#nuovi trattamenti demenza
Explore tagged Tumblr posts
Text
Roma. Crescono i Casi di Demenza in Italia: Attenzione ai Sintomi e Speranza nei Nuovi Trattamenti
Con oltre un milione di italiani affetti da demenza e 600-700mila da Alzheimer, gli esperti avvertono sui campanelli d'allarme e sulle nuove terapie che potrebbero rallentare la malattia.
Con oltre un milione di italiani affetti da demenza e 600-700mila da Alzheimer, gli esperti avvertono sui campanelli d’allarme e sulle nuove terapie che potrebbero rallentare la malattia. Roma, 11 novembre 2024 – In Italia, il numero di persone affette da demenza continua a crescere in maniera preoccupante. Secondo recenti dati, si stima che oltre un milione di italiani siano colpiti da demenza,…
#Alessandria today#Alzheimer#amiloide Alzheimer#Annachiara Cagnin#anticorpi monoclonali Alzheimer#aumento casi Alzheimer#biomarcatori Alzheimer#campanelli allarme demenza#centri Alzheimer Italia#cura Alzheimer#decadimento cognitivo#demenza in Italia#demenza Italia 2024#demenza progressione#diagnosi biologica#diagnosi precoce Alzheimer#esperti Alzheimer#fattori rischio Alzheimer#Google News#importanza stile vita#invecchiamento popolazione#italianewsmedia.com#Laura Bonanni#malattie neurodegenerative#Neurologia Italia#novità Alzheimer#nuove terapie Alzheimer#nuovi trattamenti demenza#Pier Carlo Lava#popolazione invecchiamento
0 notes
Text
Alzheimer: un esame capace di svelarlo 15 anni prima dei sintomi
L'Alzheimer è la forma più diffusa di demenza, che colpisce circa 50 milioni di persone in tutto il mondo. La malattia è caratterizzata da un progressivo deterioramento delle funzioni cognitive, come la memoria, il linguaggio e il ragionamento. Attualmente, non esiste una cura, ma esistono terapie che possono rallentare la progressione della malattia. Alzheimer: l'importanza della diagnosi precoce La diagnosi precoce dell'Alzheimer è fondamentale per poter intervenire tempestivamente e migliorare la qualità di vita delle persone affette dalla malattia. Tuttavia, la diagnosi precoce è spesso difficile, poiché i sintomi iniziali dell'Alzheimer possono essere simili a quelli di altre patologie, come lo stress o la depressione. Lo studio dell'Università di Göteborg Recentemente, un team di ricercatori dell'Università di Göteborg, in Svezia, ha messo a punto un nuovo esame del sangue che potrebbe rivelare l'Alzheimer fino a 15 anni prima che insorgano i sintomi. L'esame misura i livelli di una proteina chiamata p-tau217, che è stata associata all'Alzheimer. In uno studio pubblicato sulla rivista "Jama Neurology", i ricercatori hanno analizzato i dati di 786 persone, di cui 228 con Alzheimer. I risultati hanno dimostrato che i livelli di p-tau217 erano significativamente più alti nelle persone con Alzheimer rispetto a quelle senza la malattia. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che i livelli di p-tau217 aumentavano nel tempo nelle persone con Alzheimer, suggerendo che l'esame potrebbe essere utilizzato per monitorare l'evoluzione della malattia. I risultati di questo studio sono molto promettenti e potrebbero aprire la strada a nuovi programmi di screening. Lo screening potrebbe essere rivolto alla popolazione over 50, che è il gruppo più a rischio di sviluppare la malattia. 15 anni prima? La possibilità di diagnosticare la malattia 15 anni prima dei sintomi avrebbe un impatto significativo sulla gestione della malattia. Innanzitutto, consentirebbe di iniziare le terapie più precocemente, migliorando la qualità di vita delle persone affette dalla malattia. In secondo luogo, consentirebbe di sviluppare nuovi trattamenti e cure. Naturalmente, sono necessari ulteriori studi per confermare l'accuratezza dell'esame e per valutare la sua efficacia nella pratica clinica. Tuttavia, i risultati di questo studio rappresentano un importante passo avanti nella lotta contro l'Alzheimer. Foto di Tumisu da Pixabay Read the full article
0 notes
Text
LA SCOPERTA CHE FA TORNARE INDIETRO DI 30 ANNI LE CELLULE
Gli scienziati del Babraham Institute di Cambridge hanno scoperto una nuova procedura clinica capace di ringiovanire le cellule della pelle di 30 anni, grazie a una riprogrammazione genetica parziale che ne ha ripristinato la corretta funzionalità, portandole, di fatto, a svolgere le funzioni che erano in grado di svolgere nel loro stato giovanile.
