#poesie sulla luna
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Whispers of the Moon: Un Viaggio Poetico tra la Natura e l’Anima. Recensione di Alessandria today
La nuova raccolta di Eleanor Grace: versi delicati che catturano l’essenza della natura e delle emozioni umane.
La nuova raccolta di Eleanor Grace: versi delicati che catturano l’essenza della natura e delle emozioni umane. Whispers of the Moon, scritto dalla poetessa americana Eleanor Grace, è una collezione di poesie che si immerge nell’intimità dell’anima umana, esplorando la bellezza della natura, la nostalgia e la ricerca di connessioni profonde. Attraverso i suoi versi, Grace riesce a fondere…
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MOCK MOONS. Poesie e fotografie sulla luna bugiarda. Poesie di Massimo Grasso, fotografie di Alberto Benedetti - Fefè Editore
MOCK MOONS Poesie e fotografie sulla luna bugiarda Poesie di Massimo GrassoFotografie di Alberto Benedetti Prefazione di Paolo Camarri, postfazione di Lucio Saviani Fefè Editore IL LIBRO DA TAVOLO porta le mock moons nella nostra vita quotidiana. Il primo libro da tavolo a spirale stand-up un libro-oggetto • un oggetto-libro un libro-oggetto-regalo poesia + fotografia + scienza. Le “mock moons”…
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Storia Di Musica #330 - Franti, Il Giardino Delle Quindici Pietre, 1986
Nel cartone della soffitta il disco di oggi è quello più emozionante. Lo è per la rarità, per la qualità, per la storia che lo accompagna. Quando ho detto a mio papà che avevo ritrovato questo disco, sebbene con piccole macchie di umidità sulla copertina, si è emozionato un po’. Fu un regalo di una persona che lavorava alla Lega Coop in Piemonte, che volle regalargli questo disco dato che conosceva la storia di questa formazione e li andava a sentire quando suonavano nei centri sociali. La storia di questa formazione è in un modo del tutto particolare, unica e irripetibile e ha segnato una parte non così piccola del rock italiano, nonostante siano oggi, ahimè, sconosciuti. Tutto comincia a Torino, seconda metà anni ’70. Un gruppo di compagni di scuola, Stefano Giaccone al sax, Massimo D'Ambrosio al basso, Marco Ciari alla batteria e Vanni Picciuolo alla chitarra, con le incursioni vocali di Lux, cantante dei Deafear, formano un gruppo, la Guerrilla’s Band, che dopo tanta gavetta si autoproduce due singoli su cassetta, No Future e Last Blues, nel 1981. Poco dopo convincono una cantante, Marinella Ollino, in arte Lalli, a diventare la cantante del gruppo. Che ne frattempo cambia nome in Franti, dal nome del personaggio del libro Cuore di Edmondo de Amicis, sinonimo di insubordinazione. Passano dal jazz rock con evidenti omaggi e riferimenti al rock progressivo della scena di Canterbury ad un eclettico mix di jazz, rock, punk, funk che non ha paragoni. Oltretutto, si autogestiscono in tutto, dall’organizzazione alla produzione (non si iscriveranno mai alla SIAE) e fonderanno una propria etichetta discografica, la Blu Bus, con cui produrranno i lavori dei valdostani Kina e di un famoso gruppo “hardcore punk” di Torino, i Contrazione. La formazione ruota intorno a Giaccone, Picciuolo e Lalli, ma in ogni occasione suonano amici, musicisti invitati, quelli della prima ora e band di compagni che condividono gli ideali dei nostri in una sorta di collettivo musicale, tra l’ensemble e una comunità artistica. Prima prova discografica sono le 500 copie di Luna Nera, uscita solo in cassetta e poi in vinile, nel 1985, quando pubblicano Schizzi Di Sangue, sempre su musicassetta e sempre stampata in pochissime centinaia di copie, opera questa che unisce poesia e canto, altra prerogativa della band. La scena alternativa italiana, politicizzata, antagonista, desiderosa più che mai di contribuire ad una descrizione della vita vera nelle canzoni, ha un colpo fortissimo quando i CCCP passano ad una etichetta “commerciale, la Virgin. Sembra il tradimento di ogni cosa. Ma nello stesso anno arriva il disco di oggi, che nonostante il successo molto relativo, rimane un esempio formidabile di quello spirito tradito.
