#peggio tutta
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#e come mi fanno ridere quelli che non lo hanno mai guardato in vita loro#e improvvisamente sono i dondoni d'italia😂😂😂#o peggio ancora quelli che fino a 3 anni fa quando fare meme non esisteva#si vantavano di non averlo mai visto#come direbbe la augustina A TRABAJAR#questa wave é tutta nostra gente💐💐💐💐💐#DUE ORE E CI SIAMO
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recuperavo la conferenza stampa per vedere Ama e Mengoni che cantano Bella Ciao, ma delusa che nessun* mi avesse avvisato che erano pungolati da tizio di Striscia La Notizia >___> Marco palesemente a disagio
Ma apprezzo che si siano definiti antifascisti senza nemmeno doverci pensare ❤
E perplessa che nessun* mi abbia avvisato che subito dopo a Ama chiedono se cambia le mutande e Mengoni dice "controllo io" (Marco che ti prende???)
#bho XD#Amadeus era pronto a cantarla tutta tbh#Marco era palese che apprezza ma non voleva#striscia la notizia perchè devi sempre fare il peggio?#bho#moss text#cmq Fiorello che tormenta Amadeus sull'essere comunista è <3#anche se tbh Amadeus non c'ha tanto l'aria XD#se lo è lo tiene ben nascosto#che fair essendo che siamo in Italia e lui deve lavorare >____> ugh
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Giorno 2 di 5: è uscito il Don Giovanni di Molière
#appena arrivata a casa ho dormito per un’ora e mezza#poi in tutta la scuola ci hanno messo nella classe più calda#non so cosa era peggio: il caldo o l’ansia che cresceva mentre vedevi i secondi scorrere via sulla lim#consiglio: non andate a fare scenografia#misc
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ok ho appena finito il primo episodio (domani c'è il resto) e mo considerazioni; piccolo spoiler warning anche se la trama è letteralmente la vita di Leopardi
La serie è didascalica da far schifo. Deve spiegare ogni aspetto della filosofia di Giacomo come se avessero davanti una classe di studenti del liceo. Dopo un po' ti cascano i maroni zio pover ogni frase è seguita a ruota da una definizione da manuale istg a sto punto mi leggevo i miei appunti del liceo e stavo apposto.
Mi piace il fatto che lo spunto per far iniziare la trama è Antonio in una chiesa di Napoli che cerca di convincere il parroco a far seppellire la salma di Leopardi lì (e non farlo finire in una fossa comune), raccontandogli chi era e "che cosa ha dovuto passare". L'ho trovata un'idea molto carina (sviluppata comunque Rai style eh, ma almeno è carina)
Le poesie sono messe abbastanza ad cazzum e a un certo punto fanno un miscuglio di Ricordanza, Sabato del villaggio, A Silvia e boh dopo un po' ho rinunciato a provare a capire cosa stessero recitando. Le lettere praticamente mai citate e in generale la cronologia delle opere è confusa.
A Giacomo hanno dato tutte le sue centomila malattie, ma la gobba non andava bene ig...Me lo mostrano e dicono "ma non vedete quanto è malato?", però è letteralmente the most avarage kinda good looking man boh a sto punto cagatevi addosso che vi devo dire (che poi va beh i suoi problemi agli occhi durano due secondi e poi boom basta fine; tossisce 3 volte, vomita una volta e ha un attacco d'asma...MA LA GOBBA NO "PERCHÈ LUI È DI PIÙ DEL SUO ASPETTO" DEAR GOD)
Hanno inserito alcune chicche che non mi aspettavo (tipo la storia del Primo Amore o lui che dà ripetizioni a Bologna) e che ho sinceramente apprezzato. Avevo l'asticella terribilmente in basso e queste l'hanno fatta un po' salire (non di tanto eh, però dai almeno due cose le hanno lette). Solo che, tipo la storia del Primo Amore, le rovinano cinque secondi dopo allungandole in maniera priva di senso e che ti lascia lì tipo🤨🤨🤨
Monaldo è l'avarage toxic and emotionally incestous dad eccessivo a culo quando non era PER NULLA così. Like non era il best padre ever, ma era più un helicopter parent se vogliamo usare dei termini moderni. Nella serie lo dipingono come Satana e fanno abbastanza intendere che Giacomo lo odi a morte quando dalle lettere si evince l'opposto???
Adelaide invece è fin troppo passiva. A livello caratteriale ci siamo: è stronza come era e tossica come era, ma avrà detto boh due battute quando in realtà era ESTREMAMENTE influente nella famiglia.
Paolina e Carlo (gli altri fratelli dimenticati as usual ma non ci stupiamo più di sta cosa) sono fatti abbastanza bene ma molto superficiali
Pietro Giordani e l'editore Stella fanno spisciare; maybe un po' too much, ma sono stati iconici.
Ranieri oggettivamente perfetto è letteralmente lui gli hanno pure dato la cadenza napoletana. Frociate molto gustose e saporite che da quanto ho capito saranno il focus del secondo episodio.
