#non riuscire a piangere
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"le lacrime vengono dal cuore, non dal cervello."
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mostro-rotto · 9 months ago
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Il mio "rido per non piangere" si sta piano piano trasformando in "rido perché sono arrivato al collasso emotivo e non riesco più a gestire le mie emozioni così il mio cervello ne sceglie una a caso e solitamente è la risata".
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lospalatoredinuvole · 1 year ago
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Non so come stai...
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bhe-che-dire · 2 years ago
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Ok raga mi devo calmare un po": questo semestre devo cercare di prendere almeno 6 nelle verifiche di mate e per greco ci saranno anche le interrogazioni di teoria che bilanceranno la media. Non devo stressarmi troppo, recupererò i debiti. Non sono stupida, troverò un lavoro e un marito ricco come backup. Ce la posso fare dai non devo paragonarmi agli altri perché la vita non è il liceo
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idettaglihere · 3 months ago
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Ultimamente sono circondata da tante piccole cose negative che messe insieme mi provocano un senso di malessere non indifferente. Paradossalmente non sono nemmeno cose personali, bensì che mi colpiscono e che la mia mente non riesce a cancellare. Uno dei clienti che conosco da quando lavoro lì, è ricomparso dopo un mese di assenza ed è irriconoscibile. Mi ha raccontato di aver fatto un frontale con il camion (camionista di professione) a causa dell'altro camionista che ha avuto un malore ed è morto. Lui l'hanno operato in qualsiasi parte del corpo e ora non riesce nemmeno a parlare normalmente. Due sorelle e la madre che vengono sempre alla mia cassa mi raccontano che il fratello è morto fra le braccia di una di loro, dopo aver girato ogni ospedale della zona senza essere presi in considerazione perché quest'uomo era obeso, quindi non un'urgenza agli occhi dei medici. Un signore, sulla 60 ina, tutto d'un pezzo, ci scherzo sempre, oggi si è messo letteralmente a piangere davanti a me raccontandomi che la madre ha rotto entrambi i femori in un anno e non ha nessuno che lo aiuti nella gestione della sua ripresa. Si scusava per le lacrime, dicendo che non merito di vederle. Questa mattina girando in macchina ho visto due soccorritori caricare sull'ambulanza una anziana che mi ha ricordato terribilmente mia nonna, quando prima di metterla sule ho infilato il suo golfino perché aveva freddo e paura. È stata l'ultima volta che è riuscita a restare seduta. Una delle colleghe alle quali sono particolarmente legata ha avuto un comportamento che mi ha ferito ma non ho il coraggio di farglielo presente. Non dormo bene da settimane e niente riesce a calmarmi, di fatti la psichiatra insiste che io riprenda con lo xanax. Penso a quanto vorrei costruire una famiglia ma allo stesso tempo penso di essere inetta all'amore e in generale ho così tanta rabbia immagazzinata che ho paura di non riuscire a crescere un figlio senza scaricarla su di lui. Cerco un appoggio, una spalla sulla quale piangere o semplicemente posare la mia testa e non sentirmi in dovere di ricambiare. Tra un mese faccio 26 anni, sono più vicina ai 30 che ai 20, sono una adulta, ma in me vive ancora una bambina che cerca spiegazioni, amore, comprensione.
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unbiviosicuro · 5 months ago
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varco il secondo portoncino del mio palazzo e salgo i primi due scalini di quattro piani mentre la porta si richiude e inspiro forte, e i miei occhi si abituano a quella tenue oscurità: in quel preciso istante l'odore ha un'intensità tale da sapermi riportare a quella notte di ottobre, entrare in casa nostra, nostra da un secondo, nostra da nove mesi mentre attraverso il medesimo portoncino e penso che tutto doveva ancora accadere. penso: un colore così diverso da quello di questa giornata che se li accosto il contrasto cromatico è quasi da distogliere lo sguardo. tutto doveva ancora accadere: i malesseri cronici, lui e lei, lui, reagire al tuo quasi-suicidio, al vuoto di te, alla psichiatria solo immaginata e raccontata; piangere e poi non riuscire a piangere più, per mesi; fare amicizia, imparare tante parole, diventare così e stare ogni giorno in un così provvisorio; perdermi, incolparmi, cercare comunque di sopravvivere. dire sì, sì, sempre sì quando avrei detto di no; dire no quando avrei detto di sì. non fermarsi, non sapersi assolutamente fermare nemmeno adesso, soprattutto adesso che dormo 4 ore per notte incapace di focalizzarmi su un alcunché con il cuore in avanti correre a perdifiato. il cuore oltre questa città sconfinata oltre i giorni che cancello a uno a uno dal calendario perché è così difficile sostare ora, estremamente, come lo è parlare, come lo è ammettere il desiderio che tutto finisca presto per vederne finalmente la forma vera. e uniformarne i colori. e saperli guardare e poi, forse, se ancora ne sarò capace: arrivare a capire
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lesolitecose · 3 months ago
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Amore mio nel prossimo futuro ti riempirò così tanto la vita da non lasciarti più scampo, mi impegnerò nello farti stare bene e sul riuscire a darti sempre il meglio di me (anche nel mio peggio). Cercherò di esserci sempre e di proteggerti da chi ti vorrà ferire. In cambio tu però vieni da me e fammi ridere di cuore, così che ti possa scegliere ogni giorno, anche quando o se mi farai piangere.
