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PRIMA PAGINA Tirreno di Oggi domenica, 13 aprile 2025
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La Maledizione di un Amore Perduto
Sapevi che dietro il cupo mito di Dracula si cela una tragedia straziante? Si dice, infatti, che Dracula un tempo fosse un uomo dal cuore colmo d’amore, ma la crudeltà dell’umanità lo trasformò nella creatura assetata di vendetta e sangue che conosciamo oggi.
Dracula, noto anche come Vlad, era un nobile guerriero devoto al suo popolo e profondamente innamorato della sua bellissima moglie, che rappresentava la sua luce in mezzo alle tenebre della guerra. Tuttavia, la sua felicità andò in frantumi quando la chiesa e i leader della sua regione, timorosi della sua influenza, accusarono la sua amata di praticare atti di stregoneria. La donna fu condannata al fuoco purificatore, il cui unico crimine era stato quello di essere generosa e amare profondamente le nobili persone del popolo.
Nel suo dolore e nella sua furia, Vlad gridò al cielo, ma solo il vuoto oscuro rispose. La sua anima, spezzata e colma di amarezza, fu sedotta dalla promessa di un potere eterno. Accettando questo oscuro destino, si trasformò in Dracula, un essere immortale condannato a vagare tra le ombre. Da quel momento, giurò vendetta contro coloro che gli avevano strappato via tutto ciò che amava, sussurrando con furia e dolore nelle profondità del suo cuore:
“Voi mi avete portato via tutto l’amore che conoscevo, avete bruciato mia moglie! Un’anima pura e generosa. Ora io prenderò tutto da voi: le vostre anime, il vostro sangue… tutto, e lo ridurrò in cenere.”
5 Curiosità:
📝 Dracula, come personaggio, è ispirato a Vlad l’Impalatore, un principe valacco noto per la sua brutalità in battaglia.
📝 In alcune versioni del mito, Dracula è presentato come un eroe tragico che lotta contro l’ingiustizia prima di cadere nell’oscurità.
📝 L’idea che i vampiri temano i crocifissi nasce dal tradimento che Vlad sentì da parte della chiesa, che permise la morte di sua moglie.
📝 Il castello di Dracula, situato in Transilvania, è diventato un simbolo iconico del terrore gotico.
📝 Il romanzo di Bram Stoker ha reso popolare l’immagine del vampiro romantico, anche se Dracula non è sempre stato visto come un amante tragico.
(Post di Patrizia Uliano Alfano)
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In terza media mi innamorai della figura omerica di Tersite. Al tempo alle medie si faceva epica.
Tersite era il re di una piccola città sul golfo di Corinto e partì malvolentieri per Troia, trascinato dagli altri piu bellicosi sovrani achei.
Durante la guerra non amava combattere e preferiva giocare a scacchi con un amico.
Inoltre era disabile, di brutto aspetto, con problemi di logopedia e pure un po' effeminato.
In una riunione tra re, dopo un po' di anni di guerra, propose di farla finita e tornare tutti a casa. Fu zittito a botte e bullizzato pubblicamente.
Tersite tra l'altro spesso prendeva in giro i vari capoccia che invece amavano combattere. Una volta perculò Achille perché si era invaghito del corpo di una donna che aveva appena ucciso, congiungendosi quindi con il suo cadavere. Achille se ne incazzò molto e lo ammazzò brutalmente sul posto.
Il mainstream ci ha tramandato Tersite come un codardo e Achille come un valoroso guerriero - di quelli che oggi sono rimpianti da Scurati, per capirci.
A me pare invece che Tersite non fosse affatto codardo, avendo osato prendere in giro il più macho e tosto dei suoi colleghi. Mentre Achille era con ogni evidenza un necrofilo psicopatico.
Alessandro Gilioli
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Prologo:
- "Pa', ti ricordi quel viaggetto a Valencia di cui ti avevo accennato, vero?" - figlio n. 2 si materializza con la grazia di un pavone, sfoderando quel sorrisetto da furbetto patentato che sa benissimo come incantare il sottoscritto, un povero padre dal "no" facile come un unicorno in tangenziale.
