#positroni
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noneun · 2 months ago
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Come l’antimateria ha salvato milioni di persone
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Quando, nel 1928, un giovane fisico britannico di nome Paul Dirac, nel tentativo di unificare la Meccanica Quantistica e la Relatività Speciale, formulò una delle equazioni più rivoluzionarie nella storia della fisica moderna, non poteva immaginare che avrebbe salvato milioni di vite umane.
La scienza ha spesso questo effetto collaterale: anche quando si studiano ambiti apparentemente molto astratti e lontani da qualsiasi applicazione pratica, si può fare una scoperta che, magari qualche decennio dopo, potrebbe portare allo sviluppo di tecnologie che miglioreranno drasticamente la qualità e durata della vita.
È proprio quello che è successo, in una maniera spettacolare, con Dirac e con l'equazione che porta il suo nome.
Continua a leggere su La Scimmia Sapiens.
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kon-igi · 4 months ago
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Mi ci rivedo molto in quello che hai raccontato sulla depressione e sull'effetto della sertralina... anche io avevo tanta paura di non essere più me stessa e invece forse si potrebbe quasi dire che mi ha permesso di essere più me stessa di quanto non lo sia mai stata... ora però ho un'altra paura: cosa succederà quando smetterò di prenderla? In questi anni di psicoterapia ho veramente imparato qualcosa o sto meglio solo ed esclusivamente grazie al farmaco? Tornerò ad essere schiacciata dal mondo come prima? Questa ora è la mia paura...
Questo è il più antico degli ask del periodo strano (era il 7 Maggio) e pur avendolo letto, ho dovuto aspettare tutto questo tempo per rispondere.
Perché?
Perché ancora una volta mi sono preso del tempo per capire cosa voglia dire 'essere se stessi' e chiedermi se, in fondo, anche il dolore di essere alla fine non faccia parte di questo.
Cerco di farti capire: a figlia piccola (22 anni) qualche mese fa è stato diagnosticato un disturbo borderline di personalità di lieve gravità, per un certo periodo ha assunto quetiapina con notevole beneficio e qualche settimana fa ha chiesto alla psichiatra se poteva sospenderla. L'interruzione non ha creato problemi e lei adesso lavora e vive i suoi rapporti affettivi interpersonali in modo equilibrato e sereno.
Ci sarebbe riuscita senza quetiapina?
Non credo.
Il merito è solo della quetiapina?
NO. Il farmaco le ha permesso di ritrovare quell'equilibrio necessario a riordinare la propria visione del mondo e del suo posto in esso ma se non ci fosse stata a monte volontà di equilibrio, il farmaco da solo sarebbe stato inutile.
A me sta aiutando la sertralina?
Può darsi che non ne avessi più bisogno perché, come mia figlia, penso di aver trovato un mio equilibrio
MA
è ancora un periodo molto strano e delicato... e ora vi dico perché.
Il 28 Giugno - una settimana dopo il mio compleanno - la mia compagna esegue una TAC del campo polmonare perché fumatrice di lunga data... i polmoni sono abbastanza decenti ma ai limiti del campo radiografico
In sede paravertebrale destra, sviluppata a ridosso dei somi di D11, D12 ed L1 si osserva tessuto solido amorfo, con diametri assiali di circa 72 x 17 mm ed estensione cranio-caudale di circa 62 mm, senza segni di diretta infiltrazione delle strutture adiacenti in particolare degli emisomi vertebrali e degli archi posteriori delle coste, meritevole di approfondimento diagnostico con PET/TC e valutazione in ambito specialistico (malattia linfoproliferativa?).
Tradotto in parole povere, tra i reni e le vertebre c'è una massa delle dimensioni di un plumcake che anche se non presenta metastasi potrebbe essere un linfoma.
Aprite una parentesi, metteteci dentro la più profonda delle disperazioni cosmiche, e poi chiudetela il 12 Luglio (due settimane dopo) quando la Tomografia a Emissione di Positroni ci dice che il mezzo di contrasto radioattivo non ha rilevato attività neoplastica nella massa amorfa.
Non è un tumore, insomma, e anche se io avevo cercato di far capire a lei e alle mie figlie che il corpo umano non è come le tavole di anatomia e che siamo pieni di cisti, fibromi, displasie, cavità ed escrescenze, quei 15 giorni sono stati pesantucci...
E ringrazio, quindi, di non aver sospeso la sertralina.
La prenderò tutta la vita?
NO
Sto ritrovando il mio equilibrio ma ora ho bisogno di tutte le mie forze per stare accanto alla mia compagna che ha smesso di fumare, di bere ed è pure a dieta, perché c'è chi gli basta la scienza e chi ha bisogno della paura di morire per riuscire a fare di meglio per stare meglio.
Di solito a me basta la scienza ma adesso ho anche un po' di paura che lei mi uccida con un gambo di sedano spalmato di maionese vegana.
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see-fee · 9 months ago
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Walking on Baleyworld
Made from this:
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pier-carlo-universe · 11 days ago
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PET: Cos'è, come funziona e a cosa serve la Tomografia a Emissione di Positroni
Scopriamo il significato e l'importanza del PET, un esame diagnostico avanzato per la rilevazione precoce di malattie come tumori e disturbi neurologici.
