#palazzi del potere
Explore tagged Tumblr posts
Text
Una Maledetta Notte d'Autunno di Pietro Bertino: Il Monaco Indaga e Svela gli Oscuri Segreti di Genova. Recensione di Alessandria today
Un thriller avvincente che intreccia indagini, filosofia zen e complotti in una città dalle mille ombre
Un thriller avvincente che intreccia indagini, filosofia zen e complotti in una città dalle mille ombre “Una maledetta notte d’autunno”, scritto da Pietro Bertino, è un romanzo che cattura l’essenza di una Genova oscura e complessa, dove il crimine e la corruzione si celano dietro una facciata di rispettabilità. Pubblicato il 30 settembre 2024, il libro appartiene alla serie “Il Monaco Indaga”,…
#Alessandria today#attentato terroristico#complotti#Corruzione#Crimine Organizzato#Crimini nascosti#cultura zen#dilemmi morali#filosofia zen#Genova che conta#Genova misteriosa#Genova noir#Giustizia e moralità#Google News#il monaco indaga#introspezione#introspezione esistenziale#investigatori atipici#investigazione#investigazione e filosofia#italianewsmedia.com#lettura avvincente#mistero italiano#narrativa italiana#narrativa moderna#noir contemporaneo#ombre di Genova#palazzi del potere#Pier Carlo Lava#Pietro Bertino
0 notes
Text
Brasile, aperta un'inchiesta sull'assalto ai palazzi del potere
Unanime la condanna nazionale e internazionale della rivolta da parte dei sostenitori dell'ex presidente Jair Bolsonaro
0 notes
Text
Se la sinistra fatica da anni a trovare un ideologo da cui ripartire, la destra invece ne trova felicemente uno al giorno. E l'ultimo è Fleximan, esaltato oggi come "eroe" (testuale) dai giornali fasciotrash. Fleximan, per chi non lo sapesse, è il tizio o il gruppo che va in giro segando i pali degli autovelox, soprattutto in Veneto. Ora: è un po' un misterioso, a questo punto, il concetto di "vandalo" per la destra nostrana: lo è chi si siede sul Raccordo o getta vernice lavabile sui palazzi del potere, ma non lo è (anzi è "eroe") chi distrugge un bene pubblico pagato coi soldi dei contribuenti e utile a evitare incidenti. Del resto, l'intera vicenda dei limiti di velocità è ricca di divertenti contraddizioni: basti pensare che il capo di un partito sedicente federalista usa i suoi poteri di ministro a Roma per annullare le decisioni di un comune locale; il che, se non altro, fa un po' ridere come incoerenza. Dietro tutto questo c'è però, diciamo, una sfida culturale (scusate il vocabolo radical-chic). E non è tanto quella di chi vuole andare veloce a produrre Pil contro chi vuole "ascoltare gli uccellini" (cit. Salvini). E' proprio quella dell'Italia in cui ognuno vuole farsi i cazzi suoi contro quella che ha curiosamente superato l'età preistorica e quindi ha capito che, se si vive in società, il bene collettivo talvolta prevale sulla pulsione istintuale di fare i propri individuali comodi. Questa seconda, stranissima fetta di paese che si è emancipata dalla giungla è sicuramente minoritaria: basta vedere la auto parcheggiate in seconda fila e gli scaldabagno adagiati sui cassonetti. Non ci resta quindi che l'eroe Fleximan, che è un po' il Vannacci del codice stradale, avendo deciso di incarnare un altro pezzo del lungo e piuttosto putrido intestino italiano. Se uscisse dall'anonimato, sarebbe già capolista leghista per le Europee nel collegio nordest. Ecco, io non ho mai creduto nella superiorità morale della sinistra, essendo questa piena di stronzi e pure di farabutti. E' la palese inferiorità morale di questa destra che mi sembra tuttavia innegabile. Alessandro Gilioli, Facebook
28 notes
·
View notes
Text
Mancano uomini
