#più eutanasia per tutti
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30 Km/h perché ti vogliono salvare la vita e volersi bene.
Poi ci vogliono 30 mesi per fare una TAC che potrebbe davvero salvarti la vita.
Bonaccini rilancia! 30 km/h per salvarti la vita.
Così potrai scegliere di essere soppresso dalla tua regione mentre attendi la tua RMN di controllo prevista per l'anno prossimo, perché adesso non c'è posto.
Lo fanno per noi, Cappato docet.
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“ Il mio mondo, la mia Terra, è una rovina. Un pianeta rovinato dalla specie umana. Ci siamo moltiplicati e ci siamo ingozzati e abbiamo combattuto finché non è rimasto più nulla, e poi siamo morti. Non abbiamo controllato né gli appetiti né la violenza; non ci siamo adattati. Abbiamo distrutto noi stessi. Ma prima abbiamo distrutto il nostro mondo. Non rimangono più foreste sulla mia Terra. L’aria è grigia, il cielo è grigio, fa sempre caldo. È abitabile, è ancora abitabile, ma non come questo mondo. Questo è un mondo vivo, un’armonia. Il mio è una dissonanza. Voi Odoniani avete scelto un deserto; noi Terrestri abbiamo fatto un deserto…
Laggiù noi sopravviviamo, come voi. La gente è resistente! C’è quasi mezzo miliardo di noi. Una volta ce n’erano nove miliardi. Puoi vedere ancora dappertutto le vecchie città. Le ossa e i mattoni vanno in polvere, ma i piccoli pezzi di plastica no… anch’essi non s’adattano. Noi abbiamo fallito come specie, come specie sociale. Noi siamo qui, ora, a trattare da pari a pari con le altre società umane sugli altri mondi, soltanto grazie alla carità degli Hainiti. Essi vennero da noi; essi ci portarono aiuto. Costruirono navi e ce le donarono, in modo che potessimo lasciare il nostro mondo rovinato. Ci trattano gentilmente, caritatevolmente, come un uomo forte può trattare uno malato. Sono un popolo molto strano, gli Hainiti; più antichi di qualsiasi altro; infinitamente generosi. Sono degli altruisti. Sono spinti da un sentimento di colpa che noi non riusciamo neppure a capire, nonostante tutti i nostri crimini. Essi sono spinti, in tutto ciò che fanno, io credo, dal passato, dal loro interminabile passato. Ebbene, abbiamo salvato il salvabile, e organizzato una sorta di vita nelle rovine, su Terra, nell’unico modo in cui la si poteva organizzare: centralizzazione totale. Totale controllo sull’uso di ogni acro di terreno, ogni pezzo di metallo, ogni grammo di carburante. Totale razionamento, controllo delle nascite, eutanasia, coscrizione universale nella forza lavoro. L’assoluta irreggimentazione di ciascuna vita per raggiungere la meta della sopravvivenza razziale. Eravamo arrivati a questo, quando giunsero gli Hainiti. Essi ci portarono… un po’ più di speranza. Non molta. Noi l’abbiamo oltrepassata… Noi possiamo soltanto guardare a questo splendido mondo, a questa vitale società, a questo Urras, questo paradiso, dall’esterno. Siamo capaci solo di ammirarlo, e forse di invidiarlo un poco. Non molto. “
Ursula K. Le Guin, I reietti dell'altro pianeta, traduzione di Riccardo Valla, Collana Narrativa di anticipazione n.6, Editrice Nord, 1976¹, pp. 299-300.
[1ª Edizione originale: The Dispossessed: An Ambiguous Utopia, Harper & Row, New York City, 1974]
#letture#leggere#citazioni letterarie#fantascienza#distopie#Ursula K. Le Guin#ambiente#ambientalismo#specie umana#fantascienza utopica#romanzi#libri#pianeta Terra#ecologia#questioni ambientali#ecologismo#inquinamento#resilienza#letteratura americana del '900#armonia#adattamento#natura#letteratura fantascientifica#passato#futuro#speranza#vita#sistema capitalistico#sopravvivenza#capitalismo
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EUTANASIA .. un Veterinario racconta
cosa fa un animale prima di morire!
Quando un animale domestico è troppo malato, troppo
vecchio o troppo ferito per poter sopportare cure,
spesso il veterinario suggerisce al suo padrone di
abbreviare le sofferenze e addormentare l'animale per
sempre!
Ma cosa succede dopo? Quali sono gli ultimi riflessi del
cane e del gatto prima di lasciare questo mondo?
Un veterinario ha deciso di alzare il velo su queste
questioni e ne approfitta per fare una chiamata
vibrante a tutti proprietari di animal domestici.
"Quando possiedi un animale domestico, è probabile
che questo muoia prima di te.
E quando dovrete portare il vostro animale dal
veterinario per una fine umana e senza dolore, voglio
che tutti sappiate qualcosa.
Sei stato il centro del suo mondo per tutta la vita! Lui
può anche essere parte della tua, ma tutto quello che
conosce sei tu, la sua famiglia.
È una decisione difficile da prendere ogni volta ed è
devastante per noi umani perderlo.
Ma ti prego non lasciatelo morire da solo.
Non farlo passare dalla vita a morte nella stanza di uno
straniero, in un posto che non gli piace.
Quello che devi sapere, quello che non sappiamo è che ti cerca quando lo lasci solo!!!!
Guardando ogni persona nella stanza per ritrovare la
persona che ama.
Non capisce perché l'hai lasciato quando è malato,
spaventato, anziano o morente e ha bisogno del tuo
conforto.
Non essere codardo perché pensi che sia troppo
difficile per te.
Immagina come si sente quando lo lasci da solo nel
momento più difficile della sua vita, mentre persone
come me sono sole a fare del loro meglio per consolarlo
e prova a spiegargli perché non puoi rimanere.
Da parte di un Veterinario stanco
dal Cuore spezzato ..
~ L. Iannaccone
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Da tabù a tema accettato da tutti, il viaggio delle idee secondo Overton
Quali metodi usano politici e pubblicisti per influenzare l'opinione pubblica? Tutti quanti assumiamo un atteggamento scettico verso le idee politiche create artificialmente nei diversi uffici dei think tank, come mai?
Queste tecnologie però sembrano un gioco da bambini rispetto alla metodologia chiamata a rendere accettabile dalla società perfino ciò che in passato era stato assolutamente inaccettabile e impensabile.
Si tratta di un modello d'ingegneria sociale denominato The Overton Window. Questo modello è stato elaborato negli anni '90 da Joseph P. Overton (1960-2003), l'ex vice-presidente del centro d'analsi americano Mackinac Center for Public Policy. La sua teoria è un intervallo di idee che possono essere recepite dalla società in un determinato momento e che possono essere apertemente enunciate dai politici che non vogliono passare per estremisti.
Le idee attraversano le seguenti fasi:
impensabili (inaccettabile, vietato);
radicali (vietato ma con delle eccezioni);
accettabili
sensate (razionali)
diffuse (socialmente accettabili)
legalizzate (consacrazione nella politica statale)
La tecnologia di manipolazione della coscienza della società per una graduale accettazione da essa delle idee considerate in precedenza aliene, ad esempio la revoca di un tabù, si basa sull'utilizzo di The Overton Window. La sostanza di questa tecnologia consiste nella divisione di un desiderato spostamento delle opinioni in alcuni step, ciascuno dei quali sposta l'accettazione delle idee di una fase, e una norma universalmente accettabile verso il suo margine. Ciò causa il successivo spostamento della "finestra" cosicché la posizione raggiunta si trova di nuovo al centro, il che dà una possibilità di compiere un ulteriore passo verso la fase successiva.
I think tank producono e diffondono le opinioni oltre The Overton Window allo scopo di rendere la società più ricettiva a diverse idee. Quando un simile centro vuole introdurre un'idea che la società ritiene inaccettabile usa gradualmente il modello della "finestra".
Prendiamo a d'esempio, il tema dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, e spieghiamo come si può far cambiare gradualmente l'opinione pubblica. Per molti anni nel sistema The Overton Window l'idea del matrimonio tra le persone dello stesso sesso si trovava all'interno della zona vietata poiché la società non poteva accettare l'idea di matrimonio tra le persone dello stesso sesso. I mass media però hanno influenzato in continuazione l'opinione pubblica, sostenendo le minoranze sessuali. I matrimoni tra persone dello stesso sesso sono diventati prima accettabili, ma con deroghe, poi come accettabili e infine come neutrali. Ora sono recepiti come "accettabili, ma con deroghe". Tra poco, probabilmente, diventeranno totalmente accettabili.
