#pontiggia
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Lorenzo Pontiggia | Photo by Christopher Beutel Photography
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Dicevamo?
«Scusatemi le digressioni, ma io non faccio altro. E chi lo conosce più il discorso principale?»
G. Pontiggia, Il raggio d'ombra [1983], Milano, Mondadori, 2015
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L'essenziale non è quello che si sa,
ma quello che si è.
Giuseppe Pontiggia
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“ Non ho mai capito perché nell’inconscio le ferite non si rimarginano. Quasi tutte le ferite si rimarginano, ma nell’inconscio sanguinano tutta la vita. Forse perché sono inconsce, cioè le conoscono tutti tranne l’interessato. Alfredo non si rendeva conto, almeno in apparenza, di odiare Paolo. Una volta gli avevo descritto, con pazienza, la condizione di suo fratello e l’avevo confrontata con la sua. «E allora?» mi aveva chiesto. «E allora devi aiutarlo.» «Perché, non lo faccio?» «No, tu fai il contrario.» Non dimenticherò mai il suo pianto, prima quèrulo, poi sempre più alto. Ero riuscito a interromperlo solo scuotendolo. «Ragiona!» gli avevo gridato sul viso. «L’ultima cosa che dovevi dirgli» mi aveva confortato la mia amica. «È solo l’amore che può lenire le ferite. Tu devi amarlo più di prima.» Io però lo amavo sempre meno. Era questo che mi preoccupava. Tutto si può comandare tranne ciò che si prova. Eppure gli altri non fanno che suggerirtelo. Costruiscono sistemi coerenti, postulano comportamenti matematici e traggono deduzioni inevitabili. Se ami devi reagire così. Ma io provo cose diverse. Franca se ne stupisce sempre meno, l’altra mi accusa. Quante volte ho finto di reagire come si aspettavano? Certo la mia era una finzione, ma siamo sicuri che il loro teorema fosse rigoroso? E che le reazioni che io simulavo fossero le uniche «giuste»? La vita ne sa di più che un teorema. Comunque io le sentivo ingiuste, almeno per me, e forse maturare è rispettare l’ingiustizia delle proprie reazioni. Forse maturare è sostituire alla giustizia delle convenzioni l’ingiustizia della libertà. Anche se questa - me ne sto rendendo conto - potrebbe essere l’introduzione a un manuale del criminale. “
Giuseppe Pontiggia, Nati Due Volte, Mondadori, 2006¹¹ [1ª ed. 2000], pp. 67-68.
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Outsider Art in Italia
Arte irregolare nei luoghi della cura
Bianca Tosatti
Skira, Milano 2003, 152 pagine, 161 ill.a colori, 21 x 28cm, ISBN 9788884915764
euro 40,00
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L’Associazione Onlus Progetto Itaca sviluppa le sue iniziative nel campo della salute mentale: la sensibilizzazione, l’informazione e la prevenzione, l’accompagnamento e il sostegno del paziente e dei suoi familiari durante la cura, la riabilitazione e l’eventuale inserimento lavorativo.Proprio il pensiero della riabilitazione ha portato Progetto Itaca a promuovere alcune iniziative volte a dare dignità a persone con problemi mentali. Con questo obiettivo – e visti i risultati ottenuti all’interno dei laboratori artistici e terapeutici di alcuni dei maggiori ospedali psichiatrici nella produzione di arte figurativa – si è pensato di far conoscere al pubblico veri artisti che vivono in condizioni diverse. Dal 2000 l’Associazione è impegnata nell’organizzazione dell’asta "Outsider Art in Italia", con la quale si intende offrire una ribalta concreta e importante dove questi nuovi artisti diventino protagonisti anche del mercato e i loro lavori possano ricevere un riconoscimento che li inserisca a pieno titolo nella società. Gli outsiders sono artisti diversi, fuori schema e privi, per quello che la patologia stessa comporta, di condizionamenti. Lavori di grande energia; di poetica e dirompente forza creativa di autori che non seguono le mode, che non sono allineati a movimenti o a gruppi di tendenza ma che esprimono nella forza dei loro colori, nell’originalità delle forme che riportano ad archetipi ricorrenti e unici dell’ossessione patologica, una creatività spontanea, indipendente e del tutto individuale. L’obiettivo principale dell’impegno dell’Associazione, tramite l’asta e il catalogo, non è tanto l’aspetto clinico della terapia tramite l’arte, quanto lo sguardo di attenzione vero, il riconoscimento di contenuti propri in termini artistici, quindi di una divulgazione convinta sul senso di dignità esistenziale di un mondo diverso e del suo indubitabile valore estetico.
