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bombonierecerimonia · 9 months ago
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Dettagli D'arte Di Nicolaci Antonio (Palagonia)
Dettagli D'arte Di Nicolaci Antonio (Palagonia)
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Dettagli d’arte ha un’esperienza trentennale nel settore cerimonie. Servizi offerti: bomboniere, allestimenti floreali, allestimenti con palloncini, partecipazioni, libricini messa, menù, segnaposto, tag personalizzati, tableau de mariage e wedding bag personalizzate.
  Servizio Wedding Planner. Servizio celebrante per rito civile e rito simbolico. Confettate e sigarate, animazione bimbi, wedding tata. Allestimenti scenografici per qualsiasi occasione in tutta la sicilia. Si effettuano spedizioni in tutta Italia.
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lamilanomagazine · 9 months ago
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Sanremo: il video del brano “PAZZO DI TE”, con cui RENGA e NEK sono in gara al Festival
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Sanremo: il video del brano “PAZZO DI TE”, con cui RENGA e NEK sono in gara al Festival. È online il video del brano “PAZZO DI TE”, con cui Francesco RENGA e NEK Filippo Neviani sono insieme in gara al 74° Festival di Sanremo. «Assistiamo sempre più spesso a rappresentazioni di amori tossici, malati, autolesionisti e distruttivi. Per questo, da uomini, abbiamo sentito l’urgenza di raccontare un amore assoluto, adulto, maturo. PAZZO DI TE è un omaggio onesto e sincero alle canzoni d’amore di un tempo lontano… quello dei Festival in bianco e nero. Canzoni così potenti nella loro apparente semplicità da risultare immortali». A dirigere l’orchestra per RENGA NEK a Sanremo è il Maestro Luca Chiaravalli. Il brano sanremese (Musica di D. Faini, Nek, F. Renga - Testo di F. Renga, D. Mancino) sarà contenuto nel repack del loro album insieme “RENGANEK” (Epic / Sony Music), in uscita venerdì 9 febbraio in formato DIGITALE, CD, CD AUTOGAFATO e VINILE AUTOGRAFATO e già disponibile in pre-order (RENGANEK): dodici brani eseguiti da entrambi gli artisti, che mostrano così la grande sinergia che unisce le loro voci, capaci di creare un connubio unico, con sfumature sonore diverse e complementari da quelle finora affrontate nelle loro carriere soliste. A Sanremo gli artisti vestono abiti sartoriali realizzati appositamente per loro da Maurizio Miri. Dopo il lunghissimo tour in tutta Italia che li ha visti protagonisti la scorsa estate, i due speciali appuntamenti SOLD OUT all’Arena di Verona e al Forum di Milano e le date nei principali teatri italiani, RENGA e NEK a luglio saranno nuovamente insieme sul palco, in una serie di appuntamenti live che li porteranno a esibirsi in tutta Italia. E da settembre saranno impegnati con i concerti nei teatri, con ben 4 date a MILANO (Teatro Arcimboldi), 3 a BOLOGNA (Europauditorium) e 2 a ROMA (Auditorium Parco della Musica – Sala Santa Cecilia). Queste tutte le date, prodotte e organizzate da Friends & Partners: - 24 luglio 2024 - BERGAMO - SUMMER MUSIC FESTIVAL - 26 luglio 2024 - ESTE (PD) - ESTE MUSIC FESTIVAL - 28 luglio 2024 - PORTO RECANATI (MC) - ARENA BENIAMINO GIGLI - 02 agosto 2024 - FANANO (MO) - FANANO IN MUSICA c/o PALAGHIACCIO - 06 agosto 2024 - L'AQUILA - ALL'OMBRA DELLA MUSICA ITALIANA - 09 agosto 2024 - EDOLO (BS) - VALLE CAMONICA SUMMER MUSIC - 16 agosto 2024 - CATANIA - VILLA BELLINI - 17 agosto 2024 - PALERMO - TEATRO DI VERDURA - 19 agosto 2024 - CORIGLIANO ROSSANO (CS) - ANFITEATRO DE ROSIS - 23 settembre 2024 - MILANO – TEATRO ARCIMBOLDI - 24 settembre 2024 - MILANO – TEATRO ARCIMBOLDI - 26 settembre 2024 - MILANO – TEATRO ARCIMBOLDI - 27 settembre 2024 - MILANO – TEATRO ARCIMBOLDI - 29 settembre 2024 - BOLOGNA – EUROPAUDITORIUM - 30 settembre 2024 - BOLOGNA – EUROPAUDITORIUM - 01 ottobre 2024 - BOLOGNA – EUROPAUDITORIUM - 06 ottobre 2024 - ROMA – AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA (SALA SANTA CECILIA) - 07 ottobre 2024 - ROMA – AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA (SALA SANTA CECILIA) I biglietti sono disponibili in prevendita su www.ticketone.it e nei punti vendita abituali. Tra le più grandi voci del panorama musicale italiano, Francesco Renga quest’anno celebra 40 anni di straordinaria carriera con all’attivo 8 album d’inediti, 1 album con orchestra, 2 album dal vivo (di cui uno insieme a Max Pezzali e Nek), ha totalizzato oltre 1 milione di copie vendute, 9 certificazioni di platino e 9 d’oro. Colleziona singoli di grande successo, da “Raccontami” a “La tua bellezza”, da “Angelo” (brano vincitore del Festival di Sanremo 2005) a “Meravigliosa (la Luna)”, da “Il mio giorno più bello del mondo” a “Guardami amore” e tantissimi altri. Nel corso della sua carriera Francesco ha realizzato più di 1900 concerti tra palasport, teatri e location mozzafiato come l’Arena di Verona e il Teatro Antico di Taormina. Ha alle spalle 9 partecipazioni al Festival di Sanremo come concorrente in gara, 1 vittoria nel 2005 con il brano “Angelo” e 2 premi della critica, con i brani “L’uomo che ride” e “Raccontami”. Cantante e polistrumentista, con alle spalle oltre 10 milioni di dischi venduti in tutto il mondo e 18 album in studio, Nek è una delle voci maschili più affascinanti e amate del panorama musicale italiano. Dopo l’esordio nel 1992 con l’album “Nek”, tantissimi i successi che si sono susseguiti nei suoi 30 anni di carriera, da “Laura non c’è” a “Se io non avessi te”, da “Almeno stavolta” a “Lascia che io sia”, o ancora “Fatti avanti amore” e “Se una regola c’è”, senza dimenticare la cover di “Se telefonando”, eseguita sul palco del Festival di Sanremo nel 2015. Negli ultimi anni è stato impegnato nella conduzione di fortunati programmi televisivi, ultimo dei quali “Dalla Strada Al Palco”, che ha raccolto consensi di pubblico e critica, e che tornerà con la terza stagione dal 20 febbraio in prima serata su Rai Due. Nel 2022 è uscito l’album celebrativo “5030”, che racconta i 30 anni di carriera e i suoi 50 anni di età.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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sciatu · 6 years ago
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L’INGORDO MANIACO - PER QUANTO E’ GRANDE “SEMPRE” 
Alla fine arrivò la stazione di Provvidenza, quella in cui doveva scendere dal nostro treno per incontrare il suo amore e lasciarmi sul treno della vita per andare chissà dove. Lo capii un giorno quando in negozio entrò una ragazza fascinosa, con capelli lunghi di un rosso Tiziano scuro, vita stretta, il seno bilanciato al sedere e due occhi di un verde marino. Venne subito da me e mi porse il telefono “non mi funziona – disse con un accento straniero – puoi guardare cos’ha?” e mi guardava con quegli occhi da dea marina come se volesse capire cosa avessi dentro Io lo accesi e vidi sullo screen una foto di lei con Provvidenza che sorridevano felici. “sei Evelyn?” Chiesi “si “ rispose asciutta lei pronta alla battaglia. “allora vieni che ti offro qualcosa” dissi cordiale invitandola al bar accanto al nostro negozio. Ordinai subito due cannoli e due caffè di quelli buoni, sedendomi accanto a lei. “Allora dimmi tutto” le dissi proteso in avanti come se aspettassi da lei chissà quale rivelazione. Lei mi guardò stupita e si rilassò “Allora sai di me ed Enza” “Certo, sono stato il primo a saperlo” “e questo non ti dà fastidio? Tu sei il fidanzato non ti fa….. rabbia?” Sorrisi “Moltissima, ma dimmi, lei con te è felice?” “si penso di si” “Te lo confermo io è felice, era felice quando mi ha detto che ti aveva incontrata a Monaco, era felice quando l’ho portata a Catania a prendere l’aereo per passare con te il week-end un mese fa, tra parentesi allora era in crisi, non sapeva cosa fare se lasciar perdere la vostra storia o volare fino da te a capire se valeva la pena continuare. Io le ho detto che in certe partite bisogna puntare tutto quello che si aveva per dare senso al gioco e lei ha preso l’aereo. Era infine felicissima quando sei arrivata: quando il tuo aereo è atterrato mi ha mandato un SMS “E’ atterrata! inizia la mia nuova vita!” ” “Non capisco, tu hai sempre saputo tutto?” “Si, lei mi ha detto tutto appena ti ha conosciuto” “ma tu non sei geloso?” “moltissimo, ma lei ti ha detto ti amo no?” “si” rispose fiera, pronta a difendere quello che Provvidenza le aveva detto. “Allora la mia gelosia e io stesso non contiamo più nulla! Lei non mai ha detto ti amo da quando aveva diciotto anni. Non l’ha detto neanche a me: di fronte a questo, conti solo tu” Bevve lentamente il caffè forse solo per ragionare. “Ma tu chi sei per lei? Io non l’ho capito bene; tutte le zie sanno che ama le donne e tutte a dire Alfio, Alfio, Alfio! Se chiedo a lei, lei mi risponde che sei un amico, ma tu sei ovunque nei suoi pensieri.” “io sono il suo pacemaker! Sto attaccato al suo cuore, ne regolo i battiti, ma non vi sono mai entrato: quello è il tuo posto, li ci sei solo tu” Lei mi guardò incerta se credermi o no “Ascolta: lei ha fatto pazzie per te e tu hai lasciato il tuo lavoro e sei venuta qui a provare a stare insieme e costruire qualcosa. Se lei non fosse stata sicura di te, non ti avrebbe fatto venire. Lei non è una irresponsabile specie con chi ama.” “È vero, per questo le voglio bene, ma sono confusa” “Adesso lo sei, ma tra qualche settimana sarà tutto chiaro” “Lo spero – fece tirando un sospiro – a volte mi chiedo se ho fatto bene” Sorrisi “Ma tu hai fatto l’amore con lei, sei stata con lei a passeggiare sulla spiaggia, a cenare al faro, a ballare con lei guardandola negli occhi, ad ascoltarla quando ti racconta la sua giornata, a vederla uscire dalla doccia, a sentirla contro di te di notte a letto quando dorme e se si gira ti abbraccia nel sonno?” Le venne un sorrisetto malizioso “Certo” “E non è stato bellissimo?” “Tantissimo” fece quasi stupita di riconoscerlo “Allora hai fatto bene!” Sorrise. “ci penso un po’ - fece alzandosi - ti immaginavo peggio, ma io non ho una grande opinione degli uomini, sono contenta che forse mi sono sbagliata. Voglio parlarne con lei, quello che mi piace è che tu non ti nascondi” Le feci confezionare un vassoio di cannoli e glielo diedi “Portaglielo vedrai che le piaceranno” “Ma così capisce che sono stata qui…” “E tu dille la verità, che volevi capire chi ero e che ti ho dato i cannoli perché così ti fa vedere come si mangiano” “con la bocca no ?” Disse guardandomi senza capire. “Si ma a letto vi sono tanti altri modi per mangiarli…” Lei mi guardò qualche secondo “Ora capisco come facevi il pacemaker! Vi siete divertiti voi due…” “Ora tocca a tè…” “questo è sicuro: solo a me!” fece minacciosa “Solo a te” ripetei alzando le mani al cielo “ti faccio sapere Alfiuccio, se mi piacciono torno!”
E se ne parti lasciando una scia di voglia con un retrogusto di desiderio nel suo  ancheggiare che il cameriere, che se lo stava studiando con attenzione e che stava rientrando in negozio guardandola, andò a sbattere contro la porta. Mi alzai rassegnato. Avevo fatto il brillante solo per non creare problemi tra loro, ma in realtà mi giravano le sfere riproduttive in modo esagerato. La situazione l’avevo immaginata tante volte e ora che si stava concretizzando non mi era facile accettarla. Provvidenza con i suoi sorrisi riempiva le mie giornate ed il suo corpo accendeva le mie notti, senza di lei ero come un albero in inverno. Tornai in negozio a finire di sistemare la merce arrivata che ecco sulla porta apparve Marcello “Alfiuccio na parola” fece allungando il braccio destro con l’indice puntato come quando in classe doveva andare in bagno. Solo che questa volta oltre all’indice faceva apparire anche il mignolo “Marcello haiu cuffari” “un minutu chi ci voli” Rassegnato dissi “Sintemu” “Ricordati che poi tu e Provvidenza dovete venire da Don Nino per le prove” “Marcello ma se vi sposate tra sei mesi, che minchia facciamo adesso le prove?” “Alfiu e chi ni sacciu jo! Don Nino ci ha detto che dobbiamo farle ora perché poi è occupato” “Ma chi è l’ASL che pare abbiamo prenotato una Tac che ci vogliono sei mesi per farla?” “Comunque, guarda che viene anche Evelyn” “Ah – feci serio serio – Marcello, non mi dai mai una gioia” “La vita non ne da a me e tu me la cerchi? Comunque è una brava ragazza ci siamo usciti a mangiare ed è veramente una bella persona; Provvidenza le vuole bene, non l’abbiamo mai vista così innamorata e …felice” “Ma ora che sei diventato amico suo?” “Alfiu lo sapevi che finiva così, ci dovevi pensare prima!!! Ni videmu e quattru!” E se ne andò. Lui in fondo era disorientato, come lo era Alessandra e come lo ero io. Che Provvidenza non era più quella di un anno prima e che tutti speravamo che lei trovasse quanto cercava era un sentire comune, ma ora che aveva trovato quell’amore che le mancava, eravamo tutti un po’ persi, perché non sapevamo cosa sarebbe successo, come si sarebbe comportata con Evelyn e con noi.
