Leonardo, una nuova sala VIP a Roma Termini, per accogliere i viaggiatori del Leonardo Express, il collegamento no stop per l’aeroporto di Fiumicino. Messa a disposizione dalla società Italia Ventures/Italia Pass, in accordo con Trenitalia, si estende su un’area di 100 metri quadrati, su due livelli. E’ posizionata tra il binario 24, da cui parte abitualmente il Leonardo e il 25 da cui si arriva a Civitavecchia per andare in crociera. Una location strategica soprattutto per i turisti stranieri in sosta qualche ora nella Capitale. Una confortevole sala multifunzionale dotata di una skype room per parlare in completa privacy, una sala riunioni hi - tech, per organizzare incontri di lavoro e un’area attrezzata per lasciare il proprio bagaglio. Snack, bevande e un comodo salottino per godersi un po’ di relax o programmare, con il supporto di uno staff dedicato, visite ed escursioni turistiche. L’orario di accesso, tutti i giorni dalle 9 alle 18, può essere anticipato o prolungato rispetto alle esigenze dei clienti. Possono accedere alla lounge i viaggiatori in possesso di biglietto ferroviario emesso in giornata con un ticket di ingresso di 20 euro. Per i possessori del biglietto del Leonardo Express, il costo sarà invece di 6 euro, come previsto dal lancio promozionale in vigore nei prossimi sei mesi, dal 15 dicembre 2017 al 15 maggio 2018. Con l’apertura della nuova ‘Lounge Leonardo’ di Italia Ventures aumentano i servizi di qualità che Trenitalia, sempre più orientata verso una customer experience di livello, mette a disposizione dei propri passeggeri. Read the full article
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Honda Integra 750 2017 Noleggio lungo termine
Un lifting più profondo di quello che sembra rende più divertente e raffinato l’anello di congiunzione fra moto e scooter della Casa di Tokyo. Manca ancora un po’ di spazio sottosella.
Fino a qualche anno fa, parlare di Honda Integra evocava negli appassionati l’immagine di una berlinetta sportiva a trazione anteriore che per anni ha fatto sudare tantissime camicie ai possessori di auto ben più blasonate. E’ quindi particolarmente significativo che a Tokyo abbiano deciso di recuperare un nome tanto importante per un progetto a due ruote, perché le Case giapponesi non prendono decisioni del genere con leggerezza. A distanza di ormai cinque anni, possiamo considerare Integra un modello maturo e riuscito – l’anno scorso è entrato nelle case di 2.235 nuovi possessori, e anche in questo 2016 sta confermando il successo, con 372 unità vendute; dalla sua nascita è stato venduto in oltre 18.000 esemplari. Presentato nel 2011 con la cilindrata 700, su una piattaforma in larga parte condivisa con i modelli NC (New Concept, anche qui non a caso) Integra ha rappresentato come pochi altri l’anello di congiunzione fra moto e scooter. Da qui, come potete ben immaginare, il nome. Dotato – caso piuttosto raro – di ciclistica e motore motociclistici(quest’ultimo protagonista di ben otto brevetti depositati), si è conquistato rapidamente una clientela affezionata ed esigente, e come tutte le punte di diamante è stato costantemente aggiornato. Passato alla cubatura di 750cc nel 2014, a distanza di soli due anni è stato affinato nei dettagli con alcuni sapienti tocchi che lo rendono più raffinato ed efficace, secondo la solita regola secondo cui il risultato è ben migliore della somma delle singole parti. Siamo volati in Andalusia, a Malaga, per provarlo e raccontarvi come va assieme alla cugina NC750X, di cui vi parleremo fra pochi giorni. Iniziamo vedendolo nel dettaglio. Base invariata, ma tante novità… Come dicevamo, solo due anni fa Integra è stato rivisto più che con un semplice aumento della cubatura. Oltre ai 4mm di alesaggio in più, il propulsore – che ha naturalmente mantenuto la “gustosissima” fasatura a 270°, per conferire robustezza e personalità all’erogazione – è stato rivisto nell’architettura con l’adozione di un secondo contralbero di bilanciamento per ridurre vibrazioni che sul motore da 670cc affliggevano un po’ gli alti regimi. Il motore ha toccato la canonica cilindrata 750 (745cc reali) arrivando ad offrire 55 cavalli a 6.250 giri e soprattutto 68Nm di coppia, duemila giri più sotto. Prestazioni aumentate (+3cv e +6% per la coppia) che avevano portato ad una rapportatura finale più distesa, per abbassare i consumi alla velocità di crociera e migliorare le prestazioni in velocità massima. Con