L’idea del titolo nasce da una leggenda del Giappone medievale secondo la quale a Kyoto, voluto da un illuminato imperatore, esista un giardino con quindici pietre, ma da qualsiasi punto lo si osserva se ne scorgono sempre e solo quattordici. Il Giardino Delle Quindici Pietre esce nel 1986 in edizione limitata a 1550 copie (che è quella che stava nella scatola). In accompagnamento, un libretto che oltre che i testi raccoglie poesie, idee politiche, spunti per le discussioni dopo i concerti, pagine di libri mai scritti, poesie, disegni. Il disco fu registrato al Dynamo Sound Studio dal febbraio al maggio 1986 tranne una traccia registrata nel febbraio 1985 al Synergy Studio. È un disco universo, fatto di passioni musicali e politiche, dove i generi, anche di arti differenti (cinema, recitazione, arte figurative) si mescolano a frammenti di punk che esplodono dopo musiche jazz, un disco che ammalia e affascina. Si apre con un testo del cantante giamaicano Linton Kwesi Johnson, che diventa Il Battito Del Cuore, un brano reggae-dub dove Lalli recita e non canta il testo e Giaccone ricama di sax. Acqua Di Luna, che è del 1985, è ipnotica. L'Uomo Sul Balcone Di Beckett è un’amarissima analisi, quasi una ode dolente, alla natura metropolitana umana, che finisce così: Perché quei fantasmi che si siedono con me a fumare sul terrazzo, che girano la chiave della mia serratura nel cuore della notte, che mi tengono la mano quando ne ho bisogno, non potrebbero esistere in nessun altro luogo. Every Time, uno spettacolare afro blues, chiude la prima facciata. Ai Negazione che apre il lato b è un frammento molto accelerato di No Future, Hollywood Army esprime la loro idea politica con un capolavoro hardcore, ma è Big Black Mothers il brano musicalmente più stimolante, riprendendo l’idea primigenia di commistione tra jazz-rock e progressive ma che alla fine, nell’intreccio delle due voci, termina nuovamente hardcore. Micrò Micrò è un omaggio Demetrio Stratos, leggendario cantante degli Area, che è poi seguita da uno strumentale, Elena 5 e 9, meraviglioso e struggente. Nel Giorno Secolo ha come testo una poesia di Mario Boi, dalla raccolta poetica Piani Di Fuga. Chiude il disco il jazz elettrico dei Joel Orchestra, band bolognese di simile fattura e amica dei nostri, con À Suivre, tra il Nino Rota felliniano e sogni simili, dove spicca il piano elettrico di un grande collaboratore dei Franti, Paolo "Plinio" Regis.
Nel 1987, viste anche le mutate condizioni politiche e sociali, il gruppo di scioglie: nel 1988 pubblicano un cofanetto antologico, che diventerà leggendario, dal titolo eloquente di Non Classificato. Seguono progetti diversi: collaborazioni, decine di progetti, tra cui ricordo che i soli Giaccone e Lalli fondarono gli Orsi Lucille e gli Howth Castle. Ma soprattutto rimangono fedeli a quell’appunto di lotta e coerenza, sintetizzato dalla frase che accompagnava il loro cofanetto antologico Non Classificato: “…la fine di una spirale ne genera un'altra, se l'aquila ha abbastanza cielo per volare. A presto, FRANTI”
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Sempre amei o céu, tanto de dia, quanto a noite...Aprecio sua beleza e inspiração que ela nos dá...As vezes me sinto como a lua, solitária, porém, fazendo companhia a todos ao meu redor...Já amei tanto uma pessoa que para mim era como se ela fosse o meu universo...Sentia o amor tão grande, que a alegria transbordava a todos ao meu redor...Quando amar alguém, seja o melhor até o último dia...E sempre valorize o amor de cada um por você...Não deixe de demonstrar, e não ignore uma pessoa que te ama...Uma pessoa que prepara para você, textos lindos e fofos, e poesias...Que da o melhor de si todos os dias...Uma pessoa que se preocupa e tem saudades de você...Que te ama incondicionalmente...Neste fim as palavras não são minhas, mas são verdades, nunca ignore, porque talvez um dia você poderá acordar e perceber que perdeu a lua enquanto contava as estrelas...
Siempre me ha encantado el cielo, tanto de día como de noche... Aprecio su belleza y la inspiración que nos da... A veces me siento como la luna, sola, pero haciendo compañía a todos los que me rodean... Ahora amé un persona tanto que para mí era como si fuera mi universo... Sentí el amor tan grande, que la alegría desbordaba a todos los que me rodeaban... Cuando ames a alguien, sé el mejor hasta el último día... Y valora siempre el amor de cada persona por ti... No dejes de demostrarlo, y no ignores a una persona que te ama... Una persona que prepara para ti, bellos y lindos textos, y poemas... Que te da lo mejor de ti cada día... Una persona que te importe y te extrañe... Que te ame incondicionalmente... Al final las palabras no son mías, pero son verdades, nunca las ignores, porque tal vez algún día tú despertarás y te darás cuenta de que perdiste la luna mientras contabas las estrellas...
I have always loved the sky, both day and night...I appreciate its beauty and the inspiration it gives us...Sometimes I feel like the moon, lonely, but keeping company with everyone around me...Now I loved a person so much that for me it was as if they were my universe... I felt the love so great, that joy overflowed to everyone around me... When you love someone, be the best until the last day... And always value each person's love for you... Don't fail to show it, and don't ignore a person who loves you... A person who prepares for you, beautiful and cute texts, and poems... Who gives the best of you every day... A person who cares and misses you... Who loves you unconditionally... In the end, the words are not mine, but they are truths, never ignore them, because maybe one day you will wake up and realize that you lost the moon while counting the stars...
Ho sempre amato il cielo, sia di giorno che di notte...apprezzo la sua bellezza e l'ispirazione che ci dà...A volte mi sento come sulla luna, solitario, ma in compagnia di tutti quelli che mi circondano...Ora ho amato un persona così tanto che per me era come se fosse il mio universo... sentivo l'amore così grande, che la gioia traboccava in tutti quelli intorno a me... Quando ami qualcuno, sii il migliore fino all'ultimo giorno... E valorizza sempre l'amore di ogni persona per te... Non mancare di dimostrarlo, e non ignorare una persona che ti ama... Una persona che prepara per te testi e poesie belli e carini... Chi ti regala il meglio di te ogni giorno... Una persona che si prende cura di te e che ti manca... Che ti ama incondizionatamente... Alla fine le parole non sono mie, ma sono verità, non ignorarle mai, perché forse un giorno tu ti sveglierai e realizzerai che hai perso la luna mentre contavi le stelle...