Amore mio tu ancora non mi conosci, ma io ti aspetto da sempre.
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alexjcrowley · 4 months ago
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Piloti di Formula 1: edizione rapimento Moro. Ovvero: come reagirebbero i piloti della griglia 2024 a guidare la Renault 4 in cui era stato rapito lo statista Aldo Moro. Leggere a discrezione della propria sensibilità.
Max Verstappen: il tempo di prepararsi un caffè, e Max è già tornato alla base delle BR. L'unico problema è che attacca una pippa di due ore su tutti i problemi della Renault: sospensione fottuta, motore ridicolo, aerodinamica imbarazzante. Poi parte con l'elogio della RB19 mentre cerca in rubrica il numero di Newey, perché senza di lui si rifiuta di far parte del team. La polizia invade il covo delle BR il giorno dopo perché Max stava streammando da lí una gara di sim racing. Prima di essere arrestato, Max riceve un telegramma da Jos che lo insulta perché poteva andare più veloce in curva e risparmiare un paio di secondi durante il rapimento.
Sergio "Checo" Perez: con evidenti difficoltà, dopo un'ora circa Perez è rientrato alla base. Il ritardo è dovuto ad un tamponamento con Kevin Magnussen, che appena ha visto Perez in strada ha rubato un motorino parcheggiato davanti ai un punto SNAI solo per andargli a sbattere contro. La Renault è ammaccata e ha uno sportello distrutto. Aldo Moro è morto a causa di una commozione celebrale a seguito dell'impatto con Magnussen, le BR hanno perso il loro ostaggio e non hanno più modo di ricattare il governo. Tuttavia, Perez viene ugualmente riconfermato come pilota per i prossimi due anni perché "tiene famiglia".
Charles Leclerc: stava andando tutto bene, finchè il motore non ha deciso di andare in panne nel bel mezzo della strada. Charles telefona alla base delle BR lamentando il problema, ma l'unica risposta che ottiene é "We are checking". Inoltre, per qualche motivo la macchina ha le catene e le ruote da neve in primavera. Mentre la macchina è ferma, le passano davanti quattro gatti neri. Charles si mette a piangere e picchiare sul volante gridando "Why am I so unlucky?". Aldo Moro tenta di consolarlo dal bagagliaio. Alla fine è costretto a chiamare un carro attrezzi per ritirare l'auto. Moro viene scoperto nel bagagliaio. Charles viene sottoposto a interrogatorio e viene fuori che era convinto che le BR fossero una sottodivisione della Ferrari in quanto rosse. Riesce a corrompere gli ufficiali con delle confezioni di gelato LEC e se la dà a gambe, a piedi: così è sicuro che non ci siano imprevisti tecnici.
Carlos Sainz: la guida prosegue inizialmente liscia, Carlos spara a volume altissimo Smooth Operator della radio per coprire i lamenti di Moro. Tuttavia, al momento di fare il pieno, un agente segreto delle BR che era appostato alla pompa di benzina per fare sì che nessun estraneo vedesse e riconoscesse il volto di Carlos riempe il serbatoio col diesel invece che la benzina. Le BR sono costrette a chiamare un carro attrezzi e Moro viene scoperto operato nel bagagliaio, a Carlos tocca la galera. Si scopre che l'incidente era programmato per togliere dalle palle Carlos, così che possa subentrare Hamilton.
