#però comunque una gestione abbastanza assurda
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janniksnr · 1 year ago
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poi ticketone -o chi per loro- con calma mi illustrerà il senso logico di mandare ottocentomila codici per centoquarantamila biglietti disponibili perché io sinceramente non lo vedo. che poi vabbè, già trovo assurdo che non si potessero scegliere i posti che praticamente andavano presi così sulla fiducia, però mandare così tanti codici in eccesso conoscendo il numero di biglietti disponibili non ha senso, a questo punto potevano evitarsi questo passaggio e permettere a tutti di provare (che sarebbe stata la cosa più giusta) che alla fine non mi sembra ci sia stata una grande "selezione" e non mi sembra neanche siano riusciti nell'intento di bloccare il bagarinaggio visto che c'è gente che se li rivendeva dopo manco un'ora al triplo del prezzo boh vabbè
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exterminate-ak · 3 years ago
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Problemi che mi sembra di aver individuato nel messaggio di questo anon:
- "ero sano" ma poi parla di problemi cardiovascolari pregressi e di reazioni avverse a antibiotici? Boh.
- i sintomi in effetti, da queste due righe, sono abbastanza compatibili con attacchi di panico e ansia generalizzata
- la gestione sanitaria del problema non mi quadra. Quando al PS arriva uno con mezzo sintomo remotamente ascrivibile e problemi cardiologici viene rivoltato come un calzino prima di essere mandato a casa, figuriamoci se ce ne sono altri pregressi in anamnesi. Boh.
Dunque ci sta che potrebbe essere una storia inventata, d'altra parte le pagine novax ne sono piene (un po' come le storie di "gay convertiti" in pagine fondamentaliste cristiane, o di crimini di immigrati nei sei di xyz se...), poi normalmente crollano quando vengono fatte domande di approfondimento, anziché i soliti commenti indignati.
Oppure, riassumendo tutto in due righe e non dovendo davvero farsi visitare da Tumblr, ha scritto un po' a cazzo, ci può anche stare.
Però è anche vero che questa storia ha sottolineato dei problemi reali di un sistema che ha prodotto sacche di sfiducia, che poi vengono ignobilmente sfruttate dai bufalari:
- sanitari che trattano i pazienti come imbecilli a prescindere, non solo quando sono di corsa (purtroppo con la mancanza di personale e i turni infiniti può accadere che la pazienza a un certo punto finisca) ma proprio a prescindere, perché il paziente che fa una domanda è un rompicoglioni in automatico
- pigrizia diagnostica nel fare rientrare tutti i sintomi che non si ha voglia di approfondire nell'ambito dell'ansia e dei problemi psicosomatici
- personalmente ho sentito di tantissimi sanitari che se fottono allegramente delle anamnesi dei pazienti (dipende parecchio dal centro vaccinale: quando mi sono vaccinata io hanno controllato tutti i fogli e poi mi hanno anche fatto altre domande, così come ad altre persone vaccinate sempre lì, talvolta sono stati presi accorgimenti particolari, ma in un altro ospedale noto per avere infermieri teste di cazzo no, tutti hanno detto che pungono e basta. Questa cosa non va bene per niente)
- farmacovigilanza snobbata anche dai sanitari, che è un'altra cosa assurda
- mancanza di percorsi per tutti i casi particolari, che sono piccole percentuali ma tutti insieme diventano tanti, di persone che vorrebbero ma non possono vaccinarsi, o che comunque sarebbe meglio che non lo facessero in via cautelativa, o alternative per chi ha la prenotazione del vaccino nel duemilamai. C'è solo la possibilità di pagare ogni tot giorni il tampone antigenico, o di fare comunque file infinite ai centri asl, se non sbaglio. Mi sta anche bene per il novax convinto, che ha voluto la sua bicicletta e sticazzi, ma sarebbe bene facilitare un minimo la vita agli altri
Sono d'accordo con l'obbligo vaccinale, i novax stessero chiusi in casa con la diarrea a schizzo, "dittatura sanitaria" un ceppo cazzo, i vaccini sono sicuri, soprattutto sono molto ma molto più sicuri dell'alternativa, bisogna fidarsi di medici e scienziati (soprattutto quando uno ha una conoscenza sull'argomento pari al corse di scienze della terza media o del liceo, o anche se ha dato esami di immunologia/genetica/biologia molecolare prima del 2005 senza aggiornarsi un minimo) .
Ho fiducia nei medici e nel sistema sanitario. Però mi fa rabbia quando, per puro spirito di tifoseria, anche la mia "fazione" sceglie di ignorare problemi sistemici che andrebbero risolti, per il bene di tutti.
Disclaimer: non ho modo di verificare il testo qui sotto mi è stato inviato in anonimo. Dovesse essere vero l'invito da parte del sottoscritto rimane invariato: vaccinatevi.
Irresponsabili, creatori di no-vax.
Io, la prima dose del Comirnaty l'ho fatta più di un mese fa, orgoglioso di essermi prenotato in autonomia e il prima possibile. Il terzo giorno dopo il vaccino, mi sono svegliato con mezzo volto desensibilizzato, ma è passata in fretta, quasi contemporaneamente è iniziata la tachicardia, e quando non c'è la tachicardia, il cuore che batte a velocità normale ma molto profondamente, e nei momenti più brutti assieme a fame d'aria e indolenzimento al petto. Ero sano, non prendevo farmaci, facevo attività fisica e mangio sano: tranne altre reazioni avverse che ho avuto in passato con alcuni antibiotici, non ho mai avuto problemi di cuore (o di ansia). Visitato dal cardiologo, il cuore è sano, niente miocardite o pericardite, ma i battiti non sono normali. Terapia con betabloccanti, che ho dovuto interrompere a causa degli effetti collaterali della stessa terapia che avrebbe dovuto darmi sollievo dagli effetti collaterali della vaccinazione, e riposo forzato. Sto così da allora, leggermente migliorato, ma non posso fare più alcun tipo di sforzo o attività fisica, e solo quando “sto bene” posso fare una passeggiata al massimo, sono quasi invalido, nelle giornate brutte vado avanti a camomille, per evitare di prendere benzodiazepine che al pronto soccorso prescrivono come succhi di frutta, assieme ad una terapia psichiatrica, quando li ho chiamati con la pressione alta e 180 bpm di battito sopraggiunti all'improvviso senza nessuna plausibile ragione: mi hanno detto che non è il vaccino, che sono ansioso e che ho bisogno di un bravo psichiatra, e delle gocce. Al pronto soccorso, mi hanno anche sottoposto ad una visita psichiatrica (non cardiologica), visita che ha escluso problemi psichiatrici, ma mi hanno comunque dimesso con stato d'ansia e gocce da prendere. Io penso che la vaccinazione mi abbia sballato qualche parametro nella produzione/gestione dell'adrenalina o della noradrenalina, ma non sono un medico, quindi resta una speculazione. Di sicuro c'è che non farò la seconda dose, che mi è stata sconsigliata anche dal cardiologo, l'unico che mi ha creduto, ma nessuno e ripeto NESSUNO si è preso la responsabilità di certificare che attualmente non posso vaccinarmi… e no, non sono un no-vax, e non lo diventerò, nonostante tutto, però che schifo.
Affettuosi saluti da un tuo seguace
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staipa · 4 years ago
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L'incomunicabilità nella violenza verbale
Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/lincomunicabilita-nella-violenza-verbale/
L'incomunicabilità nella violenza verbale
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Oggi uno dei maggiori problemi di comunicazione, a mio avviso, è causato dall’incapacità delle persone di controllare la violenza verbale.