Un enorme quantità di specialisti per la manipolazione dell'opinione pubblica assicura il funzionamento dell' Overton Window: esperti in tecnologie politiche, scienziati, giornalisti, esperti in relazioni pubbliche, personalità, insegnanti. E' curioso che i temi come matrimoni tra le persone dello stesso sesso oppure eutanasia non ci sembrano più strani. Hanno semplicemente percorso l'intero processo "tecnologico" di trasformazione da "inaccettabili" fino alla "legalizzazione".
Il regista russo Nikita Mihalkov nel suo videoblog Besogon.TV propone lo schema di questo processo sull'esempio di un fenomeno finora impensabile nella società: il cannibalismo. Lo spostamento di The Overton Window può attraversare le sequenti fasi:
Fase 0 – è lo stato attuale, il problema è inaccettabile, non si discute sulla stampa e non si ammette tra gli esseri umani.
Fase 1 – Il tema si modifica da "totalmente inaccettabile" a "vietato, ma con deroghe". Si afferma che non ci deve essere alcun tabù, il tema comincia a essere dibattuto in piccoli convegni dove stimati scienziati fanno delle dichiarazioni sotto forma di discussioni "scientifiche". Nello stesso tempo, in sintonia con il dibattito pseudoscientifico si costituisce l'"Associazione dei cannibali oltranzisti", le cui dichiarazioni a volte sono citate dai mass media. L'argomento cessa di essere un tabù e si introduce nello spazio d'informazione. Conclusione: il tema intoccabile è inserito nella circolazione, il tabù è desacralizzato, è avvenuta la distruzione dell'univocità del problema, sono create le sue diverse gradazioni.
Fase 2 – Il tema del cannibalismo passa da "oltranzista" all'accettabile. Come prima sono citati gli scienziati e sono coniati termini eleganti: non esiste più il cannibalismo, che può essere però chiamato, ad esempio, "antropofagia". Questo termine, come un sinonimo temporaneamente sostitutivo, sarà sostituito con una parola scientifica più bella "antropofilia". Più tardi da questo "termine" potranno essere coniati i derivati, ad esempio, "antropofili" - "amanti del genere umano". Lo scopo – è di staccare nella coscienza collettiva la forma della parola dal suo contenuto. Nello stesso tempo per avvalorare il concetto si crea un precedente storico. Probabilmente è un fatto mitico, reale o semplicemente inventato ma, principalmente, ciò contribuisce alla legittimazione di un'idea inaccettabile. Lo scopo principale di questa tappa è di rimuovere parzialmente dall'"antropofagia" la sua illegittimità, almeno in un periodo storico.
Fase 3 – The Overton Window si sposta, trasferendo il tema dal campo "inaccettabile" a quello "ponderato/razionale", ciò che giustifica con la "necessità biologica". Si afferma che il desiderio di mangiare la carne umana può essere dovuto a una predisposizione genetica. Anche in caso di una carestia, "insuperabili circostanze", un essere umano deve avere il diritto di fare la scelta. Non c'è bisogno di nascondere le informazioni in modo che ciascuno possa scegliere tra "antropofilia" e "antropofobia".
Fase 4 – "Da sensato a diffuso (socialmente accettabile).Si crea la polemica non solo basata su figure storiche o mitiche, ma anche su quelle reali mediatiche. L' antropofilia comincia a essere dibattuta in massa nei notiziari, nei talk-show, nel cinema, nella musica pop, negli spot. Uno dei metodi di diffusione è il trucco "guardati intorno!". Chi lo sapeva che un famoso compositore fosse antropofilo?
Fase 5 – "Da socialmente accettabile alla legalizzazione". Il tema si lancia nel top delle notizie d'attualità, si riproduce automaticamente nei mass media, nel mondo dello spettacolo e...acquisisce un'importanza politica. In questa fase per giustificare la legalizzazione si utilizza l'"umanizzazione" dei seguaci del cannibalismo. Per modo di dire, sono delle "persone creative", vittime di un'educazione sbagliata e, "chi siamo noi per giudicare?".
Fase 6 – Cannibalismo da un "tema diffuso" passa sul piano delle "legalizzazione, ossia consacrazione nella politica di uno stato". Si crea la base legislativa, spuntano gruppi di lobbismo, si pubblicano ricerche sociologiche che sostengono i sostenitori delle legalizzazioni di cannibalismo. Spunta un nuovo dogma: "Non si deve vietare antropofilia". Si approva la legge, l'argomento arriva nelle scuole e negli asili nido e una nuova generazione non sa già che si può pensare diversamente.
Per ora l'esempio del cineasta Nikita Mihalkov è ipotetico. Tuttavia molte idee contemporanee decenni fa sembravano del tutto impensabili. Sono diventate invece totalmente accettabili sia per legge sia per la società.
Se continua cosi' si arrivera' ad accettare come normale la violenza, la pedofilia e ogni sorta di crimine?
Scomparsa la religione scompare la ragione, con la laicita' arriva la licenza per ogni sorta di abuso e di manipolazione della natura.
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Santa Sede: «Maternità surrogata diventi delitto universale»
Santa Sede: «Maternità surrogata diventi delitto universale». La Chiesa prende posizione contro la maternità surrogata. Così l'ex Sant'Uffizio in “Dignitas infinita���, citando Papa Francesco: "Ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio. Al riguardo, ritengo deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l'oggetto di un contratto. Auspico, pertanto, un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica”. La Chiesa ribadisce che "ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale - così è scritto nella Dichiarazione “Dignitas infinita” -, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza”. "Le violenze contro le donne sono uno scandalo globale, che viene sempre di più riconosciuto - spiega il Dicastero vaticano per la Dottrina della fede -. Se nelle parole si riconosce l'uguale dignità della donna, in alcuni Paesi le diseguaglianze tra donne e uomini sono gravissime ed anche nei Paesi maggiormente sviluppati e democratici la realtà sociale concreta testimonia il fatto che spesso non si riconosce alle donne la stessa dignità degli uomini”. Sull'eutanasia, il dicastero per la Dottrina della fede scrive, nella sua Dichiarazione, che esiste un caso particolare di violazione della dignità umana che è più silenzioso ma che sta guadagnando molto terreno. Un caso che presenta la peculiarità di utilizzare un concetto errato di dignità umana per rivolgerlo contro la vita stessa. Tale confusione, molto comune oggi, viene alla luce quando si parla di eutanasia. Ad esempio, le leggi che riconoscono la possibilità dell'eutanasia o del suicidio assistito si designano a volte come "leggi di morte degna" ("death with dignity acts"). Molto diffusa l'idea che l'eutanasia o il suicidio assistito siano coerenti con il rispetto della dignità della persona umana. Certamente, dice il documento, la dignità del malato in condizioni critiche o terminali chiede a tutti sforzi adeguati e necessari per alleviare la sua sofferenza tramite opportune cure palliative ed evitando ogni accanimento terapeutico o intervento sproporzionato. Ma un tale sforzo è "del tutto diverso, distinto, anzi contrario alla decisione di eliminare la propria o la vita altrui sotto il peso della sofferenza".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Stasera mi sento di dover fare un'aggiunta a questo post fissato in alto, pur consapevole che venendo io spesso rebloggato o, addirittura, seguito da persone che pensano e fanno in modo antitetico al mio modo basilare di intendere la realtà, non è detto che esse leggeranno la seguente lista:
NON C'E' MAI STATO UN SOLO PENSIERO DELLA DESTRA NOSTRANA CHE IO ABBIA MAI CONDIVISO E ANZI, A DESTRA HO SEMPRE FATICATO A TROVARE INTERLOCUTORI NON AFFETTI DA DISSOGNANZA COGNITIVA O CON QI PERLOMENO A DUE CIFRE.
SONO TENDENTE ALL'ANTICLERICALE E PUR RISPETTANDO LA SENSIBILITA' DI OGNI CREDO, VORREI UNA SOCIETA' LAICA A OGNI LIVELLO E PER QUELLI CHE ROMPONO IL CAZZO CON LE RADICI CRISTIANE, SE NON PROPRIO I LEONI NEL COLOSSEO, PERLOMENO UN PO' DI VERGOGNA NASCOSTI NEI PROPRI SEPOLCRI.
