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Specchio dei tempi, trapianto di cuore Caen Molinette - La Stampa
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High and Low The Worst Episode 0 + High and Low the Worst
Il nemico del mio nemico è mio amico
Sono tornati. E più belli che mai.
Non mentirò: fino a quando non ho ripreso in mano la Saga di High and Low non avevo idea di tutti questi nuovi drama/film.
D'altronde dopo High and Low: the story of SWORD, High and Low 2, Road to High&Low, High&Low The Movie e High&Low The Red Rain e gli ultimi due film High & Low: End Of Sky e The Final Mission, uno pensa che finiranno ad una certa!
Ero rimasta alla fine di High and Low e la vittoria dei Nostri contro i cattivi e sapevo che mi mancava solo la serie DTC per chiudere il cerchio di tutta la storia. Certo, avevo adocchiato anche la presenza di The Worst - sia drama che film - ma l'avevo preso più come uno spin-off di High and Low, facilmente saltabile poiché non si parlava più delle vicende dello SWORD.
La mia presa di posizione era centrata In virtù anche del fattore emotivo: nessuno avrebbe mai potuto prendere il posto di Cobra, Rocky, HYUGA... sono personaggi così amati e così entrati nel profondo del mio cuore che pensare di poter affezionarmi ad altri personaggi, ad un altra storia, pareva pura utopia.
Pareva.
Perché dopo la serie ad a metà del film successivo, mi sono ritrovata a commentare sorridendo:- " alla fine ti ci affezioni a questi piccoli mostri."
Ma andiamo con ordine:
La serie - tra i due prodotti - è quella che mi è piaciuta meno. Fondamentalmente è una presentazione dei ragazzi che andranno poi ad essere i futuri protagonisti della storia ( esattamente come la prima stagione di HIGH and LOW presentava i propri componenti e basta!) e che almeno qui, non mi hanno fatto morire, onestamente.
Nota a margine per Todoroki, gemma che splende tra la bigiotteria tutta uguale.
Questo infatti è stato il mio problema con i personaggi presentati: mi sembravano tutti uguali. Nessuna particolarità, mania o caratterizzazione che potesse distinguerlo dalla massa di ragazzini intenti a conquistare la posizione di leader.
In High and Low, ogni gruppo aveva delle particolarità che li differenziava dagli altri: I Rude Boy praticavano parkur e proteggevano la loro baraccopoli, i White Rascal si vestivano tutti di bianco e proteggevano le donne ed i bambini e così via... erano talmente diversificati che li inquadravi subito.
In The Worst invece, oltre all'ambizione di conquistare la vetta dell'Oya, di questi personaggi poco si è parlato.
Ed ecco che allora Todoroki splende. Un po' perché l'ho visto leggere un libro - oggetto mistico al pari del Santo Graal - ed un po' perché la sua determinazione a sconfiggere Murayama e prenderle sempre, era davvero ammirevole.
Ho apprezzato come la sua forza non significasse necessariamente la sua posizione di leader - come ci ricorda Murayama - ma è necessario il carisma per conquistare tutti gli studenti e che questo, lo stesso Todoroki lo capisca nel finale, quando accetta Fujio come capo.
Tra questi baldi giovani alla conquista del trono, vanno notati Tsukasa e Fujio. Se il primo - uno dei più belli, esteticamente parlando - si mostra "dormiente" per gran parte della serie, il secondo passa il tempo con il nonno, facendoci sì vedere il suo buon cuore e l'essere un bravo guaglione ma d'altra parte togliendolo dall'azione per tutta la storia. Infatti Fujio entrerà in scena solo nel film.
Tsukasa poi è quello che mi ha lasciata più perplessa: chiaramente si era iscritto all'Oya per conquistare la vetta al fianco dell'amico ed è bello che si sia "fatto da parte" per amicizia accettando un ruolo "secondario." La perplessità nasce quando lo vedo andare a far a botte con Fujio per superare i propri limiti ed ho pensato che alla fine volesse anche lui partecipare alla corsa per il trono.
Ed invece no.
E la scazzottata allora? che ci siamo andati a fare?!
Va bene, non importa.
Ho visto così tante botte in testa, sediate nei reni e cazzotti in faccia che una rissa in più o una in meno ormai non mi sconvolge manco più.
E finisce così la serie di The Worst, con questi ragazzi che si presentano nelle classi, distruggendo porte, sedie, facce... mentre si urlano addosso imprecazioni ed intanto progettano la conquista del trono.
Ma.
Ma se c'è un trono vuol dire che c'è un RE.
E mi spiace per tutti loro, ma L'UNICO VERO RE è e sarà per sempre Murayama. #stacce
tutta la sua sobrietà in questa gif XD
Che qui, con questa serie e film si conferma uno dei personaggi più belli ed il mio migliore dell'intera saga.
Potrei scrivere un ode su questo personaggio, facendo notare come abbia preso un liceo di ragazzini e l'abbia trasformato in un gruppo capace di stare sullo stesso piano dello SWORD, di poter sedersi allo stesso tavolo con "i grandi " della città. Come ci ricorda la voce narrante nell'intro " Il Liceo Oya contribuisce alla forza dello SWORD".
Oppure potrei parlare della sua evoluzione da tizio forte che sa solo menar le mani a leader capace sotto i consigli di Cobra. Trasformazione che trova il suo apice sul finire di questa serie, quando Murayama nega agli studenti del tempo pieno la partecipazione agli affari dello SWORD. Capolavoro.
Ed infine potrei parlare della sua maturità sul finale del film, quando ormai diventato uomo, lascia il Liceo per diventare finalmente "grande" ed andare avanti con la sua vita, lasciando il passo alla generazione che verrà.
Perché High and Low, tra botte e amicizia, parla anche di cambiamento e crescita e nessuno più di Murayama ha saputo racchiudere questa tematica.
VOTO: 7+
E poi c'è il film.
Solo dopo averlo visto si capisce l'intento della serie precedente: un conto è vedere un centinaio di ragazzi sconosciuti che se la suonano di santa ragione. Un altro è vedere i ragazzi a cui un minimo ti sei affezionata, vederli spaccarsi teste, rotule e ginocchi in maxi risse sotto i ponti.
Ed in effetti, funziona. Funziona perché ho onestamente seguito con attenzione questi combattimenti, preoccupandomi un po' per tutti, riconoscendoli e facendo il tifo per ognuno di loro.
Il film segue diversi filoni che si riuniscono poi nel finale:
Mentre lo SWORD è in guerra con i Doubt e la yakuza, gli studenti a tempo pieno della Oya High sono combattuti tra la guerra delle fazioni all'interno della scuola, il conflitto con la Housen Academy e il tentativo di sconfiggere Kidra, una banda di spacciatori che stanno cercando di infiltrarsi nelle scuole locali.
(la vita impegnatissima degli studenti dell'Oya. E' per questo che non studiano. C'hanno da fa'!)
Murayama, che è il leader della Oya High, trova la sua posizione messa alla prova da un gruppo di ambiziosi nuovi arrivati, soprattutto lo studente trasferito Hanaoka Fujio. ( fonte mydramalist)
Ora, questa è un po' una cazzata perché tranne Todoroki, NESSUNO di questi pretendenti al trono ha mai avuto le palle di sfidare in combattimento Murayama. XD
Ovviamente i più attenti hanno già rizzato le orecchie perché leggendo questa trama c'è una parola che immediatamente dovrebbe far alzare in piedi la gente a festeggiare gasata come un furetto sotto steroidi.
Housen.
La Housen.
Ma io infatti vedevo questi ragazzi pelati con l'uniforme e pensavo:-" io questi lo ho già visti. Ma dove? sto nome non mi è nuovo."
Crows Zero docet.
Ed infatti sono proprio loro: la scuola che nel secondo film di Crows Zero si scontrò contro il Suzuran in un epica guerriglia fatta di pugni, calci, risse e mani in faccia.
Aggiungo che vengono presentati con una delle OST più belle e azzeccate di sempre. Appena ascoltata la loro canzone mi sono precipitata a scaricarla!
In questo film si presentano in una veste nuova, con nuovi attori ovviamente, ma sempre ordinati e preparati come piccoli soldatini super efficienti. e ovviamente pelati
Ma c'è di più: se nel film di Crows Zero, loro erano i "cattivi", i rivali da abbattere, questa volta sono dalla "parte nostra" ... nostri alleati. Ed è un piacere conoscerli in questa veste.
Ho dato il mio cuore a Odajima Yuken, sappiatelo. Con l'addio di Murayama ho trovato una nuova fonte di gioia.
I ragazzi dell'Housen si dimostrano dei delinquenti dal cuore d'oro ( più o meno). Degli specchi dei nostri Oya e vederli combattere tutti assieme è una gioia per gli occhi. Il film infatti, ne approfitta per delinearli e caratterizzarli un po', prima come avversari e poi come alleati.
Tra l'altro, mentre vedevo i ragazzi dell'Housen assaltare un palazzo con delle scale, dopo averle usate a mo' di scudo, pensavo:-" ed io che mi sono emozionata per la battaglia la Fosso di Helm! Guarda questi che stanno a fa'!!! "
Nota di merito poi per Fujio che finalmente viene messo in primo piano ed in relazione con gli altri: come prevedibile risulta avere quel carisma necessario ad unire l'Oya ed in più - per diversificarlo da Murayama - ha quella vena di pazzia ingenua dei bambini che ti lascia piacevolmente sbigottita.
Perché andare sotto casa del Suzuran per spiarne i ragazzi e vedere quanto sono forti è follia.
Mi ricorda un personaggio come Rufy di One Piece: quella sconsideratezza gioiosa che porta il sorriso ovunque vada.
Ma se con l'Housen di toccano i cuori degli amanti di questo genere di drama/film, è con il nome Suzuran che The Worst tocca l'epicità. Prima solo nominato - con riverenza - e poi fattaci vedere solo l'entrata, il film ti alza l'hype a livelli atomici facendoti supporre uno scontro/ sfida / incontro futuro contro i ragazzi del Suzuran.
E ma qui giochi troppo facile! mi sono gasata peggio dei bambini!