L’Ucraina ha perso 10 milioni di persone dall’inizio della guerra, un quarto. Colpa di rifugiati, caduti al fronte e un tasso di natalità in picchiata. Cifre impressionanti. La guerra non la stanno perdendo per carenza di armi, ma di uomini. Anche perché i pochi abili, non la vogliono fare. Mentre l’Occidente invia armi, a Kiev imperversa lo scandalo dei disertori falsi invalidi. Carenza di uomini in prima linea ma anche nei palazzi del potere. In Ucraina come in Europa dove i politicanti cavalcano le paure e l’ignoranza dei cittadini invece di gestire la realtà in maniera intelligente. Perché la propaganda rende di più della verità. In Europa crepano più persone di quelle che nascono. Molte di più. Un problema epocale con paesi come l’Italia che si stanno letteralmente spopolando. Una cittadinanza giurassica man mano si congeda senza che nessun la rimpiazzi. Solo da noi servono almeno 120.000 immigrati all’anno. A dirlo sono gli industriali, i datori di lavoro che confermano come l’immigrazione non sia affatto un problema, ma addirittura una necessità. E sempre più urgente. Perché senza lavoratori si abbassano le saracinesche e si chiudono i cancelli d’interi comparti condannando l’intero paese al declino economico e quindi sociale. Ma nonostante attività e paesi interi chiudano i battenti per carenza di uomini, la politica rigetta quelli che sbarcano aprendo centri di detenzione, organizzando deportazioni e rimpatri e lasciando che orde di baldanzosi giovani girino a zonzo. Davvero assurdo. Noi del mondo ricco non facciamo più figli mentre nel mondo povero ne fanno fin troppi e quei figli della miseria per sopravvivere son disposti ad emigrare fin da noi. Ottimo. Una fortuna, altro che disgrazia. Due piccioni con una fava. Eppure niente. Prevale l’ignoranza e la propaganda. Prevale la paura. Tutta colpa della mancanza di uomini nei palazzi del potere. Alla politica non interessasse la realtà ma accontentare i propri tifosi in modo da allungarsi la carriera. I politicanti sanno che a molti l’immigrazione fa paura perchè temono di perdere presunte identità e certezze. E i politicanti sanno soprattutto che la paura rende nelle urne mentre le verità sgradite molto meno. E quindi la sfruttano. Invece di spiegare ai cittadini il quadro generale, invece di coinvolgerli nelle sfide della nostra era, invece di costruire insieme a loro alternative intelligenti, assecondano i loro istinti. Perché conveniente, perché più facile, perché oltre alle prossime elezioni il politicante non vede. Negli ultimi anni la politica non ha potuto negare il dramma dello spopolamento, ma ha tentato di porvi rimedio infilandosi nel letto dei cittadini per fargli sfornare più figli. Pie illusioni. L’univa vera soluzione a portata di mano è smetterla di criminalizzare l’immigrazione e gestirla piuttosto in maniera intelligente. Servono corridoi umanitari ufficiali e sicuri che rimpiazzino quelli clandestini e procedure semplici e rapide di formazione e integrazione professionale e sociale dei nuovi arrivi in modo che siano operativi nel più breve tempo possibile. Servono poi servizi che aiutino uno sviluppo sanno della nuova società multietnica prevenendo ghettizzazioni e derive razziste. Ma per riuscirci servono uomini di potere capaci di lungimiranza, onestà intellettuale, disinteresse, apertura mentale e forza morale. Uomini che mancano nei palazzi del potere ma anche per strada. Dove prevale il tifo e si abbocca a pifferai propagandistici invece d’informarsi e dare una mano. Dove si punta sempre il dito scagliandosi contro gli altri invece di guardarsi allo specchio, dove prevale l’egoismo e le ricette semplicistiche, dove prevale la paura invece che il coraggio che insieme ce la possiamo fare. Soffriamo una drammatica carenza di uomini. E la vera soluzione è riscoprirsi tali.
