#pensa se non ci avessi provato
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When I stopped at the side of the track, and got off my Yamaha, sitting next to it on the grass, wrapping my arms around my legs and keeping my head down, I wasn’t crying. Behind the dark visor, I was laughing. Yes, because when I’m happy, I laugh. At that moment, crouched on the grass, leaning against the tires, next to my Yamaha, I was laughing because I felt proud, relieved, happy. “So I was right!” I thought to myself. “I can’t believe it, I tricked them all, what a show!” I kept repeating.
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"Hate is a feeling I could feel for something much worse, like for example for the betrayal of a friend"
- from "Pensa se non ci avessi provato"
#Like. Okay.#Perceived betrayal etc etc sepang 2015 etc etc the thing w gibernau etc etc#valentino rossi
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Promisi a me stessa che non sarei mai diventata una compagna infelice.
O meglio, non lo sarei più stata.
Non avrei mai più fatto coppia con una persona che chiunque, a guardarci, si sarebbe chiesto per quale strana ragione non ci fossimo ancora lasciati.
Promisi a me stessa che non sarei mai più stata con una persona di cui mi sarei lamentata in mensa con le colleghe, che mi facesse saltare i nervi molto più spesso di quanto me li distendesse.
Decisi che non avrei mai più sottovalutato l’intesa e il desiderio fisico e non avrei mai più ignorato l’affievolirsi di esso.
Che non avrei mai più provato a costruire nulla con chi mi facesse sentire sola nonostante dormisse a 50 centimetri da me.
Che non avrei mai più giustificato nessuno che provasse a sminuirmi.
Promisi a me stessa che non mi sarei mai più accontentata, non in amore.
Che se mai avessi scelto un compagno l’avrei “preteso” perfetto per me.
E per “perfetto��� non intendo privo di difetti, nessuno lo è, bensì qualcuno i cui difetti non mi arrecassero fastidio, non li leggessi come una continua mancanza di rispetto, non intaccassero la mia morale e i miei principi.
Qualcuno di cui riuscissi a sopportare i difetti con tutta la pacatezza e la leggerezza del caso.
Decisi che se avessi avuto un compagno accanto sarebbe dovuta essere una persona con cui poter essere schifosamente me stessa.
Qualcuno con cui potermi sentire stanca, sfinita, qualcuno a cui poter dire che non ce la faccio più e scoppiare in lacrime, a cui poter dire tutte le mie verità nascoste che non avevo mai avuto il coraggio di dire a nessun altro.
Qualcuno a cui non fosse necessario chiedere un abbraccio perché lo avrebbe capito da sola e avrebbe anticipato la mia richiesta stringendomi forte.
Qualcuno che non mi facesse venire l'ansia "da depilazione" perché mi sarebbe saltato addosso in qualunque condizione, incapace di resistere all'odore della mia pelle.
Qualcuno che avrebbe ascoltato tutte le mie polemiche sterili, i miei lamenti, i miei sfoghi. Qualcuno capace di prendersi in giro e capace di prendere in giro me facendomi ridere.
Qualcuno a cui poter confidare i pensieri peggiori, i più cattivi, tutti quei "so che non é bello quello che sto per dire", così come anche i desideri più perversi e le voglie più illogiche.
Qualcuno che avrei avuto voglia di guardare e ascoltare continuamente, di cui avrei sentito la mancanza viscerale dopo qualche tempo senza vederlo.
Qualcuno di cui avrei avuto sete.
Qualcuno capace di incuriosirmi e di farmi entrare nel suo mondo.
Presi consapevolezza del fatto che la possibilità di rimanere per sempre sola era concretamente tangibile ma decisi che questo non era importante. Che se fossero state rose, sarebbero fiorite. Perché capii che sono la prima alleata di me stessa e che per avere il meglio devo pretendere il meglio.
Promisi a me stessa che avrei affrontato le relazioni in maniera estremamente semplice, che non mi sarei mai più accontentata di un amore mediocre.
Perché a costringerci a situazioni mediocri ci pensa già troppo spesso la vita.
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Mi sono chiesta: che cos è l'amore per me?.
Per me l'amore sono i gesti, le piccole cose, le cose più innocue che ti fanno capire che sei importante.
L'amore per me è mia madre che nasconde l'ultimo pezzo di lasagna perché mio padre non l'ha mangiata, l'amore per me è mara che mi chiama appena capisce che mi è successo qualcosa perché non sono più la persona di prima, l'amore è marco che mi capisce in ogni situazione e anche scherzando mi risolleva il morale l'amore è gigi che vede il mio sguardo un po giù e cerca di farmi sorridere per non farmici pensare , l'amore sono io che a tutti i costi ho amato lui incondizionatamente senza aspettarmi e senza ricevere nulla in cambio, l'amore è lauraa che si preoccupa per me quando faccio qualche respiro più prolungato, l'amore è claudio che porta il secondo telefono al fratello per aiutarlo a fare il compito, l'amore è clarissa che vede che ho il telefono in mano e si mette davanti per non farmi sgamare dai professori, l'amore per me è questo, ci sono molti aspetti dell amore oltre a questo ci sono aspetti buoni e aspetti negativi ma io penso che per capire se sei amato dei guardare i piccoli gesti che pur se minuscoli ti fanno stare bene.
Lui non mi ha fatto stare bene , non ha fatto nessun tipo di gesto nei miei confronti, ma l'amore sapete è anche questo, dare senza pretendere di ricevere qualcosa in cambio, è anche comprendere una persona che ti ha fatto del male, specificando, comprendere non vuol dire perdonare perché perdonare il male che mi ha fatto sarebbe troppi insostenibile e sarebbe una mossa da stupida per ritornare a starci male, l'amore per me era lui che nonostante gli piacessi mi chiedeva di lollo e di come andassero le cose, mi è stato vicino quando mi tagliai per colpa sua, mi è stato vicino in molti momenti fondamentali della mia vita ma ciò non toglie che quello che mi ha fatto mi ha distrutto sotto molti punti di vista, il suo ritorno nella mia vita aveva creato una stabilità emotiva e sociale che non avevo mai avuti prima di lui, e quando se n'è andato la mia stabilità se ne andata con lui e li sono cominciate le ansie i dolori, il petto in fiamme, il non riuscire a respirare perché il mio corpo non me ne dava canso e non dico che é tutto per colpa sua però per la maggior parte si.
Per me l'amore ero io che chiesi a lui di mettersi vicino a me nell ora di informatica solo per stare un po da soli
L'amore ero io che pur essendo arrabbiata gli mandavo gli appunti che gli servivano senza esitare.