Ed infatti andando ai trailer dei prossimi drama/film di High and Low, indovina chi ci sta?!
Tornano i ragazzi della scuola più malfamata del circondario! E l'effetto nostalgia vola altissimo. Io ero anche convinta che non avrei visto più prodotti di High and Low! Ma non si può dir di no all'Housen e al Suzuran.
Tornando al film in questione, due sono le cose che mi hanno lasciata invece più freddina: la prima è la questione di Arata.
L'amico di Fujio che spaccia droga per pagare le spese ospedialiere della madre e tutto il contorno degli amici che si conoscono da bambini è idealmente molto bello. Ma devi farmelo vedere.
Il film e la serie prima ci dicono che Fujio e Takeshi ad esempio sono amicissimi, tanto che il secondo fa da braccio destro al primo, ma non viene mai mostrata questa grande amicizia nata a quanto pare in passato.
Idem per i ragazzi del bar della Nonna. Non basta farmeli vedere da bambini mangiare tutti assieme una volta per farmi percepire la grande amicizia che dovrebbe legarli. Soprattutto se poi ognuno di loro è andato e va per la sua strada.
L'altro problema è lo stesso che riscontro sempre nei drama di High and Low: i villain sono piatti come tavole da surf. Cattivi perché sì, senza nessuna introspezione o profondità che fanno cose malvagie perché gli va. Sono tutti uguali, tanto che da Ranmaru alla yakuza, per passare ai Dubt e adesso a questi Kidra, se ci metti dei cartonati al loro posto, sarebbe uguale.
Detto questo, The Worst è un bel film per chi piace veder menar le mani in modo coreografico:
ha un buon ritmo, una storia un po' contorta per gli standard di questo genere ma che poi si semplifica verso il finale, due grandi ritorni che toccano il cuore dei nostalgici come me e belle scene d'azione.
Il combattimento contro l'Housen prima e il Kidra poi è spettacolare: musiche, inquadrature, montaggio... una bella visione che non può non emozionare gli amanti delle scazzottate.
Con questo film, High and Low di apre a nuovi protagonisti che hanno un ardua missione: non far rimpiangere le colonne portanti di High and Low. Ci riusciranno? Per me è ancora troppo presto per giudicare, avendo visto solo un drama e un film ma voglio dargli fiducia.
Il pezzo forte di High and Low, oltre alle botte e ai bei messaggi d'amicizia, erano i personaggi, le loro personalità e le loro introspezioni.
Fujio può essere un buon protagonista, diverso da tutti gli altri dello SWORD. Todoroki può interpretare il freddo ma costante contraltare del leader, così come Tsukasa e Jamuo possono diventare interessanti.
Va capito se anche gli altri prodotti di The Worst prenderanno i ragazzi dell'Housen come "protagonisti" o li lasceranno in secondo piano. Ricordo che in High and Low, la serie era iniziata con Cobra ed i suoi amici come protagonisti, per poi virare sugli altri leader dello SWORD, fino ad arrivare ad approfondire Murayama, per dire. Faranno una cosa simile anche per questa storia?
Oh, a me, se mi mettono l'Housen come "protagonisti" mi va benissimo, eh!
Ed infine l'ultima cosa che ci tengo a dire:
per quanto io ami alla follia le storie di ragazzi - di cui il 99% ha superato l'adolescenza da anni - che si gonfiano per diventare il capo della scuola e le storie di scuole VS scuole, onestamente non vorrei vedere di nuovo questa dinamica.
In Crow Zero assistevamo alla scalata di Genji e nel secondo film alla battaglia del Suzuran contro l'Housen. In High and Low The Worst episode 0, seppure in misura minore, abbiamo avuto lotte per la conquista della vetta e con il film, una lotta contro un altra scuola.
Qua si è differenziato con le scuole che si univano contro gli spacciatori ed ho apprezzato il cambio di mood e vorrei che rimanesse così.
Ho un po' paura infatti, di vedere sempre la stessa dinamica sapendo già che la versione di Crow Zero rimarrà imbattibile.
Vedremo cosa accadrà.
Anche perché risulterebbe inevitabile. Con la divisione dei ragazzi dell'Oya in studenti a tempo pieno e part-time, questi ultimi non possono più partecipare agli affari dello SWORD. Ciò significa che se anche i ragazzi di High And Low si trovassero ad affrontare nemici da ogni parte, Fujio e compagnia non potrebbero essere presenti.
Ed ecco quindi che per loro, l'unica possibilità di scontro è con le altre scuole.
Boh, vedremo...
Per adesso...
VOTO: 8
#high and low the worst episode 0#high and low the worst#high and low#jdrama#japan drama#suzuran#housen#todoroki yosuke#murayama yoshiki#oya high#hanaoka fujio#takajo tsukasa#odajima yuken#housen academy#suzuran high#high&low
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Bruno Barba - "Ma quale DNA?"
“Ma quale DNA” è un saggio scritto da Bruno Barba che ha uno scopo ben preciso: quello di screditare e affossare qualsiasi teoria evoluzionista presente nel calcio, atta a portare un peggioramento della qualità culturale e comunicativa di narrazione e giornalismo. Il termine specifico oggetto della critica da parte di Barba, docente di antropologia, è, appunto, “DNA”. Parlare di DNA in uno sport nel quale, come sosteneva Socrates, “può vincere anche il peggiore”, risulta un’operazione anacronistica, che assume intrinsecamente concetti razzisti, che vengono così trasfigurati nello sport più mutevole e intriso di socialità, rivoluzione, rispetto ed accettazione di tutti i tempi. Frasi come “Questa squadra ha la vittoria nel DNA” oppure “questa società ha carattere” non hanno motivo di esistere quando si tratta di raccontare, mediante studi empirici, o più modernamente con storytelling e messe in scena televisive, uno sport creato dagli uomini e da essi continuamente plasmato, come se vivesse in uno stato di continua evoluzione interiore.
Non esiste infatti, in primo luogo una “maniera” di giocare a calcio: Sacchi, per esempio, si ispirò al modello olandese per arrivare a far giocare come prima punta il sardo Virdis, e pretese fortemente l’acquisto dell’emiliano Ancelotti dalla Roma, dando vita ad un modulo studiato per poter competere con le squadre di quel preciso periodo storico e sociale. Allo stesso modo, ci viene raccontata l’Italia del 1982, che fu capace di prendere le distanze dal calcio di Pozzo, il calcio “da alpini” delle due Rimet vinte di fila e in grado di trovare aperture e spazi, alla faccia della costante retorica del catenaccio all’italiana.
In “Ma quale DNA”, le parole come “sincretismo” e "partecipazione" hanno maggior valenza rispetto agli slogan che vengono continuamente diffusi dai social e da una maniera di raccontare il calcio troppo spinta verso la celebrazione delle vittorie e delle imprese sportive del singolo, più che nei confronti degli uomini nella loro collettività, con i loro pregi e i loro difetti, che le hanno compiute.
Il calcio non viene descritto come materia minore rispetto ad altri sport, soprattutto quelli che esaltano in modo più spiccato l’individualità : dal giocatore di terza categoria all’amatore, dalla vecchia gloria che sta finendo la carriera in Serie D al giovane promettente di qualche cantera europea, tutti vengono posti sullo stesso piano, grazie ad una ricerca socio-antropologica esaustiva e rivelatrice, frutto dell’immensa cultura e dell’estremo interesse scientifico che il docente alessandrino mette a disposizione dei propri lettori.
Stiamo parlando di un testo accademico e di tutt’altro che facile lettura, ma estremamente necessario, soprattutto per capire cosa significhi veramente parlare di calcio moderno. Essendo appena uscito, grazie alla lungimirante opera di Battaglia Editore, “Ma quale DNA” esamina ogni sfaccettatura antropologica del gioco del pallone, arrivando a parlarci degli ultimi Mondiali, disputati in Qatar, partendo dall’Homo Ludens di Huzinga per poi arrivare a Pavese, Gianni Brera e al Basaglia di “da vicino nessuno è normale”. Perché il calcio, come gli uomini, è un fenomeno fluido, come fluida è la società nella quale prende vita e viene giocato ogni giorno, sul campetto di periferia come nelle grandi arene sportive.
Scrivere, raccontare e parlare di calcio dovrebbero essere, secondo Bruno Barba, pratiche veicolanti per trasmettere un’esperienza e, successivamente, interpretare i fenomeni che ne derivano. Saper descrivere il calcio per poi poterne parlare, saper individuare le cause tattiche per poter commentare un’azione sono operazioni che vanno ben più in là rispetto all’abbruttimento del linguaggio calcistico al quale siamo ormai da decenni abituati. Stiamo parlando di vera e propria fenomenologia, che non si scaglia a priori contro modernità e cambiamenti, in una retorica nostalgica ed ancorata al passato, me che ne entra a far parte in modo quasi naturale e descrittivo.
Raramente ho trovato un saggio calcistico che, in modo così naturale, eviti scontate sussunzioni e scada in effimere narrative nostalgiche per raccontare questo gioco. Se ovunque possiamo giocare a pallone, allora ovunque e a chiunque possiamo raccontarne le storie.
“Esiste una contraddizione di fondo tra il desiderio di formulare articolate teorie sui massimi sistemi calcistici e l’evidenza di alcuni fatti: se al novantesimo minuto della finale mondiale 1978 l’olandese Resembrink, invece che colpire il palo, avesse indirizzato la palla qualche centimetro più in là, sarebbe cambiata la storia di quella squadra arancione, dell’Albiceleste, e chissà persino il destino dell’Argentina e della sua infame dittatura.”