Tommaso Merlo
7 notes
·
View notes
Text
Autovelox...siamo alla reazione a catena da Piemonte e Veneto...si va ad altre regioni ..e così per tutto...deve diventare sport nazionale...fino ai palazzi del potere ..BASTA!!!
23 notes
·
View notes
Text
lo sberleffo
Nel frattempo era diventato normale che fosse l'esercito a scegliere l'imperatore e grazie alla profezia dell'ebreo romano Giuseppe Flavio, Vespasiano non era stato colto di sorpresa. Ha accettato la nomina come se non ci tenesse granché ma, visto che l'imperatore qualcuno doveva pur farlo, tanto valeva che lo facesse lui. Non ha avuto fretta di tornare a Roma, non più di quanta ne avesse avuta di attaccare Gerusalemme. Come il generale Kutuzov in Guerra e pace, Vespasiano non amava agire di fretta, preferiva prendere tempo. Tutti facevano affidamento su di lui perché ristabilisse l'ordine, e lui l'avrebbe ristabilito con i suoi tempi, con la sua astuta bonomia da mulattiere. Si è fatto aspettare qualche mese, e alla fine è partito lasciando al figlio Tito il compito di liquidare i conti con Gerusalemme. Giuseppe Flavio aveva puntato sul cavallo vincente. In questo periodo, in omaggio al nuovo imperatore, ha sostituito il nome ebraico Yosef ben Matatyahu con quello romano con cui lo conosciamo noi, e la condizione di prigioniero di guerra con quella di una specie di commissario agli affari ebraici presso Tito, nominato generalissimo per l'Oriente. Nell'entourage di Tito Giuseppe ha ritrovato due vecchie conoscenze: il reuccio Agrippa e sua sorella Berenice - diventata amante del generalissimo. Possiamo dire che Berenice e Agrippa erano, come Giuseppe, collaborazionisti, ma non cinici farabutti. Erano spaventati da quello che accadeva sotto i loro occhi e hanno fatto tutto il possibile per difendere davanti ai romani la causa del loro popolo e davanti al loro popolo la causa dei romani. A parte questo, se la passavano bene, sempre dentro i palazzi del potere, sempre dalla parte giusta della barricata. Innamoratissimo di Berenice, Tito avrebbe voluto farle un piacere mostrandosi conciliante, ma da un lato è difficile mostrarsi conciliante quando si hanno di fronte dei pazzi scatenati, perché tali erano ormai diventati gli abitanti di Gerusalemme sotto assedio, dall'altro la tabella di marcia che gli aveva lasciato il padre prima di tornare a Roma era molto chiara: bisognava inaugurare il regno con una grande e significativa vittoria, e far vedere che non si poteva sfidare Roma impunemente. Bisognava, come ha detto Vladimir Putin a proposito della situazione non molto diversa in Cecenia, inseguire i terroristi fin dentro i cessi. Così è stato.
Giuseppe, che scriveva per celebrare la gloria di Tito, dice che questi aveva raccomandato di fare una strage, ma contenuta, e proibito di distruggere il Tempio. Ma Tito non poteva badare a tutto di persona: il Tempio è stato incendiato, e le donne e bambini che vi si erano rifugiati dentro bruciati vivi. Fra ribelli, abitanti e pellegrini, si sono contate alcune centinaia di migliaia di morti e i sopravvissuti venduti come schiavi a privati o, i più ribelli, risparmiati in vista del trionfo che si stava preparando a Roma.