SONO A TOTALE FAVORE DELL'ABORTO E DELLA GESTAZIONE PER ALTRI. IL PRIMO MI PROVOCA TRISTEZZA E LA SECONDA FORTE DESIDERIO CHE SIA SEMPRE FATTA AMMODINO MA NON MI SOGNEREI MAI DI NEGARLA A CHICHESSIA.
APPOGGIO L'USO DI VACCINI E DI QUALSIASI FARMACO NECESSARIO. I COMPLOTTI DI BIGPHARMA ESISTONO SOLO IN QUELLA PARTE DEL VOSTRO CERVELLO CHE HA IMPATTATO COL PAVIMENTO QUANDO SIETE CADUTI DAL SEGGIOLONE DA PICCOLI.
LGBTQIA+ -> PARI DIRITTI SOTTO OGNI ASPETTO, QUINDI MATRIMONIO, ADOZIONE E QUALSIASI FARMACO O TRATTAMENTO MEDICO NECESSARIO.
SUBITO LIBERALIZZAZIONE DI OGNI DERIVATO DELLA CANNABIS, RAZZA DI MANIPOLATORI IGNORANTI E IN MALA FEDE.
EUTANASIA LEGALIZZATA PER CHI NE FACCIA RICHIESTA, OVVIAMENTE DOPO VALUTAZIONE MULTIDISCIPLINARE.
VEDIAMO DI IMBOCCARE LA STRADA CHE PORTI AD ABBANDONARE LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE PERCHE' SE PER ORA E' IMPOSSIBILE FARNE A MENO, IL NOSTRO BENESSERE NON PUO' DIPENDERE DAL SACRIFICIO DI ALTRI ESSERI.
IDEM PER IL CONSUMO DI CARNE, QUINDI SUBITO CARNE COLTIVATA SUL MERCATO E TACCIANO I MANIPOLATORI IGNORANTI IN MALA FEDE.
CHI USA LA PAROLA 'RAZZA' O 'SOSTITUZIONE' NON VERRA' MANDATO AFFANCULO SOLO SE SI RIFERISCE ALLA DASYATIS PASTINACA O VUOLE FARE UN RESO DI AMAZON.
ABBIAMO APPARECCHIATURE CHE TAGLIANO E CUCIONO IL DNA, QUINDI POSSIAMO RIUSCIRE A DOTARE OBBLIGATORIAMENTE OGNI AUTOVEICOLO DI LIMITATORE DI VELOCITA' COL GPS CHE RICONOSCE I LIMITI PER AREA GEOGRAFICA (vabbe'... sono andato nella fantascienza).
NIENTE SCUOLE PARITARIE O SANITA' PRIVATA, SPOSTAMENTO VERSO ALTRI OSPEDALI DEGLI OBIETTORI DI COSCIENZA DAI REPARTI IN AFFANNO (LO DICE LA LEGGE 194), ORA DI RELIGIONE SOSTITUITA DA ORA DI EDUCAZIONE SESSUALE E AFFETTIVA, FORNITURA GRATUITA DI ASSORBENTI E CONDOM, SEMAFORO GRAFICO SU TUTTI GLI ALIMENTI CONFEZIONATI PER INDICARNE LA SALUBRITA', SOLO PAGAMENTI ELETTRONICI E I VECCHI IMPARERANNO O SI FARANNO AIUTARE, ETICHETTE MINACCIOSE SU OGNI ALCOLICO E ROGO IN PIAZZA PER CHI USA LA FRASE 'IL MADE IN ITALY'.
Questa lista è sicuramente parziale e magari non condivisibile da tutti.
Se non siete d'accordo e volete argomentare, ne sarò più che felice e di sicuro non userò gli stessi toni iperbolici della lista (a patto che contraccambiate).
Se siete in così completo disaccordo da rasentare l'insulto, vi prego di non perdere tempo perché vi bloccherei senza darvi spazio per starnazzare, quindi avviatevi sereni per la vostra strada che ora e qua si separa dalla mia.
Grazie del vostro prezioso e mai sufficiente tempo.
P.S.
Quasi dimenticavo... quello a Gaza è GENOCIDIO.
Questo video sia di memento a chi tende, in buona o in cattiva fede, a confondere personaggio, persona e professionista.
E a coloro che proprio non ce la fanno, per i bruciori anali consiglio la Preparazione H… tanto è un farmaco da banco e non ci vuole la ricetta del not that kind of doctor.
Grazie per l’eventuale prezioso reblog divulgo-esplicativo <3
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Eutanasia e Cannabis, la sconfitta definitiva di una politica pavida e impotente Sinceramente: ci arrendiamo. Avete vinto voi. Tenetevi il vostro Paese vecchio di cent’anni, il vostro Novecento, la vostra nostalgia per l’Italia in bianco e nero, bianca e cristiana, bigotta e perbenista. Tenetevi un Paese in cui tutto si fa ma non si dice, dalle canne alla dolce morte in ospedale per chi non può più essere curato, ma guai a provare a metterli nero su bianco, su una legge. Tenetevi il diritto di non legiferare, di attaccarvi ai cavilli, di regalarci stucchevoli paternali sulle sentenze che si rispettano, sui quesiti scritti male, sul ping pong di responsabilità tra il Parlamento e la Consulta. Tenetevi pure tutti gli alibi buoni per dopodomani, quando il Parlamento dirà che ormai la partita è chiusa perché la Consulta ha deciso così, dopo che la Consulta ha detto che serve una legge del Parlamento, dopo che sono stati raccolti milioni di firme proprio perché il Parlamento non era stato in grado fare nulla. Tenetevi pure tutto l’album dei ricordi delle leggi di civiltà che la politica non è riuscita a portare a casa negli ultimi anni, dallo Ius Soli al Ddl Zan, dal fine vita alla legalizzazione della cannabis. Tutti temi su cui non c’è Paese mediamente civilizzato che non sia qualche passo più avanti di noi. Tutti temi, aggiungiamo, su cui il nostro stesso Paese è molto più civilizzato del suo Parlamento, tanto da aver letteralmente dettato l'agenda e chiesto di poter decidere su due temi sui quali Camera e Senato sono impantanati da decenni. Tenetevi anche il vostro benaltrismo, quello di chi dice che in fondo sono cose da nulla, diritti civili da società della rendita, come se togliere alle mafie un business da miliardi, o poter disporre del proprio corpo e della propria fine siano bazzecole che non impattano sulla vita di ciascuno di noi. Anche chi non si fuma le canne. Anche chi è sano come un pesce. Tenetevi tutto. Ma lasciateci la rabbia e la vergogna per un Paese che si attacca a tutto pur di non voler cambiare. Almeno quella, che ci servirà per quando – dopo averci negato nuovi diritti – comincerete a toglierci quelli che già abbiamo. di Francesco Cancellato
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pensieri sul referendum 👀?
che mannaggia devo fare un’operazione di rebranding perché mi sento all’esame di costituzionale e invece ero venuta qui solo per svago no a parte
evito i vari “i quesiti referendari spiegati bene” perché ce ne sono millemila in giro. consiglione per fonti informate ed esaustive: su tutte, la puntata sul referendum di politics (il podcast di francesco costa e chiara albanese sul post; l’episodio è accessibile a tuttə senza abbonamento)
detto ciò, non nutro grandi speranze per questo referendum, che probabilmente non raggiungerà nemmeno il quorum, e che, ad ogni modo, non mi convince per diversi motivi: nel merito delle questioni sollevate, che non mi trovano d’accordo in tutti i casi, così come nel modo. anche là dove una proposta può essere sensata, infatti, lo strumento della mera abrogazione via referendum risulta insufficiente per apportare una riforma organica (come fa, invece, la legge ordinaria, un pacchetto [ma è effettivamente un pacch-] di riforme, oppure come potrebbe fare, eventualmente, un referendum propositivo, che però non esiste nel nostro ordinamento, e la cui opportunità andrebbe attentamente valutata - può funzionare in realtà più contenute tipo svizzera e san marino, altro discorso vale per un paese più grande; e poi non tutte le materie potrebbero essere oggetto di questo tipo di referendum. mi pare ci sia un ddl attualmente in esame). è un po’ il discorso che faceva la corte costituzionale nel bocciare il referendum sull’eutanasia: l’abrogazione non è un mezzo (sempre) sufficiente a creare nuovo diritto, perché togliendo xyz norme potrebbero crearsi degli altri vuoti, e quindi dei rischi per l’ordinamento. ecco, qui più che dei vuoti vedrei delle riforme non necessariamente efficaci, inorganiche, quando al contempo c’è in esame una riforma della giustizia che riporta elementi simili da un punto di vista più “completo”.