#ufficiosinistri#brunobarba#maqualedna#football#footballstories#reviews#footballculture#thebeautifulgame
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Bailey's Comets - La serie animata del 1973
Bailey's Comets: Una serie animata anni '70 tra gare di pattinaggio e avventure bizzarre Bailey's Comets è una serie animata che andò in onda su CBS negli anni '70. Prodotta da DePatie-Freleng Enterprises e creata da David H. DePatie e Friz Freleng in collaborazione con Joe Ruby e Ken Spears, la serie fu trasmessa per la prima volta nel 1973 e ha continuato con repliche nella seconda stagione. Trama La serie ruota attorno a un'avvincente corsa mondiale su pattini a rotelle, con diverse squadre in competizione per trovare indizi che li condurranno a un premio di un milione di dollari. Oltre a dover fronteggiare i loro avversari, i partecipanti dovevano affrontare anche varie interferenze esterne e ostacoli inaspettati che rallentavano la loro ricerca. Personaggi Principali
Il team protagonista è quello dei Bailey's Comets, un gruppo di adolescenti che si distingue per essere il favorito per la vittoria finale. La squadra comprende: - Barnaby Bailey (doppiato da Carl Esser): il leader giovane e affascinante del gruppo, che prende le decisioni principali e spesso deve affrontare i maggiori rischi. - Candy (doppiata da Karen Smith): la bella ragazza bionda, presumibilmente la fidanzata di Barnaby, che lo spinge a rischiare quando necessario. - Sarge (doppiata da Kathy Gori): la motivatrice della squadra, con un accento marcato di Brooklyn. - Wheelie (doppiato da Jim Begg): il meccanico del gruppo, capace di creare strane invenzioni basate sui pattini a rotelle. - Bunny (doppiata da Sarah Kennedy): la dolce, ma molto svampita, ragazza della squadra. - Pudge (doppiato da Frank Welker): bonario ma incline a combinare guai, Pudge è un po' in carne ma riesce a tenere il passo con gli altri. Ha un'ossessione per le banane. Le Squadre Rivali Le Bailey's Comets non sono sole nella competizione. Diverse squadre rivali, ciascuna con le proprie caratteristiche uniche, cercano di ostacolare i protagonisti: - Texas Black Hats: cowboy fuorilegge che cavalcano cavalli con pattini a rotelle. - Jekyll-Hydes: dottori inglesi che si trasformano in mostruose creature verdi. - Ramblin' Rivets: un gruppo di robot e un professore, con congegni meccanici che aiutano la squadra. - Duster Busters: una gang di motociclisti su pattini. - Roller Coasters: un circo itinerante su pattini, con forti uomini, clown e persino un leone. - Stone Rollers: uomini delle caverne e un dinosauro che pattinano insieme. - Cosmic Rays: alieni che pattinano in un'astronave. - Gargantuan Giants: una squadra di giganti del football, così grandi che solo i loro pattini si vedono sullo schermo. Commentatori e Doppiatori A commentare le stravaganti avventure delle squadre ci sono Gabby (doppiato da Frank Welker, imitando Howard Cosell) e Dooter Roo (doppiato da Daws Butler), che osservano la gara da un elicottero. Il cast vocale della serie includeva grandi talenti come: - Jim Begg nel ruolo di Wheelie - Daws Butler come Dooter Roo e molti altri personaggi - Carl Esser nel ruolo di Barnaby Bailey - Frank Welker, noto per la sua capacità di creare voci comiche e versatili, ha doppiato diversi personaggi tra cui Pudge e Gabby. Conclusione Bailey's Comets è stata una serie che ha combinato avventura, umorismo e competizione sportiva con un tocco di fantasia. Le sue squadre uniche e l'atmosfera stravagante l'hanno resa un cartone animato memorabile degli anni '70, rimanendo nel cuore di chi ha avuto l'occasione di seguirlo ai tempi.
Gli episodi di Bailey's Comets
Sinossi degli episodi di Bailey's Comets 1. "Skateroo to the Carlsbad Clue" Data di messa in onda: 8 settembre 1973 Le squadre di pattinaggio gareggiano verso le Carlsbad Caverns. Auntie Hag delle Broomer Girls consegna una pozione d'amore a una ragazza di campagna, rendendo qualsiasi pattinatore maschio che cattura innamorato di lei. Il primo indizio viene avvistato da tutte le squadre. 2. "To Win or Toulouse" Data di messa in onda: 15 settembre 1973 Le squadre viaggiano a Parigi, Francia. Qui, i Bailey's Comets si ritrovano invischiati con un contrabbandiere, Pierre, che ha nascosto un diamante in una delle banane in possesso di Pudge. I Ramblin' Rivets, i Duster Busters e gli Yo Ho-Ho cercano di approfittare della situazione. Alla fine, i Bailey's Comets trovano l'indizio. 3. "Raja and Out" Data di messa in onda: 22 settembre 1973 Le squadre si recano al palazzo del Raja del Punjab, in India, dove il Raja detiene il prossimo indizio. Per ottenerlo, i pattinatori devono competere per salvare la figlia del Raja da un malvagio fakiro. Le Broomer Girls riescono a trovare l'indizio. 4. "Ghost of a Clue" Data di messa in onda: 29 settembre 1973 Le squadre si dirigono verso il Castello di Nottingham a Londra. I Bailey's Comets, però, finiscono in un altro castello, dove incontrano il fantasma di Sir Tremblelot, il cui stemma di famiglia è stato rubato. La caccia all'indizio si intensifica, e alla fine viene trovato dai Bailey's Comets. 5. "Heading Home" Data di messa in onda: 6 ottobre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 6. "Roman Race Run" Data di messa in onda: 13 ottobre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 7. "Transylvania Mad Transit" Data di messa in onda: 20 ottobre 1973 Le squadre si dirigono verso il castello di Frankenstein in Transilvania. Auntie Hag delle Broomer Girls lancia un incantesimo di temporale che confonde i Bailey's Comets e i Jekyll-Hydes, portandoli al castello del Dr. Dracula, che ha in mente di far comportare le squadre come l'altra. I Bailey's Comets trovano l'indizio. 8. "Philippine Flip-Flop" Data di messa in onda: 27 ottobre 1973 Nelle Filippine, i Bailey's Comets cadono in una valle dove Pudge salva involontariamente una tribù da una lucertola gigante. La tribù chiede a Pudge di affrontare un gorilla gigante. I Yo Ho-Ho's, i Ramblin' Rivets e i Red Eyes cercano di intrappolare i Bailey's Comets nella valle. Alla fine, i Bailey's Comets trovano l'indizio. 9. "Space Race" Data di messa in onda: 3 novembre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 10. "Slow 'n' Go to Tokyo" Data di messa in onda: 10 novembre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 11. "Loch Ness Mess" Data di messa in onda: 17 novembre 1973 In Scozia, l'indizio è nascosto nel Loch Ness, ma questo coinvolge il famoso mostro. I Bailey's Comets devono riportare il mostro nel lago entro due ore per evitare la prigione. Le altre squadre, tra cui i Texas Black Hats, i Jekyll-Hydes e i Ramblin' Rivets, cercano di impedire loro di farlo. Sebbene i Bailey's Comets trovino l'indizio, anche le altre squadre riescono a vederlo. 12. "Deep Blue Clue" Data di messa in onda: 24 novembre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 13. "South American Slip-Up" Data di messa in onda: 1 dicembre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 14. "Gold Fever Goof-Up" Data di messa in onda: 8 dicembre 1973 Le squadre si trovano in Messico, dirigendosi verso le rovine Maya. Auntie Hag delle Broomer Girls lancia un incantesimo di febbre dell'oro su Pudge, facendolo confondere con dei cercatori d'oro. Alla fine, i Bailey's Comets trovano l'indizio. 15. "A Kooky Clue and a Mummy, Too" Data di messa in onda: 15 dicembre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 16. "Kenya Catch That Clue" Data di messa in onda: 22 dicembre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 17. "An Abominable Clue" Data di messa in onda: 29 dicembre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 18. "Madagascar Mix-Up" Data di messa in onda: 5 gennaio 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 19. "Bear Blunder Down Under" Data di messa in onda: 12 gennaio 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 20. "Trans-Turkey Foul-Up" Data di messa in onda: 19 gennaio 1974 Le squadre gareggiano attraverso la Turchia fino al Museo di Istanbul. I Bailey's Comets incontrano Ali Booboo, afflitto da sfortuna, e cercano di cambiare la sua sorte. Tuttavia, la sua sfortuna crea problemi non solo per i Bailey's Comets, ma anche per le altre squadre. I Bailey's Comets trovano l'indizio. 21. "Amazon Jungle Bungle" Data di messa in onda: 26 gennaio 1974 Le squadre sono nella giungla brasiliana, dirigendosi verso il Monte Pan di Zucchero. Wheelie cade nel Rio delle Amazzoni dopo che i Jekyll-Hydes riducono il ponte, ma viene salvato da Magogo, una donna della giungla che non vuole lasciarlo andare. La situazione peggiora quando arriva il fidanzato di Magogo, Bruto. L'indizio viene trovato dai Rockin' Rollers. 22. "Swiss Swap Switch" Data di messa in onda: 2 febbraio 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 23. "Hawaii Five Uh-Oh" Data di messa in onda: 9 febbraio 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 24. "Heidelberg Robot Hang-Up" Data di messa in onda: 16 febbraio 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 25. "Netherlands Bubble Trouble" Data di messa in onda: 23 febbraio 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 26. "Too Strong for Hong Kong" Data di messa in onda: 2 marzo 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 27. "A Doggone Danish Clue" Data di messa in onda: 9 marzo 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 28. "Hungarian Cluelosh" Data di messa in onda: 16 marzo 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 29. "Gobi Desert Goof-Up" Data di messa in onda: 23 marzo 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 30. "Sargasso Sea You Later" Data di messa in onda: 30 marzo 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 31. "Fast Lap in Lapland" Data di messa in onda: 6 aprile 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 32. "What's Buzzin', Canadian Cousin?" Data di messa in onda: 13 aprile 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici.