Gli esempi sono tanti, uno è quello di quando si trattano argomenti affini alla medicina o alla scienza in genere, ci sono grandi tematiche di complotto legate ai vaccini, all’uso di medicine alternative spesso del tutto inefficaci, o in questo periodo le protezioni dal virus SARS-CoV-2 o l’uso di nuove tecnologie come il 5G. Sono forme di paura e di complottismi che sono sempre esistiti, ai tempi del 4G (https://tinyurl.com/yxov9m5l) o dei primi cellulari la fobia era pressoché identica, il complotto delle scie chimiche esiste ormai da decenni, lo stesso vale per molte convinzioni errate sulle medicine alternative. Ma si trattava sempre di discussioni pacate, di aneddoti raccontati di gente che ci crede e gente che non ci crede. Di conosco uno a cui è successo così e di su di me non funziona. Il rispetto reciproco permetteva di sorridere delle posizioni diverse dalla propria e continuare a vivere serenamente.
Oggi invece il clima è notevolmente cambiato. Forse la “protezione” di uno schermo sui social, e l’accesso massivo a internet, forse lo sdoganamento di certe correnti politiche di insultarsi a vicenda, e di usare in maniera strumentale le affermazioni e le situazioni, o forse semplicemente il fatto che ogni singolo individuo tende a sentirsi portatore di verità sta rendendo sempre più violento il modo di comunicare.
Se da un lato può essere considerato normale perché sintomo di insicurezza piuttosto che di ignoranza, dall’altro sta avendo proporzioni che sembrano oltrepassare l’assurdo, non tanto per la stupidità di insultare o offendere gratuitamente quanto per il fatto che la stragrande maggioranza delle volte sia controproducente, soprattutto da parte di chi vuole convincere qualcuno di un’idea che ritiene migliore.
Frequento molti ambienti diversi, ambienti scientifici, ambienti politici apartitici (Rimando qui per capire cosa io intenda per Politico Apartitico: https://wp.me/PQMJM-as), ambienti in cui si fa educazione, e ambienti più eterogenei come quelli sportivi e il mondo del lavoro; la situazione sembra la stessa: tutto si riduce ad un tifo da stadio. Alcuni (che si definiscono) divulgatori scientifici, si ritrovano a insultare pubblicamente dai social o dalla tv persone che hanno paura dei vaccini e credono che siano pericolosi, associazioni che si definiscono femministe invece di tentare di instaurare un dialogo costruttivo insultano aprioristicamente chiunque possieda un pene, maschio, transessuale o comunque preferisca definirsi, pro o contro il femminismo che sia, a difesa o contro le donne che sia, genitori insultano chi non ha figli perché “non possono capire” e senza figli insultano genitori perché i bambini fanno questo o quello, persone che si sentono di destra (o di sinistra) insultano dando agli altri della sinistroso (o destroso) come se per l’avversario questa possa essere un’offesa. Perfino nei gruppi Facebook dove si parla di montagna ci si insulta perché si vuole o non si vuole le croci sulle vette, perché in montagna dovrebbe andarci solo chi è esperto o perché dovrebbero andarci tutti.
I denominatori comuni sono quasi sempre due:
Attacchi personali violenti
Spesso la difesa della propria opinione parte dal discredito non tanto dell’opinione quanto della persona che la porta. Invece di discutere alla pari sul tema si finisce per accusare l’altro di non essere abbastanza acculturato, piuttosto che di essere un ladro, piuttosto che di aver fatto qualche errore in passato. Il tentativo è di rendere migliore la nostra idea rendendo noi migliori dell’altro o, dove non possibile, l’altro peggiore di noi. Spesso gli attacchi sono anche piuttosto violenti e personali, si offende, si colpisce per ferire, per affondare. Ma non è così che si può convincere, non è così che si può crescere.
Prendendo due esempi concreti, uno legato all’ignoranza e uno legato alle minoranze è facile vedere come sia una metodologia assurda e controproducente. Il primo caso è quello degli Antivaccinisti, o No-Vax: se da un lato è vero che la scienza non è democratica e che il metodo scientifico prevede una serie di test, codificati, incontrovertibili e riproducibili che dimostrano la veridicità di una affermazione dall’altro questo spesso non è sufficiente a risolvere le paure se non viene spiegato in maniera chiara ed esaustiva. Non sempre è possibile convincere qualcuno neppure con il metodo scientifico ma di certo offendere e denigrare l’interlocutore non aiuterà di certo ad ascoltare e comprendere una spiegazione. Ovviamente neppure da parte dell’Antivaccinista, che si spera convinto della propria opinione, sarà utile insultare l’eventuale intelligentone per farsi ascoltare o spiegare qualcosa. Un caso di una minoranza anche se sarebbe bello non fosse tale, è quello delle femministe. Con il delle sottolineato. Mi è capitato più volte di aderire a manifestazioni organizzate da alcune associazioni femministe e la parità di genere, la protezione delle donne dalle violenze, l’abbattimento del patriarcato sono temi che mi sono cari. Ma in ognuna di queste manifestazioni una piccola (ma rumorosa) parte urla slogan offensivi nei confronti degli uomini, tutti gli uomini, indistintamente, anche quelli che sono lì per difenderle. Anche qui è chiaro che se sei in una situazione di minoranza (in questo caso non in quanto donna ma in quanto persona attenta ai diritti della donna) non potrai convincere la maggioranza (persone sostenitrici del patriarcato e persone a cui non interessa il tema) a stare dalla tua parte insultandoli. Non funziona. Continuerai sempre a rimanere una piccola minoranza, anche se d’altra parte avrai così modo di auto-alimentare la tua rabbia e continuare per sempre a manifestare le stesse cose e sentire di avere uno scopo.
Insomma, insultare serve esclusivamente a perdere di credibilità.
Sono due esempi che si possono applicare a molte altre situazioni, quelli legati all’ignoranza possono essere tentativi di far comprendere i mali creati da una certa ideologia del passato, l’importanza del risparmio energetico, l’importanza della gestione dei rifiuti, l’attenzione a determinati comportamenti sociali che possono creare problemi agli altri, o qualsiasi tematica di ambito sociale che sia volta a migliorare la vita comune, quello delle minoranza si può applicare al razzismo, alla libertà di orientamento e identità sessuale, alla libertà di culto, all’aiuto delle persone meno fortunate, alla gestione degli anziani, dei disabili.
Ci sono decine, o centinaia di temi che si possono applicare a questi due casi.
Tutti però diventano terreno di scontro, soprattutto in ambito partitico. Si identifica una persona che abbia attenzione a un tema come fosse una fazione partitica, o un gruppo di appartenenza e si spara a zero su quella fazione o gruppo, o peggio direttamente sulla persona. Senza discutere il tema in oggetto, in un continuo perdere tempo e alzare l’asticella dello scontro. Non si discute se sia accettabile che due persone dello stesso sesso si amino, si discute di quanto brutto (o bello) sia vederli baciarsi, non si discute se il 5G faccia o meno male ma si urla a complotti e ci si dà degli stupidi, non si discute su come aiutare una persona disposta a mettere i propri figli su un gommone per attraversare il mare ma si dà del fascista a chi dice che siano pericolosi e del radical chic e buonista a chi ritiene che sia il caso di aiutarli.
Se non sei della giusta categoria non puoi parlare
L’altro modo di non discutere invece è spesso quello tipico di se non hai figli, se non sei di colore, se non sei laureato, se non sei donna, se non sei gay, se non sei un imprenditore, se non hai lavorato nei campi, se non sei delle montagne, se non hai vissuto quello che ho vissuto io, se non sei [mettici la categoria che più ti aggrada] non puoi parlare. Rientra nella questione di cui poco sopra sulle minoranze, ma peggio. Non solo in quel momento ci si sta riconoscendo minoranza ma si sta cercando di diminuire ancora di più la propria categoria tagliando fuori da qualunque discussione sia chi è contro di te che chi è a tuo favore. Ancora una volta: se si vuole convincere qualcuno, se si vuole il supporto di qualcuno bisogna dialogarci, portarlo dalla propria parte con una discussione se non sei […] non puoi parlare si sta impedendo tutto questo, invece bisogna saper spiegare la propria posizione, saper spiegare che se non sei […] devi provare a metterti in questi panni e prendere in considerazione queste problematiche. E soprattutto bisogna accettare l’eventualità di essere noi a spostarci dalla parte opposta. Perché non abbiamo sempre ragione. Nessuno di noi ha sempre ragione.