e inoltre - ma anche qui servirebbe una vita di studio e riflessione per decidere una volta per tutte - nutro alle volte dello scetticismo per l’uso della democrazia diretta per la gestione di faccende così tanto tecniche. mentre la consultazione popolare si presta tantissimo (e l’abbiamo visto nella storia e in moltissimə siamo rimastə delusə per non poterci pronunciare su eutanasia e cannabis) al tema dei diritti e delle libertà, la vedo meno adatta a dirimere questioni squisitamente tecniche e molto difficili da comprendere, anche per gli esperti - che sì, ovviamente capiscono cosa vuole fare la riforma Tal Dei Tali, è il loro lavoro, ma c’è della perplessità anche nei dipartimenti di studi giuridici, in merito al senso di tutto ciò. non so quanto senso abbia affidare una materia fondamentale come la giustizia ai cittadini, chiamati a esprimersi su “frammenti” di questioni molto (troppo?) tecniche ecco
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Le manovre della Lega per fermare il Fine vita e la cannabis in un solo colpo
Sonia Ricci
Un accordo di maggioranza sul Fine vita ha previsto che il Senato inizi a occuparsi di stupefacenti. Ma i disegni di legge inseriti in calendario dal presidente della commissione Giustizia, Andrea Ostellari, riguardano anche la cannabis, tema già in discussione alla Camera.
I regolamenti parlamentari impediscono alle due camera di trattare gli stessi argomenti, per farlo c’è bisogno di un’“intesa” tra i presidenti Roberto Fico ed Elisabetta Casellati.
Se l’accordo andasse importo, e la Lega ottenesse l’esame delle leggi sugli stupefacenti, riuscirebbe con un colpo solo a ottenere due vittorie: frenare il Fine vita con il relatore Simone Pillon e rallentare la legge sulla cannabis con la propria discussione al Senato.
Appropriarsi di un argomento, a dispetto delle regole del parlamento, per farlo disperdere tra i faldoni che occupano i banchi della commissione Giustizia al Senato, dove la Lega si muove silenziosa per fermare un tema caro ai Radicali: la legalizzazione della cannabis.
Una strategia volta a rallentare, se non abbandonare del tutto, anche la legge sulla morte volontaria medicalmente assistita, il cosiddetto “fine vita”, invisa ai partiti di destra. Il leghista e presidente della commissione Giustizia, Andrea Ostellari, ha preso una decisione che, regolamenti alla mano, è molto discutibile: da martedì anche palazzo Madama ha iniziato a occuparsi del tema della regolamentazione degli stupefacenti, cannabis compresa, nonostante lo stesso sia in discussione dal 2020 nella commissione omologa della Camera.
Discutibile perché secondo le norme interne, i due rami del parlamento non possono occuparsi degli stessi argomenti. Si rischia una sovrapposizione e soprattutto di bloccare i lavori durante la consueta “navetta”, cioè il passaggio di una legge da una camera all’altra. Nel caso in cui si discutessero due leggi simili o uguali, si imporrebbe un dilemma: quale legge ha la precedenza sull’altra?
Strategie leghiste
Un complicato meccanismo di regole e prassi parlamentari che riguarda anche la legge sul fine vita. Un accordo politico raggiunto all’interno della maggioranza – Pd, M5s, Leu da una parte e i partiti di centrodestra dall’altra – ha stabilito che a palazzo Madama si vada avanti con l’esame del testo.
Martedì sono stati scelti quattro relatori, tra cui il senatore leghista Simone Pillon, noto per le sue tesi conservatrici e anti eutanasia. Lo stesso accordo, però, comprenderebbe anche la cannabis: se Pd, M5s e Leu hanno ottenuto un passo in avanti sul fine vita, la destra, con la Lega capofila, avrebbe chiesto e ottenuto che in commissione Giustizia si discuta il proprio testo, che prevede l’aumento delle pene carcerarie per chi spaccia e fa uso di stupefacenti, cannabis inclusa.
Un accordo che, se applicato in tutti i suoi dettagli, potrebbe compromettere la discussione di entrambe le leggi, e obbligare Pd, M5s e Leu a subire le strategie del centrodestra. Alcuni senatori Pd negano che l’accordo sia legato al testo della Lega e spiegano invece che è riferito, più in generale, al tema degli stupefacenti. Eppure il partito di Matteo Salvini va in tutt’altra direzione e ha già annunciato che il ddl di riferimento sarà proprio il suo.
Tra Senato e Camera
Ostellari, un po’ a sorpresa, ha inserito nel calendario della sua commissione sette disegni di legge che trattano l’impiego farmaceutico della cannabis e la sua legalizzazione (sono due a firma del Pd), molto simili a quello in discussione a Montecitorio, la tossicodipendenza (M5s) e l’inasprimento delle pene legate agli stupefacenti (Lega e Forza Italia). Contemporaneamente a Montecitorio i deputati continuano a discutere il testo base sulla cannabis del presidente della commissione Giustizia, Mario Perantoni. Una proposta frutto di una lunga sintesi raggiunta tra i partiti di maggioranza che, a loro volta, avevano firmato e depositato una serie di testi di legge distinti.
Martedì Perantoni ha depositato i suoi emendamenti, in quanto relatore ha la facoltà di proporre modifiche in qualsiasi momento. Ieri i deputati avrebbero dovuto iniziare a votarli ma il centrodestra ha chiesto un rinvio.
Insomma, il lavoro dei deputati, se pur lentamente, va avanti. Questo elemento, però, non è servito come deterrente all’iniziativa di Ostellari. «L’avvio al Senato dell’esame di un testo sugli stupefacenti verrà usato come ulteriore argomento dilatorio», ha detto il deputato di +Europa, Riccardo Magi.
L’azione della Lega è in contrasto con il regolamento del Senato, che al comma 3 dell’articolo 51 stabilisce: «Quando sia posto all’ordine del giorno di una commissione un ddl avente un oggetto identico o strettamente connesso rispetto a quello di un progetto già presentato alla Camera, il presidente del Senato ne informa il presidente della Camera per raggiungere le possibili intese». Al momento l’iter per raggiungere l’intesa non è stato avviato. Il presidente della Camera, Roberto Fico, è stato informato ieri, la presidente di palazzo Madama sta “riflettendo”. «Casellati ha già parlato con il presidente Ostellari, oggi lo farà con Annamaria Parente (presidente della commissione Sanità, ndr). Poi prenderà le sue decisioni», hanno detto dalla presidenza.
Il nodo del testo Lega
Le forzature della Lega non finiscono qui. Martedì il presidente Ostellari ha fatto diffondere un comunicato dal titolo: “Droga, via a esame riforma, si parte da testo Lega”. Si riferiva al disegno di legge a firma del capogruppo Massimiliano Romeo che aumenta le pene. Ma in realtà, al momento, la commissione Giustizia non ha preso nessuna decisione a riguardo. Il testo dal quale partire non è una scelta di poco conto: generalmente, quando in parlamento si discute un macro tema com’è quello sugli stupefacenti, si è spesso in presenza di diversi disegni o proposte di legge presentati dai partiti. E c’è sempre una fase in cui le forze politiche cercano di mettersi d’accordo su quale testo utilizzare come base. In molti altri casi, si decide di scriverne uno ex novo, che tenga conto di quelli in archivio. Se non tutti, almeno una parte. Ecco, al momento, questo passaggio in commissione Giustizia al Senato non è avvenuto, nessuna decisione è stata presa.
L’accordo sul fine vita
L’accordo politico potrebbe aprire vie differenti, ma molto dipenderà dalla decisione che prenderà la presidente Elisabetta Casellati. Certo è che se la strategia leghista andasse in porto, il partito di Matteo Salvini potrebbe ottenere due vittorie. La prima: discutere al Senato una legge che aumenta le pene carcerarie per chi detiene droga, inclusa la cannabis, farlo nella commissione guidata da un suo fedele senatore (Ostellari) che ha la facoltà di scegliere i relatori e approntare il calendario, e di conseguenza frenare la proposta di legge in discussione alla Camera. La seconda: rallentare la legge sul fine vita.
