#paratoys
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abr · 2 years ago
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Una paratoia da duemila tons di acciaio posizionata sulla conca di navigazione di Malamocco, consentirà di bypassare il Mose tipo un sistema a chiuse: a Mose sollevato si apre la porta della conca, la nave entra, si richiude, viene espulsa l'acqua in eccesso nel bacino, si apre la porta lato laguna, la nave entra nel porto lagunare. Viceversa in fase di uscita.
La conca consente il transito a imbarcazioni con lunghezza max di 280 metri, larghezza di 39 metri e pescaggio fino a 12 metri, lo stesso delle Bocche col Mose "a riposo": è tanto, é poco ?
E' meglio che niente. Non segue l'evoluzione delle navi verso il gigantismo, neppure limitandosi allo standard Panamax: dal 2016 fino a 366mt lunghezza, 49mt. larghezza; anche a Mose a riposo, i 15mt. di pescaggio consentiti dal canale di Panama sono out.
A maggior ragione é no alle supergiganti post-Panamax, oggi fino a 400mt di lunghezza, 62mt di larghezza e 16 mt di pescaggio; anche le più grandi navi da crociera hanno pescaggi al limite ma sono troppo lunghe e larghe.
Tant'è, per le navi grandi c'è Trieste: una provocazione per i venexiani.
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ohwellbull · 4 months ago
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Y bore ‘ma, rwy’n gyffrous i gael gwybod am ailuno Oasis yn 2025.
Dywedwch wrthym am y tro diwethaf y gwnaethoch chi deimlo’n gyffrous.Bore da ffrindiau, Ddoe, dechreuodd rhai sibrydion tanio’r tân bod y brodyr Noel a Liam wedi cymodi ac yn paratoi i ddathlu 30ain pen-blwydd yr albwm eiconig “What’s the Story, Morning Glory?” trwy ailuno ar gyfer taith fawr. Nid ydynt wedi chwarae gyda’i gilydd ers 15 mlynedd. Felly, wrth i’r wawr dorri ar yr orwel, rwy’n…
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lamilanomagazine · 8 months ago
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Sicilia, siccità: da lunedì al via lavori per canalizzare le acque del Simeto
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Sicilia, siccità: da lunedì al via lavori per canalizzare le acque del Simeto Inizieranno lunedì prossimo e dureranno tre giorni i lavori ad opera del Consorzio di bonifica di Catania per canalizzare provvisoriamente le acque del fiume Simeto a valle della traversa di Ponte Barca, dove si registrano perdite dalle paratoie. Lo ha stabilito la cabina di regia per l'emergenza idrica, guidata dal presidente della Regione Siciliana, in attesa delle riparazioni definitive già finanziate dalla Protezione civile regionale e per le quali occorrerà un intervento che durerà circa due mesi. La deviazione temporanea non richiede opere ad impatto ambientale e consentirà di poter immettere su alcune zone del territorio della Piana di Catania, attraverso i canali del Consorzio di bonifica, circa 600 litri di acqua al secondo, una fornitura che sarà disponibile anche nei mesi estivi. Questa operazione consentirà agli agricoltori della zona di sopperire parzialmente ai gravi problemi di irrigazione di cui soffre il territorio, dove gli invasi sono quasi vuoti e dove in condizioni stabili l'approvvigionamento è di circa 3000 litri di acqua al secondo. Il piano per effettuare i lavori ha già ottenuto l'autorizzazione del Genio civile e dell'Autorità di bacino che, nei giorni scorsi, hanno effettuato i sopralluoghi e prevede un movimento di terra a valle nell'alveo per poter incanalare le acque all'interno di un adduttore che porterà l'acqua nella zona di irrigazione.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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portvanguard · 8 months ago
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Alessandro Mazzi, il suo impegno nell’ingegneria civile e marittima
Alessandro Mazzi è un ingegnere e consulente aziendale nato il 20 ottobre 1966 a Verona. La sua carriera si è concentrata sull'ingegneria civile e marittima, con un impegno significativo nei confronti della sostenibilità ambientale. Ha giocato un ruolo importante nel progetto MOSE, un sistema di barriere mobili progettato per proteggere Venezia dalle inondazioni, che comprende 78 paratoie alle bocche dei porti di Lido, Malamocco e Chioggia. Mazzi ha anche avuto un ruolo chiave in Grandi Lavori Fincosit S.p.A., una delle principali imprese di costruzione italiane, specializzata in infrastrutture terrestri e marittime. Oltre a queste attività, Mazzi ha ricoperto posizioni di leadership in altre imprese costruttive e attualmente lavora come consulente per progetti pubblici e partecipa ai consigli di amministrazione di varie società, contribuendo alla realizzazione di progetti infrastrutturali significativi in Italia e all'estero.