l’evoluzione 2016, il motore diventa naturalmente Euro-4 senza sacrificare nulla in termini di potenza e coppia, con un cambiamento dell’impianto di scarico che diventa più compatto (più corto di 7cm e più leggero di 0,5 kg, favorendo la centralizzazione delle masse) e riceve un timbro di voce più profondo e gustoso. Ma cambia – o meglio, si evolve passando alla terza generazione – anche uno dei pilastri del successo di Integra, ovvero il cambio a doppia frizione DCT, che tanto per sottolineare la vocazione motociclistica del progetto ora dispone di una nuova modalità Sport a tre livelli, proseguendo un’evoluzione già in atto con la principale novità Honda dell’anno, l’Africa Twin. E tanto per confermare quanto Honda creda in questa sua innovazione, qui a Malaga c’era anche Kosaku Takahashi, il papà del DCT. Da bravo giapponese, Kosaku (il suo nome, a proposito, significa “pensa ed agisci”, non male per un ingegnere…) è di poche parole ma i numeri parlano per lui: il cambio a doppia frizione Honda è ora montato su ben nove modelli, e la slide della presentazione si concludeva con uno stuzzicante “…ed altri in futuro”. Ammettiamo una certa curiosità. La ciclistica mantiene il telaio in tubi d’acciaio e il forcellone in alluminio, ma qui iniziano le evoluzioni rispetto al modello 2015. Fermi restando i cerchi da 17” (con generosissima gommatura 120/70 ZR17 all’anteriore e 160/60 ZR17 al posteriore) e il monoammortizzatore posteriore (più agevole nella regolazione del precarico molla sulle consuete sette posizioni), cambia invece la forcella che diventa una nuova unità Showa SDBV con inedita idraulica dotata appunto di valvole DBV (Dual Bending Valves) che ne modificano la risposta rendendola pi�� lineare. L’escursione, sia davanti che dietro, è di 120mm. Le sovrastrutture cambiano grazie a gruppi ottici Full-LED all’anteriore (dove le luci di posizione sono una vera e propria cornice all’unità principale) e al posteriore, e all’arrivo per la strumentazione della colorazione negativa personalizzata nonché della possibilità di programmare l’uso di un codice di colori per identificare, a scelta, la modalità d’uso del DCT, il rapporto inserito o la progressione del regime dei giri. L’impianto frenante mantiene un solo disco anteriore da 320 mm e uno posteriore da 240, entrambi a margherita con ABS a due canali di serie – il sistema frenante C-ABS è sparito con la versione 2014. Nuova è invece la pinza anteriore, più “adulta”, massiccia e potente. Rimane l’impostazione globale del restyling precedente, con un profilo più leggero, affilato e moderno e con una sella più rastremata ed accessibile per i meno alti nonostante i 79cm di altezza. Allo stesso tempo, lo scudo anteriore (che ospita a sinistra un comodo cassettino portaoggetti e a destra il freno di stazionamento) fornisce ospitalità anche alle gambe dei più alti. Le pedane ora ospitano nuovi inserti in acciaio, le valvole dei cerchi ora hanno sagomatura ad L per facilitare gonfiaggio e controllo pressione, e la chiave è più compatta come sui modelli più recenti. Il livello di finiture a vista è impeccabile, con verniciature spesse, brillanti e resistenti e una strumentazione LCD completa e leggibile anche in pieno sole. Le informazioni comprendono il tachimetro numerico, un contagiri digitale a barre (che come già detto ora può variare nella colorazione per fornire informazioni aggiuntive), l’orologio, livello carburante, contachilometri con due parziali e indicatore della marcia inserita. Presente anche un utile computer di bordo che presenta, per ciascuno dei parziali, i consumi. Una classe a sé… Già nel salire in sella si percepisce la differenza fra Integra e gli altri scooter: il solito gesto di passare la gamba fra scudo e sella qui non funziona. La zona centrale è occupata da telaio, motore e trasmissione e quindi, come su una vera moto, è necessario scavalcare la sella. Una volta seduti – comodi e rilassati – si trova una posizione di guida naturale e adatta a tutte le taglie, con comandi piacevoli al tatto e ben posizionati. Si patisce un po’ all’inizio l’affollamento dei blocchetti, ma bastano pochi chilometri per farci l’abitudine. Allo stesso modo, il coperchio frizione a destra sporge e limita un po’ la possibilità di spostare all’indietro il piede nella guida sportiva, ma stiamo veramente parlando di dettagli di poco conto. Chiave nel quadro, è ora di partire. Si preme il pulsante, si