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wdonnait · 4 years ago
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Jeffrey Epstein: la storia del milionario misterioso
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Jeffrey Epstein: la storia del milionario misterioso
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Jeffrey Edward Epstein è stato un noto imprenditore e criminale americano.
Tante vicende e misteri ruotano intorno al milionario deceduto nell’agosto 2019, in carcere. Fu arrestato per traffico di minori, abusi sessuali, truffe e tanto altro ancora.
Scopriamo insieme la sua vita 360 gradi!
Jeffrey Epstein biografia 
Jeffrey Epstein nacque a New York il 20 gennaio del 1953 e morì nella stessa città, il 10 agosto 2019. 
I suoi genitori erano ebrei e si chiamavano Pauline e Seymour G. Epstein. 
Dal punto di vista dell’istruzione, Jeffrey frequentò la Mark Twain Junior High School ed il National Music Camp presso l’Interlochen Center for the Arts.
Infatti, la sua più grande passione era la musica e suonava il pianoforte sin dall’età di cinque anni  
Si diplomò a Lafayette High School. Successivamente, provò a frequentare il Courant Institute of Mathematical Sciences alla New York University, per poi abbandonare.
 Jeffrey Epstein carriera
Per quanto concerne la carriera, Epstein iniziò a lavorare come insegnante di fisica e matematica presso la Dalton School nell’Upper East Side di Manhattan. Peccato che non era laureato.
Grazie alle sue doti intellettive, Epstein riuscì a farsi notare per il settore trading. Infatti, un paio di anni dopo, iniziò a consigliare le strategie di mitigazione fiscale ai maggiori esponenti di banca.
In quel momento, la carriera di Jeffrey Epstein aveva raggiunto livelli stellari. Ad esempio, nel 1981 fondò la sua società di consulenza, chiamata Intercontinental Assets Group Inc.
L’obiettivo era quello di aiutare i clienti a recuperare i soldi rubati da avvocati e broker.
Così, Epstein dovette interfacciarsi con figure di un certo calibro, nel mondo degli affari.
 Ma non è tutto. Sempre nello stesso periodo, egli confidò ad alcune persone di essere un agente dei servizi segreti. Infatti, si scoprì un suo passaporto con nome falso.
Tuttavia, non si sa se questa sua dichiarazione fosse reale o frutto dell’immaginazione. C’è chi sospetta che possa essere stata una semplice strategia per dei tornaconti personali.
Jeffrey Epstein nella Tower Financial Corporation
Nel 1987, Steven Hoffenberg assunse Jeffrey Epstein nella Tower Financial Corporation, come consulente.
Si tratta di un’agenzia sempre dedicata al recupero di denaro, ma non solo. Secondo una serie di indiscrezioni, per tale mansione Jeffrey avrebbe percepito 25.000 dollari al mese. E all’epoca avevano un valore assurdo.
Hoffenberg ed Epstein lavorarono molto a stretto contatto. Qualche anno dopo, la Tower Financial Corporation fece perdere agli investitori più di 450 milioni di dollari.
Non si è mai capito se Epstein fosse coinvolto, poiché abbandonò l’azienda qualche anno prima. Allo stesso tempo però, Hoffenberg disse che l’uomo ne era al corrente abbastanza.
Nel frattempo, Epstein si era già dato da fare, aprendo una nuova società. Denominata J.Epstein & Company, era adibita alla gestione delle attività con clienti dal patrimonio superiore a 1 milione.
Successivamente, Epstein conobbe il milionario Leslie Wexner, ora presidente e CEO di LBrands. I due iniziarono a lavorare a stretto contatto. Così tanto che Wexner diede a Epstein carta bianca per i suoi affari.
Di conseguenza, nel 1995, Epstein divenne direttore della Wexner Foundation e della Wexner Heritage Foundation. 
Dopo aver raggiunto un patrimonio inestimabile, Epstein modificò il nome della sua azienda in Financial Trust Company, fondandolo sull’isola di St.Thomas (Isole Vergini). Questa località fu molto vantaggiosa per l’imprenditore. Infatti, riuscì a ridurre le imposte federali sul reddito del 90%. 
Tra i suoi ultimi investimenti (2015) c’è quello sulla start up Reporty Homeland Security (ora nota come Carbyne), strettamente legata all’industriadella difesa israeliana. 
Jeffrey Epstein arrestato
Epstein fu arrestato per ben due volte. L’ultima risale a un mese prima di morire, a luglio 2019.
Il motivo fu l’accusa di traffico di minorenni. Infatti, il giorno stesso diversi agenti dell’FBI si recarono nella sua abitazione di Manhattan e tramite un mandato, effettuarono una perquisizione accurata. Qui trovarono tantissime foto di donne completamente o parzialmente nude, che corrispondevano a persone di cui aveva abusato.
Ma non è tutto. All’interno di una cassaforte hanno trovato i seguenti elementi:
70.000 dollari in contanti
48 diamanti
1 pistola
1 passaporto con falsa identità
Compact disc con etichette scritte a mano
Secondo i pubblici ministeri dell’Unità di corruzione pubblica di NY, Epstein diede vita a un traffico di minori per sesso, proprio all’interno della sua casa. Di conseguenza, nella dimora di Manhattan avvenivano i vari incontri clandestini.
Ovviamente la difesa ha cercato di fare il possibile per far sì che Epstein ottenesse gli arresti domiciliari. Tuttavia, il giudice distrettuale americano Richard M. Berman, rifiutò la proposta. Questo perché Jeffrey risultava essere un pericolo pubblico e avrebbe facilmente escogitato una fuga.
Jeffrey Epstein abusi sessuali
Oltre ad essere incarcerato per traffico di minori, Epstein fu indagato per stupro.
Secondo quanto emerso dalla procura di Parigi, l’imprenditore sarebbe protagonista di abusi sessuali verso minori di età pari o inferiore a 15 anni).
Ma non finisce qui. Epstein aveva installato telecamere nascoste in diversi posti nelle sue proprietà.
Così facendo, era in grado di registrare scene di sesso con ragazze minori, a scopo criminale. Sono tante le testimonianze e le accuse a riguardo.
Epstein e Trump contro Jane Doe
Un altro caso che vede protagonista Epstein è quello di Jane Doe.
Questa donna californiana ha sostenuto che il milionario insieme a Donald Trump, l’avrebbero stuprata. Ma non una sola volta: la Doe affermò di aver subito ripetute violenze da loro all’età di 12 anni.
Tuttavia, le varie denunce non trovarono terreno fertile, per mancanza di prove lampanti. E’ un caso rimasto nel mistero più assoluto. Secondo alcune indiscrezioni, non ci sono state novità in merito perché la donna ricevette minacce di morte.
Jeffrey Epstein morte
Qualche settimana antecedente alla sua morte, Epstein fu ritrovato nella sua cella privo di sensi, con alcune lesioni al collo.
In base a quanto testimoniato da Jeffrey, il responsabile dell’aggressione sarebbe stato il suo compagno di cella. Ovviamente, la storia non apparve del tutto credibile. Proprio per tale motivo, andò in guardia suicida, onde evitare che potesse commettere dei gesti estremi.
Successivamente, Epstein si recò in una zona “speciale”, in compagnia di un altro detenuto. Le cose in quel momento sembravano andare bene. Infatti, alcuni suoi collaboratori dissero che era di buon umore e non presentava particolari istinti.