Quando non è rimasto più nessuno da uccidere, il buon Tito ha fatto distruggere la città, abbattere le mura, radere al suolo il Tempio. Sul piano ingegneristico, non è stata una passeggiata. Bisognava pur mettere da qualche parte i colossali blocchi di pietra caduti a terra, ma dopo aver riempito fino all'orlo il burrone che all'epoca separava il Tempio dalla città alta, i romani si sono rassegnati a lasciare tutto ammucchiato alla rinfusa. I diversi invasori - romani, arabi, crociati, ottomani - che nel corso dei secoli successivi hanno conquistato e riconquistato la città hanno preso da quel mucchio il materiale per ricostruirla come volevano, rivendicando ogni volta il merito dell'opera. In quel gigantesco Lego l'unica cosa rimasta sempre in piedi è il muro di cinta occidentale del Tempio, al quale ancora oggi gli ebrei affidano le loro preghiere. La conclusione di Giuseppe (ma ricordiamoci chi era) è che "la città fu abbattuta dalla rivoluzione, e poi i romani abbatterono la rivoluzione". Vale a dire: a cominciare sono stati gli ebrei, e i romani, per ristabilire la pace, non hanno avuto scelta. Si può dire la stessa cosa anche in un altro modo, come fa il comandante bretone Calgaco di cui Tacito ci ha lasciato queste parole, riferite ai romani: "Dove fanno il deserto, lo chiamano pace".
-Emmanuel Carrère - Il Regno
31 notes
·
View notes
Text
Sono seduta qui, in questa bella stanza che sarà il nuovo studio di mia madre a ordinare la sua libreria. Stanza condivisa, per la prima volta nella sua vita. Il ché non è profondamente un peccato visto che mi auguro per lei che si possa permettere in vecchiaia di lavorare sempre meno e magari sempre meno al centro di Roma, ma è oggettivamente un peccato. La fine di una era per tutti, soprattutto per lei che a vent'anni pur di pagarsi l'affitto di uno studio quando aveva solo uno o due pazienti, faceva la donna delle pulizie per tutti i palazzi del centro. Mia madre è una donna meravigliosa, una professionista eccezionale. Ha sempre avuti studi bellissimi, "sono il mio bigliettino da visita", "mi posso permettere di non truccarmi perché il mio trucco è questo palazzo", così dice sempre. Ed è vero. Parte della mia fortuna dell'aver vissuto case e palazzi stupendi che mi hanno abituata al gusto del bello e all'arte è dovuta anche a questi studi che fin da piccola ho vissuto come seconde case. Ora si cambia un po' registro. Non sarà più il suo ma sarà un "appoggio" condiviso. E io faccio di tutto per caricarla e dirle che è stata bravissima, che per com'è lei che se le tocchi la casa e lo studio crolla, invece questa volta è stata brava, molto reattiva ed è andata bene, ma effettivamente anche io ho il magone. Qui su questa poltrona di questo nuovo studio molto carino e dalla bella atmosfera che però non è il suo studio nel palazzo storico del centro.
Aaa quel palazzo storico, seconda casa questo era. Se si voleva dormire a Roma dopo una serata in centro si andava lì, ci ho portato fidanzati, avventure, tante amiche che avevano bisogno di una boccata d'aria e di bellezza, tanti amici di tutto il mondo che venivano a visitare la città. In quel palazzo storico del centro ho passato tantissimo tempo. Prima in un appartamento strano, sotto il livello della strada, con le chiavi che portavano ai cunicoli sotterranei di Roma (prima che le belle arti se ne rendessero conto e ce le togliessero), poi in quest'ultimo, bellissimo, luminoso, che sapeva tanto di gusto della mia mamma, bellissimo davvero. La mia festa di laurea con gli amici l'ho fatta lì, nell'atrio, con i vicini di sopra che mi hanno riscaldato le lasagne e i pittori dell'appartamento vicino che mi hanno regalato un ciondolo a forma di maschera di Agamennone, l'atrio pieno di palloncini con dentro una lucina led (che per i tempi era avanguardia pura) e un'atmosfera bellissima.
Mi mancherà molto, ma questo a mamma non posso ancora dirlo.