"Sì, mi ricordo che..." - tento di rispondere, ma vengo zittito come un concorrente eliminato al primo turno di un quiz.
- "Domani mattina alle cinque devo essere in aeroporto...".
Il volto di Eric Draven si staglia davanti a me, con quegli occhi che puntano a ore 11:00, con un sorriso appena accennato come se stesse assistendo a un improbabile duetto tra Gesù e Maradona, uno che benedice e l’altro che palleggia col paradiso.
Lo fisso, mentre il mio cervello fa i conti alla velocità di un bradipo discalculico e ubriaco - "A che ora mi tocca aprire gli occhi? Quanto ci vuole per arrivare? - sono tentato di aprire la calcolatrice sullo smartphone - "Domani mattina, dici? Cioè in piena notte?"
- "Sì, ma tranquillo, se non ce la fai mi arrangio, eh, no problem" - dice lui con la nonchalance di chi sa che "arrangiarsi", nel dizionario di un padre come me, è una parola esotica tipo "riposo" o "vacanza".
Al mio grugnito di resa, un misto tra consenso e "tanto lo so che finisco sempre così", Eric si volatilizza, lasciando un vocale nella chat degli amici: "Raga, missione compiuta, UbeRino è prenotato". Già UbeRino... mi sento davvero il servizio Uber+Rino.
Oggi, 29 marzo.
E così, stanotte i Tre Caballeros, il leggendario trio composto da Eric Draven, Dylan Dog e Marrin Mystère, fanno il loro trionfale ritorno.
All’una e mezza mi piazzo in macchina come un cecchino, strategicamente vicino all’uscita degli "arrivi internazionali", pronto a intercettare il trio.
Ore 01:43, eccoli: i Tre Caballeros si presentano con un’andatura che definire bizzarra è un eufemismo. Sembrano reduci da una maratona a cavallo nella Pampa Argentina, altro che un volo di due ore. Li osservo: passi incerti, equilibrio precario, un mix tra cowboy e pinguini sbronzi.
Scambio di saluti, abbracci, qualche battuta che strappa una risata. Ma tranquilli, cari Caballeros, i vostri tassisti personali – alias i genitori – sono lì, appostati nelle auto, a scambiarsi sguardi complici dai finestrini. Un cenno, un mezzo sorriso, un silenzioso "toh, anche stavolta tocca a te". È la solidarietà tra genitori, quella che sa che tutto questo casino un giorno sarà un capitolo epico nei ricordi dei figli.
Finalmente ci siamo: ultimo abbraccio, giuro, stavolta è quello definitivo. I Tre Caballeros, stremati e con l’eleganza di un sacco di patate, si trascinano verso le rispettive carrozze. Eric Draven, il mio caballero personale, si infila in macchina col suo zainetto formato francobollo.
- "Ciao papà, grazie di essermi venuto a prendere".
- "Non ringraziarmi, piuttosto a casa mi racconti? Hai fame?"
- "Un pochino, sì. Ma se non c'è nulla mi arrangio".
E daje con questo m'arrangio - "Ti vedo distrutto, chissà che vita spericolata in questi tre giorni! Ma sei sudato, hai caldo?"
- "No, no, tranquillo, a Valencia era peggio".
- "Scusa, Eric, ma in quello zainetto ci stanno al massimo due calzini spaiati, uno spazzolino spelacchiato e un paio di mutande... e pure solo se sono di quelle microscopiche da tanga!"
- "Eh, mi sono organizzato, papà, avevo tutto con me. Ma in aereo puoi portare solo ‘sto coso, il resto te lo pesano e ti chiedono un lingotto d’oro per ogni calzino in più".
- "Capisco, capisco" - in realtà non ho capito comunque cos'è riuscito a infilarci in quello zainetto.
A casa, mentre gli scaldo un panino degno di un banchetto di mezzanotte, Eric si sveste e si piazza in pigiama a tavola. Affronta il panino come un guerriero stanco ma soddisfatto. Io, curioso, faccio un giro in bagno e sulla cesta dei panni sporchi troneggia una montagna di roba: due paia di pantaloni, tre camicie, due felpe, due cappelli e un campionario di biancheria che manco un negozio di intimo in saldo.