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delectablywaywardbeard-blog · 10 months ago
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Acqua alta a Venezia, Mose ha tenuto all'asciutto la città
Giornata di acqua alta e di super-lavoro per il sistema Mose quella di oggi a Venezia. Le paratoie mobili sono state attivate già stamane per una prima punta di marea che in mare ha sfiorato i 110 centimetri. Con le barriere a protezione delle tre bocche di porto, il livello dell’acqua nella laguna interna, e quindi in città, è stato di circa 85 centimetri, sufficienti a bagnare soltanto piazza…
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kritere · 2 years ago
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Friuli, finisce con l’auto nel canale e rischia di annegare: operaio apre le paratoie e lo salva
DIRETTA TV
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cultfaction · 3 years ago
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Reposted from @toyboxing Weirdest Spielberg merchandising EVER #toyboxing #1941 #1941film #belushi #racktoys #spinnertoys #spielberg #stevenspielberg #imperialtoys #stevenspielbergfilm #johnbelushi #1941movie #belushi #raretoys #retrotoys #toystagram #weirdtoys #toyhunter #spielbergfilms #paratoys #parachutetoy #toysoldiers https://www.instagram.com/p/CSKyaLtsKEp/?utm_medium=tumblr
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sundaymorningsims4 · 3 years ago
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Sulani, Restaurant Ohan’ali
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Retranscription :
Danaé: Eh pas si vite ! J’ai de bien plus petites jambes que toi et je suis en talons je te rappelle ! Makoa: J’ai surtout l’impression que tu tra��nes un peu la patte... [soucieux] Est-ce que tu es inquiète ?  Danaé: [souffle] Un peu forcément, c’est normal je suppose surtout me connaissant. Non ?... Makoa: Tu n’as vraiment aucune raison de t’en faire, ils vont tous t’adorer !  Danaé: J’espère mais tu sais ce qu’on dit sur les premières impressions... Makoa: Tu ne peux faire que bonne impression, tu es présente à une fête du kava et tu portes des fleurs, tu respectes la tradition, tout est bon ! Oliana: Hey vous deux !  — Oliana: On est trop heureuses que vous ayez pu venir et de pouvoir enfin rencontrer la fameuse Danaé !  Danaé: Je suis enchantée de vous rencontrer. Leila: J’adore ta robe, ça me rappelle les tenues que je portais en ville ! Danaé: Tu n’es donc pas une native ? Oliana: -Je crois qu’il y a quelqu’un pour toi Ko. Kehlani: [au loin] Eh Tuâne* !  — Kehlani: Je n’arrive pas à le croire, tu es rentré et tu ne dis rien à personne, māmā et pāpā doivent se retourner dans leur tombe en voyant ça ! Makoa: Je suis ravi de te voir aussi petite sœur... Je te présente Danaé, ma camarade de fac et Danaé voici-  Kehlani: Moi c’est Kehlani, je suis ravie de pouvoir enfin mettre un visage sur ton prénom, tout le monde n’a que ça à la bouche depuis ces derniers jours ! Danaé: J’ai vu des photos de toi chez Makoa, contente de pouvoir te rencontrer en pers-  Duane: Iaora na* petit frère, pas ton style de fille habituel mais je valide. Je pourrai bien être tenté de te la piquer celle là aussi. Kehlani: Ko je t’en supplie ne rentres pas dans son jeu, ce n’est pas le moment. Makoa: Ne t’avises pas de ne serait-ce qu’espérer la frôler !  Duane: Mais ça alors, on pourrait presque croire que tu vas me mordre ! Makoa: Ne me tente pas ! Duane: Ah oui et sinon quoi ?! Danaé: [démunie] Ko laisse tomber s’il te plaît, je rejoins Kelhani sur le fait que le moment et le lieu ne sont vraiment pas appropriés...  