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[Articolo precedente: “Dammi tre parole, acqua, fiori e olive”. ]
GIORNO 5 Partenza da Tortoreto dopo un bagno flash in mare, il tempo di una rinfrescata e via..ritorno all’entroterra!E’ stata una giornata in pieno stile on the road, molti paesini li abbiamo visti dalla strada, passandovi solo attraverso. In mente due destinazioni precise: Calascio e S. Stefano Sessanio.
Passiamo tra le rovine del centro medioevale di Corvara (feeeelinngssss) per poi seguire delle stradine tortuose che ci regalano viste meravigliose. Avrete sicuramente capito che il nostro piano non era arrivare in fretta da un punto all’altro, ma godere di quanti più panorami possibili.
Ed è proprio su una di queste strade secondarie che incrociamo LUI. Il Ristoro di Peppino, in località Capestrano. Questo nome, se passate da ste parti, ve lo dovete scrivere, segnare, tatuare, incidere nella pelle perchè QUI si mangia. TANTO. E BENE. E si spende POCO. Penso di esser stata abbastanza chiara.
Per farvi capire che non scherzo, ecco i nostri primi: ravioli GIGANTI e tagliatelle con funghi ed erbette. Insomma, un tagliere di formaggi della casa con marmellate e miele, i due primi, arrosticini, acqua, vino, caffè e dolce 35 € totali. Io lo so che voi del centro sud siete abituati a queste cose (invidia), ma per me è stata una gioia. Senza contare il servizio: la padrona di casa c’ha trattato come se fossimo di famiglia e tra una chiacchiera ed una portata abbiamo passato davvero del bel tempo insieme.
CALASCIO
Finito di mangiare io avrei solo voluto buttarmi sotto l’ombra di qualche albero e dormire come se non ci fosse un domani e invece no, si riparte verso Calascio, famoso specialmente per esser stato, udite udite, il set del film di Lady Hawke. Se non l’avete mai visto 1. vergognatevi 2. aspettate a Natale, di solito lo mandano in onda tra “Miracolo sulla 54 strada” e “Una poltrona per due”.
Il castello ha risentito del terremoto, ma è ancora la, maestoso e bello, circondato da vallate incredibili. Sicuramente vale una visita, come anche il paesino sottostante, decisamente dotato di ironia oltre che di stradine dagli scorci stupendi in pieno stile “borgo medioevale” (Ah, se vi capita di andarci entro ottobre (2018) potrete trovare un negozietto chiamato SII UNICA che ha davvero delle cose molto belle fatte a mano: cioè, persino Max non s’è lamentato dei 10 minuti che ho passato a scegliere un anello tra tutti quelli disponibili. E non perchè ci fosse troppa scelta (anche), ma perchè erano tutti BELLISSIMI. Davvero, chi sa fare queste cose ha tutta la mia stima.)
S. STEFANO DI SESSANIO
Un piccolo labirinto di stradine con case, negozi e bar, tutti vicini-vicini, come dicono nei video di Paperissima. Mi sto rendendo conto che riuscire a descriverli senza farli sembrare tutti uguali è davvero un’impresa ardua, ma vi posso assicurare che ogni borgo ha un suo tratto particolare che lo contraddistingue, ma forse in questo son più utili le foto che una marea di aggettivi.
Ps. A S. Stefano troverete per strada dei cagnoloni enormi ma di una docilità incredibile. Non abbiate paura e, specialmente, non lamentatevi a riguardo. Del resto, è casa loro.
Una volta ripartiti da S. Stefano di Sessanio la tappa finale è una: Sulmona. “Purtroppo”, lo dico per chi è/sarà on the road, l’unico campeggio che abbiamo trovato con tutti i servizi è il camping Orsa Minore, che si trova a Campo di Giove. Dico purtroppo perchè è lontanuccio da Sulmona, ma in realtà è davvero un posto molto carino, un po’ in stile hippie. Ah, non seguite le indicazioni di google Maps altrimenti non ci arrivete mai. Essendo l’unico camping della zona non dovete far altro che girare non appena vedete il cartello “camping”.
Km del giorno? 249! camminati anche oggi solo 9 (e chi ce la faceva a camminare dopo i ravioli?!)
Prossima destinazione: MOLISE!
Ciao Viaggiatori
Si continua la scoperta dell'Abruzzo on the road #Abruzzo #Calascio #sstefanosessanio #corvara GIORNO 5 Partenza da Tortoreto dopo un bagno flash in mare, il tempo di una rinfrescata e via..ritorno all'entroterra!E' stata una giornata in pieno stile on the road, molti paesini li abbiamo visti dalla strada, passandovi solo attraverso.
#abruzzo#borgo#calascio#capestrano#castello#cibo#corvara#itinerario#on the road#rocca#s. stefano di sessanio#tips
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Ah, non era così?! Sicuri?
Devo essermi confusa. Bando alle ciance, giorno 4 all’insegna di quello che ho scritto qui sopra: l’acqua impetuosa delle Cascate delle Marmore, la bellezza mozzafiato della fioritura di Castelluccio, la bontà delle olive ascolane.
Dopo una nottata passata in un parcheggio sotto una pioggia battente non eravamo proprio al top della forma (io, particolarmente), ma fortunatamente ci siamo svegliati con un gran sole e la curiosità di vedere queste cascate.
Piccola informazione. La cascata ha un’orario di apertura e di chiusura. SORPRESAAAAAAAAAAAA. Tutte le info a riguardo le potrete trovare qui. Ammetto che ancora non mi è chiaro se il belvedere inferiore sia a pagamento oppure no, ma fatto sta che per 7 euro sicuramente non ci siamo svenati, per cui va bene cosi (ps. 7 euro è il prezzo scontato per aver cenato al Bosco del Velino, un ristorante simpaticissimo e con delle portate da PAURA.
Comunque.. come detto sopra noi siamo partiti dal Belvedere superiore e poi abbiamo percorso tutti i sentierini possibili immaginabili, scendendo quasi fino al Belvedere inferiore. Il percorso può sembrare ripido ed infinito, ma vi posso assicurare che 1) ne vale la pena, 2) se ce l’ho fatta io..
Lo scenario cambiava ad ogni angolo, con l’elemento acqua come protagonista assoluto.
Piccolo consiglio: se non vi piace “l’effetto bagnato” vi conviene portarvi un k-way perchè in alcuni punti la doccia è inevitabile!
Cascata delle marmore
Cascata delle marmore
Cascata delle marmore
CASTELLUCCIO
Diciamocelo..quest’estate fioccavano foto della fioritura “a manetta” come diciamo dalle mie parti.. ed io mi son più volte chiesta..”ma possibile che non le abbia mai viste foto così prima d’ora? come mai?”
Ed ecco svelato l’arcano. La strada principale che porta da Norcia ad Ascoli Piceno era chiusa per lavori ed obbligatoriamente tutti, ma proprio TUTTI erano costretti ad allungare in maniera non indifferente la strada..MA stavolta si può dire che ne è decisamente valsa la pena. Dopo l’ultimo tornante si è aperta davanti ai nostri occhi una vallata di una bellezza indescrivibile. Se io mi sono commossa, immaginatevi Max che vive per questi panorami… verde..un verde brillante, un verde che non so nemmeno descrivere..esiste il verde vallata stupenda? ecco, inventiamolo.
E poi a mano a mano che scendevamo ecco le vedi spuntare..macchioline viola, rosse, bianche.. io non lo so bene il perché, ma mi sono davvero commossa tantissimo. Anche vedere così tante persone ferme a godersi quello spettacolo è stata una bella sorpresa: di solito si è così di fretta che difficilmente ci si sofferma sulle cose belle che ci circondano. E quindi niente..fortunatamente la fioritura c’è ogni anno e la prossima volta vi consiglio di allungare la strada e di passare tra questo paradiso in terra.
fioritura lenticchie
fioritura lenticchie
un max felice
fioritura lenticchie
fioritura lenticchie
fioritura lenticchie
E’ stato comunque un giorno abbastanza altalenante per le emozioni..avvicinandoci a Castelluccio era impossibile non vedere, anche se da lontano, le ferite lasciate dal terremoto. Ancora più doloroso, se possibile, è stato proprio attraversare il paese di Arquata del Tronto, letteralmente divelta dal sisma. Ecco. Quando certe cose le vivi attraverso uno schermo ti toccano, certo, ma quando le vedi coi tuoi occhi ti spaccano il cuore in due. Per questo, per quanto inutile sia, io mando un abbraccio virtuale a tutti i paesi toccati da questa sciagura. Spero che un giorno riusciate a rimettere in piedi le vostre case, e le vostre vite.