Alle quattro mi presentai nella sacristia di don Nino e poco dopo arrivarono anche i futuri sposi con Provvidenza ed Evelyn che camminavano mano nella mano. “Che bella chiesa – disse Evelyn – fa venire voglia di sposarsi” “Anche noi abbiamo deciso di sposarci - annunziò felice Provvidenza – ora stiamo pensando un po’ a tutto ma presto manderemo le partecipazioni.” “Ancora non abbiamo deciso niente – fece Evelyn guardando seriamente Provvidenza quasi a rimproverarla –- ora vediamo, devo trovare un lavoro e poi fra due, tre anni vedremo” Provvidenza fece la faccia scocciata, poi si illuminò nuovamente “Adotteremo dei bambini! Saremo una famiglia!” “questo si – fece convinta Evelyn – io voglio un bambino da coccolare con Provvidenza. Una vera famiglia non l’ho mai avuta e se mi sposo la voglio!” Arrivò il vecchio don Nino che appena mi vide si gettò le mani ai capelli “e tu che ci fai in chiesa? Quannu mai u diavulu vinni in chiesa” “Don Ninu non incominciamo, io sono il testimone” “Ah e lo sposo lo sa chi sei tu – e rivolgendosi a Evelyn che gli era vicino - ma lei u sapi che ogni volta che si confessano le sue zite poi mi devo fare una doccia fredda per le brutte cose che dicono?” Evelyn scosse la testa rimproverandomi con lo sguardo; don Nino si accorse che non conosceva Evelyn e le chiese “Ma lei chi è fidanzata cu iddu?” “Io no – fece lei candidamente – sono fidanzata con lei” ed indicò Provvidenza “Ah – commento don Nino – poi osservando meglio Provvidenza spalancò gli occhi – Ahhhhh - ripetè e ovviamente mi ritenne responsabile anche di questo - U vidi se tu fussi statu nu bravu figghiolu a st’ura una di dui era zita cu tia!!!” Incominciammo le prove con don Nino che ci spiegava cosa dovevamo fare e i momenti della celebrazione. Alessandra e Marcello scelsero l’inno all’amore di San Paolo come lettura e finimmo quindi le prove. Evelyn, che era una restauratrice, chiese informazioni sugli autori di alcuni quadri e don Nino incominciò a descriverle tutte le opere della chiesa portandosela dietro di altare in altare con noi che li seguivamo come i cani seguono il padrone. Evelyn gli spiegò come sistemare le cornici tarlate dei vecchi quadri e lui la ascoltò con ammirazione. Alla fine il sagrestano lo chiamò per la messa serale e don Nino ci salutò a malincuore. Arrivato da Evelyn che aveva preso in simpatia le chiese “ma voi due siete veramente zite?” “si padre e ci vogliamo sposare e vorremmo anche dei bambini se Dio ce lo permette” Allora don Nino prese le loro mani e le strinse “nulla è impossibile a Dio specialmente quando c’è l’amore. Isaia 56,47: non dica l’eunuco, ecco io sono un albero secco” e le segnò sulla fronte, poi rivolgendosi a me: “u vidi loro il senso della famiglia ce l’hanno, ma tu….” Ed allargando le braccia se ne andò rassegnato al diavolo che gli era entrato in chiesa. Andammo a mangiare una pizza in piazza duomo commentando l’avversione che don Nino aveva per me e la simpatia mostrata ad Evelyn e Provvidenza.
Il tempo passava ed Evelyn era diventata ormai una figura consolidata del gruppo. Uscivamo spesso tutti e tre e alle varie feste ci presentavamo senza nessun problema, anche se tutti capivano che Provvidenza non stava più con me; la luce delle loro anime felici era più grande di quella crepuscolare che tutti vedevano in me ed io, se devo dire la verità, ne ero contento, ammiravo la felicità di Provvidenza come Michelangelo doveva aver ammirato la Pietà: mi sentivo l’autore nascosto della gioia che mostrava e della bellezza che quella felicità le dava. La sua mancanza piano piano mi pesava ed accettavo di uscire con loro solo per vederla e per annotare, giorno dopo giorno, che il suo amore per Evelyn aumentava.   Non riuscivo però ad avere brutti pensieri su Evelyn. Don Nino le aveva chiesto se poteva sistemare alcune cornici della sacristia e lei passava le giornate nella chiesa; all’ora di pranzo o quando c’erano le funzioni, veniva in negozio a parlare con me. Mi raccontò la sua vita; si era sposata giovanissima piena di illusioni e di ingenuità, ma il marito, uno sfaccendato play-boy,  le trasmise una malattia venerea convincendola a fare una isterectomia che solo più tardi lei capi essere completamente inutile. Intanto però non poteva avere più figli e da questo le nacque un odio profondo per gli uomini. Ovviamente lasciò il marito ma la sua esperienza la segnò moltissimo perché si era sposata pensando di avere tanti figli come sua madre che era di origine italiana. Invece si ritrovò defraudata dell’amore di madre e della sua giovinezza e resa diffidente verso tutti. Ora però questo suo amore con Provvidenza l’aveva travolta e cambiata; non riusciva neanche a capire come aveva fatto a lasciare la sua vita agiata di Monaco per starsene in un appartamentino di Messina. Ma non ne era pentita e questo me lo disse molte volte. Portava sempre con se un album da disegno pieno di nudi della sua amata, disegni che aveva fatto lei osservando Enza e quando me lo fece vedere, il mio cannolicchio si svegliò improvvisamente come se stavamo giocando con Enza al gioco della pignolata; in quei disegni il corpo di Enza appariva solare ed esplosivo con tutta quella sensualità che aveva quando amava, ed Evelyn aveva saputo coglierla in ogni più piccolo dettaglio; il suo album segreto mi fece capire che Evelyn aveva per Enza un amore totale, quell’amore per cui il mondo esiste solo come cornice e sottofondo dell’amata. Alla fine diventò mia amica visto che il nostro argomento di discussione principale era sempre lei: Provvidenza. La mia ormai ex zita non la vedevo più da sola, ne avevamo modo di parlarci più di tanto. Il tempo passava, Evelyn aveva trovato altri lavori e Provvidenza era impegnata con il concorso per diventare notaio  a cui doveva partecipare verso Giugno. La cosa la coinvolse molto ed Evelyn se la prendeva perché si sentiva trascurata. Finito il concorso, se ne andarono comunque a Tahiiti per passare da sole ed insieme le ferie; Evelyn amava Gaugain ed era tanto che desiderava andare in quel posto lontanissimo. Al loro ritorno sempre più felici e sempre più innamorate, le vidi sempre di meno anche perché Evelyn era andata a lavorare in una chiesa dall’altra parte della città e a pranzo non la vedevo più e Provvidenza aveva incominciato a lavorare presso un notaio di Rometta. Ci fu finalmente il matrimonio di Marcello ed Alessandra in una settimana caotica vissuta tutta di corsa che sfociò in una giornata di caldo terribile con don Nino che fece una predica in cui se la prese con chi non pensava all’amore ma solo al suo piacere, cosi che Provvidenza ed Evelyn mi guardavano con riprovazione scuotendo la testa mentre Marcello ed Alessandra se la ridevano. La serata si concluse con bevute a mai finire e il bouquet della sposa finito in mano alle due testimoni. Alla fine però invidiai Marcello perché aveva avuto quello che più di tutto desiderava, mentre io ero ancora, come diceva mio padre “n’aceddu nta l’aria”, cioè senza nessuna idea di cosa avrei fatto della mia vita. C’è una cosa che per l’amore è più deleteria del tradimento ed è la quotidiana normalità, quella che è come la polvere che ricopre le cose e che da belle e interessanti le rende vecchie e banali e questa normalità stava lentamente corrodendo i nostri rapporti allentandoli e svuotandoli.   Marcello era ormai impegnato con la famiglia e ci vedevamo per sfuggita e con i minuti contati, Provvidenza era presa con lo studio notarile tra testamenti e vendite di case, Evelyn sistemava vecchie statue tarlate, e confessionali vetusti. Io restavo in negozio dietro a vecchiette che non capivano come funzionava il telefono e adolescenti che volevano l’ultimo modello di cellulare. Sembrava di vivere un'altra vita in cui lentamente stavamo invecchiando, ignorandoci e dimenticandoci. Avevo già adocchiato una ragazza nuova che lavorava nel laboratorio della pasticceria T. i cui cannoli erano eccezionali. Già ero entrato in confidenza e presto mi sarei fatto avanti. Era finito ottobre ed i morti erano appena passati. Era un sabato pieno di vento e di acqua e già dalle sei per strada non c’era nessuno. Stavo raccogliendo gli ultimi cellulari dalla vetrina pronto a chiudere il negozio, e finalmente far finire la giornata noiosa e atona nella sua ottusa banalità. Qualcuno entrò in negozio ed io dissi un “Arrivo” frettoloso. Quando alzai gli occhi la riconobbi: era Provvidenza. Si levò un cappello che la proteggeva dalla pioggia, liberando i lunghi capelli che portava. Era bellissima. Il negozio fu invaso dal suo profumo. “Come stai – chiese sorridendo – Evelyn è andata a casa dei suoi per un paio di settimane, cosi pensavo che potevamo mangiare una pizza! Insieme” “È un’ottima idea – feci contento – chiudo il negozio e andiamo. “ L’osservai attentamente perché era tanto che non la vedevo. Il volto era serio e si mordicchiava il labbro inferiore come quando era nervosa. “Tutto bene?” “Veramente no – disse con la faccia triste – con Evelyn abbiamo litigato, o meglio abbiamo avuto una discussione… niente di serio, per questo se ne è tornata qualche settimana da sua madre… per pensare un po'” La guardai seriamente “Perché avete litigato?” “Perché a Natale volevo dire alla famiglia che a primavera ci saremmo sposate e lei non voleva. Dice che è troppo presto, che dobbiamo pensarci” “e perché vuole pensarci?” “Perché vuole essere sicura… in verità penso che il salto da Monaco a Messina sia stato troppo lungo. Non so se le piace stare qui” “Io non capisco che senso c’è a volervi sposare, non siete come Marcello ed Alessandra che per stare insieme si sono dovuti presentare in chiesa di fronte a mille parenti!” “non capisci, per noi è una conquista…” “Sarà ma se il risultato è farvi litigare che senso ha?” “è che lei ha sempre sognato una famiglia con bambini e sposata secondo i crismi. Si vuole rifare della sua brutta esperienza che ha avuto quando era giovane. Ma proprio il ricordo del suo primo matrimonio la sta frenando: allora fece tutto di fretta senza pensarci troppo.” “ma voi, se vi volete bene, siete già sposate – dissi non capendo il problema, lei però scuoteva la testa - Va bene dai; ne parliamo dopo. Vai dietro che usciamo da li” Lei entrò nel corridoio che portava dritta all’uscita posteriore mentre sui lati dava sullo studio e il magazzino. “Hai fatto bene a venire – dissi contento – Marcello questa sera è dalla suocera e sono solo; andiamo a mangiare al Duomo, poi beviamo qualcosa” Chiusi la porta e spensi la luce lasciando solo quelle della vetrina. Quando mi girai nel corridoio non vidi nessuno. Feci qualche passo e stupito la chiamai “Provvidenza?” Qualcuno mi afferro e mi tirò dentro lo studio che era al buio, mi spinse contro il muro e…. mi baciò. Riconobbi subito le sue labbra, la sua mano, il suo respiro, il calore del suo corpo contro il mio, l’odore della pioggia sul suo impermeabile. Quella sua voglia dominante e decisa che era tanto che non sentivo! Fu come quando liberi un’aquila e questa da che era in una piccola gabbia, a che se ne vola in alto, nell'azzurro libera e felice. Cosi sembravamo nello stringerci e nel cercarci, nel riscoprirci e nell'amarci, arsi l’una dell’altro, accesi dallo stesso fuoco, drogati dallo stesso bisogno, volavamo nel cielo infinito dei nostri corpi, percorrendo strade ben note e che solo ora ci rendevano conto che ci erano mancate. “Evelyn - pensai, ma fu solo un pensiero che affondò subito nel mare della passione e della voglia - se non ci pensa lei, perché ci devo pensare io?” Mi chiesi o forse non me lo chiesi neanche, troppo preso nel farle un torto e nel pensare che non aveva importanza. La spinsi sulla scrivania levandole l’impermeabile. Fu tutto qualcosa in automatico (la sua gonna che si alzava, il pantalone che scendeva) e fatto con passione, (la sua lingua intorno alla mia, il calore della sua pasticceria, quel suo seno morbido come un bignè alla crema) e soprattutto tutto veniva fatto con una grande voglia  (il suo desiderio già liquido, il mio ondeggiare metodico e ritmico, le sue gambe che mi stringevano contro di lei, le sue braccia sul mio corpo); non so quanto durò, so che lo volevamo, che tutto accadeva di corsa forse non come doveva accadere e senza un perché apparente, ma accadeva perché per me non poteva non accadere, ed anche se era al buio, di nascosto e in affanno, bruciammo tutto il desiderio che avevamo ed era la cosa più bella che mi era capitata da quando Provvidenza mi aveva parlato di Evelyn. Dopo mi sentii in colpa. Ci si sente sempre incolpa dopo, e per me sentirmi in colpa quando era troppo tardi era una specialità A cena dissi a Provvidenza che avevamo fatto una cazzata, una grandissima cazzata. Lei sorrise, tranquilla come se non fosse successo nulla “No, abbiamo fatto la cosa più giusta che potevamo fare” e continuò a sorridere per tutta la serata senza voler tornare sull'argomento.