Torno in cucina, incuriosito: - "Scusa, ma tutta quella roba da lavare era nello zainetto? Sei riuscito a scoprire il segreto delle particelle Pym che usa Ant-Man per rimpicciolirsi?"
- "No, pa', era tutta addosso a me. Nello zaino non ci stava" - risponde serafico, dando un morso al panino con l’aria di chi ha appena svelato il segreto dell’universo.
Eric Draven, diabolico incantatore di abbigliamento, l'Arsenio Lupin degli scali aeroportuali che passa sotto i portali e gli scanner a raggi X con sorriso sicuro, ma forse qualche controllore all'accesso questa notte avrà sorriso divertito.
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In terza media studiando epica mi innamorai della figura omerica di Tersite. Tersite era il re di una piccola città sul golfo di Corinto e partì malvolentieri per Troia, trascinato dagli altri più bellicosi sovrani achei. Durante la guerra non amava combattere: preferiva giocare a scacchi con un amico. Inoltre era disabile, di brutto aspetto, con problemi di logopedia e pure un po' effeminato. In una riunione tra re, dopo un po' di anni di guerra, propose di farla finita e tornare tutti a casa. Fu zittito a botte e bullizzato pubblicamente. Tersite inoltre spesso prendeva in giro i vari capoccia che invece amavano combattere. Una volta perculò Achille perché si era invaghito del corpo di una donna che aveva appena ucciso, congiungendosi quindi con il suo cadavere. Achille se ne incazzò molto e lo ammazzò brutalmente sul posto. Il mainstream ci ha tramandato Tersite come un codardo e Achille come un valoroso guerriero - di quelli che oggi sono rimpianti da Scurati, per capirci. A me pare invece che Tersite non fosse affatto codardo, avendo osato prendere in giro il più macho e tosto dei suoi colleghi. Mentre Achille era con ogni evidenza un necrofilo psicopatico. Alessandro Gilioli, Facebook
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Cosa voleva dire essere adolescenti negli anni ottanta e novanta?
Non esistevano i cellulari e i social non sapevamo nemmeno cosa fossero. L'unica cosa veramente "social(e)" era stare assieme agli altri. Per davvero, nella vita reale.
Si stava a giocare a pallone in strada con gli amici fino a quando tua madre non ti urlava che era pronto. E il sabato e la domenica ogni con la propria compagnia sui muretti o al pub.
Le strade erano piene di gente. I bar erano pieni di gente. Alla domenica, nel giorno di riposo per tutti, l'appuntamento al bar dello sport era un rito fisso. Erano tutti ammassati perché i bar una volta erano dei microcosmi pieni di vita e di umanità.E tutti, giovani e non, si intrattenevano in quei locali pieni di fumo (già, perché allora si poteva fumare anche dentro ai bar), aspettando il proprio turno per poter scommettere sulle partite.E non si giocava la "bolletta", quella è nata dopo. Ma si giocava la schedina. Ricordo ancora la scritta “Totocalcio” in verde, sulla sinistra l’elenco delle partite che si sarebbero disputate ed in rosa gli “1 x 2”. C’era la possibilità di vincite milionarie con “facendo il 13” o di vincite più discrete con il 12. Si discuteva, si parlava e ci si confrontava per cercare il pronostico giusto per "azzeccare" il risultato. Alla mattina c'erano i cartoni animati, quelli belli, pixel sfocati dello schermo della tv a tubo catodico. Su Italia 1 davano "Hello! Spank", "Doraemon", "Georgie", "Sui monti con Annette", "L'incantevole Creamy", "Il mio nome è Jem". Altrimenti, se andavi sulle reti private potevi trovare "Ken il Guerriero", "Mazinga", "Sampei", "Ransie la strega", "Bia la sfida della magia", "Chuck, castoro" e tanti altri.