Scopriamo il significato e l’importanza del PET, un esame diagnostico avanzato per la rilevazione precoce di malattie come tumori e disturbi neurologici. La Tomografia a Emissione di Positroni, più comunemente nota come PET, è una tecnica di imaging medico avanzata che permette di analizzare in dettaglio l’attività metabolica dei tessuti del corpo. Questo esame diagnostico è fondamentale per…
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notiziariofinanziario · 3 months ago
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L’Aifa ha autorizzato la produzione di un nuovo radiofarmaco
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Il nuovo radiofarmaco approvato dall'agenzia italiana del farmaco verrà utilizzato nella tomografia a emissione di positroni per la diagnosi, il monitoraggio e la scelta terapeutica nei pazienti affetti da tumori cerebrali. La FET utilizzata nella PET migliora la diagnosi oncologica, consentendo una distinzione più precisa tra tessuti benigni e maligni. Questa sostanza è assorbita in misura inferiore nelle lesioni benigne del tessuto cerebrale rispetto a quelle tumorali, aumentando così l'accuratezza diagnostica. Il contrasto che crea con i tessuti sani circostanti permette, inoltre, un monitoraggio più dettagliato dell'evoluzione del tumore nel tempo, consentendo ai medici di osservare cambiamenti anche minimi e valutare con maggiore precisione l'efficacia delle terapie personalizzate. L’autorizzazione è il risultato di una collaborazione tra Cnr e Curium, azienda leader nel settore dei radiofarmaci. Da anni il laboratorio pisano del Cnr collabora con questa azienda per la produzione di farmaci speciali per la diagnosi dei tumori e per la ricerca clinica. Il via libera alla produzione in Italia del radiofarmaco, di cui Curium detiene i diritti di commercializzazione, rappresenta un punto di svolta significativo. Fino ad ora, infatti, l'utilizzo della FET era limitato a pochi centri specializzati di medicina nucleare dotati di ciclotrone o richiedeva l'importazione dall'estero, essendo autorizzato solo in Francia e Polonia. La sua scarsa disponibilità ne ha ostacolato l'uso routinario, privando molti pazienti di un'opzione diagnostica avanzata. L’officina produrrà il farmaco per il territorio nazionale secondo le Good Manufacturing Practices (GMP), disposizioni obbligatorie nella produzione di farmaci. L’importanza del radiofarmaco IASOglio emerge con chiarezza quando si considerano le statistiche sull’incidenza dei tumori cerebrali nella popolazione. “I gliomi, i tumori cerebrali primitivi più comuni, hanno un'incidenza di 4-5 per 100.000 individui all'anno e sono la seconda causa di mortalità per cancro negli adulti sotto i 35 anni e la quarta nei soggetti sotto i 54 anni. Il glioblastoma, una forma aggressiva e a rapida crescita, rappresenta più della metà dei gliomi, con un tasso di sopravvivenza media di circa 15 mesi e un tasso di sopravvivenza a 5 anni di circa il 5%”, afferma Michela Poli, tecnologo e site manager dell'officina farmaceutica di Cnr-Ifc. Una diagnosi precoce, sia della forma primitiva che della recidiva, è cruciale per aumentare le probabilità di successo dei trattamenti terapeutici. “Il potenziale della PET con FET per la diagnosi della forma primitiva, per l’identificazione precoce delle recidive e per la scelta delle terapie più adeguate, è già stato dimostrato da molti studi clinici e l’uso clinico è suggerito dalle associazioni mediche specialistiche, in un’ottica di medicina personalizzata”, continua Poli. Inizialmente, FET sarà utilizzata in collaborazione con il Dipartimento di medicina nucleare dell'Università degli studi di Pisa e, successivamente, sarà resa disponibile per la distribuzione su larga scala. Un contributo significativo a questo risultato va attribuito al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). La FET è infatti uno dei radiofarmaci inclusi nel Working Package 8 (Synthesis and production of tumor-targeted radionuclides, radiotracers and radiopharmaceuticals for clinical use) dello Spoke 1 del progetto Tuscany health ecosystem (The) in cui l’officina farmaceutica Cnr-Ifc produce radiofarmaci per uso clinico. “Grazie ai fondi di The, è stato possibile acquistare un nuovo modulo di sintesi, componente fondamentale dell’apparecchiatura utilizzata per la preparazione di questi particolari farmaci. Questo ha permesso la produzione di radiofarmaci difficilmente reperibili, come la FET”, aggiunge la dott.ssa Poli. L'officina farmaceutica di Cnr-Ifc è tra le poche strutture pubbliche nazionali autorizzate da Aifa alla produzione di radiofarmaci innovativi per sperimentazioni cliniche e per la distribuzione su larga scala, operando anche in collaborazione con soggetti privati. Il risultato che ha portato alla produzione italiana di IASOglio, infatti, è frutto di un lavoro di squadra tra il dipartimento di R&D di Curium Europe, Curium Italy, e il team di Cnr-Ifc: Jordan Collin, Alessia Danti, Marco Dicanio, Antonio Fiore, Letizia Guiducci, Salvatore Limpido, Francesco Martelli, Luca Minguzzi, Anna Notaro, Silvia Pardini, Michela Poli, Mauro Quaglierini, Mauro Telleschi Alessandro Zega. Read the full article
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newsnoshonline · 5 months ago
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La Cina potrebbe iniziare a costruire il più grande collisore di particelle del mondo nel 2027 La Cina e il suo Ambizioso Progetto di Collider di Particelle La Cina sta valutando la possibilità di costruire un enorme collisore di particelle, il Circular Electron Positron Collider (CEPC), con l’obiettivo di indagare sul bosone di Higgs e risolvere enigmi sull’Universo. Questo progetto da 5 miliardi di dollari potrebbe iniziare nel 2027. Obiettivo: Lo Studio del Bosone di Higgs Con un tunnel sotterraneo lungo 100 chilometri, il CEPC permetterebbe collisioni ad altissime energie tra elettroni e positroni, generando milioni di bosoni di Higgs. Questa ricerca mira a superare il Modello Standard, esplorando la natura della materia oscura e la
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maury-it · 6 months ago
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La tomografia ad emissione di positroni - http://www.youtube.com/watch?v=KDgwCxf92o0
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levysoft · 7 months ago
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La Strana Teoria Che C'è Un Solo Elettrone Nell'universo
Si stima che ci siano circa 1082 atomi nell'universo osservabile. Con ogni elemento della tavola periodica contenente almeno un elettrone, si può quindi tranquillamente presumere che ci siano almeno 10.000.000.000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000 di elettroni nell'universo osservabile.