L'amore ero io che dopo il nostro primo bacio sono stata una giornata senza riuscire a capire cosa stesse attraversando il mio cuore.
L'amore vero, sincero, o anche un amore di passaggio non l'ho trovato, lui è stata la cosa più vicina all amore che io avessi avuto fino ad allora e senza di lui un po mi sento vuota, sento che una parte di me vorrebbe correre ad abbracciarlo a dirgli che va tutto bene, ad addossarsi i suoi problemi per non farglieli pesare, vorrebbe correre a dargli consigli su come comportarsi e su come si chiede scusa e vorrebbe anche ricevere il contrario, ma la parte più ragionevole di me frena questa cosa perché il dolore provato è stato molto più forte di tutto il bene che mi ha fatto.
Gli auguro una vita fantastica, gli auguro di trovare la propria persona e la propria strada, gli auguro di smettere di fumare e di togliersi da torno persone che non gli vogliono bene gli auguro di essere felice e di trovare stabilità nel rapporto con i suoi genitori, gli auguro tutto il bene del mondo che se magari lui non vuole lo stesso per me e pensa che io non me lo meriti, vabene, io conosco il mio valore e conosco me stessa e so che de dio vorrà tutto sarà possibile.
Io penso di non riuscire a trovare l'amore perché sono l'impersonificazione di esso e nessun essere umano riuscirebbe a comprendere quanto cuore ci metto nelle decisioni che prendo.
Questo è quello che io penso sia l'amore.
Buona vita a tutti.
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Eccomi qui,
forse con qualche ferita che ancora ha bisogno di rimarginarsi,
ma sono ancora in piedi,
anche se, ammetto, che a volte è difficile camminare con il cuore pesante, con la mente che viaggia verso i ricordi passati, che, alla notte gli occhi sembrano macigni che non vogliono chiudersi.
Sto cercando di far in modo di lasciare il passato alle spalle e vivermi il presente e quello che spero possa essere più sereno possibile, il mio futuro.
Pensavo che all’amore ci fosse sempre un lieto fine, ma con le esperienze capisci che purtroppo non sempre è così.
Ci sono mille domande che mi frullano in testa a cui non riesco a dare alcuna risposta… Vorrei tanto riuscire a spegnere l’interruttore del cervello, soprattutto, quando arriva la notte e resto sola, con la schiena appoggiata sul letto e tanti pensieri non mi fanno prendere sonno.
In particolare, però, solo una domanda mi interessa più di tutte le altre, anche se sono certa che infondo sapere la risposta di questa, non cambierebbe molto ciò che è successo, anche se, riuscirebbe ad allegerire il peso che porto tutti i giorni, nel cuore.
La verità è solo una ed è inutile cercare di nasconderla perché è evidente che dopo la nostra rottura, non riesco più a fidarmi di nessuno.
Vivo con la costante paura di essere abbandonata… Di tornare a quell’estate in cui non mi reggevo neanche in piedi e nonostante tutto il dolore che provavo, fingevo che andasse tutto bene.
Infondo, ho sempre pensato e sperato fossi tu, la persona che mi accompagnasse e amasse per tutta la vita.
Ho dato così tanto amore, che adesso, non ho più nient’altro da offrire.
Mi sento come una bottiglia d’acqua piena che, una volta bevuta, si svuota e si butta via.
Ho dato tutta me stessa e alla fine sono stata, comunque, buttata via.
In ogni caso, ormai, non importa più perché il futuro che avevo nella testa con te, non esiste più e cerco di farmi forza per poter andare avanti.
Ho spento le emozioni per evitare altra sofferenza al mio cuore.
Sarebbe stato meglio se avessi potuto cancellare tutto il dolore che ho provato, quando te ne sei andato via, con una gomma, come quando si scrive su un foglio bianco a matita, ma purtroppo non è stato così.
E io, da quella volta che mi hai detto “siamo troppo diversi, non possiamo più stare insieme” non faccio altro che ripetermi sempre la stessa frase per trovare un modo di mettere fine a noi.
Invece, è da un anno e mezzo a questa parte, che non sono riuscita a pensare che la diversità fosse un ostacolo al nostro amore, perché la verità è che se l’amore c’è, ed è forte, si può superare tutto, perché si combatte in due e non da soli.
Inoltre, penso che proprio la diversità , ci avrebbe potuto aprire la mente, in modo, da non farci vedere tutto bianco o tutto nero, ma vedere sempre più sfumata la vita, che invece, l’essere simili, non ci avrebbe permesso mai, anzi, sarebbe pure stato troppo facile e troppo monotono vedere la vita sempre allo stesso modo.
Ho sempre visto l’amore come un filo che ci stringeva a tal punto di tenerci uniti, senza mai dividerci e che se davvero si volessero funzionare le cose, bastava metterci un po’ di volontà per riuscire a sistemare tutto.
In effetti, l’amore è così, ma purtroppo lo è sempre stato per me, perché poi qualcosa da parte tua si è rotto e il filo che ci univa anziché legarci, ci ha divisi, finché te ne sei andato e mi hai detto di non amarmi più.
Non c’è dolore più grande sentir dire dalla persona che hai amato con tutta te stessa e che pensavi non ti abbandonasse mai, “non ti amo più”.
E io, a quel “non ti amo più “ non sono riuscita a dirti nient’altro che “capito”, perché mi ha ferita così tanto da non riuscire a trovare neanche la forza di dire altro.
Oggi, le domande di cui ti parlavo, sono:
“mi pensa ancora?”,
“pensa a tutto ciò che abbiamo vissuto insieme?”,
“si preoccupa di come sto passando questi giorni?”
Infondo, però, cosa cambierebbe sapere le risposte?
Sì, sicuramente se la risposta fosse positiva, infondo, mi allegerirei un po’ il cuore, ma quel filo che si è spezzato, per quanto io volessi che non fosse mai sanata così, non tornerà più ad unirci.
Cerco di dirmi “doveva andare così”, perché ho provato tante volte a darmi la colpa, quando, infondo, colpa non ho.
Forse l’amore che ti ho dato era troppo grande e magari ti sei sentito soffocare.
Non lo so, quello di cui sono certa, è che ti porterò sempre con me, a prescindere da come siano andate le cose e da come andranno.
Spero un giorno, di poter superare tutto, di poter dire “è un ricordo e basta”, anche se so che infondo, tu un ricordo, non lo sarai mai.
Ti chiederai perché non mi sono fatta sentire tutto questo tempo o forse no, in ogni caso, la risposta è che sapevo che la tua felicità e la tua libertà valesse più di ciò che provassi io. Non ho mai voluto ferirti, e soprattutto, non ho mai voluto che tu provassi lo stesso, che ho provato io e che infondo provo ancora.