Dati tecnici di Bailey's Comets
Genere: Commedia, Avventura, Sportivo Creato da: David H. DePatie, Friz Freleng, Joe Ruby, Ken Spears Scritto da: Dalton Sandifer, John W. Dunn, Larz Bourne Voci di: Jim Begg, Daws Butler, Carl Esser, Kathy Gori, Bob Holt, Sarah Kennedy, Don Messick, Karen Smith, Frank Welker Compositore della sigla: Doug Goodwin Tema di apertura: "Bailey's Comets Theme" eseguito da Every Thing Under the Sun Tema di chiusura: "Bailey's Comets Theme" (strumentale) Compositore: Doug Goodwin Paese d'origine: Stati Uniti Lingua originale: Inglese Numero di stagioni: 1 Numero di episodi: 32 (16 mezze ore) Produzione Produttori esecutivi: David H. DePatie, Friz Freleng Produttori: Joe Ruby, Ken Spears Montatori: Rick Steward (supervisore montaggio), Joe Siracusa, Jim Blodgett, Allan Potter Casa di produzione: DePatie-Freleng Enterprises Prima TV Rete: CBS Data di trasmissione: 8 settembre 1973 – 13 aprile 1974 Read the full article
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Verde d'invidia
Orti urbani, l’amministrazione comunale tira dritto e si prepara ad assegnare i primi 20 spazi da coltivare, per consegnarli in tempo per la semina di primavera. L’annuncio è dell’assessore ad Ambiente ed Ecologia Fiorella Cometti, che sta curando il progetto all’interno della più ampia opera del parco Agricolo: «Informiamo i cittadini che è in pubblicazione sul sito del Comune il bando con la domanda per richiedere i primi 20 orti urbani». Messaggio che diventa anche risposta al tentativo... di mettere in dubbio i lavori... «Inutile commentare le affermazioni di chi è solo ‘verde’ di invidia. Senza nulla togliere alla libertà di ognuno di farsi film disneyani su tutto. Dalle sue esternazioni deduco che abbiamo un esperto di cantieri tra di noi. Eppure la sua esperienza deriva da un solo monumento che ha posato nei suoi dieci anni di amministrazione, ‘ciusca’ direbbe la mia nonna». Cometti coglie però l’occasione... per chiarire alcuni passaggi dei lavori di realizzazione degli orti urbani: «Il ‘buco’ di cui è stata mostrata la foto sulla stampa ha una spiegazione semplice. Immagino gli sia mancata l’informazione che prima di lui sono arrivati legittimamente i geologi della Soprintendenza all’archeologia che hanno chiesto di scavare per verificare non fossero presenti reperti storici. Il resto delle valutazioni le lasciamo alle autorità competenti... Che gli orti urbani gli siano andati di traverso è oramai cosa nota, ma se ne farà una ragione. Usare il mio nome per trovare un bersaglio nella sua nebbia politica è patetico; ringrazio per i complimenti che ha fatto al mio operato ‘in forma privata’, ma ‘noi donne’ non siamo così idiote da credere ancora ai serpenti incantatori. ‘Noi donne’ siamo cresciute e siamo capaci di andare ben oltre le parole, ma ‘ovviamente non vi è nulla di personale’… a buon intenditor». L’assessore passa poi dal parco Agricolo al Parco di Solbiello, ormai pronto per essere aperto e consegnato alla popolazione come nuova area verde fruibile: «Contiamo di aprirlo per fine mese, stiamo ultimando il taglio degli alberi instabili e li sostituiremo con altrettanti. E’ necessario anche che si faccia la segnaletica a terra del limite dei 30km/ora per la sicurezza sulla via Battisti, anche perché ci sono i parcheggi che prima non c’erano». da La Settimana del 19 gennaio 2024 https://edizionidigitali.netweek.it/
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H come Acca Larentia
Prima di commentare sulla questione dei saluti romani e delle frasi fasciste emulate in occasione della commemorazione ai caduti della strage che ha visto vittime tre giovani militanti dell'MSI ad opera di un nucleo terroristico di estrema sinistra, mi sono voluta prendere un paio di giorni di riflessione (quello che vado a commentare è un argomento delicato, che il lettore me lo conceda). Ho letto articoli, visto programmi alla televisione, ascoltato l'opinione di altri molto più qualificati di me in merito, ed ho visto in linea generale il formarsi di due schiere di pensiero: chi grida all'allarme fascismo e chi invece considera la questione uno dei tanti fuocherelli di paglia (polemiche sterili insomma).
Gli esponenti della prima scuola di pensiero guardano inorriditi le immagini virali, urlano a gran voce all'emergenza fascismo, si rivolgono inferociti nei confronti della premier affinché provveda in merito alla questione. I secondi invece, vuoi per una certa lungimiranza o vuoi per una semplice ottusità (a voi la scelta), considerano le vicende di Acca Larentia un evento insignificante e di passaggio, i cui protagonisti sono semplici nostalgici e che non ha e non avrà nessuna conseguenza rilevante.
La questione è l'ennesimo ritrovarsi a discutere su una diatriba che ci portiamo da praticamente la nascita della nostra repubblica: il diritto indiscutibile alla libertà di pensiero e d'opinione e il reato di apologia al fascismo che ne fa da limitatore. Coloro che si trovano concordi con i camerati ripresi nel suddetto video si appellano ormai da decenni all'articolo 21 della nostra Costituzione per legittimare pensieri, parole, opere e omissioni che per eufenismo mi permetto di definire "vintage".
"Dove finisce la tua libertà inizia la mia", così potremmo riassumere in parole molto spicciole la linea di pensiero promossa da questi ultimi. Fin qui nulla di male potreste dire, ma la questione a mio parere è un tantino più spinosa, per un dettaglio all'apparenza insignificante, ma che è come un elefante in mezzo a una vetreria: la nostra identità nazionale, che non può esistere se non anteponiamo come condizione stessa della sua esistenza l'antifascismo. Non vi sarà un'emergenza fascismo, come diranno alcuni, ma una cosa è certa: i fatti commessi hanno una loro gravità, perché in uno Stato che ha nell'antifascismo un suo principio cardine atti del genere non possono essere tollerati.
Le persone riprese nel video non saranno un pericolo alla sicurezza pubblica (ricordiamoci, sono cittadini a cui è garantito quanto me di esprimere la propria opinione), ma sono anche dell'idea che se il nostro paese deve guardare al futuro allora è necessario dare un taglio definitivo con il passato. Detto ciò colgo l'occasione per dire che questo post non vuole per nulla lenire la memoria dei ragazzi commemorati, vittime di un periodo storico in cui si considerava la violenza l'unica forma di confronto nei processi politici ed anzi, ricordiamoci di loro e di tante altre vittime di quel decennio sanguinoso nell'auspicio che, anche se si è agli antipodi, il dialogo e la comprensione reciproca siano il nostro imperativo.
PS: A chi si aspetta una dichiarazione della Meloni in cui si dissocia dai fatti e dalle persone di Acca Larentia vi esorto a perdere le speranze, sarebbe praticamente come sputare sul piatto su cui hai mangiato e su cui continui a mangiare.
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Ricetta di Cucina Pollo alla Cacciatora in bianco con ingredienti e preparazione
La ricetta di cucina che vi proponiamo adesso è il Pollo Agli Aromi o Pollo alla Cacciatora in bianco , una ricetta tipica della regione Toscana ma che adesso viene fatta in tutto il centro Italia. Vediamo quindi come prepararla con gli Ingredienti e la nostra preparazione.
Ingredienti per 4 persone
- Un pollo pulito di 1 Kg - Olio d'oliva - Una cipolla - 2 spicchi d'aglio - Salvia e Rosmarino - Vino Bianco quanto basta - Aceto - Sale e pepe quanto basta
Preparazione ricetta di Cucina pollo agli Aromi
https://www.youtube.com/watch?v=cF-1seSYhUs Iniziamo ovviamente dal pollo che dovrete tagliare in piccoli pezzi, diciamo che ne dovrete fare circa 14 pezzi : 2 cosce, 2 ali le 2 anche divise in 2,. I 2 petti divisi in 2 pezzi e la schiena divisa in 2 . Tanto per darvi un'idea di una possibile suddivisione. Prendete una casseruola e fateci rosolare in 8 cucchiai d'olio, un trito di cipolla e salvia. Fatela quindi appassire e successivamente unite i pezzi di pollo.