Fonte: 1Vidapoeticando 🌺 🍃
Fonte: 1Vidapoeticando 🌺 🍃
Fonte: 1Vidapoeticando 🌺 🍃
Amo ❤️
Tão linda essa música 🎶 🥰 💕
❤️ ❤️ ❤️ ❤️
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Non voglio forse,
voglio presto.
Sono le 5 del mattino. È mezzogiorno.
È il crepuscolo che sta diventando buio.
Ascolto la musica.
Mastico alcune poesie selvagge
mentre il tempo scorre lento
come se avessi tutto il giorno.
Questo è quello che ho.
La noiosa sbornia dell'attesa,
il rossore del mio cuore sull'erba umida,
la luna dal volto di fiore.
Un gabbiano cova sulla riva
dove un momento fa ce n'erano due.
Dolcemente la mia mano destra accarezza la mia mano sinistra
come se fossi tu.
Mary Oliver, Piccola poesia d'amore, da Cavalli blu, 2014
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AI, AI, Pavese!
Se ne scrive così spesso, di Cesare Pavese, da credere che ormai anche l'AI/IA ne sappia abbastanza, invece, alla richiesta di visualizzare la lista di romanzi di Cesare Pavese, candidamente mi risponde:
Povero Gesualdo Bufalino, privato all'improvviso del suo romanzo, peraltro pubblicato nel 1981 e lui vivente.
Scritto in piccolo, ChatGPT aggiunge: ChatGPT può commettere errori. Considera di verificare le informazioni importanti. (sic!)
Copiaincollo di seguito il testo dell'immagine sopra, per pura cattiveria: un altro avvertimento a piè di risultato recita infatti: Le chat potrebbero essere esaminate e utilizzate per addestrare i nostri modelli.
Vi immaginate l'AI/IA che si addestra sui suoi stessi risultati sbagliati???
Cesare Pavese è uno dei più importanti scrittori italiani del Novecento, noto per i suoi romanzi che esplorano temi di solitudine, alienazione e la condizione umana. Ecco una lista dei suoi romanzi principali: "Il mestiere di vivere" (1935) – Anche se è più conosciuto come un diario, offre una visione profonda della sua esperienza e della sua arte. "La casa in collina" (1948) – Racconta le esperienze di un uomo che vive in una casa su una collina durante la Seconda Guerra Mondiale. "La luna e i falò" (1950) – Uno dei suoi romanzi più celebri, che narra la storia di un ritorno alle origini e riflette sulla identità e la solitudine. "Tra donne sole" (1950) – Una raccolta di racconti che esplora le difficoltà e le esperienze di diverse donne. "Il carcere" (1949) – Un romanzo che riflette l'esperienza di Pavese durante la sua detenzione politica e le sue riflessioni sul tema della libertà e della reclusione. "Diceria dell’untore" (1962) – Pubblicato postumo, questo romanzo è spesso considerato il suo capolavoro e narra la storia di un malato di tubercolosi in una sanatorio. Cesare Pavese ha scritto anche numerosi racconti e poesie che arricchiscono la sua produzione letteraria. La sua opera è fondamentale per comprendere le dinamiche della letteratura italiana del Novecento.
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Ieri sono giunta all'ultima pagina del quadernino dove, quasi quotidianamente, cercavo di trovare 10 cose che mi piacessero in modo da essere grata per queste cose/ persone ed al contempo per fare si, una volta finito il quadernino, di comprendere cosa ricorreva di più e quindi ciò che mi piace davvero rispetto a ciò che era passeggero.
Questo è il risultato, ovviamente ci sono anche altre cose che mi piacciono, ma ciò che è rimasto nel tempo (più di un annetto) sono queste cose:
L'inverno
Il nero
Il tiramisù
La pioggia
Il mare
Il blu
Scrivere, soprattutto a mano (lettere,testi, poesie, canzoni)
Disegnare
Le lasagne
Il thè (soprattutto il thè nero e quelli alla vaniglia e all'arancia e cannella della Twinnings)
Gli abbracci
Il rosa
I fiori di ciliegio
I soffioni
I baci sulla fronte
Cantare
Il colore Tiffany
Tutto ciò che è vintage
L'antiquariato
William Shakespeare
Il cappuccino (Con molta schiuma, quello solubile della Nescafé, o quello con la cannella)
Che mi vengano accarezzati i capelli
La musica (soprattutto da giradischi)
Halloween
Natale
Le arance
Le margherite
I profumi da uomo
La cannella
I palloncini
I baci perugina
Le pesche
Il vento estivo
Il limone
Il Giappone
Vienna
La sacher
Ballare
Il verde
Harry Potter
The Mentalist
I tacchi (anche se non so camminarci)
I tulipani
I bambini che ridono
Fare la spesa
I Queen
Tiziano Ferro
Sperimentare
I braccialetti con le conchiglie
I maglioni di lana
Gli ombrelli colorati
I bomboloni alla crema
Il lillà
Le ombre degli oggetti
Il rossetto rosso
Le borse in tela
I cartoni Disney
Death note
Demon slayer
Il ramen
Gli anni 50' e 80' della moda
Emma Watson
Le canzoni italiane "vecchie"
I delfini
I pop corn
Vedere i film al cinema
Andare a teatro
Cantare quando non c'è nessuno
Inventare nuove parole
Aiutare gli altri
Il bianco
L'odore della terra bagnata quando piove
I sottobicchiere in sughero
Le parigine
Stitch
I lecca lecca alla Coca-Cola
Le candele
Le luci di Natale