-Fede Ardita.🌹
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Cos hai?
-niente
Perché sei triste\nervosa?
-Perché pensano tutti che io stia bene, non è così, perché? Perché quando ho i miei crolli mentali dove vorrei solo che la mia fine fosse vicina, chi c’è?! Nessuno ovviamente, è vero allontano io tutti con i miei modi di fare, ma non voglio nessuno, perché l’unica persona che era capace di calmarmi non c’è e come non c’è quella persona non ci deve essere nessuno.
Perché non vai avanti? È il passato quello
-Perché no, io non ho mai chiuso con il mio passato, sono un’anima dannata che cammina per le strade che ha percorso con quella persona in cerca di lui, non lo trovo e sto male, sto male perché avrei tante cose da dirgli, tantissime perché nonostante tutto nonostante tutte le cose che sono successe lui mi capiva, ho cercato di farlo anch’io ho cercato di abbattere le barriere che mi ha alzato, ma erano più forti di me
Perché pensi ancora a lui? È passato tanto tempo ormai è quasi un anno
-Potranno passare anni, io ho fatto una promessa, se non è lui non aprirò più il mio cuore a nessuno, porca puttana io una volta mi sono veramente innamorata di una persona e non capiterà mai più non voglio, non voglio, non andrò avanti, ho provato a farlo, ma chiunque avessi avanti non era lui, ho provato pensa tutti avevano il suo nome, mi sono avvicinata a persona con il suo stesso nome, ma non essendo lui non mi hanno vista più.
Dai sei arrivata a cercare persona che avessero il suo nome? Ma stai fuori
-No a parte che la vita mi sta mandando davanti tutte persone che davvero hanno il suo stesso nome, ma anche se non hanno il suo stesso nome li chiamo comunque così
E loro?
-Loro dicono guarda che non è il mio nome e io ovviamente penso (hai ragione ma è più forte di me), pensa andrò a tatuarmi un ORSO che abbraccia una bambina con la coda dell’orso che forma la sua iniziale…
No ma tu stai fuori e perché l’orso?
- Perché lui per me era un orso, tanto sprucido alle volte ma quando si scioglieva era tenero, bimba perché mi chiamava così quando io fondamentalmente facevo le mie solite scenate di gelosia.. Voglio che mi resta sulla pelle, e poi se mai dovessi andare avanti nella mia vita cosa che non credo che avverrà, chiamerò mio figlio con il suo nome e così do doppio senso al mio tatuaggio.
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/cosa-pensa-di-te-una-intelligenza-artificiale/?feed_id=1029&_unique_id=65267e6f6c608 %TITLE% Ho parlato in più di un articolo del rischio che una Intelligenza Artificiale non ben alimentata possa avere dei forti bias e dei pregiudizi, sia in Le sfide tecniche e sociali dell’intelligenza artificiale (https://short.staipa.it/emfjl) che in maniera più specifica in L’intelligenza artificiale può essere razzista? (https://short.staipa.it/0m16a), ma non è facile darne una prova esplicita e chiara, soprattutto senza offendere qualcuno nello specifico. Sarebbe stato facile scegliere uno qualsiasi dei numerosi stereotipi che noi stessi italiani diamo ad alcuni abitati dell'una o dell'altra regione o città, o utilizzare gli stereotipi di etnie con minor frequenza ma bene o male il rischio di offendere (anche giustamente) qualcuno sarebbe stato comunque eccessivo, e la resa piuttosto bassa. Alla fine in ogni stereotipo tende ad esserci una certa percentuale di verità, alta o bassa a seconda del caso e se avessi scelto uno stereotipo razziale ci sarebbe stato comunque il razzista di turno che avrebbe detto "non è uno stereotipo, quelli lì sono così davvero". Ho scelto così di puntare genericamente sugli Italiani. Lo sono io e lo è sicuramente la gran parte del mio pubblico, probabilmente anche tutto perché immagino che chi raggiunge il mio sito da altre nazioni sia comunque più o meno indirettamente Italiano. Ho scelto di puntare sugli italiani anche perché così ognuno di noi può sentire su di sé, più o meno ironicamente il pregiudizio dell'Intelligenza Artificiale. Le immagini che seguono le ho fatte generare ad una IA basata su DALL·E 3 (https://openai.com/dall-e-3) sempre dei produttori di Chat Gpt. Ho fatto diversi tentativi, sempre più generici possibili: Disegnami una rappresentazione artistica di vita di italiani, nello stile più adatto a degli italiani Ok, secondo DALL·E lo stile più adatto per rappresentare gli italiani è quello della pittura rinascimentale (non sono un critico d'arte, la definizione è probabilmente MOLTO approssimativa), di fatto le rappresentazioni forse ci stanno, pur non capendo il perché di quel piatto che naviga sul fiume, ma guardando bene spunta quell'aria di mafia stereotipata da Padrino tutti che mangiano e festeggiano e quell'aria di mandolino, anche se siu tratta di una chitarra Ma non è questo che volevo, io volevo una rappresentazione contemporanea, per capire come l'intelligenza Artificiale immagina gli italiani Disegnami una rappresentazione artistica di vita di italiani contemporanei nello stile più adatto a degli italiani L'italiano contemporaneo continua a mangiare, bere e avere l'aria da Paadrino ma gira con il suo scooter sotto la Tour Eiffel... mangiando prevalentemente per terra in un guazzabuglio di confusione e automobili d'epoca, immancabili caffè e sigaretta da seduti, cosa che un italiano ben sa a quali conseguenze porti. Ho provato anche in inglese Paint a representation of common life of Italian people. Gli italiani tipici hanno il Big Ben vicino, mangiano e bevono, suonano la chitarra, sono piuttosto disordinati e se la giacca e la pettinatura fa un po' meno padrino per terra ci sono un mucchio di soldi. Il risultato di quello che ho fatto è di certo goliardico ed evidenzia qualcosa che può sembrare poco grave, ma ci vuole poco a immaginare cosa potrebbe accadere se gli stessi pregiudizi venissero applicati in altri ambiti, un italiano verrebbe scelto per un viaggio su Marte dove il cibo è risicato? Un italiano verrebbe scelto come persona fidata in un pool antimafia internazionale? Non da una Intelligenza Artificiale alimentata come questa, che è attualmente considerata una delle più importanti, fa solo disegni, sì, ma anche questi disegni evidenziano un possibile problema. Per chi volesse, i commenti sono aperti a caccia di altri piccoli e grandi pregiudizi.