Storie principali 00:18 01:12 Quanto Era Profondo Il Lago Manly, Il Lago Di Breve Durata Della Death Valley?Sondaggio Vaquita 2024: La Ricerca Del Mammifero Più Raro Del Mondo È In AttoCos'è Il PRP E Come Viene Utilizzato?I resti bruciati dei governanti Maya accenno alla rivoluzione politica infuocataQuesto Uccello Marino Fa La Migrazione Più Lunga Ogni Anno dall'Antartide all'ArticoWhat’s A "Supertaster" And Could You Be One?La svolta del vaccino potrebbe significare colpi a prova di futuro senza bisogno di richiamiIl buco nero stellare da record della Via Lattea ha la massa di 33 soli Cos'è Il PRP E Come Viene Utilizzato?
O puoi? Secondo una teoria proposta dal fisico teorico John Wheeler, che ha delineato i suoi pensieri in una conversazione con il collega fisico Richard Feynman, c'è solo un elettrone - sembra che ce ne siano molti altri perché si sta muovendo avanti e indietro nel tempo.
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Per quanto strano possa sembrare, è essa stessa una risposta all'incredibile stranezza degli elettroni. Gli elettroni, come altre particelle elementari, sono indistinguibili l'uno dall'altro. Hanno la stessa carica negativa, la stessa massa e lo stesso giro. Scambia un elettrone con un altro, e non sarai in grado di dirlo.
La sua antiparticella - il positrone - è anche indistinguibile l'una dall'altra, identiche nella carica, massa e spin. Stranamente, sono identici agli elettroni, a parte la loro carica positiva. Sono stati questi fattori che hanno portato Wheeler a suggerire che gli elettroni e i positroni erano in realtà solo una particella, carica negativamente mentre va avanti nel tempo e carica positivamente mentre va indietro nel tempo.
"Ho ricevuto una telefonata un giorno al college di laurea di Princeton dal professor Wheeler, in cui ha detto: 'Feynman, so perché tutti gli elettroni hanno la stessa carica e la stessa massa'", ha detto Feynman nella sua Nobel Lecture del 1965.
"Perché sono tutti lo stesso elettrone! E, poi ha spiegato al telefono, "supponiamo che le linee del mondo che normalmente consideravamo prima nel tempo e nello spazio - invece di salire solo nel tempo fossero un nodo tremendo, e poi, quando tagliamo il nodo, dal piano corrispondente a un tempo fisso, vedremmo molte, molte linee del mondo e questo rappresenterebbe molti elettroni, tranne una cosa. Se in una sezione questa è una normale linea del mondo di elettroni, nella sezione in cui si è invertita e sta tornando dal futuro abbiamo il segno sbagliato al tempo giusto - alle quattro velocità proprie - e questo equivale a cambiare il segno della carica, e, quindi, quella parte di un percorso agirebbe come un positrone""."
Ciò renderebbe una vecchia particella, essendo rimbalzata avanti e indietro nel tempo un numero davvero incomprensibile di volte. Mentre questo sarebbe un modo divertente per spiegare perché gli elettroni e i positroni condividono proprietà, è incredibilmente improbabile che sia corretto. Come sottolinea Feynman, non ci sono quasi tanti positroni quanto gli elettroni nell'universo, e c'è più materia che antimateria. Se i positroni e gli elettroni fossero la stessa particella elementare che va avanti e indietro nel tempo, ci si aspetterebbe che ci sia un numero pari.
"Beh, forse [i positroni mancanti] sono nascosti nei protoni o qualcosa del genere", è stata la spiegazione che Wheeler ha offerto, in modo piuttosto poco convincente. Sebbene sia un esperimento di pensiero, e probabilmente non dovrebbe essere preso sul serio, la telefonata ha avuto un impatto duraturo su Feynman, scrivendo un articolo su come i positroni possono essere descritti come se fossero elettroni che si muovono indietro nel tempo.
"Non ho preso l'idea che tutti gli elettroni fossero gli stessi da lui così seriamente come ho preso l'osservazione che i positroni potrebbero semplicemente essere rappresentati come elettroni che vanno dal futuro al passato in una sezione posteriore delle loro linee del mondo", ha aggiunto. "Questo, l'ho rubato!"
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Alzheimer: a che punto siamo con la diagnosi precoce
Da diversi anni la ricerca sta mettendo a punto sistemi per la diagnosi precoce dell'Alzheimer. Sapere in anticipo che si svilupperà una malattia è sempre importante, quando si tratta di malattie neurodegenerative lo è ancora di più. Si stima, infatti, che entro il 2050 ci saranno 150 milioni di malati di Alzheimer in tutto il mondo, di contro dovrebbero arrivare nuovi medicinali più efficaci. Nei giorni scorsi, in occasione del congresso nazionale della Società Italiana di Neurologia svoltosi a Napoli, si è fatto il punto sulla prevenzione della malattia e sui nuovi metodi per la sua diagnosi precoce. I test sulla memoria Per anni, il metodo principe per la diagnosi dell'Alzheimer sono stati i test cognitivi. Batterie distinte per valutare i vari aspetti del declino cognitivo che è uno dei segni più tangibili della malattia di Alzheimer. Presto, però, tali test hanno rivelato i loro limiti poiché il declino cognitivo può avere tante cause diverse e con il tempo sono diventati un esame aggiuntivo. In un momento successivo, la PET (Tomografia a emissione di positroni) è stata di grande aiuto per diagnosticare l'Alzheimer. La tecnica diagnostica medica di medicina nucleare utilizzata per la produzione di bioimmagini è stata in grado di individuare depositi di beta amiloide, tratto distintivo dell'Alzheimer, nel cervello in più di 10000 pazienti. Anche la PET, utilizzata da sola, ha, però, evidenziato i suoi limiti con un 15% di diagnosi errate. Inoltre è un esame molto costoso che viene generalmente utilizzato per quanti sono in cura presso centri specializzati e non come esame di routine. Pertanto risulta chiaro, così come evidenziato in occasione del convegno di Napoli, che l'approccio diagnostico più corretto è quello che combina strumenti clinici e test cognitivi. Diagnosi precoce dell'Alzheimer: i biomarcatori plasmatici Nell'intento di delineare delle linee guida per la diagnosi dell'Alzheimer più efficaci, gli studiosi hanno iniziato a prendere in considerazione i biomarcatori plasmatici. Secondo numerosi studi, i biomarcatori plasmatici avrebbero la stessa affidabilità di PET e analisi del liquido spinale nell'individuare le proteine dell'Alzheimer. Al tempo stesso sono un esame semplice e non costoso, l'ideale perché diventi un esame di routine. Al momento non sono stati individuati biomarcatori specifici, ciò nonostante rivestono un'importanza primaria. La loro comparsa nel sangue avviene molto prima che si possano riscontrare i segni della malattia nel liquido spinale o nel cervello; prima che il malato ne avverta i sintomi. Questo vuol dire che grazie a un semplice prelievo ematico sarà possibile diagnosticare la malattia prima che questa si manifesti. I 12 fattori di rischio dell'Alzheimer In attesa che gli studiosi scoprano i marcatori plasmatici giusti per diagnosticare precocemente la malattia di Alzheimer e che il test sia a disposizione della massa, possiamo concentrarci sulla prevenzione attraverso l'assunzione specifica di determinati comportamenti. Vediamo, allora, quelli che sono i 12 fattori di rischio Alzheimer: - Obesità - Ipertensione - Traumi cranici - Diabete - Depressione - Ipoacusia - Sedentarietà - Fumo di sigaretta - Eccessivo consumo di alcool - Pochi contatti sociali - Scarsa istruzione - Inquinamento atmosferico In copertina foto di Vlad Sargu su Unsplash Read the full article
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scienza-magia · 1 year ago
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Gravitazione universale influisce anche sull'antimateria
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Dove cade un’anti-mela? Sempre sulla testa, test condotti con una trappola magnetica variabile. Ottenute al Cern, dal team della collaborazione Alpha, le prime osservazioni sperimentali dirette di atomi di anti-idrogeno in caduta libera. I risultati, pubblicati oggi su Nature, indicano che l’antimateria – proprio come previsto dalla relatività generale di Einstein – è soggetta alla stessa attrazione gravitazionale della materia ordinaria.
