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PRIMA PAGINA El Pais di Oggi martedì, 03 settembre 2024
#PrimaPagina#elpais quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi cine# pais# periódico# global# convence# habitación# lado# limita# venta# armas# riesgo# violar# decisión# afecta# licencias# golpe# diplomático# prevé# llevar# presión# migratoria
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🖤Rocker Tina🖤
��� Angelo Frontoni.
📖 11th June 1968 Tempo, 29th June 1968 Hola, 21st November 1968 Cine Revue & 24th September 1969 Oggi Illustrato.
🌐 http://www.internetculturale.it/
#Tina Aumont#actress#model#Angelo Frontoni#1968 Angelo Frontoni#my scans#Hola#1968 hola#cine revue#1968 cine revue#oggi illustrato#1968 oggi illustrato#untagging pics#making this site more beautiful#as Tina is#enjoy
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Evi Maltagliati e Gino Cervi in Aldebaran (1935) diretto da Alessandro Blasetti.
‘Un altro incidente accadde in seguito negli studi della Cines, nei quali si era ricostruito fedelmente il salone dell’ammiragliato di La Spezia. Evi Maltagliati ed iodovevamo entrare in quel salone, splendidamente affollato per un gran ballo, ed attaversarlo tutto in lunghezza, discorrendo ta noi e salutando gli invitati che ci facevano ala. Era una tremenda carrellata di trecento metri, che non si poteva girare a spizzichi. Fu rifatta infinite volte. Blasetti era, ed è, un regista scrupoloso, un maniaco della recitazione; non si stancava mai, interpretava lui stesso tutte le parti per mostrarci come dovevamo fare. “Sei un fachiro” gli dicevo. Riuscimmo appena in tempo a girare quella estenuante sequenza: un’ora dopo, lo studio prese fuoco e fu interamente distrutto’. Cervi si racconta a Oggi n.43 del 23 ottobre ‘58
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Mónica Mayer
Mónica Mayer, artista, curatrice, critica d’arte e attivista femminista, ha esposto e tenuto conferenze in diversi paesi del mondo.
Critica il sistema sociale patriarcale attraverso l’arte con performance, grafica digitale, disegno e fotografia.
Si è sempre posta in una posizione di rottura rispetto alle definizioni tradizionali di arte. La sua opera è caratterizzata da spirito irrequieto, spiccato senso critico e grande umorismo.
Ha iniziato con dipinti e collage per poi dedicare grande attenzione alle performance e installazioni. Negli anni, il suo contributo artistico si è sviluppato anche attraverso la scrittura, l’insegnamento, l’archiviazione e la partecipazione attiva nella comunità.
La maggior parte delle sue performance consistono in interventi sociali interattivi progettati per contesti specifici.
È nata a Città del Messico nel 1954 e si è laureata in Belle Arti all’Università Autonoma del Messico nel 1976.
Il suo attivismo è iniziato quando, ben presto, ha realizzato quanto fosse discriminante essere una donna nel mondo dell’arte. Nel 1975, ha preso parte al Movimiento Feminista Mexicano e al Colectivo Cine Mujer.
La sua prima esposizione è stata Collage íntimo nel 1977. L’anno successivo ha partecipato alla Muestra colectiva feminista.
Nel 1978 alla biennale Salón 77–78: Nuevas tendencias al Museo d’Arte Moderna di Città del Messico, ha presentato l’installazione interattiva El tendedero (La corda da bucato), che ha inaugurato il suo stile e la ricerca di nuovi mezzi per comunicare attraverso l’arte.
Nello stesso anno si è trasferita negli Stati Uniti dove, nel 1980, ha conseguito un master in Sociologia dell’arte al Goddard College, con una tesi intitolata Feminist Art: An Effective Political Tool (Arte femminista: uno strumento politico efficace). In quel periodo ha frequentato il Feminist Studio Workshop presso il Woman’s Building di Los Angeles con pioniere del movimento artistico femminista statunitense come Suzanne Lacy, Leslie Labowitz e Judy Chicago.
Al suo ritorno in Messico, nel 1983, ha fondato il collettivo artistico Polvo de Gallina Negra diminutivo di Polvere di gallina nera per proteggerci dalla magia patriarcale che fa scomparire le donne, che combinava critica sociale radicale e umorismo e che è stato attivo per una decade.
Nello stesso anno, ha tenuto un seminario su Donne e Arte presso la Escuela Nacional de Artes Plásticas, che ha poi portato alla creazione di un altro collettivo artistico femminista, Tlacuilas y Retrateras.
Nel 1989, col marito, Víctor Lerma, ha fondato Pinto mi Raya, spazio artistico indipendente e archivio online la cui funzione principale è stimolare il sistema dell’arte in Messico attraverso incontri, workshop e performance collettive di attivismo comunitario.
Un’esperienza che si è gradualmente trasformata in una piattaforma da cui lanciare progetti di arte concettuale applicata per cercare di trovare soluzioni. Per lubrificare il sistema dell’arte per farlo funzionare più agevolmente.
Come estensione della sua pratica artistica, Mónica Mayer ha parlato e scritto ampiamente di arte, donne e femminismo.
Tra il 1988 e il 2008 è stata editorialista del quotidiano El Universal e ancora oggi scrive per diversi blog.
Ha pubblicato diversi libri, saggi e contribuito a creare riviste d’arte e dibattito femminista.
Nel 2012 ha partecipato alla creazione del Sistema Nazionale di Artisti per il Finanziamento Nazionale per la Cultura e le Arti messicane.
Nel 2016 il Museo d’Arte Contemporanea dell’Università Nazionale Autonoma del Messico le ha dedicato la mostra “Si tiene dudas… pregunte: una exposición retrocolectiva de Mónica Mayer” (In caso di dubbio… chiedi: retrospettiva di Mónica Mayer).
Nello stesso anno, l’Istituto femminile di Città del Messico le ha conferito la Medaglia Omecíhuatl per la sua “eccezionale partecipazione all’istruzione, alle arti, alla cultura e allo sport, che hanno ispirato e influenzato lo sviluppo e l’empowerment femminile”.
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Siracusa: si conclude stasera la terza edizione del Cine Oktober Fest 2023.