Nonostante ciò, si chiese di effettuare dei controlli rigidi nei suoi confronti (tipo ogni mezz’ora). Il protocollo si rispettò tranne per la notte del 9 agosto 2019. Qui le regole furono violate ed uscirono teorie strane in merito.
Ad esempio, le guardie che erano incaricate al controllo di Epstein affermarono di essersi addormentate. Di conseguenza, egli fu lasciato libero per alcune ore e “casualmente” le telecamere di sorveglianza non funzionavano.
Una storia che sembra alquanto assurda e che fa pensare ad un piano premeditato. Allo stesso tempo, l’imprenditore non poteva svolgere il lavoro in perfetta autonomia. Pertanto, è altamente probabile che si sia fatto aiutare qualcuno o che comunque le guardie risultino complici del suicidio.
Fatto sta che la mattina del 10 agosto 2019, Epstein fu ritrovato morto alle ore 6.30. Il Metropolitan Correctional Center di New York, divenne luogo di indagini e il corpo di Epstein fu subito portato in ospedale per effettuare un’accurata autopsia.
Jeffrey Epstein autopsia
Secondo William Barr (procuratore generale degli Stati Uniti), Jeffrey Epstein sarebbe morto per un apparente suicidio.
Ciò significa che non si tratta di un evento accertato. Infatti, le circostanze della morte son state immediatamente affidate al Dipartimento di Giustizia.
Quest’ultimo ha indagato in maniera approfondita sul caso e attraverso l’autopsia è emerso che Epstein ha subito diverse rotture delle ossa del collo. Il che fa pensare più che altro ad un omicidio dato da strangolamento.
Allo stesso tempo però, qualche giorno dopo, un’esaminatrice medica dichiarò la morte dell’uomo come suicidio per impiccagione.
C’è inoltre un dettaglio alquanto strano e che riguarda Michael Baden, il patologo di Epstein. Egli fu presente durante l’autopsia ma “casualmente” non ebbe modo di discutere l’esito, in quanto vincolato da altro.
Facendo un resoconto della situazione, sembrerebbe proprio che Jeffrey Epstein sia morto più per strangolamento che per suicidio.
Ultimi aggiornamenti
Dopo la sua morte, si sono scoperti alcuni altarini.
Ad esempio, fu data data notizia che Jeffrey Epstein aveva già firmato le sue ultime volontà, proprio due giorni prima dell’accaduto. Tra l’altro, come vi abbiamo già detto in precedenza, era reduce da violenze in cella.
Pertanto, è facile intuire che il suo gesto fosse governato dalla paura. O meglio, sapeva già che a breve sarebbe andato incontro alla morte. Ma anche questa è un’ipotesi.
Riguardo il suo patrimonio invece, fino a pochi giorni prima Epstein depositò dei soldi nei conti delle commissioni degli altri detenuti, così da evitare eventuali attacchi. Nel testamento avrebbe lasciato tutti i suoi beni ad un trust, nominando due suoi ex colleghi come esecutori.
Sette giorni dopo la sua morte, è giunta voce che una telecamera contenesse dei filmati. Essa era posizionata nel corridoio, proprio vicino alla cella di Epstein. Tuttavia, fu un elemento che non portò a nulla, poiché i video erano diventati inutilizzabili.
Nonostante ciò, i filmati son finiti nelle mani del laboratorio criminale dell’FBI, per riuscire a scoprirne di più. Insomma, un caso che lascia spazio ad una serie di misteri irrisolti.
Pensate che ad oggi ci sono più di 130 persone che si dichiarano figli illegittimi di Epstein. E’ ovvio che per alcuni, si tratta di una strategia per conquistare anche solo una piccola parte del patrimonio (che supera i 600 milioni di dollari).
L’ultima news su Epstein, riguarda invece una ricostruzione.
Infatti, la sua storia è arrivata su Netflix, attraverso un documentario di quattro puntate, intitolato: “Jeffrey Epstein: soldi, potere e perversione“. Esso si basa sull’unione di varie testimonianze da parte di persone che affermano di aver subito violenza.
Insomma, Jeffrey Epstein è stato sicuramente un personaggio che è passato alla storia (seppur per eventi negativi).
I retroscena della sua vita sono così tanti, che nel corso del tempo si scopriranno sempre più verità.
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hippiegipsyblog-blog · 7 years ago
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“Cara Formentera”..eh. Di cuore e di fatto. Quest’isoletta incantata è una gioia per gli occhi e meno per il portafoglio. Non ho osato fare il calcolo di quanti soldi ho speso in tutti i miei day off a zonzo per l’isola tra colazioni, aperitivi, pranzi, cene, accessori hippie, birre, feste, tatuaggi. Sono stata li sei mesi e secondo me ogni sabato spendevo sui 100 euro. Non voglio contare quanti sabati ci sono in 6 mesi. Vi prego non fatelo voi per me. Voglio restare nell’ignoranza.
MA nonostante questo sono convinta che quest’isola sia una perla che va vista almeno una volta nella vita. E’ così piccola da poter essere girata in pochissimo tempo, potete anche farci un salto in giornata se siete a Ibiza, che forse è leggermente più economica.
E’ davvero un peccato che un posto così bello, una volta considerata isola hippie e di pirati, ora sia abbordabile solo per pochi, anche se vi posso assicurare che, se riuscite a prenotare con un certo anticipo, ci sono dei prezzi davvero buoni. (inoltre maggio e settembre sono mesi ottimi per visitarla, con dei prezzi più bassi rispetto al resto dell’estate e delle temperature buonissime).
Costi a parte, se avete la possibilità/occasione di mettere piede in questo micro paradiso, ecco alcune regole di sopravvivenza e alcune dritte insegnatemi da Matteo, mio guru non solo sul lavoro, ma anche sulla movida de la isla, portandomi sempre in spiagge fichissime e ristoranti spettacolari.
CONSIGLI PRATICI PER LA SOPRAVVIVENZA A FORMENTERA
Noleggiate un motorino: l’isola è lunga 18 km e vi posso assicurare che nelle spiagge più affollate trovare parcheggio per la macchina è una mission quasi impossible, o comunque molto snervante. Un motorino vi risolverà molti problemi, ma guidate con prudenza, specialmente la sera. La strada che è quasi un rettilineo che ti porta a schiacciare l’acceleratore e la scarsa illuminazione rendono il tutto un po’ pericoloso, siate prudenti!! (sempre, non solo a Formentera!!!)
Se volete risparmiare qualche soldino cercate di non mangiare sempre in chiringuitos e ristoranti, ma cercate di arrangiarvi con qualche panino e bevande portati da casa (a San Francisc c’è un supermercato a prezzi molto buoni e che ti fa i panini al momento, estremamente comodo!). Specialmente se andate alla spiaggia di Les Illetas, armatevi di bottiglie d’acqua. Una bottiglietta comprata nei bar sulla spiaggia potrebbe costarvi cara!
Se avete la fortuna di capitare sull’isola durante un Flower Power, NON PERDETEVELO per niente al mondo!Atmosfere hippie, musica revival, good vibes e divertimento sono gli ingredienti base per questa festa dove regna sovrana la voglia
Dj Farma proiettato sul muro di una chiesa al Flower Power di San Francesc
di divertirsi (io ho visto coi miei occhi il direttore del mio albergo, solitamente in giacca e cravatta, sfoggiare una gigantesca parrucca afro e occhialoni mentre si dimenava a suon di I WILL SURVIVE con cerveza in mano. Indimenticabile.) In più conoscerete il grande DJ FARMA, un farmacista dell’isola che in questa serata si trasforma per l’appunto in Dj! Risate assicurate, è un personaggione!
Gustatevi almeno una “Posta del sol” sorseggiando una buona birra fresca in riva al mare! Il momento del tramonto è uno dei più magici della isla, e alcuni chiringuitos sulla spiaggia ne fanno un vero evento!
