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Presentazione del Saggio “Villa Doria Pamphilj: Il Parco Più Grande di Roma” al Punto Touring di Roma. Michela Zanarella racconta la storia e la bellezza del parco più grande di Roma in un evento imperdibile il 24 ottobre 2024
Il prossimo giovedì 24 ottobre 2024, alle ore 17:00, il Punto Touring di Roma in Piazza dei Santi Apostoli 62/65 ospiterà la presentazione del saggio “Villa Doria Pamphilj: Il Parco Più Grande di Roma” scritto da Michela Zanarella e pubblicato da Readacti
Il prossimo giovedì 24 ottobre 2024, alle ore 17:00, il Punto Touring di Roma in Piazza dei Santi Apostoli 62/65 ospiterà la presentazione del saggio “Villa Doria Pamphilj: Il Parco Più Grande di Roma” scritto da Michela Zanarella e pubblicato da Readaction Editrice. L’autrice dialogherà con lo storico Filippo Neri e il giornalista Giuseppe Lorin, mentre gli attori Chiara Pavoni e Corrado Solari…
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Ovunque
Lunedì era il 2 gennaio, pioveva di quella pioggia fine e persistente che qui chiamano scarnebbia e l’aria intorno era grigia e umida, ovviamente. Io avevo intenzione di uscire, ho messo su i leggnings termici, i pantaloncini felpati, il top, la canottiera, la maglia termica, la felpa e il kway, guanti, cappello, cuffie e sono uscita a correre. Ho sudato come un lottatore di sumo perché ero overdressed and not in the good way. Non fa freddo, è umido, non mi sono regolata., mi sto adattando al clima di queste zone, dopo otto anni sarebbe anche l’ora.
La me di dieci anni fa, che avrebbe vissuto a Roma ancora per poco, non avrebbe nemmeno mai pensato di uscire a correre, figurarsi con questo tempo. Neanche la me di 9 anni fa, che viveva al mare.
Dici come ti trovi al nord che non c’è mai il sole? È vero, da che se ne possa dire, la quantità di sole che vediamo qui in pianura è decisamente una parte infima e disperata di quella che si gode in qualsiasi altra parte d’Italia e forse del mondo. Siamo al 5 di gennaio e dal 20 di dicembre ricordo solo un giorno di sole e non è il periodo peggiore di cui ho memoria. Come mi trovo? Mi trovo che boh, mi sono adattata a vivere anziché sopravvivere, esco a correre con la pioggia, fai tu, e l’altro giorno mentre correvo pensavo che forse queste condizioni meteo avverse alla mia psiche sono addirittura la marcia in più che mi distoglie dalla pigrizia che il sole mi induce, dalla vena contemplativa che il bel tempo mi attiva, dalla voglia di stendermi su una spiaggia o al sole su un prato al parco degli acquedotti, dalla stanchezza della canicola che il caldo comporta, le dormite pomeridiane dei pomeriggi assolati qui non sono cultura. Non è un merito, non è una colpa, la crescita del pil ha una correlazione negativa con il clima mite così come ce l’ha con la corruzione. Quello che ho notato qui è che alla gente va di fare le cose a prescindere dal tempo e se è bello ancora meglio, ma cambia poco, cambiano giusto le cose da fare, il tempo non è mai un deterrente, almeno nella mia cerchia non ho mai sentito dire da nessuno “non vengo perché piove e non mi va”, sinceramente piuttosto ti entrano in casa zuppi, infreddoliti, ma mai mai mi è successo di sentirmi dire “no, c’è nebbia”. Mi piace vivere al nord? A volte sì, a volte no, ci sono i pro e i contro. In pianura per esempio ci si sposta bene, puoi andare ovunque in bici, che è sempre stata una mia fissa e passione, un mio amico mi diceva sempre che a Roma ci sono più parchi e verde, è vero, ma a Milano se c’è traffico e non t va, parcheggi la macchina e a piedi in 2h sei ovunque, a Roma piuttosto muori. Qui ci sono i fiumi, i laghi, le montagne e tante città abbastanza vicine tra di loro, la vita col van o col camper è più semplice, due ore e sei in terra straniera e prendere i mezzi non è la condanna infinita di un girone infernale. Il meteo in pianura è quello che è e l’inquinamento, dove vivo io, è una piaga, così come le zanzare, la vita è più costosa, gli stipendi in media sono più alti, ma forse non abbastanza. La gente mi piace. Vivere a Roma mi piaceva? Fino ad un certo punto sì, poi non più. È bella, bellissima, meravigliosa. Se vivi in centro, certo, le periferie, invece, sono tutte uguali, qualcuna è più brutta. Il periodo in cui ero studentessa scendevo dai miei in Calabria anche per mesi interi e quando tornavo a Roma era come se avessi lì una seconda vita a cui riadattarmi, mi sentivo dispersa e confusa, senza meta, allora prendevo i mezzi e andavo in centro, mi piaceva castel sant’angelo, mi piaceva il celio, mi piaceva il cimitero inglese, mi piaceva piazza cavour, arrivarci coi mezzi mi piaceva meno e più passava il tempo meno mi era utile la bellezza più mi serviva praticità, dopo il 2010 vivere era diventato costosissmo, impossibile quasi per chi non aveva casa o un lavoro pagato bene e la vita era diventata sopravvivenza, abitare a Roma non mi piaceva più. Tredici anni della mai vita, forse i più belli, c’ho messo un po’ a farmene una ragione e a capire che venivo prima io dei bei ricordi. Mi piaceva vivere al mare dai miei? A volte sì, a volte no. La Calabria è terra abbandonata, difficile e mancante, anche per colpa mia che me ne sono andata e non ho mai dato nulla in cambio di quello che invece i miei padri e le mie madri mi hanno sempre offerto. Bella, bellissima, selvaggia, imprendibile, l’amore della mia vita. I miei abitano al mare, sulla costa tirrenica di fronte ad uno dei panorami più belli del mondo, d’inverno si vede fino l’etna, fino stromboli e panarea, i colori sono infiniti e le nuvole disegnano oltre l’immaginazione, è terra ricca e che non chiede niente, solo il tuo sacrificio. Ci ho vissuto in tutto, in due tranche, per dieci anni. Sono calabrese nelle vene, ma non lo sono nella volontà, i miei mi hanno aperto mondi a cui non sono ancora, nonostante tutto, pronta a rinunciare e la mia terra mi sta stretta, non sono pronta a dare, sto ancora nell’immaturità di ricevere e se non riesci a dare la Calabria non perdona. Ogni volta che sono tornata l’ho fatto per curarmi e ogni volta mi ha curato, ogni volta mi ha rivelato qualcosa di me, il ciclo non è finito, son sicura che è lì che voglio tornare, ma mi piace vivere lì? Ancora no.