Siracusa: si conclude stasera la terza edizione del Cine Oktober Fest 2023. Si conclude stasera con uno Special dedicato al cinema di John Carpenter, la terza edizione di Cine Oktober Fest, edizione 2023. Un excursus video-musicale realizzato in occasione del quarantacinquesimo anniversario dell’uscita statunitense del film cult “Halloween”(1978), chiuderà all’Urban Center e al Biblios Cafè quella che per molti è stata la manifestazione più ricca di veri e propri documenti storici della cinematografia mondiale. Una terza edizione impegnativa, “titanica” – come la definisce il direttore artistico Giuseppe Briffa, per quanto riguarda i mezzi, i tempi e le risorse impiegate, ma che “ mi ha permesso comunque – ha dichiarato Briffa - di mettere a punto un programma di ampio respiro in tutte le sezioni trattate”. Che sono state definite su quattro linee direttrici: Scandinavian, Anniversary, Silent ImAge e Post-Horror Wave. Diversi e intensi sono stati gli incontri organizzati nel contesto della manifestazione, primo fra tutti quello con Remo Romeo, fondatore nel 1995 del Museo del Cinema di Siracusa e che oggi guarda con occhio vigile alla conservazione dell’inestimabile quantità di reperti storici consegnati al Comune di Siracusa in quello che è il nuovo museo a lui dedicato nell’antica chiesa dei Cavalieri di Malta. A Giuseppe Briffa, Remo Romeo ha più volte mostrato la sua gratitudine per avere speso tutto il suo impegno e dedizione nell’allestimento della mostra permanente, ora affidata alla Pro-Loco di Siracusa. Altro momento di condivisione e grande partecipazione è stato con la scuola media Quasimodo di Floridia; ai ragazzi, attenti e preparati, è stata offerta un’intensa e dettagliata lezione sulla storia del cinema, da Giuseppe Briffa e Ludovico Leone, vice presidente dell’associazione Post-Cinema che rappresenta la struttura portante del Cine Oktober Fest. “La cosa che mi premeva di più e credo la più apprezzata – ha commentato oggi prima della serata finale Giuseppe Briffa – è stata la scelta di lanciare per la prima volta una corrente di per sé contradditoria come il Post-Horror, che resta un diamante grezzo e poco comprensibile tutto da approfondire”. Perché, lo spiega ancora Briffa, “ quando si butta sul tavolo un nuovo format o come in questo caso una nuova corrente cinematografica sostenendo presuntuosamente che sia l’ultima avanguardia che la settima arte stia offrendo da 23 anni a questa parte, qualche rischio sicuramente si corre”. E già si pensa alla quarta edizione 2024. “Vorrei trattare – annuncia Briffa – gli angoli remoti del globo, come la Malesia, l’Iran o l’Islanda e omaggiare il nostro ormai storico Gotico e Macabro italiano che tanto ci manca. Penso ad Avati, Bava, Fulci, Fellini, quest’ultimo poco noto al grande pubblico per le sue indubbie virate nel regno esoterico ed oscuro: perché, come nel mio slogan e sempre più convinto, Il Cinema del Passato è il nostro Futuro”. Oggi 31 ottobre, come accennato in apertura, l’ultimo doppio appuntamento con il Cine Oktober Fest all’Urban Center, alle 21 con The Cinema of John Carpenter: un excursus filmografico su uno dei più grandi outsider della storia del cinema hollywoodiano della seconda metà del Novecento. Un Maestro, un uomo che ha sovvertito le leggi del cinema – come si legge nelle note diffuse da Post-Cinema – cambiando la forma da cui attingeva - fra cui Hitchcock, Ford, Segal – e che nonostante il suo continuo ed incessante andar contro l’establishment è riuscito a diventare mitologico nelle sue semplici ed immersive visioni di un mondo controllato dal capitalismo. La peculiarità dell’opera carpenteriana è anche nella sua duale funzione: di regia e composizione elettronica della synthwave per eccellenza. Stasera si affronteranno nove capolavori del Maestro con introduzioni, contributi editati ad hoc e musicati dal vivo come egli stesso propone nei suoi concerti in tutto il mondo. Alle 23, a seguire, Halloween- La notte delle streghe (1978): in occasione del 45esimo anniversario dell’uscita di un film considerato un’icona per le sue caratteristiche minimali e radicali nella forma stilistica. Girato in modo semi-indipendente, l’opera di Carpenter resta una pietra miliare della settima arte nel cinema di tutti i tempi. Musicazione dal vivo con Noemi Barbera, Chiara Pino e Ludovico Leone. Cine Oktober Fest ha partecipato con un focus sulla Scandinavia al Nordic Festival – I Boreali e la casa editrice Iperborea, che si è svolto all’Urban Center dal 27 al 29 ottobre, proponendo quattro pellicole stra-ordinarie firmate da Roy Anderson, Joachin Trier, Ingmar Bergman, Carl Theodor Dreyer e Ari Asher. Hanno partecipato con letture e brevi performances teatrali gli attori dell’associazione culturale V.A.N. ( Verso Altre Narrazioni), Ornella Matranga e Riccardo Rizzo, che contribuiscono con il loro impegno a rendere più ricca e produttiva d’idee la Post-Cinema che oggi si regge – oltre che in autonomia e in autofinanziamento – sul contributo di giovani colti e volenterosi, tra i quali Claudio Pavia, grafico, Gianandrea Cama per la ricerca di sponsor e finanziamenti, e Davide Carnemolla per la critica. L’evento cinematografico siracusano è ideato e diretto da Giuseppe Briffa, presidente di Post-Cinema e dal vice presidente Ludovico Leone (musicista, graphic designer e regista indipendente); Cine Oktober Fest è patrocinato dal Comune di Siracusa in partnership con Siracusa Città educativa, Urban Center e Biblios Cafè Ortigia con la insostituibile collaborazione di Paola Tusa.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Il mio contributo alla pace in Ucraina, ben più fattivo di Cine Turchie e papi: il concerto dei miei carucci METALLICA a Mosca del 1991. In cui l'ambiente intimista e raccolto accoglie in modo controllato il brano lento e sottotono di introduzione dell'evento: ENTER SANDMAN.
Ai tempi la tensione interna ed esterna era alle stelle, eppure a quel concerto (non) organizzato in poche settimane, si presentarono 1,6 MILIONI DI SPETTATORI. Con decine di migliaia di poliziotti schierati e i Sikorskly in volo radente, un rischio che oggi scatterebbe l'autodenuncia al solo pensiero.
I pischelli non possono capì, come il rapper pischello presentatore del video sopra (godersi la sua faccia vale il prezzo delle interruzioni e mi fa pure da mediatore culturale con le generazioni recenti).
Nel '91 il Muro era crollato da poco e Gorbacev stava per crollare pure lui, ma era ancora URSS con le atomiche puntate; il muro non crollato di diffidenza odio e paura era così spesso che quel che vi dicono oggi su Putin e di quanto kattivi siano i russi, fa davvero ridere al confronto.
Godetevi la faccia del motherfucker bruh al commento che non smette per un istante si scuotere la testa scioccato. Altra gente, altra epoca. ALTRA MUSICA.
Fantastico.
Tutto può succedere quando apri i cancelli alla gente, non ai "diplomatici".
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Come promesso oggi scopriamo come si gioca a Detective #Batman Tutti Mentono (Detective #BatmanEverybodyLies), gioco da tavolo investigativo della serie Detective ambientato nel mondo dei fumetti #DCComics.
In Detective #BatmanTuttiMentono, è un #boardgame collaborativo in cui indagheremo su 3 casi e mezzo battendo le strade di #GothamCity alla ricerca di indizi e prove con il doppio compito di scoprire come sono andati i fatti ma anche reperire informazioni per portare avanti gli obiettivi personali dei personaggi che abbiamo scelto di interpretare.
Detecitve Batman: Everybody Lies ci mette a disposizione 4 personaggi da giocare per portare avanti le nostre indagini: Warren Spacey, Vicki Vale, Harvey Bullock e #Catwoman comprimari del #CavaliereOscuro noti al pubblico dei #fumetti ma apparsi anche nelle declinazioni Cine/televisive di Batman.