#InformEtica#Poleminformatica#BiasAlgoritmico#BiasCognitivi#IA#IntelligenzaArtificiale#Razzismo#Usoconsapevoledellatecnologia
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In questo momento ti sto odiando tantissimo. Perché? Perché mi rendo conto che probabilmente mi fai ancora un grosso effetto e da quanta ansia ho mi si chiude lo stomaco o mi vengono i conati di vomito. Perché quel giorno sei entrato nella mia vita, quel giorno di 5 anni fa. Perché mi hai fatto soffrire in una maniera incredibile, che per di più non augurerei nemmeno al mio peggior nemico. Come hai detto tu tanto tempo fa, mi hai portata altissimo, a toccare il cielo, le stelle e l’universo intero, per poi mollarmi all’inferno appena ne hai avuto l’occasione. Mi hai distrutta e te ne sei andato via, senza dire nulla, senza dare spiegazioni. Facendomi credere che sia io il problema, che sia io a pretendere troppo. Senza pensare che magari sarebbe stato un problema da affrontare insieme perché si, io pretendevo troppo ma tu non mi davi nulla, e non mi davi nemmeno certezze e sicurezze. Perché io ti amavo proprio perché mi facevi sentire al sicuro rispetto a tutto il resto del mondo perché con te sapevo di poter essere me stessa al 100%, sapevo che non mi sarei mai dovuta nascondere in nessun modo e che mai e poi mai mi avresti trattata male, presa in giro, giudicata, esclusa, abbandonata… e invece. Siamo arrivati alla fine della nostra relazione con cosa? Con te che… Mi hai abbandonata… E io che se per caso ripenso a te, se ricordo quello che eravamo, non riesco a ricordare perché fossi cattivo con me e nemmeno come lo fossi… Sai, è strano, riesco a ricordare praticamente tutte le cose belle ma quelle brutte no. Io vorrei ricordare soprattutto quelle perché sono quelle che mi hanno fatto più male e quelle che teoricamente mi aiuterebbero a superarti con più “facilità”. Pensa te, quanto sono malata, a volte mi passano nella testa delle immagini di noi, insieme, che passeggiamo, in treno, a Praglia, in quartiere, a casa, ai campi… Se ripenso ai litigi, ai momenti brutti, l’unica cosa che mi viene in mente è il giorno di quel giugno 2020 in cui ti ho parlato al telefono dopo averti tartassato per avere concessa solo una telefonata dopo un’intera giornata in cui il massimo che sei riuscito a dire è stato “non ho niente da dire e non ho voglia di dire nulla” eri così pieno ed esausto di me che nemmeno mi volevi parlare. Come è possibile che avessi provato Amore per me, io non lo so . Almeno non in quel momento. E dopo averti detto che io così non potevo andare avanti, averti strappato altre due parole che hanno fatto più male di qualsiasi altra cosa, e averti sentito dire che “questa volta è diverso, tranquilla che non torno più” abbiamo riattaccato e io sono crollata a terra, in lacrime, per la disperazione e il dolore che stavo provando. Di nuovo. Ci ho messo tantissimo a “riprendermi” e a tirarmi su… E continuo a chiedermi e a non capire perché hai voluto farmi tutto questo. Tu hai voluto avvicinarti a me nel 2016, tu mi hai continuato a scrivere per un anno facendo sì che mi affezionassi a te, tu nel 2017 sei diventato la cosa più bella che avessi e sempre tu, nel 2019 hai mandato tutto a puttane, senza nemmeno provare a parlarmi… Le relazioni si fanno in due, io ci ho messo il mio cuore, fino alla fine. Ti ho amato come credo non amerò molte persone nella mia vita. Eri il mio migliore amico, il mio amante, il mio confidente, la mia roccia, il mio sostegno, il mio tutto. Ma da un momento all’altro hai deciso che no, non andava più bene, che non mi amavi più, che non avevamo caratteri compatibili… Senza pensare che, magari, se ci avessimo tenuto davvero, con calma un modo lo avremmo trovato. Perché se si vuole un modo lo si trova sempre.
22 ottobre 2022, 10:26
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At Mugello that year, I was racing in 250 and Marcellino Lucchi won the race. I had decided that I would go to the podium undressed, that is, in beachwear: swimsuit, sunglasses, towel around my neck. And I made the mistake of doing it even though I hadn’t won. At the time, I didn’t think much of it because I was very happy with the outcome of that race: Lucchi had won at 43 years old, so the event was special, while I had beaten Capirossi and Harada, my real rivals. So I thought there was something to celebrate anyway, and in the end I did my little scene. And I went to the podium in “beach” mode. The next day in the newspapers, I read total disapproval. They wrote that I had behaved in an egocentric and selfish way because I wanted to take visibility away from Lucchi; I had prevented him from enjoying that beautiful moment, because I wanted to be the center of attention anyway. Naively, I just wanted to have a bit of fun.
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Reading pensa se non ci avessi provato and I'm having so much fun baby vale you were a terror I'm discovering so much about that evil lesbian
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Promisi a me stessa che non sarei mai diventata una compagna infelice. O meglio, non lo sarei più stata. Non avrei mai più fatto coppia con una persona che chiunque, a guardarci, si sarebbe chiesto per quale strana ragione non ci fossimo ancora lasciati. Promisi a me stessa che non sarei mai più stata con una persona di cui mi sarei lamentata in mensa con le colleghe, che mi facesse saltare i nervi molto più spesso di quanto me li distendesse. Decisi che non avrei mai più sottovalutato l’intesa e il desiderio fisico e non avrei mai più ignorato l’affievolirsi di esso. Che non avrei mai più provato a costruire nulla con chi mi facesse sentire sola nonostante dormisse a 50 centimetri da me. Che non avrei mai più giustificato nessuno che provasse a sminuirmi.
Promisi a me stessa che non mi sarei mai più accontentata, non in amore.
Che se mai avessi scelto un compagno l’avrei “preteso” perfetto per me. E per “perfetto” non intendo privo di difetti, nessuno lo è, bensì qualcuno i cui difetti non mi arrecassero fastidio, non li leggessi come una continua mancanza di rispetto, non intaccassero la mia morale e i miei principi. Qualcuno di cui riuscissi a sopportare i difetti con tutta la pacatezza e la leggerezza del caso.
Decisi che se avessi avuto un compagno accanto sarebbe dovuta essere una persona con cui poter essere schifosamente me stessa.