Il mio guru, come vi dicevo, non solo mi ha portato in posti fichissimi, ma è stato anche il responsabile di tutti i chili messi su durante la stagione. Mi sembra quindi giusto poter far tesoro di ogni grammo preso dandovi qualche indicazione su dove poter mangiare in maniera eccellente ed (in alcuni casi) anche economica.
CHIRINGUITOS IN SPIAGGIA
I miei preferiti sono tutti sul lato tramonto, lungo la spiaggia di Mijorng
LUCKY BAR: Si trova lungo la ciclabile che costeggia la spiaggia, era il mio preferito in assoluto, aperto tutto il giorno e con un ottimo sottofondo musicale! La piadina era ovviamente il piatto prescelto nella maggior parte delle occasioni! Mare fantastico, ma essendo una prerogativa abbastanza costante di Formentera, non servirà scriverlo per ogni bar!
PIRATA BUS: famosissimo a Formentera perché in origine era proprio stato creato
all’interno di un autobus. Dalla strada è un po’ criptico da trovare, attorno al km 11 iniziano a esserci i cartelli ma non sono molto visibili, per cui occhio. L’atmosfera è davvero positiva, rimarrete stupiti nel vedere quanta gente arriva qui proprio per gustarsi il tramonto.
BLUE BAR: Stupenda la location, tutto dei colori azzurro e blu (ma va?).La sera resta aperto anche dopo il tramonto, noi ci siamo inaspettatamente trovati nel bel mezzo di una festa anni ’70 divertentissima.
BAR TOLO : fanno dei panini da paura. Ha una vista stupenda, ma essendo molto piccolo a volte l’attesa è un po’ lunghetta.
 Ah ovviamente consiglio anche di vedere il tramonto da Es Cap de Barbaria, uno dei due fari di Formentera.
RISTORANTI
CARABELA: Si trova di fronte all’hotel Formentera Playa. Da fuori non gli avrei dato un euro e invece non solo si mangia divinamente, ma anche con dei prezzi abbordabilissimi.
A San Ferran, in modo particolare, ci sono i miei posti preferiti:
PIZZERIA MACONDO: buona scelta di pizze ed è aperto anche a mezzogiorno
PIZZERIA QUARTIERI SPAGNOLI: se non ci andate almeno una volta non rivolgermi più la parola. E’ in assoluto il posto dove ho mangiato la pizza migliore del mondo. Locale carinissimo, personale ancora di più..pizza…giuro..ho le bave solo a pensarci. (Ps. Consiglio la vesuvio!)
FONDAPEPE: e’ l’osteria più vecchia di Formentera e a vederla da fuori non ci vorresti mai mettere piede, MA è il posto dove si mangia la miglior paella dell’isola e se mai voleste darvi all’alcol vi consiglio di stare in zona perché i prezzi sono stiacciatissimi e le quantità enormi (troppo a volte eheh). Si affaccia su una piazza dove spesso e volentieri si tengono concerti ed il mercatino hippie. Atmosfera magica, almeno una volta va vissuta.
SA GARRAFA: Atmosfera latina, proprietario con cucito addosso la maglia del Che e musica reggae, Hamburger giganti e buona birra. Serve altro?
IRISH TAVERN: quando la festa in piazza finisce si sposta qua, un locale con piano sotterraneo dove spesso e volentieri fanno concerti dalle 2 in poi. Il gruppo più gettonato di Formentera si chiama Los Chimichurros e vi giuro sono SPETTACOLARI e io sono follemente innamorata della voce del cantante.
CAN GAVINU: sulla strada da SanFerran e San Francesc. Ristorante a gestione italiana. E’ uno di quei posti dove quello che mangi giustifica pienamente il prezzo che paghi.
Spostandosi un po’ si trova Es Calò: paesino ino ino che ha solo hotel, ristoranti e spiagge molto carine
ACAPULCO: baretto da “sera”, molto hippie. Arredameno colorato e atmosfera amichevole e informale
CASABLANCA: ristorante famoso per la carne. Qui abbiamo fatto più di qualche cena staff, per i vegetariani: non temete. Fanno delle insalatone davvero degne di questo nome.
ES CUPINA: pesce.pesce e ancora pesce. Location davvero bella con una splendida vista.
OPEN YOUR ART si trova a San Francesc ed è dove amavo iniziare le mie giornate libere: l’arredamento è un misto tra una casa delle bambole e la sala da the del cappellaio matto, io la adoravo. In più fanno delle centrifughe da paura e mi ricorderò per sempre i croissant che strabordavano di nutella.
GRAN IBERICO: A Es pujols. Panini da URLO e cerveza a ottimi prezzi, a due passi dal mare. Perfetto per un pranzo leggero prima del prossimo bagno.
Vi starete chiedendo perché ancora non ho parlato delle spiagge: beh, sostanzialmente perché sono tutte così belle che fare anche solo una classifica mi sembra una cosa assurda: se siete in motorino potete girarle tutte tranquillamente, per cui armatevi di cartina e partite! Una cosa però c’è da dire.. l’acqua di Formentera è così pulita e trasparente grazie a un’alga che si chiama Poseidonia. Siate pronti al fatto che, come natura vuole, durante alcune mareggiate potrebbero esserci un po’ di alghe in riva. Non siatene schifati, se la vostra amata acqua è così bella è proprio grazie a lei!
Ultima chicca per gli amanti dello shopping etnico: se capitate ad Es Pujol non potete farvi mancare una visita da  ENCANTES. Anche se non siete amanti del genere Boho è impossibile non rimanere affascinati da questo negozio STRACOLMO di cose stupende e coloratissime. E’ proprio qua che giace la metà del mio stipendio. Ed entrando capirete il perché.
Aaaah che nostalgia! Spero che magari quest’estate abbiate la possibilità di mettere piede su questa isoletta stupenda,se avete altri posti da consigliare, scrivetelo nei commenti!
Vorresti organizzare un viaggio a Formentera, ma non sai da che parte iniziare? Scrivimi in privato o alla mail [email protected], ti aiuterò a organizzare un viaggio su misura per te! 😉
  “CARA” FORMENTERA.. “Cara Formentera”..eh. Di cuore e di fatto. Quest’isoletta incantata è una gioia per gli occhi e meno per il portafoglio.
