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Sipario! Recensione del film i “Fratelli De Filippo” di Sergio Rubini
PREMESSA
Martedì 14/12/2021, ore 19:50. Entriamo al cinema per vedere il film “I Fratelli De Filippo” di Sergio Rubini con la convinzione di trovarci in sala con una decina di persone. Mi accorgo con stupore che la sala è quasi piena! Questa scoperta mi appaga ancor prima di aver constatato il valore della pellicola. A distanza di quasi 40 anni dalla sua morte Eduardo è ancora tra gli autori del 900′ più ricordati, conosciuti ed amati. Mi accorgo presto di non essere l’unico fanatico all’interno della sala, poichè ogni personaggio che entra in scena viene immediatamente identificato, come parte dell’universo Eduardo. “Ecco Luisa De Filippo!” sento vociferare. “Stanno per rappresentare Sik, Sik, l’artefice magico! Venche ie!” . Ed ancora “Quella è Dorothy Pennigton, la prima moglie di Eduardo!”.
LA STORIA: La storia dei fratelli De Filippo (Eduardo, Peppino e Titina) non riserva grandi sorprese poichè ampiamente nota. Probabilmente la maggioranza delle persone che hanno visto il film in sala conoscevano già la storia di Scarpetta, della sua famiglia “allargata”, della arrampicata verso il successo dei tre figli non riconosciuti e della nascita del “Teatro umoristico dei De Filippo”. Inoltre ad eccezione della parte iniziale, le vicende del film si innestano cronologicamente alla fine del film “Qui rido io” di Mario Martone, uscito in sala pochi mesi prima, di cui “I fratelli De Filippo” è la naturale prosecuzione. Alla vicenda dei fratelli De Filippo si intreccia quella di Vincenzo Scarpetta, figlio secondogenito di Eduardo Scarpetta e Angela Rosa De Filippo, interpretato nel film da Biagio Izzo. Nonostante il film ruotasse a buon ragione intorno alla vicenda dei fratelli De Filippo, interessante è il contrasto tra Vincenzo con il fratellastro Eduardo, che dimostra presto di avere ereditato un talento che Vincenzo non riesce ad eguagliare. L’emblema di questo scontro è lo starnuto con il quale Vincenzo ripetutamente schernisce il giovane Eduardo, costretto a recitare alle sue dipendenze. In alcune scene del film sembra trasparire il conflitto familiare, in altre invece il conflitto è prevalentemente artistico. Vincenzo Scarpetta decide di seguire le orme del padre, perseguendo il filone del teatro comico e della rivista. Nonostante elogi la vena autoriale di Eduardo, non riesce ad elevarsi e sposare la rivoluzione adoperata da quest’ultimo che trasforma il teatro “comico” in teatro “umoristico”, sul filone di Pirandello. Per Vincenzo la risata del pubblico, non può essere una risata amara, come la definisce Eduardo, ma è una risata beffarda, cattiva e urlante. Una delle prime considerazioni che il piccolo Eduardo farà osservando il padre Scarpetta e il fratellastro recitare sarà: “Quandò farò teatro non urlerò come fanno loro” . Fino all’ultima scena Vincenzo cercherà di accaparrarsi la benevolenza di Peppino, che ha una naturale propensione per il teatro comico. Nonostante la grande titubanza di Peppino a lasciare la direzione artistica del trio al fratello Eduardo, deciderà di non cedere alle avance di Vincenzo, sia per l’orgoglio legato ai conflitti familiari, sia perchè rappresentazione di una tradizione ormai superata. Avrei apprezzato che l’analisi e la crescita del personaggio di Vincenzo venisse maggiormente approfondita, in quanto si tratta di un filone che ha avuto un suo sviluppo indipendente, portato avanti dal nipote Mario Scarpetta che reciterà con Eduardo De Filippo ed il figlio Luca, nella compagnia “La scarpettiana” , attiva tra il 1954 ed il 1960, che riproporrà i capolavori della tradizione napoletana al Teatro San Ferdinando.