Duane: Paratoi* [coup] Kehlani: Ko ! Liliana: -STOP ! [pleurs] Liliana: C’est donc comme ça que tu traites le beau-père de ta fille ?! Danaé: Ta... fille ? Liliana: Et toi, Duane, tu n’avais pas mieux à faire ?! Nous trouver une table par exemple ! Danaé: [sonnée] Désolée il faut que j’aille... passer un coup de fil important. Liliana: Ah parce qu’elle n’était même pas au courant que tu as un enfant ? J’imagine donc qu’elle ne sait même pas qu’on a déjà été mariés ! Duane: [rire] Tu as vraiment fait très fort sur ce coup là ! Makoa: [grommèle] Titoi* ! Lâchez moi ! Lexique :  tuâne : frère�� iaora na : bonjour paratoi : cou*lle molle titoi : p*tain
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corallorosso · 3 years ago
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Mose, ancora incompleto dopo 6 miliardi e 18 anni. Ma l’Italia a Dubai tenta di venderlo come “opera straordinaria da esportare” E’ costato 6 miliardi e mezzo di euro. E funziona a singhiozzo. La prima pietra fu posta il 14 maggio 2003, ma 18 anni, 4 mesi e tre settimane dopo è ancora un cantiere aperto. Entrerà in attività stabile (forse) nel 2023, ma per dire che possa essere collaudato bisognerà arrivare (forse) a fine 2025. Per farlo funzionare e assicurarne la manutenzione serviranno dai 100 ai 150 milioni di euro all’anno. La strada per la sua realizzazione è stata lastricata di tangenti, con uno dei più rapaci assalti alla diligenza pubblica che si ricordi nel dopoguerra. Questo è il Mose, in attesa che salvi per davvero Venezia dalle acque alte, come non ha fatto nella prima alta marea del 5 ottobre 2021, troppo modesta (105 centimetri sul livello del medio mare) per dare l’ordine di alzare le paratoie in acciaio, ma sufficiente per far sommergere i masegni della Piazza e i mosaici della Basilica di San Marco. Eppure il Mose è un’alta opera dell’ingegno italiano. Un prodotto da export. Di più, un modello tecnologico da offrire per salvare il mondo e le sue coste dall’innalzamento del mare. Lo hanno detto sulla scena dell’Expo di Dubai l’architetto Elisabetta Spitz, commissario straordinario sblocca-cantieri, il ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. (...) Niente male, come pubblicità istituzionale. Forse qualcuno sta pensando per davvero di trasformare il costosissimo gingillo in un prodotto made in Italy da vendere all’estero. Ma cosa dovremmo esportare? Le traversie di un iter tecnico-burocratico infinito? Oppure i milioni di euro finiti scandalosamente nelle tasche di politici, uomini dello Stato, controllori che non controllavano? O ancora un’opera arrugginita prima ancora di entrare in attività, carica di criticità di cui alla fine nessuno pagherà il conto? A rendersi conto dello stridore della proposta esibita sul palcoscenico planetario, nell’indifferenza della politica, sembra essere stato il solo consigliere comunale veneziano Gianfranco Bettin, sociologo e scrittore, già prosindaco della città. Conoscendo molto bene la genesi del Mose, i suoi costi economici e soprattutto ambientali, risponde da “verde e progressista”: “L’opera proposta al mondo a Dubai. Modello Mose? No, grazie”. E motiva: “L’idea, autorevolmente lanciata, è ridicola e proterva”. Perché? “Intanto perché, in linea teorica, può essere considerata in situazioni tipo laguna, dove c’è da interrompere un flusso di marea in entrata da qualche bocca di porto in un bacino chiuso. Ma ci si immagina un Mose davanti a Genova, o a Napoli o a Trieste per proteggerle dall’innalzamento del mare provocato dal surriscaldamento del clima? Oppure un bel Mose tra Atlantico e Mediterraneo, sullo stretto di Gibilterra?”