#viaggi da sogno
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10 vacanze ideali in giro per il Mondo:
1) Austria, 2) Svizzera, 3) Norvegia, 4) Grecia, 5) Danimarca, 6) Paesi Bassi, 7) Cina, 8) Florida, 9) Francia, 10) USA (New York - Yellowstone)
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Alla scoperta del Misterioso Incanto delle Dark Hedges: Una Location Cinematografica da Sogno
Benvenuti, viaggiatori intraprendenti! Oggi ci immergeremo in un viaggio avvolto da un’aura di mistero e fascino, alla scoperta delle Dark Hedges, una meta turistica resa celebre non solo per la sua bellezza mozzafiato ma anche per la sua presenza sul grande schermo. Dark hedges Il Viaggio Inizia:Le Dark Hedges, situate nella graziosa contea di Antrim, nell’Irlanda del Nord, sono un vero e…
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#Alberi maestosi#attrazioni turistiche#Dark Hedges#Escursioni Irlanda#Game of Thrones location#Irlanda del Nord#Luoghi misteriosi#Magia del cinema#Nature photography#Viaggi da sogno#Viali alberati famosi
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Cinque sono le cose che un uomo rimpiange quando sta per morire. Non saranno i viaggi confinati nelle vetrine delle agenzie che rimpiangeremo, e neanche una macchina nuova, una donna o un uomo da sogno o uno stipendio migliore.
La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. Ed era la maschera creata dalla moda. La maschera di chi si accontenta di essere amabile. Non amato.
Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni.
Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza ”ti amo” a chi avevamo accanto, ”sono fiero di te” ai figli, ”scusa” quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.
Poi rimpiangeremo di non aver trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi avevamo sempre lì, proprio perché era sempre lì. E come abbiamo fatto a sopportare quella solitudine in vita? L’abbiamo tollerata perché era centellinata, come un veleno che abitua a sopportare dosi letali. E abbiamo soffocato il dolore con piccolissimi e dolcissimi surrogati, incapaci di fare anche solo una telefonata e chiedere come stai.
Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall'abitudine, dall'accidia, dall'egoismo, invece di amare come i poeti, invece di conoscere come gli scienziati. Invece di scoprire nel mondo quello che il bambino vede nelle mappe della sua infanzia: tesori.
Dal web
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Cinque sono le cose che un uomo rimpiange quando sta per morire. Non saranno i viaggi confinati nelle vetrine delle agenzie che rimpiangeremo, e neanche una macchina nuova, una donna o un uomo da sogno o uno stipendio migliore.
La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. Ed era la maschera creata dalla moda. La maschera di chi si accontenta di essere amabile. Non amato.
Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni.
Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza ”ti amo” a chi avevamo accanto, ”sono fiero di te” ai figli, ”scusa” quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.
Poi rimpiangeremo di non aver trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi avevamo sempre lì, proprio perché era sempre lì. E come abbiamo fatto a sopportare quella solitudine in vita? L’abbiamo tollerata perché era centellinata, come un veleno che abitua a sopportare dosi letali. E abbiamo soffocato il dolore con piccolissimi e dolcissimi surrogati, incapaci di fare anche solo una telefonata e chiedere come stai.
Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall'abitudine, dall'accidia, dall'egoismo, invece di amare come i poeti, invece di conoscere come gli scienziati. Invece di scoprire nel mondo quello che il bambino vede nelle mappe della sua infanzia: tesori.
Alessandro D'Avenia
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Cinque sono le cose che un uomo rimpiange quando sta per morire. E non sono mai quelle che consideriamo importanti durante la vita.
Non saranno i viaggi confinati nelle vetrine delle agenzie che rimpiangeremo, e neanche una macchina nuova, una donna o un uomo da sogno o uno stipendio migliore. No, al momento della morte tutto diventa finalmente reale. E cinque le cose che rimpiangeremo, le uniche reali di una vita.
La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. Ed era la maschera creata dalla moda, dalle false attese nostre, per curare magari il risentimento di ferite mai affrontate. La maschera di chi si accontenta di essere amabile. Non amato.
Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni. Vorremmo chiedere scusa a tutti, ma non c’è più tempo.
Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza ”ti amo” a chi avevamo accanto, ”sono fiero di te” ai figli, ”scusa” quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.
Poi rimpiangeremo di non aver trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi avevamo sempre lì, proprio perché era sempre lì. Eppure il dolore a volte ce lo aveva ricordato che nulla resta per sempre, ma noi lo avevamo sottovalutato come se fossimo immortali, rimandando a oltranza, dando la precedenza a ciò che era urgente anziché a ciò che era importante. E come abbiamo fatto a sopportare quella solitudine in vita? L’abbiamo tollerata perché era centellinata, come un veleno che abitua a sopportare dosi letali. E abbiamo soffocato il dolore con piccolissimi e dolcissimi surrogati, incapaci di fare anche solo una telefonata e chiedere come stai.
Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall'abitudine, dall'accidia, dall'egoismo, invece di amare come i poeti, invece di conoscere come gli scienziati. Invece di scoprire nel mondo quello che il bambino vede nelle mappe della sua infanzia: tesori. Quello che l'adolescente scorge nell'addensarsi del suo corpo: promesse. Quello che il giovane spera nell'affermarsi della sua vita: amori.
Alessandro D'Avenia
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" Re Leopoldo II era ossessionato dall'idea di possedere una colonia, e la sua brama cadde sul bacino del fiume Congo. Per realizzare il suo sogno creò l’Associazione internazionale del Congo e finanziò l’esploratore inglese Henry M. Stanley, che nei suoi viaggi lungo il fiume stipulò una serie di trattati con i capi indigeni in nome dell'associazione. Forte di questo, Leopoldo II si presentò alla Conferenza di Berlino (1884-1885), convocata per tracciare le linee della spartizione europea dell'Africa, e ottenne l’affidamento del bacino del Congo. Il 29 maggio, il re del Belgio proclamò lo “Stato indipendente del Congo”, che diventava così di sua proprietà. Leopoldo II divise quell'enorme territorio in blocchi che affidò a compagnie private, alle quali concedeva il diritto esclusivo di sfruttare tutto quello che poteva essere asportato: avorio, olio di palma, rame, legno tropicale, ma soprattutto il caucciù, molto ricercato in Europa. Per costringere gli africani a raccogliere il caucciù (un lavoro molto pesante) il re istituì un vero e proprio sistema di terrore. Se un villaggio si rifiutava di obbedire (il lavoro non era retribuito!), arrivava la milizia delle compagnie che bruciava le capanne e sparava a vista, uccidendo tutti, donne e bambini. Per assicurarsi che i soldati avessero realmente usato le cartucce per uccidere le persone, gli ufficiali esigevano che tagliassero le mani delle vittime e le consegnassero poi al commissario, che le avrebbe contate. Un orrore in nome del profitto, del caucciù! Fu una carneficina che ridusse la popolazione del Congo da circa venti a otto milioni nel 1911. Durante il regno di Leopoldo II molti missionari, soprattutto belgi, andarono a portare il Vangelo in Congo e costruirono chiese, scuole, dispensari: “Eppure,” scrive nel suo studio The Sacrifice of Africa il teologo ugandese Emmanuel Katongole, “il ruolo del cristianesimo rimase quasi invisibile���. Il cristianesimo occidentale riteneva che il suo campo di competenza fosse il campo “spirituale” e “pastorale”, mentre allo Stato toccava l’aspetto politico. Secondo Katongole è stato questo il tipo di cristianesimo portato in Africa. "
Alex Zanotelli, Lettera alla tribù bianca, Feltrinelli (collana Serie Bianca); prima edizione marzo 2022. [Libro elettronico]
#Alex Zanotelli#letture#leggere#libri#citazioni#conversione#Lettera alla tribù bianca#popoli africani#umanità#Africa nera#Padre Alessandro Zanotelli#Congo belga#colonialismo europeo#XIX secolo#Henry Morton Stanley#Leopoldo II del Belgio#Emmanuel Katongole#imperialismo#Africa#Conferenza di Berlino#genocidio#caucciù#estrattivismo#terrorismo#capitalismo#missionari#cristianesimo#società africane#antropocene#schiavismo
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30° MedFilm Festival - concorso cortometraggi
Ceux qui rêvent (2023) Zayneb Bouzid - Tre fratelli si aggrappano al sogno di vendere un terreno e sistemare le loro vite, una serata allegra tra speranze e progetti raccontata con partecipazione e la giusta leggerezza.
Après le soleil (2024) Rayane Mcirdi - Una famiglia algerina si mette in viaggio da Parigi verso il paese di origine in un'estate di fine anni 80, un corto che ricorda i nostri viaggi di infanzia con la giusta dose di nostalgia e spensieratezza
Mentor (2024) Tinkara Klipšteter - Le prove di una piece teatrale studentesca a sfondo erotico prendono una piega inquietante quando il prof sale sul palco. Un efficace corto sul tema degli abusi giocato sull'ambiguità della situazione e sul confine sottile tra scena di finzione e molestia.
I corti sono disponibili per gli abbonati MyMovies One nei giorni del festival
#30 MedFilm Festival#cortometraggi#Ceux qui rêvent#Zayneb Bouzid#Après le soleil#Rayane Mcirdi#Mentor#Tinkara Klipšteter#MyMovies One
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LA LISTA DELLE COSE MAGICHE CHE VORREI FARE DA SOLA PER I MIEI 40 ANNI (e oltre)
1: Fare un bel viaggio da sola. Bello nel senso: prendere un aereo e non capire la lingua. Arrangiarmi. Panico. Libertà.