Fatto sta che da quel momento i sensi di colpa mi assalirono. Avevo tradito l’amicizia e la fiducia di Evelyn e questo mi disturbava, mi faceva sentire sporco; proprio io l’avevo tradita che quando lei inveiva contro gli uomini definendoli traditori e incapaci avevo difeso il genere maschile dicendole che non era vero, che non eravamo tutti traditori, sentendomi persino offeso per il suo commento! Non ci dormii per un paio di notti. Lo so, se guardi le vicende precedenti di questa storia assurda, sono certo che non ricorderai di me alcuna qualità o merito: sono bugiardo, superficiale, sempre pronto ad inseguire solo il mio piacere, incapace di porre un minimo pensiero costruttivo tra in mio inconcludente inquilino del piano basso e la pasticceria dell’amante del momento. Però, proprio perché riconosco di non avere nessuna qualità o merito, ci tenevo a quel poco di rispetto che mi ero guadagnato tramite le mie amicizie; senza Marcello e Provvidenza o Evelyn, in fondo non avrei avuto nessuno.
Presi il coraggio a due mani e qualche settimana dopo chiamai Provvidenza dicendole ancora una volta che dovevamo chiedere scusa ad Evelyn perché questo era onestamente quello che volevo fare. Non ero un traditore come Giuda o San Pietro e non mi sarei ne impiccato ne pentito, ma volevo in ogni caso fare qualcosa per rimediare. Lei invece, tutta contenta, mi disse che Evelyn sarebbe venuta la settimana dopo e che aveva deciso di fare come le aveva proposto Provvidenza e di sposarsi a breve. Lei era felicissima. “Come … e quello che abbiamo fatto” chiesi stupito “Ma che conta…. dimenticalo” rispose lei sbrigativa, con quel modo di fare pratico ed essenziale che hanno le donne. Stavo per rispondere, ma lei disse che doveva andare e mi salutò. Preso da sensi di colpa ancora più grandi, quando Marcello passò a trovarmi gli raccontai cosa era successo e lui mi guardò con gli occhi sbarrati. “ma tu … tu si …. si” e non riusciva a trovare le parole per definire la mia vigliaccata tanto era oscena ed orribile, restò qualche secondo sospeso nel nulla, poi continuò: “si na rannissima testa di minchia!! Se lo sa Evelyn lascerà Provvidenza e lei come minimo si ammazzerà….” Poi preso dalla rabbia se ne dopo avermi chiamato in tutti i peggior modi possibili. Insomma, mancavano una decina di giorni a Natale, tutti erano felici ed io ero preso da angoscia e disperazione. Mi chiamò Provvidenza: “ascolta per Natale vieni a mangiare a casa mia con le zie e la famiglia” “Ma no Provvidenza …, mio padre…” inventai sul momento “Porta anche lui…” “Ma no lui è abituato a passarlo dalla zia…” Ci fu uno scambio di telefono e sentii la voce di Evelyn che decisa disse: “Alfio, devi venire, dobbiamo fare un annuncio importante, sia io che Provvi ci teniamo alla tua presenza, parlerà Provvidenza con tuo padre, lo convince lei…” Alla fine lasciai tutto alla decisione di mio padre incapace di dire una parola contraria ad Evelyn. La mia tristezza aumentò. Avrebbero sicuramente parlato del prossimo matrimonio ed io ero l’unica persona che poteva rovinare tutto. Mi sentii più di un verme. Qualche giorno dopo mio padre entrò in negozio dopo il pranzo tutto euforico. Mi disse che aveva sentito Provvidenza e che le aveva detto che lui sarebbe andato dalla zia ma che io sarei stato presente anzi avrei portato anche un dolce di natale. Provai a dire che non volevo lasciarlo solo e lui si arrabbiò, gridando che lo facevo sentire un vecchio rimbambito e che dovevo andare dalla mia zita. Mi rassegnai. Decisi di piegarmi alla sorte in parte contagiato dall’euforia di mio padre che si era messo a regalare cioccolatini a tutti quelli che entravano in negozio invitandoli ad essere felici, in parte consolato dal fatto che tutto quello che avevo fatto con Provvidenza e quella fiammata d’amore che avevo sentito, non importava a nessuno e meno che mai a lei. Arrivando il giorno di Natale mi preparai lentamente come se dovevo andare in tribunale, mentre papà sembrava un galletto e girava per case cantando “una furtiva lacrima”. Prima di uscire mi abbracciò e mi disse di fare “Tanti, tanti, tanti, ma tanti auguri  a Provvidenza ed Evelyn”  e mi diede il Buccellato che la zia mi faceva ogni anno, dicendomi che dovevo portarlo a lei. Io pensai che si era innamorato di lei e che aveva perso per me ogni considerazione visto che le regalava il dolce che la zia faceva solo per me. Presi anche un enorme vassoio di cannoli e mi diressi verso casa di Provvidenza con la morte nel cuore. Quando entrai nell'appartamento all’ultimo piano, c’erano parenti ovunque. Nel salone dove avevamo fatto la veglia al povero zio Epifanio ora c’era una gran tavolata riempita di cose da mangiare come per un matrimonio, al posto del catafalco dello zio vi era un grande presepe in ceramica di Caltagirone con due enormi alberi di natale ai lati. Vagai un po’ con il vassoio e il Buccellato in mano salutando questo e quello che mi facevano tutti degli sbrigativi auguri: ormai non ero più lo zito di Provvidenza che certificava la “normalità” della nipote, ero quello che l’avrebbe potuta portare sulla buona strada e che aveva fallito. Era questo che più o meno leggevo nei loro sguardi. Mi sentivo il quattordicesimo invitato, quello che si fa sedere a tavola solo perché se no si è in tredici e porta sfortuna. Per loro valevo meno del mio Buccellato che avevo portato e che tutti salutarono con un goloso entusiasmo! Arrivai in cucina ed entrando vidi che c’erano Provvidenza ed Evelyn che stavano aiutando le zie nell’enorme pasto che stavano preparando. Feci appena in tempo a salutarle da lontano che Zia Tindara, che dirigeva la cucina,  mi buttò fuori dicendomi di andare a mettere il vassoio di cannoli e il Buccellato sul buffet in fondo alla stanza da pranzo su cui vi erano tanti dolci che si poteva aprire una pasticceria. Arrivò il momento di sedersi e a capotavola si sistemò il papà di Provvidenza e tutti gli zii, zie e cugini si disposero intorno alla tavola imbandita piena di centrotavola, di candele dorate e ricoperta da una elegante tovaglia rossa su cui brillavano piatti costosissimi mentre un esercito di bottiglie di vino completavano la lussuosa decorazione natalizia. Io ero finito alla sinistra del padrone di casa con due sedie vuote prima di arrivare a capotavola; alla mia sinistra, zia crocifissa che parlava urlando con la zia Assunta che non sentiva. Zia Immacolata, vedendo tutti al loro posto disse di accendere le candele che erano sul tavolo e di incominciare a mangiare. Apparvero Provvidenza e Evelyn che erano andate a cambiarsi e che subito comunicarono battendo le mani che dovevano dirci qualcosa di importante. Evelyn aveva un vestito rosso e Provvidenza uno bianco ed erano truccate in modo elaborato come se stessero andando ad una prima teatrale. O ad un matrimonio.
“Voglio dire qualcosa prima di incominciare - esordi Provvidenza in piedi alla destra di suo padre, mentre Evelyn, accanto a lei, le stringeva felice la mano - è una cosa per me ed Evelyn bellissima, che vogliamo condividere con voi…” Guardò tutti quanti sorridendo mentre arrossiva. Evelyn la guardava estasiata “E’ qualcosa che non a tutti forse piacerà - e mi guardò ed io pensai che forse quanto stava per dire qualcosa che mi avrebbe in qualche modo ferito - ma me ne assumo io tutta la responsabilità e in ogni caso ne ho parlato con Evelyn e lei ne è felicissima” La guardò piena di tenerezza mentre gli occhi di Evelyn brillarono “Ecco, ora dirà che si sposeranno ed io non solo non la vedrò più ma sarò anche il Giuda che ha tradito e che non sarà mai perdonato. Ora che si sposano, qualsiasi cosa che ha fatto con me non ha più significato, ma il mio atto, come potrò mai giustificarlo ad Evelyn?”   Sentii un terribile bruciore allo stomaco come se l’inferno stesse incominciando a bruciarmi da li. “Ecco io voglio dirvi che ….– incominciò di nuovo Provvidenza ma si fermò esitante e guardò Evelyn che le disse con un sorriso di continuare, così prese coraggio e con un filo di voce aggiunse – aspetto un bambino!”
Sentii distintamente nell'assoluto silenzio, le lancette della pendola muoversi: Tac, Tac, Tac. Poi successe la fine del mondo; le zie incominciarono a gridare e braccia in alto corsero verso Provvidenza per abbracciarla e baciarla, ma erano tante che chi arrivava dopo le altre stringeva, Evelyn come se lei fosse in attesa, ridendo e piangendo nello stesso momento incapaci di trattenere la gioia e le lacrime. I maschi in piedi batterono le mani e qualcuno incominciò ad aprire lo spumante previsto per i dolci. Zia Crocifissa e zia Assunta mi saltarono al collo gridando “Alfiuzzu Alfiuzzu” soffocandomi di baci e pungendomi con i loro baffi. Per un quarto d’ora non si capì più niente mentre zio Ruggero, che era il poeta di famiglia, creò una quartina in rima per inneggiare alla neo mamma anche se nessuno l’ascoltava. Finalmente tutti si calmarono e Provvidenza venne a sedersi alla mia destra e quindi, accanto a lei Evelyn che così era vicina al padrone di casa. Quando Provvidenza si sedette accanto a me io la guardai e lei felice mi baciò con un immediato scroscio di applausi e lacrime delle zie. Solo allora realizzai che sarei diventato papà. Incominciammo a mangiare ed ogni volta che volevo parlarle, c’era qualcuno che alzava il calice per fare un brindisi alla neo mamma, o qualcuno che si avvicinava con il bicchiere in mano per baciarla e farle le sue personali congratulazioni suggerendole di chiamare il nascituro con i nomi di famiglia: Epifanio, Filadelfio, Cateno, e soprattutto Letterio. Io ero stordito e non capivo. Se lei era in attesa, allora Evelyn doveva sapere che io, insomma avevo fatto qualcosa con Provvidenza e allora perché non era arrabbiata? La guardai e lei incontrando il mio sguardo alzò il bicchiere e mi mandò un bacio. Ero nel pallone più assoluto. Non riuscivo a capire e a mangiare, bevevo solo angosciato. Dopo circa quattro ore di pranzo, essendo finite le portate, i dolci, il vino e la lucidità dei commensali, mi alzai lentamente e mi diressi verso il bagno. Mi levai la giacca e mi sciacquai la faccia per riprendermi un po’, dopo tutto il vino che avevo bevuto. Entrò Provvidenza che si avvicinò a me sorridendo “Scusa se non te l’ho detto prima. Sei contento?” “non è che ho ancora metabolizzato la cosa ma penso che devo essere felice” “Tuo padre era contentissimo quando gliel’ho detto. Mi ha chiamato tre volte quel giorno per sapere quando nasceva, se era maschio o femmina e come lo volevo chiamare” Ora capivo tutta l’euforia di mio padre degli ultimi giorni; era il suo grande sogno poter rincominciare da capo con un erede più serio di quello che, purtroppo per lui, al momento aveva. “Ma Evelyn ?” chiesi sotto voce preoccupato. Provvidenza non mi rispose ma guardò la porta come se avesse sentito qualcosa “Evelyn puoi entrare, la porta è aperta” La maniglia restò ferma qualche secondo poi lentamente si abbassò e da una fessura della porta apparve il volto di Evelyn “Posso? non è che state parlando di cose vostre” Provvidenza allungo solo il braccio con la mano aperta ed Evelyn entrò prendendole la mano. Mi ricordai che mi ero preparato tutto un discorso in cui mi prendevo la colpa dell’azione infamante che avevo fatto dichiarando l’innocenza di Provvidenza che non voleva cedere alle mie brame bestiali “Evelyn io….” incominciai “Ma lo sai cosa ha fatto questa pazza della tua zita quando sono tornata?” Fece Evelyn con un tono che bloccò il lungo e fantasioso racconto che mi ero inventato. Provvidenza sorrise e si strinse a lei sorridendo “Mi prende all'aeroporto e mi porta a Venetico, mi fa entrare e mi fa sedere sulla poltrona grande in salotto, prende un cuscino e me lo mette ai piedi e si inginocchia e già io penso a un nuovo gioco erotico; poi prende e mi leva gli anelli e i bracciali dalla mano destra e mi dice “Devo dirti due cose, una forse brutta e una bella, bellissima” Io la guardo e penso che mi voglia dire quanto le sono mancata “La prima cosa è che quando non c’eri sono andata da Alfio e ho fatto l’amore con lui” Io l’ho guardata stupita, poi ho perso il lume della ragione e le ho dato uno schiaffo che le