IL MESSAGGIO: LA TRADIZIONE CHE SI RINNOVA
Oltre ad essere un omaggio alla vita e alle commedie dei fratelli De Filippo, il film trasmette un messaggio fondamentale: La tradizione artistica che si rinnova. Nella parte iniziale del film vengono mostrate alcune messe in scena di Scarpetta e della sua compagnia, che vengono percepite come arte ormai superata, che ha già sperimentato le sue potenzialità ed è in fase crepuscolare. Lo stesso Scarpetta, interpretato da un bravissimo Giancarlo Giannini, seppur molto potente, è spietato verso chi tenta di inserire qualsiasi elemento di novità all’interno delle sue commedie. Molto significativa è la scena in cui Titina invece di stonare insieme agli altri bambini del coro decide di cantare soavemente. Quest’azione le costa uno schiaffo di Scarpetta, che non può accettare che si modifichi in alcun modo la sua opera. Lo stesso Scarpetta aveva rivoluzionato il teatro di Antonio Petito, assottigliando la netta distinzione sociale tra popolo e nobilità della commedia dell’arte, sostituendo alla maschera di Pulcinella quella di Felice Sciosciammocca. In concomitanza della scomparsa di Scarpetta, vediamo le origini del neorealismo di cui Eduardo è il fondatore. Eduardo sperimenta la tradizione e comprende l’importanza di partire dal teatro classico, che non è soltanto quello di Scarpetta, ma anche quello di grandi autori come Shakespeare e Molierè. Eduardo si separa dai fratelli per fare una breve esperienza a Milano, che non si rivela del tutto fallimentare, in quanto viene apprezzato come interprete, ma termina molto presto a causa dell’insofferenza di Eduardo nei confronti dell’ambiente classista e conservatore. L’esperienza gli insegna che il processo creativo non consiste nell’emulazione della tradizione, nell’identificazione dell’artista con le altre culture. Il processo creativo deve necessariamente seguire la direzione contraria, in quanto espressione delle nostre peculiarità culturali, dialettali e psicologiche da mostrare al mondo. Il processo creativo così strutturato, non si arresterà con la fine di una carriera o con la morte di un autore ma si aprirà ad un ciclo sempre nuovo. Eduardo in una intervista affermava: “Si dice che nella vita dell'uomo c'è un punto di partenza ed un punto di arrivo, di solito riferiti all'inizio e alla fine di una carriera. Io, invece, sono convinto del contrario: il punto di arrivo dell'uomo è il suo arrivo nel mondo, la sua nascita, mentre il punto di partenza è la morte che, oltre a rappresentare la sua partenza dal mondo, va a costituire un punto di partenza per i giovani .I cicli, sempre uguali e sempre diversi, si susseguono, accogliendoci tutti nella loro inarrestabile evoluzione. Una immortalità umana, quindi limitata, ma all'uomo è stato concesso il dono di sognare, che non è poi piccola cosa...Dunque, questi miliardi di punti di partenza, che miliardi di esseri umani, morendo, lasciano sulla terra, sono la vita che continua. La vita che continua è la tradizione. Se un giovane sa adoperare la tradizione nel modo giusto, essa può dargli le ali. [...] Naturalmente, se si resta ancorati al passato, la vita che continua diventa vita che si ferma - e cioè morte - ma, se ci serviamo della tradizione come d'un trampolino, è ovvio che salteremo assai più in alto che se partissimo da terra!