Il sistema di gioco di Detective, abbina l'uso dei materiali della scatola del gioco ad un portale che ci permetterà di accedere a materiali che ci aiuteranno nelle indagini, non avevo mai provato questo sistema ma l'ho trovato molto "arcade" e particolarmente adatto sia all’ambientazione che alla fruizione di un pubblico ampio
Nel video vedremo anche i materiali sbloccati durante la campagna di pre-order che ho ottenuto grazie a gli amici di Hirtemis Giochi da Tavolo.
#DetectiveBatmanTuttiMentono (Batman Everybody Lies) è un investigativo collaborativo da 2 a 4 giocatori, consigliato dai 14anni in su, per la durata di 2/3 ore, edito da Pendragon Game Studio.
Dalle 15:30 di giovedì
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#boardgaming #jogosdetabuleiro #boardgamegeek #boardgameaddict #giocodatavolo #giochidatavolo #tabletop #bgg #BoardGamesOfInstagram #brettspieler #Aroundthetable #boardgames
#Around the table#unboxing#boardgame#board#game#recensioni#recensione#review#giochi da tavolo#giochi in scatola#tutorial giochi da tavolo#tutorial giochi#gioco#giochi di società#board games#bgg#boardgamegeek#videorecensione#regole#come si gioca#board game#ita#italiano#gdt#giochi da tavolo per#giocatori#Batman: Everybody Lies#detective batman#Detective Batman tutti mentono#Batman gioco da tavolo
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PRIMA PAGINA Usa Today di Oggi giovedì, 22 agosto 2024
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💙Gypsy Tina💜
📸 Angelo Frontoni.
📖 11th June 1968 Tempo, 29th June 1968 Hola, 21st November 1968 Cine Revue & 24th September 1969 Oggi Illustrato.
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Wang yi explains something so simple that everyone should understand and yet the Americans and their cronies don't get it
⚠️ WANG YI ALLA CONFERENZA SULLA SICUREZZA DI MONACO: "IL PRINCIPIO DI SOVRANITÀ È LA PIETRA ANGOLARE DI UN ORDINE INTERNAZIONALE CONTEMPORANEO, TUTTI I PAESI DOVREBBERO RISPETTARLO SIA A PAROLE CHE NEI FATTI, PIUTTOSTO CHE APPLICARLO IN MODO SELETTIVO" ⚠️
🇨🇳 Oggi, 18 febbraio, Wang Yi - Direttore dell'Ufficio Generale della Commissione Centrale per gli Affari Esteri del Partito Comunista - ha partecipato alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco 🇩🇪
Come scritto sul "环球时报", tabloid di proprietà del Partito Comunista Cinese, la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco (MSC) è stata creata nel 1963, durante la Guerra Fredda, come "fronte unito" dell'Occidente in funzione anti-Sovietica, anche se post-Guerra Fredda ha ampliato la sua portata invitando anche figure che prima considerava "nemici" ⚔️
🗺 Ad oggi, oltre 7.000 Lingue sono parlate in tutto il Mondo - Wang Yi ha scelto di usare quella dei FATTI, e di fronte ai funzionari dei Paesi Occidentali e della NATO, ha dichiarato:
💬 "Manca la fiducia tra i principali paesi del Mondo, la mentalità della Guerra Fredda è tornata", focalizzandosi sulle provocazioni della NATO e degli Stati Uniti contro certi paesi, Cina e Russia in primis 🔥
🇨🇳 Sulla Questione di Taiwan e sul Principio dell'Unica Cina, Wang Yi è stato - come sempre - molto chiaro e preciso:
💬 "Qualsiasi violazione del Principio dell'Unica, qualsiasi tentativo di creare "Una Cina, Un Taiwan" o "Due Cine", costituisce una grave violazione dell'Integrità Territoriale della Cina, e rappresenta una minaccia reale per la Pace e la Stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan. [...] La Cina reprimerà risolutamente le interferenze e il separatismo per salvaguardare la sua Sovranità ed Integrità Territoriale" | Si spera che i funzionari occidentali abbiano tenuto le orecchie ben aperte... 🙉
💬 "Il Principio di Sovranità è la pietra angolare di un Ordine Internazionale Contemporaneo. Tutti i paesi dovrebbero rispettare tale principio sia nelle parole che nei fatti, piuttosto che applicarlo in modo selettivo, ancor meno con doppi standard" | Potentissima stoccata all'ipocrisia occidentale, principalmente di NATO e Stati Uniti 🔥
⭐️ Si ricordano le dichiarazioni di Zuo Dapei, Economista e Ricercatore presso l'Accademia delle Scienze Sociali Cinese:
💬 "I paesi della NATO, che hanno sempre minato la sovranità e l'integrità territoriale di altri paesi, ora gridano di proteggere la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina" 🔥
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⚠️ WANG YI AT THE MUNICH SECURITY CONFERENCE: "THE SOVEREIGNTY PRINCIPLE IS THE CORNERSTONE OF A CONTEMPORARY INTERNATIONAL ORDER, ALL COUNTRIES SHOULD RESPECT IT BOTH IN WORD AND IN DEED, RATHER THAN APPLYING IT SELECTIVELY" ⚠️
🇨🇳 Today, February 18, Wang Yi - Director of the General Office of the Communist Party's Central Commission on Foreign Affairs - attended the Munich Security Conference 🇩🇪
As written in the "环球时报", tabloid owned by the Communist Party of China, the Munich Security Conference (MSC) was created in 1963, during the Cold War, as a "united front" of the West in an anti-Soviet function , although post-Cold War it broadened its reach by also inviting figures it previously considered "enemies" ⚔️
🗺 To date, over 7,000 languages are spoken around the world - Wang Yi chose to use the one of FACTS, and in front of officials from Western countries and NATO, he said:
💬 "There is no trust among the main countries of the world, the mentality of the Cold War is back", focusing on the provocations of NATO and the United States against certain countries, China and Russia in primis 🔥
🇨🇳 On the Taiwan question and the One China Principle, Wang Yi was - as always - very clear and precise:
💬 "Any violation of the Oneness Principle, any attempt to create "One China, One Taiwan" or "Two Chinas", constitutes a serious violation of China's Territorial Integrity, and poses a real threat to Peace and Stability across the Taiwan Strait [...] China will resolutely crack down on interference and separatism to safeguard its Sovereignty and Territorial Integrity" | Hopefully Western officials kept their ears peeled… 🙉
💬 "The Principle of Sovereignty is the cornerstone of a Contemporary International Order. All countries should respect this principle in both word and deed, rather than applying it selectively, much less with double standards" | Very powerful jab at western hypocrisy, mainly from NATO and the United States 🔥
⭐️ We recall the statements of Zuo Dapei, Economist and Researcher at the Chinese Academy of Social Sciences:
💬 "NATO countries, which have always undermined the sovereignty and territorial integrity of other countries, are now shouting to protect the sovereignty and territorial integrity of Ukraine" 🔥
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Cycle. Un bellissimo short film di Sophie Olga de Jong
Oggi vi presentiamo un cortometraggio di animazione realizzato dalla creatività di Sophie Olga de Jong che ci racconta in soli due minuti una emozionante storia a pedali. Quella di una bambina che impara ad andare in bicicletta da suo nonno e scopre che dove finisce la strada inizia la vera avventura. Questo short film è stato proiettato prima di Lo Schiaccianoci della Disney in tutti i Pathé Cinema nei Paesi Bassi.