. Perché Bettin ritiene la proposta “proterva”? “Perché vuole proporre al mondo un’opera affidata in concessione diretta ad aziende scelte dal potere politico, senza gare a norma europea, approvata con diktat politico malgrado pesantissimi rilievi del Consiglio superiore dei lavori pubblici, senza Valutazione di Impatto Ambientale…”. E poi? “E’ stata progettata tenendo sott’acqua, perennemente esposti a salsedine e sabbia, delicati meccanismi di funzionamento che sono già deteriorati. Su un piano più generale è stata pensata sbagliando, al ribasso, i calcoli sull’innalzamento del livello del mare e dunque per funzionare qualche ora all’anno mentre invece dovrà farlo decine di volte”. L’effetto? “Sbarellerà le attività del porto e stravolgerà l’ecosistema lagunare, con altissimi costi di manutenzione e alto tasso di usura dei congegni, già costata una montagna di soldi che, per l’opacità e l’arbitrarietà delle procedure e della storica governance, ha provocato il massimo costo e il peggiore scandalo intorno a un’opera pubblica in Italia e in Europa”. di Giuseppe Pietrobelli
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lowriphillips12 · 4 years ago
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Wythnos gyntaf yn y brifysgol
Pedwerydd ar hugain o Fedi. Fy wythnos gyntaf ym Mhrifysgol Abertawe. Gan ddechrau yn y Brifysgol fel myfyriwr hŷn, cefais gyngor gan bawb - fy rhieni, aelodau o fy nheulu, hyd yn oed pobl sy'n gweini mewn caffis amrywiol. Yn bennaf, dywedon wrthyf am geisio am fy ngorau bob tro; yr wyf yn dyfalu na allwch fynd yn anghywir ag ef mewn gwirionedd. Mae'r teimladau cyntaf o fynd i'r brifysgol yr un peth i bawb – wedi'r cyfan, mae'n un o'r pethau pwysicaf rydyn ni'n ei wneud yn ein bywyd. Profiad newydd, profiad pwysig. Fodd bynnag, rwy'n credu y byddai'r rhan fwyaf o bobl yn cytuno na fyddai ein hwythnos gyntaf yn y brifysgol yn ‘normal’ yn enwedig ar ôl y flwyddyn annisgwyl hon. Cawsom deimlad y byddai'n mynd i fod yn wahanol, ond ni allai neb ddychmygu hyn. Dydd Llun. Naw o’r gloch. Dw i’n teimlo nerfau nad ydw i erioed wedi teimlo o’r blaen. Ond rydw i hefyd yn teimlo'n gyffrous? A bod yn hollol onest, dwi ddim yn siŵr sut rydw i'n teimlo. Cyffro a phryder. Byddwn i wrth fy modd yn dweud fy mod wedi codi'n gynnar yn barod i adael ar gyfer fy narlith gyntaf, ond nid oedd hynny'n wir. Bum munud cyn cerdded tua thri cham at fy nesg, mi wnes i rolio allan o'r gwely. Mewn gwirionedd, ni allwn gwyno am hynny; neb yn gwthio heibio ei gilydd, y straen o ddod o hyd i sedd, cannoedd o bobl i gyd yn rhuthro i wahanol leoedd. Roedd yn brofiad hollol wahanol. Diolch byth roeddwn i'n gyfarwydd â zoom erbyn hyn, ar ôl misoedd o gwisiau gyda fy nheulu a ffrindiau. O’r diwedd, roedd pawb wedi ymuno. Dw i dal methu credu fy mod i yma. Roedd pawb mor gyfeillgar a chefnogol. Daethom i adnabod ein gilydd, chwaraeom gemau gwahanol. Aeth y nerfau i ffwrdd yn araf. Gwnaeth amser hedfan heibio. Roedd y dyddiau ar ôl yn debyg iawn. Treuliom amser yn paratoi ar gyfer y cwrs a'r gwahanol fodiwlau. Heb oes, wnaeth un frawddeg benodol sefyll allan ‘rwyt ti ar fiwt’. Bythgofiadwy. Diwedd yr wythnos. Rydw i wedi goroesi fy wythnos gyntaf yn y brifysgol yn llwyddiannus. Wedi blino’n lan. Aeth popeth yn ôl y cynllun ac rydw i mor falch fy mod i wedi penderfynu astudio Cymraeg yma. Wrth gwrs, roedd yn ffordd wahanol iawn o ddysgu ond rwyf yn teimlo y gallwn ddod i arfer ag ef. Does dim pwynt cwyno, rwy'n ffodus iawn fy mod i'n hastudio mewn prifysgol mor wych. Ta beth, efallai blwyddyn nesaf bydd ein bywyd cymdeithasol yn anhygoel a gobeithiaf bydd ein darlithoedd yn digwydd wyneb yn wyneb. Tân hynny, nôl at gyfarfod zoom.