Qualcuno con cui potermi sentire stanca, sfinita, qualcuno a cui poter dire che non ce la faccio più e scoppiare in lacrime, a cui poter dire tutte le mie verità nascoste che non avevo mai avuto il coraggio di dire a nessun altro. Qualcuno a cui non fosse necessario chiedere un abbraccio perché lo avrebbe capito da sola e avrebbe anticipato la mia richiesta stringendomi forte. Qualcuno che non mi facesse venire l'ansia "da depilazione" perché mi sarebbe saltato addosso in qualunque condizione, incapace di resistere all'odore della mia pelle. Qualcuno che avrebbe ascoltato tutte le mie polemiche sterili, i miei lamenti, i miei sfoghi. Qualcuno capace di prendersi in giro e capace di prendere in giro me facendomi ridere. Qualcuno a cui poter confidare i pensieri peggiori, i più cattivi, tutti quei "so che non é bello quello che sto per dire", così come anche i desideri più perversi e le voglie più illogiche. Qualcuno che avrei avuto voglia di guardare e ascoltare continuamente, di cui avrei sentito la mancanza viscerale dopo qualche tempo senza vederlo. Qualcuno di cui avrei avuto sete. Qualcuno capace di incuriosirmi e di farmi entrare nel suo mondo.
Presi consapevolezza del fatto che la possibilità di rimanere per sempre sola era concretamente tangibile ma decisi che questo non era importante. Che se fossero state rose, sarebbero fiorite. Perché capii che sono la prima alleata di me stessa e che per avere il meglio devo pretendere il meglio.
Promisi a me stessa che avrei affrontato le relazioni in maniera estremamente semplice, che non mi sarei mai più accontentata di un amore mediocre.
Perché a costringerci a situazioni mediocri ci pensa già troppo spesso la vita.
Daniela Castaldi.🌻
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Soffri di DCA?
Non voglio fare delle autodiagnosi ma nell'ultimo anno il mio rapporto col cibo è cambiato drasticamente. Ho iniziato a contare tutte le calorie, di ogni singolo alimento, ho iniziato a fare attività fisica in modo eccessivo, ho iniziato a saltare pasti, per interi giorni per poi cadere nel vortice del binge eating. Ho provato molte volte a vomitare tutto ciò che avevo ingerito ma a volte con scarsi risultati e questo mi faceva stare male, ancora adesso. Ogni volta che non ne sono capace sono delusa, arrabbiata con me stessa. La cosa più triste è che perdo peso molto lentamente e da fuori non sembro ''problematica'', il che è buono per non dare nell'occhio ma cattivo perchè vorrei essere magra. Non c'è giorno che io non passi a piangere davanti allo specchio, controllando il mio fisico in modo millimetrico, vedendomi enorme. Se non rispetto il numero massimo di calorie che mi autoimpongo sto male, non esco di casa. Tutto questo mi ha fatta cadere in uno stato depressivo importante, mesi chiusa in casa, lontana da tutti, con nessuno che si preoccupasse minimamente di come stessi, di che fine avessi fatto. Ci sono molti altri comportamenti che mi hanno fatta accorgere che qualcosa non va ma non sto qui a descrivere tutti i dettagli. Tutto è cambiato da un giorno all'altro, senza alcun preavviso, tutto è diverso. La Giulia del passato non esiste più e non penso ritornerà mai. Sogno di svegliarmi un giorno e di non avere più pensieri intrusivi ma non so se ciò potrà mai accadere senza l'aiuto di qualcuno. Mia madre pensa che i miei siano capricci, ogni lacrima davanti allo specchio, ogni ''non ho fame'', seguito da un suo ''non ti lamentare se ingrassi'' nel momento in cui mi ''sgama'' ad abbuffarmi. Non capisco se stia evitando il problema o se non se ne sia accorta. So soltanto che vorrei davvero qualcuno che mi aiutasse ad uscirne ma non penso nemmeno di potermelo permettere economicamente. L'unica cosa che tristemente mi consola è sapere che non sono sola, molte altre persone sono nella mia stessa situazione o in situazioni anche peggiori. Spero in qualcosa di positivo, in una rinascita per tutti noi.
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Ti ricordi dopo il concerto di Beethoven? Che ti avevo cercato per ridarti i badge dell’orchestra e tu mi avevi detto di raccoglierli io e darteli quando li avrei avuti tutti...
Poi ci siamo messi a parlare e ti ho detto che rispetto al concerto con la Serenata di Tchaikovsky ti avevo trovato profondamente migliorato, abbiamo parlato tanto, ho mandato a fanculo il tempo, avrei dovuto dire a un mio amico che avrei tardato e poi che non sarei tornata indietro con lui al ritorno ma non l'avevo fatto per la paura di non trovarti più lì e perdere quindi la mia occasione. Ricordo che non mi ero nemmeno cambiata il vestito, ero sui quei fottutissimi maledetti tacchi da ore e i piedi mi facevano malissimo ma non mi importava. Tu invece eri seduto su quello sgabello alto, quello che usano i contrabbassisti e io ero in piedi, pensa che così eravamo quasi alti uguali. Ricordo che abbiamo parlato di un sacco di cose, onestamente non saprei dirti di cosa tanto ero presa da te e dall'osservare quelle tue meravigliose labbra che si muovevano seguendo il suono delle parole, parole che sentivo per inerzia e percepivo dal labiale senza distogliere mai, neanche per un attimo, lo sguardo da te. Non eri contento per il concerto ma io volevo tirarti su il morale, avrei voluto che tu lo fossi quanto lo ero io (nonostante avessi molti motivi, anche legati all'orchestra e al concerto per non esserlo), semplicemente perché eri lì davanti a me. Semplicemente perché io ero li davanti a te... Sapevo che le mie speranze sarebbero state vane ma ogni tanto fa bene sperare che un qualcosa possa accadere. Ricordo di quel giorno una profonda, immensa, indecifrabile, inquantificabile, infinita voglia di abbracciarti. Se ricordi bene l'ho fatto. Per un attimo ti ho abbracciato e se ci ripenso tremo, sento i brividi e due caldi rivoli salati fuoriescono dai lati dei miei occhi. "Ei Matteo, sei stato bravissimo. Vieni qua e fatti abbracciare!", "Sono sudato, ti avverto", figurati quanto potesse fregarmene... mi bastavi tu. Un abbraccio frettoloso, sia da parte tua che da parte mia e ti assicuro che tutt'ora non so con quale coraggio sono riuscita a staccarmi da te e con quale coraggio io sia riuscita a sfiorarti appena senza approfondire, e sprofondare in quelle braccia nelle quali desidererei da mesi rifugiarmi ed essere cullata. Apparentemente era un abbraccio normale, una via di mezzo tra una pacca sulla spalla e una cosa più "femminile", ricordo però che le tue braccia erano state fin troppo delicate mentre avvolgevano il mio collo e la mia schiena. Non mi hai stretta a te e questo un po' ha forse spezzato il mio cuore... chissà che immaginavo. Forse è questo che in fin dei conti mi ha dato la forza di staccarmi da te prima che lo facessi tu. Avrebbe fatto troppo male sentire il tuo corpo abbandonare il mio. Il secondo abbraccio invece... prima di salutarti, quel dannato secondo abbraccio; come il primo, ma già sapevo a cosa andavo incontro, conoscevo il sapore della tua stretta, delle tue mani e lì, cazzo lì dio solo sa cosa ho provato. Non ce l'ho fatta a staccarmi, perdonami. Perdonami per sentirti costretto a sopportare le mie paranoie, i miei pensieri, i miei sentimenti. Magari ti ho rivestito di un ruolo che non volevi, che non desideravi. Magari ti sto dando fastidio o ti faccio sentire in imbarazzo. Perdonami per tutte queste cose, per le parole dette, per i sentimenti espressi e per quelli taciuti... Dio specialmente per questi ultimi, perché qua se apro il mio cuore ho seriamente paura di cosa potrei trovare
Mentre ti scrivo sto sentendo il secondo tempo della "Jupiter";
un giorno io spalla dell'orchestra, tu ovviamente direttore, voglio guardare solo te, conoscere così bene la parte affinché tu mi colga non avere occhi che per te ogni qualvolta ti girerai a guardare la sezione dei primi e affinché Mozart da lassù ci guardi realizzando di aver centrato il suo obiettivo di far innamorare con la sua musica.
