#palazzo del giardino
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Jacopo Zanguidi, Sala dell'Aetas Felicior, Palazzo del Giardino, Parma, Italy, 1570-1573 VS Ludwig Mies van der Rohe and Lilly Reich, Abteilung Glas | Deutsches Volk – Deutsche Arbeit, Berlin, Germany, 1934
#lilly reich#ludwig mies van der rohe#mies van der rohe#architecture#glass#modern architecture#jacopo zanguidi#parma#emilia romagna#emilia paranoica#palazzo del giardino#Bertoja
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Avec Christine, on a fêté nos 40 ans d'amitié en faisant un voyage de 15 jours en Sicile. Nous voilà à Palermo (Palerme).
Ici, à part la 4ème photo prise Via Roma, toutes les autres sont prises dans la Via Alloro.
1 et 2 : Chiesa Santa Maria dell'Itria dei Cocchieri
3 : Giardino dei Giusti
4 : Palazzo Ajutamicristo
5 et 6 : Palazzo del Duca di Castrofilippo
environs de la Via Alloro
#sicile#italie#palerme#palermo#via roma#via alloro#palazzo#palazzo ajutamicristo#baroque#palazzo del duca di castrofilippo#jardin#palmier#giardino dei giusti#chiesa santa maria dell'itria dei cocchieri
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Il Tempo e le Anime (A mio padre e a mia madre) - Parte diciottesima
Verso le Mura, oltre il canale di Reno ancora non tombato, innanzi alle solenni colonne del barocco Palazzo Tanari che aveva ospitato per una notte la regina Cristina di Svezia, Via Galliera molto si restringeva per cui il pieno sole dell’estate la illuminava perpendicolarmente solo per poche ore insinuandosi nell’angustio spazio tra i vecchi edifici che si opponevano; sotto i portici, la…
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#Arena del Sole#Bologna#Bruna#Cristina di Svezia#Dama Bianca#Fausto COPPI#Giardino di Bomarzo#La Bruna#Palazzo Tanari#Papa Pacelli#Riccardo#Vergato#Via de&039; Falegnami#Via dell&039;Indipendenza
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Ettore Sottsass
Carlton, 1981
Garage Bentivoglio
La luce artificiale con la sua pervasiva diffusione nelle abitazioni rappresenta forse uno dei cambiamenti sociali più dirompenti. Se la suddivisone spaziale degli ambienti domestici non ha subito considerevoli variazioni dall’epoca romana, basti confrontare la pianta di una domus repubblicana con un qualsiasi appartamento moderno, la comparsa della luce artificiale, fissa e costante, ha sicuramente cambiato la percezione che abbiamo degli spazi e degli oggetti che quotidianamente ci circondano. L’arte è poi il campo in cui le sperimentazioni tecnologiche hanno influito maggiormente sul nostro sguardo, consegnandoci statue e quadri illuminati in modo perfetto e omogeneo. Opere che per secoli avevano conosciuto l’ombra, finiscono così per trovarsi all’interno delle bianche sale museali, senza più la possibilità di mutare insieme al percorso del sole.Le stanze di Palazzo Bentivoglio, spesso illuminate durante la giornata dalla sola luce che entra dalle finestre sul giardino, permettono ancora di guardare opere e arredi immersi nella penombra, di far disegnare sui muri il vago contorno delle sagome proiettate. Sembra quasi che qui Prometeo debba ancora rubare il fuoco agli dei per consegnarlo agli uomini.L’ombra è all’origine della pittura, come racconta Plinio il Vecchio: Calliroe traccia sul muro il profilo del suo amato in procinto di partire, grazie all’ombra ottenuta da una lampada. A questa storia si può poi affiancare uno dei testi cardine della filosofia occidentale, ovvero il mito della caverna, con tutte le implicazioni ontologiche che da quel momento l’ombra si porta dietro.La Carlton di Ettore Sottsass è uno degli oggetti di design più rappresentativi del XX secolo e, come tutti i mobili di Memphis, ha la caratteristica di essere egoica, di convogliare verso di sé tutti gli sguardi e non volere altro accanto, “come i monumenti nelle piazze”.Poggiante su una base in Bacterio, l’inconfondibile pattern disegnato dallo stesso Sottsass, la libreria si staglia sul muro con la sua silhouette totemica e attesta la prevalenza della forma sulla funzione, aprendo la strada ad innumerevoli librerie che hanno fatto del dato estetico la componente fondamentale, come la Bookworm (1994) di Ron Arad per Kartell.Così, grazie a un semplice gioco di luci, una miniatura da collezione della Carlton si proietta sul muro a dimensione umana, portandoci a fissare l’ombra, a farcela sembrare per un attimo reale, come succedeva ai prigionieri nella mitica caverna di Platone.