IL NEOREALISMO DI EDUARDO: “IL BUCO DELLA SERRATURA”
Eduardo in seguito alla breve esperienza a Milano torna a Napoli da autore, dove riunisce la compagnia con i fratelli Peppino e Titina, convincendoli a liberarsi da ogni schema tradizionale precostituito ed a mostrarsi davanti al pubblico senza fronzoli, nelle loro vesti quotidiane, con l’intento di rappresentare la vita. Non a caso, in seguito ad uno spettacolo in Sicilia finito male, Eduardo riprende Titina rimproverandola per la sua ostinazione a recitare come soubrette, nonostante il suo aspetto poco attraente. Titina si offende alle parole di Eduardo, ma presto comprende che il fratello stava cercando di spiegarle che per emozionare il pubblico ha bisogno solo di essere sè stessa. Eduardo nelle sue opere ha spesso sottolineato il concetto di palcoscenico inteso come “Buco della serratura “ attraverso il quale si possono capire le miserie e le sofferenze umane. Tuttò ciò che Eduardo riporta all’interno delle sue commedie scaturisce dall’osservazione della realtà, dai comportamenti umani, dalle espressioni linguistiche, dalle stravaganze della gente. Su questo tema Eduardo durante una lezione all’università della Sapienza di Roma diceva ai suoi studenti: “La vita nostra di tutti giorni, le nostre speranze, i nostri dubbi, le nostre previsioni, chi ce le racconta? Nessuno. Non dovete imitarmi! Dovete essere voi stessi, i vostri vicini di casa, gli incontri casuali per la strada. Osservate i volti, osservate la gente! Ascoltate le battute, segnatevele!” Tralasciando le prime due commedie, ovvero “Sik Sik, l’artefice magico” e “Natale in casa Cupiello” Il film non cita in maniera esplicita le altre commedie di Eduardo ma introduce alcuni elementi che ne rappresentano la genesi. Nè è un esempio la scena in cui Eduardo sbadatamente sporca la tasca della giacca, allargando la macchia nel tentativo di pulirla via, palese riferimento alla commedia “Uomo e Galantuomo” in cui il protagonista-attore rovina irrimediabilmente l’unico vestito di scena portando in tasca un pezzo di sugna di ritorno dal mercato. Altrettanto significativa è l’esclamazione di Luisa De Filippo “Accussì..accussì..accussì!” inserita in un dialogo con Titina in cui Luisa manifesta la sua insofferenza verso la condizione “miserevole” in cui si costringono a vivere Eduardo e Peppino per fondare la loro compagnia piuttosto che sottostare alla dipendenze del fratellastro Vincenzo Scarpetta. Questa esclamazione la ritroveremo nella commedia “Filumena Marturano” durante il racconto dell’episodio della sua infanzia che l’ha condotta a seguire la strada della prostituzione. Inoltre sarà il fratello Peppino De Filippo ad essere il protagonista nel film, di alcune azioni che ruotano intorno alla costruzione del presepe, che insieme ad altre circostanze di vita familiare hanno portato alla stesura di “Natale in Casa Cupiello”. Sarà lo stesso Peppino a distanza di anni dalla separazione dal fratello, che in un’intervista sul suo libro “una famiglia difficile” affermerà che le battute di Natale in Casa Cupiello sono nate dalla collaborazione dei due fratelli e dall’improvvisazione, provando e riprovando in palcoscenico, per poi essere inserite all’interno della commedia.
CONCLUSIONI: La vicenda in sè, la rappresentazione degli scontri familiari, delle incomprensioni e del desiderio di sopravvento che Eduardo e Peppino covavano tra di loro fin da giovani è soltanto un pretesto. Eh si, perchè non sembra che lo scopo di Rubini fosse quello di far emergere una morale, nè quello di empatizzare con degli eroi positivi che al termine del loro percorso riescono ad ottenere il meritato premio delle luci della ribalta. Il film è un tributo alla vena creativa dei De Filippo, un ringraziamento per gli insegnamenti di Eduardo, anzi una vera e propria dichiarazione d’amore da parte del regista, che tende le braccia a chi considera Eduardo un maestro che ha aperto la strada a importanti riflessioni artistiche personali.
Voto: 4/5
Recensione di Alessandro Casaburi
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23 aprile 1969 ci lasciava il regista Camillo Mastrocinque
In 🇮🇹 & 🇬🇧
Died 23 April 1969 Camillo Mastrocinque (11 May 1901 – 23 April 1969) was an Italian film director and screenwriter.
He directed 63 films between 1937 and 1968. He is known to horror film fans for directing Terror in the Crypt (1964) starring Christopher Lee, and An Angel for Satan (1966) starring Barbara Steele.
🇮🇹 Muore a Roma (dove nacque nel 1901) Camillo Mastrocinque, regista, sceneggiatore, attore, montatore, scenografo e art director.
Attratto dal cinema sin da giovane, visse alcuni anni in Francia, dove lavorò come scenografo, per poi tornare in Italia come aiuto regista. Il suo esordio dietro la macchina da presa avvenne nel 1937 con Regina della Scala e da quel momento in poi diresse 68 pellicole, privilegiando il genere comico.