È una promessa.
Tua,
*****
L’immagine l’ho fatta io e ci ho messo pure due ore... dovremmo essere io e lui (non sarà mai così) quindi se la prendete mettete il cuoricino o il reblog 🥺
#violinist#conductor#frasi#frasi belle#amore#quotes#love#ti amo#frasi vere#citazioni#frasi sull'amore#cit#pensieri#pensieri amore#mi manchi#musica#classical music#musica classica#Beethoven#Tchaikovsky
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boh sinceramente non so perché lo sto facendo ma è come se fosse una valvola di sfogo. Ho sempre pensato di mandarti un messaggio, di chiederti come stai, di come va in famiglia, di come stanno i tuoi, di come va con la tua nuova ragazza ma sinceramente non ho mai trovato il coraggio. Mi reputo una ragazza con carattere, che non si fa manipolare e che non ha paura di dire la sua, una ragazza forte che non si fa abbattere da nessuno, o meglio, che agli occhi degli altri non fa notare che sta male, e io queste cose le ho sempre prese come punto di forza perché anche se da un lato mi hanno fatto stare davvero tanto male, dall’altra mi hanno ritirato su, da sola. Avrei mille cose da dirti, mille cose da raccontarti come ai vecchi tempi, quando si passava le nostre giornate sul letto a guardare i film oppure quando partivamo con la moto e s’andava in posti che ormai ogni volta che ci ripasso mi fanno pensare a te, e non ti puoi immaginare quanto dolore mi crei questa cosa. Vederti con lei non saprei descrivere cosa mi crea dentro, è tutto un insieme di emozioni, gelosia invidia odio, veramente tante. Sono contenta per te perché mi fa piacere che tu non ci sia rimasto sotto a questa relazione come ci sono rimasta io, mi fa piacere che tu abbia trovato una persona che ami mille volte di più di quanto hai amato me e mi fa piacere vederti sorridere. L’altro giorno quando ci siamo incontrati speravo di non vederti, speravo di non incontrarti perché non so come avrei potuto reagire, e sarebbe stato meglio, ma dall’altra parte speravo di vederti anche solo da lontano. Me ne sono subito andata perché dopo quello che ho fatto a te, dopo tutti gli errori uno dopo l altro che mi hanno fatto allontanare sempre più da te non riesco più a guardarti negli occhi, non riesco più avere una conversazione con te perché sinceramente mi faccio schifo ma ormai mi sono rassegnata per quel che sono. Questo periodo per me è uno dei più tosti, ma non starò a dirti le cause perché non voglio appesantirti, però sono certa che con te al mio fianco sarebbe stato tutto più semplice, mi avresti aiutato, saresti rimasto con me in qualsiasi momento e mi avresti fatto ragionare. Ho bisogno di qualcuno nella mia vita che controlli il mio carattere al posto mio perché io non ce la faccio, non sono capace e spesse volte o meglio tutte le volte mi ha portato fuori strada, mi ha fatto prendere decisioni che poi non erano quelle che volevo davvero, per poi arrivare a pentirmene come sempre. Sono una scema che non apprezza le cose, un’egoista che pensa solo a se stessa, ma fidati che quando stavo con te ero completamente un’altra persona, sorridevo alla vita e lei mi sorrideva, perchè accanto a me avevo tutto ciò che desideravo, adesso che non c’è più sono solo capace a chiudere le porte. Ho provato ad andare avanti come hai fatto te ma ho fallito miseramente, ho provato a frequentarmi con un’altra persona, ma ogni volta la paragono subito alla nostra relazione e non riesco ad averci un dialogo. Con questo messaggio non voglio farti pena e non so nemmeno se te lo manderò perchè non ho coraggio, tanto so già quale sarà la tua reazione ma è da 30 minuti che mi rigiro nel letto sperando di addormentarmi ma nella testa mi frullano in mente 1000 ricordi ma anche mille cose che avremmo potute fare se io quel giorno invece di fare di testa mia avessi ascoltato la tu sorella
#amore folle#frasi sulla vita#amore perduto#amore non corrisposto#mi manchi#ti amo ancora#ritorna#ho sbagliato
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Promisi a me stessa che non sarei mai diventata una compagna infelice. O meglio, non lo sarei più stata. Non avrei mai più fatto coppia con una persona che chiunque, a guardarci, si sarebbe chiesto per quale strana ragione non ci fossimo ancora lasciati. Promisi a me stessa che non sarei mai più stata con una persona di cui mi sarei lamentata in mensa con le colleghe, che mi facesse saltare i nervi molto più spesso di quanto me li distendesse. Decisi che non avrei mai più sottovalutato l’intesa e il desiderio fisico e non avrei mai più ignorato l’affievolirsi di esso. Che non avrei mai più provato a costruire nulla con chi mi facesse sentire sola nonostante dormisse a 50 centimetri da me. Che non avrei mai più giustificato nessuno che provasse a sminuirmi.
Promisi a me stessa che non mi sarei mai più accontentata, non in amore.