OK, chiudiamo la parentesi emotional prima che mi metto a piangere di nuovo. Passiamo al paese delle olive.
ASCOLI PICENO
Dunque. Luca ha detto NO al colesterolo e si a Valsoya, noi abbiamo detto NO a chiese e musei e SI al tour sul trenino. Davvero triste e degradante, direte voi. E invece è stata una mano santa.
Già finire in un posto come Ascoli Piceno dopo aver passato la mattina e buona parte del pomeriggio in mezzo alla natura è stato abbastanza shockante, metteteci anche che tutti i monumenti sono dislocati in lungo ed in largo..no, non ce la potevamo fare. Al prezzo di 8 € ci siamo letteralmente afflosciati sul trenino di Ascoli Explorer facendo così comodamente il giro del centro città, toccando ben 29 punti d’interesse (e permettendo a Max di adocchiare tutti i locali migliori), con un’ audio guida che spiegava più che bene i punti salenti della storia della città. Unica pecca non poter scendere per fare qualche foto decente, MA se si considera che ogni posto era circondato da macchine e traffico..beh..il risultato non sarebbe cambiato molto forse. Ci sono anche altri modi per fare il giro comodamente seduti, dovete solo andare al centro informazioni che si trova in Piazza Arringo e trovare il tour che va meglio alle vostre esigenze. Ovviamente se non siete devastati potete farlo anche a piedi eheh..
Comunque sia alla fine ci siamo goduti non solo un’ottima birra fresca, ma anche un bel piattonzo di olive, che son finite talmente in fretta che non ho fatto in tempo a farci manco una foto. Ruberò dal Webbe.
A fine tour siamo strisciati fino al van e siamo andati in direzione Tortoreto per dormire in un’area di sosta, farci un tuffetto al mare e poi via..destinazione Corvara, Calascio, S. Stefano Sessanio e Sulmona!
Ah già,
Km del giorno in auto 151 , camminati 8,9 (grazie treninoooo)
ciao viaggiatori!
“Dammi tre parole, acqua, fiori e olive”. Ah, non era così?! Sicuri? Devo essermi confusa. Bando alle ciance, giorno 4 all'insegna di quello che ho scritto qui sopra: l'acqua impetuosa delle Cascate delle Marmore, la bellezza mozzafiato della fioritura di Castelluccio, la bontà delle olive ascolane.
#abruzzo#ascoli#ascolipiceno#cascate#castelluccio#fioritura#lenticchie#marmore#norcia#on the road#tortoreto#tour#trenino#umbria#waterfall
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Giorno 2. Dopo una notte passata all’ Agriturismo Casella del Piano (consigliatissimo a tutti i viaggiatori on the road) ripartiamo per una giornata che vede protagoniste una triade niente male: GUBBIO, PERUGIA E ASSISI.
GUBBIO
Una delle tappe che aspettavo di più, e no, non per Don Matteo (anche se ammetto di guardarlo, ogni tanto..e comunque Terence Hill è stato uno dei miei primi amori mediatici..ve lo ricordate di quando faceva Lucky Luke? Biondo, occhi azzurri e con un cavallo parlante? A D O R O), ma perchè è uno di quei paesini di cui senti talmente tanto parlare che non andarci è quasi un affronto.
Viste le alte aspettative ero un po’ timorosa ed invece Gubbio si è tenuta un pezzo del mio cuore. Coccolosa e accogliente al punto giusto, ogni angolo sembra uscito da uno di quegli acquerelli che si vedono nei dipinti degli artisti di strada: muri di pietra, porte e finestre ricchi di fiori, scorci romantici..sembra che tutta la città sia stata costruita con l’intenzione di creare un’atmosfera magica.
Gubbio
Gubbio
Gubbio
Gubbio
Gubbio
Gubbio
Gubbio
Gubbio
Per gli amanti della storia dell’arte consiglio la mostra Gubbio ai tempi di Giotto , aperta fino al 4 novembre. Con un biglietto unico (12€) si possono visitare ben tre palazzi: Palazzo dei Consoli, Palazzo Ducale ed il Museo Diocesano. Per raggiungerli c’è anche la possibilità di usare degli ascensori, ma parte della bellezza della giornata è stata quella di perdersi tra stradine e vicoletti. Però insomma DE GUSTIBUS.
Gubbio ai tempi di Giotto
Gubbio ai tempi di Giotto
Gubbio ai tempi di Giotto
Gubbio ai tempi di Giotto
Gubbio ai tempi di Giotto
Gubbio ai tempi di Giotto
Consiglio di andare all’ufficio informazioni e di munirsi di mappa: la città ha tanto da vedere e, se avete più tempo di noi, che ci siamo stati solo in mattinata, potete vedere davvero tutto.
PERUGIA
C’ha accolto con un’atmosfera carica di allegria e adrenalina grazie alla coincidenza astrale tra l’Umbria Jazz Festival e la finale dei Mondiali. A quel punto la situazione ha richiesto di porsi un obbiettivo preciso : andarsene da li prima della fine della partita. Per cui abbiamo passato qualche ora nel centro città passeggiando con il naso all’insù, nell’attesa del ritrovo per la visita guidata alla “Perugia sotterranea“, consigliataci da un amico di Max. Niente vicoletti fioriti stavolta, ma si respirava aria di storia ad ogni passo: grandi palazzi, una cattedrale immensa dedicata a San Lorenzo (NB QUI mi hanno interdetto l’ingresso per l’abbigliamento. (Ps stavo in pantaloni corti appena sopra il ginocchio e canottiera con spallina larga, non in bikini, ma tant’è che il bodyguard mi ha tenuto alla porta). Il che lo posso capire, ma non mi son piaciuti nè i modi nè il fatto che mentre stavo ad aspettare Max siano entrate due ragazze vestite come me e ne siano uscite altre tre. TZE!) ed il pozzo etrusco, piccolo ma interessantissimo da vedere. (Ho scoperto che soffro leggermente di vertigini).
La visita nei sotterranei perugini è stata molto interessante e piacevole, anche grazie alla nostra guida Alessandra, preparata e simpatica. Io ve la consiglio, anche per ripararsi dalla calura estiva.
Perugia
Perugia
Perugia
Arco etrusco
Perugia
Pozzo etrusco perugia
Palazzo dei priori
Basilica san lorenzo
perugia sotterranea
Fontana maggiore
ASSISI (by night)
Innanzitutto consiglio a tutti i viaggiatori “on the road” il Camping “Fontemaggio” a 1 km dalla porta Cappuccini, è la più opposta alla cattedrale, MA è davvero un posto stupendo e comunque, attraversando quella porta, si ha la possibilità di vedere davvero tutta Assisi da parte a parte.
Perchè Assisi non è soltanto la chiesa di San Francesco o quella di San Damiano. Assisi è uno stato mentale. Di pace, per l’esattezza. Io c’ero già stata più di una volta e tornarci dopo qualche anno è sempre bello, ma allo stesso tempo partono le paranoie: come sarà? Sarà diversa? Sarà diventata più turistica? Forse, ma conserva sempre quell’aura magica che va al di la del religioso. La sensazione che ho avuto la prima volta, andandoci da piccola, era quella di camminare dentro ad un presepe. Ed è stato bello vedere che la sensazione non è cambiata.