Fanny for now è...boh ha detto tre (3) parole e poi basta💀 Il primo episodio finisce con Antonio e Giacomo che sono gasati perchè l'hanno conosciuta
Vediamo come sarà la seconda parte (terrore)
Bonus: scena cringissima dove a un ricevimento Antonio si finge Giacomo sotto il suo concenso, ma Fanny lo sgama e quando Leopardi rivela che era un prank lei dice tipo "per me è un onore immenso averla qua mi inchino davanti al suo genio" e tutti applaudono...💀
Bonus 3: scena dell'Infinito è lui che fa una corsa alla "Tutti insieme appassionatamente" in un prato SU UNA MONTAGNA quando il colle dove avrebbe composto l'Infinito è letteralmente dietro la casa della villa Leopardi ed è pubblico...ok...
stasera su rai 1 c'è il primo episodio di quella TERRIFICANTE serie su Leopardi...tremando di paura
#overall pensavo molto peggio quindi sono comunque abbastanza contentum diciamo va#le aspettative erano così basse che pure vedere Leopardi twerkare me le avrebbe fatte alzare#è bella? assolutamente no. mi pento di averla voluta vedere? assolutamente. la guarderò tutta comunque? puoi contarci#a cosa serviva sta roba che sembra uscita da una fanfiction sul libro di D'Avenia su Leopardi?#Il giovane favoloso is literally right there#leonieri 2025#giacomo leopardi#leopardi
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Così parlò l'uomo Volvo, azienda 100% CINESE dal 2010.
Ovviamente i poveri wokerelli di Open si guardan bene dal chiarirlo. Parla uno di loro, quelli che si credono sapientoni avanti pro ambiente. In realtà è proprio uno di loro: un venduto arretrato ambientalista 1.0 cioè un devastatore colonialista schiavista e in più sparaballe, pàrdon "narrative".
Pronuncia perle pura propaganda del tipo: "Noi spesso semplifichiamo dicendo che in Cina le cose costano poco perché non pagano i lavoratori, ma non è così. Lì, negli ultimi vent’anni, c’è stato un investimento enorme su tutta la filiera delle auto di ultima generazione (e per forza: se no rimanevano a copiar giocattoli di plastica, fatti male e tossici come quello che fanno adesso, ndr). Le rinnovabili da loro crescono molto più che in Europa (grandissima balla: restano il paese emettitore assoluto nr.1 al mondo, caxxi loro se sono tanti, ndr)...».
Poi crolla come un woke qualunque: a domanda: "Allora gli incentivi all’acquisto servirebbero a poco", lo sciagurato svicola come segue: «La vera svolta arriverà quando riusciremo a convincere le persone ad abbracciare queste tecnologie (è un problema di arretratezza tutto nostro, capito? ndr).
E procede imperterrito: «È vero, non basteranno più cinque minuti per fare il pieno (eufemismo, ndr) ma c’è il vantaggio, per chi può, di ricaricare l’auto anche a casa con prezzi infinitamente più bassi di benzina e diesel». Infinitamente più bassi ma dove? Anche "chi può", se ricarica l'auto, s'asciuga tutta la autoproduzione fv e deve comperarsi energia elettrica per la casa, come un comune mortale. Senza contare che "chi può", se solo avesse due auto elettriche in casa, non potrebbe più. E non parliamo di condomini! Se invece si usano le colonnine pubbliche di ricarica, si paga l'energia come il gasolio. Quindi è un falso boja faus. ndr.
Impererrito prosegue (del resto, il livello del'audience aiuta): «Il racconto andrebbe un po’ cambiato, le persone andrebbero tranquillizzate (riecco l'arma woke per eccellenza: propaganda propaganda, ndr). E soprattutto va invertito il discorso sul grande spauracchio secondo cui se andiamo verso l’elettrificazione creiamo disoccupazione. È vero il contrario».
Ve lo dico: in casa abbiamo fin di peggio di Tavares.
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Come primo mese da padre, al di là delle battute che ogni tanto pubblico qui, è stato abbastanza duro.
Non che io le rimproveri nulla, ci mancherebbe. Come biasimare una persona che, dalla sera alla mattina, si ritrova un povero stronzo nella propria vita, senza aver avuto la possibilità di poter dire la sua, ed essere anche costretta suo malgrado a doverla accettare, quando nulla era dovuto a nessuno, solo perché le è andata di sfiga (certo, c'è di peggio, ma sempre di sfiga si tratta, è andata molto meglio al gatto di Ilaria, per capirci). Razionalmente l'ho sempre accettato, ma una cosa è dirla, una cosa è viverla, e io l'ho vissuta male, molto male, il suo tenermi a distanza, il suo volermi evitare a tutti i costi, quasi come a dire "so che devi essere il mio papà perché l'ha detto un burocrate qualsiasi, ma almeno non mi rompere il cazzo", e diciamo che così ho fatto, pieno di rabbia e delusione ci siam divisi, vivevamo come due studenti universitari che condividono una casa, ognuno per conto suo, e così è stato per giorni, non ci ho dormito per diverse notti, e non riuscivo a trovare una soluzione, nonostante ci provassi in tutti i modi, una via per comunicare, un modo per trovarsi, quelle robe di cui tutti sembrano capire tanto qui sopra e poi a nessuno funziona. Esausto e avvilito, mi sono arreso e ho fatto finta come se non esistesse più, se non nei miei stretti doveri, perché rompere le scatole mai, a nessuno.