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abr · 4 years ago
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ROSICONI GONNA ROSICARE
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ohwellbull · 4 months ago
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Mae Fy Mharatoad Brys yn Cynnwys Technoleg Gen X
Creu cynllun paratoad brys.Pe bawn i’n paratoi ar gyfer diwedd y byd fel fy ffrindiau Ma a Pa Kettle yn y Gorllewin Gwyllt, yna byddwn i’n dechrau wrth gwrs gyda fy nechnoleg.Beth yw hyn rydych chi’n gofyn? Technoleg mewn anialwch? A ddylem ni fynd i ofyn i Furiosa sut fydd hyn yn mynd?Mewn gwirionedd, rwy’n meddwl y byddai hi’n cytuno â mi ar hyn. Mae angen i ni fynd yr holl ffordd allan ac mae…
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Vicenza, grazie al Pnrr può prendere avvio la completa riqualificazione di Campo Marzo
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Vicenza, grazie al Pnrr può prendere avvio la completa riqualificazione di Campo Marzo. Sindaco Rucco e assessore Ierardi: "Un investimento da un milione e 700 mila euro per tutta la zona verso la roggia Seriola le cui sponde saranno rigenerate" Prende forma la completa riqualificazione di Campo Marzo attraverso l'approvazione in giunta dei progetti definitivi finanziati con il bando Pnrr missione 5 "Inclusione e coesione", componente 2 "Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore", investimento 2.1 – progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale. L'assessore alle infrastrutture Mattia Ierardi ha presentato i dettagli dell'intervento di riqualificazione di tutta l'area ad est di Campo Marzo e delle sponde della roggia Seriola per un importo complessivo di un milione e 700 mila euro. "Andremo a rigenerare l'intera zona ad est – hanno dichiarato il sindaco Francesco Rucco e l'assessore alle infrastrutture Mattia Ierardi – cercando anche in questa parte di eliminare gli angoli di degrado favorendone la fruizione da parte dei cittadini la cui presenza potrà fungere da deterrente. Attraverso la piantumazione di arbusti tappezzanti alti 30/40 cm andremo a scoraggiare il bivacco in alcuni punti strategici e aumenteremo il livello di sicurezza con il potenziamento dell'illuminazione esistente e con la predisposizione per nuove aggiuntive reti di videosorveglianza. Verranno inserite piante sostitutive procedendo anche al rifacimento di tutti i viali, che ora sono in stabilizzato, con materiale conglomerato non bituminoso drenante e pietre locali che creeranno un effetto da vialetto in pietra, eliminando il problema delle buche e della polvere. Verranno riviste le due piccole entrate, verrà eliminata la piccola casetta in legno esistente e realizzati due nuovi servizi igienici autopulenti posizionati uno a fianco dell'esedra e l'altro verso lo sgamettamento cani. Verrà data nuova vita alla roggia Seriola con interventi sulle sponde, mediante l'apposizione di piante acquatiche e sulle paratoie in modo da alzare il livello dell'acqua che non sarà più stagnante ma corrente direttamente dal Bacchiglione". L’obiettivo principale dell’intervento riguarda il risanamento dell’area di Campo Marzo est e della roggia Seriola attraverso operazioni mirate di manutenzione, riqualificazione e integrazione del verde, degli arredi