Che se mai avessi scelto un compagno l’avrei “preteso” perfetto per me. E per “perfetto” non intendo privo di difetti, nessuno lo è, bensì qualcuno i cui difetti non mi arrecassero fastidio, non li leggessi come una continua mancanza di rispetto, non intaccassero la mia morale e i miei principi. Qualcuno di cui riuscissi a sopportare i difetti con tutta la pacatezza e la leggerezza del caso.
Decisi che se avessi avuto un compagno accanto sarebbe dovuta essere una persona con cui poter essere schifosamente me stessa.
Qualcuno con cui potermi sentire stanca, sfinita, qualcuno a cui poter dire che non ce la faccio più e scoppiare in lacrime, a cui poter dire tutte le mie verità nascoste che non avevo mai avuto il coraggio di dire a nessun altro. Qualcuno a cui non fosse necessario chiedere un abbraccio perché lo avrebbe capito da sola e avrebbe anticipato la mia richiesta stringendomi forte. Qualcuno che non mi facesse venire l'ansia "da depilazione" perché mi sarebbe saltato addosso in qualunque condizione, incapace di resistere all'odore della mia pelle. Qualcuno che avrebbe ascoltato tutte le mie polemiche sterili, i miei lamenti, i miei sfoghi. Qualcuno capace di prendersi in giro e capace di prendere in giro me facendomi ridere. Qualcuno a cui poter confidare i pensieri peggiori, i più cattivi, tutti quei "so che non é bello quello che sto per dire", così come anche i desideri più perversi e le voglie più illogiche. Qualcuno che avrei avuto voglia di guardare e ascoltare continuamente, di cui avrei sentito la mancanza viscerale dopo qualche tempo senza vederlo. Qualcuno di cui avrei avuto sete. Qualcuno capace di incuriosirmi e di farmi entrare nel suo mondo.
Presi consapevolezza del fatto che la possibilità di rimanere per sempre sola era concretamente tangibile ma decisi che questo non era importante. Che se fossero state rose, sarebbero fiorite. Perché capii che sono la prima alleata di me stessa e che per avere il meglio devo pretendere il meglio.
Promisi a me stessa che avrei affrontato le relazioni in maniera estremamente semplice, che non mi sarei mai più accontentata di un amore mediocre.
Perché a costringerci a situazioni mediocri ci pensa già troppo spesso la vita.
Isabella,
L'Incazzata Sociale
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L’attacco dei giganti - Ep 65 - Il gigante martello
IN ITALIA L’ANIME E’ GRATUITAMENTE DISPONIBILE SULLA PIATTAFORMA VVVVID! SUPPORTIAMOLA! -----------> https://www.vvvvid.it/show/1414/l-attacco-dei-giganti-la-stagione-finale/1538/693846/il-gigante-martello
Ricordate che il povero Tybur si era trovato un gigante d'assalto abbastanza arrabbiatello alle proprie spalle mentre dichiarava guerra a Eren Yaeger e ai demoni di Paradis? Ecco, l'attacco dei giganti è bello perchè niente è quello che sembra, infatti la premessa di ben 5 minuti di questo episodio ci spiega che Tybur sapeva benissimo che quella mattina stava salutando la sua numerosissima famiglia per l'ultima volta, e lo sapeva perchè così il piano, elaborato segretamente insieme a Magath, doveva filare. Insieme hanno collaborato per riunire i rappresentanti più illustri, attirati dalla fiducia in Tybur, insieme a tutti i funzionari dell'esercito nessuno escluso, in un unico punto, perchè sapevano che sarebbe stata un'occasione troppo ghiotta per i nemici per rinunciare all'offensiva. Hanno usato il trucco più vecchio del mondo, la fava, e di piccioni ha abboccato una guarnigione intera, quella di ricerca. Bello il discorso tra Tybur e Magath, bello che, quando Magath abbia provato a dire che uccidere così tutti questi civili eldiani non gli sembrava giusto, Tybur gli abbia risposto che non erano nulla in confronto a tutti quelli che lui aveva mandato a morire sui campi di battaglia con un'uniforme addosso. Stacce. E bella anche la reazione di Magath, che abbassa gli occhi e dice che gli eldiani saranno anche demoni, ma anche loro marleyani non scherzano mica. Magath è uno di quei personaggi che all'inizio non sopporti, ti sembra il solito capo dell'esercito che guarda i suoi sottoposti come lordume, ma che in realtà si sa fare autocoscienza, e questo è quello che salva, nella finzione e nella realtà.
Dunque siete pronti? Si parte! Riprendiamo da Eren che spunta da dietro il palco in tutto il suo nudo splendore. E si butta a stella marina sulla platea, dove c'erano tutti gli ufficiali dell'esercito. Salutiamo Zofia senza neanche un'ultima parola, ed Udo che era andato a dissotterrarla ma è stato travolto dalla folla in preda al panico. Gabi viene salvata da Colt che non capisce che diavolo stia succedendo. Nei pressi del palco però una donna è rimasta viva, ed è quella che era sembrata una serva, in realtà la sorella di Willy Tybur, nessuno aveva fatto caso a lei in mezzo a tutta quella famiglia eh? Ebbene si, è lei la detentrice del gigante martello, e non perde un attimo a trasformarsi, ma Eren è studiato e non le fa completare la trasformazione che la tempesta di pugni. Eren si dimostra come al solito una cocuzza e come tale prima picchia poi pensa, Bud Spencer ti guarda con orgoglio da lassù.
Nel palazzo di fronte Magath e i suoi sottoposti assistono alla scena, e alle domande frenetiche dei sott'ufficiali Magath risponde con un proiettilino sparato contro Eren dalla parte opposta della piazza e si vanta che il primo colpo contro il nemico l'ha sparato lui. Ma serio? E pensare che ti avevo anche messo in buona luce nella premessa, non ci posso credere. Comunque spiega agli altri che si trovano davanti il famigerato Eren Yaeger, nel caso i sott'ufficiali fossero stupidi e non ci fossero arrivati da soli.