Ho vissuto anche dieci anni negli Stati Uniti, ma ero troppo piccola e già volevo andarmene via, NY mi puzzava di pesce marcio e la gente non era italiana. Sensazioni difficili da descrivere, non ho mai avuto velleità di tornare, almeno fino adesso, in cui mi ritrovo a volte a pensare come sarebbe tornare a vivere nella grande mela o addirittura a Los Angeles, aprirmi a quel tipo di mondi e cultura così diversa e dicotomica, non mi verrebbe mai in mente di desiderare l’Arizona ecco o l’Oklahoma, questo no, però una grande città che non mi posso permettere un po’ nello stomaco la fame mi viene.
Son tutti uguali i posti del mondo, sei tu che cambi di volta in volta, perché per quanto belli o brutti possano essere la vita che ci vai a vivere è la tua, sempre la tua, e quello dipende solo da te. Mi piace viaggiare, forse mi piaceva di più prima, mi piace esplorare, però vivere è diverso e vivere in un posto lo normalizza, lo mette al centro della gaussiana, anche vivere in uno Slum a Mumbai alla fine è questione di abitudine, lo dice bene Roberts in Shantaram e io ci credo. Ogni posto diventa il tuo posto se sei abbastanza pronta e onesta con te stessa, nessun posto sarà mai tuo invece se non riesci a completarti.
So per certo che per apprezzare qualunque posto, per affrontare qualsiasi tipo di realtà, la prima con cui devi fare pace è quella da cui vieni, è la cosa più difficile, è la più dolorosa, ma se non capisci che anche lì va bene, allora non andrà bene nessun altro posto.
C’è una pagina su Facebook che si chiama View from my window, è una bella pagina, cortese e gentile, in cui le persone sono chiamate a mandare solo una foto a testa, per non intasare e solo della vista che hanno da una finestra/balcone di casa, indicare dove abitano e al massimo un piccolo commento, gli altri non devono giudicare se non in modo cortese, la foto deve essere rigorosamente da casa, non luogo di lavoro o vacanza, fammi vedere cosa vedi tu ogni giorno da casa tua. C’è di tutto. Viste da palazzi, da villette, da cabine in montagna, da case sulla spiaggia ad Edinburgo, giardini Sudafricani, parcheggi di condomini a San Pietroburgo, strade piene zeppe di neve di paesini norvegesi, praterie del montana, montagne canadesi, il vesuvio, cortili alle bahamas, alberi di pappagalli in australia, cose assurdamente belle in posti di guerra, cose assurdamente normali in posti caraibici.
È una pagina meravigliosa che celebra la vita nel suo quotidiano e ti fa capire come davvero ovunque è ovunque, la differenza sta in altro.
Buon anno.
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Passeggiare per Roma è una piccola arte che perdura, nonostante i tempi; e non è adatta ai pigri, perché le ore migliori sono quelle della mattina. Tra le nostre città, Roma è quella che sembra fatta di più per le belle giornate e per le ore che precedono il mezzogiorno. Nonostante i millenni, esce dal buio nelle belle giornate come una città tutta nuova, senza il minimo segno né sentimento di vecchiaia, e questo è un suo segreto esclusivo. Parigi o Londra, al suo confronto, sembrano città più vecchie. È gaia, fiorita, vibratile, percorsa da riflessi mobili come una città di mare; i fiori nelle ceste anch'essi fanno parte della luce mossa; viene a galla il fondo campestre, scapigliato, tanto diverso da quello che in altre metropoli è portato dai grandi parchi, che sono così cittadini nonostante gli alberi e i prati, e piuttosto ricordano affreschi e quadri di paesaggio nell'interno d'una dimora nobilmente arredata.
Guido Piovene - Viaggio in Italia
Ph Paolo di Paolo
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weekend romano:
- sequestrato in treno/8 ore di ritardo
- la metro che incredibilmente funziona
- pure i parchi brutti di Roma so belli
- bordoring
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Giornate d’autunno del Fai 2023
Anche quest’anno tornano le Giornate FAI d’Autunno, previste per sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023. L’evento, che da dodici anni promuove il patrimonio culturale e paesaggistico nel paese, sarà promosso dai Gruppi Fai giovani, oltre che da tutti i volontari della Rete Territoriale della Fondazione tra Palazzi storici, ville, chiese, castelli, e ancora esempi di archeologia industriale, musei, collezioni d’arte, aree archeologiche, biblioteche, laboratori artigiani e siti produttivi, oltre ad itinerari nei borghi e percorsi in aree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici e giardini storici. Fra i luoghi aperti a Torino c’è anche il Castello di Masino, che domina la vasta piana del Canavese, dove dal Belvedere si può vedere un paesaggio suggestivo ancora oggi intatto e i visitatori potranno visitare l’interno del castello e il parco Settecentesco. Da vedere è anche lo chalet Mollino, che prende il nome dall’architetto Carlo Mollino e si trova nel comune di Sauze d'Oulx, in località Lago Nero. Poco lontano da Milano, a Binasco, c’è il Museo della Macchina per Caffè (Mumac) che racconta le varie fasi di sviluppo di questo oggetto che si incontra in qualsiasi bar. Chi invece preferisce restare in città può visitare la sede storica della Banca Cesare Ponti, in Piazza del Duomo: rimasta quasi intatta dal 1881 e sorge dove un tempo i Milanesi altolocati erano soliti ritrovarsi, cioè il Coperto dei Figini. La storia ha attraversato anche il Teatro Verdi, che nasce agli inizi del Novecento come sede di una corale esterna del Teatro alla Scala, nel dopoguerra diventa sala da ballo e in seguito d’incisione, finché negli anni Settanta viene restituita alla vocazione teatrale e musicale dall’Arci. Nel 1975 il Teatro del Buratto subentra nella gestione, facendo del Verdi sede delle proprie produzioni e luogo significativo del teatro a Milano. Molti i luoghi aperti anche a Bologna, come il Santuario del Corpus Domini, uno dei luoghi più cari alla storia devozionale della città, e il Quadrone, un’Oasi di Protezione della Fauna selvatica istituita nel 1985, mentre a Medicina c’è il magazzino ed essiccatoio del riso della Tenuta Vallona, edificato per garantire la miglior resa delle vaste coltivazioni a risaia introdotte nella tenuta e così lenire la disoccupazione della mano d'opera locale. A Roma per la prima volta il Consiglio Superiore della Magistratura apre le porte della sua sede ai cittadini ed al pubblico, per vedere dove si riunisce in plenaria e visitare lo studio del Presidente della Repubblica. Fra gli altri luoghi visitabili c’è l’Oratorio dei Filippini, che sorge accanto alla Chiesa Nuova, che nel XIX secolo diventa tribunale, per poi essere sede dell’Archivio Storico Capitolino nel 1922, con la prestigiosa Biblioteca Vallicelliana e l'Istituto Storico Italiano per il Medioevo. Palermo apre la principale sede locale della Rai, che ha un ruolo centrale nell'ambito dell'informazione, infatti la sua costruzione in viale Strasburgo è stata sollecitata a più riprese anche dal presidente della Repubblica Pertini e dall'allora Presidente della Regione Piersanti Mattarella, ed è stata decisa già negli anni Ottanta dal consiglio d'amministrazione presieduto da Sergio Zavoli. Fra gli altri luoghi c’è il Complesso Monumentale di San Giovanni degli Eremiti, che ricade nell'antico territorio del Transkemonia, che comprendeva l'abitato posto al di là del torrente Kemonia o Fiume del Maltempo, così denominato a causa delle piene rovinose, durante l'inverno. Read the full article
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Turismo e infrastrutture in Italia: sviluppi chiave da seguire
L'Italia continua ad essere una delle mete turistiche più ambite a livello globale, accogliendo milioni di visitatori ogni anno. Oltre al suo patrimonio culturale, storico e gastronomico di fama mondiale, le recenti notizie sul turismo in Italia mostrano un’attenzione crescente verso nuove iniziative che stanno cambiando il modo in cui i turisti vivono il Paese. Contemporaneamente, le infrastrutture italiane sono in fase di ammodernamento per supportare la crescita del turismo e migliorare la vita quotidiana, potenziando i trasporti, gli alloggi e l’accessibilità per tutti.