Salate, pepate e fate colorire per una decina di minuti , poi bagnate con un bicchiere di vino bianco. Continuate a cuocere su fuoco lento, finché il pollo non sarà ben cotto, se necessario bagnate con poco brodo caldo. Un attimo prima di togliere dal fuoco unite un trio fine di aglio e rosmarino e 2 cucchiai d'aceto. Fate evaporare per un paio di minuti a fuco vivace e servire subito. Ricetta molto appetitosa che non ammette varianti. In particolare non mettete sin dall'inizio il trito di aglio e rosmarino. Consiglio invece di aggiungere sempre alla fine, cerca un etto di olive nere. Questa preparazione prende anche il nome di Pollo alla cacciatora in bianco. Dati della ricetta - Difficoltà media - Tempo di Preparazione 15 minuti - Tempo di Cottura 15 minuti Ovviamente potete votare la nostra ricetta con le nostre stelline oppure commentare la stessa ★ Vi potrebbe interessare anche la seguente ricetta di cucina Bustine di Pollo Read the full article
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Ue, chiederemo chiarimenti alla Libia su Ocean Vicking
(ANSA) – BRUXELLES, 27 MAR – La Commissione Europea chiederà “chiarimenti” alle autorità libiche per quanto riguarda l’attacco al vascello Ocean Vicking da parte della Guardia Costiera libica, così come denunciato da un video di Sea Watch nel corso del weekend. Lo ha detto un portavoce della Commissione, precisando di non voler commentare “l’incidente specifico” e che prima è necessario acquisire…
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Multa per i “Griffin” su Gesù: siamo uno Stato laico o una teocrazia? È giustamente balzata agli onori della cronaca nazionale la notizia della multa di 62.000 euro comminata dall’Agcom alla Walt Disney per la messa in onda su Fox di una puntata (peraltro vecchia di anni) della serie “I Griffin”. L’accusa si fonda su quel curioso reato – ancora esistente nel nostro ordinamento giuridico – di “offesa al sentimento religioso”, perché avrebbe ironizzato sulla Sacra Famiglia e sulla nascita di Gesù, e proviene nientemeno che dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli e da Daniele Belotti, parlamentare della Lega. A chiosa del blitzkrieg contro la perfida emittente il senatore Simone Pillon ha avuto il guizzo di commentare “si tratta di un segnale chiaro: l’educazione dei bambini, specialmente su temi sensibili come la religione o la morale sessuale spetta ai genitori, e non ai messaggi ideologici dei big media o delle lobby”. Basta una blanda analisi del testo, di quelle da terza liceo, per decodificare il messaggio che anima il fervore del Pillon, il quale sembra dare per scontato che riguardo a religione e morale sessuale tutte le famiglie la pensino necessariamente come lui e i suoi compagni di ventura. Con buona pace dei fedeli ad altre confessioni, degli atei, degli studenti che hanno scelto di non avvalersi dell’IRC, o semplicemente dei bambini che crescono in seno a famiglie non interessate a problemi religiosi e che magari proprio dalle loro famiglie sono stati informati circa le favole degli adulti, la procreazione e la sessualità in generale. Fa sorridere – con rabbia, naturalmente – che esponenti di uno dei partiti maggiormente coinvolti in episodi di intolleranza e razzismo verbali nei confronti dei musulmani in genere, si ritrovino a comportarsi in modo preoccupante come esponenti radicali di quel mondo: sembrerebbe quasi che la loro furia intollerante sia figlia di una malcelata invidia, per non poter agire anche loro con il rigore, la ristrettezza di vedute e la violenza che caratterizza i più feroci fra i fondamentalisti islamici. Ancora una volta è necessario ribadire come la fede sia un fatto privato, e in questo senso degna di rispetto. Ognuno nel segreto della sua dimora è libero di credere in Dio, Allah, Buddha, Odino, Sgt. Pepper o Wolverine, se trova conforto in un qualsiasi credo per superare le mille difficoltà dell’esistere. Ma com’è possibile accettare che in uno Stato laico – laico, non una teocrazia – il sentimento religioso possa divenire un bavaglio alla libertà d’espressione? Perché di questo, in fondo, si tratta, dal momento che non c’è alcuna coercizione nella fruizione de “I Griffin” (o di qualsiasi altra forma espressiva o d’intrattenimento): se qualcuno trova sgradevole un episodio, cambierà canale e non seguirà più la serie, ben sapendo che altri come lui faranno lo stesso. Il problema è che saprà anche che ci saranno persone che invece apprezzeranno quel tipo di satira, e ne approfitteranno magari per parlarne serenamente in famiglia, scherzandoci su anche coi figli. È questo che il fedele intollerante non può accettare; è l’idea che il suo sistema di valori morali e religiosi sia universale, e pertanto automaticamente esteso a tutti, a tal punto dal dover essere protetto dalle leggi dello Stato. (...) Daniele Caluri per Micromega
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PERCEPIRE
È possibile che la nostra vita non sia determinata dalla nostra infanzia, quanto dal modo in cui abbiamo imparato a vederla.
I disagi odierni non vengono tanto dai traumi infantili, bensì dalla modalità traumatica con cui ricordiamo l'infanzia, ovvero come un periodo di disastri provocati da cause esterne che ci hanno plasmati male.
"Fa parte della terza dimensione di cui hai parlato nell'ultimo video giusto Fede?" Esattamente!
Per passare dalla terza alla quarta dimensione, è necessario vedere la cosiddetta esperienza traumatica non più come un incidente, bensì come un'opportunità che il bambino stava pazientemente aspettando per poter dare NECESSITÀ e DIREZIONE alla propria esistenza.
P.s. Se doveste incontrare delle resistenze su quanto scritto chiedetevi sempre: "sto guardando con gli occhi dell'anima o della personalità?"... altrimenti la reazione e la malcomprensione saranno inevitabili.
Sono schiaffi evolutivi per dirigere l'artista che è in noi a compiere le opere che è destinato a compiere.
"Fede ma questa visione non è un po' irresponsabile?" Tutt'altro, è divenire responsabili di quella forza in noi che sa cosa vuole e sa come ottenerlo.
Nel seme non c'è già la pianta?
Nel proiettore non vi è già la proiezione?
Gli antichi sapevano molto bene che il segreto è divenire TESTIMONI di quel qualcosa, anima, che è all'interno di noi e realizza in ogni istante ciò che siamo destinati a essere...
E ascolta bene: non ho detto cosa devi fare o non devi fare, cosa provare o non provare... ma guardare ciò che fai e ciò che provi al netto delle cause. (Ne ho parlato nell'ultimo video e tornerò a parlarne...)
Oltre ciò che credi di essere, c'è un qualcosa che fa te stessa ma non sa che cosa e non gli interessa...
"Fede non ti seguo, ma non sono io me stessa?" Gertrude, fidati di me... lascia perdere la mente baracca che si fa mille inutili domande, pretende mille inutili risposte, per poi farsi altre sette mila inutili domande...
"Fede ma così è stare in balia delle onde..." Ottimo, è proprio li che devi stare... Ascolta ciò che c'è, senza commentare, senza cercare soluzioni...
"Ma Fede..." Ma Fede un cazzo...
Insomma, vuoi espandere il sistema percettivo o no?
Impara a non seguire i "se", i "ma", i "perché" interrogativi... sono sanguisughe psichiche.
Arrenditi e lasciati cadere nelle profondità del tuo cuore... è lì che puoi percepire quanto affermo...
Questo è Percepire!
Tutte le energie che non sprechiamo dietro le cause, i "se", i "ma" e i "perché" interrogativi - badate bene, ho detto "interrogativi" -, si riversano nel centro del cuore... questo si espande, si scioglie, ed emergono le divinità del sole... i cavalieri bianchi.
Se le nostre energie vitali si disperdono tale processo non si può compiere.
Un cuore sciolto, oltre agli evidenti benefici sulla salute emozionale e fisica, spalanca letteralmente certe aree cerebrali fino a quel momento rimaste chiuse...
Potrete dare il benvenuto al sovramentale!
Un cuore sciolto è anche un potente magnete in grado di attirare a sé il cuore di ogni elemento organico presente nel cosmo. Da quel momento inizia ad avere valore l'esclamazione "da cuore a cuore".
Quindi cari amici, vi parlo dell'importanza somma di edificare uno sguardo desertificato, per raggiungere tali conseguimenti.
Prendete queste parole come strumento transitorio, consapevoli che ogni spiegazione protratta nel tempo ci allontana dalla nostra meta, ossia percepire ciò che siamo, anima, e la sua Sete.
Nelle parole "Ho Sete" pronunciate dal Maestro sulla croce è racchiusa la più potente indicazione: "Ho Sete che abbiate Sete di Me in voi... solo allora vi darò quell'acqua che toglie la sete."
Federico Cimaroli
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Iniziazione Tardiva (Storia Vera)
di ToroRm2020
annunci.it
"Non riusciva a distogliere lo sguardo dalla mia mazza..."
Non ricordavo esattamente come io e Gioia fossimo diventati amici su Facebook. Forse era stata lei a farsi avanti per prima, ma non avrei potuto giurarci.
Lei era più grande di me di quasi vent’anni, una signora di 66 anni circa, magra e in forma, a giudicare dalle poche foto che aveva pubblicato. Avevamo cominciato a commentare i rispettivi post quasi per gioco, finendo poi con lo scambiarci quotidianamente messaggi, prima su Messenger e poi su Whatsapp.
Vivevamo a parecchie centinaia di chilometri di distanza e l’eventualità di combinare un incontro era improbabile, ma era divertente pensare che un giorno potesse accadere.
Gioia sapeva, avendo letto il mio profilo, che ero sposato, mentre lei aveva divorziato parecchi anni prima da un uomo che descriveva come gretto e anaffettivo, più attaccato ai soldi che a qualsiasi altra cosa, inclusi moglie e figli, tutti ormai adulti.
Dopo alcuni mesi le nostre chiacchierate, di tanto in tanto, avevano cominciato a scivolare su argomenti più intimi, anche se ogni volta non potevo fare a meno di avvertire il suo imbarazzo. Mi aveva confessato di avere pochissima esperienza in fatto di sesso, che aveva sempre fatto a luci spente, di fretta e con pochissima soddisfazione, mentre io le avevo raccontato quanto mi piacesse scopare in tutti i modi possibili, anche abbastanza estremi. Cercavo di non essere troppo esplicito perché temevo di offenderla, ma ogni tanto mi divertivo a provocarla.
La sua ingenuità in fatto di sesso, che intuivo essere sincera, era incredibile e oltremodo eccitante.
Una sera, per gioco, le chiesi se aveva voglia di vedere quanto fossi eccitato e lei, dopo non poche esitazioni, mi disse di sì. Voleva vedere il mio cazzo, anche se non riusciva a chiederlo in questi termini.
Le inviai una foto in cui, stando a gambe larghe, mostravo senza pudore la mazza dura come il marmo. Senza falsa modestia, sapevo si trattava di uno spettacolo notevole, ma la sua reazione mi lasciò piuttosto deluso.
Mi rispose che le piaceva, senza però nessuna particolare enfasi, e in quel momento decisi che quella sarebbe stata la prima e l’ultima volta in cui facevo con lei una cosa del genere. Non era tipo da sexting, anche se una volta ci eravamo masturbati parlandoci al telefono.
Per quasi due anni i nostri rapporti rimasero più o meno negli stessi termini, poi, un giorno, riuscii a liberarmi e le dissi che, se voleva, sarei andato a trovarla.
Lei accettò di buon grado, così organizzai il viaggio. Venne a prendermi alla fermata del pullman cittadino vicino casa sua, avevo preferito muovermi con il treno invece che in macchina, e mi portò a casa.
Dopo un caffè e qualche chiacchiera le chiesi se potevo usare un attimo il bagno. Lasciai la porta aperta, cosa che a casa mia facevo sempre, anche se in quel caso la manovra era deliberata. Mi presi tutto il tempo del mondo per aprire i pantaloni e tirare fuori il cazzo, che era semi rigido e mi rendeva difficile cominciare. Passò quasi un minuto, poi, con la coda dell’occhio, mi accorsi che lei era sulla soglia e mi stava guardando, cosa su cui avevo contato.