2: prendermi ferie per il salone del libro e fare tutti i laboratori. Possibilmente strafatta. Anche solo un po' High. O allegrotta.
3: andare ad un concerto dei Sigur Ros. O dei Radiohead. O dei Blur. Mi sa che fanno concerti solo i primi.
4: portare Alice a New York, è il suo grande sogno. Vedere la meraviglia dei suoi occhi quando cammina per le strade che sognava.
5: abbracciare Jack Black.
6: riuscire a non prendersi una cotta per la nuova collega carina che mi punzecchia❤️🩹 ma chiacchierare di viaggi e delle cose folli che ha fatto.
7: stare almeno una settimana a Venezia❤️
8: scrivere una serie di racconti brevi.
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Xaver rispose che la vera casa non è una gabbia con l'uccellino né un armadio per biancheria, ma la presenza della persona che si ama. E poi le disse che lui stesso non aveva una casa, o meglio, che la sua casa erano i suoi passi, nel suo andare, nei suoi viaggi. Che la sua casa era là dove apparivano orizzonti sconosciuti. Che lui poteva vivere solo passando da un sogno all'altro, da un paesaggio all'altro.
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Mi sento sola. Sono sola. Trovarsi alla soglia dei 30 anni e sentirsi così, non mi piace. Ogni giorno provo ad escogitare qualcosa per mantenermi occupata, ma finisco sempre per stare intere giornate a casa. È sfiancante, è difficile, è triste. Mi chiedo spesso cosa posso fare per far si che la gente che ho attorno si accorga che esisto anche io.. provo ad esserci, a farmi sentire, a chiedere di uscire un po' o fare qualcosa insieme... Ma nessuno sembra afferrare il mio disagio, che ultimamente è davvero forte.
Penso, che se morissi oggi, a nessuno cambierebbe davvero la vita. Non dico che non ci sarebbe nessuno a piangere per me, ma chi sentirebbe davvero la mia mancanza?
Sono giorni tristi, sono giorni difficili.
E queste feste non fanno altro che ricordarmi quanto poco ho fatto nella mia vita per farmi volere bene veramente.. (sogno tavolinate piene di amici, cena confusionarie, giochi da tavola ovunque, pizza infinita e viaggi last minute giusto per vederci un bel tramonto e tornare indietro...)
18.12.22
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Viaggi, Sogni e Segreti – Volume Unico
Scenari da sogno e situazioni da incubo, uomini e donne tanto affascinanti quanto inaffidabili, giochi di seduzione e sottili macchinazioni. Che ci si trovi a bordo di un panfilo nel Mediterraneo, nel bel mezzo di un safari in Africa o in quadro del Rinascimento, l’inconfondibile segno di Vittorio Giardino sa sempre creare atmosfere sospese nel tempo e pervase da una sottile inquietudine. E…
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Cinque sono le cose che un uomo rimpiange quando sta per morire. Non saranno i viaggi confinati nelle vetrine delle agenzie che rimpiangeremo, e neanche una macchina nuova, una donna o un uomo da sogno o uno stipendio migliore.
La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. Ed era la maschera creata dalla moda. La maschera di chi si accontenta di essere amabile. Non amato.
Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni.
Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza ”ti amo” a chi avevamo accanto, ”sono fiero di te” ai figli, ”scusa” quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.
Poi rimpiangeremo di non aver trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi avevamo sempre lì, proprio perché era sempre lì. E come abbiamo fatto a sopportare quella solitudine in vita? L’abbiamo tollerata perché era centellinata, come un veleno che abitua a sopportare dosi letali. E abbiamo soffocato il dolore con piccolissimi e dolcissimi surrogati, incapaci di fare anche solo una telefonata e chiedere come stai.
Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall'abitudine, dall'accidia, dall'egoismo, invece di amare come i poeti, invece di conoscere come gli scienziati. Invece di scoprire nel mondo quello che il bambino vede nelle mappe della sua infanzia: tesori.”
Alessandro D'Avenia
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Aurora boreale in Canada: come viverla con KIBO
Aurora boreale in Canada: come viverla con KIBO Un viaggio indimenticabile tra natura e cultura, con le offerte e le attività del tour operator specializzato in viaggi intercontinentali Viaggio in Canada per vedere l’aurora boreale con KIBO: le migliori offerte e le mete da non perdere Se sogni Vuoi vedere l’#auroraboreale in #Canada? 🌌 Parti con #KIBO per un #viaggio da sogno, con #offerte e #attività imperdibili. 🛫 Scopri #Yellowknife e l’#AuroraVillage, dormi in un #teepee e guida i #canidaslitta. https://ramingare.com/?p=8484 🐶😍 ... Read the full article
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22 ottobre 2023
È una data un pó speciale, e tu lo sai bene.