ha fatto girare la testa chiamandola “Putain” e mi stavo alzando per andarmene” Si avvicinò alla guancia di Provvidenza e le diede un bacio “Scusami – le disse – scusami ancora per averlo fatto e per pensato male, poi tornò a guardarmi e commossa continuò – Lei mi strinse le gambe e mi disse: “Non ancora, devo dirti un’altra cosa ti prego. Io voglio bene ad Alfio, non ha molte qualità se non quella che sa amare, che sa porti al centro del suo mondo e donarti tutto l’amore di cui hai bisogno. Non voglio che lui scompaia dalla mia vita come quando si scende ad una stazione e ci si dimentica di chi era seduto nel nostro scompartimento. Non voglio che diventi un ricordo, un amico occasionale, voglio che sia sempre presente nei miei giorni, perché lui ha avuto tanta pazienza con me, la pazienza di chi ci ama e che è disposto a soffrire in silenzio pur di restarci vicino. Ma quello che ho fatto l’ho fatto perché ho pensato a quello che abbiamo discusso prima della tua partenza, allo sposarci tra uno o tre anni. Mentre eri via ci ho ragionato e mi sono detta che non aveva senso. Io sono sicura di te, ti amo come non ho mai amato e come non voglio amare nessun altro. Tu sei ormai il mio mondo, la mia nuova vita, i miei domani, i miei sogni, i miei desideri, il mio respiro e non mi serve un pezzo di carta o una cerimonia per esserne sicura o per avere la certezza di quello che già so; sei già tutto quello che voglio, tutto quello che desidero, tutto quello di cui ho bisogno oggi, domani, sempre: un sempre grande quanto tutta la nostra vita, tutti i nostri giorni ed oltre. Se tu vorrai sposarmi tra tre anni o anche domani, per me va bene se è questo che ti farà stare bene e se è questo quello che vuoi, io però non ne sento più la necessità: tu sei già mia, così come io sono tua. Ho pensato anche a quanto hai detto che sposarsi era un modo per poter adottare un figlio ed essere una famiglia, quella famiglia che desideri, che completerà l’amore che abbiamo. Ma io con le carte ci lavoro e ci vivo e so che non sono le carte che portano i figli, perché i figli sono amore e l’amore nasce dall'amore, così mi sono ricordata di don Nino quando ha detto “non dica l’eunuco: ecco io sono un albero secco” e ho capito che se ti amavo, se dovevo costruire una nuova famiglia con te già da ora, dovevamo avere un figlio nostro adesso, che doveva nascere con l’amore per il nostro amore, perché è questo quello che tu vuoi più di tutto ed è questo quello ci renderebbe veramente una famiglia, senza bisogno di carte e cerimonie. Per questo sono andata da Alfio e gli ho chiesto ancora il suo amore, per poterti dare l’amore che tu vuoi” Io l’ho guardata e non capivo “Mon Dieu, ma cosa vuoi dire?” e lei mi ha sorriso con quei suoi occhioni umidi per lo schiaffo che le avevo dato e mi ha detto “Aspetto un bambino, il nostro bambino” E li ecco ho capito quanto mi amava, quanto il suo amore fosse più grande immensamente più grande del mio, perché lei aveva l’amore delle certezze, quelle che io avevo sempre cercato ed avevo paure ad accettare. Lei vuole darmi tutto quello che ho desiderato, tutto quello che rende l’amore, amore vero. Per avere questo bambino le si allargherà il sedere come quello della zia Immacolata e le verranno delle tette come quella di una mucca, ma non ha pensato a se stessa, ha pensato a noi: è questo il vero amore, il nostro amore” Evelyn si mise a piangere abbracciando Provvidenza e me. “ Ti amo, ti amo ti amo. Non voglio più carte o cerimonie, devo solo amarti come meriti e come voglio” le disse tra le lacrime stringendola Provvidenza sorrise, poi sbianco “Evelyn …..” “Oui mon amour…” “Sto per vomitare…” “Oh mon Dieu…” fece Evelyn che la prese e la portò vicino alla tazza giusto in tempo perché Providenza svuotasse tutto quello che aveva mangiato tra singulti e spasimi “Vado a chiamare la zia “dissi ed uscii di corsa mentre Evelyn le teneva la fronte accarezzandola; a sentire quei conati stavo anch'io male anche se avevo mangiato pochissimo. “Ma petite maman….” la diceva Evelyn accanto a lei. La zia stava giocando a sette e mezzo ma quando senti di Provvidenza scappò verso il bagno seguita da chi non giocava. Portammo provvidenza nel letto dei suoi genitori sempre con Evelyn che le stava accanto parlandole teneramente. Mentre rendeva un po’ di colore guardavo Provvidenza vedendola provata ma felice;  le erano venute due occhiaie terribili e pensai a quanto doveva amare Evelyn e a quanto doveva amare anche me anche se in tono minore dato che, invece di farmi andare alla deriva lontano da lei come mi era successo con Giovanna, mi aveva legato a lei per sempre perché non mi perdessi. Perché non la perdessi. Zia Gioconda entrò in camera con il cellulare di Evelyn “C’è stu cosu chi continua a fare pinghe pinghe” Evelyn lo prese in mano “È il promemoria, mia cugina Jenne dovrebbe essere arrivata alla stazione con il bus dall’aeroporto di Catania, Provvidenza l’ha invitata a stare un po’ con noi, poverina non va mai da nessuna parte ed è sempre sola – poi aggiunse seccata guardando Provvidenza - proprio ora doveva arrivare!” “ci va Alfio a prenderla – fece lei sorridendo e mi guardò - Alfio per favore vai tu a prenderla, lascia qui con me Evelyn” “Va bene - le dissi contento di uscire e di poter far qualcosa per loro due – ma come è?” Evelyn stava per rispondere “non ti preoccupare le abbiamo mandato una foto tua, ti riconoscerà lei” rispose velocemente Enza “Ma parla italiano?” “Sua madre è la sorella di mia madre che è italiana, lo capisce perfettamente” fece Evelyn sorridendo. Stavo per andare ma Provvidenza mi richiamò e facendomi abbassare mi disse in un orecchio “Non la portare qui che c’è tutto questo casino, falle fare un giro e appena mi riprendo veniamo a prenderla – poi mi prese per la camicia tirandomi verso di lei – poi ricordati che sono la madre di tuo figlio ed ho diritto a un bacio ogni volta che te ne vai” e mi baciò velocemente. Cosi uscii andando a cercare la cugina. In verità volevo schiarirmi le idee perché erano successe tante cose una di seguito all’altra e mi sembrava di perdere il filo. Incominciai a pensare a tutto quello che era successo da quando avevo conosciuto Enza: la visita a zia crocifissa, Ellen, Annarita e la pignolata, Giovanna e mi sembrò che con Provvidenza, eravamo lentamente risaliti insieme dalle profondità di quel mare di solitudine in cui ci eravamo conosciuti per tornare in superficie a rivedere la luce e respirare. Quando arrivai alla stazione era già buio pesto e vidi che il pullman da Catania, era già li, ma a parte il conducente non c’era nessuno e visto che era già buio e faceva freddo, mi arrabbiai. Mi guardai intorno dandomi dello stupido perché non avevo chiesto il cellulare di questa  rompiscatole di Jenne. Pensai di chiamare Provvidenza così presi il cellulare e feci scorrere la rubrica. Qualcuno mi batté sulle spalle e quando mi girai il buio si colorò di rosso. Rossi erano i capelli, di un rosso intenso e ricci come una criniera di leone, rosse le lentiggini intorno agli occhi di un verde marino come quelli di Evelyn, rosse le labbra e grandi mentre sorridevano circondate due piccole fossette sulle guance tonde e dal color della panna montata. Un giubbotto rosa avvolgeva un maglione e dei pantaloni bianchi che illuminavano la piazza di sensualità visto che rivestivano un corpo simile a quello di Evelyn. La guardai stupito e affascinato: era come se Giovanna fosse riapparsa improvvisamente. Un tablet bianco si materializzò tra le sue mani. “Ciao sono Jenne” vi era scritto a grossi caratteri e subito dopo “Sei Alfio?” “Si ciao sono Alfio , non parli italiano?” Dissi parlando lentamente come facciamo quando pensiamo che lo straniero che ci ascolta sia tanto stupido da non capire Fece la faccia di chi è dispiaciuta e si indicò la gola dove vi sono le corde vocali e con la testa fece segno di “No” “Non puoi parlare…” chiesi stupito Faccina triste e ancora  “No” con la testa. Il cuore mi fece un sobbalzo, era cosi che mi ero sempre immaginato la mia Giovanna chiusa nel corpo di quell’essere omonimo che aveva preso il suo posto e che da qualche parte la teneva prigioniera nel silenzio più triste. “ma dov’eri andata?” Faccino felice, indicò il bar e si passò la mano sullo stomaco, aveva fame, faccina triste, testa che diceva no: il bar era chiuso. “Ma se hai fame possiamo andare qui vicino, c’è Irrera – e poi con esitazione – ti piacciono i dolci?” Faccina felice con testa che diceva “si” lentamente e con occhi chiusi “Moltissimo” tradussi “Allora mettiamo il trolley in macchina e andiamo. Ti faccio assaggiare il cannolo, lo hai mai mangiato?” “No” fecero i suoi riccioli lasciando una scia del profumo delicato che ha il vento di marzo quando porta la primavera. “il cannolo è come la felicità, lo devi assaggiare - le dicevo mentre mettevo il trolley in macchina continuando a guardarla con la paura che sparisse - è come tornare bambini e sentire le carezze della mamma, oppure - le dissi guardandola negli occhi - è come quando baci per la prima volta “ Lei mi guardò, un piccolo lampo le passò negli occhi e sorrise. “Qui da Irrera fanno i migliori cannoli di Messina, vedrai – le dissi incamminandomi mentre mi seguiva un passo indietro ed io ero tanto contento di averla vicino che non smettevo di parlare – poi verrà Evelyn a prenderti, noi abbiamo finito da poco il pranzo e non penso che questa sera mangeremo, per cui ti conviene mangiare qualcosa ora. Se vuoi poi ti porto a mangiare un po’ di focaccia, la focaccia qui a Messina è buonissima. Se non la vuoi stasera magari domani, ci possiamo vedere domani? che dici, magari andiamo a Taormina. Sei mai stata a Taormina …?” Lei allungò il passo e mi raggiunse e con la sua prese la mia mano e me la strinse quasi a fermarmi in quella corsa dove i miei passi seguivano la velocità, e la gioia, delle mie parole. Mi fermai e guardai la sua mano nella mia e poi alzai lo sguardo per vedere il suo volto. Sorrideva, o meglio, il suo sorriso faceva più luce dei lampioni nella strada e i suoi occhi l’amplificavano come se intorno non vi fosse più Messina e tutto quello che conteneva, ma solo lei. “Jenne vuol dire Giovanna vero?” le chiesi, perché d’improvviso capii che tutto quello che avevo dato a Provvidenza, lei me lo stava restituendo in silenzio, Jenne fece segno di “Si” con la testa e sorrise allargando quelle sue labbra che erano belle come un’alba e pensai che a baciarle sarebbe stato come baciare la panna o un raggio di sole o una nuvola. Lei non lo sapeva, o forse lo sapeva ma voleva che tutto accadesse per come doveva accadere, non sapeva che avrei riempito i suoi sogni di panna, il suo corpo d’amore e che l’avrei rivestita di cioccolato e glassa al limone, avrei farcito di crema pasticcera la sua anima, divorandola, mordendola, leccandola ed amandola ogni minuto della mia vita; lei non lo sapeva, ma forse lo immaginava che lei sarebbe stata la mia cassata ripiena di dolcissimo amore con gocce di cioccolato per la passione e frutta candita per i giorni felici che le avrei dato; lei non lo sapeva ma forse voleva che la portassi vicino al paradiso da cui abbracciato a lei saremmo lentamente tornati su questo mondo come una foglia morta che plana sul prato scivolando nell’aria; lei non lo credeva ma forse pretendeva che le insegnassi a parlare d’amore e le sue parole sarebbero state belle come i biscotti all’anice o i buccellatini, golose come le sfinci di san Giuseppe ed il suo corpo sarebbe stato per me un buffet di piccola pasticceria su cui raccogliere il suo amore, su cui lasciare tutto il mio; lei non ci pensava, ma forse già immaginava che saremmo stati come la pignolata ed a turno ora saremmo stati la passione della cioccolata, ora la tenerezza del limone. Lei non lo sapeva, ma forse lo capiva che io già l’amavo, già da oggi, per ogni altro domani, per quanto è grande e immenso il sempre di cui parlava Provvidenza, per tutta la nostra vita e oltre!
(nota di ferribotti – questo è l’ultimo racconto dell’ingordo   verso Natale pubblicherò  su Amazon tutta la storia apparsa sul blog, insieme a tre racconti inediti e alla storia di come è nato).