Una rinascita del turismo: la strategia italiana per la crescita
L'Italia sta puntando sul rilancio del settore turistico dopo la crisi pandemica. Con la riapertura dei confini e la ripresa dei viaggi internazionali, le notizie sul turismo in Italia mettono in luce gli sforzi del governo per rilanciare l'economia con campagne che promuovono mete meno conosciute e fuori dai circuiti turistici più affollati. Sebbene città iconiche come Roma, Firenze e Venezia continuino a essere grandi attrazioni, regioni come la Basilicata, l’Umbria e i laghi del nord stanno guadagnando popolarità, offrendo esperienze uniche ai visitatori. Inoltre, il turismo sostenibile sta diventando una priorità. Strutture ricettive eco-friendly e viaggi responsabili sono sempre più diffusi, fornendo alternative ai tradizionali modelli di turismo di massa. Questi sforzi mirano a ridurre l'affollamento nelle città principali e a preservare le risorse naturali e culturali, in linea con le richieste di un pubblico sempre più attento all’ambiente.
Progetti infrastrutturali che stanno ridisegnando il futuro dell'Italia
La base dell'industria turistica italiana è costituita da infrastrutture solide e moderne. Le ultime notizie sulle infrastrutture in Italia mostrano una serie di miglioramenti, in particolare l’espansione delle reti ferroviarie ad alta velocità con i servizi Frecciarossa e Italo, che collegano le principali città italiane. Questi collegamenti non solo rendono i viaggi più rapidi, ma offrono un’alternativa ecologica ai voli interni. Oltre ai treni, l’Italia sta investendo nei suoi aeroporti, strade e porti. La modernizzazione degli scali principali come Roma Fiumicino e Milano Malpensa mira ad aumentare la capacità di gestione dei passeggeri, migliorando al contempo l’esperienza grazie a procedure di sicurezza più efficienti, una maggiore offerta commerciale e check-in automatizzati. Anche le nuove autostrade intelligenti, dotate di stazioni di ricarica per veicoli elettrici, riflettono l’impegno del Paese nella riduzione delle emissioni e nella promozione di modalità di viaggio sostenibili.
Gli sforzi per promuovere il turismo sostenibile in Italia
Nell’ambito della ripresa turistica, l’Italia non si limita a promuovere nuove destinazioni, ma incoraggia anche pratiche di viaggio sostenibili. Le notizie sul turismo in Italia riportano che il governo sta offrendo incentivi per chi esplora il Paese in modo responsabile, ad esempio in treno, in bicicletta o a piedi, soprattutto nelle aree rurali e nei parchi nazionali. Questa strategia mira a ridurre l’impatto ambientale del turismo di massa e allo stesso tempo supportare le economie locali. Le città costiere e le località di montagna stanno vedendo benefici concreti grazie a progetti infrastrutturali che migliorano l'accessibilità. L'introduzione di autobus elettrici e navette ecologiche consente ai turisti di scoprire le meraviglie naturali dell'Italia senza aumentare il traffico e l'inquinamento. Questi interventi sono particolarmente cruciali per località molto visitate come la Costiera Amalfitana, dove il sovraffollamento è diventato un problema crescente.
Infrastrutture e turismo: una relazione simbiotica
Il legame tra infrastrutture e turismo è cruciale. La capacità dell’Italia di accogliere un numero sempre maggiore di turisti dipende dagli investimenti in trasporti, alloggi e accessibilità. Le recenti notizie sulle infrastrutture in Italia evidenziano l’importanza di progetti come la modernizzazione delle stazioni ferroviarie e l’adozione di sistemi di trasporto intelligenti, che rendono più agevoli gli spostamenti per residenti e visitatori. Questi interventi garantiscono che l’Italia possa soddisfare le esigenze dei turisti moderni, senza compromettere il suo patrimonio storico e culturale. Allo stesso tempo, il Paese sta investendo nella creazione di nuovi hub culturali, restaurando siti storici e musei, aggiungendo così nuovi motivi per visitare l’Italia oltre le destinazioni tradizionali.
Conclusione
Con un impegno continuo sia nel turismo che nelle infrastrutture, l’Italia sta diventando una destinazione sempre più attraente e sostenibile per i visitatori. Che si tratti dell'espansione della rete ferroviaria, delle opzioni di viaggio ecologiche o degli aeroporti rinnovati, tutti questi sforzi mirano a migliorare l’esperienza dei viaggiatori. Per rimanere aggiornati su tutte le novità del turismo e delle infrastrutture in Italia, visita stradenuove.net e scopri come questi sviluppi stanno trasformando il futuro del Paese.