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primusliber-traduzioni · 7 years ago
Text
The World Is a Beautiful Place & I Am No Longer Afraid to Die - Always Foreign
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Sentire la mancanza di un artista per la perdita della sua arte non è lutto
Ci dispiace in maniera assurda per Robin, quello che ha fatto è inaccettabile
Ma una perdita reale, vera e personale è difficilissima da esprimere
(da: For Robin)
1. I'll Make Everything
Farò tutto
   È stato fondamentale non sbucciarmi il ginocchio, il gomito, la faccia, dove vado a soffrire
Rallento sotto ogni aspetto
Accelero la gestione del tempo
Quando butta tutto male è un momento di cominciare
   Farò sembrare tutto felice
Farò sembrare tutto figo
Farò tutto
Farò diventare tutto una storia d'amore
Una storia d'amore (finalmente, finalmente)
Un avvertimento, un abbraccio (finalmente, finalmente)
Raccontagli per sbaglio una storia d'amore (finalmente, finalmente)
       2. The Future
Il futuro
   Giustiziate la Regina
Seppellite il suo corpo in mare dove non potrà più fare del male ai nostri amici
Una fine giusta e meritata
Adesso dobbiamo tirare avanti (avanti su questa strada)
E cantare l'ennesima canzone di quelli che tirano (il nostro fardello)
Io ne ho trovata una nel mio cuore quando me l'hanno distrutto
   Il futuro è appena arrivato di nuovo ora
Il presente era orribile, ma è tutto passato ora
Il futuro è appena arrivato di nuovo ora
Il presente era orribile, ma è tutto passato ora
   Lascialo passare come la corrente
Vagli a far festa sulla tomba
   Un posto per te c'è
È il mondo che dice bugie
Ma io so che è vero
Per cui tieni duro e aspetta che se ne vada il fantasma
   Il futuro è appena arrivato di nuovo ora
Il presente era orribile, ma è tutto passato ora
Il futuro è appena arrivato di nuovo ora
Il presente era orribile, ma è tutto passato ora, è tutto passato ora
Il futuro è appena arrivato di nuovo ora
Il presente era orribile, ma è tutto passato ora
Il futuro è appena arrivato di nuovo ora
Il presente era orribile, ma è tutto passato ora
       3. Hilltopper
Montagnetta
   Non ci riesco proprio a cancellarti
Ho buttato via tutti i dischi in cui ci sei tu
Ogni settimana c'è un altro amico che non sa quanto sei peggiorato
Nell'impeto di un momento li ho buttati nella spazzatura
Spero che hai sentito un brivido o un pugno psichico o un graffio
Continua a seguire i nostri profili
Guarda come migliorano le cose
Spero che il male se ne accorga e ti succeda quello che ti meriti
Non hai mai trasmesso il messaggio su quanto era diventata imbevibile l'acqua
Ti auguro di soffrire come mi ero augurato che non soffrissimo noi
   Me ne sono andato una volta, ma adesso rimango se promettiamo che posso farlo
L'ho pregata di scusarsi per quelle frasi dette nel pullmino
   Ti vediamo in giardino con il serpente sotto i capelli
Non reggi sull'acqua, lì sotto non c'è niente
   Spero che il male se ne accorga e ti succeda quello che ti meriti
Spero che il male se ne accorga e ti succeda quello che ti meriti
   Se le cose che rubi potessero salvarti, penserei che stai abbastanza bene
Ma non ti hanno mai aiutato nemmeno un pochino a quanto vedo
   Non dimenticarti la nota a piè pagina che ha scritto per conto tuo qualche stagista non pagato nella tua autobiografia mai terminata
Dove si parla di quando avevi il mondo nelle mani e l'hai lasciato al bar
       4. Faker
Impostore
   Fingerai quando falliranno le attività e i tuoi soldi si riveleranno per quello che sono?
Fingerai quando sarà più sicuro scherzare e la risata si vedrà sugli schermi in silenzio?
Fingerai quando saremo legati alle rotaie, negando che abbiamo una corda stretta ai polsi?
Fingerai quando ci raduneranno e le tue fonti assicureranno tutte che si tratta solo di una prova?
   Ripetitelo: "Non c'è niente che non va in questo posto"
Non lo dici mai quando ci ritroviamo di fronte
   Fingerai quando falliranno le attività e i tuoi soldi si riveleranno privi di significato
Fingerai quando sarà più sicuro scherzare e la risata sarà condivisa nei thread in silenzio
Fingerai quando saremo legati alle rotaie, negando che esistano nemmeno le corde
Fingerai quando ci raduneranno e tutti i codardi diranno che fanno bene
   Ripetitelo: "Non c'è niente che non va in questo posto"
Non lo dici mai quando ci ritroviamo di fronte
Impostore, se esiste un inferno, tu quello che serviva l'hai fatto
Se esiste un inferno, è lì pronto che ti aspetta
   Ma quindi siamo già svegli?
Sta funzionando?
Possiamo andare a casa prima o poi oggi?
Dove se ne spariscono gli animi nei nostri sogni più deboli quando crolla la convinzione?
Dove si appiccano i fuochi per le strade della città quando viene bruciata tutta la bandiera?
Il fiore appassisce di vera emozione e sincerità sentita
Non mi sarei mai sognato che non mantenessi la parola, però è una verità che puoi nascondere
Sei settimane di sonno iperbolico, sentiamo il sangue che scorre sempre più debole
       5. Gram
Grammo
   Abbiamo aspettato tutta la notte di sentire la storia dei due ragazzi più stupidi che hanno trovato la gloria
Il dottore diceva sempre che avevamo delle brutte ossa
Si stavano proprio divertendo un mondo
   Mi dispiace che mi dispiace
Quella fonte di ansia ci distrugge la mente
Non sarebbe mai dovuto essere un reato questo
   Hanno messo dentro i nostri padri per una ventina
Adesso limitano la nostra cultura al venerdì
Hai dovuto fare quattro lavori e usare due telefoni
Ma alla fine tutti i nostri soldi se li prende comunque la farmacia
   Mi dispiace che mi dispiace
Quella fonte di ansia ci distrugge la mente
Non sarebbe mai dovuto essere un reato questo
   Mi dispiace che mi dispiace
Quella fonte di ansia ci distrugge la mente
Non sarebbe mai dovuto essere un reato questo
Mi dispiace che mi dispiace
Quella fonte di ansia ci distrugge la mente
Non sarebbe mai dovuto essere un reato questo
       6. Dillon and Her Son
Dillon e suo figlio
   Implorare la grazia per i giovani per averci fatto alterare la verità
Superfici di carico che suonano forzate
Abbiamo sentito il tutto giù di corda
   Stringi la mela, il serpente calpestalo
Tagliamoci le unghie, lasciamole un po' in pace
Restituisco la mia vita nei limiti del ragionevole
Come faccio ad accettare cosa siamo diventati?
   Sai come prenderla?
È davvero la nostra vita questa?
Quanto è facile divertirsi?
È un film dove non sono ferito?
In un sogno, avevo il potere sotto al sole
Restituiscimi la vita se a noi ci credi nei limiti del ragionevole
       7. Blank #12
Spazio vuoto #12
   (strumentale)
       8. For Robin
Per Robin
   Mike chiamava una volta alla settimana
Dopo un po' chiamava una volta al mese
Chiamava un anno sì e uno no
Che alla fine è diventato un mai
   Sentire la mancanza di un artista per la perdita della sua arte non è lutto
Ci dispiace in maniera assurda per Robin, quello che ha fatto è inaccettabile
Ma una perdita reale, vera e personale è difficilissima da esprimere
Mi manca andare con Stephen nei bar che fanno da mangiare il pollo
Lavorare con Caleb, sbronzarsi durante i turni
E a tutti i tossici:
Vi ricordate più di me?
Vi ricordate di me?
Vi ricordate di me?
   A ottobre ho saputo che aveva fatto un frontale con più birra che sangue in corpo e senza cintura
I bloc notes che ha lasciato sotto al letto li abbiamo tenuti
Abbiamo raccolto i giornali e ci siamo visti tutti i martedì sera
I maglioni li abbiamo dati a Brian, e la bici è andata a Stephanie
Chiamava un anno sì e un anno no
Che alla fine è diventato un non farsi più sentire
A tutti i tossici:
Vi ricordate più di me?
       9. Marine Tigers
Gommoni
   Giri per il vecchio quartiere, ma non te lo senti più nel cuore
Indichi con indifferenza la caffetteria dove hai fatto tanti progetti
I lavori che devi fare lì dentro
   Giri per il nuovo quartiere
Ma non te lo senti più nel cuore di imparare altro su questo Paese
L'appartamento dove ti ritrovi a vivere
Hanno deciso che per noi non c'era spazio nei registri che tengono loro
E abbiamo accettato di andarcene
   Allo scoccare dell'ora, sappiamo di dover lasciare l'edificio
Sappiamo di dover lasciare tutte le porte aperte
Sappiamo di non essere gli ultimi
Sappiamo anche che loro hanno un piano:
Una macchina dove farci viaggiare
Una cassa dove farci crepare
Un voto da farci segnare
Un'app su cui poter contare
Fare soldi è un'attività orribile e spregevole
   Noi ci siamo
Noi ci siamo, te l'avevo detto
Te l'avevo detto, noi ci siamo
Noi ci siamo
Noi ci siamo, te l'avevo detto
Te l'avevo detto, noi ci siamo
   Come il petrolio in un oceano
Come se ci piacesse quel veleno
Ricordati sempre che da persona, è la terra ad essere sempre straniera
Lo si può ancora chiamare un Paese se tutti gli Stati sono in ginocchio?