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paoloxl · 6 years ago
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Due anni di indagini, serrate, con ingente dispiegamento di uomini e di tecnologie. Un anno di clamore, dichiarazioni, partecipazioni televisive. Ma alla fine l’inchiesta della Procura di Catania guidata da Carmelo Zuccaro va verso l’archiviazione. Non ci sono prove, i magistrati non le hanno trovate.Si diceva ottimista, il capo della Procura siciliana. Riteneva che avrebbe individuato riscontri al reato che ipotizzava a carico di alcune Ong (associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione illegale). Così non è stato. La tanto mediatizzata inchiesta giudiziaria sta per finire – con assai minore enfasi mediatica – in un cassetto, come ha ben raccontato sul Fatto Quotidiano il collega Antonio Massari. Destino non diverso da quello degli altri tre fascicoli aperti in altrettante Procure che in quest’ultimo paio d’anni ha avviato indagini analoghe: Ragusa, Trapani e Palermo. L’ha plasticamente sintetizzato Nello Scavo su Avvenire: «Erano quattro le inchieste a carico delle Ong che salvano migranti», scrive. «Tutte accusate di essere in combutta con gli scafisti. Ma di indagini ne sopravvivono due: una (Catania) si avvia all’archiviazione; l’altra (Trapani) ha derubricato l’associazione per delinquere all’ipotesi di irregolarità allo scopo di “commettere” salvataggi». E quindi? Qual è il bilancio? Solamente che le organizzazioni non governative ne escono “sporcate”. Ora c’è il dubbio. Ora ciò che resta è l’onda lunga di ogni bufera “a mezzo stampa”: pochi sanno che tanto dispiegamento di forze e risorse sta finendo in nulla, nella coscienza e conoscenza collettiva permane che le Ong sono finite sotto inchiesta. E chi vuol restare convinto che “sotto qualcosa c’era” potrà sempre sostenere che le archiviazioni sono “politiche” o che le inchieste sono finite in mano a magistrati “buonisti” o dal cuore tenero. Nel 1999 Medici senza frontiere veniva insignita del Premio Nobel per la Pace. Oggi gli organismi che vanno a salvare la gente in mare o che in generale si occupano di migranti sono realtà sospette. Questo è il risultato. Invece, sarebbe il caso di approfondire l’accaduto giudiziario-politico-mediatico di questi due anni. Specie di quanto successo nel 2017, l’anno cruciale, quello della svolta. Le diverse indagini avviate nelle Procure del Sud sono solo uno degli aspetti della complessa e oscura vicenda. Nel corso dell’anno passato vi sono stati anche gli accordi stretti dal nostro governo con Niger e Libia per “frenare” il flusso migratorio; vi sono state anche le restrizioni poste alle Ong del mare da parte dell’allora ministro dell’Interno Marco Minniti sulle operazioni nel Mediterraneo e il conseguente “codice di condotta” imposto alle navi che facevano “ricerca e salvataggio” in mare; vi è stato il progressivo appoggio della Marina Militare Italiana alla Guardia Costiera Libica, sia in termini di mezzi che di coordinamento e di addestramento. Non si vuole fare dietrologia a basso costo, ma i fatti dicono che tutto ciò è accaduto negli stessi mesi, con una serie di coincidenze temporali che, quanto meno ai giornalisti, dovrebbe destare curiosità. È nostro compito chiarire cos’è successo, magari soltanto per escludere brutte ipotesi e sgombrare il campo da ombre che, ad oggi, ci sono. Sarebbe interessante capire come mai, ad esempio, a bordo di alcune delle navi delle Ong sono finiti a fare sicurezza personaggi provenienti dalla destra xenofoba e sovranista; come mai una certa attività di dossieraggio ha coinvolto prima l’intelligence e alcuni politici e solo dopo i magistrati; come mai, in perfetta contestualità con le notizie che debordavano sui media, veniva messo in atto un fine lavoro di costruzione di fake news e di bombing sui social (la puntuale inchiesta di Andrea Palladino e Andrea Tornago sulla Stampa ha rivelato il caso di figure prezzolate dedite a questa attività di disinformazione); come mai veniva approntata nello stesso periodo la nave C-Star di Generazione Identitaria per scorrazzare nei mari “a caccia di migranti e di chi li salvava”. Tutto in contemporanea. Strano no? Un’incredibile serie di coincidenze temporali. Quando sono troppe, le coincidenze, occorre metterci il naso. Noi giornalisti dovremmo farlo. E andare fino in fondo.
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carmenvicinanza · 3 years ago
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Carmen Consoli, la Cantantessa
https://www.unadonnalgiorno.it/carmen-consoli/
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Carmen Consoli, ‘La cantantessa‘ è una cantautrice e musicista italiana.
Dotata di uno stile vocale particolarissimo e di una notevole abilità scenica, la sua carriera artistica è una mescolanza di energia rock, melodie nostalgiche e testi auto-ironici. È stata la prima donna a esibirsi sul prestigioso palcoscenico dello Stadio Olimpico di Roma.
È nata il 4 settembre 1974 a San Giovanni La Punta, in provincia di Catania. Talento precocissimo, ha iniziato a suonare la chitarra all’età di nove anni incoraggiata da suo padre che le ha trasmesso l’amore per la musica.
Ha iniziato a suonare e esibirsi dal vivo in una cover band a quattordici anni, dimostrando da subito il suo grande talento. Nonostante fosse giovanissima, si muoveva sul palco senza alcuna soggezione e con grande grinta. Dopo il diploma ha cominciato a frequentare Roma per cercare presentare i suoi pezzi e alle case discografiche.
Nel 1995 ha registrato la sua versione de L’animale di Franco Battiato in un cd tributo al grande artista siciliano. Nello stesso anno ha partecipato a Sanremo giovani con la canzone Quello che sento.
Nel 1996 è andata al Festival di Sanremo con Amore di plastica, scritta in collaborazione con Mario Venuti. Il brano diventa subito un successo, la musicista colpisce, oltre che per la particolarissima voce anche per il suo aspetto aggressivo e fragile al tempo stesso, e per la sua personalità prorompente che buca lo schermo.
Nello stesso anno esce il suo primo disco Due parole seguito da una lunga tournée nelle principali città italiane e la partecipazioni a manifestazioni importanti come il Concerto del 1° maggio, il Premio Recanati e il Premio Tenco.
L’anno seguente è ritornata a Sanremo con il brano Confusa e felice, che diventerà il suo cavallo di battaglia e una frase diventata un tormentone in tutta la penisola. L’omonimo album ha conquistato il disco di platino.
Magnetica cantautrice ha rappresentato una nuova ventata di energia, talento, forza e determinazione.
Nel 1998 il suo terzo cd Mediamente isterica, ha visto la luce ed è stato celebrato con un tour.
Dopo una pausa di riflessione, è tornata a scalare le classifiche con In bianco e nero, del 2000.
Pur essendo una solista, Carmen Consoli ha spesso prediletto le collaborazioni con altri artisti e artiste come Mario Venuti, La Crus, Paola Turci e tanti altri.
Ha continuato a incidere e suonare dal vivo, con varie battute d’arresto, in cui si è concentrata sulla sua vita privata, nel 2013 ha scelto di fare un figlio da single con la fecondazione assistita.
Dopo oltre sei anni di pausa, nel 2021 la Cantantessa ha festeggiato i 25 anni di carriera con un evento speciale all’Arena di Verona e con un nuovo album, Volevo fare la rockstar.
La sua ultima fatica ha assunto il tono di una riflessione matura, tra sfera intima e politica, nostalgie e speranze per un domani diverso, meno violento e disumanizzante. Viaggia sul binario della memoria dove i suoi ricordi di bambina si intrecciamo alle tragedie di una Sicilia dove la mafia lasciava una lunga scia di sangue.
Carmen Consoli ha abbandonato il rock degli esordi, si è soffermata in una bolla più intima e meno veloce, nonostante i tempi frenetici e bulimici che viviamo, allergica per natura all’idea di svendersi.
Dal rock al cantautorato, dal pop più elegante al folk tradizionale, sempre all’insegna di uno stile unico e originale. Poche musiciste italiane possono vantare i traguardi che ha raggiunto negli ultimi 25 anni.
La particolarità della sua voce, l’ironia irresistibile, l’esuberanza, ma anche la fragile delicatezza delle sue canzoni sono tutt’uno col suo modo di essere sempre fresca e anticonvenzionale, che ammalia il pubblico di oggi come quello di ieri.
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cinziacreazioni · 4 years ago
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giancarlonicoli · 6 years ago
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8 MAR 2019 15:19
PINO SECOLARE - È MORTO A 84 ANNI L'ATTORE PINO CARUSO, INTERPRETE DELLA SICILIANITÀ PIÙ AUTENTICA – NEGLI ANNI ’60 FECE PARTE DEL BAGAGLINO PER POI PASSARE ALLA TV – FU PROTAGONISTA A FIANCO DI BAUDO NEGLI ANNI ’80 E IN SEGUITO NELLE FICTION - FU UNO DEI POCHI, CON LANDO BUZZANCA E FRANCO E CICCIO, A SDOGANARE IL DIALETTO SICILIANO IN TV - VIDEO
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Maurizio Porro per corriere.it
Da bravo siciliano purosangue Pino Caruso, morto ieri a Roma a 84 anni, aveva segnato la sua carriera nel nome di Pirandello: iniziò con «Il gioco delle parti», finì con «Non si sa come» ma in mezzo ci furono altre opere dello scrittore fra cui «Il berretto a sonagli». Prima di Camilleri e di Ficarra e Picone, Pino Caruso fu uno dei pochi, con Lando Buzzanca e Franchi e Ingrassia, a sdoganare il dialetto siciliano in tv.
Fu un personaggio dalle molte vite, al cinema, in teatro, sul piccolo schermo e in letteratura con alcuni libri non solo biografici molto ben accolti, tra poesie e aforismi. E fu anche organizzatore di eventi nella stagione 95-97 quando era sindaco a Palermo Leoluca Orlando e Caruso si adoperò per rendere kolossal la Festa di Santa Rosalia, protettrice della città, e organizzò «Palermo di scena» una rassegna cui fece intervenire nomi a volte irriverenti e di gran prestigio come Sakamoto, Carmelo Bene, Dario Fo. Poi anche i rapporti ufficiali con l’amministrazione della sua città sono cambiati e il nostro attore è rientrato a fare l’attore e basta, ma con un senso di amarezza e di ingiustizia in più. Nato palermitano il 12 ottobre 34, prima di arrivare a Roma e poi a Milano col Bagaglino, fu voce recitante per Mozart al Massimo di Palermo e certo fu scritturato dallo Stabile di Catania.
La sua fama alla fine degli anni 60 è soprattutto televisiva:«Che domenica amici» (in cui tiene la rubrica «Diario siculo») e poi «Gli amici della domenica» (1970), «Teatro 10», «Dove sta Zazà» di Castellacci, Pingitore e Falqui (il suo clan artistico), «Mazzabubù» e serate musical con la Vanoni («Due di noi») e Milva («Palcoscenico»). Dirige per Raitre un film sul caso Tortora e va ospite da Baudo e la Carrà, poi a Canzonissima, Portobello, Fantastico, il supermercato della tv nazionale popolare che in seguito lo vede nella serie di Canale 5 i «Carabinieri».
Molti i film cui partecipò (debuttando nel musicarello «La coppia più bella del mondo») nessun vero protagonista, ma alcune partecipazioni che si ricordano: il don Cirillo di «Malizia» best seller di Samperi con la bomba Laura Antonelli, il commissario del giallo alla torinese «La donna della domenica» e un umanissimo sacerdote nella «Matassa» di Ficarra e Picone. Col teatro, quello vissuto sera per sera, palco per palco, Caruso ebbe un rapporto vero e vissuto, occupandosi molto anche del sindacato attori.
Recita un altro grande siciliano come Vitaliano Brancati («Don Giovanni involontario») e poi scrive egli stesso i testi di due successi in giro per l’Italia, «Conversazione di un uomo comune» e «La questione settentrionale». Non riconciliato del tutto con la cultura dominante, Caruso fu un attore eccentrico, capace di satira politica e avvolto nelle sue radici culturali, finendo col monologo «Mi chiamo Antonio Calderone» della Maraini, tratto dal libro di Arlacchi.
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radiosciablog-blog · 8 years ago
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Intervista al cantautore Davide Moscato; puro talento musicale dal sapore internazionale.
Intervista al cantautore Davide Moscato a cura di Domenica Borghese.
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Davide Moscato, classe '77, è un cantautore calabrese dal talento puro.
Inizia il suo percorso musicale da giovanissimo; studia il pianoforte da autodidatta; consapevole delle proprie capacità vocali se ne prende cura, educando la sua voce fino a spingerla ad una estensione tenorile, con un ottimo uso del falsetto.
Vanta importanti esperienze musicali che lo spingeranno avanti, fino al 2012, quando incide il suo album di debutto “The golden dawn of the tramp” per la Seahorse Recording.
Nel 2016 esce il suo secondo album “Mental Maze” (dedalo / labirinto mentale), un concept album che racconta in 8 canzoni, diverse storie sulle cause che possono spingere ognuno di noi a chiudersi in se stessi.
D: Davide, raccontaci com'è iniziato il tuo cammino musicale.
R: Molto semplicemente è iniziato tutto attraverso l’amore per la musica trasmessomi da mia madre, una cantante semi professionista negli anni ’70, e successivamente dai miei fratelli maggiori. Ascoltando le loro musicassette sono passato attraverso un caleidoscopio musicale fatto di Soul, R’nB, Rock’n Roll, passando ai classici anni ’50 e arrivando poi a John Lennon e successivamente ai Queen, per poi innamorarmi del Progressive Rock anni ’70 e dell’ Hard Rock. Da qui l’amore per il piano e lo studio autodidatta dello strumento con le mie prime acerbe composizioni. Le prime feste canore a scuola, e le varie band nelle quali sono stato front man per alcuni anni. Quindi il piano-bar a fine anni ’90 con le prime partecipazioni ai Festival e nelle emittenti televisive locali, poi gli ingaggi nei villaggi e nei Resort in tutto il mondo nei primi 2000. Quindi l’ incontro col produttore P. Messere della Seahorse Recordings e i miei attuali due CD autoprodotti.
D: Parlaci del tuo primo album “The golden dawn of the tramp”.