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Ricercatori e tecnici della collaborazione internazionale Alpha del Cern alle prese con l’installazione dei componenti interni della camera Alpha-g nel 2018. Credito: Cern È ovunque in mezzo a noi, l’antimateria. Dalle apparecchiature diagnostiche per la Pet, – la tomografia a emissione di positroni, che sono appunto antimateria, per la precisione antielettroni – alle banane che acquistiamo al supermercato, che producono in media un positrone ogni 75 minuti ciascuna attraverso il decadimento dei nuclei di potassio. Ovunque in mezzo a noi ma in quantità irrisoria rispetto alla materia – e per fortuna, vien da dire, altrimenti non ci sarebbe nessuna delle due. Già, perché appena entrano in contatto materia e antimateria si distruggono a vicenda in un processo detto annichilazione. Dunque, pur ritrovandocela ovunque e pur sapendo da quasi un secolo della sua esistenza, ci sono ancora molte cose di questa ineffabile sostanza che non conosciamo. Anzitutto: perché nell’universo ce n’è così poca? In teoria, al momento del Big Bang non c’era ragione per cui la Natura dovesse favorire una forma rispetto all’altra. Una possibile spiegazione è che – gravitazionalmente parlando – materia e antimateria si respingano, invece di attrarsi. Dunque che non sia sparita, e che magari si sia solo “separata”. Va detto che è un’ipotesi suggestiva quanto altamente improbabile. Ma una cosa è ritenerla implausibile, un’altra è dimostrarlo sperimentalmente: la difficoltà di raccogliere e maneggiare l’antimateria senza farla annichilare rende infatti estremamente complesso qualunque esperimento di questo tipo. Ora però i ricercatori della collaborazione Alpha, al Cern, ci sono finalmente riusciti. I risultati che hanno ottenuto sono stati pubblicati oggi su Nature e riportano, per la prima volta, l’osservazione diretta di atomi di anti-idrogeno in caduta libera. Osservazioni che mostrano come l’antimateria sia soggetta alla stessa attrazione gravitazionale della materia ordinaria, proprio come previsto da Einstein sin dal 1915. «La teoria della relatività generale di Einstein», ricorda infatti Jonathan Wurtele, fisico del plasma dell’Università della California a Berkeley e membro della collaborazione Alpha, «afferma che l’antimateria dovrebbe comportarsi esattamente come la materia. E molte misure indirette indicano che la gravità interagisce con l’antimateria come ci si aspetta. Ma fino al risultato di oggi nessuno aveva mai compiuto un’osservazione diretta che potesse escludere, ad esempio, che l’anti-idrogeno si muovesse verso l’alto anziché verso il basso in un campo gravitazionale».