La mia parte più fantasiosa e romantica qualche anno fa aveva sognato molto in grande per questo giorno… poi la vita ti mette davanti delle opportunità, ed è giusto lasciare da parte per un attimo i sogni per concentrarsi su progetti non più importanti, ma più concreti.
E ad oggi ti dico: non importa il giorno o l’anno, non c’è data giusta o programmata. Magari sarà tra 5 anni e saremo anche noi nella “ruota degli anniversari”, o magari sceglieremo un anno diverso e sarà perfetto lo stesso.
Per ora ci accontentiamo del programmare viaggi da sogno, di quei due musetti che pur non ufficialmente nostri non riusciamo a farne a meno, del guardare dal divano il giardino in un giorno di pioggia e sentirsi orgogliosi di tutto quello che abbiamo.
Perchè se c’è una cosa che abbiamo imparato, è che a modo nostro viene tutto un pó meglio.
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Cinque cose che rimpiangeremo Cinque sono le cose che un uomo rimpiange quando sta per morire. E non sono mai quelle che consideriamo importanti durante la vita. Non saranno i viaggi confinati nelle vetrine delle agenzie che rimpiangeremo, e neanche una macchina nuova, una donna o un uomo da sogno o uno stipendio migliore. No, al momento della morte tutto diventa finalmente reale. E cinque le cose che rimpiangeremo, le uniche reali di una vita.
La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. Ed era la maschera creata dalla moda, dalle false attese nostre, per curare magari il risentimento di ferite mai affrontate. La maschera di chi si accontenta di essere amabile. Non amato.
Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni. Vorremmo chiedere scusa a tutti, ma non c'è più tempo.
Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza "ti amo" a chi avevamo accanto, "sono fiero di te" ai figli, "scusa" quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.
Poi rimpiangeremo di non aver trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi avevamo sempre lì, proprio perché era sempre lì. Eppure il dolore a volte ce lo aveva ricordato che nulla resta per sempre, ma noi lo avevamo sottovalutato come se fossimo immortali, rimandando a oltranza, dando la precedenza a ciò che era urgente anziché a ciò che era importante. E come abbiamo fatto a sopportare quella solitudine in vita? L'abbiamo tollerata perché era centellinata, come un veleno che abitua a sopportare dosi letali. E abbiamo soffocato il dolore con piccolissimi e dolcissimi surrogati, incapaci di fare anche solo una telefonata e chiedere come stai.
Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall'abitudine, dall'accidia, dall'egoismo, invece di amare come i poeti, invece di conoscere come gli scienziati. Invece di scoprire nel mondo quello che il bambino vede nelle mappe della sua infanzia: tesori. Quello che l'adolescente scorge nell'addensarsi del suo corpo: promesse. Quello che il giovane spera nell'affermarsi della sua vita: amori. (Alessandro D'Avenia - Ciò che inferno non è - Mondadori 2014)
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PAGATI PER VIAGGIARE IN CAMPER: IL LAVORO DEI SOGNI IN AUSTRALIA
Viaggiare in uno dei luoghi più belli del mondo ed essere pagati per farlo. Un’offerta di lavoro da sogno è stata lanciata dalla piattaforma di lavoro Deel e prevede uno stipendio di 5.000 dollari neozelandesi al mese (circa 3.000 euro) per avventurarsi con un caravan super accessoriato tra l’Australia e la Nuova Zelanda.
Si tratta di diventare ‘nomadi digitali’, cioè viaggiatori che creano contenuti digitali da pubblicare su una piattaforma di viaggi e sui social network e documentare il viaggio con fotografie, video, appunti e curiosità. Oltre allo stipendio è previsto il rimborso per tutti gli spostamenti, l’attrezzatura informatica e fotografica e il cibo. Per ottenere il lavoro bastano pochi requisiti, oltre alla patente di guida; essere un gestore di account social con un’esperienza di almeno tre anni, avere un passaporto valido e un’ottima conoscenza dell’inglese, oltre a una buona capacità di adattamento e di spirito di avventura. Si cerca una persona capace anche di organizzare riunioni in remoto e di intervistare persone e partner durante il percorso. L’orario di lavoro è flessibile e prevede viaggi di almeno sei mesi. Deel dichiara nel bando anche di essere interessata a qualcuno con un legame speciale con l’Australia e la Nuova Zelanda, anche i superfan de “Il Signore degli Anelli”.
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Fonte: Deel
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