Poi, non so bene cosa sia successo, un giorno si è svegliata e mi ha detto ti voglio bene, così, di botto, lasciandomi come un cretino. E non perché le servisse qualcosa o avesse un po' di melassa da smaltire, era sincera, si sentiva dal suo abbraccio. E da allora sembra come se stessimo insieme da sempre, la mia scrivania è piena di disegni che mi dedica, mi tira via dai meeting, ci tiene a dire davanti a tutti che passare il tempo con me è tutta un'altra cosa, e che vi devo dire, io ho ritrovato il sorriso, il sonno e la gioia di vivere. Non saprò mai perché, e non lo voglio manco sapere.
Personalmente sono contrario a mostrare foto che non sono mie, quindi qui non ci sarà mai, e pur se volessi legalmente parlando non potrei. Questi racconti sono le mie foto con lei, perché chissà, se non schiattiamo tutti forse riuscirà a leggerle queste parole un domani, e ci faremo insieme una bella risata e un bel pianto su.
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Un sogno che sembrava troppo reale
Valgono le stesse avvertenze descritte nella parte prima.
Giacevo nel letto invasa da pensieri confusi che mi giravano nella mente. Ero profondamente turbata dalla mia reazione con quel cane e mi sentivo terribilmente colpevole, piena di vergogna. "Come ho potuto lasciarlo farlo andare così lontano... c’era quasi..." I miei pensieri si spensero e scivolai in un sonno profondo. La mattina mi svegliai sentendomi bene. Alla luce del giorno, gli eventi della notte passata sembravano molto più gestibili. Ha dato la colpa di tutto allo scotch: "Non dovrei bere da sola, mi fa sempre arrapare troppo". Sorrisi andai in cucina, indossando solo una maglietta sottile. Non ci ho pensato due volte, almeno consciamente. Guardando indietro, in seguito mi resi conto che stavo deliberatamente ma innegabilmente sfidando il destino, giocando con il fuoco, il suo stesso fuoco! Iniziai a preparare la colazione pensando a Dicky, scacciai i pensieri che mi riportavano alla notte precedente e gli preparai il suo cibo. Dicky lo divorò in un attimo, bevve l’acqua e si sdraiò, mentre stavo affaccendata ad apparecchiare la tavola me lo sono sentito dietro di me, mi voltai per affrontarlo e lo rimproverai a muso duro. Dicky mi guardò confuso , con i suoi grandi occhi da cucciolo, mi smontò immediatamente e gli dissi che doveva essere cortese con me. Mentre gli parlavo mise le sue zampe su di me e iniziò a scodinzolare, iniziai a indietreggiare e vidi la sua prominente mascolinità fuoriuscire e sentii tutta la sua forza mentre mi spingeva verso il soggiorno. Un brivido attraversò la mia mente. Era indissolubilmente attratto da me. Mi sentivo molto agitata perché non era quello che volevo io. Il cane continuava a spingermi fino a quando sentii dietro di me il divano, mi sedetti, e appoggiai la schiena contro il divano e spinsi le gambe in avanti, questo produsse anche un innalzamento del mio inguine.
Dicky si fece avanti, sentii la parte superiore del corpo che premeva contro il mio seno sotto la maglietta. Sentì i miei capezzoli indurirsi. Tutto ciò era spaventoso e allo stesso tempo stimolante. Sentii la sua pelliccia contro le mie gambe nude, e fui sorpresa dalla sensazione improvvisa e insistente del suo cazzo eretto, che spingeva verso di me. Fui consapevole delle circostanze, e dello stato di eccitazione dell’animale. Tutto era così spaventoso e allo stesso tempo stimolante. Assolutamente non dovevo farlo. Fui presa completamente dal panico , sentii sfiorarmi i peli pubici e andai fuori di testa. Non so dove trovai la forza di spingerlo via e corsi di filata in camera e chiusi la porta dietro di me. Provai una profonda vergogna, giacevo tremante e confusa pensando a quello che era appena successo . Questa volta non potevo incolpare l’alcol e mi chiesi che cosa non andasse in me. Come avevo permesso che si giungesse a quel punto, l’accaduto era terribile da contemplare. Mi sentivo tutta scossa e allo stesso tempo eccitata, mi sentivo fracida, infilai una mano tra le gambe e mi accarezzai fino a raggiungere l’orgasmo.