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Stanotte ho sognato che chiamavo disperata una persona per farmi aiutare per una questione di vita o di morte. Vivevo (o lavoravo?) in un grande complesso classico, tipo uno di quei licei del centro di Roma in un palazzo storico, ma da un po' di mesi ormai il mondo era invaso da individui mezzi zombie mezzi vampiri (o solo MANIGOLDI?) che volevano uccidermi e impedirmi di arrivare in "Quella stanza" per fare la mia cosa importante. Così chiedo aiuto e, non senza poche difficoltà, riusciamo ad arrivare al terzo piano di questo bellissimo palazzo dalle linee classiche disabitato, evitando le trappole e gli scontri fisici. Finalmente entro in "Quella stanza", affannata, impaurita, ma sollevata, vado verso il fondo della stanza e apro un armadietto, l'unico arredo presente nella stanza vuota. Dentro i ripiani sono vuoti e impolverati, c'è solo una cosa ed è proprio quella che cercavo io: una latta usata di impregnante. La giro, leggo "Quercia Scuro" e dico: "Fiuuf, meno male! Avevo paura di aver fatto "Noce" e non "Quercia scuro", ok ricordavo bene. Possiamo andare via."
Sono indecisa se prendere questo sogno come una risposta al mio dubbio di ieri su che impegnante usare su questi mobili da giardino per il cliente o se preoccuparmi.
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Stamattina visita alla mia nuova città d'adozione. Passeggiata dalla Villa Vecchia fino al Duomo ("villa" è termine meridionale per intendere quello che al nord chiamiamo "giardino").
Villa, nell’uso siciliano, è il giardino pubblico. Ma qui siamo in Calabria. Si vede che gli usi siciliani traversano lo Stretto senza bisogno di nave.
(Alberto Savinio, Diario calabrese)
Villa Vecchia: una bronzea Betsabea che si asciuga il piedino sopra un laghetto molto faunesco.
Il luminoso Rendano dipinto di rosa con la pensosa statua di Telesio a cuocere sotto il bel sole di Calabria.
Di fronte al Rendano: Palazzo del Governo (o della Provincia), scorcio del cortiletto interno con busto di Vittorio Emanuele II e palmizio; sullo sfondo, la Sila.
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Ortona
Una città “dalle sere dolci e profumate come quelle d’Oriente”
(Gabriele D’Annunzio)
Questa città ha una storia tutta da scoprire, dove leggende tramandate nel tempo si mescolano alla vita di tutti i giorni e sanguinose battaglie e saccheggi distrussero tanto davvero troppo tra le vie di questa cittadina.
In passato la città era completamente circondata da una cinta muraria trecentesca e al suo interno era suddivisa tra Terra Vecchia, ovvero la zona dove abitavano i pescatori e i marinai e dove si svolse la terribile Battaglia del dicembre 1943, e Terra Nuova, una zona costituita per lo più da orti e campi. Parlando di Terra Vecchia bisogna considerare un aspetto molto singolare che i pescatori avessero lì le loro casette colorate tra quelle viuzze strette nella parte alta della città e non sulla costa vicino al porto e che per raggiungere le loro imbarcazioni percorressero degli scalini che collegano ancora oggi queste due zone; inoltre bisogna dire che il porto un tempo non era situato dove lo troviamo oggi ma si trovava più vicino al Castello Aragonese quindi sotto la cosiddetta Pizzuta.