I film erano dei veri e propri capolavori: da Indiana Jones a Terminator, da Guerre stellari a Rocky, da Lo squalo ai film horror che tutti i mercoledì davano in doppio appuntamento a "Notte Horror" su Italia 1. E siccome il primo film cominciava alle 22:30, quello di mezzanotte e mezza toccava videoregistrarlo perché poi il giorno dopo c'era la scuola. Le VHS: oggetti oramai quasi introvabili e diventati vintage: funzionavano con nastri magnetici che giravano dentro e ci si poteva registrare sopra anche sei, sette, otto volte. L'unico modo per non sovraregistrarle era rimuovere la linguetta in plastica. Ma se poi cambiavi idea ci potevi applicare lo schotch ed ecco che si ripristinava.Ascoltavamo Vasco, gli 883 e Claudio Baglioni. Ma poi anche Michael Jackson, Prince ed i Queen. Ma c'erano anche i Guns'n'Roses ed i Duran Duran. Capitava di vedere in giro gente con lo stereo a palla e le All Stars ai piedi. Magari anche su uno skateboard.Tutto era diverso: anche l'aria che si respirava. Sia per strada che nei luoghi pubblici. Degli odori che oggi non ci sono più.
-Web
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La società Occidentale, tra le più ipocrite e contaminate dall idiozia ha dimenticato cos’è il confronto diretto: schiere di codardi coperti dalla Legge possono permettersi di dire ciò che vogliono, nella certezza di non doverne mai render conto...prendete ad esempio una Salita s qualunque oggi parlamentare europea!
Le ideologie urlatrici pacifiste in stile Queer, antifà e proPal suscitano il disprezzo per i valori che sono stati alla base di un'organizzazione sociale più razionale e illuminata.
Nelle comunità antiche, il vertice della gerarchia era occupato dalla casta aristocratica dei guerrieri mentre oggi, nelle utopie pacifiste e umanitarie, si vuole trasformare il guerriero in una sorta di anacronismo, un essere pericoloso e dannoso che, in futuro, sarà eliminato da una profilassi tempestiva, in nome del progresso...Israele vecchio di 3000 anni lo sa e non si cura dell ipocrisia Occidentale.
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[...] Stanno là, tutti ad ammirar
quel fustaccio che ha davvero un fisico da star.
Dategli un mostro, il peggiore,
e state a vedere quanto dura.
E non c'è drago che impegno dia
Herc è il più forte che ci sia.
Ieri era zero, e guarda qua!
[...] Non ce n'è per nessuno ormai
è arrivato.
Dove mai,
Nessun altro mai
potrà andare.
Ieri era zero
Zero, zero.
Oggi è il più forte
Dell'impero
Ed avrà sempre una marcia in più.
Se ieri era zero, oggi è un guerriero.
Oggi è il più grande che ci sia!
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#fotografia#foto#scatto fotografico#ercole#hercules#ieri era zero#statua#scultura#gigante#gigantesco#bosco#Bomarzo#mostro
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Le ideologie pacifiste suscitano il disprezzo per i valori che, in altre epoche, sono stati alla base di un'organizzazione sociale più razionale e illuminata. Infatti, nelle comunità antiche, il vertice della gerarchia era occupato dalla casta aristocratica dei guerrieri
mentre oggi, nelle utopie pacifiste e umanitarie, si vuole trasformare il guerriero in una sorta di anacronismo, un essere pericoloso e dannoso che, in futuro, sarà eliminato da una profilassi tempestiva, in nome del "progresso.
Julius Evola (Meditazioni delle vette)
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Buon compleanno a Te
che giorno dopo giorno
Ti stai rivelando essere
una gran bella persona,
che sono davvero contenta
di aver conosciuta!
Mi avevi già fatto una buona impressione
sin da subito,
oggi sono fiera di non essermi sbagliata!
Sei un vero e proprio Gentleman,
con una cura ed una premura
verso gli altri
che Ti contraddistingue dal resto!