Cycle by Sophie Olga de Jong. Riconoscimenti
Il cortometraggio Cycle è stato selezionato nei più importanti Film Festival di animazione di tutto il mondo.
Monstra Lisboa, Portugal • Anima Brussels, Belgium • International Children’s and Youth Film Carnival, Hongkong • Anim’Est Festival, Romenia • Cinanima, Portugal • Nederlands Film Festival Utrecht, The Netherlands • Go Short, The Netherlands • Cinekid, The Netherlands • Internationale Kurzfilmtage Oberhausen, Germany • Seattle International Children Film Festival, USA • Hamptons International Film Festival, USA • Zlín Film Festival for Children & Youth, Czech Republic • Anibar Animation Festival, Kosovo • Shnit Worldwide Shortfilmfestival, Switserland • Festival de Cine de Madrid, Spain • International Kids Film Festival Mumbai, India • Imaginaria Animation Festival, Italy. Awards: Special Mention • Monstra Lisboa, Portugal.
Regia: Sophie Olga de Jong e Sytske Kok Produttori: Willen Thijssen e Nancy Fornovile Sceneggiatura: Sytske Kok Design e animazione: Sophie Olga de Jong Animazione aggiuntiva: Janneke van den Biggelaar, Bram Donders, Kim van Engelen Sound design: Fay Lovsky Finanziato da : The Netherlands Film Fund, Fonds 21, Produzione Pathé Cinema: CinéTé
Fonte:
sophieolga.com
https://urbancycling.it/46645-cycle-un-bellissimo-short-film-di-sophie-olga-de-jong/
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SONO BOOMER
Ok, sono un boomer. Prendimi pure per il culo perché uso il pc come un artificiere tratta una bomba, prendimi per il culo perché non capisco le vostre dinamiche di oggi, prendimi per il culo perché non capisco un cazzo di criptovalute.
Però io sono uno di quelli che alle scuole elementari, ora si chiamano primarie, ha fatto i turni perché gli edifici non bastavano a contenere tutti i bambini, sono uno di quelli che quando entrava la maestra si alzava in piedi in segno di rispetto, facevo i compiti con l'enciclopedia che i miei genitori avevano comprato a rate per farci studiare di più di quello che avevano potuto fare loro.
Ora avete smartphone, tablet, pc sempre aggiornati ma non sapete scrivere a mano, con un click sapete tutto di tutto ma non capite un cazzo di quello che leggete. Ridete per quella che parla in "corsivo" ma non sapete scrivere il corsivo vero. Certo, i tempi sono cambiati e io non li rimpiango per niente. Quando uscivi da scuola il pomeriggio avevi mille antenne perché se incontrarvi il gruppo sbagliato prendevi schiaffoni e ti portavano via tutto, scarpe comprese. Certe vie non le potevi fare, a Borgo cine se non eri accompagnato da uno del posto non ci passavi, senza se e senza ma, schiaffi garantiti. Non rimpiango certo il militare come il Matteo lombardo, un anno buttato nel cesso dove se eri fragile soccombevi.Ho visto solo violenza fisica e mentale e veramente poca formazione positiva. In realtà una cosa positiva ci potrebbe essere, un sergente mi ha spiegato come fare bombe con qualsiasi cosa e non si sa mai che un giorno torna utile. Insomma, non ripeto come un mantra "ai miei tempi" perché i tempi miei erano di merda come quelli di oggi, avevo solo tanti anni in meno.
Si ma i Maneskin? Usano i costumi del rocky horror picture show, niente di nuovo. Abbiamo visto David Bowie, i Culture Club, i Dead or Alive, Renato Zero che si vestiva come Wanda Osiris e ora ci dovremmo impressionare? Per cosa?
Ora le influencer prendono il sole in top less e sembra una trasgressione incredibile, negli anni 80 era strano coprirsi il seno in spiaggia. Minchia! Le ascelle non depilate! Negli anni 80 non si usava così tanto, le tedesche a Rimini non si depilavano le gambe e nemmeno più sopra.
Insomma, ne abbiamo viste ben più di voi, certo, a volte siamo pesanti e logorroici ma vediamo come sarete voi tra 20/30 anni.
Sono boomer? Vabbè, chi se ne frega. Quando mi avrete dimostrato la superiorità della vostra generazione soccomberó e chiederò scusa, ma per ora andate a cagare!
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Vita vera al cine
Oggi sono tornato al cinema dopo praticamente una vita. La sala era piena (a metà), a un certo punto però un tipo ha starnutito e sono scappati tutti a gambe levate. Per fortuna nessun ferito durante la calca.
Due considerazioni:
1 Il film era "Contagion - Director's cut". Un vecchio classico ma sempre attuale
2 Il tizio che ha starnutito ero io: a me piace godermi i film, in sala, da solo. E infatti...
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Marcello Mastroianni.
Filmografía
1939 - Marionette, dir. (Carmine Gallone)
1941 - La corona de hierro (Alessandro Blasetti)
1942 - Regeneración (Mario Camerini)
1944 - I bambini ci guardano (Vittorio De Sica)
1948 - I miserabili (Riccardo Freda)
1949 - Vent'anni (Giorgio Bianchi)
1950 - Cuori sul mare (Giorgio Bianchi)
1950 - Domenica d'agosto (Luciano Emmer)
1950 - Vita da cani (Vida de perros) (Mario Monicelli y Steno)
1950 - Atto d'accusa (Giacomo Gentilomo)
1951 - Parigi è sempre Parigi (París, siempre París) (Luciano Emmer)
1951 - L'eterna catena (Anton Giulio Majano)
1952 - Le ragazze di piazza di Spagna (Tres enamoradas o Las muchachas de la plaza de España) (Luciano Emmer)
1952 - Sensualità (Clement Fracassi)
1952 - Storia di cinque città (episodio: Passaporto per l'Oriente, Romolo Macellini, [RE: 1949])
1952 - La muta di Portici (Giorgio Ansoldi)
1952 - Il viale della speranza (Dino Risi)
1953 - Gli eroi della domenica (Los h��roes del domingo) (Mario Camerini)
1953 - Penne nere (Oreste Biancoli)
1953 - Febbre di vivere (Claudio Gora)
1953 - Lulù (Fernandino Cerchio)
1953 - Non è mai troppo tardi (F. W. Ratti)
1954 - Tragico ritorno (Pier Luigi Foraldo)
1954 - La valigia dei sogni (Luigi Comencini)
1954 - Cronache di poveri amanti (Carlo Lizzani)
1954 - Tempi nostri (Nuestro tiempo) (episodio: Il pupo, Alessandro Blasetti)
1954 - La principessa delle Canarie (Tirma) (P. Moffa, C. Serrano de Osma)
1954 - La schiava del peccato (La esclava del pecado) (R. Matarazzo)
1954 - Casa Ricordi (C. Gallone)
1955 - Giorni d'amore (Días de amor) (G. De Santis)
1955 - Peccato che sia una canaglia (La ladrona, su padre y el taxista) (Alessandro Blasetti)
1955 - La bella mugnaia (La bella campesina) (Mario Camerini)
1955 - Tam tam mayumbe (Cuando suena el tam-tam) (Gian Gaspare Napolitano)
1955 - La fortuna di essere donna (La suerte de ser mujer) (Alessandro Blasetti)
1956 - Il bigamo (El bígamo) (Luciano Emmer)
1957 - Padri e figli (Padres e hijos) (Mario Monicelli)
1957 - Le notti bianche (Noches blancas) (Luchino Visconti)
1957 - La ragazza della salina/Harte manner heisse liebe (Frantisek Cáp)
1957 - Il momento più bello (Luciano Emmer)
1957 - Il medico e lo stregone.