Proprio dietro al faro dell'attuale porto, dove si trova anche una statua di San Tommaso che accoglie i marinai, c'è una piccola spiaggetta di pietre nominata la spiaggetta della Ritorna perché con l'avvicinarsi del maltempo le mogli dei pescatori (ed anche secondo un'altra leggenda una principessa) urlavano e pregavano «ritorna» ai loro amati.
Percorrendo le viuzze di Terra Vecchia possiamo notare un arco in pietra tufacea, il materiale di cui sono costutuite le scogliere, una casa lasciata così com'era di cui si può scorgere il colore originale attorno alla finestra e una casa che venne distrutta dalle bombe che si trova (ironia della sorte) nella piazzetta dedicata alla convivialità nominata dell'Allegria.
Per quanto riguarda il commercio bisogna dire che Ortona aveva un commercio comune con Venezia di stoccafisso e baccalà, che un tempo era il pesce dei poveri e dei contadini.
Terra Vecchia ha termine dove è situato Palazzo Farnese, costruito nel 1584 venne comprato dalla Madama (Margherita d'Austria) insieme a tutto il feudo di Ortona e le vennero affidati anche i restanti feudi abruzzesi che amministrò con grande maestria.
Tra i personaggi illustri di Ortona che possiamo nominare ci sono due membri del Cenacolo Michettiano: Basilio Cascella (seppur nato a Pescara) e il compositore Francesco Paolo Tosti.
Pertanto a fine 800 Ortona vive di riflesso del Cenacolo Michettiano e vengono costruite case in stile liberty.
Proprio a Ortona è stato composto il nostro "inno" abruzzese per la gioventù "Vola Vola Vola " a cui a Porta Caldari è dedicata una fontana.
Vulesse fa' r'venì pe' n'ora sole
Lu tempe belle de la cuntentezze
Quande pazzijavame a vola vola
E te cupria de vasce e di carezze
E, e vola, vola, vola, vola, vola E vola lu pavone Si tiè lu core bbone Mo' fammece arrepruvà
...
Percorrendo la passeggiata orientale che costeggia la costa e qualche viuzza raggiungiamo affacciato sul mare il Castello Aragonese che esternamente si presenta intatto ma all'interno possiamo notare essere rimaste in piedi solo alcune mura e torrette. La sua storia è un continuo trasformarsi: da alcuni resti romani venne costruita poi una fortezza che in seguito venne utilizzata per scopi militari, per poi venire acquistata facendola diventare un palazzo signorile con all'interno un meraviglioso giardino all'inglese.
È arrivato il momento di fare una visita al museo dedicato alla Battaglia di Ortona tra civili e soldati canadesi contro le truppe tedesche, ma intanto possiamo già rinvenire delle tracce di questo sanguinoso scontro in un vicolo della città dove possiamo ancora leggere una scritta che indicava il coprifuoco: "il coprifuoco per tutte le truppe alleate è alle 21:00" e affianco possiamo notare dei fori nel muro causati dalle schegge delle granate esplose e dai proiettili.
Il Museo della Battaglia conserva oggetti e foto che testimoniano i giorni del violento scontro urbano del dicembre 1943, ciò che caratterizza questa guerra è essere stata principalmente una guerra di "propaganda" e poco utile invece a fini strategici, anche se comunque molto sanguinosa essendosi svolta casa per casa.
I civili vennero fatti sfollare dalle truppe tedesche ma non tutti fuggirono decidendo di nascondersi nelle cantine delle loro case ma perdendo così la vita.
Ortona ha ottenuto la medaglia d'oro al valore civile perché durante il conflitto ci si è aiutati l'un l'altro civili e soldati canadesi.