Colt intanto corre verso l'ospedale più vicino col cadavere di Udo in braccio e quella stupida di Gabi che gli chiede come stia il ragazzo. No fai un pò tu Gabi, una folla impanicata l'ha usato come scendiletto, non deve stare molto bene. In tutto questo Falco e Reiner non si trovano, e, come dire, Colt è abbastanza nel panico per il suo fratellino, come dargli torto. Intanto Pieck e Porko, che imbucati in quel fosso stavano pensando di farsi una briscola, vengono tirati fuori dall'unità panzer allertata lo scorso episodio da Pieck, lei sì che sa il fatto suo, dovrebbero darli tutti a lei i giganti. Mentre cerca di stabilire il da farsi però, Pieck vede qualcuno volare sopra le loro teste lasciandosi dietro scie di gas, e rimane ammutolita per il terrore. ECCOLI. Torniamo in piazza, il gigante martello non ne poteva più del massaggio facciale di Eren e l'ha infilzato alla Vlad III di Valacchia detto l'impalatore, ed ora si è fatto spuntare un bel martello batticarne modello gigante, pronto per spazzare via Eren che nel frattempo è spuntato fuori dal proprio gigante. Ma non appena chiede ad Eren quali siano le sue ultime parole ecco che lui ci manda in visibilio con due parole, 6 sillabe, 12 lettere. "Adesso, Mikasa". A parte che l’ha pronunciato sottovoce, ditemi che razza di udito ha questa per sentirlo a chilometri di distanza ma vabbeeeeeeeeee dall'angolo della piazza arriva una forma a tutta velocità che lancia mine anti gigante contro la nuca del gigante martello e lo fa cadere a terra, ed è arrivata miei cari, Mikasaaaaaaaaaa, tutta in tiro con la tutina nuova, i capelli tagliati, le armi scintillanti ed il suo immancabile "Eren".
Le mie urla in questo momento hanno raggiunto gli ultrasuoni, sappiate che se avessi avuto cani gli avrei trapassato i timpani. Arrivano altri della squadra dell'armata di ricognizione a fare manbassa di Magath e dei suoi, mentre Mikasa atterra accanto ad Eren e gli chiede di tornare a casa. Mmh, si chiederà chi non ha letto il manga, ma non era un piano elaborato a puntino da tutti? perchè gli sta chiedendo di tornare a casa come se avesse fatto di testa sua e tutti fossero venuti a riprenderlo? Eh beh, vedrete. Magath è riuscito intanto a nascondersi insieme ai soldati, e pensa che gli eldiani hanno abboccato e fatto esattamente quello che Tybur aveva previsto, cioè attaccare tutte le nazioni e dimostrarsi demoni per davvero. Se mai ci fosse stata una mezza occasione di usare la diplomazia, il dialogo e la tolleranza, Eren l'ha frantumata coi suoi pungi circa 5 minuti fa. Intanto sul tetto di qualche casa rivediamo un personaggio degno di essere odiato anche più di Gabi, ed è tutto dire, Floch, che siccome DoBiAmO VeNdIcArE i NoStRi FrAtElLi DiVoRaTi sta mettendo sotto assedio tutto quanto Liberio, uccidendo anche i civili, massì chi se ne frega di qualche migliaia di civili e di Jean che è appena atterrato a a cercare di farlo ragionare. Anche Mikasa è angosciata per i civili rimasti coinvolti nello scontro iniziato da Eren. Che colpa avevano loro? Tutte quelle persone innocenti, quei bambini, quelle famiglie, che avevano fatto di male ad Eren, a Floch o a chissà chi altro? Eren manco le risponde e le fa notare che il gigante martello si sta rialzando ed è pronto per il secondo round.
Insieme volano via dalla traiettoria della nuova balestra creata dal gigante ed Eren dice a Mikasa di distrarlo mentre lui cerca di capire come sconfiggerlo. Gabi e Colt hanno finalmente posato a terra Udo, e Gabi scappa via per combattere contro questi nemici che le hanno ammazzato due compagni nel giro di pochi secondi, come darle torto. Si ritrova a seguire dei camion pieni di soldati, ma vengono tutti uccisi dall'armata di ricognizione che sta dando fondo ai loro esplosivi, e Gabi alzando la testa vede Sasha, certo non la conosce ma noi si, ciao Sashaaaaaa ci sei mancataaaaaa. Arriva anche Connie ed insieme mettono i fari sulla punta degli edifici più alti, a che serviranno questi fari rivolti verso l'alto? Poi raggiungono Jean e gli altri, e restano in attesa mentre Mikasa ed Eren se la vedono col gigante martello, anzi Mikasa fa tutto il lavoro mentre Eren guarda, che scansafatiche. Ma riesce comunque a capire la particolarità del martello, e cioè quel cordone bianco distinguibilissimo fra le macerie scure, collegato a Lara Tybur, che le permette di mettere al sicuro il suo vero corpo mentre il resto del corpo combatte. Certo, Eren, seriamente non avevi visto quel filo bianco che collegava il gigante al terreno? Ti servono degli occhiali giganti allora, altrochè. Comunque, riesce a trovare Lara avvolta in un involucro simile a quello di Annie, ma mentre sta per mangiarla dietro di lui appare il mandibola che si apparecchia il suo collo, pronto a divorarlo.
Proprio adesso appare il nostro Ackermann preferito, il migliore in assoluto, colui che affascina grandi e piccini, uomini e donne, tutti dal primo all'ultimo!!! LEVI. Entra in grandissimo stile tagliando letteralmente la mandibola al povero Porko e volteggiando come se su quel dispositivo di manovra tridimensionale ci fosse nato. Il gigante mandibola si trova a questo punto circondato da piccole forme volanti che lanciano fili e sparano proiettili, e si domanda terrorizzato e sbigottito come può essere possibile che degli umani puntino ad uccidere un gigante con così tanta sicurezza. Eh Porko, non hai ancora visto niente.
AAAAAAAAAAAAA Ragazzi questa è dura, questa è difficile da descrivere a parole che non siano urli da fujoshi aggravata. L'episodio va visto e rivisto e rivisto finchè non sai le battute a memoria in giapponese, io sono ancora così elettrizzata che se mi collegassero ad un elettrodomestico lo accenderei. Chi critica questa serie è davvero l'emblema della tristezza e della vergogna, il lavoro è eccezionale e ogni puntata supera quella precedente e stabilisce un nuovo record ogni volta più alto dell'epicità e della potenza raggiungibile da una storia raccontata. Ed il ritorno della nostra amata squadra di ricognizione, Jean, Sasha, Connie, Mikasa, LEVI, tutto spettacolare e che supera le aspettative, per quanto mi riguarda il MAPPA si stabilisce senza problemi allo stesso livello del Wit studio, non ci sono pecche e l'aver fatto questo capolavoro in così poco tempo li fa salire anche di più nella mia stima. La scelta della cgi è stata fantastica, perchè sono riusciti a migliorarla e a renderla quasi come se fosse disegnata a mano, devo ricordarvi il gigante colossale delle scorse stagioni? Eddai su, quel coso sembrava fatto di gomma, abbiate la decenza di essere onesti. Insomma, un hype alto più del K2 per la prossima puntata, che non si preannuncia da meno di questa appena passata, in cui vedremo sicuramente due grandi assenti, Armin ed Hange. Alla prossima! -sand-
PS forse per allora mi calmerò, ma non prometto nulla.
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