Si era tolta maglia e jeans e stava indossando un vestitino corto da casa, poco più che una maglietta lunga fino a metà coscia. Mentre l’indumento scivolava lungo il suo corpo ebbi modo di vedere quanto fosse in forma nonostante l’età, e il mio uccello reagì immediatamente cominciando a svettare. La cappella era rossa e lucida. Mi voltai verso di lei, mostrandole tutto.
«Ti imbarazza?» le chiesi. Scosse la testa in un cenno di diniego. Non riusciva a distogliere lo sguardo dalla mia mazza.
Mi avvicinai e l’abbracciai, stringendola alla vita e appoggiandole il cazzo sulla pancia, poi le mie mani scesero sui glutei morbidi e cominciai a baciarla. Fu un contatto lungo, dolce e molto sensuale. La mazza era tesa in modo quasi doloroso, e attraverso la stoffa sottile della maglietta sentivo il calore della sua pelle.
Ci spostammo in camera da letto, dove le chiesi di sedersi sulla sponda. Obbedì, rossa in volto, mentre io rimasi in piedi. Feci un passo avanti. Gioia, per la prima volta nella sua vita, si trovò con la bocca a pochi centimetri da un cazzo grosso e duro.
«Ti piace il profumo che sentì?» le chiesi.
«Sì. È molto intenso.»
«Sei pronta a sentirne il sapore?»
Mi guardò dal basso verso l’alto. «Non l’ho mai fatto.»
«Ora lo farai. Prendilo in bocca.»
Lei si avvicinò, obbediente, e fece scivolare le labbra sulla cappella fino a un quarto dell’asta. Il tocco era delicatissimo.
«Ora vai su e giù con la testa» ordinai.
Gioia cominciò un saliscendi lento e ritmato che mi fece correre un brivido caldo lungo la schiena.
«Questo è un pompino» le dissi. Poi, con volgarità deliberata, aggiunsi. «Significa che mi stai succhiando il cazzo.»
Mi stava stimolando molto, ma non avevo nessuna intenzione di godere così presto, così la fermai posandole con dolcezza una mano sulla testa.
«Aspetta, ora facciamo un’altra cosa.»
Lasciai trascorrere qualche secondo, per fare in modo che la marea montante dell’orgasmo calasse un po’, poi presi la sua testa tra le mani.
«Spalanca bene le labbra e lasciale morbide» la istruii. «Non muovere la testa.»
Lei obbedì docilmente. Alzò lo sguardo per cercare il mio, il cazzo ancora in bocca. Stavo godendo molto e questo la eccitò, nonostante l’imbarazzo non fosse del tutto sparito.
Cominciai a pompare lentamente, facendole arrivare la mazza in fondo alla gola per poi arretrare fin quasi a posare la cappella sulle labbra, attento a non provocarle conati di vomito.
«Ora ti sto scopando in bocca» dissi piano, la voce arrochita dal piacere che mi stava donando.
Assaporai la sensazione per qualche minuto, godendomi lo spettacolo del mio cazzo che entrava e usciva dalla sua bocca spalancata al massimo, durissimo e lucido di saliva. Ad ogni affondo Gioia emetteva un mugolio sommesso. L’idea che per lei fosse la prima volta era per me uno stimolo incredibile.
Prima di godere mi fermai. Non avevo fretta: volevo aprirla al fantastico mondo del sesso, aprirla in tutti i sensi.
«Ora farò io una cosa a te» la avvisai, sfilandole il cazzo dalla bocca. Un filo di saliva rimase teso tra la sua lingua e la punta umida della mia mazza, particolare che trovai estremamente eccitante. «Sdraiati sul letto.»
Le sfilai le mutandine con un gesto lento, baciandola e leccando piano dall’ombelico in giù, lasciandole sulla pelle una scia di saliva che scendeva sinuosa fino all’interno delle cosce.
Appena la mia lingua sfiorò il clitoride la sentii trattenere il respiro.
«Ora ti lecco la fica.».
«Oh mio dio…» mormorò. «Dio che bello…»
Cominciai a baciarle profondamente il sesso, a bocca aperta, succhiando e infilando la lingua tra le labbra turgide e umide di umori. Mi presi tutto il tempo necessario per farle avere il primo, intensissimo, orgasmo della sua vita. Sentirla godere nella mia bocca portò l’erezione a livelli parossistici. Mi alzai in piedi, leccandomi le labbra e i baffi, intrisi di secrezioni vaginali, poi le alzai le gambe appoggiandole sulle mie spalle. La fica appariva umida e aperta, un fiore pronto a essere colto. Appoggiai la cappella sulla fessura, facendola scivolare su e giù in una carezza delicata al clitoride e alle piccole labbra, poi spinsi. Vidi la mazza entrare fino a metà lunghezza. Gioia sospirò di piacere.
«Fai piano, ti prego» implorò.
Mi trattenni dallo spingere ulteriormente per timore di sfondarla, erano anni che non faceva sesso, e presi a pompare con delicatezza, assaporando ogni affondo senza nessuna fretta.
Arrivai quasi all’orgasmo, ma mi fermai un attimo prima per prolungare il rapporto. Volevo ancora altro da lei.
Stavolta fui io a a sdraiarmi sul letto.
«Siediti sulla mia faccia» spiegai. «Mettimi il culo in bocca.»
Dimenticando ogni pudore, salì a cavalcioni del mio viso e offrì lo sfintere alla mia lingua. Cominciai a leccarla con passione animale, strappandole gemiti di puro godimento, poi passai alla fica fradicia, leccando e bevendo tutto ciò che colava fuori.
«Succhiami il cazzo» dissi tra una leccata e l’altra. Un istante dopo sentii il calore delle sue labbra intorno alla mazza e cominciammo un favoloso sessantanove.
Era una scopata inattesa e assolutamente fantastica, l’iniziazione tardiva al sesso di una donna che non ne aveva mai davvero assaporato i piaceri.
Ero pronto a godere, e scelsi di farlo mettendola alla pecorina sul letto. Tenendole le mani sui fianchi sottili diedi gli ultimi colpi e finalmente arrivai all’orgasmo. Fu una sborrata enorme e intensissima che mi lasciò svuotato e del tutto soddisfatto.
Sarebbe stata una lunga notte.
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Bailey's Comets - La serie animata del 1973
Bailey's Comets: Una serie animata anni '70 tra gare di pattinaggio e avventure bizzarre Bailey's Comets è una serie animata che andò in onda su CBS negli anni '70. Prodotta da DePatie-Freleng Enterprises e creata da David H. DePatie e Friz Freleng in collaborazione con Joe Ruby e Ken Spears, la serie fu trasmessa per la prima volta nel 1973 e ha continuato con repliche nella seconda stagione. Trama La serie ruota attorno a un'avvincente corsa mondiale su pattini a rotelle, con diverse squadre in competizione per trovare indizi che li condurranno a un premio di un milione di dollari. Oltre a dover fronteggiare i loro avversari, i partecipanti dovevano affrontare anche varie interferenze esterne e ostacoli inaspettati che rallentavano la loro ricerca. Personaggi Principali
Il team protagonista è quello dei Bailey's Comets, un gruppo di adolescenti che si distingue per essere il favorito per la vittoria finale. La squadra comprende: - Barnaby Bailey (doppiato da Carl Esser): il leader giovane e affascinante del gruppo, che prende le decisioni principali e spesso deve affrontare i maggiori rischi. - Candy (doppiata da Karen Smith): la bella ragazza bionda, presumibilmente la fidanzata di Barnaby, che lo spinge a rischiare quando necessario. - Sarge (doppiata da Kathy Gori): la motivatrice della squadra, con un accento marcato di Brooklyn. - Wheelie (doppiato da Jim Begg): il meccanico del gruppo, capace di creare strane invenzioni basate sui pattini a rotelle. - Bunny (doppiata da Sarah Kennedy): la dolce, ma molto svampita, ragazza della squadra. - Pudge (doppiato da Frank Welker): bonario ma incline a combinare guai, Pudge è un po' in carne ma riesce a tenere il passo con gli altri. Ha un'ossessione per le banane. Le Squadre Rivali Le Bailey's Comets non sono sole nella competizione. Diverse squadre rivali, ciascuna con le proprie caratteristiche uniche, cercano di ostacolare i protagonisti: - Texas Black Hats: cowboy fuorilegge che cavalcano cavalli con pattini a rotelle. - Jekyll-Hydes: dottori inglesi che si trasformano in mostruose creature verdi. - Ramblin' Rivets: un gruppo di robot e un professore, con congegni meccanici che aiutano la squadra. - Duster Busters: una gang di motociclisti su pattini. - Roller Coasters: un circo itinerante su pattini, con forti uomini, clown e persino un leone. - Stone Rollers: uomini delle caverne e un dinosauro che pattinano insieme. - Cosmic Rays: alieni che pattinano in un'astronave. - Gargantuan Giants: una squadra di giganti del football, così grandi che solo i loro pattini si vedono sullo schermo. Commentatori e Doppiatori A commentare le stravaganti avventure delle squadre ci sono Gabby (doppiato da Frank Welker, imitando Howard Cosell) e Dooter Roo (doppiato da Daws Butler), che osservano la gara da un elicottero. Il cast vocale della serie includeva grandi talenti come: - Jim Begg nel ruolo di Wheelie - Daws Butler come Dooter Roo e molti altri personaggi - Carl Esser nel ruolo di Barnaby Bailey - Frank Welker, noto per la sua capacità di creare voci comiche e versatili, ha doppiato diversi personaggi tra cui Pudge e Gabby. Conclusione Bailey's Comets è stata una serie che ha combinato avventura, umorismo e competizione sportiva con un tocco di fantasia. Le sue squadre uniche e l'atmosfera stravagante l'hanno resa un cartone animato memorabile degli anni '70, rimanendo nel cuore di chi ha avuto l'occasione di seguirlo ai tempi.