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Un rendering concettuale degli atomi di anti-idrogeno che cadono dal fondo della trappola magnetica dell’apparato Alpha-g. Quando gli atomi di anti-idrogeno fuoriescono, toccano le pareti della trappola e si annichiliscono. La maggior parte delle annichilazioni avviene sul lato inferiore della trappola, a dimostrazione del fatto che la gravità attira l’anti-idrogeno verso il basso. Crediti: Keyi “Onyx” Li/U.S. National Science Foundation Come ci sono dunque riusciti, i ricercatori della collaborazione Alpha, a dimostrare che gli atomi di anti-idrogeno – formati cioè da un antiprotone e dal suo positrone – se lasciati in balìa della sola forza di gravità, tendono a cadere, e non a salire? Lo hanno fatto con una sorta di “torre di Pisa” hi-tech in miniatura, potremmo dire, riferendoci al celebre esperimento attribuito a Galileo. E se quello con sfere di diversa massa era con buona probabilità solo un esperimento mentale, questo realizzato al Cern è quanto di più concreto si possa immaginare: una camera da vuoto cilindrica in grado di confinare gli anti-atomi con una trappola magnetica variabile, chiamata Alpha-g. Gli scienziati hanno poi ridotto l’intensità dei campi magnetici alle estremità superiore e inferiore della trappola, consentendo così agli atomi di anti-idrogeno di uscire nelle due direzioni. Man mano che gli anti-atomi lasciavano la trappola magnetica, finivano per toccare le pareti superiore e inferiore della camera, annichilando all’istante e lasciando così una traccia visibile ai rivelatori, che hanno provveduto a contarle. Per ridurre al minimo errori e incertezze, l’esperimento è stato ripetuto più volte, variando l’intensità del campo magnetico alle estremità superiore e inferiore della trappola. Risultato: quando i campi magnetici indeboliti erano esattamente bilanciati – dunque uguali in alto e in basso – circa l’80 per cento degli atomi di anti-idrogeno si annichilava nell’estremità inferiore della trappola. Insomma, quattro su cinque tendevano a scendere, più che a salire. Un risultato coerente con il comportamento che avrebbe una nube di comune idrogeno – dunque di normale materia – nelle stesse condizioni. «Abbiamo così escluso», conclude Wurtele riferendosi all’ipotesi di cui dicevamo poc’anzi, «che l’antimateria venga respinta, invece che attratta, dalla forza gravitazionale». Un risultato che conferma dunque l’opinione prevalente, in accordo con le previsioni della relatività generale, secondo cui l’antimateria dovrebbe risentire degli effetti della gravità come la materia ordinaria. Ciò però ancora non garantisce che non possa esserci una differenza nell’azione della forza gravitazionale sull’antimateria, precisa Wurtele: solo una misura più precisa potrà dirlo. Per saperne di più: Leggi su Nature l’articolo “Observation of the effect of gravity on the motion of antimatter”, di E. K. Anderson, C. J. Baker, W. Bertsche, N. M. Bhatt, G. Bonomi, A. Capra, I. Carli, C. L. Cesar, M. Charlton, A. Christensen, R. Collister, A. Cridland Mathad, D. Duque Quiceno, S. Eriksson, A. Evans, N. Evetts, S. Fabbri, J. Fajans, A. Ferwerda, T. Friesen, M. C. Fujiwara, D. R. Gill, L. M. Golino, M. B. Gomes Gonçalves, P. Grandemange, P. Granum, J. S. Hangst, M. E. Hayden, D. Hodgkinson, E. D. Hunter, C. A. Isaac, A. J. U. Jimenez, M. A. Johnson, J. M. Jones, S. A. Jones, S. Jonsell, A. Khramov, N. Madsen, L. Martin, N. Massacret, D. Maxwell, J. T. K. McKenna, S. Menary, T. Momose, M. Mostamand, P. S. Mullan, J. Nauta, K. Olchanski, A. N. Oliveira, J. Peszka, A. Powell, C. Ø. Rasmussen, F. Robicheaux, R. L. Sacramento, M. Sameed, E. Sarid, J. Schoonwater, D. M. Silveira, J. Singh, G. Smith, C. So, S. Stracka, G. Stutter, T. D. Tharp, K. A. Thompson, R. I. Thompson, E. Thorpe-Woods, C. Torkzaban, M. Urioni, P. Woosaree e J. S. Wurtele Guarda il servizio video su MediaInaf Tv: Read the full article
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bel-giorno-per-morire · 1 year ago
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Schema di funzionamento di un acceleratore lineare
un acceleratore lineare (o linac, da linear accelerator) è una struttura in grado di accelerare particelle cariche (protoni, elettroni, positroni, ioni pesanti, etc.), generate per mezzo di un cannone termoionico, un fotoiniettore o altri mezzi, lungo una linea retta.
Un linac standard (così come un acceleratore circolare) viene assemblato come successione di diversi elementi in cascata. Qualora la sorgente generi particelle in maniera continua, la prima parte dell'acceleratore sarà impiegata per la creazione di pacchetti (cioè piccoli gruppi) di particelle, mentre quella successiva sarà impiegata per l'accelerazione vera e propria delle particelle.
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wdonnait · 2 years ago
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Demenza frontotemporale : cos'è la malattia che ha colpito Bruce Willis
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/demenza-frontotemporale-cose-la-malattia-che-ha-colpito-bruce-willis/115584?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=115584
Demenza frontotemporale : cos'è la malattia che ha colpito Bruce Willis
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La demenza frontotemporale (DFT) è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce principalmente le aree del cervello associate all’uso del linguaggio, all’elaborazione delle informazioni sociali e alla regolazione del comportamento. A differenza della malattia di Alzheimer, che colpisce principalmente la memoria, la DFT può manifestarsi in modi molto diversi e può avere conseguenze significative per la qualità della vita del paziente e delle persone a lui vicine.
In questo articolo, esploreremo i sintomi, le cause, le diagnosi e le opzioni di trattamento della demenza frontotemporale.
Sintomi 
I sintomi della DFT possono variare notevolmente a seconda delle aree del cervello che vengono colpite. I primi sintomi spesso riguardano il comportamento e possono includere una perdita di interesse per le attività quotidiane, una tendenza a diventare socialmente inappropriati, ad esempio facendo commenti inappropriati o interrompendo le conversazioni, e una perdita di empatia o interesse per gli altri. La DFT può anche portare a problemi di linguaggio, come difficoltà a trovare le parole giuste, problemi di comprensione e una tendenza a ripetere le stesse parole o frasi.
Cause
Con il passare del tempo, i sintomi della DFT tendono a peggiorare e possono includere difficoltà nel prendere decisioni, nella pianificazione e nell’organizzazione delle attività quotidiane, nonché nella capacità di mantenere l’attenzione. In alcuni casi, i pazienti possono sviluppare comportamenti compulsivi o rituali, come il continuo lavaggio delle mani o la raccolta di oggetti. La depressione e l’ansia possono anche essere sintomi comuni della DFT.
La DFT è causata dalla morte progressiva delle cellule cerebrali nelle aree del cervello associate alla regolazione del comportamento e dell’uso del linguaggio. Tuttavia, non è ancora chiara la causa esatta della morte delle cellule cerebrali. Alcuni casi di DFT sono stati associati a mutazioni genetiche, ma questi sono relativamente rari. In molti casi, la causa della DFT rimane sconosciuta.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi della DFT può essere difficile, poiché i sintomi possono essere molto diversi e possono essere confusi con altre malattie, come la depressione o la malattia di Parkinson. Tuttavia, una serie di test può essere utilizzata per aiutare a identificare la DFT.