Suonare il pianoforte
Gli accordi di chitarra
L'odore della bigbabol alla fragola
Riordinare
Le uova di pasqua
I libri
Il viola
I capelli puliti
Il sapone alla melagrana
Essere gentile
Gli abbracci
Ascoltare gli altri e le loro storie
Guardare fuori dal finestrino
I messaggi inaspettati
I ti voglio bene
I croissant (alla crema, alla marmellata di arancia, al miele e nocciole o integrali vuoti)
Sognare
Le farfalle
I pettirossi
Le cinciallegre
I cannoli alla crema
Gli stivali in pelle
La pizza
La mozzarella in carrozza fatta in casa
Il succo di frutta all'albicocca
L'erba mossa dal vento
La neve
I cani
Le nocciole
Il bagnoschiuma al miele
I gatti (soprattutto quelli neri)
L'alba
I peluche
Leggere
Preparare dolci
Le tartarughe
La luna e le fasi lunari
Fare sorridere gli altri
Le mongolfiere
I toast fatti in casa
I colori della natura
Il rosso
I cereali con all'interno il cioccolato fondente
I fiori
I film dello studio ghibli ( in particolare il castello errante di howll)
I fiocchi per i capelli
La generosità
Le stelle
I grilli
Argo
Latte e cioccolato
La pasta al pesto
I conigli
La rugiada
La pasta al ragù
I biscotti al cioccolato
L'arcobaleno
L'indaco
Il giallo
Il succo di frutta alla mela
Le coccole
L'azzurro
I bagni caldi
Le patatine fritte
Gioielli a tema astronomia
Le nuvole
L'arancione
Van Gogh
Fare colazione al bar
Pranzare seduta sull'erba
Scoprire e provare nuove ricette
I panini al salame
Il corallo
Il giardinaggio
La coppa del nonno al caffè
Nightmare before Christmas
Il pain au chocolat
Lo zucchero filato
Passeggiare
Curiosare tra i libri nelle librerie
Fare regali
Organizzare sorprese
Il rispetto
Il dialogo
Gli anime e manga
Le caramelle ricoperte di zucchero
Conoscere nuove persone
Le conversazioni interessanti
I musei
La letteratura italiana e straniera
I Funko-pop
I post-it
Gli oggetti in resina
I balletti
Le conchiglie
La magia
Supernatural
Le ortensie
Le tazze in vetro minimal
Le civette/ i gufi
Le sfoglie al burro
I ghiaccioli alla pesca con pezzi di frutta
Le coccinelle
L'Egitto antico
Gli scarabei
I dolcetti in pasta di mandorle
Il piccolo principe
Le frittelle di mele
Parigi
Gli aquiloni
Il profumo di pino silvestre
Il modo in cui le persone camminano
Gli occhi (Soprattutto quelli verdi, grigi o così scuri da sembrare neri)
Camminare sotto la pioggia senza ombrello
Il rumore delle foglie secche sotto le suole delle scarpe
Condividere il mio tempo con chi merita
La storia dell'arte
Le mani
Il beige
L'odore dei libri
Le trecce
Le lentiggini
I capelli ricci nei ragazzi
Le foglie d'acero
Il gelato alla pesca e cocco (il mio preferito se artigianale)
Le fotografie
Gli abiti da sposa in stile princess
Il legno
I camini
La pallavolo
La F1
L'architettura gotica
La pasta al gorgonzola
Sailor Moon
I pic nic
I marshmallow
Gli anelli da uomo
Le lucciole
I pancakes
Il romanticismo
I profumi speziati
I peperoni
I musical
Lo stile cottagecore
I disegni d' anatomia
Le rondini
Le sculture in marmo
I mercatini di Natale
Il vetro di Murano
Mangiare cubetti di parmigiano
I mozziconi di matite
Giocare a basket
I tramonti
L'autunno
Il caramello (anche salato)
L'odore del soffritto
L'eleganza
Le tazze
Le perle
Audrey Hepburn
I draghi
I balli latino-americani
L'astronomia
I soffioni
I videogiochi
I leccalecca a forma di cuore
I ricci
La camomilla
I martinpescatori
F.R.I.E.N.D.S
I cappotti
I vinili
Gli specchi
Il salice piangente
La focaccia (soprattutto alle cipolle o alle patate)
La redvelvet
Lo spazio
Il silenzio
I girasoli
Sentire parlare in francese
La marmellata/ crema di maroni
Gli schiaccianoci come quelli del balletto
Le mele cotte
I libri gialli
La torta pere e cioccolato
Le polpette
Il porridge
I pinguini
La marmellata di pesche
Il cioccolato fondente con nocciole intere
Il cioccolato con caramello della Milka
La mitologia
Grazie a chiunque avrà voglia di leggere fino qui, questa piccola sfida mi ha permesso di conoscermi meglio e quindi spero potrete conoscermi un po' meglio anche coi lettori o trovare interessante porvi la stessa sfida e scoprirvi.
-umi-no-onnanoko (@umi-no-onnanoko )
#life#vita#umi-no-onnanoko#writing#write#writer#scrivere#scrittura#scrittrice#18.02.23#cosa mi piace
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Creatività ed intuiro dell'AI Chat-GPT5
Una Super Intelligenza da PhD con un intuito ben al di sotto di un bambino. All’inizio del prossimo anno, OpenAI introdurrà la prossima versione del suo principale modello linguistico, ChatGPT5. Si prevede che il nuovo modello sarà in grado di risolvere problemi logici complessi e problemi complessi alla stregua di una persona con un dottorato di ricerca. Tuttavia, anche con questi impressionanti miglioramenti, è improbabile che ChatGPT5 raggiunga il livello di comprensione del mondo che avrebbe anche un bambino di cinque anni. Abilità linguistiche: chi è migliore?