Lando Norris: ignorando la raccomandazione alla discrezione, Lando si presenta davanti alla casa di Moro sparando a mille i suoi pezzi da DJ dalla radio della Renault. Chiama Moro "muppet" cinque volte e prima di riuscire a mettere a moto la macchina deve calmarsi dal ridere perché "la situa è troppo assurda bro". Arriva alla base senza troppi imprevisti, ma dopo 5 minuti arriva anche la polizia che lo ha facilmente seguito grazie agli giganteschi sticker fluorescenti con il suo logo che Lando ha attaccato alla macchina.
Oscar Piastri: è letteralmente Baby Driver di Edgar Wright. La polizia non lo ferma mai perché c'ha troppo la faccia da bravo ragazzo. Mentre guida taglia la strada a Carlos Sainz che si mette a inseguirlo gridandogli dal finestrino che doveva dargli la precedenza, cabrón. L'inseguimento alla Fast and Furious si interrompe quando alla macchina di Carlos si buca una ruota, Oscar scuote la testa mormorando "Classic Carlos". Moro viene consegnato alla base delle BR senza ulteriori problemi. Dopo questa felice collaborazione, le BR provano ad ingaggiare Oscar per un altro colpo, considerandolo ormai parte della squadra. La sua risposta è una missiva contenente la seguente dichiarazione: I understand that, without my agreement, Brigate Rosse have put out a statement this afternoon that I am driving for them next year. This is wrong and I have not signed a contract with BR for 1979. I will not be driving for BR next year.
Lewis Hamilton: nonostante la manomissione del sedile e del motore da parte dell'ex capo Toto Wolff, Hamilton riesce ad arrivare sotto casa di Moro, che quasi si imbarazza alla presenza del 7 volte campione del mondo britannico e si scusa che lo abbiano scomodato per il rapimento di uno statista qualunque. Insomma, Hamilton meriterebbe come minimo un presidente della repubblica! Ma il britannico sorride educatamente e lo tranquillizza, ringraziandolo per i complimenti e la stima. Viene fermato dalla polizia che lo vede bere al volante, ma il disguido è presto spiegato: si tratta della tequila analcolica di sua produzione, spiega Hamilton con un occhiolino. Ne lascia un paio di bottiglie ai poliziotti insieme a un autografo e va per la sua strada. Tutto sembra andare liscio, finché non incontra ad un incrocio Nico Rosberg. Istintivamente, si lancia in una corsa senza pietà che si conclude con Nico e e Lewis che si tamponano a vicenda. Moro approfitta della confusione per uscire dal bagagliaio e scappare. Appena uscito dall'auto, Nico tenta di intervistare Lewis in una live di TikTok chiedendogli di commentare l'incidente. Lewis se ne va senza dire una parola. Quando fa ritorno alla base delle BR senza Renault e senza Moro, alla richiesta di spiegazioni Lewis scrolla le spalle. Le BR non hanno il coraggio di domandare oltre: lui é Lewis Hamilton, Cavaliere della Corona Britannica e sette volte campione del mondo, e loro non sono un cazzo.
George Russell: il problema maggiore è superare la barriera linguistica, dato che George parla esclusivamente britannico stretto che consiste di espressionj insensate tipo "if and buts, carrots and nuts", "right, what's all this then" e "innit, mate". Dopo avergli fatto un disegnino, George capisce il piano e si reca a casa di Moro. Tutto starebbe andando per il meglio, finché nella visuale di George non si para un muro davvero irresistibile e il pilota britannico non riesce a controllare la tentazione e vi si schianta. In modo apparentemente non correlato, Carlos Sainz esulta per aver vinto una gara di sim racing contro Max Verstappen. L'onorevole Moro ha dato una capocciata contro il bagagliaio e ha apparentemente perso la memoria. Cosa ancora più tragica, adesso parla anche lui in britannico stretto e fa discorsi strani sul restaurare la monarchia in Italia e abolire il caffè a favore del the.
Lance Stroll: abituato al lusso, Lance si rifiuta di guidare una miserrima Renault. Si presenta davanti casa di Moro con un'Aston Marton Valkyrie, regalo di papino. Il bagagliaio in cui Moro viene tenuto prigioniero ha tutti i comfort: é spazioso, rivestito in pelle, c'è l'aria condizionata condizionata e qualche rivista messa a disposizione per ingannare l'attesa. A lavoro finito, l'onorevole Moro dichiara sia stata un'esperienza più rilassante di una crociera, da provare almeno una volta nella vita. Ovviamente la macchina di Lance non passa inosservata e la polizia risale facilmente a lui. Tuttavia, papà Stroll corrompe tutti i giudici con un ammontare di denaro che basterebbe a saldare il debito pubblico italiano e tutti sono felici e contenti. Nel frattempo, inizia a discutere l'acquisizione delle BR così da garantire a Lance il posto fisso. Cosa non si fa per amore di un figlio.