L’accordo con il resto della maggioranza ha previsto la scelta di quattro relatori, decisione straordinaria rispetto alla prassi parlamentare: le commissioni che esaminano la legge sono due, oltre la Giustizia c’è anche la Sanità. I relatori avrebbero dovuto essere altrettanti. Il raddoppio, dunque, è già un segnale di come andranno le cose nei prossimi mesi. Più persone ci sono da mettere d’accordo, più tempo servirà per concludere l’esame della legge. Ma alla fine della legislatura mancano solo dieci mesi.
Sullo sfondo il fatto che uno dei relatori scelti sia anche uno dei leghisti più intransigenti che questa legislatura ha conosciuto, il senatore Pillon. Basta ricordare la sua battaglia, insieme a Ostellari, contro il ddl Zan sul contrasto all’omofobia.
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Ragiono a ruota libera, per mettere ordine ai pensieri.
Non so, qui la difficoltà di ragionare a livello personale e a livello generale è forse uno degli aspetti del problema. Perché chi si concede di riflettere su di sé e sulle proprie esperienze molto probabilmente non è chi rientra nella casistica di chi vive queste situazioni. Da parte di entrambi i lati, forse, sia uomini che donne, chi ragiona e analizza e si pone dei paletti rispetto a cosa aspettarsi e cosa concedere in una relazione, probabilmente riuscirà a stare nei confini delle delusioni e delle sofferenze "normali". La gelosia, l'insicurezza, la rabbia, la disperazione fanno parte delle emozioni "normali", credo io, tutti le proviamo anche al di fuori delle relazioni sentimentali, ma siamo capaci di gestire e superare l'onda potenzialmente distruttiva, magari con fatica e con più tempo di quanto ci piacerebbe, ma si va oltre. Si ricuce anche un rapporto, eh, a volte è anche giusto provare a tenere insieme qualcosa che è arrivato a un momento di difficoltà. Però secondo me la grossa differenza sta nella consapevolezza che si può anche stare single, che le cose possono finire e non è la fine del mondo, ma solo di una relazione. Che si può stare anche single a prescindere, senza necessariamente rinunciare a cercare una persona da amare ma senza farne l'obiettivo principale della propria vita. E questo mi pare invece che non sia considerato normale da tante persone.
Ieri ho ascoltato uno sfogo di Dario Bressanini sulla questione della carne coltivata e diceva una cosa che condivido e che oggi mi è tornata in mente: in Italia pare esserci una tendenza a confinare le libertà altrui, anche quando non ledono le proprie. In soldoni, che te ne frega se la gente vuole vendere o mangiare carne prodotta in un modo nuovo, una volta assodato che non fa male alla salute? Questa tendenza al controllo con un divieto l'abbiamo vista in tantissime altre circostanze: Bressanini ricordava il paradosso degli OGM, ma il discorso è applicabile anche a matrimoni non etero, fecondazione assistita, aborto (un diritto estremamente difficile da vedersi riconoscere), riconoscimento della genitorialità ai genitori non etero, eutanasia.
Pare normale questa tendenza a ridurre la libertà altrui, specialmente quando si tratta di libertà di minoranze di fare qualcosa che alla maggioranza può sembrare strano ma non cambia la vita delle persone che non sono coinvolte da queste scelte, se non alla lontana. Che ti cambia se due uomini si sposano e adottano? Questa idea che la normalità sia solo la propria e sia da difendere vietando, costringendo, deridendo o cancellando o eliminando la possibilità di qualcosa di diverso. Non proponendo o condividendo il proprio esempio, ma impedendo agli altri di fornire il loro o anche solo di praticarlo per i fatti propri, senza farsi pubblicità. È una forma di controllo degli altri, un desiderio di manifestare il proprio potere sulle vite altrui, una logica di possesso e proprietà delle persone che consideriamo "inferiori" e che diventano come cose, di cui disporre a piacimento.
È una logica che quando si applica alle relazioni di amicizia o di coppia genera situazioni pericolose, che possono scoppiare in prepotenza e violenza in brevissimo tempo. È l'idea che ciò che è diverso dal nostro quotidiano sia qualcosa di pericoloso a prescindere: prima o poi arriverà sicuramente qualcosa che metterà in crisi questa prospettiva e in quel momento si vede la differenza tra chi è disposto a ragionarci su e chi invece ha i paraocchi e non vuole sentire ragioni.
E qui si insidia anche la difficoltà di accettare che il proprio figlio sia un prepotente, un manesco, una persona violenta. Che il proprio fratello sia un cretino, che non ha idea di cosa sia impegnarsi in una relazione di coppia. Che la propria madre sia in difficoltà a gestire un marito costantemente ubriaco. Che la propria amica sia apparentemente indifferente alle scenate del suo fidanzato. Qual è il confine di ciò che è normale e accettabile? Quanto siamo capaci di riconoscerlo? Di accettare che per altre persone sia più in là o più in qua di quello che abbiamo tracciato noi? Di affrontare apertamente chi lo supera? Di capire e aiutare chi è in difficoltà? Di ammettere che abbiamo torto marcio e siamo stati noi a sbagliare fino adesso?
Non so, ripeto, io sono figlia delle mie esperienze dirette e indirette e probabilmente i miei confini li traccio in un modo diverso da tante persone che pure sono vicine a me. Le mie aspettative e la mia autostima e la mia fiducia sono costruite sulla mia storia, le mie delusioni, le mie capacità di sopportazione e le mie capacità di offrire il mio tempo e la mia energia agli altri. La mia capacità di amare e di essere amica sono modulate di conseguenza, gli errori che ho fatto e subito mi hanno insegnato ad evitare certe trappole, ma sicuramente ci sono millemila sbagli che mi aspettano in futuro, perché nessuno è perfetto e molti imprevisti te li mette il caso e c'è poco da preparare.
Penso che per molte persone sia difficile immaginare che la loro normalità possa non essere "accettabile", possa essere messa in discussione e rifiutata. Forse non si sono mai trovati dall'altra parte del confine. Forse non hanno mai ragionato abbastanza su cosa vogliono davvero per sé e per chi sta loro intorno. Forse hanno paura di queste domande e semplicemente evitano di affrontare l'argomento, perché sarebbe troppo doloroso e devastante rispondere onestamente.
Michela Murgia in quel commento sostanzialmente paragonava la dimensione culturale del maschilisimo, della mascolinità tossica e della misoginia a quella della mafia, per far capire quanto sia difficile rendersi conto di ciò che è riconosciuto come normale quando normale non è. Film e telefilm sulla mafia ce ne sono tanti, si è scritto e detto tanto ed è giusto così, anzi non è mai abbastanza. Sulle questioni di genere, sul sessismo e sulla violenza, sulla tossicità di certi costrutti culturali forse ancora si è detto e scritto troppo poco, forse ancora nella cultura pop non si è trovato il modo di mostrare efficacemente certe situazioni, di esplicitare certi messaggi. Chissà quanto tempo ci vorrà ancora.
L'ultimo appuntamento
Non lo faccio mai, ma questa cosa dell'ultimo appuntamento in cui Giulia Cecchettin è stata uccisa mi ha colpito e voglio commentare, anzi voglio raccontare.
Anni fa stavo con una ragazza a distanza, la storia è durata poco, qualche mese, ma io ero presissimo. Lei invece no, tanto che mi ha mollato per uno che gli ho presentato io. Il fatto che mi avesse mollato s'era capito anche al telefono, ma io presi la macchina e volli fare un viaggio di 6 ore per vederla ancora. Era quello che potremmo dire "l'ultimo appuntamento".
Ora, io non sono un maniaco omicida, e avevo almeno una vaga idea di come rispettare una persona dell'altro sesso, quindi lei non ha rischiato più di tanto con me, ma... se la cosa fosse successa oggi, quasi 20 anni dopo? L'avrebbe voluto quell'incontro? E se non l'avesse voluto, io come mi sarei comportato?
Sono stato male per lei per mesi, senza quell'incontro sarebbe andata meglio o peggio? Al giorno d'oggi lei si sarebbe sentita minacciata dal mio chiedere di vederla ancora? E questo, poi, come mi avrebbe fatto sentire?