La si può ancora chiamare un'attività se non fate altro che rubare?
Siamo venuti coi gommoni o con la barca da cui ha preso il nome Lorraine
Sbuffiamo e ansimiamo, ma non succede niente
   Non ha niente che non va un José
Non ha niente che non va un Mosè
Non ha niente che non va la gentilezza
Non ha niente che non va la conoscenza
   Noi ci siamo, te l'avevo detto
Noi ci siamo, te l'avevo detto
Noi ci siamo, te l'avevo detto
Noi ci siamo, te l'avevo detto
       10. Fuzz Mirror
Fuzz mirror
   Non urli, non puoi urlare
Scopri di non conoscere la stanza in cui ti trovi
Taglia la differenza per essere sullo stesso livello di frequenza
Mi sono preso la briga di consumare
Puoi fare la stessa cosa se vieni anche tu
Come nuove versioni di noi stessi
Teniamo d'occhio che ci facciano sbarcare
Conoscendo bene le risate, culla il discorso e a loro tagliagli le mani
   Non vedo l'ora, non vedo l'ora
Non vedo l'ora di vederti morire
Chiamami pure "a-rab", chiamami pure "spic"*
Non vedo l'ora di vederti morire
   Possiamo sognare, possiamo sognare
Possiamo sognare, sognare, sognare, sognare, sognare
Possiamo sognare di aiutare i nostri amici a mettersi il cuore in pace
E a sentirsi molto meno a disagio davanti alla violenza
Possiamo sognare di aiutare i nostri amici
   Speri tanto che arrivi, speri tanto che arrivi
E quando arriva voglio vedere che ti rimangi quelle parole assieme a qualcun altro che non vede l'ora
Non vedo l'ora, non vedo l'ora di vederti morire, di vederti morire, di vederti morire
    * "a-rab" è un termine offensivo con cui in America sono chiamate le persone di origine araba o provenienti dai Paesi a maggioranza musulmana del Maghreb e del Medio Oriente. "spic" (Spanish Person In Custody) è un termine offensivo per indicare un latinoamericano.
       11. Infinite Steve
Lo Steve infinito
   La vita, ti siedi sul tappeto
Dimezzato, ma non al verde
Quattro macchine ammassate in ogni garage
Mezze rotte e mezze usate
   Non ne sei riconoscente
Passi il tempo i due modi: scheggiando le ore e scavandoci dentro
Ricevi qualcosa per cui non sei riconoscente
Passi il tempo i due modi: scheggiando le ore e scavandoci dentro
   Acqua azzurra sopra i piedi
Jeans azzurri sopra la pancia
Pelle abbronzata e un cavallo in giardino
   Tu hai sù i pantaloncini da corsa e io non riesco a reggermi in piedi
Hai portato una pistola in un negozio di vestiti e io non riesco a uscire dal suo vialetto
Tu sei in business class e io non riesco a respirare
Tu fai un lavoro d'ufficio, io mi copro la faccia con le mani
Tu hai sù i pantaloni eleganti e il mio corpo si dissolve tra le alghe e la coltre di smog il giorno che Kathy parte
Si fanno progetti di andare a nuotare, un giorno, da un'altra parte
Col Natale dietro l'angolo, il respiro nella manica
Siamo stati in posti in cui i nostri amici non andranno mai
Hai portato una pistola ai grandi magazzini e non li lasci andare
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paoloxl · 7 years ago
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Proprio a Bologna,in via A.Costa, ha sede il centro di assistenza ai clienti con centinaia di addetti a rispondere alle richieste degli utenti 24/24h. L'azienda nasce nel 2002 ed è la prima esperienza in Italia di unificazione di diverse reti municipalizzate: dall' Umbria all'Emilia, passando per il Veneto e la provincia di Udine. All' attuale conta circa ottomila dipendenti e fornisce servizi per tre milioni e mezzo di persone. insomma, un colosso nel mercato energetico italiano, con fatturati a sei cifre e spostamenti di flussi di capitali nei territori in cui opera molto consistenti. E, nondameno, al centro dell'occhio mediatico per le ingerenze politiche, come testimoniato qualche mese fa dalla scelta del sindaco bolognese Merola: quando si trattò di scegliere uno dei componenti del cda di Hera in capo al Comune, Merola prima sostenne il nome di Alberto Aitini, responsabile organizzativo Pd e fedelissimo del segretario provinciale Francesco Critelli; poi, di fronte al veto di molti amministratori dem, decise di accettare il passo indietro. Il business plan attuale dell'azienda prevede una attenzione alta per le quote di azioni che ne determinano la scalata nel mercato borsistico. Una multiutility semi-pubblica tendente, secondo la processualità avvenuta a livello transnazionale ad altre grandi compagnie del settore, a una crescente privatizzazione nonchè immissione e investimento di capitale privato. La crescente politica di vendita delle azioni di Hera spa ha peraltro portato negli scorsi mesi a dubbi e interrogativi a livello politico nei feudi dem, come a Rimini, dove si è posto in questione la natura del ricavo di Hera sulle azioni e i conseguenti apprezzamenti sulle spalle dell' utenza: utile solo e per l'azienda o utile all'effettiva programmazione futura delle politiche energetiche e ambientali per la cittadinanza? Una multiultility, tentacolare e con tantissimi partner, e lavori appaltati e subappaltati tramite il sistema delle cooperative. E' qui che si giunge dietro le quinte del colosso,quelle degli operatori telefonici che lavorano per Hera tramite cooperativa, assunti per lo più da interinali. Persone malpagate, costrette a lavorare in ambienti a dir poco anti-ergonomici e snervanti, come accade in lungo e in largo nella penisola per tutti coloro che alla ricerca del salario vengono fagocitati dalle grandi compagnie per servizio di assistenza e offerta di prodotti commerciali. Lavoro senza ferie pagate, con forti ricadute psico-fisiche anche a breve termine. Abbiamo carpito questo e altro intervistando Teresa (nome di fantasia), che ha lavorato per Hera in uno dei centri di assistenza presenti a Bologna. Buona lettura.   Com'è stata la tua esperienza lavorativa per Hera e che mansioni hai svolto in particolare? Ho lavorato per Hera nel febbraio del 2016 e ho terminato il rapporto con loro a dicembre dello stesso anno. Sono arrivata a questo lavoro tramite annuncio, dopo che questo era stato girato ad una agenzia interinale, la stessa che è stata coinvolta in recenti scandali. Alcuni colleghi lavoravano direttamente per Trenkwalder, l'agenzia interinale che è rimasta famosa per aver lasciato migliaia di dipendenti senza stipendio nel 2016, mentre io e altri eravamo sotto Tapos, azienda di Milano che presta servizio di call-center per multinanzionali, quali Hera, Tim, Tre, Fastweb ecc. Qui a Bologna, solo il call-center dove lavoravo io contava all' incirca 400 dipendenti.. so che c'è un altro call-center a Bologna che ha lo stesso appalto con Hera. Ognuno di noi aveva storie totalmente diverse e proveniva da percorsi totalmente diversi. Io alla fine non ci sono arrivata per agenzia interinale e per la categoria per cui avevo firmato il contratto prendevo comunque meno soldi di quello che era possibile. Era un contratto part-time a 30 ore più ovviamente straordinari, che venivano richiesti e pagati non il doppio come doveva essere, ma da 6 euro e 70 se lavoravi il sabato e la domenica venivi retribuito con soli due euro in più. Io ho fatto straordinari solo il sabato, mai la domenica, quindi non so in realtà com'era la gestione del servizio la domenica. La situazione in cui lavoravo era una situazione comunque di stress perché ci chiedevano ovviamente di fare il servizio clienti Hera, ma anche di fare pubblicità dei servizi che Hera offriva. Sul contratto c'era scritto che tu venivi pagata per il servizio clienti, però se riuscivi a chiudere contratti o a far