I modelli linguistici moderni come ChatGPT dimostrano già capacità impressionanti nell’elaborazione e nella generazione di testi. Possono creare poesie, scrivere articoli scientifici e spiegare argomenti complessi come se stessero discutendo di qualcosa di semplice. Tuttavia, la loro comprensione del testo si basa sull’analisi di enormi quantità di dati e su statistiche piuttosto che sull’esperienza personale o sull’intuizione. Allo stesso tempo, un bambino di cinque anni, pur non avendo un vocabolario così ampio, si distingue per la sua capacità di inventare e raccontare storie. Le loro storie possono includere trame fantasy in cui gli unicorni combattono i robot e il cane di famiglia si rivela un eroe segreto. Questa immaginazione spontanea e senza restrizioni crea la magia speciale delle storie per bambini. Conoscenza del mondo: Enciclopedia contro immaginazione
Quando si tratta di fatti, i modelli linguistici non sono secondi a nessuno. Possono rispondere immediatamente a una domanda sulla capitale del Bhutan o sulla formula chimica del sale da cucina. Tuttavia, comprendere le situazioni della vita reale come il comportamento umano o le leggi fisiche rimane una sfida per l’intelligenza artificiale. Un bambino di cinque anni, anche se fa infinite domande come “Perché la luna ci segue?” o “Come mangiano gli alberi?” ha una comprensione intuitiva dei principi di base della realtà. Ad esempio, un bambino sa che se cade un bicchiere dal tavolo si romperà e che gli alberi crescono perché hanno bisogno di acqua e luce. Se manca la conoscenza, è piena di immaginazione, che dà origine a idee sorprendenti sul mondo che ci circonda. Buon senso e contesto: dov’è che l’IA resta indietro? Nonostante le loro capacità logiche, i modelli linguistici continuano a non essere all’altezza. Possono fare inferenze basate su dati testuali, ma spesso mancano di comprensione contestuale. Ad esempio, l’IA potrebbe capire che se piove il terreno si bagna, ma potrebbe non rendersi conto che è una buona idea portare un ombrello se il testo non lo indica. Un bambino di cinque anni, al contrario, capisce intuitivamente che i libri non dovrebbero essere messi sulla torta, anche se potrebbe provare a farlo per curiosità. Sa anche che deve mettersi il pigiama e lavarsi i denti prima di andare a letto, ma può insistere per indossare un mantello da supereroe nel caso debba volare nel sonno. Immaginazione e creatività: intelligenza artificiale contro pensiero infantile I modelli linguistici possono generare storie su draghi e cavalieri o creare storie futuristiche di fantascienza combinando elementi da un enorme database. La loro scrittura può essere creativa, ma spesso non è originale perché limitata dai dati su cui è stata formata. Allo stesso tempo, un bambino di cinque anni può creare mondi in cui ogni cane indossa un cappello e degli occhiali e un arcobaleno è accanto a una giraffa, perché è quello che vuole. L’immaginazione dei bambini non ha limiti e questa è la sua forza. Intelligenza emotiva: abilità che l’intelligenza artificiale non ha ancora padroneggiato I modelli linguistici possono rilevare sfumature emotive nel testo e generare risposte appropriate, ma il loro coinvolgimento nelle emozioni rimane superficiale. Agiscono come “detective delle emozioni” piuttosto che come partecipanti attivi. Un bambino di cinque anni, al contrario, sente profondamente le emozioni di chi lo circonda. Se qualcuno piange, il bambino può offrirgli il suo giocattolo preferito o semplicemente un abbraccio per confortarlo. È importante per lui non solo capire cosa dire, ma anche come agire in risposta allo stato emotivo degli altri. Risultati: macchina contro uomo ChatGPT5 rappresenterà sicuramente un significativo passo avanti nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, offrendo enormi capacità di elaborazione e generazione di testi. Tuttavia, nonostante ciò, i modelli di intelligenza artificiale rimangono limitati nella comprensione del mondo, nel buon senso e nella profondità emotiva. I bambini di cinque anni, pur non possedendo una conoscenza enciclopedica, compensano con la loro immaginazione, comprensione intuitiva del contesto e genuina capacità di empatia. Sono queste qualità che rendono le persone così uniche e inimitabili, anche rispetto alle tecnologie più avanzate. Read the full article
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Sono in riva al mare da sola.
È sera e io guardo le onde.
Oggi la luna sembra parlarmi di te.
Ce’ne solo uno spiccio rosso quasi inghiottito dal mare.
Scoppiano i botti e mi ricordano quel ferragosto.
Una merda ma almeno eri qui.
È la prima vera mia sera senza te qui.
Ed io sto schifo.
Oggi non mi sono alzata dalla sdraio, non ho fatto lunghe passeggiate sulla spiaggia.
Ed ora sto sola per l’appunto sotto la 51.
E ho in mente i ricordi che corrono.
Le chipster, le ore, le sveglie presto.
Il tuo sguardo al bowling i messaggi nascosti.
Le lettere, le mie poesie.
La prima volta che ho conosciuto i tuoi.
Forse devo umilmente scusarmi.