I tedeschi tra le altre cose distrussero anche la torre dell'orologio, una delle due torri della Cattedrale di San Tommaso, per evitare fosse un punto di avvistamento.
Ma perché proprio a Ortona?! Semplice, perché è qui che il Re Vittorio Emanuele III di Savoia fuggì durante la seconda guerra mondiale imbarcandosi appunto al porto di Ortona verso Brindisi; ed è qui che si trovava la Linea Gustav.
Tra gli oggetti presenti nel museo possiamo soffermarci su tre in particolare:
I papaveri ricamati sulle vesti dei soldati canadesi e delle crocerossine, che indicavano la loro morte in battaglia essendo i papaveri rossi come il sangue;
Varie radioline e giradischi militari con cassa perché anche i soldati avevano bisogno di qualche momento di svago;
Una foto particolarissima, una foto di un banchetto di natale realizzato durante la guerra per i soldati circondato da firme, firme dei soldati sopravvissuti sia canadesi che tedeschi come inno alla pace, a testimoniare che fare la guerra non conviene.
Ora è sufficiente uscire dal museo e svoltare verso la costa per raggiungere la Cappella del Crocifisso Miracoloso. Un tempo chiamato monastero di Sant'Anna questo luogo è testimone di antiche storie di fede, mare, corsari saraceni e leggende anche culinarie.
Era il luogo di fede in cui vivevano e pregavano del monache di clausura. Si narra che un giorno mentre pregavano l'affresco del crocifisso iniziò a gettare sangue dal costato, questo venne considerato un miracolo ma anche simbolo di presagio di un'imminente tragedia. Il sangue miracoloso venne raccolto in due ampolline, di cui una si trova a Venezia e l'altra è rimasta in questa Cappella ad Ortona rinchiusa in una teca (che viene messa in mostra il secondo venerdì del mese).
Il presagio era reale infatti dalla costa arrivarono le vele dell'ammiraglio della flotta ottomanna Piyale Paşa che iniziarono a distruggere tutto. Gli abitanti di Ortona fuggirono nelle campagne ma le monache di clausura non poterono abbandonare il monastero e restarono a pregare, le loro preghiere forse le salvarono perché Ortona viene nuovamente distrutta ma i nemici non riuscirono nemmeno ad avvicinarsi al monastero e alle suore di clausura perché una fitta nebbia ricoprì questo luogo come a renderlo invisibile e inesistente.
A questo luogo e alle monache di clausura sono legate anche altre due leggende di cui una è solamente la visione della realtà in chiave magica e fantasy poiché le monache di notte per lavare i panni si recavano alla fonte vicina facendosi luce nel buio e da allora quella fonte venne chiamata la fonte delle fate. Mentre l'altra è legata alla nascita del dolce tipico di Ortona: le nevole (da non confondere con le neole o ferratelle abruzzesi), dolce che appunto secondo questa leggenda è stato creato dalle monache di clausura che un giorno avendo finito le ostie presero gli ingredienti che avevano e unendoli e cuocendoli con il ferro per le ostie diedero vita alle nevole, la cui ricetta prevede solamente mosto cotto, arancio autoctono dal sapore dolceamaro e olio d'oliva (alcuni pasticceri del posto aggiungono anche della cannella).
La Cattedrale di San Tommaso, un tempo Cattedrale di Santa Maria Vergine, custodisce le reliquie dell’apostolo San Tommaso e la sua pietra tombale dove viene ritratto l'apostolo e che presenta due fori uno per inserirvi un bastoncino di incenso e l'altro per inserirci degli oggetti che successivamente venivano recuperati intrisi dell'energia sacra per poter ottenere cure miracolose, infatti sia la pietra tombale che le reliquie stesse dell'apostolo sono importanti non per il loro aspetto fisico materiale ma per l'energia fortissima dell'anima che emana il corpo del santo apostolo, un'anima che è stata così vicina a Cristo nei suoi giorni in Palestina.