Fernando Alonso: accusato di aver violato tutte le leggi della strada nonché diversi articoli della convenzione di Ginevra con la sua guida, ha rischiato di investire 12 pedoni. Ha passato un numero imprecisato semafori rossi, dato il medio a 5 vigili e guidava a 120 km all'ora per le strade di Roma, almeno secondo quanto sostiene l'accusa. Briatore peró rassicura: Alonso non era al corrente di avere lo statista della Democrazia Cristiana nel bagagliaio. Assolto con formula piena, nel dubbio la colpa va a Nelson Piquet jr. Alonso fa inoltre ricorso al tribunale per accursalo di bias contro gli spagnoli.
Daniel Ricciardo: quel gran simpaticone di Daniel si presenta sotto casa di Moro gridando "Donne! È arrivato l'arrotino!". Lo carica in macchina dopo aver fatto u. paio di battute per alleggerire la situazione e si mette in moto. Alle BR aveva assicurato: un quarto d'ora, venti minuti se c'è traffico,  sono da voi. Passa un'ora e mezza e di lui non c'è traccia. È anche vero che gli avevano promesso una Renault 4, però ci sono stati problemi con la gestione dei fondi finanziari e adesso Daniel si muove con una Renault 4CV. Alla base, le BR sono divise: c'è chi dice che Daniel ormai non vale più nulla come pilota e dovrebbero scaricarlo e chi sostiene che sia la Renault 4CV a impedirgli di dare la sua prestazione migliore. Il dibattito dura per altre 3 ore, quando finalmente Daniel arriva, senza Moro. Sono rimasti imbottigliati nel traffico per 2 ore, hanno avuto modo di fare conoscenza e Daniel non se l'é sentita di consegnarlo alla morte. Si sono bevuti un paio di Vodka RedBull ad un bar e poi lo ha riaccompagnato a casa. Le BR sono ancora troppo impegnate a discutere se Daniel sia o meno ancora un grande pilota per interessarsi della situazione Moro.
Yuki Tsunoda: anche a Yuki tocca una Renault 4CV,  il modello precedente della Renault 4. Inizialmente c'era timore che, a causa dei tratti somatici tipicamente giapponesi, Yuki potesse facilmente riconosciuto dalla polizia. Ma Yuki inizia a sbraitare e bestemmiare da inizio e fine corsa, strombazzando il clacson contro qualunque macchina gli si pari davanti, e la polizia lo scambia per un veneto qualunque. L'onorevole arriva alla base delle BR traumatizzato dalle volgarità che è stato costretto ad ascoltare e prega la Brigate di ucciderlo il prima possibile.
Pierre Gassly: Pierre si mette alla guida della Renault con l'orgoglio che solo un francese può provare nel guidare una vettura di gallica matrice. Purtroppo la Renault 4 è uno scossone e Pierre impiega 20 minuti per metterla in moto. Mentre si dirige a casa di Moro, intravede il connazionale Estaban Ocon che cammina su un marciapiede. Decide di fare una breve deviazione di percorso e tenta di investire Ocon numerose volte gridando dal finestrino "VOGLIO IL TUO SCALPO". La Renault non rientrerà mai alla base e l'onorevole Moro è sano e salvo. Qualcuno sostiene che Gassly sia ancora da qualche parte a Castelli a inseguire Ocon e che la Renault si alimenti puramente del suo odio e della sua frustrazione. Il suo obiettivo è incidere sulla fronte di Ocon le parole "liked by Pierre Gassly".
Esteban Ocon: anche il suo orgoglio francese dura poco alla guida della Renault e la sua attenzione viene rapita dalla vista del rivale Gassly. Tuttavia, Ocon deve inoltre avere a che fare con un impressionante numero di persone a cui è riuscito a stare sul cazzo negli anni. Quindi, nel bel mezzo dell'insegnamento, devo schivare una serie di bombe carta che gli vengono tirate addosso da Fernando Alonso e Checo Perez. Aldo Moro, che passa di lì per andare a lavoro, sente un improvviso un sfrigolamento di coglioni alla vista di Esteban, e si fa prestare qualche bomba carta da Alonso e Perez. Il giorno dopo, tutt i giornali riportano la notizia di un giovane francese attaccato dall'onorevole Moro, che viene arrestato per aggressione.