Gli episodi di Bailey's Comets
Sinossi degli episodi di Bailey's Comets 1. "Skateroo to the Carlsbad Clue" Data di messa in onda: 8 settembre 1973 Le squadre di pattinaggio gareggiano verso le Carlsbad Caverns. Auntie Hag delle Broomer Girls consegna una pozione d'amore a una ragazza di campagna, rendendo qualsiasi pattinatore maschio che cattura innamorato di lei. Il primo indizio viene avvistato da tutte le squadre. 2. "To Win or Toulouse" Data di messa in onda: 15 settembre 1973 Le squadre viaggiano a Parigi, Francia. Qui, i Bailey's Comets si ritrovano invischiati con un contrabbandiere, Pierre, che ha nascosto un diamante in una delle banane in possesso di Pudge. I Ramblin' Rivets, i Duster Busters e gli Yo Ho-Ho cercano di approfittare della situazione. Alla fine, i Bailey's Comets trovano l'indizio. 3. "Raja and Out" Data di messa in onda: 22 settembre 1973 Le squadre si recano al palazzo del Raja del Punjab, in India, dove il Raja detiene il prossimo indizio. Per ottenerlo, i pattinatori devono competere per salvare la figlia del Raja da un malvagio fakiro. Le Broomer Girls riescono a trovare l'indizio. 4. "Ghost of a Clue" Data di messa in onda: 29 settembre 1973 Le squadre si dirigono verso il Castello di Nottingham a Londra. I Bailey's Comets, però, finiscono in un altro castello, dove incontrano il fantasma di Sir Tremblelot, il cui stemma di famiglia è stato rubato. La caccia all'indizio si intensifica, e alla fine viene trovato dai Bailey's Comets. 5. "Heading Home" Data di messa in onda: 6 ottobre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 6. "Roman Race Run" Data di messa in onda: 13 ottobre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 7. "Transylvania Mad Transit" Data di messa in onda: 20 ottobre 1973 Le squadre si dirigono verso il castello di Frankenstein in Transilvania. Auntie Hag delle Broomer Girls lancia un incantesimo di temporale che confonde i Bailey's Comets e i Jekyll-Hydes, portandoli al castello del Dr. Dracula, che ha in mente di far comportare le squadre come l'altra. I Bailey's Comets trovano l'indizio. 8. "Philippine Flip-Flop" Data di messa in onda: 27 ottobre 1973 Nelle Filippine, i Bailey's Comets cadono in una valle dove Pudge salva involontariamente una tribù da una lucertola gigante. La tribù chiede a Pudge di affrontare un gorilla gigante. I Yo Ho-Ho's, i Ramblin' Rivets e i Red Eyes cercano di intrappolare i Bailey's Comets nella valle. Alla fine, i Bailey's Comets trovano l'indizio. 9. "Space Race" Data di messa in onda: 3 novembre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 10. "Slow 'n' Go to Tokyo" Data di messa in onda: 10 novembre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 11. "Loch Ness Mess" Data di messa in onda: 17 novembre 1973 In Scozia, l'indizio è nascosto nel Loch Ness, ma questo coinvolge il famoso mostro. I Bailey's Comets devono riportare il mostro nel lago entro due ore per evitare la prigione. Le altre squadre, tra cui i Texas Black Hats, i Jekyll-Hydes e i Ramblin' Rivets, cercano di impedire loro di farlo. Sebbene i Bailey's Comets trovino l'indizio, anche le altre squadre riescono a vederlo. 12. "Deep Blue Clue" Data di messa in onda: 24 novembre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 13. "South American Slip-Up" Data di messa in onda: 1 dicembre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 14. "Gold Fever Goof-Up" Data di messa in onda: 8 dicembre 1973 Le squadre si trovano in Messico, dirigendosi verso le rovine Maya. Auntie Hag delle Broomer Girls lancia un incantesimo di febbre dell'oro su Pudge, facendolo confondere con dei cercatori d'oro. Alla fine, i Bailey's Comets trovano l'indizio. 15. "A Kooky Clue and a Mummy, Too" Data di messa in onda: 15 dicembre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 16. "Kenya Catch That Clue" Data di messa in onda: 22 dicembre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 17. "An Abominable Clue" Data di messa in onda: 29 dicembre 1973 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 18. "Madagascar Mix-Up" Data di messa in onda: 5 gennaio 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 19. "Bear Blunder Down Under" Data di messa in onda: 12 gennaio 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 20. "Trans-Turkey Foul-Up" Data di messa in onda: 19 gennaio 1974 Le squadre gareggiano attraverso la Turchia fino al Museo di Istanbul. I Bailey's Comets incontrano Ali Booboo, afflitto da sfortuna, e cercano di cambiare la sua sorte. Tuttavia, la sua sfortuna crea problemi non solo per i Bailey's Comets, ma anche per le altre squadre. I Bailey's Comets trovano l'indizio. 21. "Amazon Jungle Bungle" Data di messa in onda: 26 gennaio 1974 Le squadre sono nella giungla brasiliana, dirigendosi verso il Monte Pan di Zucchero. Wheelie cade nel Rio delle Amazzoni dopo che i Jekyll-Hydes riducono il ponte, ma viene salvato da Magogo, una donna della giungla che non vuole lasciarlo andare. La situazione peggiora quando arriva il fidanzato di Magogo, Bruto. L'indizio viene trovato dai Rockin' Rollers. 22. "Swiss Swap Switch" Data di messa in onda: 2 febbraio 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 23. "Hawaii Five Uh-Oh" Data di messa in onda: 9 febbraio 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 24. "Heidelberg Robot Hang-Up" Data di messa in onda: 16 febbraio 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 25. "Netherlands Bubble Trouble" Data di messa in onda: 23 febbraio 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 26. "Too Strong for Hong Kong" Data di messa in onda: 2 marzo 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 27. "A Doggone Danish Clue" Data di messa in onda: 9 marzo 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 28. "Hungarian Cluelosh" Data di messa in onda: 16 marzo 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 29. "Gobi Desert Goof-Up" Data di messa in onda: 23 marzo 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 30. "Sargasso Sea You Later" Data di messa in onda: 30 marzo 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 31. "Fast Lap in Lapland" Data di messa in onda: 6 aprile 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici. 32. "What's Buzzin', Canadian Cousin?" Data di messa in onda: 13 aprile 1974 Episodio non disponibile con dettagli specifici.
Dati tecnici di Bailey's Comets
Genere: Commedia, Avventura, Sportivo Creato da: David H. DePatie, Friz Freleng, Joe Ruby, Ken Spears Scritto da: Dalton Sandifer, John W. Dunn, Larz Bourne Voci di: Jim Begg, Daws Butler, Carl Esser, Kathy Gori, Bob Holt, Sarah Kennedy, Don Messick, Karen Smith, Frank Welker Compositore della sigla: Doug Goodwin Tema di apertura: "Bailey's Comets Theme" eseguito da Every Thing Under the Sun Tema di chiusura: "Bailey's Comets Theme" (strumentale) Compositore: Doug Goodwin Paese d'origine: Stati Uniti Lingua originale: Inglese Numero di stagioni: 1 Numero di episodi: 32 (16 mezze ore) Produzione Produttori esecutivi: David H. DePatie, Friz Freleng Produttori: Joe Ruby, Ken Spears Montatori: Rick Steward (supervisore montaggio), Joe Siracusa, Jim Blodgett, Allan Potter Casa di produzione: DePatie-Freleng Enterprises Prima TV Rete: CBS Data di trasmissione: 8 settembre 1973 – 13 aprile 1974 Read the full article
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Questa dedica mi ha fatto ripensare a quante volte sono/siamo stati aiutati da amici, famigliari, il gran lavoro che ci sta dietro ad un gruppo musicale ai tanti è sconosciuto, ed effettivamente è doveroso ricordare anche loro .
Persiana Jones :
Quando noi pensiamo ad un gruppo, di solito pensiamo al cantante, magari al chitarrista, a tutto il gruppo, ma mai pensiamo anche a chi sta dietro, a chi aiuta e si rende utile.
Nicola amava la musica, tutta senza distinzioni.
Figlio di un trombettista, fratello di un direttore d’orchestra, non sapeva suonare alcun strumento, ma quando Persiana Jones mosse i primi passi, lui umilmente, cominciò ad aiutare il gruppo.
I primi tempi rispondendo al telefono di casa, poi cominciò ad occuparsi delle spedizioni, manifesti, magliette, dischi…. aiutava a caricare e scaricare il furgone, si occupava dei versamenti, manteneva la contabilità; se nessuno poteva, andava lui a ritirare il merchandise, a preparare le magliette, dividerle, piegarle ….. Fu lui ad occuparsi del ritiro dalla stamperia e delle spedizioni in Catalunya di “Brivido Caldo”, pronto con il gruppo già in viaggio; e quando arrivammo a Barcelona, trovammo ad attenderci il nostro nuovo disco…
Quando il furgone rientrava, a qualsiasi ora, riconosceva il rumore tipico del Daily e ce lo trovavamo lì, pronto ad aiutarci a fare manovra….
“Com’è andata?” ci chiedeva, e allora noi gli raccontavamo e magari facevamo le ultime risate prima di andare a dormire o tornare alle rispettive famiglie. Quando il gruppo ha ridotto il numero di concerti, era un po’ dispiaciuto, ma non ha mai smesso di aiutare, incoraggiare, consolare quando era il caso. Lui per tutti i musicisti che si sono alternati nel gruppo, è stato un amico, un padre …..sono stati tutti suoi figli, per i quali ha aperto la porta di casa, condiviso un piatto di pasta, preparato un letto quando necessario.
Negli ultimi anni la malattia lo ha allontanato da Persiana Jones, ma a lui orgogliosamente abbiamo fatto sentire gli ultimi brani. Nel 2019 gli abbiamo dedicato un brano, “Per Te”, e quando l’ha sentita, anche se impossibilitato a commentare o a esprimere un giudizio, in qualche modo ci ha fato capire che apprezzava.
Nicola si è spento il 25 Giugno 2021…
Ci mancherai.
Ciao Nicola …. ciao Papà….
Nicola Carruozzo 10 Maggio 1933 Castelluccio Valmaggiore (FG)
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Giorgione (UIL FPL): “Aggressione ospedale Tatarella; situazione grave. Occorre intervenire subito a tutela di tutto il personale”
“Chi opera a tutela della salute pubblica non può farlo a rischio della propria stessa vita”. È questo il commento del Segretario Generale UIL FPL FOGGIA, Gino Giorgione, alla notizia dell’ennesima aggressione subita da operatori del Pronto Soccorso dell’Ospedale “Tatarella” di Cerignola.