La tecnica biomolecolare multi-omica è riuscita ad ottenere una riprogrammazione transitoria della fase di maturazione delle cellule attraverso l’uso di proteine Oct4, Sox2, Klf4 e cMyc, meglio note come ‘fattori di Yamanaka’ dal nome dello scienziato premio Nobel che le ha scoperte. Cellule mature e differenziate sono state trasformate in cellule staminali pluripotenti indotte, riacquistando così la capacità di produrre collagene, la principale proteina del tessuto connettivo di tutti gli animali. I ricercatori hanno testato questo processo su una ferita scoprendo che i fibroblasti ringiovaniti migrano verso il taglio più velocemente di quelli non trattati: un risultato estremamente significativo e promettente per la medicina rigenerativa.
“Applicando la riprogrammazione ai fibroblasti dermici da donatori di mezza età, abbiamo scoperto che le cellule perdono temporaneamente e quindi riacquistano la loro identità rigenerata di fibroblasti, possibilmente come risultato della memoria epigenetica dei potenziatori e/o dell’espressione persistente di alcuni geni” dichiarano i ricercatori di Cambridge. “I dati inglesi aprono una nuova strada. In futuro potremmo pensare di sfruttare il ringiovanimento cellulare per sviluppare trattamenti nuovi con cui rallentare o far regredire malattie che compaiono con l’età, come l’osteoporosi, il diabete e la demenza” ha dichiarato Giuseppe Novelli, genetista dell’Università di Roma Tor Vergata.
____________________
Fonte: eLife Science; Ansa
✔ VERIFICATO ALLA FONTE | Guarda il protocollo di Fact checking delle notizie di Mezzopieno
✖ BUONE NOTIZIE CAMBIANO IL MONDO | Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali
Se trovi utile il nostro lavoro e credi nel principio del giornalismo costruttivo non-profit | sostieni Mezzopieno
4 notes
·
View notes
Link
ANCONA – Il 23 novembre si terrà ad Ancona presso i locali della Fondazione il Samaritano, in Via Madre Teresa di Calcutta il convegno: “Percorsi Multisensoriali nelle demenze. Assistenza, comunicazione e trattamenti non farmacologici innovativi”, nato dalla collaborazione tra l’associazione Alzheimer Marche, la fondazione il Samaritano, l’Associazione Amici del Samaritano. Si tratta di un evento informativo sul tema dell’Alzheimer, finanziato dal CSV Marche di Ancona.
Il convegno, che si terrà dalle 8:30 alle 17:00 e proseguirà il 24 novembre dalle 9:00 alle 14:00 è gratuito e ha come obiettivo divulgare informazioni corrette su i nuovi approcci non farmacologici rivolti a chi si trova a dare assistenza a persone affette da Alzheimer in una fase moderato-grave.
Si parlerà di come comunicare attraverso l’Approccio capacitante, della terapia multisensoriale “Snoezelen room” e della terapia “Nurturing touch”che si sofferma sul tocco delle mani visto come uno strumento calmante e di relazione. Verrà poi approfondito il tema della bambola terapia e dell’ arteterapia che stimola la sensorialità.
Si cercherà poi di comprendere come cambia la lettura delle informazioni dell’ambiente da parte di chi è affetto da questa malattia e come modificare l’ambiente stesso per renderlo più facilmente interpretabile e usufruibile dalla persona con demenza.
Ci sarà spazio per discutere il presente e il futuro delle terapie non farmacologiche, soffermandosi sui bisogni dei familiari. La partecipazione è gratuita e aperta a tutta la cittadinanza. Al termine verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
Per ulteriori informazioni: 3385416763– Email: [email protected]
0 notes
Text
PARKINSON: pronto al Policlinico Gemelli il percorso assistenziale multidisciplinare
Si apre domani il convegno, organizzato presso il Policlinico Gemelli di Roma nell’Aula Brasca, “La malattia di Parkinson al Policlinico Gemelli”. L’evento ha come scopo quello di presentare i trattamenti neurochirurgici a disposizione per la cura di questa grave ed invalidante malattia neurologica. Secondo i dati nazionali, la malattia di Parkinson colpisce oggi più di 200.000 persone in Italia, con circa 8.000/12.000 nuovi casi all'anno, che necessitano di un percorso assistenziale multidisciplinare. Il Policlinico Gemelli offre al paziente un percorso mirato che comprende percorsi psicologici, neurologici, geriatrici, riabilitativi e chirurgici, ponendosi come centro di eccellenza nella gestione del paziente parkinsoniano. Paolo Maria Rossini, direttore dell’istituto di Neurologia all’Università Cattolica e Direttore dell’Area Neuroscienze del Policlinico Gemelli, ha spiegato che "I sintomi di questa malattia riguardano principalmente le capacità di movimento. Le persone con Parkinson hanno infatti movimenti rigidi e lenti, difficoltà a mantenere l'equilibrio, un andamento impacciato e con tremori a riposo. Con il progredire della malattia, si possono aggiungere sintomi di tipo comportamentale e cognitivo, quale la demenza. A oggi le principali terapie per contrastare i sintomi della malattia sono di tipo farmacologico e chirurgico. Il primo approccio terapeutico è quello farmacologico, che consente di controllare i sintomi a breve e medio termine, con limiti di efficacia ed effetti collaterali nel lungo termine”. Click to Post
0 notes