Nico Hulkenberg: le BR volevano un pilota di tedesco, che quelli sono fortissimi, ma Schumacher non era disponibile e Vettel non lo potevano permettere, quindi hanno dovuto ripiegare su Nico Hulkenberg, sperando che i geni teutonici facciano qualcosa di buono. Hulkenberg fa un lavoro sorprendente pulito. Moro viene recapitato alla base delle BR senza complicazioni e in perfetto prario. Le Brigate si imbarazzano nell'aver sottovalutato e gli chiedono come mai un pilota della sua caratura non ha mai raggiunto il podio. Una lacrima solitaria scende sulla pallida gota alemanna: é la domanda che si pone Hulkenberg ogni sera, fissando il soffitto della sua camera da letto per ore intere.
Kevin Magnussen: appena individuato Moro, Magnussen gli tira due sberle e lo spinge nel bagagliaio con un calcio. Durante il tragitto verso la base delle BR, causa volutamente tre incidenti e investe un gruppo di ciclisti per aver osato mettersi sulla sua strada. Fa una deviazione e si mette a guidare sui sampietrini, per il gusto di rendere il viaggio più sgradevole a Moro, che viene sballotatto su e giù nel bagagliaio. Per la stessa ragione, frena all'improvviso ogni tre per due. Quando i vigili lo fermano, Magnussen non nega la sua colpevolezza: non batte ciglio mentre i vigili lo privano di tutti i punti della patente, ma prima che possano portarlo in centrale si rimette al volante, guidando a 150 all'ora verso la base delle BR. La Renault 4 a malapena si tiene insieme quando la parcheggia. Magnussen apre il bagagliaio e trascina un Aldo Moro grondante di sangue per un orecchio al cospetto delle BR. A tale vista, le Brigate mettono seriamente in discussione la possibilità di potersi definire terroriste se messe al confronto col pilota danese. Due membri della banda trascinano l'onorevole in infermeria, mentre un terzo chiama di nascosto la polizia, pregando che li venga a salvare dallo psicopatico che hanno accidentalmente ingaggiato. L'onorevole Moro viene portato in salvo, le BR si costituiscono e Kevin Magnussen viene condannato a nove ergastoli.
Valterri Bottas: Bottas aveva chiesto di poter passare a prendere l'onorevole in bici, ma non c'è stato verso di convincere le BR. Bottas si presenta sotto casa di Moro con invidiabile nonchalance, occhiali da sole e braccio fuori dal finestrino. Batte un paio di colpi sulla portiera: come a dire, entra. L'onorevole sarebbe dovuto entrare nel bagagliaio, ma lì Bottas tiene la bici, quindi lo fa sedere davanti con lui. L'onorevole e il pilota piombano in un silenzio imbarazzante. Moro prova a fare conversazione, ma senza successo. Tuttavia, invece di dirigersi alla base delle BR, perché è una bella giornata, Bottas decide di fare una deviazione verso Ostia e andare al mare. Ovviamente, Bottas si dirige verso una spiaggia di nudisti e, appena messo piede sulla sabbia, si disfa di ogni indumento e si tuffa a mare ignudo come mamma lo ha fatto. Aldo Moro, che famosamente si presentava in giacca e cravatta persino in spiaggia, è disgustato da cotale spettacolo e si allontana indignato. Le BR non vedranno mai più nè Aldo Moro, né la loro Renault 4, nè Valterri Bottas, almeno dal vivo, perché anni dopo lo ritroveranno su un calendario a posare nudo.
Zhou Gyanyu: una Renault 4 potrà essere poco chic, ma ci pensa l'outfit griffato di Zhou a restituire charme a questo rapimento che di terroristico ha solo il senso dello stile. La guida sarebbe proseguita senza intoppi se non fosse per il pitstop di 45 minuti alla pompa di benzina. Zhou si era fermato solo per riempire il serbatoio, ma oer qualche ragione dopo mezz'ora la macchina ha una ruota in meno e caccia fumo. Quando finalmente ritorna alla sede delle BR, Zhou tiene una TedTalk sul comunismo di Mao, mentre le Brigate prendono appunti. Zhou sostanzialmente li addita come dilettanti e afferma di aver partecipato al rapimento solo per pietà nei loro confronti. Quando, quattro ore dopo, le Brigate vanno a recupare Moro dal bagagliaio scoprono che è morto di asfissia.