ruota l’acceleratore e… non succede nulla, il motore prende giri ma non c’è traccia di spinta. Già, non è uno scooter come gli altri. Bisogna inserire la marcia con il pulsante sul blocchetto destro: il DCT (a proposito, è più pronto all’azione che in precedenza, rispondendo alle richieste della stampa specializzata) innesta la prima e si posiziona in Drive, la modalità completamente automatica più adatta all’uso in città. Così impostato, il DCT passa appena possibile al rapporto superiore, privilegiando i consumi. Ma niente paura: una delle migliorie apportate con la terza evoluzione del DCT è la cosiddetta mappa fantasma, ovvero una mappatura che se ne sta tranquilla a dormire dietro le quinte finché la centralina non percepisce una guida più brillante. In quel caso, si sveglia e rende il cambio molto più grintoso: il motore raggiunge regimi più elevati prima di passare al rapporto superiore, e si riesce a sgusciare nel traffico in maniera più efficace e sicura, fermo restando che in qualunque momento potete agire sui due grilletti sul blocchetto sinistro (con l’indice si innesta, con il pollice si scala) per “forzare la mano” al DCT. Le cambiate del sistema a doppia frizione sono dolcissime e difficilmente percettibili, a meno di non prestarci attenzione; solo a velocità pedonali si sente una lievissima rumorosità meccanica – proveniente sia dal cambio che dalla finale a catena – che peraltro non disturba, anzi, aggiunge qualcosa alla personalità di Integra. Inoltre, altra evoluzione che conferma il costante studio di modellizzazione della guida umana per riprodurne i comportamenti nel DCT, il sistema adattivo introdotto con la terza evoluzione “pela” la frizione(o meglio, le frizioni) alle basse velocità quando il regime è basso per rendere ancora più dolce la progressione del motore. Se rimpiangete una trasmissione automatica… non sapete di cosa state parlando. Ehi, voglio cambiare io!!! Naturalmente il sistema vi permette di passare ad una modalità completamente manuale attraverso il grilletto sul blocchetto destro. Così facendo il sistema lascia completamente al pilota l’onere delle cambiate, attraverso i due già citati grilletti sul blocchetto sinistro; l’intervento del sistema si limita a scalare quando il regime scende sotto il livello di guardia, o quando ci si ferma al semaforo – in questo caso, il DCT si posiziona opportunamente in prima. Come spesso succede con le auto, però, dopo un primo momento di gioco esplorativo difficilmente chiamerete in causa la modalità manuale se non, per esempio, in situazioni particolari che richiedano un uso specifico del freno motore, perché anche quando volete divertirvi c’è la modalità Sport (anzi, le tre modalità sport) pronte ad assecondarvi. Premete il pulsante sul blocchetto destro ed attiverete la Sport, modalità in cui il cambio diventa più cattivo sia in innesto che in scalata – entrambe vengono effettuate a regimi più elevati, lasciando briglia più sciolta al motore. Le tre impostazioni della Sport, selezionabili con lo stesso comando ma a gas chiuso e tenendo premuto per un secondo il pulsante, variano il livello di grinta; con la S1 vi avvicinerete alla Drive, mentre con la S3 sfrutterete al massimo il motore. Opinione personale di chi scrive: data la personalità del bicilindrico parallelo di Integra, che offre il meglio ai medi regimi, la S3 è di utilità relativa. Il motore gira alto ma finisce il fiato, e al netto di un po’ di gusto in più nelle scalate, la S2 si rivela più efficace in quasi tutti i frangenti. Qualunque impostazione preferiate, comunque, il DCT se la ricorderà e ve la proporrà ad ogni passaggio in modalità Sport. Altra novità interessante sta nel sensore di pendenza. Non si tratta di un vero e proprio sensore come quelli adottati sulle sportive dotate di piattaforma inerziale, ma di una funzione della centralina che riconosce salite e discese interpolando i dati di apertura farfalla, velocità, regime giri e marcia innestata, tenendo più a lungo le marce basse per aumentare la grinta in salita o sfruttare il freno motore in discesa. La sua presenza è sensibile e utile. Equilibrio ciclistico… Ciclistica da moto, dicevamo in apertura: Integra si dimostra subito più sicuro e stabile della media in città. I cerchi da 17” facilitano la vita alle sospensioni nell’uso urbano, e se impongono qualche compromesso in termini di stabilità allo stesso tempo regalano un feeling decisamente più