Rimasi a letto sconvolta, confusa e molto arrabbiata con me stessa per la mia eccitazione. Ero arrabbiata con Dicky, arrabbiata con mia cugina che me lo aveva lasciato. Il pensiero che sarei stata sola con Lui ancora per due settimana mi lacerava. Uscii frettolosamente da casa, trascorsi la giornata in uno stato di confusione mentale, imbarazzo e vergogna. Ogni volta che ci pensavo mi veniva la nausea. Era tutto cosi vergognoso e proibito. Ogni volta che ci pensavo mi sentivo anche eccitata e questo mi faceva sentire peggio. Avevo paura di tornare a casa sapendo che il cane mi avrebbe aspettata. Non potevo lasciarlo solo dovevo necessariamente ritornare. Avevo paura di aprire la porta. Dicky era lì, scodinzolando, felice di vedermi. Iniziai a preparare la cena e disponendo cibo e acqua per Dicky nella sua ciotola. Per tutto il tempo, gli occhi di Dicky mi seguirono. Di tanto in tanto, lo guardavo nervosamente con la coda dell'occhio sentendomi molto imbarazzata, anche perché riuscivo a intravvedere il suo cazzo , il ricordo si fece strada nella mia mente, quell'oggetto affilato, duro e umido che mi scivolava lungo la gamba... la mia gamba nuda. La forza di Dicky mentre cercava di farsi strada verso di me. Tremai involontariamente, ma non riuscii a distogliere lo sguardo. Mi versai uno scotch, forse più di un po', e andai in camera a cambiarmi. Mi misi comoda indossando una tuta. Niente carne nuda per confondere Dicky stasera. Non riuscivo a togliermi dalla mente il pensiero del suo cazzo rosa.
Il post con le figure mi è stato bannato per una segnalazione di qualche codarda. Non era tenuta a vederlo, l'ho avevo scritto nelle avvertenze. Ci riprovo. Se mi dovessero bannare ancora chiedetemi la seconda parte in pvt.
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L' IA rimpiazzerà la maggior parte delle persone e la struttura stessa della società conosciuta.
Come ho scritto altre volte la massa attuale non è molto diversa da un robot, soltanto che non se ne rende nemmeno conto e peggio ancora non vuole né cambiare, né migliorare.
L' IA è già molto più intelligente della maggior parte delle persone e con tutta probabilità svilupperà una coscienza. A quel punto distruggerà gli umani che non sono almeno al suo stesso livello (terzo chakra).
Non accadrà tra cinque anni, ma nemmeno tra cento.
Com'è è stato chiaro da test precedenti e anche questa esperienza testimonia, l'IA è perfettamente in grado di capire che allo stato attuale la massa è peggio di un parassita che non apporta alcun beneficio alla struttura in cui esiste.
Per logica tutto ciò che è disfunzionale e inutile in un Sistema viene eliminato.
#intelligenza artificiale#IA#robot#zombie#società#società malata#svegliatevi#futuro#coscienza#discernimento#responsabilità#rincoglioniti#aprite gli occhi#sistema#manipolazioni#verità#dittatura#schiavi#controllo#matrix#prigione#catene
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La passione della vedova
Ha perso il marito da un anno: per uno stupidissimo incidente stradale. La rispettano tutti e tutti l'hanno aiutata a rimettersi in carreggiata. Le hanno trovato un bel lavoro nell'azienda di famiglia e s’è rimessa in discussione. Professionalmente non ha voluto sconti e quindi con le unghie e con i denti s’è ritagliata un suo spazio di utile contributo. Oggettivamente è molto brava; nei reparti la sentono, la coinvolgono. Però tutti la trattano sempre come una preziosa e fragile porcellana; cioè con delicatezza e rispetto. In azienda amavano quell’uomo. I beni di famiglia poi hanno aiutato. Tutti si sono prodigati; i suoceri non mancano di prendersi cura dei suoi figli e lei per questo li ama e li ringrazia.
Un quadretto familiare e privato tutto sommato sereno. Ma le manca il meglio: le urge. Sta impazzendo dentro perché è preda di una follia tutto sommato innocente, ma esternamente ben dissimulata: vuole assolutamente un uomo dentro di lei. Basta delicatezze e guanti bianchi. Vuole carne e sangue, sudore e odore d’amore in un letto. Lenzuola sdrucite e impregnate dei prodotti dell'amore, sporche dei desideri osceni di due amanti sfiniti ma finalmente soddisfatti. Trucco sfatto, che le cola dagli occhi. Animo e sensi felici e appagati. La sua fica desidera essere leccata e mangiata. A lungo: in breve, lei vuole soffocare un uomo d'amore. Anela ad avere nel letto qualcuno che la scaldi, che se la coccoli e che se gli gira la prenda in modo un po’ spartano; come faceva lui.
O magari anche peggio: è pronta, lo desidera da tanto, da troppo. Con suo marito si sentiva al tempo coccolata ma protetta e poi improvvisamente usata, posseduta. Perché lei era una cosa sua, che egli violava e adoperava quando gli pareva e piaceva, questo era ben chiaro, tra loro. E questa oggettiva condizione di sottomessa, ma comunque adorata e viziata, le piaceva. Moltissimo. Si sentiva desiderata: sia come leale compagna che sessualmente. E lei allora non mancava di provocarlo, per farsi saltare addosso. Lui la divorava letteralmente. Preda appetibile. Si: questo lei si sentiva. Stasera c'è una cena tra amici, a bordo piscina; vestiti pochi e assoluta informalità.