Per maggiori informazioni:-
Notizie sul turismo in Italia
Notizie sui trasporti in Italia
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400 milioni per il Piano Mattei per l'Africa
Bond e Fondo italiano clima, bond da 100 milioni per le rinnovabili in Africa. La Banque Ouest-Africaine de Développement sottoscrive obbligazione con il fondo gestito da Cdp. L’obiettivo è mobilitare risorse fino a 400 milioni di euro nella regione. Un’obbligazione ibrida da 100 milioni di euro, con l’obiettivo di mobilitarne fino a oltre 400 in progetti di energia rinnovabile e mitigazione del climate change in Africa occidentale. È il nerbo dell’operazione sottoscritta ieri a Roma dalla Banque Ouest-Africaine de Développement (Boad), la banca multilaterale dei Paesi dell’Unione economica e monetaria dell’Africa occidentale, insieme al Fondo italiano per il clima: lo strumento finanziario con una dotazione da 4,2 miliardi di euro gestito da Cassa depositi e prestiti per conto del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Il debutto del «bond ibrido» in euro L’intesa, siglata dal presidente della Boad Serge Ekue alla presenza del vice-ministro degli Esteri Edmondo Cirielli e dell’ad di Cassa Dario Scannapieco, rappresenta una delle prime emissioni del genere sottoscritte da un banca multilaterale, dopo il bond ibrido da 750 milioni di dollari Usa lanciato in gennaio dalla Banca africana di sviluppo. I fondi raccolti saranno destinati a costruzione e riabilitazione delle «infrastrutture per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili», si legge in una nota, con il triplo obiettivo di diversificare il mix energetico, tagliare le emissioni di anidride carbonica e ridurre i costi dell’elettricità negli otto Paesi nel perimetro dell’Unione monetaria: Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea-Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo. Nell’immediato, l’emissione permetterà alla Boad di «rafforzare la propria struttura di capitale», come ha confermato Ekue rispondendo a una domanda dei giornalisti. Alcuni tecnici installano pannelli in uno dei più grandi parchi solari dell’Africa orientale, distretto di Rwamagana, Ruanda. (Alamy Stock Photo via Reuters) Come era già emerso da una nota, si parla di «migliorare il proprio profilo di rating» e soddisfare «al contempo le esigenze di generazione di elettricità dei Paesi membri». In prospettiva, aggiunge Ekue, l’obiettivo di fare leva sulla dotazione originaria di 100 milioni di euro per mobilitarne «fino a 400» su progetti già fissati sull’agenda della Banca: un effetto di leverage che dovrebbe riversarsi ed essere alimentato da una prima scrematura di iniziative in alcuni Paesi della regione. Ekue: energia prima priorità per la crescita A quanto riferito al Sole 24 Ore, si parla di un primo blocco di quattro iniziative: due progetti di costruzione di centrali fotovoltaiche rispettivamente in Togo e Burkina Faso, per oltre 60 MW di capacità installata, oltre a un progetto elettrificazione di 50 comunità rurali in Mali con impianti solari distribuiti e una ulteriore iniziativa di «rinnovamento» di impianti idrolettrici ed elettrificazione in altre 15 comunità maliane. «L’energia è la priorità numero uno e quella rinnovabile è più economica - dice Ekue - Quindi in questa fase dobbiamo essere anti-ciclici e investire su quello». Oggi, secondo dati della Banca mondiale, l’accesso all’elettricità beneficia il 50% della popolazione dell’Africa occidentale. La leva delle rinnovabili, dice Ekue, può sostenere sia una riduzione della povertà energetica sia quelle crescita economica «duratura» citata ieri anche dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto. «L’Africa ha un dono» ha sottolineato Ekue, riferendosi al potenziale di alcune branche delle rinnovabili. Un esempio è il solare: «Il Paese con la più grande esposizione solare al mondo è il Burkina Faso -fa notare - Se esistesse una competizione sarebbe al top. Bisogna sfruttare queste risorse». Read the full article
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Palermo: maxi incendio nella Riserva Naturale di Capo Gallo
Palermo: maxi incendio nella Riserva Naturale di Capo Gallo. I Carabinieri della Compagnia San Lorenzo hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo, nei confronti di un 26enne, per i reati di disastro ambientale colposo e incendio boschivo colposo. L'attività, coordinata dalla Procura della Repubblica, è stata condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia San Lorenzo e ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario a carico dell'indagato il quale, il 24 luglio 2023, si sarebbe reso protagonista della condotta che ha determinato il propagarsi di un incendio che ha distrutto circa 650 ettari (6,5 chilometri quadrati) di vegetazione, di cui quasi 600 rientranti nella Riserva Naturale Orientata di "Capo Gallo". Si è trattato di uno degli incendi più violenti e distruttivi tra quelli che hanno attanagliato il Capoluogo, causando anomale concentrazioni in area di diossine e furani. L'indagine ha avuto avvio grazie alla minuziosa attività informativa della Stazione di Partanna Mondello che ha consentito, tra l'altro, di analizzare dei filmati di una telecamera da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo e quindi alla ricostruzione della dinamica degli eventi. Le successive intercettazioni telefoniche e ambientali, supportate dall'assunzione di dichiarazioni testimoniali e da tradizionali metodi di indagine portati avanti anche grazie al contributo dei militari della Stazione, dalla Sezione Investigazioni Scientifiche e dai colleghi Forestali del Centro Anticrimine Natura, hanno fatto emergere gravi indizi di colpevolezza sul 26enne, già peraltro condannato, con sentenza definitiva a seguito di patteggiamento del 2017, per danneggiamento a seguito di incendio, violenza privata e reati in materia di armi ed esplosivi, avendo lanciato, in concorso con altri, bottiglie "molotov" contro un edificio occupato abusivamente. Determinanti, inoltre, per la ricostruzione della vicenda e quali riscontri alle acquisizioni investigative, sono stati gli accertamenti tecnici effettuati dal Centro Anticrimine Natura e dalla Task Force del Nucleo Informativo Antincendio Boschivo del Comando per la Tutela Forestale e dei Parchi, che l'Arma dei Carabinieri ha inviato da Roma per la specifica esigenza, grazie a cui è stata individuata la "zona d'inizio incendio" ed evidenziato che le fiamme avevano distrutto la vegetazione presente, costituita principalmente da macchia mediterranea, determinando un'alterazione dell'ecosistema irreversibile - o comunque in parte eliminabile, ma solo in un ciclo temporale lungo e a condizioni onerose - e causato danni ad edifici, costruzioni e specie vegetali protette. Il 26enne era già in carcere dall'ottobre dello scorso anno in forza di una misura cautelare perché indagato per aver posto in essere maltrattamenti, emersi nel corso della presente indagine, nei confronti della compagna e del figlio di quest'ultima di soli 3 anni.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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LAVORI PUBBLICI E GESTIONE DEL TERRITORIO (parte prima)
PARTE PRIMA- In vista delle prossime Elezioni Comunali a Solbiate Olona che si svolgeranno l'8 e il 9 giugno 2024 iniziamo la pubblicazione a puntate di quanto realizzato dalla squadra della Lista Civica Più Solbiate in questi cinque anni di mandato. Tutte le informazioni e i dati sono contenuti nella "Relazione di fine mandato anni 2019-2024" presente sul sito comunale
LAVORI PUBBLICI E GESTIONE DEL TERRITORIO
Sono stati due campi d’azione sui quali si è proceduto in parallelo nell’ottica di attuare e promuovere interventi di rigenerazione urbana che avessero come obiettivi la qualità del costruito e l’efficienza energetica.
Lavori Pubblici:
Riqualificazione di aree urbane come di seguito: Recupero della cosiddetta “pesa pubblica” da area senza una precisa destinazione funzionale a centro multiservizi con annesso distributore di acqua pubblica e schermo informativo alla cittadinanza;
Rifacimento dell’adiacente via Sant’Antonino (marciapiedi e carreggiata);
Riqualificazione di via Patrioti – via Roma (segnaletica orizzontale) e di via Pascoli (in completamento);
Installazione di strutture per l’esercizio fisico all’aperto (calisthenics) all’angolo tra via Patrioti e San Vito su input della Commissione Giovani e finanziate da Regione Lombardia;
Completamento arredo urbano vie Wagner e Rossini;
Riqualificazione area donazione Macchi con la costruzione di un parco e il recupero del capannone industriale (si veda quanto verra’ dettagliato nel proseguo);
Riqualificazione area tra via Varese e campo da Golf con la creazione di un parco agricolo (si veda quanto verra’ dettagliato nel proseguo).
Una buona parte degli interventi elencati e’ stata oggetto di una unica visione e progettazione di rigenerazione urbana e territoriale che ha consentito di ottenere finanziamenti regionali per 416mila euro, classificandosi al 33esimo posto tra tutte le progettualita’ presentate.