Stavolta, inoltre, l’ho potuta vivere “by night” ed è stato emozionante vedere che, come una volta, ancora oggi i vecchietti si trovano di fronte alle loro case a prendersi “i freschi” e a chiacchierare, seduti sulle loro seggioline. Le luci soffuse della città regalavano un’atmosfera intima e piacevole. Siamo rimasti qualche minuto seduti di fronte alla chiesa di Santa Chiara, ad ammirare il panorama e ad osservare un gruppetto di fraticelli francescani provenienti dall’Asia che, emozionati, si facevano una foto di fronte alla chiesa.
assisi – piazza del comune
Belvedere da Piazza santa chiara
Santa chiara
Assisi by night
San Rufino
Assisi
Assisi
Chiaramente vista l’ora non siamo riusciti a visitare molto, ma dopo 78 km in macchina e 18,4 km direi che abbiamo dato ahaha
Al prossimo articolo amici: GIORNO 3 ASSISI by day, SPELLO E NARNI!
Gubbio, Perugia e Assisi (by night)..una giornata tra le meraviglie dell’Umbria Giorno 2. Dopo una notte passata all' Agriturismo Casella del Piano (consigliatissimo a tutti i viaggiatori on the road) ripartiamo per una giornata che vede protagoniste una triade niente male:
#assisi#borghi#borghi italiani#by night#consigli#diario di bordo#gubbio#italia#itinerario#on the road#perugia#umbria#viaggi
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Mi piace considerarlo il primo giorno effettivo, forse perchè è stato il primo in cui abbiamo iniziato davvero a visitare qualcosa (senza togliere valore alla piadineria “Le 3 Marie” di Imola, che decisamente è stata una deliziosa scoperta).
La cosa divertente è che ad un certo punto ci siamo trovati ad attraversare dentro e fuori ben 4 regioni : l’Emilia Romagna, la Toscana, le Marche e L’Umbria. Effettivamente ci siamo un po’ preoccupati per la presenza di buchi spazio temporali, ma poi abbiamo guardato GUGOLMAPS e abbiamo visto che era tutto normale, eheheh.
Scemenze a parte, ecco quanto si può vedere in un solo giorno di viaggio on the road
SAN LEO
Il motivo per cui è stato il nostro primo “stop” l’ho ripetuto fino al vomito, ma lo dico per l’ultima volta: siamo stati ferocemente sgridati quando siamo venuti a San Marino e non abbiamo allungato per vedere la Rocca, per cui abbiamo posto rimedio al nostro colossale errore.
Il paesino è di una carineria incredibile: con la macchina si può attraversare il centro storico e arrivare a uno dei tre parcheggi che si trovano ai piedi di quella che è la principale attrazione di San Leo: la ROCCA.
San Leo
San Leo
San Leo
E’ una struttura immensa, la si può vedere persino da San Marino, ed è completamente visitabile! Il biglietto costa solamente 9€ e con 1€ in più si può prendere anche un Tablet con audio-guida (di quelle che piacciono a me: spiegazioni corte e interessanti, senza troppi fronzoli). La struttura è particolarmente famosa per esser stata la prigione del conte di Cagliostro, accusato di essere un massone, mago, alchimista e guaritore. Insomma, tutta gente che a quei tempi stava simpaticissima alla chiesa.
A proposito: una delle sale che più mi ha impressionato è stata quella dedicata alla tortura. Ragazzi..ma erano fuori di testa! Chiodi, lame, picche, seghe..quei “santi” uomini se ne sono inventate di tutti i colori per spaventare/legare/uccidere/mutilare i poracci. E la cosa più agghiacciante è che su quasi tutti c’era il simbolo della croce. MMM. Sicuramente è una cosa su cui rifletterò.
Rocca di S.Leo
Rocca di S.Leo
Rocca di S.Leo
Schifezze ecclesiastiche a parte, il resto del castello è davvero interessante. Mi ha colpito molto vedere dei fiori sul letto di morte di Cagliostro. A quanto pare nel suo anniversario ancora vengono portati dei doni dai suoi seguaci. Personalmente non ne avevo mai sentito parlare, mi intriga quanto basta per volerne sapere di più.
PIEVE PREROMANICA
Purtroppo non ci siamo accorti che le chiese avevano un orario di apertura e chiusura e questa è stata l’unica che siamo riusciti a vedere: semplice anzi, semplicissima, come secondo me dovrebbero essere le chiese. Il duomo, che si trova al fianco di questa chiesa, deve esser stata una cosa indescrivibile, ma purtroppo la custode c’ha praticamente chiuso il portone in faccia e il nostro giro doveva continuare
Tutto il resto è visitabile dall’esterno e lo si vede tranquillamente camminando a zonzo per il centro (la fontana neoclassica, il punto panoramico con il monumento ai caduti, la torre campanaria ecc) tranne lei..la tomba di Cagliostro. Siamo scesi sul sentiero tracciato dalla mappa per visitarla, ma ad un certo punto ci siamo trovati nel parcheggio..probabilmente abbiamo saltato il punto in cui si scende ancora per raggiungerla, chissà.
S. Leo
S. Leo
S. Leo
S. Leo
Il parchimetro chiama e noi siamo “costretti” a risalire sulla nostra Dacia e continuare. Sulla strada verso Pennabilli vediamo alcune insegne e scopriamo una cosa curiosissima: a quanto pare quelli sono stati i punti panoramici che hanno ispirato da Vinci per lo sfondo della Gioconda. A dire il vero guardando il quadro la cosa sembra abbastanza fantasiosa, ma chi siamo noi per stroncare una cosa così? Tempo di farci quattro domande e mangiarci una ciotola di insalata di riso e siamo già on the road per la prossima meta
SAN SEPOLCRO
Si meriterebbe di sicuro più tempo di quello che gli abbiamo dedicato. Dalla cartina si vede chiaramente che ce n’è per tutti i gusti tra musei, monumenti e sale teatrali, ma ci siamo limitate ad un giro veloce di un paio d’ore. La fortuna ha voluto che ci trovassimo nel mezzo di una rivisitazione medioevale, che ha reso tutto più suggestivo: stendardi e colori dei diversi quartieri sfilavano sotto i nostri occhi a suon di tamburo. Ci sarebbe piaciuto seguirli fino alla fine del loro percorso, ma non avevamo abbastanza tempo sulla tabella di marcia.
Mi sento però di consigliarvi, oltre ai principali edifici, una sbirciatina alla chiesa di S. Maria delle Grazie, decisamente rock’n’roll, e al Museo della Vetrata, davvero particolare ( e a offerta libera )
S. Maria delle Grazie – San Sepolcro
S. Maria delle Grazie – San Sepolcro
S. Maria delle Grazie – San Sepolcro
Museo delle vetrate
Museo delle vetrate
Oh, un’altra cosa carina da fare è scovare tutti i minimurales che ritraggono quadri e personaggi famosi in versione Sub. Avevo intravisto anche un Dalì ma mi son dimenticata di fotografarlo, maledizione.
CITTA’ DI CASTELLO
Anche qui abbiamo fatto una capatina veloce in centro guardandoci attorno ed addentrandoci nei vari spazi solo se ci colpivano particolarmente dall’esterno. Inutile dire che il Duomo c’ha lasciato a bocca aperta per la sua grandezza e bellezza e vale sicuramente una visita.
PS donnine se non volete essere guardate male dalle sciure locali, copritevi le ginocchia! Io mi sono beccata degli sguardi di fuoco e, anche se son convinta che Gesù abbia altro a cui pensare, mi son sentita un po’ a disagio.
UMBERTIDE
La nomino perchè è stata una nostra tappa ma, di fatto, non l’abbiamo visitata. Ci siamo però fermati sotto la torre a mangiare in una graziosissima piazzetta illuminata da mille lucine, è stato molto carino! Sicuramente aveva molto da offrire, ma abbiamo dovuto accellerare i tempi per raggiungere in tempo il l’Agricamp che ci avrebbe ospitato la notte ai piedi di Gubbio.
Il primo giorno è stato bello tosto, abbiamo camminato per un totale di 16 km e percorso, come scritto all’inizio, 237 km in auto. Decisamente un ottimo modo per iniziare la nostra avventura on the road! Rimanete connessi per il prossimo articolo, si parlerà di alcune delle città che ho preferito in assoluto: GUBBIO, PERUGIA E ASSISI (BY NIGHT)
Ciao viaggiatori!