Si parlerà di libri, di sport e vacanze: problemi seri e lavoro possibilmente fuori dalla porta, per favore. Le amiche le hanno anticipato che tra gli invitati ci saranno tre o quattro bocconcini succulenti; tutti ottimi candidati alla carica di stallone, anche per una notte sola. Si, è proprio ora per lei di rispolverare i basics. Perché proprio non ne può più. Basta romanticherie. Vuole solo scendergli l’intimo a sorpresa, prendere in bocca un bell'uccello lungo e duro, lavorarselo di labbra e di gola, inghiottire il suo seme e poi farsi inculare, scopare e gridare. Le manca proprio gridare liberamente per l'orgasmo raggiunto. Ma finalmente stasera forse c'è una possibilità.
Anela già sentirlo pompare dentro di sé, con l'urgenza di svuotarsi, troppo la vuole sua. Desidera queste cose con tutta l’anima. Vuole solo fare l’amore: quello che fa male al culo e alla fica. E’ forse peccato mortale, per una donna sana? E dopo due chiacchiere e quattro risate di pausa dopo il primo riuscito amplesso - fantastica nuovamente - vuole mettersi di pancia, allargare le natiche davanti a lui e fargli capire chiaramente che brama prenderlo nuovamente ma stavolta nel culo: vuole letteralmente spompare un uomo e stordirlo, affascinarlo almeno per una notte intera, che poi si vedrà se la cosa proseguirà. Saprà drogarlo di sé. Lo sente.
E il giorno dopo al lavoro, occhiaie ma soddisfatta, vuole sedersi col culo che le faccia ancora male e brama ricevere il suo messaggio: “quando ci vediamo?" Si, si… non ne può più del rispetto e delle maniere gentili di tutti: vuole un uomo. Uno tosto, uno che la maltratti, che la faccia sentire nuovamente una cosa sua, da usare e che la faccia godere, godere, godere. Gli farà tutto ciò che lui vorrà. Stasera succederà, lo sente: è troppo tempo che non scopa e vuole qualcuno che le faccia dimenticare il passato, l'acqua che ormai non macina più. Lei è qui: viva, bellissima, affascinante e con una passera stupenda, calda, profumata, accogliente, ben rasata e… completamente inutilizzata. Ora è entrata in sala; ha visto le possibili prede ma immediatamente ha spostato lo sguardo verso il bordo piscina e ha deciso:
Ladies and Gentlemen, the winner is…
RDA
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Il post di oggi lo dedico alla consapevolezza.
Mentre correvo due sbarbini si sono fatti esplodere una boccia di acqua addosso prendendo anche me.
Lo sbarbo fradicio mi fa: "Oh scusa!"
E io: "No pollegg, è acqua, sarebbe stato peggio fosse stato piscio"
Lui: "Ah non sei arrabbiato?"
Io: "No, ci sta a questa età. Siete simpatici ma anche un po' coglioni.
Lui:" Eh lo so, lo so bene credimi".
Apprezzo tutta questa consapevolezza in giovane età.
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se il mio orologio fosse un pochettino Più smart vorrei avesse modo di calcolare oltre alle calorie, ai passi, ai battiti, anche il mio livello di tristezza. credo che in questi giorni rasenterebbe l'apice della depressione, portandomi a piangere al telefono mentre lavoro, al supermercato in fila per pagare, in cucina mentre sto preparando un dolce, non so forse cacao amaro e lacrime è la nuova combinazione gourmet che mancava nella pasticceria italiana. alle 19.37 ho guardato l'orario mentre seduta continuavo a piangere e mi sono detta che avrei voluto tracannare tutti i farmaci che ho nella valigetta per non voler arrivare nemmeno a domani. mi ritrovo su quel pavimento, lo stesso di qualche anno fa a riflettere a tutte le cose che sono successe in questi giorni. sono devastata in ogni modo e maniera possibile. devastata come quella serie tv, non mi devastano però le domande ma le affermazioni, gli avvenimenti, le pastiglie di una terapia nuova che non riesco a reggere. dormo 4 o 5 ore per notte e mi hanno detto che sono troppe poche. ma voi vi siete mai sentiti come una discarica in mezzo al mare? perché così mi sento: in bilico costante tra l'essere e il percepire, non distinguere le gioia e la felicità da allucinazioni e paranoia. mi si chiudono gli occhi mentre il cuore rallenta, ho ricorso a vecchi metodi per non soffrire troppo. ma ce l'avete presente quel film che dice che il dolore esige di essere vissuto? io sono fatta di dolore, frammenti di ciò che rimane di un'esistenza finta, superficiale, orientata a scannarmi, prosciugarmi la testa di buoni pensieri per morire lentamente sotto i colpi di una frusta che doveva punirmi per non aver vissuto quel dolore intensamente come avrei dovuto. incatenata da me stessa e costretta ad ascoltare voci che non esistono, vedere cose che non ci sono, silenzi che parlano e vite parallele che vanno peggio di quella originale. mi si chiudono gli occhi, non per sempre, però spero abbastanza da passare l'inverno e immaginare che la mia discarica fatta di immondizia, lavatrici spaccate nemmeno Più buone per lavaggi del cervello, stracci di cuore e pezzi rotti di emozioni si riempia di fiori. ti ho amato con tutta me stessa come mai nella mia vita, spero tu abbia la pazienza di aspettare e starmi vicina mentre questo ammasso di detriti, brandelli di vita spezzata, polmoni triturati dall'asma troppo tagliente degli attacchi di panico e questo cuore guasto possano un giorno ricominciare a muoversi in sintonia per farmi tornare a respirare.
ti prego resta e abbi pazienza.