Spero questo riassunto vi abbia fatti viaggiare insieme a me alla scoperta di questa città abruzzese e ringrazio per la visita guidata i Compagni d'Avventura e Ortona Welcome
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#Ortona#Abruzzo#storia#cultura#visita guidata#alla scoperta del territorio#compagni d'avventura#abruzzese#battaglia#guerra#castello aragonese#cattedrale#crocifisso#miracolo#legenda#leggenda#ortona welcome#nevole#costa#mare#foto#fotografia#scatto fotografico#sintesi#riassunto#reportage#reporter#reportage fotografico
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Ciao, ho altri consigli per i dispetti alle coinquiline.
se hanno numero di telefono fisso o mobile, o si conosce pure la loro mail, usarli per iscriversi a siti tipo testimoni di Geova, Scientology, fanbase di Trump, televendite, gestori di luce gas e affini, o altri siti analoghi Roba molesta insomma, così riceveranno di continuo mail o telefonate.
nascondere le bollette così prima o poi i gestori staccheranno le utenze, o loro avranno more da pagare oltre all'importo.
tanto dado da brodo sciolto in poca acqua e spruzzato sui loro materassi o tappeti - tappezzeria. Non tanto da rendere visibile la macchia di bagnato ma abbastanza. O nelle piante in balcone, se ci sono, tanto vanno annaffiate e non si destano sospetti. Gli animali ne vanno matti e difficilmente capiranno cosa li attira - l'ideale sarebbe metterli in giardino ed aspettare che la pioggia li sciolga. Anche su un carico di biancheria stesa ad asciugare, tanto è già bagnata. Alternative al dado, il liquido puzzolente di carnevale o, meglio ancora, Surströmming. La manna sarebbero le cimici dei letti: se l'infestazione è grossa dovrebbero lasciare l'appartamento.
aggiungere peperoncino o piccante liquido all'olio, al caffè in polvere ed altri cibi a lunga scadenza. Oppure spezie varie così da alternarne il sapore, dovranno buttare tutto e ricomprare.
nascondere della carne o delle interiora di pesce nella loro camera o nelle aree comuni in posti difficili da scoprire (dietro i battiscopa, se ci sono, per esempio, o in scatole vecchie nello stanzino) ed aspettare l'effetto dell'odore di rancido + frotte di insetti o topi. Però forse potresti passare guai con il proprietario del palazzo se ti scoprono?
aggiungere crema depilatoria a shampoo o balsamo di loro proprietà - l'ho visto fare in un film, per punire un bullo gli depilavano le sopracciglia nel sonno.
se la coinquilina è ossessiva riguardo ad oggetti, spostali o nascondili per un po' e poi falli rispuntare fuori in posti inusuali.
fai fermentare l'umido (o carne, o pesce, o vegetali) tipo in cantina o mansarda e quando ci sono i vermetti li metti in dispensa. Dovrebbero creare le farfalline che sono difficili da mandare via. La spazzatura fermentata la puoi nascondere per casa mentre loro sono via, per profumare l'ambiente, o lasciarla in cantina così riceveranno richiami dai vicini - in questo caso molta, mi raccomando. Forse dovranno chiamare pure la disinfestazione se arrivano topi o blatte. In alternativa, il succitato Surströmming a confezione aperta od il frutto Durian, cibi davvero fetenti.
Alcune di queste avrei voluto pensarle quando stavo con quelle zoccole delle mie ex coinquiline. Ottimi consigli
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Nel dipinto di Antonietta Brandeis (1848-1926) intitolato "Giardini di Firenze" si può vedere il retro di Palazzo Pitti verso il Giardino dei Boboli con la cupola e il campanile di Santa Maria del Fiore sullo sfondo.
Dal punto di vista scelto dalla pittrice la cupola in realtà non appare così grande, ma poiché le sue vedute erano molto richieste dai viaggiatori stranieri Brandeis tendeva a enfatizzare gli elementi più importanti replicando spesso la stessa tela in innumerevoli versioni.