adulto e sostanzioso nel comportamento dinamico. E, cosa non trascurabile, vi lasciano aperte tantissime scelte in materia di gommatura: potete adottare pneumatici da supersportiva così come macinachilometri da turismo a largo raggio, ma anche – perché no – le gommature invernali che iniziano a vedersi in giro. Peraltro, basta uscire dalla città per aggredire tangenziali o misto extraurbano per restare piacevolmente stupiti da stabilità e confidenza offerti dalla ciclistica. Si guida allegri con piacere: non vi prenderemo in giro raccontandovi di ritmi da sportiva, ma vi assicuriamo che un test ride su Integra potrebbe farvi rivedere diversi preconcetti. E in mano ad un buon pilota siamo abbastanza sicuri che potrebbe portare qualche possessore di moto “vera” (tanto per continuare a ragionare per preconcetti) a farsi qualche domanda. Ma torniamo ai criteri di valutazione da scooter: la protettività è buona, con un parabrezza più ampio e ben strutturato. Chi scrive non supera il metro e settantadue e resta esposto solo con le spalle alle andature più elevate – abbiamo visto velocità da ritiro patente in un’estemporanea sparata – ma la media dei colleghi presenti all’evento si è espressa favorevolmente a riguardo. Del tutto assenti le vibrazioni, e promossa con lode la nuova forcella: in città si dimostra scorrevole e morbida, mentre nella guida più veloce sostiene bene in frenata e percorrenza, validando la nuova soluzione SDBV. Dove forse si vorrebbe qualcosa di più è nella potenza del motore, ma solo perché – lo ripetiamo a costo di sembrare dischi rotti – solidità e stabilità della ciclistica sono tali che farebbero venir voglia di… sprecare qualche litro di benzina in più per un po’ più di grinta in alto. Ma anche in questo caso stiamo uscendo dal seminato; lo stesso fatto che però giudichiamo Integra secondo questi criteri potrebbe spingere a riflettere sulla sostanza del mezzo. Per chi è Integra??? Per molti più motociclisti e scooteristi di quanto questi ultimi possano immaginare. Il maxiscooter che gioca a fare la moto è in grado di soddisfare qualunque esigenza urbana (certo, a patto di montare sempre il bauletto da 45 litri offerto di serie, perché il vano sottosella è davvero insufficiente – più di un casco jet non riuscirete a stivarci) ma si rivela anche più gustoso della media nell’uso extraurbano, arrivando ad… alleviare il prurito di chi desidera un mezzo divertente sul misto e vuole dedicarsi anche al turismo – o commuting – a medio raggio. Le finiture sono impeccabili, i consumi quasi incredibili (anche strapazzandolo nella guida sportiva non siamo mai scesi sotto i 4,2 litri/100km indicati dal computer di bordo) e non si ha mai l’impressione di avere a che fare con un mezzo dal livello meno che eccelso. Certo, chi ha gusti più sportivi forse non troverà l’aggressività e la personalità motoristica di qualche concorrente, ma in compenso la ciclistica da moto unita ai cerchi da 17” offrono un appoggio difficilmente raggiungibile dai rivali. Ancora scettici? Vi capiamo. Ma dateci retta: è difficile trovare un prodotto tanto maturo nel suo segmento, grazie a scelte controcorrente e ad una soluzione esclusiva come il DCT. A proposito, naturalmente la versione a doppia frizione è l’unica in commercio, come si conviene ad uno scooter, ma indice di una direzione decisa da parte di Honda dal momento che la versione naked NC750S, per andare incontro al sempre maggior favore dell’utenza e sottolineare quanto Honda creda in questa soluzione, sarà commercializzata soltanto in versione DCT. Provatelo e capirete cosa intendiamo. Come posso averlo??? Integra viene leggermente riposizionato come prezzo, partendo da 9.390 euro per la versione base e 9.490 per Integra S, in entrambi i casi con bauletto da 45 litri compreso nel prezzo. La differenza sta nelle verniciature: la S è disponibile nelle due colorazioni Matt Alpha Silver Metallic e Matt Majestic Silver Metallic, con fregio colorato e logo in zona carenatura. La versione standard è invece disponibile in Pearl Glare White, Matt Bullet Silver e Matt Gunpowder Black Metallic. Avete capito bene, da quest’anno spariscono colori che non siano nero, bianco o grigio visto che la clientela di Integra sceglieva solo quelli.
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Andrew e Cinty
viaggio da
Grottammare a Caserta Vecchia
I viaggi di Andrew e Cinty Grottammare-Caserta vecchia
«Allora sei pronta?»