Non lo so, non riesco a immaginare di picchiare una ragazza solo perché mi molla. La questione del possesso non mi è mai passata per la mente, il massimo che posso possedere di una persona è la sua compagnia se e quando me la vuole concedere. Non sono mai stato troppo geloso, quindi non riesco a comprendere nemmeno lontanamente questi comportamenti, e la paura dell'ultimo appuntamento è una straziante novità.
Volendo rispondere a quelle domande sopra, forse non vederla mi avrebbe anche fatto bene, conoscendomi. Forse mi sarei risollevato prima. Quel weekend da lei (in hotel da solo) io lo ricordo tutt'ora con simpatia, quindi sono stato bene anche se ero lì per essere mollato. E forse questo mi ha portato a soffrire di più.
D'altro canto, però, ribadisco: è stato un bel weekend e sono contento di averlo avuto.
Dire che Giulia ha sbagliato ad andare all'ultimo appuntamento è un errore, perché avrebbe potuto essere un incontro piacevole, per quanto triste. E il fatto che le ragazze debbano avere paura di queste cose mette in risalto quanto la società maschilista e patriarcale sia tutto sommato accettata e sopportata (quando non supportata). Non è lui a doversi vergognare di aver fatto un gesto terribile, è lei che non doveva accettare l'appuntamento.
Addirittura un servizio di bodyguard si offre di fare da scorta per gli ultimi appuntamenti! Sul serio siamo così incapaci di crescere giovani che non hanno voglia di ammazzare donne e che non le reputano una loro proprietà esclusiva?
Poi venitemi a dire che Michela Murgia non aveva ragione.
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Non sono passati i due referendum che sono praticamente tra i pochi esempi di richieste dal basso più recenti. Quello di cui parlo non è la decisione della CC, che potrebbe essere didatticamente legittima, ma mi chiedo: è davvero questa la cosa giusta?
Il diritto ormai è passato in mano alla massa, non discutiamo più di evoluzioni e trasformazioni sociali, ormai sui social si decide cosa sia un diritto e cosa non lo è, cosa si può fare legalmente, ma secondo costume e sentimento, e cosa no, se il diritto vero e proprio prima o poi ci arriva questo è un fatto suo, problema che noi, pubblico digitale abbiamo già discusso, affrontato e risolto secondo la legge della strada lastricata di pixel.
Quindi come mai per andare incontro ad un chiaro segnale di necessità che il popolo esprime, qualcosa a cui ancora tiene per davvero, come eutanasia e legalizzazione, siamo ancora in braccio ai cavilli sul linguaggio o sull’esposizione scritta col culo? È giusto così? Ok, è giusto così. Allora in un mondo giusto, giusto come abbiamo deciso di procedere, un partito che davvero sia vocato ai cittadini dovrebbe prendere in mano questo sentimento popolare e trasformarlo in decreto legge, per lo meno provarci. E invece da quanti anni non ci sono proposte concrete in sede parlamentare che rispondano a nostre vere esigenze? Io non parlo mai di politica, o meglio, io non parlo più di politica, perchè non c’è più nulla da dire, questa che ci governa non è politica, non lo è nel senso per cui ne sia giustificata l’esistenza. Non è nemmeno il caso di fare distinzioni tra un nome o un altro, non si scontrano nemmeno più, hanno paura di prendere posizione, hanno paura di perdere voti e legittimità, la legittimità. Parliamo di legittimità. I giovani non votano e non è nemmeno più questione di astensionismo, l’astensionismo vale forse fino a noi nati negli anni 80, che ormai siamo belli che adulti da un po’, i giovani, quelli veri non si astengono, se ne fottono. Le leggi se le fanno sui social, che la CC le approvi o no. I colpevoli li troviamo nei tribunali del web, che ci sia un giudice oppure no. E quando per davvero mi serve che la politica mi fiancheggi per qualcosa in cui credo la politica essa stessa non c’è, quindi a me cosa cazzo me me ne fotte? Questo non si chiama più astensionismo, è menefreghismo bello e buono e non si cura delegando le decisioni a data da destinarsi.
Also, Anne Oakley, Buffalo Bill, Toro Seduto e compagnia bella erano fenomeni da circo, non eroi, eppure sono parte di una cultura americana molto radicata e che ha concorso e formare un popolo, se non tutto almeno quello del far west, quindi tanto, erano dei personaggi famosi, si esibivano, le loro gesta erano sempre gesta dietro un compenso. Una volta una tipa che rubava per pagarsi la coca fu arrestata e fornì un nome falso, Anne Oakley, il primo a fare uscire la notizia sui giornali , che la Oakley fu arrestata perchè una tossicodipendente che rubava, fu Hearst il magnate della stampa americana, tutti gli altri giornali lo hanno seguito a ruota ricopiando la notizia e la Oakley vera ha dovuto chiedere i risarcimenti intentando tantissime cause di diffamazione, poi vinte, ma a che pro. Volevo dirvelo così per divertimento.
Sabato abbiamo fatto una festa a casa, senza alcun motivo, eravamo i soliti, ognuno ha portato circa due bottiglie di alcol a testa tipo che abbiamo iniziato a mangiare alle 20 e alle 2 stavamo organizzando un torneo di freccette e aprendo una nuova bottiglia di gin. Ad un certo punto eravamo tutti concordi che era un peccato poter fare ste cose solo nel weekend, sarebbe bello potersi divertire sempre. Dovremmo smettere di lavorare. Da qualche parte qualcosa è andato storto and we are going along with this, that’s the problem.
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Omosessuali, rom, disabili le vittime senza nome dell’Olocausto
Aktion T4, Porrajmos e Omocausto. Hanno un nome, quelli che in molti definiscono gli Olocausti dimenticati. Disabili, rom e omosessuali sterminati durante gli anni del nazismo, grazie anche al ruolo svolto dai regimi fascisti collaborazionisti.
Spesso non hanno più un volto e una voce, perché furono in pochi a sopravvivere ai folli piani di sterminio messi in atto da Hitler e a poter, quindi, trasmettere quella Memoria, fondamentale per tramandare le atrocità commesse dall’uomo. Anche la matematica dell’orrore, quella che dovrebbe documentare e far comprendere nella sua brutalità numerica, con le cifre delle persone morte, la portata di questo sterminio, deve fare i conti con documenti fatti sparire o con (è il caso dei rom) l’assenza di una tradizione scritta. Oppure, come avviene per i gay, con la negazione della loro omosessualità, anche dopo la liberazione dai campi di concentramento.
Anche i Testimoni di Geova furono perseguitati, tra il 1933 e il 1945 (diecimila internati, prevalentemente tedeschi): a loro veniva anche offerta – invano – la possibilità di rinunciare al loro credo religioso, in cambio della libertà. Olocausti che – come hanno fatto notare, non senza qualche polemica, alcune associazioni – si è spesso cercato di dimenticare. E sono proprio le associazioni come l’Avi (per la tutela delle persone disabili), Arcigay e Gay Center, Opera Nomadi e Aizo (rom e sinti) ad aver organizzato, nella settimana della Memoria, alcuni eventi, in tutta Italia, per cercare di far conoscere, ad esempio, l’Aktion T4, il programma nazista di eutanasia che, in nome dell’igiene della razza cara ai nazisti, portò alla soppressione di almeno 70mila persone affette da malattie genetiche, inguaribili o da malformazioni fisiche.