passare un cliente che era legato a un servizio ancora tutelato al mercato libero, prendevi la precentuale su questo cliente. Non eri obbligata a farlo, però chi non riusciva a portare clienti durante il mese insomma veniva fatti fuori, quindi in realtà vivevi una certa sorta di stress che ti obbligava a cercare di chiudere una serie di pezzi richiesti entro la fine del mese. Più clienti dunque riuscivi a portare dal tutelato al mercato libero, più l'azienda ne guadagnava in complessiva. La pressione su di noi dipendeva dal periodo, dipendeva dalle esigenze dell'azienda, ovviamente erano cose che a noi non venivano dette, però lo deducevi dall'atteggiamento del team leader che in una settimana non si preoccupava se erano stati fatti dieci pezzi complessivi, che non sono niente, mentre altre settimane ne facevi cento su quattrocento persone complessive e non andava bene...per cui ci si rende conto che tutto era portato dall' alto...sicuramente l'estate è stato il momento più duro, forse perché c'era crisi; mi ricordo che comunque almeno una ventina sono stati mandati a casa dopo qualche mese, dopo che a tutti quanti era stata propinata una formazione che non serviva assolutamente a nulla, e dopo due mesi la maggiorparte delle persone che stavano con me sono state mandate a casa perchè non erano state produttive sul piano commerciale..   C'era un approccio motivazionale forte al lavorare “per il bene” di Hera? No, spesso ci veniva detto che comunque col fatto che a loro veniva appaltato il servizio da Hera, se non riuscivamo a vendere il commerciale avrebbero perso il servizio clienti e quindi tutti noi saremmo andati a casa. Loro hanno all'interno del posto, come Hera, un piccolo ufficio commerciale che vendeva servizi ma solo a persone che erano già loro clienti, quindi appaltavano tutto il resto della loro promozione a noi in sostanza. L'ufficio trattava liste di clienti che per esempio avevano con Hera solo l'acqua intestata, e quindi cercavano di fargli intestare anche la luce, per fare un esempio.. si trattava spesso di convincere ad aderire al super pacchetto all-inclusive, proposto come un grande vantaggio, ma in realtà una super incu...a, perchè dopo due anni di offerta il cliente pagava di più.   Come è finita la tua prestazione e per quali motivi? Ho deciso di licenziarmi, mi avevano proposto un rinnovo di contratto per altri due mesi e io ero esausta. Non ce la facevo più a sentire tutte quelle voci, non riuscivo più nemmeno a essere cortese al telefono. Loro come servizio clienti hanno una impostazione molto rigida: ti dicono cosa devi dire, come approcciare al cliente, e non hai la possibilità di rivolgerti in altre modalità. Se ti sentono mentre sei in linea e dici qualcosa che ad alcuni leader non vanno bene, perchè hai un leader di comunicazione che ti sta dietro mentre tu ricevi le telefonate, questo ti blocca e ti mette in attesa. Ha la possibilità [il leader] di poterlo fare dato che – e chi ha lavorato in un call center lo sa – le cuffie collegate alle linee telefoniche di un call-center hanno praticamente una presa interna con la quale il leader ha la possibilità di bloccarti la telefonata, che poi magari viene passata ad un altro operatore oppure conclusa dallo stesso team leader. L'importante per loro è che porti il contratto o comunque fascini il cliente. Da un certo punto di vista, la formazione che fai lì non ti dà gli strumenti in realtà per fornire spiegazioni esaustive al cliente; è compito tuo alla fine andarti a studiare tutte le particolarità di Hera, o chi per lei, ma non puoi conoscere in sostanza tutte le offerte come tutte le problematiche di pronto intervento. E' normale che nelle sei ore e mezza in cui sei di turno ti poni davanti la pagina web di Hera praticamente sempre.   Descrivici l'ambiente di lavoro nel complesso e il rapporto con i colleghi. Puoi fare quindici minuti di pausa pagata in tutto. O due da sei minuti o una da quindici minuti. Chi aveva già lavorato in un call center mi ha detto che è sempre così solitamente. E assolutamente non si può andare in pausa tutti quanti insieme, quindi vai in pausa solitamente con la fila di persone che stanno ai pc di fronte, una fila per volta. La questione più assurda è che tu ti trovi in un enorme ufficio dove ci sono quattrocento persone al telefono. La sera ne esci con mal di testa incredibile, perchè risenti del sottofondo. Dato che devi essere abbastanza concentrata per parlare con il cliente, risenti dei rumori che ti disturbano. Praticamente a un certo punto sei una macchina, e sei lì davanti al tuo computer a parlare col cliente. Se ci pensi, è assurda come situazione, ad esempio io avevo a fianco un altro operatore che praticamente gridava in maniera molto colorita e sovrastava l'ascolto del mio cliente in cuffia... Di quattrocento persone, nessuna iniziava allo stesso orario. Tutti con scarti di dieci minuti, per coprire l'intero arco delle ore dell'assistenza, quindi non c'era granchè tempo di poter scambiare due chiacchiere con gli altri e le altre. Il servizio clienti rispondeva fino alle 22:30, mentre il pronto intervento era attivo fino alle 24, altrimenti poi c'era un altro numero di pronto intervento che viene utilizzato dagli operatori che hanno reperibilità. Devi avere una gran dose di pazienza per essere da questa parte della cornetta. Spesso ti senti dire “vada a fare un altro lavoro” senza apparenti motivazioni, e ti tocca buttare giù il boccone amaro. Di fatto, ci sono persone che trovano in qualche modo stimoli per continuare con questo lavoro. Ci sono persone che vi lavorano da sei, otto, dieci anni, e sono spesso i team leader, che dopo un po' di tempo divengono esperti di comunicazione telefonica. La maggiorparte degli operatori vive il suo lavoro con ansia e frustrazione, poi c'è gente a cui piace parlare al telefono... credo perchè abbiano problemi relazionali in generale... Personalmente, una volta finito il lavoro in Hera, ho passato tempo a non parlare con le persone, e soprattutto a non riuscire a parlare al telefono con tante persone. Come si faccia a provare piacere per tanto tempo a svolgere questa mansione per me resta un mistero, io lo ho trovato alienante e anche i miei amici mi hanno detto di essere non poco preoccupati per come mi vedevano settimana dopo settimana.   Ci sono episodi che ti porterai dietro come ricordi forti? Sì, una volta sono stata molestata da un cliente. Verbalmente, ovvio. Ma più o meno ho continuato ad essere molestata sessualmente da un anziano fino a che non mi sono saltati i nervi e gli ho risposto per le rime, come si conveniva a una situazione del genere. Mi è stato detto dalla team leader di andare a casa, prendermi tre o quattro giorni di ferie e riflettere sulla modalità con cui mi sono comportata... io ovviamente sono andata all' amministrazione dal responsabile per fargli capire la natura della telefonata, dato che tutte le nostre telefonate sono registrate, soprattutto per rispondere del giudizio che i clienti fanno sulla qualità del servizio, come avviene anche per quasi tutte le altre compagnie e call-center del mondo. Altre volte mi ricordo di dover andare a fare la pipì mentre ero in conversazione, e di non volerci andare perchè una volta superata la pausa “sindacale” di 15 minuti, il tempo extra di pausa non veniva retribuito, quindi per terminare le sei ore e mezza di turno rischiavi di rimanere lì dentro ancora per più tempo...
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