Nella sua carriera diresse molti dei numerosi attori brillanti italiani quali Renato Rascel (Attanasio cavallo vanesio del 1952 e Alvaro piuttosto corsaro del 1953); Totò (Siamo uomini o caporali? del 1955, Totò all'inferno dello stesso anno, Totò, Peppino e la... malafemmina e Totò, Peppino e i fuorilegge del 1956, Totò lascia o raddoppia? del 1958 e Totòtruffa 62 del 1961); Vittorio De Sica (Totò, Vittorio e la dottoressa del 1957) e (Vacanze d'inverno del 1959 interpretato anche da Alberto Sordi); Nino Manfredi e Ugo Tognazzi (I motorizzati del 1962) e infine Walter Chiari (Quel fantasma di mio marito del 1950 e La più bella coppia del mondo del 1968).
Nella sua Filmografia non mancano 2 Grandi CulT Horror Amatissimi in tutto il mondo come La cripta e l'incubo (1964)
Un angelo per Satana (1966)
Curiosamente, nei titoli di testa di alcuni film che ha diretto appariva scherzosamente come Camillo Mastro5.
Operò anche in televisione realizzando i telefilm Stasera Fernandel del 1964 e Le avventure di Laura Storm dell'anno seguente. In quattro occasioni fu anche attore, una con lo pseudonimo di Thomas Miller. È sepolto nel cimitero del Verano
. #camillomastrocinque #totò #peppinodefilippo #registaitaliano #granderegista #italiandirector #camillomastro5
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Anna Magnani; 7 March 1908 – 26 September 1973) was an #Italian stage and #film actress. She won the Academy Award for Best #actress, along with four other international #awards, for her portrayal of a #sicilian widow in #therosetattoo. Born in #rome, she worked her way through Rome's Academy of Dramatic Art by #singing at night clubs. During her career, her only child was stricken by polio when he was 18 months old and remained crippled. She was referred to as "#lalupa," the "perennial toast of Rome" and a "living she-wolf symbol" of the #cinema. Time magazine described her personality as "fiery", and #drama critic #haroldclurman said her acting was "volcanic". In the realm of Italian cinema she was "passionate, fearless, and exciting," an actress that film #historian #barrymonush calls "the volcanic earth mother of all Italian cinema." Director #robertorossellini called her "the greatest acting genius since #eleonoraduse". Playwright Tennessee Williams became an admirer of her acting and wrote The Rose Tattoo specifically for her to star in, a role for which she received an Oscar in 1955. After meeting director #goffredoalessandrini she received her first screen role in #laciecadisorrento (#theblindwomanofsorrento) (1934) and later achieved international fame in Rossellini's #romacittaaperta #romeopencity (1945), considered the first significant movie to launch the Italian #neorealism movement in cinema. As an actress she became recognized for her dynamic and forceful portrayals of "earthy lower-class women" in such films as L'Amore (1948), Bellissima (1951), The Rose Tattoo (1955),#thefugitivekind (1960) and #mammaroma (1962). As early as 1950 Life magazine had already stated that #annamagnani was "one of the most impressive actresses since #gretagarbo". #aldofabrizi #toto #burtlancaster #peppinodefilippo #blackandwhitephoto #colorized by @mydigitalartwork #mydigitalartwork #colorizedphoto #colorizedphotos #colorizedpicture #colorizedpictures https://www.instagram.com/p/BsjThpzHU-X/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=5qn2mon9jhky
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Un #capolavoro del #cinema al giorno presentato da me 😃🎥 #12gennaio 2021: https://www.ematube.it/video.asp?id=14352 A che servono questi quattrini, 1942, di Esodo Pratelli con #Eduardo, #Peppino #DeFilippo e #PaoloStoppa https://www.youtube.com/watch?v=zL2UK_UwTYI #EsodoPratelli #EduardoDeFilippo #PeppinoDeFilippo #EmanueleCarioti @EmanueleCarioti