O l’Omocausto, che portò alla morte di almeno 7mila omosessuali nei campi di sterminio nazisti (oltre alle decine di migliaia di persone che vennero condannate sulla base del Paragrafo 175, quello che puniva gli atti e, persino, le fantasie omosessuali). E, infine, lo Porrajmos, che in lingua romaní indica la “devastazione”: furono più di mezzo milione i rom e i sinti morti nei campi di sterminio. I piani di sterminio degli zingari vennero attuati non soltanto nei territori annessi dal dominio nazista, ma anche da parte dei governi collaborazionisti, come la Romania e la Jugoslavia, che furono, insieme alla Polonia, tra i principali teatri di questa persecuzione. Ad Auschwitz erano rinchiusi nel tristemente noto Zigeunerlager, ed erano contraddistinti dal triangolo marrone. Come Barbara Ritter, cecoslovacca rom, scomparsa dieci anni fa. Una delle poche persone a raccogliere la sua testimonianza, durante un incontro che si è tenuto a Ginevra, è stata Carla Osella, presidente dell’Aizo (Associazione Italiana Zingari Oggi). A lei ha raccontato della deportazione nel campo, nel reparto dell'”angelo della Morte”, quel Josef Mengele noto per i suoi esperimenti medici e di eugenetica che svolse usando come cavie umane i deportati, anche bambini. “Barbara venne rinchiusa nel lager di Mengele, e qui sottoposta ad una serie di esperimenti. Le inocularono la malaria, per vedere se era in grado di guarire. Non morì, a differenza di tante persone, tutti bambini, che erano con lei”, racconta Osella. “Uno dei racconti più atroci che mi fece, fu quello che vide per protagonista un bimbo, ad Auschwitz. Per tenere buoni i bambini, Mengele era solito dar loro della cioccolata. Un giorno prese uno di questi e, proprio di fronte a Barbara, gli sparò, senza alcuna apparente motivo”.
Barbara assistette anche a numerosi tentativi di ribellione, da parte dei rom, nei confronti dei soldati nazisti. “La Ritter si salvò, perché, dopo essere stata trasferita a Buchenwald, riuscì a fuggire, mentre chi era rimasto ad Auschwitz fu ucciso”, ricorda ancora la presidente dell’associazione. Ma i racconti come questo sono pochi. “Non ho notizia, in Italia, di nessun rom sopravvissuto all’Olocausto, che sia ancora in vita – dice Massimo Converso, presidente dell’Opera Nomadi – E poi c’è il problema, a livello di trasmissione della memoria, dell’assenza di una tradizione scritta. I rom erano spesso analfabeti”. Mezzo milione i morti certi, anche se di moltissimi zingari si è persa ogni traccia, senza che si possa dire con certezza che siano stati uccisi dai nazisti. E questo potrebbe spiegare perché altre stime parlino di un milione e mezzo di morti. In provincia di Viterbo, a Blera, ne vennero chiusi una cinquantina in un campo di concentramento repubblichino, sconosciuto ai più. “Dal settembre del 1943 al giugno del 1944”, spiega Converso, che ieri, a Roma, ha preso parte alla tradizionale fiaccolata che ricorda i rom uccisi. Silvia Cutrera, a capo dell’Avi (associazione per la vita indipendente) è, invece, riuscita a intervistare il tedesco Friedrich Zawrel: classe 1929, venne internato nello “Am Spiegelgrund”, un ricovero, a Vienna, per bambini “disturbati mentalmente”, e che, sotto il Terzo Reich, fu trasformato in “centro dell’orrore”. Era considerato affetto da comportamento deviato, perché figlio di un alcolizzato non in grado di prestare servizio militare: in più aveva anche marinato alcune lezioni, a scuola. “Ha personalmente assistito agli esperimenti condotti sui bambini, ricoverati insieme a lui – racconta la Cutrera – Non venivano uccisi, ma si somministravano loro farmaci, per vedere chi riusciva a vivere più a lungo oppure per studiare le loro reazioni. Anche lui fu costretto a prendere medicine letali”. Dopo aver subito molestie e violenze, ha cercato di fuggire. Riacciuffato, è stato segregato per un anno in una cella di isolamento: è riuscito a salvarsi soltanto grazie all’aiuto di una infermiera.
Rosa era, invece, il colore del triangolo che indicava, nei campi di concentramento, gli omosessuali. “Le stime sui morti, in questo caso, sono difficilissime – racconta Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center – perché molti non volevano ammettere di essere omosessuali. Altri vennero portati nei campi di concentramento per altri motivi e, quindi, la loro omosessualità non emergeva”. “E’ una storia cancellata, la loro”, dice Porpora Marcasciano, presidente del MIT (movimento di identità transessuale) e componente del Comitato nazionale Bologna Pride 2012, “anche per colpa di quel pudore cattolico che porta a censurare determinati argomenti. E bisogna considerare che molti gay erano anche deportati politici e non avevano alcuna intenzione di dichiarare il loro orientamento sessuale, anche una volta liberati”. Tra i pochi – è forse l’unica, in Italia, a poter ancora ricordare quegli anni di persecuzioni – c’è la transessuale Lucy, che entrò nel campo di sterminio di Dachau come Luciano. E che, nel 2010, per la prima volta, è tornata a visitare il luogo dal quale è riuscita miracolosamente a salvarsi. “Di Omocausto si è iniziato a discutere in Italia grazie a quegli studiosi, soprattutto tedeschi, che hanno sollevato il caso – osserva Aurelio Mancuso, presidente di Equality – Fino a non molto tempo fa, una ventina di anni fa, non si parlava affatto delle vittime omosessuali. C’erano anche difficoltà relative alle fonti e ai documenti”. “Bisogna poi ricordare quelle centinaia di persone mandate al confino dal regime fascista – aggiunge Mancuso – e che, comunque, rientravano nelle persecuzioni dell’epoca contro gli omosessuali”. Mancuso evidenzia anche il ruolo chiave svolto dalle comunità ebraiche italiane nel portare alla luce la questione dell’Omocausto: “Si è fatto molto lavoro comune, fondamentale per una memoria condivisa, e tanti rabbini si sono pronunciati in merito alle persecuzioni dei gay durante il periodo nazista”.
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1981: COME RIDURRE LA POPOLAZIONE SELEZIONANDO I PIÙ PAVIDI E I PIÙ STUPIDI
Jacques Attali, consigliere di François Mitterrand, 1981:
“In futuro si tratterà di trovare un modo per ridurre la popolazione. Inizieremo dal vecchio, perché non appena supera i 60-65 anni, l'uomo vive più a lungo di quanto produce e costa caro alla società. Poi i deboli e poi gli inutili che non portano nulla alla società perché ce ne saranno sempre di più, e soprattutto finalmente gli stupidi. Eutanasia mirata a questi gruppi; L'eutanasia dovrà essere uno strumento essenziale delle nostre società future, in tutti i casi. Ovviamente non possiamo giustiziare persone o allestire campi. Ce ne sbarazzeremo facendo credere loro che sia per il loro bene. Una popolazione troppo numerosa, e per la maggior parte inutile, è qualcosa di troppo costoso dal punto di vista economico. Dal punto di vista sociale, è anche molto meglio che la macchina umana si arresti bruscamente piuttosto che deteriorarsi gradualmente. Non saremo in grado di superare i test di intelligenza su milioni e milioni di persone, puoi immaginare!
Troveremo qualcosa o lo causeremo, una pandemia che colpisce certe persone, una vera crisi economica o meno, un virus che colpirà il vecchio o il grande, non importa, i deboli soccomberanno, i timorosi e i lo stupido ci crederà e chiederà di essere curato. Avremo avuto cura di aver pianificato il trattamento, un trattamento che sarà la soluzione.
La selezione degli idioti sarà così fatta da sola: andranno al macello da soli ".
[Il futuro della vita - Jacques Attali, 1981]
Interviste a Michel Salomon, collezione The Faces of the Future, edizioni Seghers.
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Ogni notte prego un dio in cui neanche credo di non farmi svegliare più il giorno dopo. Lo faccio da anni, ma non mi ascolta mai. Non credo di averlo pregato così tanto come queste ultime notti. Vorrei riconoscesse la forza di volontà che ho dovuto avere per essere arrivata decentemente fino ad ora. Ci ho messo tanto impegno, cercando di non lasciare che il dolore facesse marcire la mia anima. Credo di aver miseramente fallito su questo. Sono diventata una brutta persona. Ci ho comunque messo tutta me stessa.
Non credo in inferno e paradiso. In realtà non vorrei neanche andarci in paradiso, non me lo merito. Passerei tutto il tempo a renderlo un inferno, credo. Vorrei sparire e basta. Ho scelto che il mio corpo diventerà un albero. Sarò abbastanza grande quando Virgilio morirà. Vorrei dormisse ai miei piedi. Tutti moriamo, prima o poi.
Non vedo tristezza nella morte. Specialmente quando è un' eutanasia. Sul mio viso vedo l'agonia. Non riesco a guardarlo, mi fa paura. Ci sono quasi 20 gradi, ma vivo con una coperta in testa, non ho il coraggio di guardare cosa questa guerra mi ha fatto.