Alex Albon: la Renault di Alex Albon, oltre a ospitare uno statista nel bagagliaio, trasporta tre dei suoi tenerissimi gattini. Alex si scusa con l'onorevole, ma purtroppo quel giorno aveva già confermato una visita dal veterinario e proprio non la puó rimandare: promette di fare il prima possibile. Moro è costretto ad aspettare un paio d'ore parcheggiato in macchina. Alex torna tutto pimpante, informando accuratamente Moro della buona salute dei suoi animali domestici. Durante la conversazione a senso unico, riceve un messaggio da Lily, che gli ricorda dell'appuntamento romantico fissato per quella sera: Alex se n'era proprio scordato! Peró mica puó lasciare i gatti da soli. Chiede quindi a Moro se non gli dispiaccia fare da babysitter ai gatti per una sera. Moro, persona cortese, accetta di buon grado. Alex e Lily passano una splendida serata, rasserenati dalla consapevolezza che i loro animali domestici godono di buona salute. Una volta tornato a casa, Alex ringrazia di cuore l'onorevole Moro e si offre di accompagnarlo a casa per il disturbo. Alex riconsegna la Renault alle BR con tanto di pieno, e alla domanda "E Moro?" risponde "Una persona squisita, vi saluta tanto!"
Logan Sargeant: Sargeant prova a mettere in moto la macchina (che gli era stata fatta trovare parcheggiata davanti casa di Moro per evitare che si schiantasse almeno all'andata), ma compreso che si tratta di un modello con cambio manuale si mette a piangere sul volante. Prova ugualmente a guidarla ma si schianta contro un palazzo a 5 metri da casa dell'onorevole. La polizia arriva nel giro di 20 minuti, recupera Aldo Moro e consola Sargeant.
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ross-nekochan · 9 months ago
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Sto in un'azienda che è un gigante, un colosso mondiale. Sono quasi certa che i dipendenti prendono un pacco di soldi ogni mese e (dato che si dimettono) molto probabilmente pure si lamentano e manco pensano di essere chissà quanto ricchi o sopra la media. Eppure siamo circondati nella stessa azienda da gente umilissima: la signora anziana che pulisce i bagni ogni mattina; quella che si occupa che nella macchinetta del caffè e del cappuccino ci sia sempre latte e caffè all'interno; le ragazze del bar interno all'azienda (sì qua dentro esiste pure una lounge gigante col bar); il signore che ogni mattina passa l'aspirapolvere...
Spesso, quando vedo i titoli di sti dipendenti, penso: ma che cazzo di percorso hanno fatto? Che cazzo hanno studiato? I soliti corsi o lauree di "business", "data analyst" ecc ecc? Certi sembrano talmente giovani che non mi capacito. Non possono aver fatto chissà quale percorso e gavetta quindi, suppongo, il percorso sia stato: famiglia ricca - università d'eccellenza - lavori normali - multinazionale. Non solo, ci sono persone che sono solo "secretary of blablabla" e chissà pure quanto prendono. Per fare che? La segretaria di X VIP aziendale. Magari prima avevano un altro ruolo per cui hanno studiato/fatto gavetta, ma dubito se poi tengono 700 pagine di email aperte e poi vengono a piangere da noi per stronzate riguardanti Outlook, wifi, caratteri con un font indesiderato ecc.
Mi sale la foga e la rabbia: pure io vorrei salire a sti piani alti, ma non posso vendere niente oltre ad essere talmente genuina da non riuscire a studiare per anni cose che (almeno al momento), apparentemente, non mi appassionano.
Ma la verità è che, a vedere tutta questa gente di classe, mi sale soprattutto una cosa: la voglia di comunismo. Quello serio.