Questi possono includere una valutazione neuropsicologica per valutare la funzione cognitiva, test di imaging cerebrale, come la tomografia ad emissione di positroni (PET), e test genetici.Attualmente non esiste una cura per la DFT.
Tuttavia, ci sono alcune opzioni di trattamento che possono aiutare a ridurre i sintomi e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Questi possono includere farmaci per ridurre i comportamenti compulsivi, psicoterapia per aiutare i pazienti a gestire i loro sentimenti e le loro preoccupazioni.
Bruce Willis demenza frontotemporale : carriera
Il noto attore si è ammatato di questa patologia proprio nel 2022.
Bruce Willis è noto per i suoi ruoli di attore che interpretano personaggi duri e determinati, tuttavia, nella sua carriera ha dimostrato di avere una notevole versatilità, ironia e la capacità di variare i generi. La sua popolarità è stata consolidata dalla sua interpretazione del personaggio di John McClane nella famosa serie cinematografica “Die Hard”.
Il picco della sua carriera è stato raggiunto negli anni ’80 e ’90, grazie alla sua partecipazione a film di successo come “The Sixth Sense”, “Armageddon” e “Pulp Fiction”. Willis ha ricevuto cinque nomination ai Golden Globe, vincendone uno per la sua interpretazione in “Moonlighting”, ed è stato anche nominato tre volte agli Emmy, vincendone due.
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kon-igi · 8 months ago
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Salve doc, ho una curiosità ma perché i dottori ghostano molto spesso i pazienti?
(ovvio che dietro al lavoro, c'è la persona con tutte le sue cose della vita, belle, brutte, problemi, ecc)
Paziente: Dottore! Ho un tumore cerebrale! Ho cercato i sintomi su internet... stanchezza, mal di testa, insonnia, tachicardia... e sono quelli di un tumore cerebrale! Dottore: Considerata la sua anamnesi dubito fortemente che siano i sintomi di un tumore cerebrale. Le probabilità sono quasi zero. Paziente: Ma non zero! Mi faccia fare una tomografia a emissione di positroni! Dottore: Magari cominciamo con degli esami del sangue e un ansiolitico. Paziente (dopo gli esami): Anche se gli esami vanno bene i sintomi sono peggiorati! Devo fare una tomografia a emissione di positroni alla testa! Dottore: Ha preso l'ansiolitico? Paziente: Non serve a nulla contro il tumore cerebrale! Io ho bisogno di una tomografia a emissione di positroni! Dottore: Magari facciamo una TAC e le prescrivo degli antidepressivi. Paziente (dopo la TAC): La TAC è negativa perché non è precisa come la tomografia a emissione di positroni! Dottore: Ha preso gli antidepressivi? Paziente: Gli antidepressivi non servono per il tumore cerebrale! MI DEVE PRESCRIVERE UNA TOMOGRAFIA A EMISSIONE DI POSITRON COME C'E' SCRITTO SU INTERNET! Dottore: Credo che dovrò fare la prescrizione di un antipsicotico... Paziente: MA NON MI SERVE UN ANTIPSICOTICO! Dottore: A lei no ma a me sì... Paziente: Dottore! Paziente: DOTTORE! Paziente: DOTTORE PERCHE' VISUALIZZA E NON RISPONDE?!
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gaetaniu · 2 years ago
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La Via Lattea è parzialmente trasparente ai nuclei di antimateria leggera
La Via Lattea è parzialmente trasparente ai nuclei di antimateria leggera
Illustrazione artistica dello studio ALICE sulla trasparenza della Via Lattea all’antimateria. Le particelle di antimateria come i positroni e gli antiprotoni abbondano nel cosmo. Molto meno comuni sono gli antinuclei leggeri, composti da antiprotoni e antineutroni, che possono essere prodotti nella nostra Galassia attraverso collisioni di raggi cosmici ad alta energia con il mezzo interstellare…
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der-papero · 3 years ago
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Andiamo a rubare con Papero - Side lesson - Criptovalute - Part 4
Eccoci qua, cari Criptomaniaci Spregiudicati, riprendiamo l'argomento criptovalute, visto che la pensione non la vedrete mai, e non vi resta che capire se vale la pena investire quei quattro spicci che vi rimangono sul conto in economie volatili. Uso il "voi", perché io sto puntando a depositi più affidabili, come quello che utilizzava mia nonna.
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Ma mettiamo per un attimo da parte le nostre vicissitudini contabili.
Oggi proveremo a capire perché generare criptovaluta richiede più energia elettrica di quella che occorre per fare il polpettone nel forno e il lavaggio delle lenzuola a 90 gradi nello stesso momento, mentre l'Eva-01 si ciuccia tutta l'energia restante per fare fuori l'Angelo Ramiel con un colpo di un fucile sperimentale a positroni.
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Quello che abbiamo visto finora è che una criptovaluta altro non è che un registro dove vengono raccolte tutte le transazioni fatte dai possessori della valuta stessa. Abbiamo anche capito che ogni transazione è firmata digitalmente, e può essere eseguita solo se chi opera la transazione ha abbastanza valuta per poterla fare. L'ultimo problema che rimane da risolvere è chi detiene questo registro pubblico delle transazioni. Avevo anticipato che l'unico modo a "fiducia zero" fosse quello di dare ad ognuno una copia del registro, così che tutti avessero la stessa informazione.
Il problema è: come fare? Dobbiamo garantire che ogni possessore di valuta possa avere la stessa copia di tutte le transazioni, e ogni volta che viene effettuata una nuova operazione tutti gli altri possano essere aggiornati, e tutti devono poter certificare che tutti i registri sono autentici. Su Internet esiste una sola risposta a questo problema: E' IMPOSSIBILE, mettiamoci l'animo in pace, non ne parliamo più.
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Hai ragione, Mara, la lezione poteva tranquillamente finire qui, se non fosse che, un bel giorno del 2008, un pazzo assassino al nome di Satoshi Nakamoto se ne uscì con una roba tanto geniale quanto assurda quanto incomprensibile quanto allucinante, ovvero il concetto di blockchain. Fun fact, questo Nakamoto non esiste, ovvero non si sa chi sia, abbiamo solo un documento di specifiche scritto da questa persona, ma nessuno l'ha mai visto, non si sa se è una persona sola, o un gruppo di persone, o degli alieni che ci hanno lasciato questo PDF prima di ritornare sulla loro galassia.