I suddetti interventi hanno anche avuto come scopo quello di contribuire al potenziamento e alla preservazione dell’area verde esistente intorno al nucleo abitativo;
• Altri interventi rilevanti:
Potenziamento e riqualificazione parchi cittadini (si veda nel proseguo);
Efficientamento energetico edifici Comunali (si veda nel proseguo);
Interventi su proprieta’ Comunali (si veda nel proseguo);
Consolidamento sponda fondo valle laterale alla Via Calvi con finanziamento statale;
Manutenziono stradali: oltre al citato intervento su via Sant’Antonino, le stesse hanno riguardato quelle realizzate da Tigros S.p.A. nell’ambito della relativa convenzione (via san Rocco, via Pasubio, vicolo Ponti, via San Vito), il manto stradale di via IV novembre (zona industriale) con manutenzione straordinaria chiusini, di via del Maino, di via XXV aprile, dell’incrocio via Sant’Antonino – via Mazzini, di via Cesare Battisti e di via Martiri della Liberta’, nonche’ il rifacimento della pavimentazione della rotonda di via Tobler, la manutenzione della segnaletica verticale e il rifacimento della segnaletica orizzontale in ampie porzioni del Comune, i marciapiedi in via Ortigara e in via Varese.
Gestione del Territorio:
1. Modifica della convenzione PII Tigros, stralciando la prevista edificazione della area feste in via Ortigara e destinando le relative risorse a manutenzioni straordinarie stradali (via san Rocco, via Pasubio, vicolo Ponti, via San Vito) e investimenti pubblici;
2. Attuazione della Legge Regionale 26 novembre 2019 , n. 18 introducendo misure di semplificazione e incentivazione per la rigenerazione urbana e territoriale;
3. Approvazione regolamento che disciplina la compensazione e perequazione dei diritti edificatori, al fine di finanziare il piano dei servizi;
4. Approvazione del regolamento che disciplina l’installazione e l’uso di impianti per le telecomunicazioni, con particolare attenzione all’individuazione e conseguente esclusione di zone sensibili;
5. Aggiornamento oneri di urbanizzazione primaria e secondaria parametrandoli ai valori di mercato e ai coefficienti vigenti nei comuni limitrofi;
6. Approvazione Variante 2 al Piano di governo del territorio, ampliando gli ambiti di rigenerazione urbana fino a undici e riducendo il consumo di suolo di circa 50.000 metri quadrati, che sono pari a più di otto campi di calcio a undici;
7. Mappatura puntuale della situazione attuale del territorio.
Efficientamento energetico:
1. Installazione impianto fotovoltaico e sostituzione illuminazione (Led) presso il campo sportivo comunale finanziata tramite LEGGE REGIONALE 9/2020 -INTERVENTI PER LA RIPRESA ECONOMICA, nonche’ sostituita la centrale termica;
2. Installazione di impianto fotovoltaico presso la scuola media Aldo Moro finanziata tramite LEGGE REGIONALE 9/2020 - INTERVENTI PER LA RIPRESA ECONOMICA, sostituzione caldaia con impianto a condensazione e della illuminazione con lampade più efficienti (Led) finanziate tramite contributi statali;
3. Installazione di impianto fotovoltaico, sostituzione serramenti, sostituzione illuminazione con lampade più efficienti (Led) presso la scuola elementare Giovanni Pascoli finanziati tramite contributi statali;
4. Installazione di impianto fotovoltaico e caldaia a condensazione presso il Municipio, finanziata con bando “C.S.E. 2022 – Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza energetica” del Ministero della Transizione Ecologica (MiTE);
5. Installazione di illuminazione a LED presso il centro Socio Culturale, inclusa la Biblioteca;
6. Sostituzione dei corpi illuminanti con lampade più efficienti (Led) sui punti luce di proprietà comunale in diverse via del paese, tra le quali si segnalano Via Matteotti, Via S. Anna, Piazza Gabardi compreso scalinata per valle, Piazza San Gervaso, Piazza Marconi, Centro di raccolta differenziata, Cimitero, parcheggio di via Patrioti, parcheggio di via Vittorio Veneto, area di via San Vito, Area Feste, zona industriale e rotatoria in valle.
Illuminazione pubblica:
terminato il contratto con il gestore precedente si è provveduto dapprima a realizzare il DAIE (Pgt dell’illuminazione pubblica incluse le azioni per la rigenerazione e aggiornamento della stessa). Sulla base di tale documento e’ stato avviato il processo di indizione di gara con project financing che coprirà i prossimi 20 anni e prevedera’ l’aggiornamento dei pali luce (sostituzione e/o implementazione) e l’adozione di sistemi smart per la gestione, nonché la fornitura di energia elettrica.
(foto di Matteo Colombo)
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Marcia indietro di ANAC sulle gite scolastiche: sospiro di sollievo per i parchi divertimento
L’Associazione Parchi Permanenti ringrazia ANAC per la sospensione della nuova normativa che, da dicembre a oggi, aveva già generato perdite del 40% nel segmento dei viaggi di istruzione e dei centri estivi. Roma, 1 marzo 2024 – L’Associazione Parchi Permanenti Italiani, aderente a Federturismo – Confindustria, esprime soddisfazione e ringrazia ANAC – Autorità Nazionale Anticorruzione – per la…
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Bilbao: Anselmo vs Ghery
Se nella terza decade del XXI secolo ha ancora senso usare l’aggettivo “figurativo”, è giusto applicarlo all’enorme ragno della Bourgeois che, ondeggiando sulle sottilissime zampe, percorre lo spiazzo antistante il fiume attorno al Guggenheim di Bilbao: chi durante una delle malattie infettive che perseguitano l’infanzia non ha sognato di essere imprigionato nella rete di Aracne e di finire nelle sue grinfie? Invece non ho remore a usare la parola “incubo” per connotare l’enorme edificio progettato da Frank Ghery.
Mi dispiace per questo fantasioso architetto americano, rappresentante principe del postmodern internazionale, ma dal Ria, dal ponte che lo attraversa e da tutte le strade che lo circondano non si capisce proprio cosa sia destinato a contenere: un asilo per pazzi scatenati? anzi il principe degli asili per claustrofobici? il municipio di amministratori di una città uscita fuori dalla fantasia di uno Swift? Invece è il quarto e più famoso contenitore dell’immensa e prestigiosa collezione d’arte appartenente a una famiglia americana, raccolta soprattutto negli anni del surrealismo da Peggy, ricchissima erede di un magnate perito nel disastro del Titanic (e amante, se non vado errato -anche- di Max Ernst, l’unico di quel movimento di cui forse vale ancora la pena parlare; la collezione è poi stata arricchita successivamente di opere molto importanti un po’ di tutti gli artisti emergenti sulla scena). Il Guggenheim museum è emblema e baricentro di quella Svizzera marina che è la regione basca, di cui Bilbao è chiaramente la capitale (finanziaria e industriale).