1958 - I soliti ignoti (Rufufú) (Mario Monicelli)
1958 - Racconti d'estate (Sirenas en sociedad) (G. Franciolini)
1959 - Un ettaro di cielo (Una hectárea de cielo) (Aglauco Casadio)
1959 - La legge (La ley) (Jules Dassin)
1959 - Amore e guai (Angelo Dorigo)
1959 - Contro la legge (Fiavio Calzavara, [RE:1950])
1959 - Il nemico di mia moglie (El enemigo de mi mujer) (Gianni Puccini)
1959 - Tutti innamorati (Papá se ha enamorado) (Giuseppe Orlandini)
1959 - Fernando I, re di Napoli (G. Franciolini)
1960 - La dolce vita (Federico Fellini)
1960 - Adua e le compagne (Adua y sus amigas) (A. Pietrangeli)
1960 - Il bell'Antonio (El bello Antonio) (Mauro Bolognini)
1961 - La notte (La noche) (Michelangelo Antonioni)
1961 - L'assassino (El asesino) (Elio Petri)
1961 - Fantasmi a Roma (Fantasmas de Roma) (A. Pietrangeli)
1961 - Divorzio all'italiana (Divorcio a la italiana) (Pietro Germi)
1962 - Vie privée (Una vida privada) (Louis Malle)
1962 - Cronaca familiare (Crónica familiar) (Valerio Zurlini)
1963 - Otto e mezzo - 8½ (Ocho y medio) (Federico Fellini)
1963 - I compagni (Los camaradas) (Mario Monicelli)
1964 - Ieri, oggi, domani (Ayer, hoy y mañana) (Vittorio De Sica)
1964 - Matrimonio all'italiana (Matrimonio a la italiana) (Vittorio De Sica)
1965 - Casanova '70 (Mario Monicelli)
1965 - La decima vittima (La víctima nº 10) (Elio Petri)
1965 - Oggi, domani, dopodomani (episodios: L'uomo dei 5 palloni, L'ora di punta, La moglie bionda) (E. De Filippo, Marco Ferreri, L. Salce)
1965 - L'uomo dei cinque palloni (Marco Ferreri)
1966 - Io, io, io... e gli altri (Yo, yo, yo... y los demás) (Alessandro Blasetti)
1966 - Spara forte, più forte, non capisco (Dispara fuerte, más fuerte, no lo entiendo) (E. De Filippo)
1967 - Lo straniero (El extranjero) (Luchino Visconti)
1968 - Questi fantasmi (Renato Castellani)
1968 - Amanti (Vittorio De Sica)
1968 - Diamonds for Breakfast (Christopher Morahan)
1970 - Giochi particolari (Franco Indovina)
1970 - Dramma della gelosia - tutti i particolari in cronaca (El demonio de los celos) (Ettore Scola)
1970 - Los girasoles (I girasoli) (Vittorio De Sica)
1970 - Leo the Last (John Boorman)
1971 - Fellini Roma.
1971 - Correva l'anno di grazia 1870 (TV) (Alfredo Giannetti)
1971 - Permette? Rocco Papaleo (Ettore Scola)
1971 - Scipione detto anche l'africano (Luigi Magni)
1971 - La moglie del prete (Dino Risi)
1971 - Ça n'arrive qu'aux autres (Nadine Trintignant)
1972 - Liza / La cagna (Marco Ferreri)
1972 - What? (Roman Polanski)
1973 - L'événement le plus important depuis que l'homme a marché sur la lune (Jacques Demy)
1973 - Allonsanfan (Paolo y Vittorio Taviani)
1973 - Mordi e fuggi (Dino Risi)
1973 - La Grande Bouffe (Marco Ferreri)
1973 - Muerte en Roma (Rappresaglia, de George P. Cosmatos)
1973 - Salut l'artiste (Yves Robert)
1974 - Ne touche pas à la femme blanche (Marco Ferreri)
1974 - C'eravamo tanto amati / Una mujer y tres hombres / (Nos habíamos querido tanto) cameo (Ettore Scola)
1975 - La pupa del gangster (Giorgio Capitani)
1975 - Per le antiche scale (Por las antiguas escaleras) (Mauro Bolognini)
1975 - La donna della domenica (Salvatore Santamaria)
1976 - Todo modo (Elio Petri)
1977 - Una giornata particolare (Ettore Scola)
1978 - Bye bye monkey (Marco Ferreri)
1978 - Cosi come sei (Alberto Lattuada)
1980 - Città di donne (Federico Fellini)
1981 - La piel (Liliana Cavani)
1983 - Gabriela, Cravo e Canela (Naib)
1983 - Historia de Piera (Marco Ferreri)
1985 - Le due vite di Mattia Pascal (Mario Monicelli)
1985 - Maccheroni (Ettore Scola)
1986 - Ginger e Fred (Federico Fellini)
1987 - Ojos negros (Nikita Mikhalkov)
1987 - O melissokomos (El apicultor) (Theo Angelopoulos)
1989 - Splendor (Ettore Scola)
1990 - Stanno tutti bene de Giuseppe Tornatore .... como Matteo Scuro
1991 - Le voleur d'enfants (Christian de Chalonge)
1992 - Used People (Romance otoñal), de Beeban Kidron
1993 - Un, deux, trois, soleil, de Bertrand Blier
1993 - De eso no se habla (Maria Luisa Bemberg)
1994 - Prêt-à-porter (Robert Altman)
1995 - Al di là delle nuvole (Michelangelo Antonioni y Wim Wenders)
1995 - Sostiene Pereira (Roberto Faenza)
1995 - Trois vies & une seule mort (Tres vidas y una sola muerte) (Raúl Ruiz)
1995 - Las cien y una noches (Agnès Varda)
1997 - Viagem ao Princípio do Mundo (Viaje al principio del mundo) (Manoel de Oliveira).