Dalla Rocca di S.Leo a Gubbio: viaggio tra i paesaggi della Gioconda Mi piace considerarlo il primo giorno effettivo, forse perchè è stato il primo in cui abbiamo iniziato davvero a visitare qualcosa (senza togliere valore alla piadineria "
#borghi#città di castello#emilia romagna#giorno uno#italia#itinerario#molise#on the road#primo giorno#rocca di san leo#sansepolcro#umbertide#umbria
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Italia..questa sconosciuta (ancora per poco!)
Evviva! Domani si parte!
Domani si parte. Lo zaino è pronto, le gambe depilate, l’insalata di riso è in frigo, il tragitto è chiaro..più o meno.
Una settimana all’insegna della van life e dei borghi del centro Italia.
Se qualche anno/mese fa m’avessero detto che l’avrei fatto, non c’avrei creduto.
Per me il viaggio era sempre sinonimo di “estero” e, nonostante fossi consapevole delle bellezze italiane, mi ero sempre…
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Max lo sa quanto io ami la natura e quando mi ha portato in Val di Genova sicuramente sapeva che mi sarei emozionata come una bambina di fronte ad un albero di Natale. Quello che sa, ma sembra dimenticarsene, è che sono una fifona incallita. Mi spavento sempre, roba che i trailer degli horror li guardo solo dal cellulare, senza volume, tenendo il telefono più lontano possibile, con la testa già a 3/4 per consentire uno scatto da colpo di frusta non appena capto l’inevitabile pericolo in avvicinamento.
Di tutto ciò, dicevo, Max ne è al corrente ed è per questo che, al nostro arrivo sotto un temporale coi fiocchi in Val di Genova, ha deciso di scegliere un posto appartato dove dormire: di fianco al cimitero.
La scena più o meno è stata questa:
ESTERNO, cielo NERO, pioggia, lampi..una stradina che scende verso il bosco
MAX: se non ricordo male LA c’è una chiesa con un cimitero, ci mettiamo li?
IO: ………..ok (inizio a sudare)
La stradina in realtà diventava sempre più INA e con delle curve a ginocchio quanto eran strette, ma alla fine arriviamo di fronte al cimitero: ci sono solo i lumini rossi ad illuminare lievemente i confini, altrimenti i lampi in lontananza. Deglutisco. Mi guardo intorno e vedo uno spiazzo tecnicamente perfetto per parcheggiare.. “ti prego, fa che non lo veda“
MAX: caspita, me lo ricordavo più in piano
IO: eh.. “ti prego, non guardare di la”
MAX: hai paura?
IO: CHI IO? MA VAAAA? (FALSA)
MAX: Che peccato, è tutto in pendenza, non va bene, torniamo su!
Io taccio, codarda e infame, sciogliendomi sul sedile. La risalita forse è ancora peggio della discesa, ma alla fine siamo riusciti a raggiungere la strada principale e trovare un posticino senza lumini agghiaccianti..ed il giorno dopo questo è quello che ci ha accolti
Direi che tutto è bene quel che finisce bene.
Val di Genova
Val di Genova
Val di Genova
Val di Genova
Val di Genova
Il sentierino che costeggiava il fiume faceva calare un po’ la temperatura, ma la bellezza di quello che c’era intorno mi distraeva da quella sensazione: la luce passava tra i rami, la nebbiolina restava sospesa sopra le felci, i fiorellini sembravano stiracchiarsi dopo una lunga dormita..davvero, non mi sarei sorpresa minimamente se fosse comparso un unicorno..o una fatina. E nemmeno l’orso.
Abbiamo salutato e coccolato tutti i fiorellini che incontravamo (abbiamo fatto un corso sul riconoscimento dei fiori e ci siamo inteneriti un sacco quando Bruno, il docente, li ha chiamati “fratellini dal sangue verde“) e Max era particolarmente preso da quelli che crescevano a sinistra del sentiero..non ho fatto in tempo a chiedermi come mai che mi prende per le spalle e mi gira verso quella che è una degli spettacoli più belli della natura: una cascata. Nello specifico la cascata Nardis, che d’inverno si ghiaccia completamente, restando li a riposare, nel suo manto azzurrino, fino al disgelo.
LA MERAVIGLIA. Non ci credete? Guardate qua.
Cascata Nardis
Cascata Nardis
Dopo aver passato qualche mnuti in religioso silenzio e contemplazione, abbiamo concluso il nostro giro, ci siamo cambiati scarpe e magliette e poi eccola..prima di salire in macchina, la grande idea.
ANDIAMO A VEDERE L’EREMO DI SAN MARTINO?
Dunque:
eremo
è·re·mo/
sostantivo maschile
1.
Luogo appartato e solitario dove (spec. in passato) si ritiravano coloro che intendevano dedicarsi a una vita di penitenza, di preghiera e di contemplazione.
Oppure:
2. posto in c**o ai lupi, solitamente indicato tramite cartelli che ne specificano la distanza e la difficoltà nel raggiungerlo, eccezion fatta per l’eremo di S. Martino in Val di Genova, dove siamo bastardi dentro e vi mettiamo un semplice cartello marrone, per farvi credere che sia dietro l’angolo. E INVECE NO, TIE’.
Sudiamo la maglietta e sporchiamo le scarpe tecnicamente “da viaggio” per arrampicarci su sto sentiero che sembra non avere fine, dell’eremo nemmeno l’ombra, superiamo un ponte che attraversa una cascata, ci facciamo un selfie che sembra c’ho il morbo di Parkinson e andiamo avanti..
Eremo di San Martino
Eremo di San Martino
FINALMENTE eccolo li..carino, coccoloso, con una vista mozzafiato…e chiuso. Bene. In realtà la prima porta era aperta, ma la seconda no..vabbè..si riusciva a spiare da alcune finestrelle, la magia c’è stata comunque. (E dal librone per le firme che c’era all’entrata era PALESE che più di qualcuno non avesse apprezzato lo scherzetto del segnaletica bastarda). E comunque il vero regalo era la vista che si poteva avere da lassù. Eccola qua.
Chiaramente abbiamo dato un’occhiata anche alla chiesetta col cimitero, che di giorno era davvero uno splendore, circondata da tutto quel verde, le montagne. gli alberi e..
MAX: Guarda, c’era un parcheggio!
IO: Ma noooooooo, non mi dire (FALSAAAA)
Insomma..una piacevole adventure che io consiglierei davvero a tutti. Poco dopo esser saliti in macchina abbiamo visto arrivare un sacco di famigliole felici e stavolta non ero preoccupata che si comportassero male come a San Romedio:
Ci sono dei cartelli davvero troppo carini e CHIARI su come comportarsi o no in quel parco; non solo per rispettare l’ambiente, ma anche l’orso e se stessi.
Val di Genova
Val di Genova
2. L’orso, qui, è libero.
foto scattata dal gestore del Bar Nardis 🙂 ciao puccioso!
Val di Genova..cascate, orsi e la definizione di Eremo. Max lo sa quanto io ami la natura e quando mi ha portato in Val di Genova sicuramente sapeva che mi sarei emozionata come una bambina di fronte ad un albero di Natale.
#cascata#chiesa#eremo#italia#nardis#natura#orso#paesaggio#san martino#trentino#val di genova#waterfall
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PIANO A: Io, Max e la sua Dacia. Un altro week end on the road. Meta prevista? Slovenia. Del resto, come ho scritto nell’articolo Slovenia..cosa vedere in una fuga di tre giorni avevamo lasciato in sospeso la camminata alla Gola di Vintgar e, in più, hanno aperto la fontana della birra..potevamo noi non andare a vedere e assaggiare? Certo che no. Anzi.
IMPREVISTO:
Plot Twist
PIANO B: Io, Max, la sua Dacia, un panino mangiato “amminchiam” a Latisana, Ravenna, San Marino, Mare.
E dai che andiamo.