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Florencia, Toscana.
Galleria Degli Uffizi.
Giardino di Boboli.
Piazza Della Signoria | Palazzo Vecchio.
Ponte Vecchio.
Cattedrale di Santa Maria del Fiore.
Fontana del Nettuno.
#Ciudad#Ville#City#Città#Firenze#Florencia#Florence#Italie#Italia#Italy#Mundo#World#Monde#Europa#Europe#L’Europe#Mondo#Toscana#Tuscany#Toscane
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INSEGUIRE OPERE
La Triennale di Milano e la Fondation Cartier pour l’Art Contemporaine di Parigi hanno stretto una intensa collaborazione e allestiscono mostre di grande interesse. È il caso per esempio di quella di uno dei più grandi scultori contemporanei, Ron Mueck. La scorsa estate ho avuto modo di visitare la sua mostra alla Fondation del Boulevard Raspail e sabato scorso ho visitato la stessa mostra (con qualche variazione) alla Triennale. È sempre molto stimolante per me vedere una installazione d’arte allestita in due contesti diversi, poiché l’opera assume, inevitabilmente, sfumature diverse se non, addirittura, significazioni diverse. Mi era capitato di notarlo la prima volta con “La Venere degli stracci” vista al Castello di Rivoli e rivista al Louvre, così come con la celebre mappa del mondo (“Map”) di Mona Hatoum fatta di carbone arso vista al Beaubourg e rivista alla Fondazione Prada. E ancora con opere di Louise Bourgeois viste alla Tate Modern di Londra e riviste a Parigi. Questa volta è capitato con “Mass” il gigantesco cumulo di teschi umani che Ron Mueck ha posizionato nella Hall principale della fondazione parigina e ha riallestito al primo piano del Palazzo della Triennale. Nell’esposizione parigina i teschi (che sono enormemente più grandi di un teschio originale), complice la bella stagione, ma soprattutto l’architettura “trasparente” di Jean Nouvel, mi davano l’impressione di un gigantesco “divertissement”, scanzonato, dissacrante. La possibilità di vedere anche dall’alto l’installazione, i riflessi del sole e l’ombreggiatura del lussureggiante giardino della Fondation, facevano di “Mass” un gioco più che un “memento mori”. Non così a Milano dove, una cupa giornata d’inverno e la razionale,ma gelida architettura di Giovanni Muzio (1933), nonché l’occhieggiamento inquieto della Torre Branca dalla finestra, mi hanno fatto apparire l’opera come un cupo monito alla nostra vita terrena. È davvero incredibile come un “contesto” possa contribuire a determinare il senso di un’opera. Certo questo vale anche per il “Tondo Doni” regalo di nozze di Agnolo Doni a Maddalena Strozzi che probabilmente doveva stare a capo del letto e non su una parete degli Uffizi, ma a maggior ragione vale per le opere d’arte contemporanea. Come suggeritomi da un’amica (e dallo storico dell’arte Philippe Daverio), è meglio cimentarsi in esercizi come questo anziché infilarsi in un museo per vedere (molto superficialmente) migliaia di quadri che sono stati dipinti da migliaia di artisti in centinaia di anni a cui noi poi possiamo concedere solo uno sguardo distratto. Provate anche voi a inseguire un’opera d’arte (non importa quale e non importa dove) e l’arte vi apparirà per quello che veramente è, uno specchio profondo dove ritrovare o perdere noi stessi.