«Non riesco a trovare gli stivali, sai dove sono?»
Andrew e Cinty, hanno programmato questo viaggio in moto, ormai da parecchio tempo.
Con google maps alla mano, hanno praticamente programmato tutto il viaggio, dove fermarsi a fare tappa, gli orari, i chilometri da percorrere e cosa vedere ma tanto sanno, che è servito, solo per passare le serate a darsi la carica, per questo viaggio.
Nonostante Andrew, sia un’amante del tutto programmato, perchè come dice lui ”Non mi piacciono le sorprese”, sa già, che una volta accesa la poderosa moto, si farà trascinare dall’ignoto, dall’avventura e “Andiamo dove ci porta l’ispirazione del momento”.
«Devono essere dentro alla scarpiera sul pianerottolo delle scale, prova a vedere, intanto io vado a caricare gli zaini sulla moto, fai in fretta».
«Ma chi ci corre dietro, è una settimana di riposo o un tour de force?»
«Non fare la sciocchina e muoviti, abbiamo una tabella di marcia da rispettare».
«Si, si, lo so non ti preoccupare», rispose Cinty con un risolino, ben sapendo che proprio lui è il primo a non rispettarla.
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La Partenza del viaggio di Andrew e Cinty
Finalmente si parte, posizionata la cartina nel portamappa, fissato sul serbatoio della moto e provati gli interfono dei caschi, Andrew inserisce la prima e comincia il viaggio.
L’itinerario non è lungo, partenza da Grottammare e arrivo a Caserta vecchia.
«Perché proprio Caserta vecchia?», chiese Cinty, quando si sedettero per programmare il viaggio.
«Ho visto uno special in televisione e mi hanno colpito tutti quei vicoli antichi, in stile medievale e poi la leggenda delle fate che si aggira attorno alla Cattedrale di San Michele Arcangelo», «Poi possiamo andare a fare un salto a vedere la Reggia di Caserta e poi perché no? Tutta l’Italia è meravigliosa e figurati che molti italiani dicono, Londra, l’Irlanda, che l’estero è meraviglioso e non conoscono, magari, che a pochi chilometri da casa loro, ci sono posti che non hanno niente a che invidiare con le altre città estere».
«Che dici, facciamo il lungomare fino a San Benedetto del Tronto o facciamo la nazionale?»
«Come vuoi, sei tu che guidi, però a quest’ora la nazionale è piena di traffico, forse è meglio il lungomare, poi vedi tu…»
«Ok, vada per il lungomare…e se ci fermassimo a far colazione al Caffè del Mar?»
«Per fortuna che abbiamo una tabella di marcia, vero? Tanto lo sapevo, è sempre così, decidi una cosa poi ne fai un’altra!”, disse ridendo Cinty.
«Ci fermiamo, così puoi mangiare la brioche che piace a te, quella con la crema di pistacchio, se no poi mi dici….Ecco potevamo fermarci….tanto ci vogliono cinque minuti… eccetera, eccetera e poi così salutiamo un po’ di amici»
«E’ sempre colpa mia, vero? Sei un somarello, dai andiamo ma non fermiamoci tanto, se no viene tardi».
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A San Benedetto, proseguirono scavalcando il ponte sul Tronto, il fiume che delimita il confine verso il mare tra le Marche e l’Abruzzo, direzione Alba Adriatica, Giulianova, da qui poi prenderanno a destra per la superstrada che collega la riviera con Teramo.
«Non è in programma ma se ci fermassimo un’oretta a Teramo?»
«Perché?»
«Così, mi è venuta voglia di fare due passi in centro e poi come hai detto tu stamattina…Chi ci corre dietro?»
Due passi per Teramo di Andrew e Cinty
Lasciata la moto in Largo Madonna della Grazie, si danno uno sguardo attorno e notano l’area verde a Parco, che è stato intitolato al cantautore teramano Ivan Graziani.
«Già che ci siamo vuoi dare un’occhiata al Santuario della Madonna delle Grazie?»
«Si, mi piacerebbe, solo che mi sa che tra una cosa e un’altra, verrà tardi».
«Che importanza ha? Al massimo dormiamo a Teramo e ripartiamo domattina e poi si sa quando si parte ma l’itinerario può cambiare in ogni momento, giusto…?»
«Certo, detto da te è un’evento»
«Eeeh! Spiritosa»
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Esterno del santuario della Madonna delle Grazie di Teramo
Interno del Santuario Madonna delle Grazie
Davanti all’entrata del Santuario, un bellissimo portico con quattro colonne massicce quadrate, che formano tre archi, ognuno con una entrata al Santuario, quella centrale più grande rispetto alle due laterali.