Siamo scesi verso la riviera romagnola il venerdì sera, lasciandoci alle spalle il nerume (grigiume è troppo riduttivo) del Friuli e trovando un posticino vicino al mare dove parcheggiare e passare la notte. Sabato mattina alle 9 e mezza eravamo già a spasso per il centro di Ravenna, che è uno di quei posti che che giri col naso all’insù, sbirciando dietro ad ogni portone perché sai che potrebbe esserci qualche bellissimo tesoro nascosto, come questa piazzetta (che mi ha ricordato tantissimo l’Andalusia).
Apro una doverosa parentesi: Ravenna per essere vista tutta e bene, con una visita che renda onore a tutta la sua bellezza, richiede chiaramente più di una mezza giornata, specialmente se siete dei lettori compulsivi di QUALSIASI cosa vi capiti a tiro riguardando il COSA state guardando. A noi è bastato fare un giro per bearci della bellezza di quello che ci circondava, ed è stato davvero bello.
Le piazze soleggiate e piene di gente sorridente, turisti affascinati, famiglie in bici..non si percepiva lo stress che caratterizza le città al giorno d’oggi, dietro ogni porta o ad ogni vetrina c’era qualcuno che ci salutava con un sorriso. Che meraviglia.
Ricordo di essere stata a Ravenna alle superiori, in gita. Ovviamente non ricordo nulla di fondamentale, il mio cervello ha cancellato le nozioni artistiche per far spazio a cose più importanti, come tutte le battute di Scrubs e le sigle Disney.
Ma da un lato è stato un bene perché è stato un po’ come vedere tutto la prima volta e due cose, in particolare, mi hanno piacevolmente colpito.
La prima è una chiesa dedicata a San Giovanni che ci ha accolto con un’atmosfera semplice, resa magica da un sottofondo di cori gregoriani (io per un attimo ho pensato che fossero DAVVERO frati canterini nascosti da qualche parte..penso che Max si stia ancora chiedendo in che pasticcio s’è cacciato), senza grandi fronzoli, il soffitto in legno a ricordarci un po’ le chiese norvegesi, ed i mosaici attorno alle pareti.
chiesa di S. Giovanni
chiesa di S. Giovanni
chiesa di S. Giovanni
chiesa di S. Giovanni
chiesa di S. Giovanni
chiesa di S. Giovanni
E poi, per assurdo, mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta e quasi con le lacrime agli occhi una chiesa completamente opposta alla prima: la BASILICA DI SAN VITALE.
Se siete, come me, di quelli che pensano che non sia giusto pagare per entrare in una chiesa, vi prego, stavolta fate un’eccezione. L’entrata in questo complesso è permesso solo con un biglietto che comprende vari monumenti, ma davvero, ne vale la pena.
Persino Max è rimasto in silenzio qualche minuto, mentre osservava, col naso all’insù, la meraviglia da cui era circondato. Il nostro sguardo è passato da un sincera sorpresa nel vedere che i mosaici del pavimento erano conservati benissimo, alla meraviglia della cupola: sembrava davvero aperta verso l’infinito.
E’ uno di quei posti dove rifletti sul fatto che l’uomo è capace di cose orribili, ma anche di cose INCREDIBILMENTE BELLE, come questa Basilica.
Basilica S.Vitale
Basilica S.Vitale
Basilica S.Vitale
Basilica S.Vitale
Basilica S.Vitale
Basilica S.Vitale
Basilica S.Vitale
Come sempre le foto non fanno mai giustizia, non vi resta che vederla con i vostri occhi!
Ravenna
Ravenna
Ravenna
Ravenna
Ravenna
Ravenna
Ravenna
Ravenna
Ravenna
Ravenna
Ravenna
Se vi state chiedendo come mai abbiamo girato Ravenna così in stile “fast and furious” è perché la vera meta del viaggio era SAN MARINO.
Cioè. A me fa sempre troppo sorridere questa cosa dello Stato dentro uno Stato. ( E a volte mi vien da dire che LORO hanno capito tutto.)
CHE MERAVIGLIA..uhm..si può essere fieri di uno Stato che tecnicamente non è Italia, anche se è in Italia? Uhm..La aggiungerò alla mia lista di domande esistenziali..chi siamo, da dove veniamo, perchè viviamo, che fine ha fatto Kaori della Philadelphia..
Ad ogni modo..più ci avvicinavamo e più non vedevo l’ora di visitare il centro storico (si è capita la mia passione per i centri storici, si?)
Anche qui credo che torneremo a visitare meglio le zone circostanti (mi han già chiesto in due se abbiamo visitato il forte di san Leo e la faccia che han fatto quando ho detto NO mi ha fatto quasi sentire in colpa), ma in una mezza giornata siamo riusciti a farci un bel giro: abbiamo saltato a piè pari i musei della tortura e quello di “vampiri e licantropi”, ma se vi piace lo stile, prego. Inoltre ci sono negozi che vendono riproduzioni di armi in quantità così preoccupanti che davvero, per un attimo ci siamo chiesti se, calato il sole, si creassero situazioni alla Van Helsing.
Inquietudini a parte, la città sembra una ricostruzione per quanto è pulita e ben tenuta, è come fare un salto nel passato, peccato per tutte quelle vetrine di negozi molto “turistici” e poco tipici, ma tant’è..ah, si può fare anche il timbro di San Marino sul passaporto presso l’ufficio informazioni, per cui, se vi capita di andare, portatelo con voi (Non serve nessun documento per entrare).
San Marino
Le tre torri che svettano sulla città sono collegate tra loro da un sentiero ombreggiato che aiuta a creare una bella atmosfera e che regala molti punti panoramici (detti anche STRAPIOMBI PERICOLOSISSIMI), ma facciamo finta di niente. Completato il nostro giretto ci siamo concessi una bella birretta fresca locale di fronte ad una vista incredibile, aspettando il tramonto.
San Marino
San Marino
San Marino
San Marino
San Marino
San Marino
San Marino
Che dire di questo piano B? Che è terminato con una bella domenica a al mare, a fare il pieno di vitamina D. Nemmeno ve lo dico che, una volta tornati a Bassano, c’hanno accolto dei bei nuvoloni ma, visto il grado di ustione delle nostre spalle, va bene così.
Alla prossima, viaggiatori!
Ravenna e San Marino: quando il piano B si rivela vincente PIANO A: Io, Max e la sua Dacia. Un altro week end on the road. Meta prevista?
#casa dolce casa#cultura#dacia dokker#discovering#emilia romagna#estero#italia#italy#mare#piadina#ravenna#san marino#scoperta#stepway#storia
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Basta poco..
Oggi ci siamo concessi una mattinata al mare..dopo un bel bagno abbiamo deciso di farci una camminata..vedo il primo pezzo di plastica dopo pochi metri..lo raccolgo.. dopo pochi passi ne raccoglie uno Max..nel giro di un paio di chilometri abbiamo raccolto 4 manciate belle piene di rifiuti a testa..
Un papà col passeggino ci vede “bravi ragazzi,complimenti!”.. sorridiamo e penso “magari adesso ci…
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No, non quelle in cui riposano eternamente faraoni egiziani, non quelle maledette di qualche film Hollywoodiano, non quelle che al solo pensiero vi fanno partire in testa “Walk like an egyptian“. No. Niente di tutto ciò. Ma sono pur sempre piramidi, una vera magia della natura ed io, come sempre, non sapevo di avercele ad un tiro di schioppo.
Sempre grazie a SuperMax e alla sua Dacia Dokker (un giorno dovrò pur darle un nome a sta macchinina), dopo una notte a Bressanone (dove abbiamo assistito al Water Light Festival, siamo partiti alla scoperta delle Piramidi di terra della Val di Renon.
In questa valle i luoghi dove si possono ammirare sono tre: Soprabolzano, Longomoso e Auna di sotto. Noi siamo andati a vedere quest’ultime due.
Sicuramente quelle di Longomoso sono più accessibili, il sentiero più semplice, c’è più segnaletica, più spazi panoramici ed è praticabile, con un po’ di accortezza, anche da chi ha qualche difficoltà a camminare. Potrebbe esserci proprio per questo motivo anche più gente, ma niente di troppo ingestibile a livello di sistema nervoso.