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Di piccoli ricordi della iuventute
Il mio nonno paterno abitava a Pino Torinese. La strada finiva esattamente lì. C'era questo palazzo con - se ricordo bene - sei appartamenti. E un giardino bello grosso. Con aiuole, pini e quant'altro. Sulla via principale c'erano il panettiere e l'edicola nella quale compravo i fumetti di cui all'epoca ero strenuo consumatore (Uomo Ragno e Corriere dei Ragazzi, fondamentalmente). Nella zona di mio nonno - la potrei definire complesso residenziale - c'era anche la villa di Ferrero, quello del cioccolato. Fuori si vedevano parcheggiate le allora ammiraglie della Fiat: la 130 e la 131. Due macchinone della Madonna, entrambe color grigio (scuro) metallizzato. Non ci vado da ere geologiche. Mi piacerebbe sapere come è cambiato. Cosa c'è ancora. Ma soprattutto cosa non c'è più.
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Le mostre del weekend, da Perugino a de Chirico
(di Marzia Apice) Le pale di Perugino e gli scatti di Seymour, ma anche la pittura di de Chirico e gli animali interpretati dall’estro artistico contemporaneo: sono alcune delle mostre di questa settimana. BOLOGNA – In anteprima mondiale, a Palazzo Albergati Arthemisia presenta la mostra “Animali Fantastici. Il Giardino delle Meraviglie”, ideata e curata da Gianluca Marziani e Stefano Antonelli,…
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TÍTULO: Cupido y Psique AUTOR: Jacopo Zanguidi conocido como Bertoia FECHA: c. 1566-1568 TÉCNICA: Óleo sobre yeso transferido al lienzo ORIGEN: Parma, Palazzo del Giardino INVENTARIO: 895
Información e imagen de la web del Conjunto monumental de la Pilotta, Parma.
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AMOUAGE - GUIDANCE - Chapter III Escape • The Odyssey Collection - Eau de Parfum - Novità 2023
From here to infinity...
In the garden of wisdom sublime corollas and heavenly fruits bloom, the olfactory mosaic comes together, each tile, each detail in its magnificent whole shines with light and harmony.
This fragrance is the guide you didn't know you deserved, it takes you by hand, lifts your heart, like poetry leads you into the boundless space of imagination.
In her stunning notes you can get the meaning of beauty, confirmation of femininity in its unchanging essence. Her embrace becomes divine ornament, her wake inspires sensitivity and charm, in her silent strength dwell grace and kindness.
None like her will be able to reserve you a place of honor in the paradise of senses.
•••••
da qui verso l'infinito...
Nel giardino della sapienza fioriscono corolle sublimi e frutti celestiali, il mosaico olfattivo si compone, ogni tessera, ogni dettaglio nel suo magnifico insieme risplende di luce e armonia.
Questa fragranza è la guida che non sapevi di meritare, ti prende per mano, ti solleva il cuore, come poesia ti conduce nello spazio senza confini dell'immaginazione.
Nelle sue superbe note puoi comprendere il significato di bellezza, ricevere conferma della femminilità nella sua essenza immutabile, il suo abbraccio diviene ornamento divino, la sua scia ispira sensibilità e fascino, nella sua forza silenziosa dimorano grazia e gentilezza.
Nessuna come lei saprà riservarti un posto d'onore nel paradiso dei sensi.
Guidance di Amouage è la fragranza destinata a non conoscere l'oblio. Splendida reminescenza di quell'appagamento vero che non hai mai smesso di rincorrere, una sorta di appuntamento fatale, quando incontri il tuo doppio olfattivo e lo senti stare orgogliosamente, comodamente disteso sulla tua pelle.
È una poesia di Donne, la bellezza ineffabile della Cecilia di Leonardo, la femminilità velata di mistero, che attrae senza posa, alla quale concedi un tempo infinito nel disporre del tuo piacere.
Accoglie in un'atmosfera onirica, come appena varcata la soglia di un palazzo cerimoniale, tra sentori languidi di pera, nocciola e confortevoli volute di olibano. È un vestibolo odoroso che lusinga e preannuncia il glorioso disvelamento di un giardino d'incanto.
Eccoli in piena luce, gelsomino, rosa, osmanto si ergono all'unisono, risplendono nel fulgore delle aldeidi, la loro preziosa essenza padroneggia lo spazio, calamitata dai riflessi dorati dello zafferano.