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Peppino De Filippo «Fare piangere è meno difficile che far ridere. Per questo, teatralmente parlando, preferisco il genere farsesco. Io sono sicuro che il dramma della nostra vita di solito si nasconde nel convulso di una risata provocata da un'azione qualsiasi, che a noi è sembrata comica.» Peppino De Filippo, all'anagrafe Giuseppe De Filippo (Napoli, 24 agosto 1903 – Roma, 27 gennaio 1980), #marcofiorenzaart #caricature #blackandwhite #dailyart #workingartist #filmitaliani #marcofiorenzacaricaturistamatrimoni #digitalart #digitalcomics #disegnatore #digitalartworks #wacomtablet #cintiq #photoshop #photoshop_art #peppinodefilippo #defilippo #teatro #fiorenzaemaipiusenza #arte #illustration #illustrart #schizzi #fiorenza2019 #cinema #cineitaliano #tuttialcinema #cinefiorenza #comicità #comico https://www.instagram.com/p/B2SDbQOCea9/?igshid=vk3a4owbgwkx
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#Toto' - I Tartassati " Il #maresciallo Topponi"’ Usa il #RETWEEET, #seguimi su #twitter facciamo conoscere a tutti il genio di #Napoli #attore #genio #italia #cinema #teatro #roma #annamagnani #arte #desica #eduardodefilippo #poesia #peppinodefilippo #arte #film #cinema https://t.co/wnukYEvBr8
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Toto'(15 February 1898 – 15 April 1967), or simply as #AntonioDeCurtis, and nicknamed il #Principedellarisata ("the Prince of laughter"), is commonly referred to as the most popular #Italian #comedian of all time. He was a #film and stage #actor as well as a #writer, #singer and #songwriter. He is best known for his funny and sometimes cynical character as a comedian in theatre and then in many successful films shot from the #1940s to the #1960s, all regularly still on TV, but he also worked with many iconic Italian film directors in dramatic/poetic roles. While he first gained his popularity as a comic actor, his dramatic roles, #poetry, and songs are all deemed to be outstanding; his style and a number of his recurring jokes and gestures have become universally known memes in #Italy. #Totò was born #AntonioClemente on 15 February 1898 in the #RioneSanità, a poor district of #Naples, the illegitimate son of Anna Clemente (1881-1947), a #Sicilian woman, and the Neapolitan marquis Giuseppe De Curtis (1873-1944). His father did not legally recognize him until 1937. He so regretted growing up without a father that, at age 35, he managed to have the marquis Francesco Maria Gagliardi Focas adopt him in exchange for a life annuity. As a consequence, when Marquis de Curtis recognized him, Totò had become an heir of two #noble families, hence claiming an impressive slew of titles.In 1946, when the #ConsultaAraldica — the body that advised the Kingdom of Italy on matters of nobility—ceased operations, the Tribunal of Naples recognized his numerous titles, so his complete name was changed from Antonio Clemente to Antonio Griffo Focas Flavio Ducas Komnenos Gagliardi de Curtis of Byzantium, His Imperial Highness, Palatine Count, Knight of the Holy Roman Empire, Exarch of Ravenna, Duke of Macedonia and Illyria, Prince of Constantinople, Cilicia, Thessaly, Pontus, Moldavia, Dardania, Peloponnesus, Count of Cyprus and Epirus, Count and Duke of Drivasto and Durazzo. #aldofabrizi #peppinodefilippo #NinoTaranto #titinadefilippo #olimpiacavalli #vittoriodesica #silvanapampanini #blackandwhitephoto #colorized by @mydigitalartwork #mydigitalartwork https://www.instagram.com/p/BrQ2e5xnBH4/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=lcjya7s32d36
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#Acheservonoquestiquattrini di #EsodoPratelli con #EduardoDeFilippo e #PeppinoDeFilippo presentato da Emanuele Carioti http://www.ematube.it/video.asp?id=14352 ❤ #emanuelecarioti #youtuber #ematube #lanotizianondormemai #Cortonotte #Distampa @EmanueleCarioti ❤️ https://www.youtube.com/watch?v=zL2UK_UwTYI
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La metafora del caffè - http://bit.ly/1CYTknn
Anno: 1956
Posizione: Piazza della Suburra
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