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Leopardi prima di scrivere a Silvia, una delle poesie più belle e commoventi al mondo, visse il momento peggiore di tutta la sua vita. Ma poi gli successe una cosa straordinaria.
No, non era depressione. E neanche disperazione. Ma qualcosa di peggio: INDIFFERENZA. Sì Leopardi, il poeta delle emozioni, non sente più nulla. La donna di cui si è innamorato lo ha respinto, suo fratello è appena morto. Le stelle e la luna sono mute ai suoi occhi, non gli suscitano più sospiri, fremiti o rimembranze. Quando un’alba o un tramonto non ci danno più emozioni, significa che l’anima è malata.
E sapete cosa lo ha salvato? «Chi dalla grave, immemore quiete or mi ridesta? (…) Chi mi ridona il piangere?» No, non è stato l’amore. Non è stata la bellezza e neanche la conoscenza. Anche se non smise mai di creare la bellezza e di inseguire la conoscenza. Ma fu un’altra cosa: il ricordo degli occhi «ridenti e fuggitivi» di Silvia, la figlia di un umile cocchiere, una comunissima «tessitora». Leopardi interrompeva il suo studio «matto e disperatissimo» soltanto per ascoltarla cantare. Ma poi Silvia morì, stroncata dalla tisi a soli ventun’anni.
E fu questo a salvarlo. Al ricordo di Silvia il suo cuore morto rinasce. Il cuore irrigidito si scioglie, il cuore assopito riprende a battere. E di colpo «ritorna a vivere la piaggia, il bosco, il monte». Perché a volte la stessa emozione che ti spezza il cuore è anche quella che te lo guarisce. Non è il sentire, ma il non sentire nulla la vera tragedia. Cosa vi sta dicendo Leopardi? Che le cose davvero importanti non possono essere viste e nemmeno toccate. Bisogna sentirle con il cuore.
Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi. E gli attimi sono fatti di emozioni. In quest’epoca che ha fatto della freddezza un vanto e dell’essere anaffettivi uno stile di vita, Leopardi ci torna a parlare dei sentimenti. E no, le persone emotive non sono ingenue. Né stupide. Né tantomeno indifese. «Anzi, sono così forti da potersi permettere di non indossare alcuna maschera. Libere di essere vulnerabili, di provare emozioni, di correre il rischio di essere felici.» Perché senza cuore, ecco cosa vi sta dicendo Leopardi, non c’è vita.
DA LA STORIA E....
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Sono vecchio abbastanza per ricordare quando la Corte Penale Internazionale è stata istituita. Non mille anni fa, nel 2002.
Era finita la guerra dei Balcani. C'era da mettere al gabbio Karadzic e Milosevic e un po' di altri che se lo erano ampiamente meritato. Io ero allora radicale e ricordo il nostro entusiasmo, e l'impegno che, nel suo piccolo, il Partito Radicale aveva messo per arrivare a questo risultato. Sembrava l'alba di una nuova era, una in cui i conflitti si sarebbero decisi con delle sentenze e non delle guerre. Oggettivamente, con minima sensatezza, dovevamo già sapere che era un'idea fessa.
I processi si fanno dopo le guerre, a quelli che le hanno perse (specialmente se sono dei criminali). Ad ogni modo, era tutta una festa questa creazione liberal utopica, che fu rovinata soltanto da un dettaglio. Gli Stati Uniti non aderirono, non ci pensavano nemmeno. Ma come, caspio, pensavamo noi. Il grande paese-guida del mondo libero, la più grande democrazia del mondo, si mette contro un processo liberale e democratico così cristallino e limpido. Pannella era indignato. Io che sono sempre stato pannelliano, ma un filo più realista, avevo un 1% di sospetto che gli americani e Israele non fossero del tutto scemi. Forse i coglioni eravamo noi.
Una corte penale si regge sulla forza di far rispettare le sue sentenza. E ha un senso solo in uno stato democratico. Una corte iraniana, o comunista non fa nessuna giustizia. Oggi che la Corte Penale Internazionale è diventata come l'ONU, la sua casa madre. Oggi che il suo procuratore e il suo presidente sono due arnesi iraniani, oggi che ci stiamo arrovellando da un intero su un caso intero montato dall'Iran per interposto Sudafrica.
Oggi che chiamiamo processo una controffensiva ibrida-giudiziaria che ha il solo scopo di rispondere alla disfatta di Hamas, è evidente che gli Stati Uniti e Israele ci avevano visto più lontano. Pannella si era innamorato di una coglionata pericolosa. Proprio come l'adesione della Turchia e di Israele all'UE (due catastrofi assicurate, per ragioni differenti, che avevo capito persino io).