La città, circondata da colline verdi e attraversata da un fiume, mostra chiaramente di essere una sede adatta agli agi di quella piccola borghesia che ormai trionfa su tutto il pianeta e in particolare in Europa. Qui si dimenticano volentieri le contraddizioni che ci propina quotidianamente internet, le guerre, le favelas, i mucchi di garbage in cui frugano “i dannati della terra”. A Bilbao, con un portafoglio tutto sommato medio, si vive bene: vino eccellente, alta cucina nei numerosissimi pubs sparsi un po’ dovunque (fortissima l’influenza dell’epoca vittoriana inglese coi suoi cottages e le sue ville revivals nel porto affacciato sul Golfo di Biscaglia), donne fresche di parrucchiere, marciapiedi immensi, non un graffito, parchi senza un filo d’erba fuori posto dove pullulano panchine e sculture rigorosamente del bronzo più retorico comune in tutto il mondo, ecc. Sarà un caso che il quarto Guggenheim sia stato localizzato qui?
Basta con le maligne analisi urbanistiche, qui sista bene e tutte le strade conducono a Roma, pardon, al museo (non un angolo che non ne faccia pubblicità, anche nel centro storico (dove qualche graffito, è la prima volta vi confesso, mi tira un po’ su). Tutte, compresa quella che attraversa il Ria sul ponte frutto dell’’inventiva di un Calatrava, forse il più leggero che mi sia stato dato di attraversare. Ma che ci sta a fare questo tocco di eleganza nerviana (onore a te, Pierluigi, padre e mentore dello spagnolo) accanto al mostro gheryano, uno sputo nel mare ondeggiante dei suoi contorti e un po’ ridicoli volumi?
Per essere espliciti una volta per tutte e spero chiari: l’architettura è chiamata, sempre, a proteggere la vita nelle sue forme più varie e, nel caso di un museo, quella dell’arte e delle memorie dello spirito inventivo dell’animale più curioso sulla faccia della terra. L’architettura è decisamente un mestiere difficile, proprio a causa del suo diretto coinvolgimento con il sociale; insomma deve essere anche pratica, alla portata di ogni più elementare bisogno e non solo quello di proteggerci dalla pioggia o dai terremoti. Nel caso di un edificio museale è chiamata a conservare ed esporre la memoria della punta di diamante dello spirito, l’arte, di cui essa stessa fa parte. Ma per riuscirci deve fare non uno bensì più passi indietro. La sua funzione è quella di dare spazio ai colleghi, coloro che dovranno occuparlo, sia pure momentaneamente. L’ha avuto ben chiaro uno come Zumthorn a Bregenz, dove ha progettato un museo che rappresenta uno splendido esempio nel contempo di modestia, funzionalità e bellezza minimale. “Reduced” direbbe Wiener (un connazionale dell’architetto americano che campeggia in una sala a piano terra del G., a commentare le splendide e un po’ eccessive spirali di un altro americano, Richard Serra che, come tutti loro, pensa alla grande, alla rinascimentale. Il conflitto moderno-postmoderno, è un’invenzione recente di menti incolte: alla faccia di Ghery, Borromini muove lo spazio inventato da Brunelleschi e Piero, perché la vita, comunque precaria e difficile, non perde il suo rapporto con la religiosità. La tensione spirituale che dovrebbe impegnare l’arte contemporanea è il corrispettivo laico della fede dei secoli di Monteverdi e Bach: è un fatto innegabile. Ma se l’americano s’è agitato forsennatamente nello spazio è solo per esprimere la propria singolarità, la propria originalità, impedendo in qualche modo di parteciparla ai colleghi che espongono nelle viscere di quello da lui esibito. E’ proprio una questione di misura, la stessa che distingue i pesantissimi orpelli del S. Nicola di Bilbao dal S. Carlino o il S. Ivo di Roma. Una misura che manca del tutto all’edificio progettato da Ghery. Basta un’occhiata a denunciarlo: il museo mette a disposizione dell’esposizione forse nemmeno un terzo dello spazio occupato dai suoi contorti volumi: qualsiasi fotografia lo rende evidente senza bisogno di ricorrere a piante e prospetti.
E qui chiudo con il tanto osannato edificio. Ma ancora una domanda: che ci fa Giovanni Anselmo lì dentro? Come ha potuto confrontarsi con l’americano? Come ne è uscito?
2° Oltre l’orizzonte
Se ho tirato in ballo Piero, Filippo e il Francesco d’un secolo dopo è perché questo connazionale contemporaneo ne conserva la memoria. E che altro deve fare un artista se non ridire quanto già affermato dai colleghi che lo hanno preceduto e ridirlo con parole comprensibili nel secolo in cui è vissuto? Magari aggiungendo qualcosa per cui non si possa più tornare indietro? Sì, perché Giovanni Anselmo è stato il poeta che, col suo pallino dell’energia fisica, ha fatto tramontare definitivamente i “valori plastici”, faticosamente tenuti in vita dall’arte del secolo scorso, e lo ha fatto con la semplicità di un Piero della Francesca e la fantasia spaziale di un Borromini. Non ci sarebbe altro da aggiungere per commentare la sua retrospettiva ospitata al secondo piano dell’immenso edificio di cui ho parlato nel post precedente e mi auguro che questo sia sufficente a convincere tutti gli artisti che oggi intendono ancora lavorare a muovere le chiappe per constatare de visu la verità di quanto ho affermato: c’è trippa per gatti, per tutti, ad esclusione di quelli floreali di quel zuzzerellone di un Koons (davanti all’ingresso del monstrum).
Ma la mia fiducia nella perspicacia dei visitatori non pigri può ingannarmi e mi rimane il compito certamente difficile di argomentarre un po’ queste affermazioni, senza tradire quanto deve prima essere constatato coi propri occhi. Sono venuto apposta da Milano nella lussuosa Bilbao perché il lungo sodalizio spirituale avuto con il torinese lanciato da Germano Celant lo esigeva: una retrospettiva completa è ben più complessa da organizzare di una sia pur impeccabile mostra come quella recente dalla Lia Rumma a Milano. Il compito dei suoi curatori è stato arduo, non solo perché si è trattato di mettere in piedi 70 anni di attività dell’artista, ma anche di farlo in un luogo che, l' ho cercato di dimostrare, fa a pugni con chi ospita in generale, ma in particolare con l’opera di quest’artista.
Ho parlato di semplicità, ma devo specificare esclusivamente visiva e suffragarlo con qualche esempio: non basta dire energia della sofficità, bisogna vederla coi propri occhi in azione attraverso un cespo d’insalata piuttosto che una spugna; non basta sentire la stretta di un panno strizzato, occorre verificarlo attraverso la resistenza della sua massa compatta; non basta dire tramonto, ma dispiegare l’evento attraverso una sequenza di quanto più banale si possa inquadrare in cornicette modeste in fila indiana; e ancora, non basta parlare di paesaggio grigio verso oltremare, ma occorre metterlo in scena nella sua drammaticità pesante (i tempi sono questi, ahimé) e a ciò è sufficiente la posizione audace e la dimensione ridottissima di un rettangolo spatolato di colore denso.