Quelle di Auna sono un po’ più nascoste, si passa attraverso qualche piantagione (e che sorpresa vedere la conchiglietta di Santiago pure qui), si ha spesso la sensazione di aver sbagliato strada, (piccolo aneddoto: mentre percorrevamo le strade di Auna di Sotto io mi son lasciata ingannare da un cartello che poteva sembrare quello delle piramidi. E INVECE NO. CI SIAMO PERSI TRA I VIGNETI, lungo una stradina così stretta che io già mi immaginavo quelli della pubblicità dell’amaro Montenegro che venivano a recuperarci con l’elicottero..), ma poi eccole li. Maestose e placide. Siamo rimasti mezz’ora seduti su una panchina ad osservarle, centimetro per centimetro..
Entrambi i posti ti lasciano la stessa sensazione: in questo mondo non siamo che delle formichine di fronte alla maestosità di Madre Natura..
Ma la parte più bella è il COME si formano, queste piramidi: dunque, ve la spiego semplice: sono formate da coni di terra su ciascuna delle quali poggia un grande masso che fa quasi da cappello: il terreno che le forma è molto compatto in caso di siccità, ma in quanto argilloso, se esposte alla pioggia, perde stabilità e si sgretola formando scarpate di decine di metri.
I massi aderiscono all’argilla compattandola e creando una sorta di ombrello contro la pioggia, così che ad ogni precipitazione il materiale non protetto dai massi viene eroso, lasciando però intatte le piramidi. Ovviamente, una piramide di terra è destinata a scomparire rapidamente quando il cosiddetto cappello cade dalla cima: privo di protezione, il materiale rimane esposto alle intemperie e la colonna si riduce ad ogni precipitazione. E mentre nel corso di questo processo una piramide di terra scompare, sulla scarpata se ne forma contemporaneamente una nuova, in un circle of life, che Ivana Spagna scansati.
Figo, eh? Non vedo l’ora di scoprire quale altra chicca italiana mi farà conoscere la prossima volta Max 🙂
Ciao viaggiatori
Quando ti dicono "andiamo a vedere le piramidi", tu pensi a una vacanza in Egitto..e invece no.. #Trentino #valdirenon #Sudtirol No, non quelle in cui riposano eternamente faraoni egiziani, non quelle maledette di qualche film Hollywoodiano, non quelle che al solo pensiero vi fanno partire in testa "
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La prima volta che sono stata a Bressanone era l’inverno del 2004, io mi son limitata ad andare alla piscina coperta insieme ad una mia collega, mangiare un panino coi crauti e bon, siamo tornate a Bolzano. E invece due week end fa mi son ritrovata a Bressanone, insieme ad un altro mio collega ed il mio partner in crime Max, a mangiare dei canederli che devo ancora digerire e…HO SCOPERTO CHE BRESSANONE E’ STUPENDA.
In realtà, come forse avrete visto nel post che ho messo sulla pagina Facebook, la nostra meta principale è stata il Water Light Festival, un’iniziativa notturna davvero molto bella a cui partecipano “Artisti della luce” locali e nazionali, uniti nel motto “ ACQUA E’ VITA, LUCE E’ ARTE”. Con le loro installazioni hanno trasformato, per due settimane, alcuni punti della città in luoghi luminosi e magici. Non credo di poter trovare le parole esatte per descrivere questo spettacolo, ma davvero sembrava di stare dentro una fiaba. Un filo azzurro luminoso ci aiutava a capire quale fosse la strada da percorrere per non perdere nemmeno un’installazione, ed il mio unico rammarico, in questo momento, è di non avere forse foto abbastanza belle da mostrarvi. Ma spero che quelle che ho bastino per farvi venir la voglia, l’anno prossimo, di farci un salto!
Allora intanto, prima di iniziare, mi sento di sfatare un mito
NON PARLANO TUTTI IN TEDESCO.
Lo dico perché davvero a volte si sentono cose tipo “se parli in italiano non rispondono” o “ti guardano male”. Ora. Non voglio entrare in discorsi politici, ma probabilmente vista le acque reflue in cui navighiamo in Italia, e se penso a come stanno in Austria, al posto loro FORSE un vaffanculo partirebbe random anche a me.
Detto questo. Nessuno c’ha tirato pomodori, sono stati tutti molto gentili e nessuno si è rifiutato di servirci, ma specialmente io non ho dovuto sfoggiare il mio tedesco da animatrice consumata, per cui O SIAMO STATI MOLTO FORTUNATI, o son le solite voci del tubo. (Comunque son bilingue per la maggior parte, e la cosa mi rende molto molto invidiosa).
Ma lasciamo stare queste quisquiglie, vi lascio con alcune foto del Water Light Festival, sperando che vi piacciano!
waterlight festival Bressanone
waterlight festival Bressanone
waterlight festival Bressanone
waterlight festival Bressanone
waterlight festival Bressanone
The water machine e il duomo
Duomo Bressanone
Duomo Bressanone
Hissèo – Water Light Festival
Hissèo – Water Light Festival
Bressanone
Giardino dei Signori – Through the clouds, the breathing of a rough diamond – water light festival
Palazzo vescovile Brixen
Palazzo vescovile – il 7° continente – Water Light Festival
A pond in the garden (Water Light Festival) Brixen
Mi rendo conto che alcune sono terribili, ma cercate di capirmi..avevo un cellulare che andava a pedali ai tempi ahaha!
Comunque Bressanone resta una bellissima cittadina da visitare anche di giorno, nella vita odierna, con i suoi giardini curati, le strade pulite e le vetrine con degli strudel grandi come megattere!
Duomo Bressanone
Bressanone
Bressanone
Bressanone
Bressanone
Bressanone
Bressanone
Sicuramente torneremo in zona anche per andare a visitare l’abbazia di Novacella, un piccolo gioiellino che però richiede una giornata intera per esser visitata come si deve.
Alla prossima viaggiatori!
Bressanone ed il Water Light Festival sono sicuramente stati una felice (ri)scoperta! una notte magica tra luce, acqua e colori #Waterlightfestival #Brixen #Trentino La prima volta che sono stata a Bressanone era l'inverno del 2004, io mi son limitata ad andare alla piscina coperta insieme ad una mia collega, mangiare un panino coi crauti e…
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Tatuviaggio..quando il mondo è sulla pelle
Tatuviaggio..quando il mondo è sulla pelle
Aaaaaah che bella la primavera, l’estate!
Addio giacche, maglioni, pantaloni lunghi, peli sui polpacci e BENTORNATE magliette, canotte, pantaloni corti e TATUAGGI. Finalmente.
Soffro quando sono coperti da strati di stoffa. Mi sembra di farli soffocare. IO I MIEI LI AMO ALLA FOLLIA. E mica perchè sono opere d’arte enormi eh, anzi..sono tanti, piccolini, messi anche un po’ alla cazzo, se vogliamo.…
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Guarire dal mal d'Africa
Guarire dal mal d’Africa
NON SI PUO’. Fine.
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Buona la prima..?
Lo ammetto..voi che mi seguite ormai siete amici e voglio confidarmi con voi. Questi primi mesi da consulente di viaggi non sono andati come speravo: vi spiego perché , e sono certa che tutti i consulenti di viaggio in ascolto ci si ritroveranno almeno un pochino. Faccio un piccolo riassunto per chi si fosse perso il passaggio: da qualche mese a questa parte sono una consulente di viaggio online.…
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Bene, dopo avervi tediato (ma per una buona causa) su come prepararsi alla Norvegia, ecco le cose che mi son piaciute di più: alcune le abbiamo proprio cercate, altre sono arrivate a sorpresa, passeggiando per le strade.
OSLO
Ci siamo stati solamente un giorno, ed abbiamo deciso di passarlo a camminare. Penso sia una di quelle città che è bella da visitare così, col naso all’insù (ma occhio sempre al ghiaccio).