Hai sofferto tanto
per voler essere una voce fuori dal coro,
per poter dare unicamente sfogo
alla Tua vasta e ricca personalità,
che Ti ha permesso di essere ciò che sei:
Un’Artista dotato di una gran bella sensibilità
Sii sempre orgoglioso di Te Stesso,
di tutte le battaglie affrontate
che Ti hanno reso un Guerriero,
forte e tenace quanto basta
per non mollare mai la presa
Altre battaglie Ti attendono
che profumano già di altre potenti vittorie
Allora daje tutta Maurizio Caro
e Tanti Cari Auguri di cuore 🎂🍾🥂🎉
Grazie infine per tutto
Il Prezioso Sostegno
che non mi fai mancare mai,
consentendomi di sentirmi sempre
Speciale ed Unica nel Mio genere!
Grazie per avermi accettata
così come sono!
Forse non lo sai
ma Ti devo molto!
Con affetto, 🌹😘🤗❤️
Elena
@elenascrive

#21 luglio#compleanno#amico#buon compleanno#amicizia#auguri#dedica#ispirata#ispirazione#io#me stessa#poesia#poesia di strada#io scrivo#scrivo#scrivere#scrivendo#scrittura#scrittura creativa#mie parole#parole mie
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A volte vorresti togliere il tuo l'elmo, la tua corazza, liberarti dello scudo dietro cui fino adesso ti sei trincerato e rimettere a posto la spada con cui hai lottato per quanto di storto è successo nella tua vita in men che non si dica e lasciarti in balia dell'agitazione, lasciandoti avvolgere dalle onde anomale delle difficoltà, stanco di reagire, di fronteggiare contro tutto, ma alla fine ti accorgi che sei nato per questo... per essere un guerriero, per andare come un crociato contro il nemico, consapevole che se oggi la vita ti ha sconfitto, domani con elmo corazza scudo e spada sguainata vincerai la tua guerra.
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Kung Fu Panda 4

✔️ 𝐒𝐓𝐑𝐄𝐀𝐌𝐈𝐍𝐆 𝐎𝐑𝐀 𝐐𝐔𝐈 ▶
https://megavids.online/movie/1011985/kung-fu-panda-4?tumblrah
:: Trama Kung Fu Panda 4 ::
Mentre i Cinque Cicloni sono via per allenarsi dopo aver compiuto varie missioni, Po, destinato a diventare la guida spirituale della Valle della Pace, è costretto a cercare il suo successore come nuovo Guerriero Dragone mentre combatte insieme a una volpe ladra di nome Zhen, i nostri eroi dovranno sconfiggere un nuovo spaventoso nemico chiamato "La Camaleonte", una terribile ed infida strega che riporta in vita Tai Lung e gli altri nemici sconfitti dal panda nei film precedenti con l'unico scopo di governare la città di Juniper e la Valle della Pace grazie alle tecniche di kung fu che ruba a questi ultimi.
Kung Fu Panda 4 è un film d'animazione del 2024 diretto da Mike Mitchell e Stephanie Ma Stin.
Prodotto da DreamWorks Animation e distribuito da Universal Pictures. È il quarto capitolo del franchise di Kung Fu Panda, e sequel di Kung Fu Panda 3 (2016), e presenta Jack Black, Dustin Hoffman, James Hong, Bryan Cranston e Ian McShane che riprendono i ruoli dei film precedenti, con Awkwafina, Viola Davis e Ke Huy Quan che si uniscono al cast come nuovi personaggi.
Ai registi Jennifer Yuh Nelson e Alessandro Carloni venne chiesta la possibilità di un quarto film di Kung Fu Panda prima dell'uscita del terzo film nel gennaio 2016, con Nelson che in seguito affermò nell'agosto 2018 di essere aperta a un quarto capitolo. DreamWorks ha annunciato ufficialmente il quarto film nell'agosto 2022, con Mitchell, Ma Stine, e Rebecca Huntley rispettivamente come regista, co-regista e produttore nell'aprile 2023. La maggior parte del cast vocale principale è stato annunciato nel dicembre 2023, in seguito al casting di Awkwafina nel maggio di quell'anno.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, “cinematografia”) ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate “fotogrammi”. Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come “fenomeno Phi”.
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E il tuo sorriso sembrava quasi la felicità, perché io sapevo già che te lo saresti riportato via.