R: All’interno ci sono 10 brani, alcuni risalenti a quegli anni della adolescenza, mentre i più nuovi avevano già 4 anni circa. I testi trattano l’amore, la solitudine, la morte, il sesso, la mia personalità, e il fantasy. Sono tutti in lingua inglese perché ho sempre amato la musica americana e inglese, e inoltre perché il genere musicale che li riveste non è italiano, infatti gli arrangiamenti sono Progressive Rock, Stoner, e Psychedelic. Il significato del titolo, invece, riguarda il mio essere sempre stato in giro per il mondo, per lavoro soprattutto, quindi il vagabondo (The Tramp), mentre per alba dorata (Golden Dawn) intendo semplicemente il mio esordio discografico, un raggiungimento di un sogno, come svegliarsi dopo aver sognato per anni un qualcosa che finalmente si è realizzato. La copertina è un disegno molto bello fatto da mio fratello Antonio (disegnatore freelance) ed elaborato al computer da Valeria Sorce, contiene diversi simboli esoterici e non solo, alcune rune, e simboli inerenti la mia vita, come ad esempio l’ambientazione che è  una spiaggia.
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D: Da poco tempo hai pubblicato il tuo secondo lavoro musicale: “Mental Maze”, parlaci dell'album e del perchè hai scelto questo titolo.
R: Per il secondo CD ho scritto da zero tutti i pezzi. Quindi ne risulta un lavoro molto più fresco, che dipinge meglio la mia personalità di quasi 40enne, e la mia propensione attuale alla musica. “Mental Maze” significa labirinto/dedalo mentale, ed è una sorta di concept album di otto brani, che trattano le aberrazioni causate da particolari choc della vita, momenti difficili, ai quali non sappiamo far fronte e che ci costringono a chiuderci in noi stessi, con la conseguente perdita della nostra personalità e la difficile ricerca di una via d’uscita. Da qui, quindi, l’idea di rappresentare il tutto con un labirinto, ed il più famoso ideatore di labirinti è Dedalo della mitologia greca, il quale divenne celebre per aver costruito il labirinto dove fu rinchiuso il Minotauro. Ed è così che è nata la mia idea della copertina dell'album, che ritrae proprio un rilievo del labirinto già menzionato, e poi rielaborato ancora una volta da V. Sorce. Ad amalgamare ulteriormente i brani tra loro, l’idea di far tornare il titolo del disco in ogni canzone. Se nel primo lavoro i musicisti in studio, compreso me, erano in totale 5, stavolta la maggior parte dei brani sono stati elaborati e suonati da me e da Paolo Messere, a parte un brano suonato da Ettore Salati alla chitarra e uno cantato in duetto con la mia compagna Giovanna Dimasi. Le registrazioni si sono protratte per circa un anno, negli studi Seahorse a Viterbo nel 2015, e a Catania nel 2016.
D: Hai vinto il premio degli Akademia Music Awards in Florida, per ben due volte; raccontaci di questa esperienza e dell'emozione che si prova ad essere premiati in America.
R: Gli Akademia indicono ogni mese un concorso online, previa una registrazione sul loro sito, poi carichi il tuo brano nella categoria che reputi opportuna, e aspetti l’ esito del concorso. La prima volta è stata davvero inattesa, per quanto io creda in ciò che scrivo e che canto, ma la gara è a livello mondiale e quindi capirai bene che per quanto tu creda in te la realtà può essere un’altra in certi casi. Il pezzo era “Crossing the infinity”. La seconda vittoria arriva dopo 7 mesi con il mio brano “From the ashes”. Ad Aprile ci sarà un Galà proprio in Florida, con la premiazione di tutti i vincitori. Posso solo aggiungere che i premi, specie se inattesi, ti portano tanta gratificazione e ti fanno capire che devi andare avanti; in questo caso poi, un italiano che vince cantando in una lingua che appartiene a loro, sa ancora più di magico.
D: Davide, sei reduce da una tournèe che ti ha permesso di farti conoscere a New York. Come sei stato accolto e quali differenze hai potuto riscontrare tra il pubblico italiano e quello newyorkese?
R: L’ impatto è stato subito positivo, sia per me che per loro, nel senso che ho potuto riscontrare nel pubblico di New York un interesse, per niente scontato, sia per le mie composizioni che per la mia voce. Qualcuno mi ha persino paragonato a Stevie Wonder dopo una mia esibizione, ma questo perché lì, la musica, non è solo intrattenimento, è arte da vivere tutti i giorni, e i loro parametri di paragone sono evidentemente più alti dei nostri.  A New York ogni sera i locali propongono cantautori emergenti, io ero l’unico straniero, ma ero a mio agio tra loro e sul palco, perché sapevo di potermela giocare alla pari con tutti gli altri. La gente ascolta davvero e si diverte insieme a te.   I gestori dei locali incentivano le esibizioni live, tanto che alcune serate iniziano già alle 18:00 per continuare tutta la sera, con un continuo susseguirsi di artisti. Naturalmente i locali sono tutti adibiti nel modo più giusto a rappresentare questi concerti e molto poco è lasciato al caso. Non vedo sostanziali differenze col nostro pubblico, se non il fatto che lì si suona tutti i giorni e per questo la gente è molto più “educata”, musicalmente parlando, più avvezza ad ascoltare dei musicisti, e non importa se quello che stai suonando sia roba conosciuta o materiale inedito, se sei bravo ti apprezzeranno comunque. Ricordo anni fa, per esempio, con un trio acustico nel quale cantavo, giù in Calabria, che la gente ci guardava storto… concludemmo il concerto un po' prima del dovuto.  A buon intenditore…
D: Stai già scrivendo nuove canzoni per il tuo prossimo album?
R: Io ho sempre scritto, se non musica, poesie, o racconti, oppure fumetti e vignette satiriche, è un processo evolutivo normale della mia personalità. Scrivo canzoni dall'età di 13 anni, circa, e da allora non mi sono più fermato. Quindi scrivo per l’ esigenza di farlo, e compongo per la stessa necessità, perché la musica mi fluisce dentro e in qualche modo devo portarla all’esterno, altrimenti mi riecheggerebbe nella testa in modo ossessionante, penso. Sto lavorando su del nuovo materiale per un prossimo CD che potrei incidere negli States con la Custom Made Music di Dave Allison, che è stato il promoter del Tour americano, e che da allora mi sta corteggiando per registrare con la sua etichetta nei suoi studi in Virginia. Vedremo...
D: C'è un messaggio, un pensiero in particolare, che vuoi comunicare attraverso questa intervista?
R: Nei miei brani raramente si possono trovare messaggi nascosti o doppi sensi, sono una persona schietta e spontanea. Quando comunico lo faccio soprattutto attraverso i miei sguardi e i miei silenzi, non sono un gran chiacchierone, in effetti. Attraverso le mie risposte ho cercato di fare intendere quale sia la mia personalità e penso di esserci riuscito. Voglio solo ringraziare Voi di RadioScia per questo nuovo spazio dedicatomi e raccomandare ai vostri ascoltatori, e ai lettori di questo Blog, di continuare a sostenere la musica indipendente, mentre se siete musicisti anche voi, state sempre bene attenti di chi fidarvi; questo, purtroppo, è un mondo pieno di squali e di opportunisti, ma l’arte è quello splendido sogno che si concretizza solo attraverso sacrifici e i tentativi sbagliati che fanno comunque crescere. Pertanto cercate di entrare nel giusto flusso delle intuizioni e della creatività, tutto il resto lo farà il cosmo.
Davide Moscato - Crossing the infinity - Official Video 
(Singolo estratto dall’Album “Mental Maze)
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bombonierecerimonia · 9 months ago
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Dettagli D'arte Di Nicolaci Antonio (Palagonia)
Dettagli D'arte Di Nicolaci Antonio (Palagonia)
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Dettagli d’arte ha un’esperienza trentennale nel settore cerimonie. Servizi offerti: bomboniere, allestimenti floreali, allestimenti con palloncini, partecipazioni, libricini messa, menù, segnaposto, tag personalizzati, tableau de mariage e wedding bag personalizzate.
  Servizio Wedding Planner. Servizio celebrante per rito civile e rito simbolico. Confettate e sigarate, animazione bimbi, wedding tata. Allestimenti scenografici per qualsiasi occasione in tutta la sicilia. Si effettuano spedizioni in tutta Italia.
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tmnotizie · 5 years ago
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NUMANA – Domenica 7 luglio, alle 21 e 30, al Teatro di Paglia Mareverde di Numana, un concerto dalle sonorità davvero uniche: l’associazione giovanile Clorofilla ospita Peppe Consolmagno. Musicologo, sapiente “artigiano” dei suoi strumenti, nato a Rimini nel 1958, cresciuto in Italia, utilizza strumenti ricavati in gran parte da materiali recuperati nei suoi viaggi, come la zucca, il bambù, il legno ed il metallo.
La sua musica si esprime attraverso strumenti che appartengono a culture extraeuropee, come quella del Brasile (sua principale fonte di ispirazione), dell’Africa e dell’Asia, ma che hanno un linguaggio in comune. Il Gong birmano, la Conchiglia, le Tazze da meditazione, i Vasi africani, i Flauti ad una nota pigmei, i Tamburi ad acqua ed il Berimbau, uniti alla voce ed allo stretto rapporto intimistico con essi, creano una dimensione unica dove prevalgono il suono naturale, il silenzio, il timbro ed il ritmo.
Consolmagno ha già al suo attivo partecipazioni da protagonista a Festival Internazionali come: “Umbria Jazz”, “Festival Internazionale del Jazz a Montreal in Canada”, “Jazz o Brasil” a Parigi, “Kunstamt Stegliz” a Berlino, “Drum 2000” festival delle percussioni a Bologna, “Festival di Musica da Camera” a Tolentino, “Centro Studi Brasiliani” C.E.B. a Roma, “World Music Festival” a Lanciano, “Percussion World and Sound PWS7” ad Asti, RAI “RadioTre Suite”, “Jaco Pastorius Music Festival” a Coriano, “V° World Music Festival” a Roma, “Musica dei Popoli” a Firenze, ” Festival Sete Sóis, Sete Luas” in Portogallo, “Percussionistica” World Rhythm Festival ad Umbertide, Istituto Musicale P.Mascagni a Livorno, Liceo Musicale a Catania, Conservatorio Vivaldi Alessandria, Attraverso Festival, Brasil Festival a Bologna, Festival Fano Jazz by the Sea, Festival Womad, Fandango Jazz Festival – La Palma a Roma, Festival I Suoni delle Dolomiti in Trentino, Festival International de Sousse in Tunisia, Festival Banlieues Bleues a Parigi, Scat Jazz Club di Madeira, Festival de Órgão da Madeira.
Ha un’intensa attività di ricerca musicologica che lo ha portato e lo porta a tenere seminari e workshops sulla musica e sulla costruzione degli strumenti a percussione. Ha costruito oggetti sonori per sé e per Nanà Vasconcelos, uno dei suoi tanti estimatori. Ha scritto anche per riviste specializzate e quotidiani come “World Music”, “Percussioni”, “Strumenti Musicali”, “Jazz”, “DrumClub”, “Il Manifesto”, “Musica Jazz”, “Jazzit”, DrumSetMagazine, “Jazzitalia”, “CiaoJazz”, “CupaCupa”, “Musicando”, ed altre. E’ stato invitato a Salvador-Bahia (Brasile), come unico europeo al “III e IV PercPan” (Panorama Mondiale della Percussione).
Attraverso il suo lavoro come giornalista e le sue interviste a famosi musicisti, intende dare voce allo stile ed alla linea di pensiero che lo accomuna a loro. Ha collaborato con altre forme di arte (teatro, pittura, scultura, poesia, danza), istituzioni (università e scuole), e media (radio e tv). (Contributo all’organizzazione dell’evento: 10 €)
Dove si trova il Teatro di Paglia Mareverde (Numana): https://www.google.com/maps/place/Teatro+di+paglia/@43.5018855,13.6189464,15z/data=!4m5!3m4!1s0x0:0x68500a579fbcf759!8m2!3d43.5018855!4d13.6189464
Foto Paolo Rossi
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eventicatanzaro-blog · 7 years ago
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CIRCLE CLUBBIN'SIDE - Dutty Summer w Dj Delta Yard Beat Dj MDee CircleClub CZ
http://eventicatanzaro.it/event/circle-clubbinside-dutty-summer-w-dj-delta-yard-beat-dj-mdee-circleclub-cz-38/
Cz Allianz Promotion vi invita al secondo appuntameto dell’11a stagione del Dutty Summer, una di quelle serate dove #anythingcanhappen !!!” Dopo il party di apertura assieme a Lampa Dread (OLHP), Panza (Supersonic) & Pakkia Crew, questa settimana è dedicata all’arte del mixing/djing e del soundclash! Ospiti di questa settimana (come la scorsa) sound e djs vincitori dei più importanti, prestigiosi e recenti soundclash e contest a livello italiano e mondiale degli ultimi mesi.
● Mercoledì 02 Agosto ● Dutty Summer “Champions Night” with:
▶︎ DJ DELTA (Red Bull Thre3Style Italian Champion 2016 🇮🇹 ) Campione italiano e finalista mondiale del RED BULL THRE3STYLE 2016, la più spettacolare competizione fra DJs al mondo che ogni anno raduna i migliori performers di tutte le nazioni offrendo showcase mozzafiato!!!
DJ Delta http://www.djdelta.it https://soundcloud.com/dj-delta-one https://www.youtube.com/user/ignaziocamarda
▶︎ YARD BEAT (“The Japanese Warrior – from Yokohama, Japan 🇯🇵 ) Vincitori del BOOM ALL STAR SoundClash 2017, e partecipanti, appena due settimane fa, al REGGAE SUMFEST Soundclash, due tra i più importanti soundclash in Jamaica svolti negli ultimi mesi!!!