L’interno della chiesa è a pianta rettangolare, ad un’unica navata e ci sono tre rientranze, “cappelle”, per lato e ai lati colonne che formano il soffitto con volta a crociera, tutta la chiesa è dipinta con tre colori cromatici, bianco, azzurro e rosa antico che si alternano in un rigato orizzontale, lungo i muri.
«Wow!! hai visto che colori? Mai vista una chiesa così, sembra quasi…come dire…si come si dice?»
«Boh! Non saprei, non so cosa vuoi dire, a me ricorda un po’ l’oriente, sai quelle costruzioni arabe? E poi hai visto il soffitto? Tutto blu con quei dipinti? Magnifico! Starei qui dentro delle ore ad ammirare la luce e lo splendore di questa chiesa»
«Andrew, hai visto la statua della Madonna sopra l’altare? Che colori e poi sembra vera»
«Non esagerare, dai accendi la candela che andiamo, se no viene tardi, voglio andare in centro».
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Fuori dal Santuario, attraversano il Parco Ivan Graziani e si trovano di fronte all’antica Porta Reale, chiamata anche, dai teramani, Porta Madonna, visto la vicinanza al Santuario.
«Questa è quella Porta che è stata costruita per ricevere in visita Ferdinando I di Borbone?», chiese Cinty.
«Così ho letto, bello vero?»
«A me sembra uguale a tutti gli altri»
«Ma….!!»
Attraversato l’Arco, Andrew e Cinty si incamminano lungo Corso de Michetti diretti verso la piazza centrale dove sorge il Duomo di Teramo.
Lungo la strada passano davanti alla chiesa di Sant’Antonio e al suo lato, dall’altra parte della strada, una bassa costruzione con un portico che fa angolo, sede dell’ACI.
«Guarda Andrew, non ti ricordano quelle case che ci sono a Verona in Piazza delle Erbe?»
«Si, sarà per il colore o non so…ma ci assomigliano».
In fondo a Corso Cerulli, sbucano proprio davanti al Duomo di Teramo.
«E’ vero?, che più che una chiesa, sembra un castello, con tutti quei merli che ha sopra?»
«Andiamo a visitarlo? Andy?»
«No, facciamo due passi, se visitiamo tutte le chiese di Teramo stiamo qui un mese»
Andrew e Cinty percorrono tutta Piazza della Libertà, ammirando le strutture dei palazzi antichi e commentando i vari esercizi commerciali aperti lungo la piazza.
«Hai visto? Hanno riaperto lo storico bar Grande Italia, quello che era andato all’asta dopo il fallimento, andiamo a prendere un caffè?»
«Va bene” disse Cinty «Ma dopo ripartiamo»
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Teramo la piazza centrale Piazza Martiri della Libertà
Cattedrale di Teramo dedicata a Santa Maria Assunta
Ritornati a prendere la moto, Andrew e Cinty, si dirigono verso L’Aquila, già da qualche chilometro prima di arrivare alla periferia della città, lungo l’autostrada, cominciano a vedere la moltitudine di gru, come antenne televisive, spiccare contro il cielo di colore blu intenso.
«Mamma mia, hai visto Andy, quante gru ci sono ancora?»
«Purtroppo sì, il terremoto ha fatto dei disastri enormi e poi con quello che c’è stato ultimamente, probabilmente ha fatto altri danni»
«Per fortuna che noi abruzzesi siamo tosti e non ci ferma nessuno», ammette Cinty
«E che non lo so? Vivo con una di loro. Ahahahah!»
«Che facciamo ci fermiamo a L’Aquila o no?» chiese Cinty
«No, tiriamo dritto fino a Magliano de’ Marsi, mangiamo qualcosa poi vediamo il da farsi, io intanto comincio ad avere un po’ di fame»
«Anch’io, hai visto dove andare a mangiare oppure seguiamo il tuo fiuto?»
«Il mio naso non ci ha mai tradito, una volta arrivati vediamo»
a Magliano de’ Marsi
Passati sotto l’interminabile galleria del Gran Sasso, Andrew e Cinty, si dirigono verso Magliano, il paese è iscritto nel Club dei Borghi Autentici d’Italia, ed è situato ai piedi del Massiccio del Monte Velino.