Oggi, ogni volta che mi vieni in mente, sento sempre lo stesso brivido.
Mi assale come fosse un guerriero a turbare
i miei anticorpi, e mi ammalo di te, con la febbre nel pensiero.
Mi commuovo più facilmente se scruto un’emozione in giro per le strade, ti sento
lì con me, te la regalo nel silenzio.
Ti stringo accanto, come fossi piccolissima
e mi stessi nella tasca della giacca vicino al cuore, a stretto contatto con il mio sentire.
E certo che no, non saremmo stati perfetti, anzi, avremmo litigato un casino, forse proprio perché siamo molto simili.
Al mio “grillo parlante”, quando torna
a bussare, non apro quasi mai, ma a volte
mi spiace lasciarlo fuori al freddo, così lo faccio entrare e mentre inizia a obiettare
gli chiedo una tregua, una tregua
fra la mia vita e il mondo, così si arrende
e si addormenta.
Beata incoscienza, dicono dei giovani.
Beata fortuna, dico io, è un’incoscienza preziosa.
Osservo i ragazzi per strada, quando si baciano, quando nei loro occhi c’è l’eternità, quando nei loro occhi c’è l’immortalità degli dei, la luminosità del :” Resto anche domani, ci sarò”, con una convinzione, una sicurezza che a stento ritroverai se non nei folli come me, perché io, alla mia età, la possiedo ancora.
A volte devo distogliere lo sguardo, perché
è troppo forte l’emozione, perché rivedo te, respiro il mare, mi entra nelle narici di prepotenza con un capogiro incontrollabile
e mi fa sentire insieme male e bene non averti mai dimenticata.
Allora quei ragazzi li fotografo di nascosto
e vale per tutte le fotografie che non abbiamo.
Ho dei rapporti meravigliosi con le donne con cui ho avuto una storia.
Ho visto nascere il bimbo della mia prima fidanzata, ho visto il matrimonio della donna che credevo avrei sposato io, molti anni fa.
Con te non ho voluto veder appassire un fiore mai sbocciato.
Non ti avrei mai regalato dei fiori strappati alla tua terra, perché tu meriti la vita.
Eppure, anche se non credo a un’altra vita dopo questa, l’energia di questo sentimento resterà, si mescolerà agli elementi naturali
e continuerà a vivere sì, anche dopo di noi.

Massimo Bisotti
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO PRIMO - di Gianpiero Menniti
VINCITORI E VINTI
Il “Galata morente” è una scultura in origine bronzea, risalente al 230-220 a.C., oggi conservata nei Musei Capitolini in copia marmorea. Appartiene al filone ellenistico della cosiddetta arte pergamena, espressione della retorica degli “attalidi”, la dinastia di Pergamo, uno dei regni alessandrini eredità della stupefacente impresa del grande re macedone. Si ritiene che fosse stata commissionata ad un artista di corte, Epifano, dal sovrano dell’epoca, Attalo I, quale rappresentazione inserita in una più ampia scenografia costituita dal gruppo votivo destinato al santuario di Atena Nikephoros sull’Acropoli di Pergamo: un gruppo celebrativo della vittoria conseguita contro i galati (galli) e destinato a consacrare il valore conquistato sul campo dalla dinastia regnante. In effetti, la figura del guerriero sconfitto, giacente, vestito del solo "torquis" legato al collo, è a ben vedere un atto di esaltazione dei vincitori in una duplice ed essenziale evidenza: il guerriero è nudo, senz’armi, umiliato e consapevole, sconfitto, schiacciato da una forza che non ha paragoni per implacabilità. Nello stesso tempo, la sua compostezza, l’armonia stilistica del suo giacere è la rappresentazione impareggiabile del contraltare di quella forza incombente e inarrestabile: la fragilità, la debolezza. L’atteggiamento del vinto esibito è lo strumento di propaganda più intenso che si possa immaginare. Morente? Forse no. Per il galata, la morte è già nell’arrendevolezza imposta che lo fa giacere a terra, quasi incredulo, il capo piegato in un’espressione di profonda rassegnazione e riflessione. Il galata non è morente nella dimensione materiale ma in quella dello spirito guerriero annichilito che toglie respiro alla dignità del combattente, lo prostra fino alla consapevole e amara constatazione di una debolezza mai supposta e che adesso è costretto ad accettare. Anche questa è l’arte ellenistica: celebrazione dei vincitori attraverso il pathos degli sconfitti.