Mi mancherà molto, ma oggi mentre lo guardavo per l'ultima volta, gustandomi questa struttura unica che verrà smandrappata per fare il solito nuovo e banale posto "chic", pensavo a quanto cazzo sono stata fortuna a poter "vivere" un ambiente del genere. Queste sono veramente fortune. Le case, gli ambienti, gli studi, sono forse poche delle cose che mi restano aggrappante dentro anche dopo anni e cazzo come mi sento fortunata ad averli vissuti. Gli scorci, i profumi, i pavimenti, le finestre, i legni, le pietre, le scheggiature, i rumori, i portoni, i sanpietrini, le colonne, i colori, le maniglie, i pomelli, le modanature, i libri, le polveri, i quadri, le stampe, le sensazioni, le atmosfere, spero di ricordare bene ogni angolo e ogni dettaglio di te.
Ti metterò nella lunga lista delle case che hanno cresciuta, mio caro studio.
Grazie.
20 notes
·
View notes
Text
Il gioco politico degli ultimi 5 anni e' stato uno solo: far fuori Conte e tutto il m5s. Tutta gente estranea ai potenti, al potere e ai palazzi del potere messo su in 70anni.. Cosi le potenze politiche e dell'informazione si sono messe al lavoro. Con il governo Giallo-Verde sembrava che quelle pippe dei 5s non facessero una beata mazza e quello che facevano era tutto sbagliato. Un gruppo di ignorantelli manovrato da un comico, da un giullare ormai fuori di senno.. Il vero player era Salvini, tant'e' che in un anno passo' dal 18% al 35%. Poi, il padano si prese una sbronza e mando' tutto a puttane. Poi fu la volta del governo Giallo-Rosso. Quelli del PD speravano di ripetere la performance fatta da Salvini, con l'aiuto dei soliti noti: tv e giornali. Pero' ci fu un intoppo, Conte porto' a casa 210 miliardi di soldi europei per il PNRR..Panico!!. " Se tutto filasse liscio, Conte ce lo teniamo per 20 anni.. No, no, non si puo' fare". Cosi, col favore delle tenebre Renzi si sfilo' dalla maggioranza daccordo col PD ( e Mattarella). Draghi era stato gia' allertato. Appena disse si, il PD tiro' su gli scudi e stese tappeti rossi pensando che stavolta il Bingo sarebbe stato facile. Tv e giornali iniziarono il tam tam propagandistico. "Ecco Il salvatore, l'infallibile, il demiurgo giusto per l'Italia e l'Europa intera. Tutti i capi di Stato Europei ai piedi di Draghi". Lo sbocco naturale sarebbe stato: Draghi Presidente della Repubblica e il PD a fare il pieno dei consensi per governare. Il resto e' storia recente con l'ultimo, vano tentativo di candidare meta' ex 5s con il PD nella speranza di essere almeno l'unica opposizione rimasta in campo. Tutti sanno come e' andata a finire. Resta solo da capire se queste destre resteranno al potere, 10, 20 o 30 anni. Buon fascismo a tutti!!
@ilpianistasultetto
41 notes
·
View notes
Text
Che Lilli Gruber ammetta candidamente di disprezzare i concetti di patria e di nazione non può sorprenderci.
Lady Bilderberg fa parte di quella porzione di paese che dell'Italia odia tutto. In fin dei conti è un bene che questi vili anti-italiani si palesino senza tanti giri di parole.
L'essenziale sarebbe tenerli lontani ANNI LUCE da qualsiasi istituzione, affinché non facciano del male a quella nazione che detestano così tanto. Invece, purtroppo, oggi incrostano scuole, università, magistratura, mondo dello spettacolo, palazzi del potere. E agiscono ogni giorno come una malattia autoimmune.