Con tutti e due.
Sia con me che con te.
Perchè alla fine lo abbiamo sempre saputo.
Tu sei più piccolo.
Io sono una persona impegnativa.
Mi ricordo la prima volta che siamo scesi in spiaggia l’estate scorsa.
Non posso crederci che davvero non ci sei più.
Sai.
Da quando ti conosco,
Quindi da quando sono arrivata qua.
Ho passato ogni mio momento qui a cercarti.
Tra la gente.
Sotto la tua torretta.
Anche quando stringevo la mano di un altro e tu sei andato via.
Anche adesso.
Spero di incontrarti.
E mi sono resa conto che ora non potrò più avere quella speranza che è l’ultima a morire perchè uccide tutti prima che avevo di incontrarti.
Di sperare di arrivare qua e vedere i tuoi occhi che mi vedevano.
Sentire il tuo profumo.
E guardarti splendere in mezzo a tutto questo schifo.
Da quando sei partito non sono più venuta a mare e papà oggi mi ci ha dovuto trascinare.
Ora sono seduta sul nostro pattino.
Che esiste ancora a differenza di un noi.
Anche se vecchio e malconcio.
Potessi riavvolgerei il nastro.
E ti rincontrerei fuori da qui.
Ma ormai è tardi.
E non è vero che non è mai troppo tardi.
Chissà quanto ci metterà questo mal di cuore a passare.
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La luna, appena s'affaccia nei versi dei poeti, ha avuto sempre il potere di comunicare una sensazione di levità, di sospensione, di silenzioso e calmo incantesimo. In un primo momento volevo dedicare questa conferenza tutta alla luna: seguire le apparizioni della luna nelle letterature d'ogni tempo e paese. Poi ho deciso che la luna andava lasciata tutta a Leopardi. Perché il miracolo di Leopardi è stato di togliere al linguaggio ogni peso fino a farlo assomigliare alla luce lunare. Le numerose apparizioni della luna nelle sue poesie occupano pochi versi ma bastano a illuminare tutto il componimento di quella luce o a proiettarvi l'ombra della sua assenza.
Italo Calvino nella sua lezione sulla leggerezza dalle Lezioni americane, Mondadori, 1993
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POESIE IN PROGRESS
In certe sere d’estate nel limbo delle cose sospese appare il tuo sorriso nel nascondiglio di una vita e fluttua nell’aria come un soffio nel tremolio leggero del vento si adorna di campanelli e di fragili fiamme accese a creare nuvole di vetro soffiato come una preziosa pagoda tra le note delle turbate fronde Sono le confuse luci senza nome che stellano gli occhi così nasce la tua meraviglia mai immaginata a splendere nel buio e nominare costellazioni nuove dove la parola usa le sue gemme per non mentire sulla tenera pelle dove staziona le luna ignara tra quei motorini in disuso. Vengo camminando tra una grata e una fontana per raggiungere il litigio del corpo in questa attesa ormai sbiadita tra il mare e il cielo nel pensarti con le mani nelle righe di terra e le pietre scure per scaldarci nei falò dell’amore in fiamme.
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MOCK MOONS. Poesie e fotografie sulla luna bugiarda. Poesie di Massimo Grasso, fotografie di Alberto Benedetti - Fefè Editore
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Io sono colui che conosce le vie
Del firmamento, e il mio corpo è formato dal vento.
Ho visto la Signora della Vita,
Io, proprio io, che volo con le rondini.
Verde e grigia è la sua veste,
Trascinata dal vento.
Io sono colui che conosce le vie
Del firmamento, e il mio corpo è formato dal vento.
Manus animam pinxit,
Ho la penna in mano
Per scrivere la parola accetta...
Sulla mia bocca è il puro canto!
Ma quale bocca può ricevere,
Il canto del Loto di Kumi?
Io sono colui che conosce le vie
Del firmamento, e il mio corpo è formato dal vento.
Io sono la fiamma generata dal sole,
Io, proprio io, che volo con le rondini.
Sulla mia fronte sta la luna,
L’aria spira sotto le mie labbra.
La luna è una grande perla in acque di zaffiro,
E l’acqua scorre fresca alle mie dita.
Io sono colui che conosce le vie
Del firmamento, e il mio corpo è formato dal vento.