- In copertina: Maria Casalanguida, “Bottiglie e cubetto”, 1975, collezione privata
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Platone. La repubblica platonica
Se l'uomo, per ritenersi giusto, deve vivere secondo verità, allora una società che voglia anch'essa ritenersi giusta deve essere organizzata secondo il criterio della verità filosofica.
[nota: è un mito persistente quello dell'esistenza di un principio di verità che deve guidare la società, una credenza così ben radicata nella nostra cultura che ancora oggi pensiamo che debba essere vera.]
L'uomo si trova per sua natura in uno stato di ignoranza, così come ci viene spiegato nel mito della caverna: uomini incatenati e impossibilitati a volgere indietro lo sguardo vedono proiettate sui muri delle ombre che con l'abitudine scambiano per il mondo vero. In realtà il fuoco della verità brucia alle loro spalle e proietta sulle pareti solamente il suo simulacro. Il sapiente è allora colui che si libera dalle catene volgendo lo sguardo verso la fonte di luce.
Dunque quale criterio di verità seguire per fare il bene di tutti? La tirannide è l'arbitrio di uno solo, l'oligarchia è la tirannide di pochi. La stessa democrazia ateniese [quella che finì per condannare a morte Socrate, "l'uomo più giusto di tutti"] sfocia inevitabilmente nella demagogia, essendo che il popolo, lasciato libero di decidere senza sapienza, si fa tosto abbindolare dal primo che capita. La società più giusta è dunque quella guidata dai filosofi.
Ciascuno in questa società riveste un compito vitale in rapporto alle sue inclinazioni. Le inclinazioni sono quelle che scaturiscono innate nel nostro animo: lo spirito guerriero sarà destinato alla vita militare, quello contadino alla coltivazione della terra, gli spiriti più alti verranno istruiti alla vita filosofica e a loro un giorno spetterà il compito di guidare la polis.
La repubblica platonica è una società comunitaria, questo perché il bene comune è il valore supremo. Le stesse donne, in quanto procreatrici, sono proprietà di tutti, così come gli uomini, i magistrati decidono gli accoppiamenti secondo criteri eugenetici per generare stirpi sempre migliori, una volta nati, i figli vengono tolti ai genitori e cresciuti dalla comunità.
[nota: nella polis guidata dal principio di verità gli egoistici sentimenti genitoriali devono lasciare spazio al bene superiore dell'organizzazione razionale della società.]
Anche gli artisti e i poeti devono essere banditi dalla polis, infatti, poiché il mondo sensibile è già un'imitazione del mondo vero, gli artisti, imitando il mondo sensibile, compiono un'imitazione dell'imitazione, rischiando così di corrompere il popolo con la loro celebrazione del falso.
Se questa repubblica può suonare tutt'altro che giusta con il metro di noi contemporanei, per Platone era la naturale conseguenza del suo sistema fondato sulla verità. Secoli dopo, il marxismo, discendente di quella tradizione filosofica, porrà nuovamente la giustezza di un principio "scientifico" a guida della costruzione della società, con che risultati lascio giudicare al lettore secondo le proprie convinzioni.
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La Scultura del giorno: il Galata Morente, rubato da Napoleone e restituito grazie a Canova
La scultura del giorno che vi propongo oggi è una di quelle che Napoleone volle portarsi in Francia: il Galata Morente, una delle opere in marmo che più amo e che, grazie a Canova riuscì a rientrare in Italia. Andiamo però con ordine. Il Galata Morente è la raffigurazione di un guerriero galata ferito a morte al quale non gli rimangono che pochi istanti di vita. In pieno petto si vede la ferita…

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#arte#bellezza#Canova#considerazioni#english#La scultura del giorno#life#Michelangelo Buonarroti#napoleone#scultura
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