Premios y nominaciones
Premios Oscarː
1963 - Mejor Actor: Divorcio a la italiana
1978 - Mejor Actor: Una jornada particular
1988 - Mejor Actor: Ojos negros
Festival Internacional de Cine de Cannes
1970 Mejor actor
1987 Mejor actor
Distinciones honoríficas
- Caballero Gran Cruz de la Orden al Mérito de la República Italiana (1994)
- Gran Oficial de la Orden al Mérito de la República Italiana (1987).
Créditos: Tomado de Wikipedia
https://es.wikipedia.org/wiki/Marcello_Mastroianni
#HONDURASQUEDATEENCASA
#ELCINELATELEYMICKYANDONIE
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El siguiente texto forma parte de "Ecce Nanni: El Testigo Critico" publicado por el BAFICI en el año 2017. La reproducción del mismo por aquí es con la intención de divulgar un texto que me resulta valioso a la hora de pensar y re-pensar cómo se articula y que significa hacer “cine político”. El acceso al libro completo es por acá.
Las preguntas y las certezas
por Sergio Wolf
Un grupo de huelguistas marcha pacíficamente pidiendo que se detengan los despidos, entona sus consignas y avanza con sus cartees hasta frenarse ante la policía y finalmente avanzar sobre ella, desatando la respuesta represiva y violenta, con golpes y chorros de agua. La escena no intenta parecer espectacular, no pretende emular la de las escalinatas de Odesa. Apenas es una módica escena ficcional que vemos, primero, a través de un plano secuencia con grúa, partiendo de las espaldas de la policía, tomando de frente a los huelguistas y elevándose sobre ellos cuando empieza la lucha, y luego a través de varios planos cotos de los golpes y los rostros. Esta escena forma parte de la película que está rodando Margherita, la cineasta que protagoniza Mia Madre, de Nanni Moretti, que justamente comienza con esta escena.
Pero la filmación rápidamente es interrumpida por la indicación de "corte" de Margherita. Ante la sorpresa de varios miembros del equipo, incluida su asistente de dirección, que no comprende qué ha salido mal en la toma, Margherita pregunta por el operador de la segunda cámara y cuando lo tiene delante le pide que le explique por qué hace planos tan cerrados sobre los golpes de los manifestantes. El operador le da una justificación estética y otra funcional: los planos tienen el contraluz del agua, que le da belleza a la secuencia, y dice, además, que gracias a esa variedad de planos cortos el espectador va a sentirse parte de la escena. Pero la pregunta de Margherita -que pareciera actualizar aquella otra, célebre, de Rivette por el travelling de Kapó- es solo la primera de otras, que llegan encadenadas y en realidad son una sola: "¿De qué lado estás? ¿O estás del lado de los trabajadores o del lado de la policía?"
En esas dos observaciones Margherita le plantea al operador de cámara dos problemas centrales: la distancia y el encuadre. O dicho de otro modo: a qué distancia se filma la situación y dónde está la cámara y por qué. Pero aunque Margherita inicia esa conversación precisando su desagrado por la obscenidad de los planos cerrados sobre las expresiones de sufrimiento y las marcas de sangre, luego, al discutir la distancia y el lugar desde el cual encuadra, aplica sobre su película una idea preconcebida. Así, siguiendo la lógica que anima a Margherita, el cine que narra hechos políticos debiera respetar ciertas premisas previas como un modo de dejar a salvo la ética o el punto de vista que el cineasta quiere que se le atribuya, como un modo de mantener intacta su posición ideológica sobre lo que muestra, o como si esas decisiones desligaran a la película de toda responsabilidad acerca de cómo lo político no se resuelve solo con dos o tres decisiones que blinden la película ideológicamente para luego reproducir modelos narrativos ya trajinados o elecciones de puesta en escena que se han vuelto fórmulas. Si la expresión "cine político" ya instala una presunción de género, la articulación "cine y política" supone otra pesadilla, esta vez la académica, en la que el cine es apenas un sparring de los temas trascendentes.
Esa distinción arcaica que hace Margherita y que -valga la paradoja- convierte a la cámara, mecánicamente, en aparato ideológico althuseriano, proviene de lo que el así llamado "cine político" suele entender como su tradición. El cineasta no necesita pensar que el film es lo político porque éso se resuelve con una serie de decisiones -la cámara del lado de los manifestantes- que lo absuelven de asumir ese riesgo y de caminar sobre esa cuerda tensada, vibrando inestable sobre el vacío. Esas certezas que revelan la punta del problema, del que Margherita inicialmente no se hace cargo, que es la pregunta sobre qué significa hacer cine político hoy, y que parece continuar aquella de "che cosa significa essere comunista oggi in Italia?", que, como una hendidura, atravesaba Palombella rossa, la película de Nanni Moretti sobre la crisis terminal del Partido Comunista Italiano. Si bien Margherita dice, en una escena posterior, que su película debe tener una intervención sobre la realidad, la que está dirigiendo no es una película que piense lo político desde la palabra "hoy". Esa cuestión de "lo que significa hacer cine político hoy", que pone en el centro la idea de la intervención sobre el presente, siempre ha sido un aspecto problemático del cine político de ficción, tensionado entre la necesidad impostergable de producir un hecho cinematográfico actual y la dificultas de crear ya un sistema que haga de la representación lo político, desde El gran dictador, de Charles Chaplin, hasta As mil y una noites, de Miguel Gomes. Y si bien Mia madre no se propone una intervención sobre el presente, esto sí ha marcado de modo regular la obra de Moretti, desde Palombella rossa hasta Aprile y más ostensiblemente El caimán, quizás siguiendo la huella de Pasolini, el gran testigo crítico de la política y el cine italiano en el que Moretti siempre se ha refractado, incluso de manera literal en Caro diario -haciendo dialogar la tumba de Pasolini con la memorable secuencia de los funerales de Palmiro Togliatti en Uccellacci e uccellini-, y aunque sus films políticos nunca hayan alcanzado la ferocidad intolerable, y por lo tanto política, de Saló.
Lejos de intentar proponer certezas, Mia madre transforma las preguntas en su tea. El rodaje pareciera avanzar paralelamente al inicio de la enfermedad de Ada, la madre de la directora. De allí en más, la vida cotidiana -la enfermedad, sí, pero también el cansancio y los problemas con su hija y con su ex novio- empieza a tejer una malla con el rodaje, entrelazándolos, contaminándolos, poniendo en evidencia que lo político ocurre en el cine político cuando éste puede deshacerse de las certezas. Las escenas de la filmación nos muestran a Margherita desbordada por las dificultades domésticas y familiares que interfieren en esa convicción que parecía animarla cuando empezó a filmar. Pero está más preocupada por la imposibilidad de su actor ítalo-americano de decir sus parlamentos que por "el lado correcto" desde donde mira la cámara. Lo político se plantea como una puesta en crisis y no como una enunciación de certezas. De hecho, Moretti convierte la cuestión en una escena cuando, en una conferencia de prensa que la producción obliga a dar a la directora y su elenco, ante la pregunta de un periodista, Margherita dic que el cine debe influir sobre la realidad, pero al mismo tiempo oímos sus pensamientos en los que dice que ya no sabe exactamente qué es lo que piensa sobre los hechos que muestra en la película. Esa perplejidad de la directora revela que todo lo que tiene para decir es la película que está haciendo y que esa película no es la ilustración de una tesis sino un camino para pensar y poder entender. Dicho de otro modo: no se hace cine para confirmar una idea sino para construirla, para descubrirla. Aunque pareciera en las antípodas de Godard, Moretti hace un film sobre una directora que hace un film sobre la huelga de una fábrica a la que llega un nuevo dueño, encarnado por una star (John Turturro), y que parece dialogar con Tout va bien. Aunque pareciera en las antípodas, en rigor, Moretti parece hacer suya aquella idea de "una película en tren de hacerse", que Godard incluía como texto pero también como clave de la puesta en escena de La chinoise. Pero, a la vez, Moretti hace de Mia Madre una puesta en crisis de las certezas del cine político, como cuando, frente a la pregunta de qué es el cine político, Jean-Marie Straub le dijo a Francois Alberá que no sabía qué era, que lo sabía cada vez menos y que esperaba no saberlo nunca.