05/05/23
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«Noi siamo catene di desideri, ogni desiderio un anello. E spezzare questa catena è impossibile. Solo la morte ci riesce, ma non possiamo augurarcela.» Qualche testa in platea si mosse. «Il problema è, come sempre, un altro.» Inclinò il busto verso il pubblico: «Noi amiamo le catene.» Si sollevò gradualmente. «Guai se non ci fossero. Saremmo liberi. Ma gli uomini vogliono una sola libertà, quella di non scegliere.»
#La grande sera#La grande sera citazioni#citazioni#citazione#citazioni libri#citazione libro#libertà#catene#Giuseppe Pontiggia#Giuseppe Pontiggia citazioni#narrativa
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Mario Sironi
#Art and Fascism#Elena Pontiggia#Mussolini and art#Novecento Italiano#Italian Futurism#Margherita Sarfatti#Rodari#Mario Sironi
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Spetta al pubblico scoprire anche nelle movenze all’apparenza più serie la vena ironica, lo spunto parodico, con cui Pontiggia rende i suoi personaggi emblemi dell’umano
Il medesimo principio saggistico della «totalità del non totale», del frammento cosmico che fa «risplendere» l’intero «senza però asserirne la presenza» <328, viene sfruttato da Giuseppe Pontiggia quando assembla il suo repertorio esistenziale, in cui un numero ristretto di “Vite di uomini non illustri” (1993) basta a descrivere un microcosmo universale di ordinarietà, in divenire come lo schema…
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Spetta al pubblico scoprire anche nelle movenze all’apparenza più serie la vena ironica, lo spunto parodico, con cui Pontiggia rende i suoi personaggi emblemi dell’umano
Il medesimo principio saggistico della «totalità del non totale», del frammento cosmico che fa «risplendere» l’intero «senza però asserirne la presenza» <328, viene sfruttato da Giuseppe Pontiggia quando assembla il suo repertorio esistenziale, in cui un numero ristretto di “Vite di uomini non illustri” (1993) basta a descrivere un microcosmo universale di ordinarietà, in divenire come lo schema…
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G. Pontiggia, Goloso, in "La morte in banca".
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Lorenzo Pontiggia | Cleveland Ballet | Photo by Kaela Ku
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Bisogna!
Il compito delle persone che hanno intelligenza è di esercitarla anche per conto degli altri.
G. Pontiggia, La grande sera [1989], Milano, Mondadori, 1996 [edizione revisionata dell'originale dall'autore nel 1995]
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ANTIDETTI
Chi si accontenta non gode.
Il dolce far tutto.
L'assente ha sempre ragione.
Le parole volano gli scritti anche.
L'occasione fa l'uomo onesto.
Non lasciare l'incerto per il certo.
Nuotare nella povertà.
Oggi a me, domani a me.
Giuseppe Pontiggia
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“Pochi versi, ma veri.
Valgano per te, come per me.
Che siano limpidi – per guardare il cielo alto
– e severi, se così è il tuo animo.”
Giancarlo Pontiggia
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Era convinto che la complicità degli amanti nasce dalla felicità di essere bambini da adulti. E certi giochi d'amore sono un riflesso del passato e insieme la luce del presente.
Giuseppe Pontiggia
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Pontiggia Giuseppe, a cura di Daniela Marcheschi, "Un libro che divorerei": pareri di lettura, Palingenie editore, Venezia, 2024
scheda dell’editore: Un libro che divorerei – Giuseppe Pontiggia Un Pontiggia inedito e ‘privato’, nella veste di impareggiabile consulente editoriale. Lettore appassionato, vorace e onnivoro, pertinace bibliomane, Giuseppe Pontiggia era come fatalmente predestinato a quell’invisibile ruolo di consulente editoriale che, per decenni, affiancò alla pubblica attività di scrittore. Ma anche il…
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