Complottisti, ASSEMBLE!
https://bitcoin.org/bitcoin.pdf
Satoshi-chi-cazz-è sapeva che il problema non era risolvibile usando solo Internet come strumento, e usò un artificio matematico-informatico, partendo da questo ragionamento: siccome non posso fidarmi di Internet, e non posso fidarmi delle persone, facciamo in modo che ogni registro abbia, oltre alle transazioni, una informazione in più, una stringa, che in sé non significa nulla, però ha queste caratteristiche:
non deve essere frutto di un calcolo deterministico, l'unico modo per calcolare la chiave che genera quella stringa è tentare a cazzo
essendo frutto di un tentativo casuale, la probabilità di indovinare la chiave deve essere talmente bassa da richiedere un tempo lungo abbastanza da rendere praticamente impossibile la possibilità fregare il sistema in un periodo ragionevolmente sicuro
la difficoltà deve essere proporzionata al tempo medio che un gruppo di utenti richiede per indovinare la chiave
Il punto 2 lo vediamo nella prossima parte, esaminiamo i punti 1 e 3. Il punto 1 crea le basi per generare un blocco di quell’insieme di blocchi che costituisce una blockchain, il punto 3 è più specifico delle criptovalute, e fa in modo da non generare troppa moneta, facendone perdere il valore.
Il punto 1 ci spiega anche perché, nel mondo delle criptovalute, questa ricerca della chiave si chiama mining: essendo una operazione fatta su tentativi, ci si prova fino a quando non viene trovata la chiave, esattamente come cercare l'oro in una miniera.
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No, non si fa così, non fatelo a casa, poi vi spiegherò come nelle parti finali come fare (se riesco a capirci qualcosa).
Il metodo in sé è abbastanza semplice: si prende un gruppo di transazioni, altre informazioni (descritte nella prossima parte), e si deve indovinare un valore X tale per cui
SHA256( transazioni + altra roba + X ) = risultato
SHA256 è una funzione di hash, come le abbiamo viste nelle lezioni sulla crittografia, ovvero una funzione che trasforma un testo A in un altro testo B, in modo tale che sia impossibile (ovvero, serve un tempo infinitamente assurdo) capire, dato il testo finale B, quale fosse il testo A di partenza, ovvero una funzione matematica impossibile da invertire.
Il risultato è un testo che abbia delle caratteristiche di probabilità precise, così da sapere quanti tentativi occorrono, in media, per riuscire ad ottenerlo. Ad esempio, nel mondo di alcune criptovalute, tra cui Bitcoin, viene richiesto di trovare quel valore X tale che, combinato con le altre transazioni e con l’hash del blocco precedente (che vedremo nella prossima parte), dia un testo il cui  SHA256 sia una stringa con N zeri all'inizio. Non è proprio al 100% così, ma può essere presa come esempio per capire la difficoltà e il tempo medio per trovare il valore X.
Se ricordate la lezione sulla probabilità, se avete N monete, la probabilità di lanciare N monete in aria e avere una combinazione precisa (tipo, ad esempio, tutte testa), è 1/2^N. Esempio, se abbiamo 30 monete, la probabilità di avere 30 testa è 1/2^30, ovvero 1/1.073.741.824, ovvero poco meno di una su un miliardo, ovvero dobbiamo provare un miliardo di volte per avere, in media, la possibilità di vedere, almeno una volta, 30 testa di fila.
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Supponiamo di riuscire a tirare le 30 monete 10 volte al minuto: questo vuol dire che, per ottenere 30 testa, ci impiegheremo, in media, 74.565 giorni, ovvero poco più di 204 anni. Se però siamo in 1000 persone a fare questa operazione, con 30 monete ciascuno, sempre 10 volte al minuto a testa, ogni 3 mesi circa potrebbe esserci un vincitore. Il calcolo in sé non è corretto, perché non tiene conto delle probabilità congiunte, ma lasciamo stare i dettagli, seguitemi qualitativamente: capite da questo esempio che, all'aumentare dei partecipanti, la probabilità deve essere abbassata di conseguenza, per far sì che ci sia mediamente un vincitore nello stesso intervallo di tempo: se la probabilità non venisse abbassata, la probabilità che la chiave venga subito trovata sarebbe molto alta, visto l’alto numero di partecipanti (tradotto: più siamo a giocare, più culo abbiamo, semplicemente per il fatto che aumentano il numero di tentativi nello stesso arco di tempo).
Una volta scoperta la chiave, quel registro contenente quella lista di transazioni viene "pubblicato" al resto del mondo, e tutti possono verificare che il valore X è corretto, basta calcolare la funzione di hash sul blocco e verificare che il risultato torni. X viene definito "proof of work", ovvero la prova che del lavoro è stato eseguito per certificarlo. Il registro certificato viene inserito in una lista, chiamata blockchain, che vedremo nel dettaglio nella prossima parte.
E qui arriviamo al discorso del guadagno. Quando un nuovo blocco viene certificato, chi ha trovato la chiave viene ricompensato con della criptovaluta, quindi in quel blocco apparirà una transazione in più, dove al fortunato viene dato un certo quantitativo in criptovaluta, che potrà spendere.
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Quanta valuta riceve? Beh, qui dipende dalla politica di quella criptovaluta. Nel mondo dei Bitcoin, ad esempio, ogni volta che un blocco viene certificato viene emessa altra valuta, e più blocchi ci sono nel mondo meno valuta viene data al prossimo fortunato, per limitare la quantità di valuta totale presente in quel sistema economico (e questo ne fa salire ovviamente il valore, visto che devo lavorare di più per averne di meno), ma non deve essere al tempo stesso talmente esigua da scoraggiare i miner nel loro lavoro, altrimenti il sistema crolla.