Matteo Brandi
Pro Italia - Segreteria Nazionale
Seguimi su:
➤ Telegram ➤ YouTube
➤ Facebook ➤ X ➤ Instagram
➤ Sito personale
3 notes
·
View notes
Text
Brasilia, centinaia di arresti dopo l'assalto ai palazzi del potere
Condanna unanime dopo l'irruzione nel Palácio do Planalto a Brasilia da parte dei sostenitori dell'ex presidente Bolsonaro
0 notes
Text
Conosci il paese dove fioriscono i limoni? Culla delle arti (il maggior patrimonio del mondo) e maestra del paesaggio (il Belpaese) … montagne innevate, dolci colline, boschi e campagne, isole e mare, fiumi e lagune… mille borghi, cento antiche città, palazzi leggendari, tradizioni e storia millenaria… E per mostrarsi al mondo nell’anno di grazia 2024 l’Italia sceglie un villaggio vacanze (pardon, luxury resort) per miliardari costruito qualche anno fa da uno scenografo con finte mura, finte strade, finte casette, finta chiesetta. Ricorda il cartonato di Santanchè open to meraviglia: se è una metafora del vostro potere l’avete azzeccata. Graziella Priulla, Facebook #G7 #grandi_ma_finti
9 notes
·
View notes
Text
Una vita ad aspettare i momenti giusti, le occasioni giuste.
Per vedere, provare, emozionarmi, cullarmi con la vita.
E ora mi rendo conto che più gli anni si accumulano, più cresce la paura, meno riesco ad affrontare i miei limiti.
Io non mi ci vedo a invecchiare, non mi ci vedo a sapere cosa succederà nei prossimi 40 anni. E forse va bene.
A volte mi addormento chiedendo solo cinque anni di Bellezza e felicità, limpida, senza compromessi, piena d'amore, di senso di protezione. Di abbracci mai rifiutati. Di silenzi complici.
Ma soprattutto Bellezza negli occhi. Vorrei vivere nel verde, uscire di casa e trovarmi cascate, boschi, spiagge, laghi, montagne e pecore.
Qualsiasi cosa che sia un rumore naturale e non di macchine che sgasano. Poter vedere i colori del tramonto per intero, senza doverli immaginare tra lo smog e i palazzi.
Vorrei anche solo cinque anni sentendomi vuota e piena insieme, senza niente da desiderare. Cuscinetti emozionali inesistenti, su cui sfondarmi il cuore.
2 notes
·
View notes
Text
I Dominanti
"Homo Sapiens" ha perso clamorosamente. La nuova specie dominante, che tanto nuova non è, si sta diffondendo a macchia d'olio, riempie città e paesi, e siede ormai orgogliosamente nei Palazzi del Potere di tutto il mondo. Il suo nome è " Homo Specus". Che poi, detto alla buona, sarebbe " Cavernicolo" Facciamocene una ragione...
Hollander
2 notes
·
View notes
Text
“ I russi usano il pronome di terza persona plurale, onì, « essi », « loro », quando parlano genericamente di coloro che comandano: una classe remota e misteriosa, da cui non si aspettano niente di buono. Un atteggiamento simile, tipico di una società poco democratica e poco amalgamata, si ritrova in Italia; « loro » fanno i propri comodi, calpestano i diritti della povera gente per conseguire i loro obiettivi, per vincere le loro battaglie, e se agli uomini politici si attribuisce l'avidità di denaro, la voglia di arricchirsi, agli uomini dell'industria e della finanza, che già sono ricchi, si attribuiscono altri giuochi altrettanto riprovevoli, volontà di potere, lusso eccessivo, indifferenza per la pena della povera gente. Ho detto che la distinzione fra buoni e cattivi è un fatto di cultura, e dipende da fattori molteplici, educazione, ambiente, tradizioni; possiamo constatare che la globale condanna di tutta una classe dirigente, di tutti coloro che comandano, attesta una cultura piuttosto rozza, e porta a un generale appiattimento. Se tutti sono cattivi, se tutti violano le norme e calpestano i princìpi, cade l'interesse a scoprire i singoli trasgressori, e quando qualcuno cade nella rete, la