Quanta malia, quanta mirabile armonia senti scorrere nel suo garbato incedere, è imponente il suo messaggio nella rima della memoria, tra i sontuosi accordi di ambra grigia, vaniglia, labdano, akigalawood e sandalo scopri l'eccelso, nel suo maestoso sillage ti abbandoni e lasci fluire lenta e piena la meraviglia di sentirla accanto.
Creata da Quentin Bisch.
Eau de Parfum 100 ml. Online qui
©thebeautycove @igbeautycove
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I'll be visiting Torino soon and I saw you post about it before so I wanted to ask, do you have some recommendations that wouldn't be found on a tourist guide? Grazie 💖
hiiiii (or, as the locals would say, cerea <3) :)
first of all, i'm so so happy you're visiting this beautiful city! i hope you'll love it at least half as much as i do (which is a lot. like. a lot)
under the cut!
as for my recommendations, i guess my biggest advice would be to just walk around and let the streets themselves guide you because a) the city centre (as in the very very centre and the neighbourhoods surrounding it) is not that big, so you could set some reference points, go for a long walk, and both see the main attractions and get to have a look at the city herself, b) because it's so worth it, torino really is so beautiful that even walking her streets is an experience by itself, c) torino is probably one of the easiest cities in the world to navigate because it was literally built like this:
in any case, here's a list of my favourite places/spots that oh my god you have to see/things you really need to do*
monte dei cappuccini (+ the church + the friars' back terrace in case they decide to open it to the public); the hill area is also really nice so i warmly suggest you get to the monte on foot
this is a classic, but the gran madre church - piazza vittorio - via po - piazza castello route is a must (and you can do it right after the monte dei cappuccini, to reach the city centre)
castello and parco del valentino (and especially the giardino roccioso) is beautiful (also psss the borgo medievale is fake lol)
close to the valentino, you can take a walk around the san salvario neighbourhood (my beloved) which feels a little bit bohemien and quite vibrant and lively. lots of beautiful churches, lots of interesting architectural styles, Thee synagogue (which you cannot visit, but it's breathtaking even from the outside)
close to piazza castello, the galleria subalpina is BEAUTIFUL and once you've seen it, instead of going back to piazza castello you can go straight to piazza carlo alberto, then piazza carignano and then reach via roma. you know. 'cause they're all beautiful and classy areas of the city centre
another galleria that i really recommend is the galleria san federico, which can take you from via roma to the embarrassingly beautiful piazza san carlo
the quadrilatero romano area might be a bit touristy (bc it's close to piazza castello) but it's so peculiar and i just love taking walks there. feels a bit like paris, but maybe let's not tell the locals. lol
the porta palazzo market is definitely An Experience; bonus points on saturdays and on the 2nd sunday of each month you will find the (gran) balon flea markets. definitely give them a go!
ah of course the mole, but that's like. Top 1 things you should see in torino so;
but! quite close to the mole, in corso san maurizio, go take a look at the "fetta di polenta". it's a building that literally looks like a slice of something
museums, duh
the lungo po is a great location for a lazy walk at sunset :)
for god's sake don't go looking for a pizza and a cappuccino in via po at 4pm but try to find a place that looks genuinely piedmontese because the local cuisine is amazing. you can also find quite a number of "piole" (they're called like that) that are supposed to be quite cheap but very good and "local"
bonus (totally out of context): piazza carlina (I’m so local now that I forgot its real name lol) and giardini reali superiori (if you’re lucky you might find the newly restored extra area open to the public, fingers crossed!)
eat a lot of gianduia, drink good wine and definitely try san simone (thee local amaro) [of course if you're into any of that, ça va sans dire]
just walk. fill your eyes, mind and heart with beauty <3
here’s some pics :)
#@ Stefano lo russo esigo la residenza onoraria senza passare per la burocrazia grazie mille aspetto una tua mail#of course many of these places are also incredibly popular but these are my personal torino experience recs so:
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