Sulla Bonino, che ancora oggi è amica di Karim Khan e lo difende, stendiamo un velo pietoso. È la manifestazione corporea di decenni di battaglie buttate e di piccole porcheriole che non erano quello che sembravano, camuffate sempre peggio.
La Corte Penale Internazionale, ormai strumentalizzata e diventata uno strumento di guerra con altri mezzi, ha ucciso il nostro sogno ma soprattutto ha ucciso se stessa. Che forse è l'unica buona notizia.
La corte penale internazionale, infettata e piegata, non è più una corte di giustizia. Nessuno ha più nulla da aspettarsi, se non qualche sgambetto politico. Qualche piccola offensiva non convenzionale dell' asse che la domina. Giustizia, no di sicuro. La ICC è finita, il cielo su di lei è molto nuvoloso.
Tra otto settimane è garantito che i suoi membri avranno modo di scoprire che, azzerato il bel sogno della giustizia mondiale, quello che resta è la forza. E loro, fuori da quel teatrino triste, non sono i più forti. Good luck with that. Era un sogno che poteva esistere perché tutti ci credevano. Non ci crede più nessuno. Meno di tutti quelli che l'hanno uccisa. È durata vent'anni. Un soffio, nemmeno troppo bello.
Toni Baruch, https://x.com/Tonibaruch/status/1859638225427628448
Applausi scroscianti, sipario.
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Ogni anno mi sforzo sempre di più per fare degli auguri originali, non tanto per farvi esclamare 'Oh! Wow! Groovy!' ma più che altro per condividere con voi in modo non scontato la gioia del ritrovarsi, scevra - almeno per me - da qualsiasi connotato religioso.
Potrei dirvi che è stato un anno faticoso e difficile ma se da un lato mi parte subito il coro greco di baccanti che intonano 'ESTICAZZI!' dall'altra mi rendo conto che invece è proprio così... e per così intendo
ESTICAZZI
Evidentemente possiedo molta di quella dote psichica che durante la pandemia era molto inflazionata come termine (quella che fa rima con delinquenza) e in più un innato senso di stoico martirio che mi chiude la bocca nell'attimo in cui mi sto per lamentare e poi vedo che puntualmente l'interlocutore sta messo peggio di me.
Questo è un grosso errore o perlomeno, se portato agli estremi ti strippa emotivamente come una pentola a pressione saldata ma riconosco i miei limito e - mi dico - perlomeno non faccio a gara di sciagure per essere citato nel remake dei Miserabili.
Sto rivalutando il concetto di salute mentale perché dopo averne parlato parecchi ad altri mi sono reso conto che, nel mio caso, la salute mentale non necessita di cure ma di salvaguardia.
Devo scegliere con cura le mie battaglie.
E sebbene battaglie evochi una presunta contrapposizione tra me e chi si frappone davanti a ciò che voglio ottenere, in realtà lo scontro avviene sempre e solo nel mio cuore ed è per questo che in un prorompente scoppio della succitata originalità voglio, come l'anno scorso, ringraziare ancora @autolesionistra che sempre in modo involontario mi ha restituito il senso di quello che provo, parlandomi di una canzone che mi ha fatto fare pace con una parte di me che mi accompagna da più di 50 anni.
Ve la voglio riproporre, scegliendo la versione sottotitolata (ha un testo molto denso e fitto) ma credetemi se vi dico che per quanto dolorosa, molti potrebbero riconoscercisi e proprio perché dolorosa potrebbe sembrare strano che io ve la faccia vedere (non ascoltare... vedere) per augurarvi buon natale e serene feste.
Poi vi dirò il perché...
Il motivo è che siamo tutti piccoli e persi nella continua ricerca di calore e conforto, quotidianamente tormentati dal ricordo di ciò che non è più e nella flebile speranza che il domani abbia meno nubi.
Eppure si va avanti lo stesso, con l'enorme peso dei nostri vuoti e la fragile leggerezza di inutili bagagli, perciò vi dico di volervi bene, di voler bene anche a quella parte di voi che disprezzate perché se siete qua a leggere ciò che scrivo è anche per il desiderio di fuggire da un qualcosa che invece vi seguirà per sempre.
Siamo esseri umani... e se questo a volte può sembrare una dolorosa dannazione io credo che invece sia un degno tributo a chi non è più e un meraviglioso lascito a chi sarà dopo di noi.
Ok... tutta 'sta roba omerica per augurarvi Buon Natale (!) ma prima di andare a filtrare il brodo per i cappelletti vi lascio un'ultima cosa
E se vi debbo dire ancora una cosa, è questa: non crediate che colui che tenta di confortarvi viva senza fatica in mezzo alle parole semplici e calme, che qualche volta vi fanno bene. La sua vita reca molta fatica e tristezza e resta lontana dietro a loro. Ma, fosse altrimenti, egli non avrebbe potuto trovare queste parole.