condanna della pubblica opinione è distratta, perché comunque tutti immaginavano che anche quel tale, come i suoi simili, fosse un poco di buono; le sue colpe si perdono sullo sfondo della colpevolezza universale. L'arresto e la condanna di Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano, suscitarono sorpresa piuttosto che indignazione; sorpresa non per gli addebiti che gli erano mossi, ma per il fatto che un uomo così importante non godesse di impunità; vi fu comunque chi affermò in quei giorni che i banchieri erano tutti uguali, e che Calvi non era peggiore degli altri; era stato solo meno abile, più maldestro. C'era anche chi era convinto che Calvi fosse caduto perché gli altri potenti, invece di mantenere verso di lui la consueta omertà, lo avevano lasciato cadere; le ragioni per le quali aveva perso l'appoggio dei potenti incuriosivano più delle sue malefatte. Costruttori edili, petrolieri, grandi manager del settore pubblico sono stati denunciati, arrestati, condannati nella generale indifferenza; già si sapeva che i costruttori edificavano palazzi senza le necessarie autorizzazioni, che i petrolieri pagavano i partiti o i generali della Guardia di finanza, che i manager del settore pubblico maneggiavano fondi neri a beneficio dei partiti che li avevano nominati; o meglio, non lo si sapeva, ma lo si immaginava. La condanna globale finisce pertanto col diventare una generale assoluzione; si condanna la classe e si assolvono gli individui. “
Piero Ottone, Affari & Morale, Milano, Longanesi (collezione Il Cammeo n° 163), 1988¹; pp. 62-64.
#Piero Ottone#giornalismo#giornalisti#letture#leggere#libri#Affari & Morale#citazioni#saggistica#scritti saggistici#saggi#Prima Repubblica#Roberto Calvi#classi sociali#democrazia#Banco Ambrosiano#malaffare#alta finanza#banchieri#diritti#classe dirigente#XX secolo#Storia d'Italia#industria#politici#pubblica opinione#misteri italiani#politica#potere#cultura
17 notes
·
View notes
Text
Questi sono video che pubblicavo già venti anni addietro ed erano tutti fedeli alle scritture come per esempio i tanti versetti sotto menzionati. 📖 Ge. 9:11-13 📖 Ro. 8:22 📖 Ga. 6:7 📖 La. 3:22
E ora non state lì a chiedervi dov'è Dio in questo caso, perchè per la sua giustizia avrebbe dovuto già intervenire con il condannare l'uomo, che da sempre senza rispetto, deturpa la terra solo per sua bramosia e sete di potere e ricchezza, poter costruire palazzi e grattacieli, abbattere zone di verde e distruggere boschi, togliendo il naturale habitat agli animali e violentando e stuprando e indebolendo la terra. Perchè la natura geme con noi e vive con noi. Raccogliamo dunque sempre tutto quello che seminiamo. Ed è una grazia del Signore che noi non siamo stati completamente distrutti, le sue compassioni infatti, si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà. Meditate gente meditate. Sulla Bibbia c'è scritto: "Sela!".
===
O. d. G. - Serbare sempre il ricordo della torre di Babele e dell'olocausto durante la guerra 40-45.
lan ✍️
15 notes
·
View notes
Text
Parlo sempre troppo, forse è colpa di questo spazio-tempo compresso in cui i palazzi del potere di Stadtmitte si trovano giusto a qualche metro di distanza dalla località Masnö, Castel Mella, BS, e dove pelati di tutte le nazionalità possono dare sfogo ai loro difetti di pronuncia e inflessioni dialettali. Le madri portano i propri figli poco più che lattanti a lezioni di pogo. Mais oui, ça c'est fondamental pour l'enfant.
Un tizio con un gilet di jeans e una bandana rossa che dice "we can do it" mi confessa in un bagno che si vorrebbe dedicare al porno. No, di certo io non potrei resistere ai suoi ritmi.
Lasciami decollare.
8 notes
·
View notes