Tutto è tensione nella retrospettiva, anche quella dolce della capillarità o di un panno tirato in orizzontale. Dico solo che vale la pena di un viaggio di cinque ore per immergersi in questo mondo poetico proprio per la sua semplicità, per la sua elementarietà, oserei dire per il suo ottimismo. L’orizzonte oltre il quale Anselmo ci invita ad andare (“Beyond the horizon” il titolo della mostra) è di una semplicità sconcertante, di un naturalismo calmierante (tutti oggi parlano di ecologia, ma chi lo fa senza tradirla?) L’architettura di riferimento per lui è l’universo attraversato dal lieve magnetismo indicato dall’ago di una bussola immerso nella pietra più dura della terra: il granito. I massi incombenti retti da un assembramento di tele intelaiate (lo strumento principe dell’arte del passato - sottolineo passato) sono dinamica pura, senza ambiguità, al limite del banale.
Castello di Rivoli: sulla sinistra il sunset, sulla destra la mano che lo indica
Nella retrospettiva gli esempi si sprecano e io ora non ho nessuna voglia di proseguire nell’elenco. Ho parlato di ottimismo, un atteggiamento che, insieme alla convinzione che l’energia non sia solo fisica ma anche psichica, accomuna Anselmo a un altro grande artista, il tedesco Joseph Beuys. E poi, a girare attorno al concetto, ma questa volta senza alcun ottimismo, dobbiamo annoverare il lavoro di un altro italiano, Fabio Mauri che, in apparente contrapposizione, afferma essere l’energia anche politica, nel senso più nobile della parola. Essa cioè deve fare i conti con la storia, quindi l’ideologia, pena il precipitare inesorabilmente nei disastri planetari che nulla hanno a che vedere con quelli naturali; ne sono prova addirittura due guerre mondiali con un paio di olocausti di mezzo. Ma questo è un discorso che impegna uno spazio ben più ampio.
Devo proseguire?
Due parole ancora sul rapporto di Anselmo con l’architettura, quest’ancilla delegata a ospitare il suo grande teatro. Il penchant per il naturalismo lo porta oltre, appunto: beyond. L’architettura è l’universo del cielo stellato, delle forze elementari come la peso o la magnetica (mi stupisce che non abbia mai fatto niente con l’elettrica o la cristallizzante (l’energia intuita da Euclide 2500 anni fa): l’architettura è un incidente di percorso, che sia un Guggenheim, un Rivoli o un Maxi, non importa: il concetto di energia è puro, è quello offertoci da una mano disegnata a punta d’argento su un grande foglio di carta spolvero; la storia che coinvolge l’architettura, la memoria che si porta pesantemente appresso, sono fatti contingenti.
E le stelle stanno a guardare,
le stelle che lo hanno accolto circa due mesi fa.
FDL
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Turismo: in crescita nel Lazio i parchi a tema
Sono stati 2,3 milioni nel 2022 i visitatori dei 17 parchi divertimento (o parchi a tema) del Lazio, di cui 11 nella città Metropolitana di Roma, che hanno generato introiti per 26,3 milioni di euro, cui vanno aggiunti circa altri 50 milioni di indotto. E’ quanto emerge dall’indagine realizzata da Eures ‘Roma riparte dalla bellezza… e dallo svago’ in collaborazione con la Camera di Commercio di…
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20 nov 2023 10:33
ANCHE IL GOVERNO DEI “MIGLIORI” HA FATTO QUALCHE ERRORE: LA REVOCA DELLA CONCESSIONE DELL’AUTOSTRADA DEI PARCHI A TOTO È COSTATA 5 MILIARDI ALLO STATO – LA SOCIETÀ CHE GESTISCE LA A24 E LA A25 TORNERÀ ALLA FAMIGLIA ABRUZZESE, A CUI ERA STATA TOLTA NEL 2022 PER PRESUNTE INADEMPIENZE. MA I TRIBUNALI HANNO DATO TORTO AL GOVERNO DRAGHI. ORA, PER EVITARE UN BAGNO DI SANGUE (E UN DANNO ERARIALE), SI TROVERÀ UN ACCORDO TRANSATTIVO: CI SARÀ UN ESBORSO DI 500 MILIONI, E LA PARTE RESTANTE… -
Estratto dell’articolo di Manuel Follis per “la Stampa”
Manca poco, questione di qualche mese e di qualche atto formale, su cui nessuno al momento prevede ostacoli, e poi l'Autostrada dei Parchi tornerà nelle mani del gruppo Toto, cui la concessione era stata revocata nel luglio del 2022 per gravi inadempienze.
Il procedimento per estromettere la società Strada dei Parchi Spa dalla gestione, fu sostanzialmente l'ultimo atto del governo guidato da Mario Draghi e col senno di poi si è rivelato un errore clamoroso, su tutti i fronti.
Dopo la revoca, la società Strada dei Parchi ha fatto ricorso ma nel frattempo è entrata in concordato e sono stati nominati dei commissari. Poi però sono iniziate ad arrivare le sentenze. Ben sette Procure si sono occupate del caso […]e Toto ha sempre vinto, in tutte le sedi, provvedimento dopo provvedimento. L'atto finale è arrivato lo scorso 14 novembre, quando il Tribunale di Roma ha respinto i ricorsi di Anas e del Ministero dei Trasporti.
La società cui era stata sottratta la gestione dell'infrastruttura aveva ragione su tutta la linea: 16 mesi di processi hanno lasciato in dote all'attuale governo potenziali risarcimenti per quasi 5 miliardi, di cui 2,3 miliardi già accertati e da saldare.
Con la beffa che a questo punto la concessione è destinata a tornare nelle mani di Strada dei Parchi, proprio per limitare i danni e dimezzare i rischi di esborso per il governo.
Una storia un po' bizzarra, molto italiana, che si è consumata poco sulle strade e molto nelle aule dei tribunali. Tutto inizia nell'estate 2022, quando alla fine del governo Draghi, nell'ultimo consiglio dei ministri guidato dall'ex premier, compare il provvedimento di revoca della concessione per presunte inadempienze, principalmente investimenti non realizzati. Un decreto legge che arriva alla fine di un lungo braccio di ferro tra l'allora presidenza del Consiglio e i due ministeri […] dei Trasporti e […] dell'Economia.
Palazzo Chigi […[ insiste per togliere la concessione al gruppo Toto che, ironia della sorte, è il primo ad essersi aggiudicato una concessione messa a gara con un bando europeo. Quella concessione viene revocata, la società si oppone, ma sulle prime non c'è niente da fare.
La gestione dell'Autostrada dei Parchi viene affidata all'Anas temporaneamente fino il 31 dicembre 2023. L'idea dell'allora governo era che entro la fine di quest'anno si provvedesse a una nuova gara per l'assegnazione della concessione a un altro soggetto, potenzialmente […] alla stessa Anas. Nel frattempo entro il 7 luglio 2023 sarebbe dovuto arrivare nelle casse dei Toto il valore del subentro (una sorta di indennizzo per la revoca), che però non viene versato.