Ezra Pound
DE AEGYPTO
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Lecce: "Poesia e Chi", un reading poetico a cura di Annelisa Addolorato
Lecce: "Poesia e Chi", un reading poetico a cura di Annelisa Addolorato. La poetessa Annelisa Addolorato, propone una performance (adatta ad adulti e bambini) intitolata "Poesia e Chi". Questo evento unisce la declamazione poetica, le arti marziali tradizionali cinesi (Kung Fu Chang) e il concetto di 'Chi', la nostra energia interna, concetto che ricorre non solo nelle tradizioni culturali cinesi, ma anche giapponesi e coreane. Attraverso questo sincretismo espressivo, Annelisa Addolorato offre al pubblico un'esperienza che combina poesia, movimento, consapevolezza. Il declamare versi è l'arte di dare vita alle parole attraverso la performatività verbale e motoria. La poetessa Annelisa Addolorato, con la sua abilità nell'uso del linguaggio poetico e la sua sensibilità artistica, trasporta gli spettatori in un viaggio emotivo attraverso le sue poesie. L'arte marziale è un'espressione fisica di disciplina, controllo e grazia. In questa performance, le suddette categorie si uniscono alla poetessa per creare un'armonia tra poesia e movimento. Attraverso i propri movimenti fluidi, precisi e coordinati, riesce a trasmettere al pubblico un senso di forza interiore e padronanza di sé. L'arte marziale diventa un linguaggio visivo e di condivisione, che si fonde con la poetica delle parole, con le parole della poesia, unico e affascinante. Il concetto di Chi, la nostra energia interna, è un elemento centrale nelle tradizioni culturali cinesi, giapponesi e coreane. È considerato un'energia vitale che permea ogni aspetto della vita. Nella performance "Poesia e Chi", l'artista mette in evidenza l'importanza della consapevolezza interiore e dell'equilibrio energetico. Attraverso la pratica delle arti marziali e la declamazione poetica, Annelisa Addolorato cerca di connettersi con il proprio 'Chi' e di trasmettere al pubblico un senso di serenità e armonia. Questa performance permette di esplorare le profondità dell'anima umana, di riflettere sulla nostra connessione con il mondo che ci circonda e di scoprire il potenziale illimitato del nostro 'Chi', in senso olistico, ovvero globale. Annelisa Addolorato ha pubblicato per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno il libro di versi "Guardando la mar – Il nostro Chi" - "Navicella, freccia d'acciaio, acqua dissetante mutevole, legno musicale e medicamento speziale, danza quotidiana, petalo, fiore, giardino e bosco virente, montagna fiorita. Luminescenza, vortice di luce e di luna crescente, gioia paonazza, sorprese insolite, fantastiche, cortesi. Sensazioni fraterne, amore diffuso. La poetessa Annelisa Addolorato respira e vive poesia come una grazia. Lei si sa prendere cura del terreno fertile delle parole e, in quell'humus, pesca pietruzze preziose, piccole calie da donare al prossimo. Addolorato intende la poesia come dono, come medium da condividere come pane cereale, tramite il quale costruire ponti di condivisione, di comunanza. La silloge "Guardando la mar – Il nostro Chi", racchiude in sé una costellazione umana di vibratile bellezza. Scorrendo i versi, si desume che l'autrice abbia una formazione culturale composita, morbida. Annelisa Addolorato, nella sua esistenza migratoria, ha traversato e amato diverse città e paesi. Da Barcellona e Madrid fino a Milano, dal Messico al Venezuela, da Delhi fino all'India, da Israele fino alla Germania, dall'America fino a Nicaragua e Cuba. Un'anima errante come la luna, che, nei suoi transiti, ha saputo stringere al petto tutto il bene del mondo." (Dalla post fazione di Marcello Buttazzo) Dichiara l'autrice - "Si rammenta a chi legge che l'autrice fa uso e applica varie licenze poetiche, essendo dalla sua nascita praticamente sempre stata cullata e anche graziata (in senso lato e in senso stretto) dalla poesia e dalle sue calde e avvolgenti maglie, dal suo tepore materno e dal suo chiarore eterno, etereo. Tali licenze sono state in parte accolte, in parte acquisite (con studium e titoli vari), in parte sofferte, in parte accettate – sia con beneplacito della stessa, sia con scuri bene affilate, e con l'apprendistato presso altre poetesse e poeti e nel navigare nelle loro opere, e con il sudore della fronte despejada y linda della esperienza diretta di boschi, foreste e dirupi colmi di una vegetazione letteraria e insieme spontanea davvero strabilianti."... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Memoria e spiritualità in Rita Pacilio
Questi ricordi senza casa La memoria è un’ombra estesaun disegno per recuperare la vitarimasta indietro, la tradizione,ogni cosa omessa. Noi siamo le mani alzate nel confine incatenatosiamo noi quell’aria che si muove sui monti!Se tu fossi nella mia testa capiresti la pruadi ogni traversata, la memoria dei luoghi, se tu fossi nella mia testa non moriresti mai. (da Prima di andare, La Vita Felice, 2016) Sulla scia dei nuovi lirici, l’interlocutore della poesia di Rita Pacilio è il mondo. Detto così può sembrare anche riduttivo, o meglio, genericamente inconcludente il modo con cui si approcci alla sua poesia. Allora diciamo che il suo mondo non è quello autobiografico dei suoi sodali; nel suo mondo hanno un posto privilegiato, l’uomo, la natura, il tempo. La poesia di Pacilio, attraverso tematiche sociali, psicologiche e spirituali, s’interroga, con una parola essenziale e semplice, ma armoniosa e musicale; s’interroga persino sulla morte, disposta allo stupore, alla meraviglia. C’è dunque l’uomo, l’umanità, gli ultimi, i sofferenti, la compassione, l’amore e la ricerca di Dio in tutte le cose nella poesia di Rita Pacilio; emersioni di fragilità e incomprensioni attraverso una vita di sofferenze che trova la forza di esistere