Sappiamo già che le transazioni sono pubbliche, e possono essere visualizzate da tutti. Qui potete osservare il primo blocco Bitcoin mai emesso, il 9 gennaio del 2009: https://www.blockchain.com/btc/block/1. Contiene una sola transazione, che è la ricompensa del proof of work, pari a 50 BTC. Nel 2009 non so quanto valesse 1 BTC in euro o dollari, probabilmente nulla, visto che nessuno se li cagava.
L'ultimo blocco certificato, nel momento in cui sto scrivendo questa lezione, è stato rilasciato giorno 8 gennaio 2022 (https://www.blockchain.com/btc/block/00000000000000000003712c4b38137591d00140cd97d7ff77e60f782e9e19ba), al fortunato sono stati dati 6,25 BTC, ai quali corrisponde un importo al cambio corrente di 238.830 euro.
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Prima di far rigirare Marx nella tomba con i vostri orgasmi capitalisti, sappiate che l’attuale livello di difficoltà corrisponde a cercare una stringa di hash con un numero di zeri che va da 17 a 19, ovvero di 76 bit a zero nel caso peggiore, ovvero una probabilità di 1/2^76, ovvero 1 su un numero a 22 cifre, il più difficile superenalotto mai esistito, ma con milioni di persone che ci provano miliardi di miliardi di volte nello stesso momento, è possibile vincerlo.
Qui si innesta adesso il discorso della spesa e della resa, e qui mettiamo da parte un attimo la matematica complicata e facciamo due conti con le nostre tasche.
Facendo un po' di ricerche sul web, una scheda grafica tipo la NVIDIA GTX 570, che trovate a 170 euro su Amazon, riesce a calcolare 105 milioni di hash al secondo. Supponendo utopisticamente di essere da soli sul pianeta a cercare chiavi, alla difficoltà attuale, vi servono più di 3 milioni di anni per avere la prima botta di culo e trovare la stringa, ovvero dopo quando il pianeta Terra sarà completamente sott’acqua per il cambiamento climatico e il Sole avrà ingoiato la Terra, avrete trovato il primo hash. Forse. Bella l'economia virtuale, eh? Non sbattetevi a capire se gli esponenti son giusti, se avessi anche sbagliato i calcoli di qualche ordine di grandezza, è un tempo comunque schifosamente eterno. E adesso mi aspetto questo tipo di commento dai miei lettori:
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Per accelerare il calcolo, sono stati sviluppati circuiti dedicati (chiamati ASIC) che fanno una sola cosa, a differenza dei computer che sanno fare tutto, ma la fanno in modo superveloce. Da una ricerca, ho trovato questo modello, https://compassmining.io/hardware/bitmain/antminer-s19-pro-110-th-2a8da616-ebe3-4d11-82ab-531f2d5ab26a, che consuma più di quello che il vostro contatore è in grado di sopportare ed è in grado di calcolare 110 trilioni di hash al secondo, quindi 6 ordini di grandezza in più della NVIDIA di prima. Questa bestia costa più di 10.000 dollari, oltre a tutta l'energia elettrica che dovrete spendere per trovare la chiave. Rifacciamo i conti, sempre sull’ipotesi utopistica che siate gli unici a cercare la chiave nel pianeta: con cento e passa trilioni di hash al secondo vi servono in media 1157 giorni per trovare un hash, ovvero poco più di 3 anni.
Se adesso siamo in 1000 a cercare l’hash, facendo il calcolo errato e grossolano di prima, ci servono circa 2 giorni. Fate conto che, nel caso del Bitcoin, la difficoltà (a.k.a. più o meno quel numero di zeri iniziale) viene tarata ogni due settimane, sulla base dei “minatori” disponibili, in modo tale da avere un blocco, quindi nuova valuta, circa ogni 10 minuti.
In soldoni: dovete spendere tantissimo in energia e capitale iniziale, per gareggiare con gli altri, e se vi va di culo, ma mooooolto di culo, avrete fatto jackpot. Chi sono i vostri avversari? Beh, li potete trovare qui:
https://www.sunbirddcim.com/blog/largest-bitcoin-mining-farms-world
Top player, Dailan, in Cina, riesce a calcolare 360 milioni di trilioni di hash, consumando al mese qualcosa come più di un milione di dollari in elettricità. Le grandi corporazioni, visto il forte valore di alcune criptovalute, ci si son buttate a pesce, potendoselo permettere, consumando l'equivalente energetico di quello che basterebbe per farci trovare un altro pianeta in un'altra galassia e ricominciare ad inquinare anche la nostra nuova casa. Secondo il Cambridge Center for Alternative Finance (CCAF), fare mining di Bitcoin attualmente consuma 110 Terawattora all’anno, ovvero lo 0,55% della produzione elettrica globale, ovvero il consumo annuo di paesi come Malaysia o Svezia. E stiamo parlando del solo Bitcoin, eh. E’ sostenibile una roba simile, dal punto di vista politico e considerando i troiai ambientiali nei quali viviamo?
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Cara Greta, ormai questo mondo l’abbiamo fottuto alla grande, per quanto io stimi tantissimo la tua determinazione nel cambiare le cose, mi sa che non ci resta che schiattare. Ma torniamo ad inquinare sul pezzo.
Lo so che state pensando: meglio l'agricoltura, fa bene al cuore, all'anima e al portafogli. E avete ragione. Però, se proprio volete provarci anche con poco, potete ricorrere al famoso proverbio "l'unione fa la forza": esistono, nel mondo, i "mining pool", ovvero persone che si mettono insieme e cercano allo stesso momento, con un nome unico, la chiave. In caso di vittoria di uno dei partecipanti, si divide in parti più o meno uguali (a seconda delle politiche del pool). Si guadagna molto meno, ma aumentano le probabilità di riuscire. Da qui a capire se possa convenire o meno, non saprei dirvi.
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Non vi lagnate, ho detto che vi avrei spiegato le criptovalute e la blockchain, non come diventare schifosamente ricchi, altrimenti non sarei qui a riempirvi di fregnacce.
Nella prossima lezione vedremo il punto (2), punto che ha dato la nascita al concetto di blockchain.
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solemnduty-blog · 7 years ago
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       @positroniic   /   @chaied        i’m  resigning  from  starfleet
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