e dell’impianto di illuminazione. Gli interventi proposti non stravolgono l’assetto attuale dell’area, che rimarrà inalterato, ma hanno lo scopo di valorizzare l’immagine complessiva del parco e il suo valore storico paesaggistico e allo stesso tempo disincentivare fenomeni di degrado sociale. Gli interventi sulla roggia Seriola riguardano la riqualificazione paesaggistica delle sponde e del fondo dell’alveo senza l’alterazione della sezione idraulica. L’intervento, quindi, intende riqualificare gli elementi di valore del parco tra cui: l’integrazione della vegetazione esistente e la sistemazione di prati e aiuole, la sistemazione delle pavimentazioni in calcestre degradate tramite interventi di rifacimento dello strato di finitura esistente per dare omogeneità ai camminamenti, l’integrazione dell’illuminazione pubblica con nuovi pali per garantire l’illuminazione di tutti i camminamenti e di tutte le aree aperte a prato. Il progetto non prevede invece il rifacimento delle pavimentazioni in porfido attualmente esistenti. Per disincentivare i fenomeni di degrado e migliorare la fruizione dell’area verde è previsto l’inserimento di due servizi igienici prefabbricati e autopulenti nelle testate di viale Dalmazia. Il prefabbricato situato più a nord prenderà il posto del manufatto esistente (punto biblioteca) non più utilizzato e oggetto di demolizione. Il progetto prevede il rifacimento di tutte le pavimentazioni in calcestre attraverso la realizzazione di un nuovo strato di finitura carrabile in terra stabilizzata drenante tipo Terrasolida Nature. Il prodotto previsto da progetto prevede l’utilizzo di idoneo misto granulare naturale di cava, acqua di impasto e stabilizzante ecocompatibile neutro specifico per gli interventi di stabilizzazione di inerti granulari naturali. Si ottiene così una pavimentazione ecologica riciclabile e soprattutto permeabile. L’inerte utilizzato per la nuova pavimentazione sarà della stessa tipologia delle pavimentazioni in calcestre in maniera tale da non alterare gli attuali cromatismi. Verranno installate infografiche dedicate a delimitare percorsi per i runner definendo percorsi da 400, 800 e 1200 metri e inseriti corpi illuminanti di arredo su pali di altezza massima 6 metri verniciati con tinta nero grafite ferromicacea. Per questa soluzione si propongono due alternative di corpi illuminanti; la prima prevede l'utilizzo di elementi classici che riprendono le lanterne dei viali secondari con pali alti 3,9 metri e lanterna singola, la seconda con pali di latezza massima di 6 metri con doppio punte luce. Il parco non necessita di sostanziali interventi di riqualificazione del verde, sono quindi previsti sistemazioni puntuali per la realizzazione di bordure lungo i percorsi di specie erbacee perenni e specie arbustive tappezzanti (Abelia grandiflora, Perovskia atriplicifolia, Rudbeckia fulgida, Pennisetum alopecuroides hameln, Artemisia absinthium) e la messa a dimora di quattro alberature (Platanus acerifolia). L’intervento maggiormente esteso riguarda invece la realizzazione di superfici di prato fiorito per la riqualificazione dei tappeti erbosi. Questa tipologia di prato, a basso impatto manutentivo, richiede un minore consumo idrico e quindi di minore impatto, in termini di utilizzo delle risorse, rispetto a un tappeto erboso tradizionale. Allo stesso tempo il prato fiorito, grazie alle fioriture stagionali, permette di impreziosire le aree verdi aperte del parco e le radure ai lati dei percorsi secondari e lungo la sponda destra della roggia. Completano le opere a verde la realizzazione dello stemma della città, tramite una composizione di differenti specie arbustive tappezzanti, che verrà posizionato nella collinetta esistente prospiciente al bar situato all’altezza della rotatoria di via Venezia e via Roma.    ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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portvanguard · 8 months ago