Ultimamente sanguino di continuo. Prego siano le preghiere che si avverano, ma figurati se è così. Credo sia perché sto piangendo troppo. Ogni notte, deve far male. Credo. Sento il cuore farmi sempre più male, ogni volta. Stasera é stato così terribile che non riuscivo neanche a scrivere. Non mi rende triste, sono felice. Spero mi uccida. Lo spero tantissimo.
Non mi lavavo da un po' ed ho vomitato quel che ho mangiato un paio di volte, ultimamente. Oggi ho avuto la forza di lavarmi e mi sento un' eroina per questo.
Ho sognato di essere lì ieri. Non volevo svegliarmi. Non volevo tornare alla realtà. È stato doloroso, ma ormai tutto lo è diventato. Devo resistere in qualche modo, anche se non voglio. Almeno un altro po', devo ridurre al massimo i danni.
Vorrei non essere mai nata. Vi chiedo scusa.
#Voglio morire#I wanna die#je veux mourir#trauma#bpd#Tristezza#Solitudine#Dolore#Sangue#Depressione#Lettera
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Chissà se ti ricordi di quando parlavamo di bioetica, di inseminazione artificiale, di aborto, di eutanasia, insomma di tutti quei discorsi di cui non si parla negli ambienti perbene a cui eravamo abituati. Chissà se ti ricordi di quella volta che decisi di sfidare qualsiasi regola di convivenza umana e mi spinsi oltre.
“Ti sembra corretto che la donna possa decidere se abortire, ma l’uomo non abbia nessun diritto?”. Di punto in bianco, fulmine a cielo sereno. Eri abituato alle mie uscite senza contesto, non ti scomponesti troppo.
“Sei incinta?” chiedesti subito dopo, cercando le mie labbra e sperando di trovarci anche il senso del discorso. Non sapevo nemmeno che dirti. No, non ero incinta e anche lo fossi stata non era sicuramente tuo, quindi avrei affrontato l’argomento con il padre. No, a chi la voglio dare a bere, l’avrei comunque affrontato con te.
Non ti risposi, ma rincarai la dose “Tu praticheresti mai un aborto senza il doppio consenso?”
“Doppio? Cioè anche del feto?” ti scappò da ridere. So benissimo a cosa stavi pensando: dimmi te se uno deve sentirsi fare ste domande del cazzo quando potremmo fare altro...
“Intendo sia della madre che del padre”
“Questo è un discorso di bioetica troppo difficile da affrontare” e aggiungesti il mio soprannome alla fine, capii che non mi stavi prendendo sul serio.
“Se lo porto in tesi mi fornisci del materiale?”
“Aspetta, quindi è una domanda seria?”.
Non ti risposi.
“Oh”, dicesti aggiungendo il mio nome per intero “sei seria?”
“Sì, secondo te è lecito?”
Sapevo che sarebbe stato un terreno troppo complicato da affrontare con chiunque altro, ho sempre amato farti domande complicate perché eri l’unico a prenderle con il giusto spirito: quello critico. Quella volta però ti lasciai spiazzato.
“Nel mio caso è diverso, i miei pazienti non possono chiedermelo, lo fanno i padroni”
“Hai comunque studiato medicina e bioetica no? Avrai dei cazzo di autori da indicarmi”
“Vuoi veramente affrontare questo argomento quando potremmo passare questo tempo nudi?”
“Affrontiamolo da nudi allora”
Ci fissammo per dei secondi che sembravano interminabili. “Anche se in realtà...” dicesti, allontanandoti e cominciando a camminare per la stanza. Iniziò uno dei discorsi più emozionanti della mia vita e mi spogliasti nel modo più eccitante possibile: lasciandomi vestita.
Ti ho ripensato stasera, dopo anni, perché sto cercando materiale per un saggio sui diritti umani e mi è passato sotto il naso uno dei temi consigliati dal professore: l’aborto. Che faccio? Gli mando una mail con le mie solite domande provocatorie e aspetto che a questo giro mi spogli lui?
#ricordi di conversazioni che non farò mai più#giurin giurello#blocco chi reblogga#riflessioni da una stanza singola
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"Molte persone perderanno i loro cari a causa del coronavirus".
No, proprio no all'immunonazismo!
Potremmo sintetizzare: tutti infetti, quindi nessuno infetto. Boris Johnson oggi ha ammesso che il Regno Unito sta vivendo una drammatica emergenza sanitaria e conta circa diecimila contagiati da Covid-19. Tuttavia, assumere misure draconiane secondo lui non sortirebbe alcun risultato, anzi potrebbe addirittura risultare controproducente. Mentre in Europa i governi intraprendono misure sempre più drastiche, Londra consiglia di combattere l'epidemia lavandosi “addirittura” le mani con acqua e sapone. I malati stiano qualche giorno a casa e muoiano senza disturbare troppo, please. Business is business, a Londra tutto rimane aperto come niente fosse, ma non mettete le mascherine che ci viene l'ansia! Oh yes.
Puro delirio (ovvero, alterata visione della realtà) e grande ignoranza. Johnson ha elaborato una personalissima teoria, secondo la quale aumentare il numero di infetti fa aumentare proporzionalmente anche il numero delle persone guarite, e quindi immuni verso una seconda eventuale infezione. Vabbè, ci saranno decine di migliaia di morti, ma tanto saranno quasi tutti anziani, no? Risparmiamo pure sulle pensioni.
Come possiamo riassumere questa teoria? Chiamandola con il nome che merita, "immunonazismo", ovvero muoiano i più deboli affinché la qualità della specie umana migliori. Il termine non lo abbiamo coniato a caso: nella Germania degli anni '30 c'era "Aktion T4", il programma nazista di eutanasia che prevedeva in Germania la soppressione di persone affette da malattie genetiche inguaribili e da portatori di handicap mentali (ma non fisici, se non per casi gravi), cioè delle cosiddette "vite indegne di essere vissute".
Johnson naturalmente pensa (pensa?) che il suo piano contribuisca a costituire una robusta immunità di gregge, ma ignora i principi scientifici che la garantiscono. Affinché ciò accada, le persone sopravvissute all'infezione dovrebbero sviluppare una buona risposta immunitaria contro il virus e quindi bloccare un eventuale secondo suo arrivo. Ma come funziona l’immunità contro il SARS-CoV-2? Sfortunatamente oggi non lo sappiamo, e non abbiamo alcuna evidenza che dimostri il ruolo dei vari componenti del sistema immunitario, né sappiamo come possa avvenire l’immunizzazione ”naturale” (ovvero, dopo la malattia), e attraverso quali vie e meccanismi. Gli studi elaborati su pazienti guariti dalla SARS (l’epidemia da un coronavirus precedente a questo, che nel 2003 ha colpito 17 paesi e ha mietuto 774 vittime, tra cui Carlo Urbani, il medico italiano che l’ha identificata e ha permesso di fermarla al suo esordio), ci dicono soltanto che nei pazienti guariti resta una memoria immunitaria a distanza di 3-4 anni, ma che questa memoria è piuttosto debole e potrebbe non essere protettiva verso una seconda infezione.
Sono davvero numerosi i problemi scientifici da affrontare: non sappiamo cosa contribuisca all’immunità contro questo virus (quale tipo di anticorpi? meglio gli anticorpi o cellule T? le citochine infiammatorie fanno bene o fanno danni?), non sappiamo quanto duri una eventuale immunità, non sappiamo come e se le mutazioni del virus la possano eludere (cosa comunque piuttosto ovvia da prevedere). Certamente se il virus persiste tra la popolazione si genereranno nuove mutazioni e aumenterà la sua patogenicità. God save the Queen, e anche tutti gli altri inglesi.
Tutto ciò premesso, come non esprimere considerazioni etiche dispregiative? Non si può governare un paese in una emergenza come questa senza confrontarsi con la comunità scientifica, la salute pubblica non è una sfida all'O.K. Corral o una partita alla roulette russa.
No, proprio no, noi non siamo immunonazisti.
PS mi hanno segnalato che la sua frase (presa da un "virgolettato" di un importante quotidiano nazionale) sarebbe diversa da quella usata come titolo originale di questo post. Era: "many more people will lose loved ones to coronavirus". Ho cambiato il titolo, ma non cambia nulla nella sostanza, la logica del discorso rimane la stessa. (AC) https://www.facebook.com/1802090946769252/posts/2471427109835629/
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