YARD BEAT http://www.yardbeatsound.com/ https://soundcloud.com/yard-beat-sound https://www.youtube.com/channel/UCWYgQdMFUSRmbqtJkX1WIHA
Open act: ▶︎ DJ MDEE (“Notorious Dj” contest Champion 🇮🇹 ) DJ MDee https://soundcloud.com/dj_mdee
Early Fire: ▶︎ CZ ALLIANZ TEAM Cz Allianz Promotion
@ Circle Clubbin’side Lungomare di Soverato – Catanzaro
Infoline: 380 7557781 Entry: 7€
🇯🇲 😎 💣 💥 🔥 🔊
Gpx by ✍🏼 Simonluca Urbanmagic
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DJ DELTA: DJ stilisticamente poliedrico, unisce una profonda conoscenza musicale ad una tecnica avanzata di scratch e mixing. I suoi dj set si distinguono per lo stile serratissimo delle selezioni fatte di cambi, jugglins e mix molto rapidi. Protagonista della scena black siciliana da oltre 20 anni, ha collaborato con diversi gruppi Hip Hop nazionali e internazionali quali Barile+Gheesa, Big Joe & Johnny Marsiglia, Mr.Phil, Stokka&MadBuddy, Dj Double S, Adriano Bono e partecipato alla realizzazione di album e mixtape a tiratura nazionale. Esperto di musica Funk, Soul, Hip Hop e Reggae, dalle radici ad oggi, sa muoversi trasversalmente costruendo live set sempre diversi.
Campione italiano e finalista mondiale del Red Bull Thre3Style 2016, la più spettacolare competizione fra DJs al mondo che ogni anno raduna i migliori performers di tutte le nazioni offrendo showcase mozzafiato.
E’ stato il dj ufficiale degli Shakalab, collettivo di musica Reggae-Hip Hop con cui ha realizzato due album (“Duepuntozero” – 2016 e “Tutto Sbagliato” – 2014), e ha portato in giro per l’Italia coinvolgenti live show e attesissimi concerti.
Nel 2015 pubblica insieme a DJ Double S il mixtape “ComboKlat”, una selezione che fonde HipHop e Reggae impreziosita dalla partecipazione dei nomi di punta della scena Reggae nazionale, come i Sud Sound System, i BoomDaBash, Mama Marjas, Brusco, e internazionale come Alborosie. Nel 2017, sempre con DJ Double S, pubblica il volume due di ComboKlat, che anche in questo caso vanta partecipazioni eccellenti come Ensi, Danno, Zuli, Payà, Marcolizzo.
Avido collezionista di vinili e instancabile digger, è stato ospite di importanti manifestazioni (come il Red Bull BC-ONE, il Tour the Forst, il Cici Film Festival, il Sunrise Festival, il PLAS, il Salina Doc Festival, il Be There or Be Square, Alcart, Inycon Festival ecc.) e guest in alcuni fra i più importanti clubs italiani (come il Demodè di Bari, il Club Partenopeo di Napoli, l’Urban di Perugia, l’Ecs Dogana di Catania ecc.) e internazionali (come il Gate 7 di Zurigo, il Casino Club di Madeira, ecc.). Convinto che il dj sia ormai un musicista a tutti gli effetti, pensa che la musica sia fatta dalle persone e non dagli strumenti musicali: poco importa che si abbia in mano un plettro o un crossfader, l’importante è che sia buona musica. Attualmente i suoi set spaziano dai suoni classici dell’Hip Hop e del Reggae al sound più moderno di matrice Trap/FutureDancehall/Moombahton.
YARD BEAT: Yard Beat was founded in 2007 in Yokohama Japan. The members of Yard Beat are the following Desem (Mc/ Selector/ Owner), Mitch (Mc/ Selector_NY Member), Lion (Selector/Mc_NY Member), Masa (Selector), Vito (Selector_Italy Member) and Holy Box crew (sound system engineers). Starting 2008, Yard Beat had the show with Bounty Killer, Elephant Man, Busy Signal, Munga, Pressure, Alaine, Sanchez, Marcia Griffiths, Bushman, Black Kat, Stone Love and Bass Odyssey in Japan. Also touring 27 places throughout Japan in three months. Appearance in Germany for Sentinel’s famous “Kingston Hot” event in 2009. In 2009, Yard Beat played for Global Clash in Brooklyn against Black Kat, Super Sonic, Tek-9, and Synemaxx. Promoting the Sound Clash tour in 5 cities called “Sound War 2K9” with other sounds and made a new history in Japan. Yard Beat has won the title three times consecutively and became the Sound War 2K9 champion. Starting the summer of 2009, Yard Beat has been playing for Xclusive radio ( FM 97.5 in Brooklyn ) every Monday night in New York City with Tek-9 for two years and played the front act for the show such as Tarrus Riley, Sanchez and Brooklyn Music Fest 2010 with all the greats. In 2010 for the first time in over a decade in Japan for one on one clash called “Dead this time” against a sound called Rock Desire from Osaka was booked and was a big success and made a extremely strong impression. December 3, 2010 in Brooklyn NYC Yard Beat participated in Global Clash against King Addies, Super Sonic, Black Kat, and Rootsman. Yard Beats first time going to war in Germany was in 2011 for the clash called “Modern Warfare” in Berlin and took the trophy over “City Lock Sound” Berlin’s home team favorite. Finishing off 2011 strong Yard Beat had an impressive showing at the “Brooklyn Show Down ~The Good The Bad The Ugly~” clash becoming victorious over Blunt Posse from the Bronx and Black Blunt Sound out of Negril Jamaica. Starting off 2012 sharp as a sword Yard Beat proved to be the better sound defeating Barrier Free in their hometown of Osaka in the clash called ” Who a di baddest Japanese Sound Killer” For the second time in Europe, Yard Beat decided to participate for the biggest sound clash in Europe in 2013. “War In The East” in Enschede Holland against Kosmik Movements from Brooklyn NY and the veteran Sentinel Sound from Stuttgart Germany. June 2, 2012 Yard Beat returns to Brooklyn for one of the most controversial clash yet against Justice from Jacksonville Florida and Orijahnal Vibes from Brooklyn. Due to the confusion of last minute rule change in tune fi tune Orijahnal Vibes ended up the victor but more importantly Yard Beat Sound won over the clash fans letting them know Yard Beat is still on top the frontline. In 2016, Yard Beat toured Europe in the summer time and performed at Rototom Sunsplash and Overjam Festival and all other countries in Europe. Also, Yard Beat was the first Japanese sound to perform officially in Africa for Sashamani Anniversary alongside Romain Virgo. Yard Beat had spent most of times touring outside of Japan in 2016 to expose the sound. In 2017, Yard Beat had decided to participate Boom Sound clash in Jamaica sponsored by Boon Energy Drink. Yard Beat gave a strong impression for the first clash defeating Renaissance from Jamaica by locking off and took next 2 clash defeating Ruff Cut and Rebel Tone from Canada with creativity of their custom dubplates. At the final round, defeated one of the baddest active sound clash sound Bass Odyssey and became the 2017 Boom clash champion. This clash is definitely one of the most controversial clash of the year but Yard Beat had proved to the world that music has no border and most importantly it is about the passion and teamwork makes a dream work. Yard Beat Brings a positive and energetic vibe along with a variety of selections and will keep playing for the people who love Reggae music and prove that music has no border to spread Reggae music worldwide.
DJ MDEE: Nato nel 1992. Ha la musica nel sangue da sempre, comincia a 10 anni a utilizzare i primi software per il mixaggio. A 18 anni incomincia la vera e propria carriera, esibendosi in quasi tutti i club della sua città. Influenzato dal mondo della black music, prende parte a quasi tutti gli hip hop show della sua città, esibendosi a fianco di Nitro, Salmo, Club Dogo, Mezzosangue, Coez, Gue Pequeno, e tanti altri. Nel 2012 fonda insieme ad un amico Badda Cutter Sound, composto da due dj che inizialmente intraprendono la sound system culture, per poi, negli anni, avvicinarsi alle sfumature più innovative ed elettroniche della black music, esibendosi come resident al Don Pedro (Soverato),Scogliera di Pietragrande (Montepaone) e in quasi tutti i live di Eman, cantante di origini calabresi che successivamente arriverà a firmare con Sony music. L’estate 2014 cambiò la concezione della musica per Mattia, grazie all’incontro con alcuni top dj italiani come : Dj Tayone, Dj Jay K. Sempre nel 2014 frequenta i corsi online della Qbert scratch Accademy di Dj Qbert, il più forte scratch dj al mondo e, spinto dalla passione di vecchia data per il turntablism, decide di intraprende la strada del dj/performer. Nel settembre 2015 si trasferisce a Milano, e per la prima volta si esibisce fuori dalla propria regione. Dopo soli 3 mesi, diventa resident Dj del DROP party, e successivamente vince il Notorious Dj contest all’Alcatraz (MI), dove si esibisce a fianco di grossi artisti del panorama italiano come : Boom da Bash, Two Fingerz, J-ax , Fedez ed altri. L’affermazione del Drop nel venerdì sera milanese lo porta nel tempo ad esibirsi nei locali più importanti: Vibe Room, Tube Club, Hollywood, Casa della Musica e nei primi mesi del 2017 diventa guest dj di “Snobiety”, altro format hip hop che si svolge a Torino (Quasar Club)
● Next stops: ▶︎ 07.08 w/ AIDONIA ▶︎ 09.08 w/ HERB-A-LIZE IT & TARANCHYLA ▶︎ 16.08 w/ JAMIE RODIGAN & FRISCO SOUND
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transparentpeachwolf-blog · 7 years ago
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BEACH SOCCER: CATANZARO PROTAGONISTA DELLA RICETTA DEL CAMPIONE.
BEACH SOCCER: CATANZARO PROTAGONISTA DELLA RICETTA DEL CAMPIONE.
Quando si dice essere in buone mani. Stefano Spada, portiere della nazionale italiana di beach soccer, in forza alla Domusbet Catania Catania, recordman di presenze e gol in azzurro (196 presenze e 15 reti, 5 partecipazioni ai mondiali, tre scudetti, altrettante coppe italia e supercoppe con il Terracina), è stato il protagonista indiscusso del format “La ricetta del campione”, ideato e curato…
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vecchiato · 7 years ago
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Giuseppe Ciracì (Brindisi, 1975)   ·         La cosa che mi piace di più di me stesso         La determinazione ·         Quel che apprezzo di più nei miei amici L’affidabilità e la puntualità agli appuntamenti ·         Il tuo principale difetto? A volte, quando mi parlano, se l’argomento non è di mio interesse mi isolo e non ascolto e inizio i miei viaggi fantastici…. ·         La mia occupazione preferita Immaginare. Dopo che ho immaginato, disegnare. ·         Il mio sogno di felicità Riuscire a vivere della mia arte avendo la possibilità di stare per sei mesi all’anno al nord e per sei mesi al sud ·         Quale sarebbe, per me, la più grande disgrazia Mi terrorizza perdere l’uso della vista ·         Il paese dove vorrei vivere L’Italia, è il paese più bello del mondo ·         L’incontro che ti ha cambiato la vita Quello con un critico di cui non faccio il nome, potrebbero ingelosirsi gli altri ·         Cosa sognavi di fare da grande L’artista e il professore di arte ·         Tre libri da portare sull'isola deserta Le città invisibili di Italo Calvino; Il libro dell’inquietudine di Fernando Pessoa; F.Bacon, Logica della sensazione di Gilles Deleuze ·         Il rosso o il nero? Nero ·         I miei pittori preferiti L’armonia razionale di Piero della Francesca, l’ossessione di Leonardo, la drammaticità di Caravaggio, la potenza pittorica  di Bacon ·         I miei eroi nella vita reale Chi insegue il suo sogno e fa di tutto per realizzarlo in maniera onesta ·         Il tuo primo amore Il disegno e una ragazzina alle medie che disegnava benissimo ·         La persona scomparsa che richiameresti in vita Mio padre per dirgli che mi ha lasciato un grande insegnamento ·         La materia scolastica preferita Ovvio, la storia dell’arte ·         Come vorrei morire Disegnando e dipingendo fino all’ultimo giorno. ·         Il mio motto Nulla è per sempre!    Giuseppe Ciracì, nato nel 1975 a Brindisi. Inizia gli studi presso il Liceo Artistico “Edgardo Simone” di Brindisi e prosegue diplomandosi con lode in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Lecce. Muove i primi passi in Puglia per poi trasferirsi nel 2003 a Milano dove sviluppa le ricerche nell’ambito della pittura figurativa. Dal 2007 focalizza l’intera produzione sul tema del ritratto, reinterpretato in una chiave del tutto personale. Ha una tecnica che lavora sul visibile e l’invisibile, su uno strappo creato dai materiali quasi fosse una lacerazione della superficie pellicolare, un’alternanza tra “scheletro e pelle” con una proprietà di codice poetico sapiente e dai tempi allungati. Spesso le sue opere a matita sono composte da una dinamica moltiplicata da più fogli che contengono un repertorio organizzato di informazioni a costituire un’unica narrazione. Ha collaborato con i suoi dipinti al film-documentario Sigmund Freud, Il grande pensatore, regia di Ferruccio Valerio, il Centro Storico, Milano 2007. È docente di Arte e Immagine e di Discipline Pittoriche nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. Colleziona dal 1997 un’intensa partecipazione a collettive e personali su tutto il territorio italiano ed internazionale, da Catania a Milano, da Venezia a Lecce, fino a Berlino e Bali (Indonesia).   Tra le ultime sono da ricordare la mostra personale del 2014 Il Paesaggio Interiore, presso scatolabianca Milano, la personale A Windsor del 2013, allestita negli spazi di Palazzo Vernazza di Lecce, curata da Martina Cavallarin e Massimo Guastella; la mostra intitolata Dialogo con Leonardo del 2011 presso il MAP Museo Mediterraneo dell’Arte Presente di Brindisi; la partecipazione su invito alla rassegna Pulsart nel 2011 negli spazi d’architettura industriale del Lanificio Conte di Schio (Vi), curata da Anna Z. Pezzin, e le partecipazioni alle tre mostre Imprimatur, curate da Martina Cavallarin rispettivamente a Milano, Berlino e Lugano. Riceve numerosi premi e riconoscimenti tra cui i più recenti nel 2013 il Premio Ora, Selezione della Giuria Curatoriale, San Donà di Piave (Ve); nel 2011 Mag Prize (Milano Arte Giovane) Spaziarti, Milano, 2° premio; il Premio Celeste, Fondazione Brodbeck, Catania nel 2010 ed è finalista sempre nel 2010 al Premio Arte Laguna alle Tese dell’Arsenale di Venezia e al Premio di Pittura Zingarelli Rocca delle Macie. Vive e lavora tra Brindisi e Milano.      