Si Margherita empieza su rodaje indicándole a su operador de cámara cual es "el lado correcto" desde el cual corresponde filmar la manifestación, los propios avatares de su vida durante el rodaje, y sus propias reflexiones, y hasta ensoñaciones, van dinamitando esas certezas hasta llegar a decir una cosa en la conferencia de prensa y pensar otra, completamente opuesta, disociando las supuestas certezas de sus verdaderos pensamientos. La tentación del así llamado "cine político" siempre ha sido la de concebir películas a partir de certezas que el rodaje solo debe confirmar porque nada puede torcer ese plan previo que suprime la experiencia propia de la filmación. El cine de ficción ha ido construyendo ese oxímoron llamado "tradición del cine político", que fue cimentándose o cementándose alrededor de esa idea blindada, desde Costa Gavras hasta Ken Loach. Loach fue deviniendo casi un brigadista internacional del cine político, irradiándose desde el Reino Unido hacia Nicaragua (La canción de Carla) o hacia España (Tierra y libertad), o donde fuera que la misión lo llamara, como antes Costa Gavras, que había traído sus certezas desde Europa hacia América Latina, para terminar filmando tupamaros hablando con acento chileno (Estado de sitio) o chilenos hablando en inglés (Missing). Costa Gavras y Loach, que consiguieron, sucesivamente, lauros y olvido, no hacen sino negar lo político al reducirlo a la noción de género. Se trata de tener certezas y filmarlas. No importa dónde ocurran esas historias o en qué escenario revolucionario, porque sólo debían aplicar un método preconcebido sobre esos hechos. Los animaba una curiosa contradicción en los términos: su supuesto "saber hacer" cine político.
Si el cine de Moretti -como dice Alan Pauls en Temas lentos- tiene como temas centrales la crisis, la confusión y la dificultas de definir y juzgar, no parece casual que su gran película política sea Palombella Rossa, centrada en un político-waterpolista que queda amnésico y al que todos le piden certezas y definiciones. Su crisis escenifica la interrogación del propio Moretti y, siguiendo esa dirección, tampoco parece casual que lo que filmó inmediatamente después haya sido La cosa, cuyo título heideggeriano ya daba cuenta de la pregunta aunque se centrara en los relatos de comunistas que, próximo a su disolución, había producido el partido comunista italiano en sus vidas, marcando su identidad y su pertenencia. Esa condición de réquiem ateo, de historia oral sin asepsia etnográfica sobre la desaparición irremediable e inconsolable de un mundo, quizás haya tenido su origen en la secuencia del funeral de Togliatti, como si un funeral anticipaba al otro, en Uccellacci e uccellini.
No ocurre algo demasiado diferente en los así llamados "documentales políticos". Gran parte de esos films nacen muertos como lápidas, porque solo confirman certezas. En ese sentido, es revelador que muchos de los que dicen hacer "documentales políticos" expliquen que hay ciertos documentales que no pueden hacer porque "no tienen material", aludiendo a que no tienen material de archivo para ilustrar los relatos de los entrevistados. Es revelador porque ese, precisamente ése es el momento donde deben empezar a trabajar y producir escenas en vez de servirse de un material previo, como si hacer documentales fuera un equivalente decir a una góndola de supermercado. Del mismo modo, siempre pienso que tienen la fortuna de que los personajes entrevistados digan exactamente lo que necesitan que les digan. Otra vez: no hay allí preguntas sino una certeza, una conclusión previa que el rodaje nunca será capaz de desbaratar. No hay disonancias en el punto de vista que se ejecuta como un plan, y los personajes confirman, ya que, como sabemos, la elección de personajes no solo no es inocente sino que define la dirección del relato que ellos van a hacer. Revestida del aura santificada de la pluralidad, la recurrencia a distintas voces -las "dos campanas"- es solo una estrategia como cualquier otra para calzarse el traje de cordero y presumir que están todos representados. Pero en los grandes "documentales políticos" de estas últimas décadas no hay dos campanas: no las hay en Shoah, de Claude Lanzmann, ni en La guerra de un solo hombre, de Edgardo Cozarinsky, ni en Profit Motive and Whispering Wind, de John Gianvito, ni en Autobiografía de Nicolae Ceaucescu, de Andrei Ujica. En ellas lo político es el resultado de un dispositivo inventado por y para la película, que empieza y termina con ella, como una llamarada condenada a extinguirse, y su repetición como género no haría sino negar esa dimensión política. Si se entiende el cine político como aquel que, por definición, es el que se aleja de la noción de género en tanto reproducción de certezas, que son las que fundan el género por su impermeabilidad al paso del tiempo, solo la invención de un dispositivo único e irrepetible es capaz de producir políticamente un film político, como decía Godard.
Moretti siempre pone en escena el esfuerzo, la dificultas y la confusión a través del uso de la primera persona, ya sea mediante su propio cuerpo o su propio nombre, como en Io sono un autarchico, en Pallombella Rossa, Caro Diario o Aprile o, como en El caimán o en Mia madre, mediada por un personaje en quien esas certezas se derrumban. Esa condición singular y privada del personaje en crisis -que habla solo por sí mismo- evita toda generalización, su condición de exemplum a imitar, del personaje solo como representante de una clase o mera encarnación de una idea. De allí que pese a haber empezado a hacer cine a fines de los '70, cuando el cine italiano aún fatigaba lo político como género, con Elio Petri, Giuliano Montaldo y Franceso Rosi insistiendo en "casos policiales" y procesos judiciales, Moretti siempre se abstuvo de toda pretensión totalizadora, incluso ironizando el llanto y la autoflagelación generacional de un Ettore Scola, en esa escena que su personaje iba a ver al cine, con los burgueses lamentándose, en Caro diario. Lo político no radica en aquello que la película cuenta sino en lo que la película es, en su propia existencia. Esa es la cosa.
#sergio wolf#nanni moretti#bafici#aprile#cine politico#cine#politic#palombella rossa#mia madre#caro diario
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AGGIORNAMENTO CORONAVaIRUS del 29.12.2020 - n. 9
Prefazione: È uscito il Dpcm di Natale, questo anno anziché il cine-panettone abbiamo avuto il Decreto Panettone Capodanno di Merda.