PARCO VIGELAND
parco vigeland
parco vigeland
L’unica tappa che c’eravamo fissati nel nostro vagabondare in questa città: un immenso parco che deve dare il meglio di se durante la stagione primaverile, immaginarlo verde mi ha riempito il cuore, anche se aveva il suo fascino tutto imbiancato (e un po’ pisciato anche..diciamo che la neve non aiuta a nascondere i bisognini del quadrupedi norvegesi). Al suo interno ci sono moltissime statue di bronzo, granito e ferro battuto, tutte dello scultore Gustav Vigeland..alcune sono anche un po’ inquietanti a dire il vero, ma nel complesso sono molto belle.
LA FORTEZZA DI AKERSHUS
fortezza di oslo
fortezza di oslo
fortezza di oslo
fortezza di oslo
fortezza di oslo
è aperta ed è free, cosa che a noi lowcostiani piace molto. E’ la vecchia fortezza di Oslo, si possono visitare i giardini e ci sono anche dei piccoli musei all’interno, a pagamento.
GALLERIA NAZIONALE
Galleria nazionale oslo
Galleria nazionale oslo
Galleria nazionale oslo
Galleria nazionale oslo
Se volete vedere l’urlo di Munch, è qui che dovete venire, sebbene ci sia anche il museo dedicato al pittore. La sorpresa e l’ennesimo colpo di fortuna è stato scoprire che il giovedì l’ingresso è gratutito. Tutto molto bello. La Galleria vale davvero, davvero la pena di andarla a vedere, anche se non siete amanti dei musei.
CATTEDRALE
cattedrale oslo
cattedrale oslo
cattedrale oslo
cattedrale oslo
noi l’abbiamo trovata chiusa per FREDDO! (Per farvi capire a cosa mi stavo sottoponendo), ma anche solo da fuori è molto bella, ha lo stile nordico di quasi tutte le chiese che abbiamo incrociato nel nostro cammino.
BERGEN
DCIM100MEDIA
DCIM100MEDIA
DCIM100MEDIA
Siamo arrivati a Bergen con il treno panoramico da Oslo (trovate maggiori info qui ) e mi sono innamorata. E sono molto arrabbiata con la guida Lonely Planet perché davvero non rende giustizia a questo paesino. Il consiglio che vi posso dare, se avete la fortuna di passare, è di girarla a piedi il più possibile. Dietro ad ogni angolo c’era qualcosa di carino, i quartieri residenziali sembrano usciti da un quadro, il giorno che ha nevicato sembrava di stare dentro un libro di fiabe natalizie! Mentre con il sole i suoi colori brillano ed è davvero uno di quei posti che ti mette il buonumore!
BRYGGEN
Bryggen
Bryggen
Bryggen
Bryggen
E’ la zona più famosa di sicuro. La sua fila di casette affacciate sul porto sono l’immagine della città. Salire le scale o anche solo fare un giro tra le case è stato come un salto nel passato, pieno di magia. Sono un po’ pericolanti eh, non mi sembrano le strutture più solide del mondo, ma se non sono preoccupati loro che ci lavorano, non vedo perché dovrei esserlo io!
NYGÅRDSPARKEN
parco Nygardsparken
parco Nygardsparken
parco Nygardsparken
parco Nygardsparken
parco Nygardsparken
è un parco che abbiamo scoperto per caso, di quelli che vedi segnati sulle cartine e pensi “si ok, è un parco”..ed invece ci ha regalato una stupenda camminata sotto la neve, anche qua in estate deve essere una gioia per gli occhi..abbiamo girato per un’ora abbondante guardando anche le case che lo circondano, di quelle di una volta, con i finestroni enormi ed i tetti decorati. Magico.
JOHANNESKIRKE
johannes kirke
johannes kirke
johannes kirke
johannes kirke
bella fuori, ancora più bella dentro. Siamo entrati di soppiatto durante una messa (io avevo la giacca azzurro puffo, non son certa di esser passata inosservata) ed un prete con la barba bianca stava facendo il suo sermone circondata da legno e candele. Abbiamo anche scoperto che solitamente dentro le chiese hanno anche un angolino per i bambini, con tavolini su misura, colori e libri da leggere. A V A N T I
MONTE FLOYEN
monte Floyen
monte Floyen
monte Floyen
monte Floyen
monte Floyen
monte Floyen
Chiamarlo “monte” mi fa molto sorridere..la teleferica che sale fino alla cima è sicuramente da prendere almeno una volta; noi abbiamo deciso di salire a piedi, ben consci che quel giorno la vista panoramica potevamo anche sognarcela, vista la neve che fioccava. In compenso abbiamo goduto di un altro spettacolo: bambini, ragazzi e adulti che letteralmente si buttavano giù dalla strada a zig zag (MA VERAMENTE SUPER ZIGZAGOSA!) con sci e slittini,divertendosi come pazzi. Probabilmente i bambini vanno su con la teleferica e poi si buttano per il sentiero, ignari di pericoli a forma d’albero e ringhiere..già mi vedo le discussioni a casa: ”ciao mamma vado” “dove?” “ a schiantarmi nelle curve” “ok, occhio a non prender freddo!”
Altra cosa molto simpatica è che sulla strada si trovano diversi cartelli come “non disturbare la strega” o “non fotografare il cacciatore di streghe invisibile”.. non sono riuscita a trovare informazioni a riguardo, se qualcuno di voi sa di cosa si tratta, scrivetemelo che son curiosa!
In cima al monte ci sono un ristorante e un paio di ristori, un parco per i bambini e un sentiero che continua fino ad un lago che in estate offre anche la possibilità di un giro in canoa (mi sa che un salto in estate ce lo devo fare!)
CROCIERA SUI FIORDI
crociera sui fiordi
crociera sui fiordi
crociera sui fiordi
crociera sui fiordi
abbiamo deciso all’ultimo di provare questa esperienza e, nonostante il freddo INDICIBILE che si prende a star fuori, è stato magnifico e sono contenta di averla fatta nonostante il rischio di perdere le mani e le orecchie. E la punta del naso. L’incontro con il mare ghiacciato è stato quasi surreale. MA CHE FREDDO!
STAVKIRKE
stavkirke
stavkirke
stavkirke
stavkirke
a quanto pare c’è stato un periodo dove alcuni metallari si son divertiti a dar fuoco a qualche chiesa qua e la..quando si dice gioventù bruciata! La chiesa che abbiamo visto noi è raggiungibile con il tram per andare in aeroporto (ci siamo fermati prima di prendere il volo per Tromsø), e non è chiaramente la chiesa originale, ma è stata spostata e ricostruita qui, in mezzo ad un boschetto molto carino. Ce n’è più di una nei dintorni di Bergen se non ho capito male., ma sono tutte molto simili dal punto di vista estetico.
TROMSØ
Ecco. Dunque. Non so dove ho letto che è “la parigi del Nord”……………… o mi son persa qualcosa di fondamentale, o chi ha scritto sta cosa era un po’ ubriaco. La città di per se non mi ha regalato grandi emozioni, c’è qualche vecchio edificio qua e la, e la nostra casa era proprio di fronte ad una spiaggia stupenda, ma per il resto..beh diciamo che fortunatamente avevamo le nostre giornate belle piene. Nonostante non sia enorme qui abbiamo fatto il biglietto settimanale per gli autobus, in modo da raggiungere il centro più velocemente e specialmente per raggiungere un posticino consigliatoci per vedere l’aurora boreale. Ma andiamo con ordine iniziando a dire una cosa fondamentale. CE N’E’ PER TUTTI I GUSTI. Parlo di escursioni. Sul sito VISITTROMSO noi abbiamo trovato le nostre escursioni del cuore:
IL GIRO IN MOTOSLITTA
con Green gold of Norway: fortuna ha voluto che quel giorno fossimo stati solo in due, cosa che ci ha permesso di fare un giro molto più lungo e di divertirci molto molto di più. La sosta in mezzo al fiordo è stata pazzesca, e il pranzo in una splendida sala vista mare/montagna la degna chiusura di una bellissima mattinata. Nel prezzo compreso anche il trasferimento e degli abiti pesanti (meno male) da mettere sopra al proprio equipaggiamento.