http://vecchiatoart.blogspot.com/2017/06/il-questionario-di-proust-giuseppe.html
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Week end in musica alla Casella di Novi Ligure
Grande attesa per il WEEK END IN MUSICA dell’Istituto Musicale “Alfredo Casella” che festeggia i 25 anni dalla sua Fondazione: tre concerti della Stagione Concertistica MUSICANOVI e l’OPEN DAY aperto a tutti, grandi e piccini, con possibilità di assistere alle lezioni, incontrare i docenti, ascoltare esibizioni musicali e visitare i locali dove si svolgono tutte le attività. Prosegue così la 25ª Edizione della Rassegna Concertistica MUSICANOVI 2017 organizzata dall’Associazione Musicale “Alfredo Casella” di Novi Ligure in collaborazione con il Comune, la Fondazione CRT, Iniziativa CAMT Monferrato e il Concorso Internazionale “Premio Franz Schubert”. Il primo appuntamento, venerdì 7 aprile alle ore 21 presso l’Auditorium “Alfredo Casella”, vedrà protagonista il Gruppo Vocale “Le Chardon”, diretto da Fabrizio Barbero, che proporrà musiche di Colombotto, Padoin, Saint-Saëns, Pärt, Lawson, Duruflé, Chilcott. Il Coro Le Chardon è nato nel 1983 con l'impegno di divulgare il canto corale, anche nei suoi aspetti meno tradizionali o inediti. Nel 2009, in seguito ad una profonda trasformazione, Le Chardon ha mutato la propria denominazione in Gruppo vocale. Il gruppo è diretto fin dalla fondazione da Fabrizio Barbero, diplomato in pianoforte al Conservatorio di Torino, autore e armonizzatore di diversi brani cantati dal Coro. Il repertorio include inoltre canti di montagna, della tradizione piemontese e composizioni contemporanee ispirate al mondo popolare e al rapporto dell'uomo con la natura. Oltre ai circa 400 concerti eseguiti, sono numerose le partecipazioni a concorsi corali, tra le quali spiccano: primo premio al Concorso Nazionale di Cori di Savignone (GE) nel 2002, premio speciale per la miglior esecuzione di un brano piemontese al Concorso Nazionale di Cori “Provincia e Città di Biella” e primo premio al Concorso Regionale di Alba (CN) nelle categorie "popolare piemontese" e “polifonico del XX secolo” nel 2003. Da sottolineare i riconoscimenti più recenti: la Fascia Oro ottenuta nel 2013 al XXXI Concorso nazionale "Franchino Gaffurio" diretto da Giovanni Acciai (Fascia Oro) e il recentissimo Primo Premio Assoluto al Concorso Internazionale di Interpretazione Musicale “Premio Franz Schubert” nella categoria Formazioni corali. Ha al suo attivo l’incisione di tre CD. Sabato 8 aprile alle ore 21 l’Auditorium “Alfredo Casella” si animerà con melodie popolari tzigane: Fabrizio Ragazzi al violino, Cristina Orvieto alla spinetta e Fabrizio Bruzzone al contrabbasso presenteranno “Tziganarion”. L’intento è quello di rivisitare le atmosfere e le sonorità proprie di questo genere musicale che ha sempre suscitato grande interesse e curiosità anche nei grandi musicisti tanto da generare opere di eccezionale bellezza ad esso ispirate. L’Ensemble è costituito da eclettici musicisti professionisti che operano in tutti gli ambiti musicali e possono contare quindi su una profonda conoscenza degli stili e delle tecniche strumentali. Il gruppo si è esibito in importanti Festival di musica classica e musica folkloristica. Tziganarion ha recentemente inciso due CD intitolati “Violino tzigano” e “Gipsy Airs”. Fabrizio Ragazzi, diplomato in violino (Conservatorio di Firenze) e viola (Conservatorio di Bologna), si è perfezionato all’Accademia “W. Stauffer” di Cremona, al Conservatorio “Tchaikovsky” di Mosca. Ha collaborato con diverse orchestre italiane anche in qualità di Prima Viola e di solista: Orchestra Haydn di Bolzano, Teatro Bellini di Catania, Orchestra di Santa Cecilia, Orchestra Toscanini di Parma, Teatro Carlo Felice di Genova, Orchestra La Fenice di Venezia, Orquestre Philrarmonique de Monte-Carlo. Professore di Viola presso l’“Academia National de Orquestra de Lisboa” (Portogallo), nel marzo 2011 è stato invitato dal Centro Culturale “Planet of Festival” di San Pietroburgo (Russia) a partecipare al Festival “Youth of the Planet” con i suoi migliori allievi. Cristina Orvieto, diplomata in Pianoforte (Conservatorio di Milano) e Clavicembalo (Conservatorio di Genova e di Nizza), si è perfezionata in Polonia con il pianista M. Drewnowski. E’ risultata vincitrice assoluta di diversi Concorsi nazionali e internazionali: Stresa, S. Bartolomeo al Mare, Genova e Pietra Ligure. E’ docente di Pianoforte presso l’Istituto comprensivo ad indirizzo musicale “I. Calvino” di Sanremo. Dal 2014 è Direttore artistico e Direttore del Coro “Troubar Clair”; nel marzo 2016 il Coro Troubar Clair è stato invitato dalla DCINY (Distinguished Concerts International New York) per l’esecuzione di “Sunrise Mass” di Ola Gjeilo alla prestigiosa “Carnegie Hall” di New York. Fabrizio Bruzzone inizia lo studio del contrabbasso a 17 anni, diplomandosi 5 anni più tardi con il massimo dei voti presso il Conservatorio “N. Paganini” di Genova, sotto la guida di F. Pianigiani. Viene scelto per far parte dell’Orchestra Giovanile Italiana, con la quale collabora dal ‘95 al ‘97 come Primo Contrabbasso, esibendosi sotto la direzione di Maestri quali R. Muti , G. Sinopoli, E. Krivine, L. Berio in importanti Teatri italiani ed esteri e partecipando a registrazioni radiofoniche (Radio Tre, RAI). Si è perfezionato nel repertorio solistico con il M° Franco Petracchi all’Accademia W. Stauffer di Cremona. Dall’inizio del 2002 ha ricoperto stabilmente il ruolo di Primo Contrabbasso nell’Orchestra Sinfonica di Sanremo. Negli ultimi anni è stato invitato come Primo Contrabbasso presso il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro Carlo Felice di Genova, l’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo e L’Opera de Monte-Carlo. Attualmente è “contrabbasse co-soliste” al “Theatre de l’Opéra de Nice”. Domenica 9 aprile alle ore 17.30 il Week End in Musica si concluderà con l’ “Omaggio ad Alfredo Casella” oltrettutto in occasione dei 70 anni dalla scomparsa del compositore. Ana Ilic e Olga Tarasevich si esibiranno in un programma di pianoforte a quattro mani con l’esecuzione della Petite Suite di Debussy, i Pupazzetti di Casella, Ma mère a l’oye di Ravel, Peer Gynt Suite n. 2 Op. 55 di Grieg e Lo Schiaccianoci (suite per pianoforte a quattro mani) Op. 71 di Tchaikovsky. Olga Tarasevich è nata a Tashkent (Uzbekistan), da una famiglia di musicisti. Nel 1989 ha partecipato al suo primo Concorso a livello nazionale. All'età di 8 anni entra nella Scuola musicale di Tashkent ma poco dopo, a seguito di audizione, viene selezionata per seguire i corsi della "Scuola speciale di Stato per giovani talenti”. Nel 2000 viene ammessa al Conservatorio Statale dell'Uzbekistan dove si laurea con il massimo punteggio. Dal 2005 continua i suoi studi presso il Conservatorio “G. F. Ghedini” di Cuneo, sotto la guida del M° Barboro dove si diploma con il massimo dei voti. Nel 2010 si laurea nel corso di Pianoforte ad indirizzo concertistico di II livello riportando la votazione finale di 110 e lode. E’ risultata premiata in diversi concorsi tra cui: Concorso Nazionale “Riviera Etrusca” di Piombino, Concorso Internazionale “G. de Vincenzi” di Pontinvrea (SV) (1° premio assoluto), European Music Competition “Città di Moncalieri” (1° premio assoluto), 6° Concorso internazionale Euterpe di Esecuzione Pianistica (Corato BA). Dal 2008 è docente di pianoforte presso l’Istituto Musicale “A. Casella” di Novi Ligure e collabora con l’Accademia di Musica di Savona . Ana Ilic, nata a Belgrado nel 1980 fin da bambina intraprende gli studi pianistici per laurearsi nel 2004 presso la Facoltà di musica di Belgrado con il massimo dei voti e in Italia, presso il Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria nella classe del M° M. Barboro, specializzandosi al biennio ad indirizzo concertistico con la valutazione finale di 110 e lode. Vincitrice di numerosi concorsi nazionali ed internazionali fra i quali Stresa, Pietra Ligure, Parigi “N. Rubinstein”, “Città di Racconigi”, “Città di Moncalieri” e Concorso Internazionale di interpretazione musicale “Premio Franz Schubert”. Ha suonato con l’orchestra “Stanislav Binicki” a Belgrado ed ha tenuto recitals in città di Serbia, Bosnia, Italia e Grecia. Ha partecipato ai Masterclass della prof.ssa Tatiana Rankovic (Iulliard School of Music, New York) e del prof. Andrei Kasparov (USA, North Virginia). Ha lavorato come pianista accompagnatore presso il Liceo Coreutico “Piero Gobetti” di Genova. Dal 2012 svolge attività didattica e di pianista collaboratore nell'ambito dei corsi musicali organizzati dall'Associazione Musicale “Alfredo Casella” di Novi Ligure. È pianista accompagnatore al Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria. L’ingresso ai concerti ha un costo di euro 10, ridotto (under 14 e over 70) euro 5. Informazioni, prenotazioni e prevendita presso l’Istituto Musicale “Alfredo Casella” in via Verdi n. 37 a Novi Ligure il lunedì, martedì e mercoledì dalle 17 alle 19, giovedì dalle 15 alle 17. Mail [email protected]. Telefono 3389572665. Sabato 8 aprile, dalle ore 10 alle ore 18, l’Istituto Musicale “Alfredo Casella” festeggerà i suoi 25 anni con l’Open Day. Durante tutto il tempo si potrà avere libero accesso ai locali in via Verdi 37 a Novi Ligure, assistere alle lezioni di tutti gli strumenti, ricevere informazioni riguardo a corsi, orari, funzionamento e regolamento dell’Istituto. Avere del talento non è affatto indispensabile per dedicarsi alla musica, poiché essa stessa è un talento innato dell’essere umano. Studiare musica, cantare o suonare uno strumento, qualunque sia l’età, il livello o le capacità, vuol dire dedicarsi alla cura della propria anima, alla coltivazione della propria sensibilità. L’Istituto Musicale “Alfredo Casella”, gestito dall’associazione omonima, propone corsi di musica aperti a tutti. Bambini, giovani e adulti, principianti e aspiranti professionisti, tutti troveranno il giusto percorso, adeguato alle proprie capacità e aspettative. Come si svolgono le lezioni, quali sono gli orari, come funziona un determinato corso, che cosa dice il regolamento e soprattutto la possibilità di provare tutti gli strumenti desiderati! Durante tutto il tempo la segreteria e il personale docente saranno a completa disposizione per fornire ogni tipo di informazione. L’Istituto Musicale “Alfredo Casella” è il luogo ideale sia per coloro che vogliono compiere i propri studi nell’ambito della musica classica, sia per quelli che vogliono farlo nell’ambito della musica leggera. Ai corsi strumentali individuali, l’offerta didattica dell’Istituto affianca corsi teorici, laboratori di musica d’insieme e seminari, corsi propedeutici per bambini. Per tutti la possibilità di esibirsi in concerti, saggi di classe e nelle grandi produzioni. E ancora la possibilità di entrare in un coro e in gruppi strumentali con cui esibirsi in situazioni extra-scolastiche. L’Istituto è un luogo di scambi e incroci musicali e umani, uno spazio di socialità e convivialità, di crescita e cultura. http://dlvr.it/NpYZmb
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turipapale · 8 years ago
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Il 17 incontrerò gli studenti della "Radio Academy" per discutere l'esperienza delle mie partecipazioni in radio 📻 che parallelamente mandavo in onda su Periscope. Grazie ad Ubaldo Ferrini, per questa grande opportunità. www.turipapale.com #art #illustration #drawing #draw #picture #artist #moleskine #sketch #sketchbook #paper #pen #pencil #artsy #instaart #beautiful #instagood #gallery #masterpiece #creative #photooftheday #instaartist #graphic #graphics #artoftheday #startup #vector #radio #periscope www.turipapale.com (presso Catania, Italy)
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