Il paese appare come tanti altri delle zone montane dell’Abruzzo e del Lazio, case basse, molto luminoso, come ad attirare il sole per poter scaldare la terra ma, Magliano de’ Marsi è meta turistica, non solo per i numerosi sentieri naturalistici, area del parco Sirente-Velino, il sentiero del Grifone che collega Scurcola Marsicana a Celano e il cosiddetto, percorso Slow che collega Magliano dei Marsi, Massa d’Albe ed Alba Fucens con una serie di percorsi da fare a piedi, in bici e a cavallo.
Qui, vi sono molti siti archeologici e poi vi sono i ruderi della supposta tomba del Re di Macedonia Perseo, che dopo essere stato sconfitto dai romani venne imprigionato ad Alba Fucens e dopo la morte, il corpo venne trasferito, per la sepoltura lungo il tracciato originario dell’antica via Tiburtina Valeria che da Tivoli conduceva ad Alba Fucens.
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Magliano de’ Marsi
La presunta Tomba di Perseo a Magliano de’ Marsi
«Guarda un po’ quell’agriturismo, vuoi che ci fermiamo lì, a mangiare? Sembra buono, che ne dici?» disse Andrew tutto eccitato.
«Andiamo dove vuoi, basta che ci fermiamo a mangiare, se no va a finire che mi mangio la moto per la fame»
L’agriturismo si chiama “Il Timo”, un bel locale, l’interno in muratura e legno, con colori caldi davvero accogliente e familiare.
L’esterno è un po’ diverso da quello che si ha nei soliti agriturismo, costruiti in muratura, in vecchi casali di campagna o montagna, questo sembra quasi un’esposizione di case di legno, molto caratteristico, ci sono anche casette prefabbricate, sempre in legno, che fungono da alloggi per gli ospiti che si vogliono fermare per qualche giorno.
«Ordiniamo?»
«Non credo che qui portino il menù, sai Andrew, mangi quello che dicono loro, quello che hanno preparato»
«Ah! Ok, basta che si mangi, tutto va bene, eccoli che arrivano»
«Buongiorno, siete mai stati qui da noi?»
«No, è la prima volta siamo di passaggio, come funziona?» chiese Andrew
«Allora come primi oggi abbiamo preparato, le fettuccine al tartufo, le pappardelle al cinghiale, la polenta con le salsicce e paglia e fieno con le salsicce, come secondi abbiamo carni alla griglia, agnello, arrosticini e…»
«Ok, va bene abbiamo deciso, Cinty tu prendi le pappardelle al cinghiale?»
«Si»
«Io invece le fettuccine al tartufo e poi come secondo, ci porta, una porzione di agnello alla griglia e 10-15 arrosticini, però prima un po’ di antipasto, non molto, giusto per rompere la fame mentre aspettiamo i primi».
«Da bere?»
«Acqua gassata e un po’ di vino, mezzo litro di rosso sfuso, grazie»
Tutte le gru ancore esistenti a L’Aquila
«E ora che facciamo?»
Andrew e Cinty, avevano terminato di pranzare e si erano fatte ormai le 16,00, in piedi davanti alla moto, vedono che il sole stava cominciando a calare dietro alle montagne.
«In montagna il sole tramonta presto, non me la sento di andare in giro, perché non andiamo direttamente a Sora così andiamo in albergo e facciamo una doccia e…» disse Cinty con un sorrisino.
«In effetti, comincio a stancarmi un po’ a guidare la moto e poi una bella doccia calda mi tenta molto e poi…, ok dai andiamo, da qui saranno una cinquantina di chilometri per strada normale, tra un’oretta più o meno siamo in albergo» Andrew nel terminare la frase e mettendosi il casco, incrociò lo sguardo di lei che gli sorrideva maliziosamente.
Andrew e Cinty in direzione Sora
Accesa la moto si dirigono in direzione Avezzano e poi Sora, il sole ormai era basso all’orizzonte e l’aria si stava facendo più frizzantina, Andrew e Cinty non vedevano l’ora di arrivare in albergo e potersi togliere le tute da moto, che si, tenevano caldo ma dopo tante ore cominciavano a dare fastidio e solo all’idea di una bella doccia calda e potersi sdraiare su lenzuola fresche e pulite, fecero accelerare l’andatura della moto.
Dopo un’oretta, arrivati a Sora si misero a cercare l’hotel Olimpus.
«E’ un po’ fuori dal centro ma ho letto diverse recensioni su Tripadvisor e mi sembra il migliore, se non altro ha la possibilità di mettere la moto al sicuro in garage, ho letto di diversi furti in zona, non si sa mai»
«Eccolo là, da fuori sembra carino e poi sono talmente stanca e ho tutto il sedere dolorante, a furia di star seduta su questa sella…poi mi fai massaggino…vero?» Saltò su Cinty, indicando la struttura sulla destra.