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Grandi Lavori Fincosit e il Mose
Alessandro Mazzi, ingegnere di spicco nell'ingegneria civile e marittima, ha avuto un ruolo cruciale nella realizzazione del progetto MOSE, un sistema innovativo per proteggere Venezia dalle inondazioni. La collaborazione con la Grandi Lavori Fincosit S.p.A., azienda leader nel settore delle costruzioni con sede a Roma, è stata fondamentale per portare a termine quest'opera monumentale. Il MOSE, dotato di 78 paratoie mobili e progettato per resistere a maree fino a 3 metri, mira a salvaguardare la laguna veneziana da eventi di marea eccezionali e frequenti. La sinergia tra l'esperienza di Mazzi e le competenze della Grandi Lavori Fincosit ha permesso di affrontare con successo questo complesso progetto infrastrutturale, contribuendo a preservare il patrimonio culturale di Venezia.
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Venezia,mancano paratoie San Marco,acqua alta arriva in Basilica
Da tempo al sicuro contro l’acqua alta, grazie al Mose, ma anche al sistema di pannelli in vetro lungo il suo perimetro, la Basilica di San Marco ha dovuto invece fare i conti nuovamente con l”alta marea, stamane, che ha raggiunto il nartece. Questo a causa del mancato posizionamento delle 6 paratoie in vetro, nei varchi semovibili della ‘cintura’ protettiva posizionata un anno fa attorno…
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paoloxl · 5 years ago
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Una nota del Laboratorio Occupato Morion in seguito all'acqua alta eccezionale a Venezia. Questa notte ha raggiunto il livello più alto dopo l'alluvione del 1966: 187 centimetri, avvicinandosi ai livelli di quella più alta mai registrata (194cm).
«Sono evidentemente questi gli effetti dei cambiamenti climatici. Adesso si capisce che il MOSE serve». Sono le parole, pronunciate da una Piazza San Marco allagata, del sindaco Luigi Brugnaro. Parole che sintetizzano l'orrore politico di cui questa città è vittima, la lucida follia e la corruzione morale che il nostro primo cittadino incarna. 
Follia lucida e corruzione vanno assieme perché ormai ogni persona di buon senso sa che:
1) Il MOSE non fa parte della soluzione, ma del problema. Un’opera nata vecchia, fatta approvare e parzialmente costruita a suon di corruttele, con in testa il profitto privato e non certo il bene comune. Ci è già costata 6 miliardi di euro, 1,5 se lo sono intascato i corrotti. A noi rimane la ruggine di un'opera che non funzionerà mai e la calamità dell'acqua alta. Parliamo di un progetto partorito nel 1989 e di una costruzione iniziata nel 2003. In trent'anni esatti il MOSE ha procurato solo danni alla città: ambientali, economici e politici. Non un solo beneficio. Chi ancora si ostina a presentarlo come la soluzione è uno stupido o un corrotto, oppure entrambe le cose.
Il MOSE non va terminato: non venga speso un euro in più per perpetrare l'orrore e il furto. Si pensi piuttosto a soluzioni efficaci e compatibili con l’ambiente per diminuire l'ingresso di acqua in Laguna. Le alternative esistono, a partire dall'innalzamento del livello delle bocche di porto.