“Ci troviamo a commentare un nuovo, ulteriore fatto increscioso avvenuto in un nosocomio spesso teatro di eventi di questo tipo negli ultimi anni. Al di là della ferma condanna di un gesto tanto balordo quanto insensato e della piena solidarietà agli operatori del Pronto Soccorso, è evidente che si è travalicato ogni limite”, afferma Giorgione che prosegue: “Tanti appelli fatti da questa organizzazione sindacale sono caduti nel vuoto. Mi chiedo, polemicamente, se per aumentare le condizioni di sicurezza di medici e personale sanitario è necessario che scappi il morto. Quanto è successo qualche giorno fa, è il segnale di uno stato di cose che è ben oltre la soglia di guardia”.
Il Segretario Generale UIL FPL Foggia preannuncia, perciò, l’intenzione di “chiedere un confronto urgente con la direzione sanitaria allo scopo di comprendere quali azioni implementare immediatamente a tutela di medici e personale sanitario dell’Ospedale “Tatarella”.
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KEITH JARRETT, “BUDAPEST CONCERT”
Keith Jarrett: piano.
Qualche giorno fa ho ricevuto un messaggio da James Cook, esploratore e navigatore, che sulla plancia di “Off Topic Magazine”, tiene sempre fermo lo sguardo all’orizzonte. Il messaggio era laconico: “Te la senti?” Io ho risposto un po’ incoscientemente di sì, anche se sapevo che il veliero che James aveva scrutato all’orizzonte era davvero un pezzo da novanta. Ma ho considerato fosse un dovere morale, se non proprio un “imperativo categorico”, scrivere qualcosa dell’Ammiraglio Jarrett Keith da Allentown (Pennsylvania). E allora cimentiamoci nella difficile impresa di raccontare il non-raccontabile, di descrivere l’indescrivibile. “Il Budapest Concert”, registrato nel 2016 per l'etichetta ECM, nella “Béla Bartók National Concert Hall” di Budapest, è una sorta di ritorno a casa (ricordiamo che la famiglia Jarrett è di lontane origini ungheresi), ma soprattutto una “suite” di una metamorfosi globalizzante dove jazz, musica colta, folk, blues e classica confluiscono in qualcosa che è molto di più, delle più o meno consuete ibridazioni e/o contaminazioni, qui siamo molto oltre. Il “Budapest Concert” è composto da quattordici parti rigorosamente numerate in cifre romane, tra le quali tre pezzi che si intitolano “It’s a Lonesome Old Town”, struggente e malinconica e “Answer me”, quasi una precisazione introspettiva, una domanda e una risposta sul senso della musica che il grande compositore pone e dà a stesso. Con Jarrett ci si toglie subito dall’impaccio del dover commentare i titoli cercando di arrampicarsi sugli specchi; i suoi titoli non sono i commenti della musica, né la sua musica è il tentativo di definire i titoli, non è quindi necessario cercare di uscire dal solito impasse semantico e linguistico. Quando la musica è un blues, Jarrett la intitola “Part XII Blues”, senza necessità di ricami lessicali o semantici. Le dodici parti, più due del concerto, sono in realtà un tutt'uno di rara perfezione e l'insieme è certamente di più, molto di più, della somma delle parti. Potremmo nominare tutte le parti, in un ludico tentativo di ricomporre questo magnifico e magico puzzle: I solenne e scomposta, II rarefatta e impressionista, III dinamica e profonda, IV nostalgica ed evocativa, V sfuggente ed elegiaca, VI ritmata e sequenziale, VII strutturata e completa, VIII polifonica e mistica, IX libera e puntillista, X enigmatica e affermativa, XI meditativa e poetica, XII blues, XIII solitaria e solipsistica, XIV meditativa e dubitativa. E adesso che il gioco lo abbiamo fatto, conviene prendere il puzzle e gettarlo per aria, poiché solo ascolto è sufficiente a vanificare ogni tentativo di descrizione. Lui è il Jarrett di sempre, tutt'uno con il pianoforte, sempre pronto ad interloquire con esso anche con la voce o lo schioccare delle dita, un rapporto tremendamente intellettuale e pure così naturalmente fisico, un suono che sembra la voce dello strumento e Jarrett che sembra il suono del piano stesso. E allora smettete di leggere, procuratevi il disco e seguite il mio consiglio: "Da ascoltarsi nel più assoluto silenzio per delle immobilità seriose", come disse con ironia ed acutezza Erik Satie di una sua celeberrima composizione.
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Il piacere dell’ascolto
Amo il Podcast. Comincio così questo nuovo post, con questa nuova cosa che ho scoperto e che non pensavo potessi piacermi tanto. Ammetto, di averli sempre snobbati da quando è cominciata la diffusione di questo tipo di comunicazione. Non mi hanno mai ispirato granché, non so il motivo, forse nessuno nello specifico, era una diffidenza probabilmente dovuta alla non-conoscenza, ai pregiudizi, non lo so. Mi devo assolutamente ricredere. Ritratto tutto. Faccio ammenda. Li adoro. Ora, non ho ascoltato molte cose, anzi, seguo principalmente due podcast su Spotify: il primo, è stato aperto da circa un mese ed è il progetto di un canale Youtube che seguo circa da tre anni di sei ragazzi bolognesi. Mi piace molto perché è leggero, divertente che tratta di argomenti sia “frivoli”, sia “seri” però senza appesantirli troppo e sdrammatizzandoli anche un po’, questo lo rende molto piacevole da ascoltare. Soprattutto, viene pubblicato il lunedì mattina, ed è stata la mia svolta. Ha veramente cambiato la mia sveglia di inizio settimana, me l’ha resa molto più apprezzabile. Svegliarmi, con il pensiero che potrò tranquillamente lavorare, ascoltandomi il mio programmino, con il caffè in una tazza in parte al pc e facendomi anche qualche risata, è veramente una cosa meravigliosa. Devo capire come fare adesso che tornerò in ufficio ma un modo lo trovo. Sicuro. Probabilmente mi alzerò prima per ascoltarlo. Vedremo. Il secondo, invece, è il “canale personale” di uno di questi ragazzi, ed è molto più riflessivo, meditativo, in cui questo ragazzo parla soprattutto di relazioni interpersonali e della relazione con sé stessi. Seguo questo ragazzo fin da quando ha iniziato con le note vocali su Telegram, che talvolta usufruisce ancora, al posto del Podcast. Ha una bella voce, abbastanza calda e profonda e il sentirlo parlare, riflettere a voce alta, stimola un sacco la mia mente. Le sue elucubrazioni mentali, i suoi pensieri e anche le sue paranoie, mi solleticano i pensieri e di conseguenza, la scrittura. Ha sempre un sottofondo musicale di suoni della natura oppure musica indie, quindi è anche estremamente rilassante. Non credevo potesse piacermi così tanto questo tipo di mezzo di comunicazione, soprattutto perché non avendo il video, non vedendo l’interlocutore, pensavo fosse difficile concentrarsi, stare al passo con quello che la persona sta raccontando, sta dicendo. Non è così. Anzi, è proprio il fatto di non aver il video a facilitarmi la cosa: non sono costretta a stare davanti uno schermo, non ho l’obbligo di un’immagine che devo per forza guardare per capire che cosa viene detto. Semplicemente mi collego, premo “play” e il podcast comincia ed io posso fare altre cose, come per esempio, lavorare. Posso dirottare la mia attenzione verso un’altra azione, un’altra cosa e nel frattempo, ascoltare qualcuno che parla e soprattutto, ascolti. Capisci davvero quello che la gente sta dicendo, percepisci davvero il significato delle parole, assimili quasi, involontariamente, la riflessione fatta a voce alta, la fai tua, la metabolizzi, la rielabori e cominci a pensarci, come conseguenza. Estremamente stimolante. Estremamente affascinante. Credo che poi, il video, in un certo senso, condizioni anche l’opinione rispetto quello che sta dietro lo schermo. Riflettendoci, il video deve essere accattivante anche da un certo di punto di vista estetico, deve attrarre l’attenzione, magari di contenuto può non essere granché, però invoglia a vederlo perché colpisce l’occhio. Poi, non è vero sempre, perché c’è molto materiale visivo bello da vedere, interessante, che merita di essere guardato perché rilassa, diverte, fa pensare, ecc. Nel Podcast non c’è la componente estetica, però. Sei attratto dal riassunto dell’argomento che è contenuto nel titolo, poi magari, non vuol dire, perché se vai ad ascoltarlo, c’è tanto fumo e poco arrosto ma se sei portato a cliccare “play” su quel determinato argomento, se sei disposto ad ascoltarlo, probabilmente, non senti la necessità di una particolare estetica, non hai bisogno di mantenere l’attenzione su un video, su un fuoco. È come una sorta di “telefonata”, con uno sconosciuto, unilaterale. Certo, ovviamente, tu puoi commentare a voce alta, puoi ribattere ma l’altra parte non sente. (Mi fa molto ridere quest’immagine, perché è una cosa che faccio: sto ascoltando un podcast, non mi trovo d’accordo con una cosa detta e comincio a dire a voce alta “ma non è vero, dai”, parlando con il muro, da sola.). Ti interessa ascoltare quello che qualcuno sta dicendo. Credo che questa cosa si sia un po’ persa. Il bello di ascoltare, stare a sentire una persona. A volte, trovo, non sia indispensabile commentare per forza, ogni singola cosa. Si può semplicemente ascoltare chi ci sta di fronte che magari, si sta sfogando, sta facendo anche fatica nel trovare le parole, nel tirare fuori quello che lo assilla. Questo ovviamente, non vale sempre, ci sono situazioni in cui è necessaria l’interazione, è necessario il commento però, mia opinione, non credo sia indispensabile tutte le volte. Semplicemente, ascoltare. Credo che per qualcuno sia già importante e bello, questo. Essere ascoltati.
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