nell’affidamento alla natura, più precisamente alla memoria, in un tempo che scorre inesorabile, rendendoci vulnerabili ma anche affascinati dai cambiamenti, dove però i ricordi si affidano altresì all’amore ma con coscienza, alla narrazione di una vita legata agli affetti più intimi, all’universalità dei sentimenti e della speranza di una vita migliore. Il testo più rappresentativo della sua poetica, visionario e intimo allo stesso tempo, è Gli imperfetti sono gente bizzarra (che dà il titolo anche ad un volume, citato più giù). Ce lo dice la stessa Pacilio: «In questo lavoro poetico Gli imperfetti sono gente bizzarra, prendendo per mano il lettore, cammino negli ospedali psichiatrici. Attraverso e mi lascio attraversare come sociologo, ma soprattutto come persona, dalle varie patologie degli esseri umani che vivono una condizione di alienazione, marginalità, sofferenza. Ho visitato la realtà dei “diversi” tenendo conto della loro normalità quotidiana, del loro essere bizzarri tra le proprie cose sapendo che ai nostri occhi quel mondo è solamente da compatire. Ho voluto restituire dignità a chi è totalmente dipendente da medici, infermieri e da tutti coloro che se ne prendono cura. In questo libro ho un passo maturo, deciso e consapevole: l’ho meditato, studiato, conosciuto facendo un percorso obbligato che mi ha vista partecipe, in prima persona, del disagio di chi ha una malattia mentale». E allora citiamone una di queste poesie: Sputa i suoi drammicoi colpi di tosseper gioco, per amorescorie sottili nelle mani esibite è latente lo scontento sulle spalle. Gli imperfetti sono gente bizzarralasciati nell’arena, non so dire esattamente,come un silenzio, un ghigno.Ho pensato che Dio ama l’insicurezzae le sfumature dei dirupi. Io mi trovo qui dove non si torna indietro. Rita Pacilio è nata nel 1963 a Benevento e vive nel Sannio. Si è formata presso l’Università degli Studi di Napoli conseguendo la laurea in Sociologia (indirizzo socio-psicologico) e la specializzazione in Mediazione familiare e dei conflitti interpersonali. Si dedica alla poesia, alla narrativa, alla letteratura per l’infanzia, alla saggistica e alla musica. Direttrice del marchio editoriale RPlibri, è Presidente dell’Associazione “Arte e Saperi”; ideatrice e direttrice artistica di Festival dedicati alla poesia tra cui il “Festival della poesia nella cortesia a San Giorgio del Sannio” (dal 2009 al 2019). Con Giuseppe Vetromile cura il “Festival della poesia lungo la via… un altro modo di dire poesia”. Per la poesia ha pubblicato: Luna stelle… e altri pezzi di cielo (E.S.I., 2003); Ciliegio forestiero (LietoColle, 2006); Tra sbarre di tulipani (id., 2008); Alle lumache di aprile (id., 2010); Di ala in ala, con Claudio Moica (id., 2011); Gli imperfetti sono gente bizzarra (La Vita Felice, 2012, vincitore di numerosi premi); Quel grido raggrumato (id., 2014); Il suono per obbedienza, poesie sul jazz (Marco Saya Edizioni, 2015); Prima di andare (La Vita Felice, 2016); La venatura della viola (Ladolfi, 2019); Quasi madre (Italic Pequod, 2022); Di ala in ala, con Claudio Moica (RPlibri, 2022 – seconda edizione). La Pacilio ha le idee chiare su come intende rapportarsi con la sua poesia. L’ha dichiarato in una recente intervista rilasciata a chi scrive (ora pubblicata nel volume Poeti in Campania. Ventisette interviste, Bertoni Editore, 2022): «… è una disponibilità allo stupore, una continua sperimentazione della bellezza e della condivisione della vita e della morte attraverso la ricerca di un linguaggio autentico, alto e potente, raffinato e personale. La poesia è un atto maturo e responsabile di continua esplorazione del mondo e di verifica delle proprie tensioni verso altri. Per me la poesia è sempre stato un luogo di esperienze, di elaborazioni e modificazioni che partono da un movimento di fede e di speranza». (p. 136) Nonostante la struttura poematica della Pacilio rasenti in più percorsi la prosa, ci troviamo di fronte ad una poesia che s’inoltra nella vita e nei suoi meandri mettendosi in gioco, accettando le sfide anche da un punto di vista strutturale del linguaggio, fino a sacrificarsi per cercare altre strade, ripristinando il senso civico dell’esistenza. E anche in questo è evidenziata una certa anomalia rispetto al canone dei nuovi lirici. La memoria è la testimone dei tempi, conoscenza del passato che ci permette di vivere l’odierno con più consapevolezza ˗ almeno così dovrebbe essere ˗ in quanto ˗ come ci dice Cicerone nel De Oratore, «La memoria è tesoro e custode di tutte le cose». E Rita Pacilio lo sa bene, come tutti i neo-lirici cui ella appartiene ˗ sia chiaro, neo-lirici non è un’offesa, non è una brutta parola ˗. D’altronde nella poesia lirica ˗ e non solo ˗ la memoria, che accosta diversi spazi temporali alla realtà, come in Ungaretti di Sereno «che oppone la transitorietà dell’uomo all’immortalità dell’Universo», guarda al futuro (come in Pacilio), desideroso di conoscerlo. E la memoria non ha solo una dimensione personale; e dunque con essa la poesia di Pacilio riesce anche a distaccarsi dalla liricità, in quanto ˗ essa, la memoria, il ricordo ˗ non è soltanto rievocazione del passato, come nella migliore tradizione della poesia lirica. E a differenza di due capisaldi della lirica italiana, Leopardi e Montale, il ricordo, la memoria insomma, non addolciscono gli aspetti più dolorosi della vita, ma rafforzano la consapevolezza che l’esistenza va vissuta e affrontata con tutti i suoi dolori; e per il poeta ˗ come nel caso di Pacilio ˗ è «lavorare sul linguaggio per ricercare le parole adeguate al fine di arricchire la visione di metafore e forme poliedriche del sentimento per eccellenza più vite e presenze che si intrecciano a momenti quotidiani» (ibid.). Read the full article
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