2) Il nostro sindaco chiama in causa i cambiamenti climatici, è evidente che prova solamente ad allontanare le responsabilità politiche. Anche in questo caso, fare appello al MOSE è semplicemente grottesco. Qualche mese fa, la rivista Nature ha pubblicato uno studio che prende come premessa l'eventuale completamento (fanta-scientifico) del MOSE. Se, dicono gli studiosi, il MOSE dovesse trovarsi a funzionare in uno scenario realistico di drastico innalzamento del livello del mare (previsto nell'arco di pochi decenni), dovrebbe rimanere chiuso (ovvero a paratoie sollevate) per più di sei mesi l'anno. Il che significherebbe semplicemente la morte della laguna, incapace di provvedere al necessario scambio di ossigeno e nutrienti con il mare. Il MOSE, dunque, con tutta evidenza, non è un freno agli effetti del climate change, ma un'aggravante. Seconda questione, l'idea di indicare i cambiamenti climatici come qualcosa che assolva la politica è un segno di totale e completa inadeguatezza. Il clima non è una scusa, è la sfida. Se non lo si vuole capire, bisogna andarsene a casa. I cambiamenti climatici non hanno origine divina, non sono, come si dice a Venezia, una "fatalità". Sono il frutto di un modello di sviluppo che gente come Brugnaro (e come Zaia in Regione) continua a sostenere, mentre i suoi cittadini muoiono o contano i danni in casa propria. Sono i risultati di un sistema economico basato su un'idea criminale di sviluppo illimitato; le grandi opere inutili e dannose sono al centro di questo modello di sviluppo. Dobbiamo pretendere la fine delle grandi opere, tanto quanto va pretesa la fuoriuscita dal fossile.
3) Brugnaro non è solo un grande sostenitore del MOSE, lo è anche delle grandi navi. Era quello che si faceva beffe del Comitato, sostenendo che un incidente sarebbe stato impossibile. Lo ha fatto fino allo schianto dello scorso 2 luglio, a pochi passi dalle affollatissime Zattere. Cosa affermano tutti i sostenitori delle navi in Laguna, anche quelli che le vorrebbero dirottare a Marghera? Ci dicono che bisogna scavare nuovi canali, che servono regole più lasche in merito e che bisogna allargare il Canale dei Petroli per permettere anche alle crociere di arrivare a Porto Marghera. Bene, a Venezia tutt* sanno che una delle cause dell'alluvione del 1966 (record di 1.94 m, sfiorato ieri sera con il picco ad 1.87 m) è stato lo scavo del Canale dei Petroli, vera e propria autostrada, incisa nel corpo vivo della laguna per permettere alle petroliere e ad altre imbarcazioni commerciali di raggiungere il polo chimico. Vogliamo perpetrare l'errore? Scavare ancora? Distruggere le poche difese naturali rimaste alla Laguna? Tutto ciò per salvare gli interessi delle compagnie e della società (quasi del tutto privata) che gestisce le banchine della Marittima?
Dobbiamo invece dire basta a nuovi scavi, fuori le grandi navi dalla Laguna. Lo scorso 8 luglio, eravamo in 10.000 ad urlarlo da Piazza S. Marco, zona colonizzata dai turisti e riconquistata dai e dalle veneziane, contro l'ordine del nostro ineffabile prefetto che avrebbe voluto negarcela.
Oggi, domani e dopodomani saranno ancora giorni di emergenza e di nuove acque alte. Come tutt* i veneziani e le veneziane ci rimbocchiamo le maniche, cerchiamo di tenere al sicuro le nostre case (o i nostri luoghi di lavoro), quelle dei vicini, degli amici e di chi ha bisogno. Venezia si risolleverà senza dubbio, ma casi del genere saranno sempre meno isolati. 
Per salvare la città serve una vera rivoluzione del suo modello economico, sociale e politico. Chi incarna tutti i limiti di una gestione inadeguata, il nostro sindaco Brugnaro, dovrà avere la decenza di fare un passo indietro e di dimettersi. Non lo farà, certo, toccherà allora a tutta la città convincerlo. Certo, non è solo un cambio di nome che ci salverà, serve un cambio di marcia complessivo, ma le cose possono cominciare da lì.
#BrugnaroDimettiti
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