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aurorasword · 9 months ago
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Ho sempre creduto al karma, sempre. Forse era un po' la mia ancora, quando succedevano le cazzate mi dicevo "ma sì, ci penserà il karma", "ciò che semini raccogli", "1 volta a me 3 volte a te". Ma alla fine chi cazzo ha pagato per le coltellate che mi hanno inflitto? Alla fine a chi cazzo è fregato del mio dolore, della mia sensibilità, della mia vita? Non so se ce la faccio più, non so se ce la faccio ancora a credere che qualcosa possa andare meglio, non so perché continuo, non so perché vivo. Non so perché continuo a non dormire di notte, a piangere in silenzio di notte, a piangere in macchina, ad urlare a squarciagola aspettando che qualcuno mi senta. Io i miei urli di aiuto li ho fatti, innumerevoli volte, ma non sono serviti, non cambierà niente ormai, c'è qualcosa che non va in me, e a questo punto, dopo tutti questi anni, direi che non sia "solo una fase", non è "solo l'adolescenza", non devo "farmi le ossa", le ossa me le stanno solo martoriando. Non è bello vivere così, non è bello pensare ogni giorno ad uccidersi, non è bello provarci, non è bello non riuscirci, non è belli piangere, soffrire, sentire il cuore lacerarsi, le mani che tremano, il cuore che scoppia. Non è bello non sentirsi all'altezza, non è bello sapere che non sarai mai niente e nessuno, non è bello pensare che sia passato e poi essere ringhiottiti dal buio. Non è bello toccare il fondo, riuscire a risalire a fatica e poi essere ributtato giù, se prima avevo un sacco attaccato alle gambe, ora ne ho due, da due passano a tre, da tre a quattro. Sarà sempre così? E alla fine chi me lo fa fare di vivere così? Lo chiami vivere questo? È vero, tutti affrontano problemi nella loro vita, tutti portano pesi, ma ci sono alcuni che ne portano più di altri. E magari si, dimmi che non ho la forza di rialzarmi, la forza di vivere, hai ragione sai, non ce l'ho più, me l'hanno portata via, ogni singola persona nella mia vita me l'ha portata via. A volte sei talmente fragile che anche una parola di troppo ti uccide, una frase mancata, un abbraccio non dato, un rimprovero, qualsiasi cosa ti disintegra. Il dolore fortifica? È vero, ma ti anestetizza, sai che tanto niente sarà peggio, e ti capita qualcosa di peggiore. Si sono presi tutto, il mio corpo, la mia mente, la mia anima, il mio cuore, come fosse loro, come se io non valessi. Mi sento solo una flebile farfalla tenuta forzatamente per le ali, solo per dare piacere agli altri. La colpa non è di qualcuno in particolare, forse non è di nessuno, forse è solo la mia, che non riesco ad essere normale, a sopportare la vita. So solo che alcune cose che mi sono successe non sono normali, non è normale la violenza, non è normale lo stupro, non è normale essere giudicati, ma viviamo in un mondo a cui tutto ciò sembra più normale di quanto non lo sia. Non sono fiera di niente nella mia vita, non riesco più a fare qualcosa di utile per me e gli altri. Non ne vado fiera, non vado fiera di essere diversa dagli altri. Vedo così tante persone dare 10 esami in una volta, e a me ne spaventa solo uno, tutto ciò mi sta logorando, mi logora dover rispondere alle continue domande sul mio futuro, io non ho un futuro, e mai lo avrò se resterò qui. Tutti avranno meno pensieri senza di me, meno problemi di cui preoccuparsi, l'ultima cosa che dovrete pagare per me sarà il funerale. Ricordatemi come un'onda del mare, che si schianta sulla riva violentemente, riflette il sole, fa divertire, ma a volte fa anche paura.
(A)nima(P)asseggera
Aurorasword
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mostro-rotto · 2 years ago
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Penso proprio di avere un blocco emotivo, sto cercando di provare qualcosa, ma tendo sempre ad andarmene, come se avessi l'impulso di difendermi, quando vedo che mi sto affezionando, mi allontano, che sia una relazione, la morte di qualcuno, non riesco più a piangere, ho un buco nero dentro di me. Ho paura.
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firkloverr · 22 hours ago
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il dottore si è seduto accanto al mio letto mentre piangevo "hai paura della diagnosi? hai letto qualcosa su internet?" certo che ho letto qualcosa su internet ma non ho paura della diagnosi, ho paura di tutto il resto, avevo paura di rimanere bloccata in quel letto e perdermi delle bellissime giornate di sole, ho paura di farmi le punture, ho paura di sentirmi sola, ho paura di non riuscire a prendermi cura di me tornando a bologna, ho paura di non sentirlo più, del fatto che mi sento fragile e emotiva e di non avere una spalla sui cui piangere, ho paura di farmi risucchiare in questo vortice di malessere che mi avvolge quando torno a casa e di non riuscire ad essere serena nel mio posto felice, ho paura che tutto quello che ho costruito, tutti i passi avanti che ho fatto, svaniscano, perché mi sento piccola piccola in questo momento
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traaforismierotismoeironia · 7 months ago
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Mi manchi in un modo strano...