«Si, andiamo, non ne posso più, devo togliermi la tuta»
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«Buonasera, ho prenotato una camera per due notti ecco i miei documenti e quelli di mia moglie»
«Buonasera signor Andrew, la sua camera è pronta, la faccio accompagnare»
«Grazie! Vada pure con mia moglie, io prima vorrei portare la moto in garage»
«Cinty, tu intanto vai in camera, ti raggiungo appena ho messo la moto a nanna e controllato un paio di cose, ci metto una mezz’oretta»
«Va bene, non metterci molto…capito?» disse con un filo di voce Cinty
Con la coda dell’occhio Andrew vide il ragazzo con le valigie fare un sorrisino ma subito si ricompose quando notò che Andrew aveva girato la testa verso lui.
Portata la moto in garage e aver dato una controllatina generale, Andrew sale in camera e già, si crogiolava al pensiero di coccolarsi, sotto un bel getto di acqua calda della doccia.
«Ehi! Bel fustacchione, che ne dici, facciamo la doccia insieme? Ci stringiamo un po’ e poi più stretti siamo meglio è….»
In quel momento tutta la stanchezza di Andrew, viene lavata via dalla visione di sua moglie, dalle curve morbide dei fianchi e dal pensiero di accarezzarle la schiena, facendo scivolare le mani sulle cosce sode, baciandola dove più la fa impazzire.
Al mattino dopo, svegliatisi di buon’ora, dopo una notte trascorsa tra coccole e baci, Andrew e Cinty scendono nella hall dell’albergo e chiedono dove possono fare la colazione, il maitre spiega loro che il bar dell’albergo è a disposizione con tutto quello che si desidera.
«Ho una fame da lupi, dopo stanotte…altro che palestra»
«Sciocchina, hai fame perché non sei voluta andare a cena ieri sera»
«Eeeeh….devo approfittarne, sai com’è»
Seduti ad un tavolo del bar, con davanti ogni ben di Dio, progettano la giornata di visita a Sora.
Fine prima parte…….
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Andrew e Cinty i viaggi Andrew e Cinty viaggio da Grottammare a Caserta Vecchia «Allora sei pronta?» «Non riesco a trovare gli stivali, sai dove sono?»
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Aperte le vendite del Giro del Mondo 2021 di MSC Crociere
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Sono aperte da ieri le vendite per l’attesissima World Cruise del 2021 di MSC Crociere: se amate programmare con calma le vostre vacanze e soprattutto volete regalarvi un’avventura della vita unica, una crociera Giro del Mondo è da tenere in considerazione!
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Comfort e relax per rendere piacevole l’attesa del viaggio. E’ possibile nella Lounge Leonardo, una nuova sala VIP a Roma Termini, per accogliere i viaggiatori del Leonardo Express, il collegamento no stop per l’aeroporto di Fiumicino. Messa a disposizione dalla società Italia Ventures/Italia Pass, in accordo con Trenitalia, si estende su un’area di 100 metri quadrati, su due livelli. E’ posizionata tra il binario 24, da cui parte abitualmente il Leonardo e il 25 da cui si arriva a Civitavecchia per andare in crociera. Una location strategica soprattutto per i turisti stranieri in sosta qualche ora nella Capitale. Una confortevole sala multifunzionale dotata di una skype room per parlare in completa privacy, una sala riunioni hi - tech, per organizzare incontri di lavoro e un’area attrezzata per lasciare il proprio bagaglio. Snack, bevande e un comodo salottino per godersi un po’ di relax o programmare, con il supporto di uno staff dedicato, visite ed escursioni turistiche. L’orario di accesso, tutti i giorni dalle 9 alle 18, può essere anticipato o prolungato rispetto alle esigenze dei clienti. Possono accedere alla lounge i viaggiatori in possesso di biglietto ferroviario emesso in giornata con un ticket di ingresso di 20 euro. Per i possessori del biglietto del Leonardo Express, il costo sarà invece di 6 euro, come previsto dal lancio promozionale in vigore nei prossimi sei mesi, dal 15 dicembre 2017 al 15 maggio 2018. Con l’apertura della nuova ‘Lounge Leonardo’ di Italia Ventures aumentano i servizi di qualità che Trenitalia, sempre più orientata verso una customer experience di livello, mette a disposizione dei propri passeggeri. Read the full article
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