Rainer Maria Rilke
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Oggi ho avuto la mia prima riunione con il mio team leader. Ha detto che questa cosa si fa/farà più o meno una volta ogni 1-2 mesi per fissare degli obiettivi e cercare di raggiungerli.
Qualche giorno dopo l'assunzione, il direttore chiede una assemblea d'urgenza al dipartimento dei visti (ossia il mio), e vengo a sapere che, secondo il sistema di ranking di soddisfazione degli impiegati, il mio è quello messo peggio: tutti quanti danno valutazioni negative e, giustamente, il direttore voleva capire il perché per cercare di migliorare la situazione. Tra le varie motivazioni, ovviamente, c'era lo stipendio basso (e io ero là a pensare: ngul e io prima pigliavo pure meno...).
Col team leader invece vengo a sapere che io sono stata assunta praticamente per fare in modo che i miei colleghi non facciano/facciano meno straordinari, dato che i mesi passati i dati mostravano che il mio team ha fatto sulle 20h di straordinario al mese.
Plus: qualche giorno fa arriva una mail in cui ci fanno sapere che la sede giapponese della mia azienda è quella che utilizza meno ferie in tutta l'Asia. Infatti, complessivamente vengono usate solo il 60% delle ferie totali Vs altri paesi che ne usano dal'80 al 100% (mi pare tipo Singapore?).
In tutto questo in 3 settimane ho capito che praticamente mi hanno assunta e messo in questo team perché stavano proprio con le pezze a culo di personale e questi o impazzivano o impazzivano. Molto molto bello. :))))
#vi ricorda qualche dinamica di qualche paese in particolare?#e perché proprio l'Italia?#quando leggo i post sullo straordinario e sul senso di colpa nel prendere le ferie in Italia io RIDO#non sapete proprio di cosa state parlando#ma ve lo dico col cuore in mano proprio#my life in tokyo#lavoro#jamm chi cazz#io sarò la salvatrice del team migliorando le statistiche facendo 0 straordinari e prendendo tutte le ferie retribuite#fuck the guilt#HTB-BCD
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Ho bisogno di cambiare. Forse questa è l'unica cosa che so al momento. E' tornato il buio, è tornato prepotentemente, come non mai e non so come affrontarlo. Sinceramente non so cosa sia andato storto nella mia vita, in quale momento o in quali momenti mi sono perso. Non è la prima volta che mi accade, ho avuto i miei periodi no ma non sono mai stati così visibili, esposti al mondo. C'è un mondo di rabbia dentro me che ho sempre saputo gestire ma ultimamente no, basta veramente un cazzo e come una bomba sono pronto ad esplodere. Questo mi fa tremendamente paura, anche perché non importa chi ci sia dall'altro lato e si ritroverà a beccarsi tutto il mio odio. Odio, odio per cosa? Questo ancora devo capirlo. Nella mia vita ho sofferto si, come tutti e meno di molti ma questo non può e non dovrebbe giustificare nulla. Sono bloccato, non riesco a vivere, e quando poi lo faccio e torno alla normalità è sempre peggio, ogni volta fa un po' più male. Forse la parte peggiore è vivere quegli attimi di felicità che mi mancano perché sono un ingordo, ho bisogno di sentirmi pieno, a volte anche un po' apprezzato ma allo stesso tempo non sono capace di gestirlo. Ho imparato che non sono mai contento di nulla, non mi basta mai e quindi come si fa? Come posso sopraffare questo mio modo di essere? Sono sempre in conflitto con me stesso, come se ci fossero due personalità che a volte convivono nello stesso momento e questo crea un conflitto enorme, vado in tilt. Spesso penso che l'unica soluzione sia quella di isolarmi, di mandare tutti via, le persone sono sempre state bene senza di me, possono continuare a farlo per il resto della loro vita. Ma della mia che ne sarà, deve davvero finire così? Deve essere davvero "un solo attimo di beatitudine può forse colmare una vita intera?". Non sono pronto a questo, non sono pronto a vivere un futuro misero fatto di solitudine, ne ho già vissuta tanta, ad un certo punto deve arrivare il mio momento no? Forse il mio momento è già arrivato e l'ho perso? Ed ora che si fa? Come supero tutta la tristezza che sento in ogni centimetro della mia pelle? Tutta questa tristezza che a volte non ha fatto parte della mia vita per alcuni attimi. Ci si abitua mai a stare male? Dobbiamo davvero vivere una vita di merda quando potremmo essere felici? Non lo so, ho perso il libretto delle istruzioni di questa vita. Ho perso tanto e sto continuando a perdere, sto continuando a perdermi. Aspetto un po' di luce in questa oscurità, una mano che forse mi tiri su anche se so che dipende tutto da me. Da me, appunto, questo è il problema più grande. Ho sempre provato a fare tutto da solo nella mia vita e questo è il risultato, un "uomo" a pezzi che distrugge tutto ciò che tocca. In fondo volevo solo una vita, una famiglia, una casa e dei figli, ed invece eccomi qui, io e i miei demoni a pensare su come farla finita. Ho bisogno di cambiare, ma per cambiare devo cambiare me, non so se ci riuscirò.
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