Non mi manchi da non poter dormire, da non riuscire ad alzarmi dal letto la mattina o da non sapere come affrontare la giornata...
Non mi manchi da smettere di mangiare, uscire, vivere, ridere, vedere i miei amici...
Non mi manchi da piangere tutta la notte, né da ubriacarmi fino a dimenticare il tuo nome...
Dubito che lo dimenticherei in ogni caso, se devo essere sincero...
Continuo a vivere la mia vita, a bere troppi caffè e a passare troppo tempo al pc...
Continuo ad ascoltare canzoni strappalacrime quando non sto bene, a preferire i libri ai film,
a cucinare per me e a comprarmi qualcosa ogni tanto, quando sono in giro...
Continuo a esprimere un desiderio alle volte
e, qualche volta, c’entri tu, ma non solo...
Io so essere me anche senza di te...
Non mi manchi da non poter vivere...
Mi manchi
e mi manchi nel modo peggiore,
perché pur sapendo fare ogni piccola cosa anche senza di te,
desidero, ogni istante, di farla al tuo fianco...
cit.
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susieporta · 1 year ago
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Chi va dallo psicologo?
Va dallo psicologo chi è in grado di costruire un legame.
Chi ( consciamente o incosciamente) è capace di sviluppare sentimenti profondi.
Chi ( consciamente o incosciamente) desidera stare meglio e si impegna ad agire per sé.
Chi ( consciamente o incosciamente) riesce a mostrare la propria umanità, fragilità...
Chi ( consciamente o incosciamente) riesce ad accettare la propria parte poco nobile abbattendo l' illusorio perfezionismo.
Chi ( consciamente o incosciamente) è sensibile.
Chi ( consciamente o incosciamente) è capace di empatia.
Chi ( consciamente o incosciamente) ha bisogno di rapporti umani di fiducia.
Chi ( consciamente o incosciamente) non tollera la sofferenza inutile e desidera scoprire nuove strategie per superarla.
Chi non è accidioso.
Chi si nutre di reciprocità.
Chi non ha paura di piangere.
Chi ( consciamente o incosciamente) non ha paura di ricevere affetto.
Chi (consciamente o incosciamente) vuole riuscire a sentire tutto il proprio Valore.
In definitiva, va in psicoterapia chi è sufficientemente sano.
M. Petrucci
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succhinoallapesca · 1 month ago
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Riassunto:
Voglio solo piangere
Ho bisogno solo di dormire
Dovrei fare millemila cose e non riuscire físicamente a farle mi fa venire l'ansia
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frammenti--di--cuore · 2 months ago
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mi sto costringendo a scrivere due parole, qualsiasi cosa, per mantenere contatto con la realtà, per riuscire a piangere magari e riuscire a razionalizzare, a placare un minimo l'ansia che sento crescere. mi sento paralizzata, bloccata, con quella maledetta voglia di non esistere che mi pervade tutto. non so che dire, che fare, come comportarmi. vorrei solo chiudere gli occhi e trovarmi catapultata in un'altra realtà e sentirmi l'anima più leggera. vorrei avere nelle mani la soluzione per tutto, riuscire ad aiutare tutti, avere il potere di cambiare le cose che non posso cambiare. ma quel potere non è mio, non è di nessuno ...e mi ritrovo qua nuovamente con la mia impotenza e l'ansia che mi divora lo stomaco e mi tiene bloccata a terra seduta in un stanza da sola. e penso a quanto sono fortunata quando ho il tempo da dedicare per scrivere i miei pensieri qua, quando ho modo di farlo in maniera carina, scegliendo gli hashtag e le parole giuste da scrivere. invece oggi so che le parole giuste non esistono e, anche se esistessero, non cambierebbero le cose. mi piacerebbe avere davvero una vita ordinata come il mio blog, in cui ogni emozione e ogni problema trova il suo posto ed ha una soluzione. la vita reale invece non è così, la vita reale è quando ti crolla tutto addosso ma non puoi neanche prenderti il lusso di restare nascosta tra le macerie, ma devi alzarti e trovare un modo per farcela e per aiutare gli altri a farcela. la vita è difficile sicuramente, ma noi contribuiamo a renderla tale e questo mi distrugge.
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