Flash forward a oggi. La società Strada dei Parchi ha in mano tutte le carte che dimostrano come le accuse fossero infondate. […] Oggi Strada dei Parchi deve ricevere 500 milioni di euro in via provvisionale, somma che fa parte dell'indennizzo complessivo stimato in 2,39 miliardi. A questi si aggiungono le decine di altri contenziosi ancora pendenti che complessivamente valgono 2,5 miliardi. Totale 4,9 miliardi da pagare.
La soluzione a questo punto sarebbe un accordo transattivo tra Mit e società. Ci sarà l'incasso dei 500 milioni, mentre la parte restante (circa 1,8 miliardi) verrà stralciata dal debito che Strada dei Parchi ha verso Anas. In cambio la società rinuncia ai ricorsi pendenti, manterrà le tariffe ai livelli del 2017 e raddoppierà gli investimenti. Ma riotterrà la concessione. Danno erariale scampato. […]
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“Un Albero per il Futuro”: Natù e Cinecittà World insieme per l’ambiente. Lunedì 20 novembre 2023 il Parco Divertimenti di Roma si tinge di green: in occasione della Giornata Mondiale degli Alberi, in collaborazione con Natù, azienda leader nel settore della sostenibilità ambientale, Cinecittà World organizza un evento unico per lamessa a dimora di duemila alberi, un’ambiziosa campagna di forestazione urbana. Nel corso della mattinata si terrà la cerimonia inaugurale di “Un Albero per il Futuro”: l’iniziativa presentata dalla madrina Licia Colò, e alla quale parteciperanno scuole e istituzioni, personalità, fra cui il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. L’evento, aperto al pubblico, coinvolge migliaia di bambini provenienti dalle scuole di tutta Italia che si trasformeranno in giardinieri per un giorno, piantando pioppi, lecci, sughere, ginepri e altri alberi tipici della macchia mediterranea nei parchi tematici Cinecittà World, Roma World, Aqua World e aree circostanti. Una giornata speciale per promuovere consapevolezza sul ruolo cruciale delle piante nell'ecosistema globale, un’occasione irripetibile per coinvolgere i giovani ed educarli alla tutela dell'ambiente, fondamentale per salvaguardare il futuro delle prossime generazioni. «Spesso si parla di eco sostenibilità in modo astratto» dichiara l’AD del Parco Stefano Cigarini. «Noi facciamo la nostra parte per riforestare il pianeta: duemila nuovi alberi, qui, sotto casa. Chiunque abbia a cuore l’ambiente può venire a darci una mano». “Un Albero per il Futuro” non solo promuove la sostenibilità ambientale, ma offre anche ai bambini la possibilità di sperimentare il senso di responsabilità e la soddisfazione di partecipare alla creazione di un futuro più verde. I bambini avranno la possibilità di seguire l’evoluzione delle loro piante nel corso del tempo, instaurando così un legame duraturo con la natura e la consapevolezza dell'importanza di preservarla. Il progetto, patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Ministero politiche agricole e delle Foreste, da ENEA, da ANCI e da oltre centocinquanta Comuni italiani, vede anche il coinvolgimento dell’Associazione Italiana Persone Down (AIPD), che si occuperà di prendersi cura degli alberi fino al completo attecchimento, segno dell’impegno congiunto per la sostenibilità e l’inclusione sociale, creando una connessione fra protezione dell'ambiente e sostegno delle persone con fragilità. Per tutti i dettagli e l’accredito gratuito per contribuire alla forestazione: https://www.cinecittaworld.it/it/eventi/783-un-albero-per-il-futuro-riforestazione-2000-alberi
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Alla scoperta dei colori autunnali: Le migliori mete italiane per le foglie più belle
L'autunno è una stagione magica, in cui la natura si tinge di colori caldi e vivaci. In Italia, ci sono molte mete perfette per ammirare le foglie d'autunno. Laghi I laghi sono una destinazione ideale per ammirare le foglie d'autunno. Le acque calme e riflettenti dei laghi creano un contrasto mozzafiato con i colori delle foglie. Lago di Como: il lago più romantico d'Italia, offre una vista spettacolare sulle montagne circostanti, che in autunno si tingono di giallo, arancio e rosso. Lago di Como, Italia, foglie d'autunno Lago Maggiore: il secondo lago più grande d'Italia, offre una vista panoramica sulle Alpi. In autunno, le montagne si tingono di colori vivaci, che si riflettono sulle acque del lago. Lago Maggiore, Italia, foglie d'autunno Lago di Garda: il più grande lago d'Italia, offre una varietà di paesaggi, tra cui colline, vigneti e montagne. In autunno, le foglie dei vigneti si tingono di giallo e arancio, creando un paesaggio pittoresco. Lago di Garda, Italia, foglie d'autunno Parchi nazionali I parchi nazionali italiani sono un'ottima destinazione per ammirare le foglie d'autunno. Le foreste dei parchi nazionali sono ricche di alberi di diverse specie, che in autunno si tingono di colori vivaci. Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi: le Dolomiti sono una catena montuosa spettacolare, che offre una varietà di paesaggi, tra cui foreste, laghi e montagne. In autunno, le foglie dei boschi si tingono di giallo, arancio e rosso, creando un paesaggio mozzafiato. Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, Italia, foglie d'autunno Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise: il parco nazionale più antico d'Italia, ospita una varietà di specie animali e vegetali. In autunno, le foglie dei boschi si tingono di giallo, arancio e rosso, creando un paesaggio suggestivo. Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, Italia, foglie d'autunno Parco Nazionale del Gran Paradiso: il parco nazionale più alto d'Italia, ospita una varietà di specie animali, tra cui stambecchi, marmotte e camosci. In autunno, le foglie dei boschi si tingono di giallo, arancio e rosso, creando un paesaggio incantevole. Parco Nazionale del Gran Paradiso, Italia, foglie d'autunno Città Anche le città italiane possono essere un'ottima destinazione per ammirare le foglie d'autunno. I parchi e i giardini delle città sono spesso decorati con alberi che in autunno si tingono di colori vivaci. Firenze: la città del Rinascimento, offre una varietà di parchi e giardini, tra cui il Giardino di Boboli e il Giardino dell'Orticoltura. In autunno, le foglie degli alberi si tingono di giallo, arancio e rosso, creando un paesaggio suggestivo. Firenze, Italia, foglie d'autunno Roma: la Città Eterna, offre una varietà di parchi e giardini, tra cui il Parco di Villa Borghese e il Parco di Villa Doria Pamphili. In autunno, le foglie degli alberi si tingono di giallo, arancio e rosso, creando un paesaggio romantico. Roma, Italia, foglie d'autunno Venezia: la città dei canali, offre una vista spettacolare sui ponti e sui palazzi, che in autunno si riflettono nelle acque dei canali. In autunno, le foglie degli alberi si tingono di giallo, arancio e rosso, creando un paesaggio pittoresco. Venezia, Italia, foglie d'autunno Consigli per ammirare le foglie d'autunno Preparatevi a camminare: per ammirare le foglie d'autunno, è necessario camminare tra i boschi e i parchi. Indossate scarpe comode e abbigliamento adatto alla stagione. Read the full article
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