LA SLITTATA CON LE RENNE E LA NOTTE IN LUVVA
con Tromsolapland Diciamolo. Era la cosa che personalmente aspettavo di più. La slittata è stata molto tranquilla, niente di avventuroso (anche se ad un certo punto la nostra slitta, non si sa come, ha preso velocità ed è andata in derapata) ma dai, è da provare, specialmente perché poi si può dare da mangiare alle rennine e coccolarle un po’. A fine giro siamo stati accolti per la cena dentro una Lavvu enorme, dove ci è stato raccontato degli usi e costumi della popolazione Sami..pazzesco quanto diversa sia la vita di questi popoli nordici e come abbiano fatto ad adattarsi e vivere in un posto così inospitale per anni. Tanto rispetto e tanto freddo per loro. A metà serata ci siamo lanciati fuori per vedere una splendida aurora boreale: un dragone enorme, verde, in continuo movimento sopra le nostre teste. Stavolta non ho nemmeno provato a fotografarla, ce la siamo goduta e basta.
La notte in tenda è stata un’esperienza che ricorderò finchè la demenza senile non si abbatterà su di me. La tenda era scaldata da una stufetta a legna, mentre in angolo ci attendevano 2 sacchi a pelo enormi e caldi. Nell’attesa che la tenda si scaldasse siamo rimasti attorno al fuoco esterno a vedere lady aurora ( che si era fatta un po’ timida) e poi siamo rientrati..un calduccio piacevolissimo..facciamo per cambiarci e….UN TOPO. Anzi DUE. Correvano sopra i sacchi a pelo, morbidosi, pelosi, sarà stata la loro somiglianza a dei cricetini a non averci schifato troppo, fatto sta che uno si è raggomitolato vicino alla stufa, tra la paglia che si trovava per terra. Che tenerezza. L’unica cosa era che a quel punto avevo un paio di pensieri per la testa:
Che la pelle di renna non andasse troppo vicino alla stufa
Che il mio sacco a pelo non andasse troppo vicino alla stufa
Non pestare il topolino.
Questo più, ovviamente, il principale pensiero: non morire di freddo.
Durante la notte la stufa si è spenta ed ho iniziato a battere le brocche: se stavo abbozzolata dentro il sacco a pelo rischiavo di morire soffocata, se mettevo il naso fuori dal sacco a pelo mi si congelava. CHEBBELLOOO
Fortunatamente il mio superman alle 4 si è alzato e stoicamente ha riacceso la stufetta: appena il calore è aumentato mi son riaddormentata come un ciocco.
Il giorno dopo ad attenderci c’era una colazione super abbondante (eravamo gli unici due anche stavolta) e un cucciolo giocherellone che ci ha intrattenuto fino al ritorno in città
SENJA ON THE ROAD
senja by car
senja by car
senja by car
senja by car
senja by car
senja by car
ci siamo concessi una giornata on the road a Senja, un’isola vicina a Tromsø che a quanto pare vuol provare a fare concorrenza alle isole Lofoten. Ci sta. Il traghetto parte dal porto di Tromsø e arriva a Finnsnes, poi un bus ci ha portato fino al noleggio auto. La costa nord che abbiamo percorso era uno spettacolo dietro l’altro. I paesini, i contorni delle montagne, il mare, sembrava tutto così surreale che ce la siamo davvero goduto, fermandoci spesso per fare foto e video, e per goderci il panorama. La strada era una lastra di ghiaccio, ma con le ruote chiodate pure io (che per ste cose ho l’ansia) mi sentivo tranquilla. Incredibile come abbiamo trovato un solo ristorante aperto (ecco, amici di Senja, magari se volete fare concorrenza alle Lofoten qualche ristorantino aperto in più eh..) dove ci hanno servito della LASAGNA. Ma pensa te. Ed era pure buona.
CATTEDRALE ARTICA: MM. Forse, ancora più dei soldi spesi in birra, questi son stati i 5 euro peggio spesi. Certo da vedere la sera, tutta illuminata, è bella, ma entrarci a mio parere non ne vale la pena. Poi “de gustibus”.
AURORA BOREALE:
Lei. Il mio sogno da anni, finalmente divenuto realtà. Per quante applicazioni scaricherete, per quante volte le consulterete, lei sarà l’unica e la sola a decidere SE, QUANDO E DOVE farsi vedere. La sua “forza” dipende dall’attività solare e più siete al riparo dall’inquinamento luminoso delle città, meglio è. Per questo le escursioni vanno sempre verso le montagne lontane da qualsiasi insediamento. Noi abbiamo deciso di tentare la fortuna andando a EIDKJOSEN dove, su una collina dietro a una chiesetta, c’è una buona possibilità di vederla. Ed infatti è stato così. La prima volta è stata un’avventura: un vento gelido che non accennava a scemare ed un bivacco sbucato dal nulla: era così freddo che manco la legna sembrava scaldare. Però poi ci siamo fatti coraggio e siamo usciti. La cosa pazzesca è che la vuoi così tanto vedere che hai quasi le allucinazioni: vedi roba verde in cielo anche quando non c’è. E si che con il senno di poi è impossibile non riconoscerla: inizia con una tonalità di bianco grigio..sembra addensarsi sempre di più finche non inizia la magia: il verde comincia a brillare, la luce a muoversi, a volte raggiunge qualche spruzzo di rosa, poi si trasforma, torna sul grigio, e poi ricomincia daccapo. E’ un regalo enorme avere l’occasione di vederla e vi consiglio, anche se non siete in escursione, di trovare qualche zona poco illuminata e di provare ad aspettare.
Bene..si può cercare di riassumere le cose fatte in qualche pagina, ma non le emozioni..anche se fossi una scrittrice ultra professional forse non ce la farei a farvi capire cosa ho provato in queste giornate. Ma sono sicura che se avrete la possibilità e la fortuna di passare da quelle parti, le proverete tutte anche voi. E ve lo auguro con tutto il cuore.
Ciao viaggiatori, alla prossima!
11 giorni in Norvegia: cosa fare, vedere, amare Bene, dopo avervi tediato (ma per una buona causa) su come prepararsi alla Norvegia, ecco le cose che mi son piaciute di più: alcune le abbiamo proprio cercate, altre sono arrivate a sorpresa, passeggiando per le strade.
#attività#aurora boreale#bergen#discover#escursioni#esplorare#freddo#motoslitta#neve#nord#norvegia#oslo#scoprire#tromso
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Come prepararsi ad un viaggio in Norvegia
Come prepararsi ad un viaggio in Norvegia
O in questo caso, come NOI ci siamo preparati e magari chi lo sa, potrebbe aiutare anche voi. Premetto e prometto che ci sarà un post molto più “divertente” riguardo il cosa vedere, ma per chi avesse già le idee chiare, ecco qua, nella speranza che vi possa essere utile.. La parte organizzativa c’ha portato via un bel po’ di tempo, ma è stato estremamente divertente, almeno per me. Ogni volta che…
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10 cose che ho imparato in Norvegia
10 cose che ho imparato in Norvegia
Il viaggio di rientro Tromsø – Milano è stato un’ottimo momento per riflettere su quest’avventura norvegese appena conclusa. Penso che questo sarà il primo di una serie di post che chiamerò “sulla strada verso casa”, un modo per raccogliere tutti i pensieri e fare un po’ di ordine nella mia testolina.. Tornando a noi.. mentre Max ascoltava musica a tutto andare, io mi son presa il mio tempo per…
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Norvegia... -5!
#Norway i'm coming!!!
Fino a qualche giorno fa le giornate erano fresche, ma soleggiate, con quella bella aria frizzantina che fa tanto “armiamoci e partiamo”, io ed il mio ragazzo ci siamo concessi lunghe passeggiate in montagna, fermandoci ogni tanto al sole per sentirlo sul viso.. E poi eccola. La mia minchiata: “che bello, SUMMER IS COMING!!” Bon. Due giorni dopo al Tg: “..Arriva freddo siberiano sul nord…
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