Sono arrivati i vaccini. Con la prima dose ti iniettano il 5G, con il richiamo si passa al 10G e navigare sarà uno spettacolo.
L'anno d'oro del grande lockdown L'anno dei tamponi e del gran caos L'anno dell'immensa pandemia L'anno in mascherina per la via L'anno dei virologi al Tg Dei DPCM in mezzo ai film L'anno di "Qualsiasi cosa fai" L'anno del "Tranquillo, cazzi tuoi" (@ilmarziano)
Ma le risse sono considerate assembramenti o assembrabotte?
Ep. 2: IL FURGONE PASSAVA E QUELL'UOMO GRIDAVA VACCINI
“Inizio di un nuovo lavoro: ESPERTO IN TEST SIEROLOGICI”.
- I vaccini li facessero i politici per primi, visto che ci credono! - Fatto. Il Presidente della regione Campania, De Luca, si è vaccinato anche se non era in lista. - Ecco, ne approfittano del potere per avere vie preferenziali, Prima gli infermieri e gli anziani!
Qualsiasi cosa si faccia, non va bene mai niente.
Non so se molti italiani si siano lavati di più le mani o fatto lavare di più il cervello.
L’importante oggi è avere una posizione chiara e netta, ma sempre con il deretano degli altri.
Ci sarà anche un bonus catene antineve per le ruote dei monopattini?
“Inizio di un nuovo lavoro: CLASSIFICATORE DELLA FILIERA DI DISTRIBUZIONE DEI VACCINI”.
Le nostre vite ci stanno rovinando le vite.
Quelli che hanno come status su WhatsApp “Davanti al frigo”, sono poi ingrassati davvero?
Ma una volta vaccinato posso fare assembramenti come se non ci fosse un domani? Ah no?!
Il 2020 in riassunto: stavo così bene, prima.
E se dopo il 2020 ci aspettasse il 2020bis?
“Inizio di un nuovo lavoro: ESPERTO NELLA VALUTAZIONE DI AREE GIALLE-ARANCIONI-ROSSE-CARTA-SASSO-FORBICI”.
Disattendere le aspettative da oggi si può inserire nel curriculum.
Ritrovano un antico thermopolium negli scavi di Pompei ed è subito street food antico, conforme alle normative anti-covidus.
Ma una volta vaccinato posso abbracciare chiunque per strada, a qualunque costo? Ah no?!
Ricapitoliamo il 2020 nel dettaglio: 1 Un virus dove? In Cina? Ah, ma è lontano, chi se ne frega. 2 Che succede? 3 Chiudiamo tutto 4 Restiamo distanti oggi, per abbracciarci più forte domani 5 Potenza di fuoco 6 Riapriamo tutto 7 Moriremo tutti 8 Andrà tutto bene 9 Andava tutto bene 10 Zone colorate 11 Ma io in che zona sono? Che devo fare? 12 Mortacci vostri
Quando da giovane dissi no alla droga non sapevo a cosa andavo incontro, ma è dura riprendere ora.
2019: Hai l’Amuchina nella borsa? Ma tu sei ipocondriaca! 2020: Hai l’Amuchina nella borsa? Ma tu si che sei avanti.
“Inizio di un nuovo lavoro: ESPERTO IN ASSEMBRAMENTI PER CAPODANNO”.
Ma una volta vaccinato posso avere i poteri come Capitan America? Ah no?!
Raccomandazioni per prevenire il contagio da Covid-19: “Fate attenzione” cit. Dott.ssa Grazia Arcazzo
Ma se sto sul confine tra due Regioni, una gialla e una rossa, con un piede in ognuna si diventa arancioni?
Ma quelli della mia generazione che da piccoli hanno aspirato le Crystal Ball, che cosa temono esattamente del vaccino anti-covid?
Ma una volta vaccinato posso gridare “non ce n’è coviddi”? Ah no?!
Mi fiderò del vaccino solo quando me lo spiegherà Aranzulla.
“Inizio di un nuovo lavoro: ESPERTO DI VOLONTARIATO CON I SENZA TETTO”.
Con il distanziamento sociale abbiamo capito che se alcune persone non fossero esistite, niente… non ce ne saremmo accorti.
Raccomandazioni per prevenire il contagio da Covid-19: “Attenzione, senza mascherina avete più possibilità di essere contagiati” cit. Dott.ssa Grazia Arcazzo
Ma una volta vaccinato posso pagare le bollette sulle utenze con un solo sguardo al dispositivo POS? Ah no?!
Questo 2020 ci ha abituato a una serie infinita di nefasti eventi, in pratica ci alziamo la mattina per sapere che cazzo è successo ancora.
A Natale si potevano invitare fino a un massimo di due persone, io non ho trovato nessuno. Bastardi.
Si aggiorna più velocemente il virus che Windows 10.
Di sicuro qualcuno di voi avrà una vita che fila via liscia, magari immaginaria ma pur sempre una vita.
Ma una volta vaccinato posso ottenere più match su Tinder? Ah no?!
Grazie al sistema Italia tutto è andato come un rullo compressore. Io ero steso sull’asfalto.
Il virus sta mutando più e più volte in queste ultime settimane, ma nulla in confronto alle idee di Renzi.
“Inizio di un nuovo lavoro: ESPERTO DI LAMENTELE SULLA NEVE E LE STRADE IMBIANCATE”.
Io: "Il 2020 sarà l'anno della svolta per la mia vita" il 2020: AHAHAHAHAH la svolta: AHAHAHAHAHAH la vita: AHAHAHAHAHAHAHAH (@vladino)
Ma una volta vaccinato posso smetterla di lavarmi? Ah no?!
Più che di vaccino è voglia di vaccinara, non so se mi spiego.
“Inizio di un nuovo lavoro: ESPERTO SISMOLOGO”.
Torneranno i tempi in cui si potrà rincontrare chiunque. Purtroppo.
Mio cuggino dice che si è vaccinato, ora vede Sky molto meglio, chiudendo gli occhi grazie al 5G.
Ma una volta vaccinato posso lo stesso essere un no vax mentendo da vigliacco? Ah no?!
Comunque quelli che nel 1798 hanno fatto il vaccino contro il vaiolo sono tutti morti. Poi vedete voi. (@taciturnadixit)
Alcuni figli con la DAD (Didattica A Distanza), alcuni genitori con la AAD (Amante A Distanza)
Il Babbo Natale negazionista lo riconosci perché gira con la barba sul gomito (@genio78)
Ma una volta vaccinato posso …. – Basta hai rotto il caz*o! – Ah, si?!
Devo fare una confessione, io lo scorso Capodanno non ho indossato l’intimo rosso. Scusatemi.
Com’è strano il mondo, da piccoli Cenerentola che doveva rientrare a mezzanotte ci pareva una sfigata, oggi che abbiamo il coprifuoco alle 23:00… eh niente, gli sfigati siamo noi.
(to be continued…)
#Libero De Mente#coronavirus#covid-19#lockdown#capodanno#aggiornamento#ironia#battute#Sarcasmo#divertente
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